Sistemato. Sti boxini colorati sono belli, ma il copia/incolla è traditore xD
Aggiungerei che gli ultimi esempi non sono errati, ma di solito si usa aru più che desu (qui c'è una mela, ecc...), però visto che aru/iru ancora non sono stati trattati, si è preferito metterli in questo modo.
Appoggio Monfrin e quanto ha detto: vi sono degli errori. Altra lezione semplice semplice, insomma! Allora aspetto la prossima! Comunque queste divengon sempre più interessanti, davvero! Solo una cosa: mi sembra che ci fosse una regola per cui con gli avverbi dimostrativi non si potesse usare una certa forma del verbo <i>desu</i>. Possibile?
123 (anonimo)
- 13 anni fa
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Non è che "di solito si usa aru più che desu", è che in queste frasi, così come sono scritte, l'uso di です è, semplicemente, sbagliato.
D'altronde è questo che succede quando (lezione 22) si dice che だ/ですcorrisponde a "è", un'affermazione che dovrebbe lasciar perplesso chiunque abbia una minima conoscenza della lingua giapponese.
Mi suona strano il koko NI desu, non l'ho mai sentito, mi risulta si dica o "Koko desu" oppure "Koko ni aru". Ho digitato "koko ni desu" in hiragana su motore di ricerca giapponese e non lo trova in nessun sito, come risultato mi da solo koko desu senza il "ni". Il desu è traducibile con il verbo essere italiano ma non è la stessa cosa, ha anche altre sfumature e funzioni.
A Nekomajin: ah, ecco! E' quello che intendevo dire pure io quando mi riferivo al fatto che mi sembrava strano sentir dire "koko ni desu"! Infatti si dovrebbe proprio dire "koko ni aru", ossia "qui c'è/ci sono".
Utente9394
- 13 anni fa
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Ma infatti è "aru" il verbo giusto, con "koko" ここ, "soko" そこ, "asoko" あそこ (e l'interrogativo da usare nelle domande "doko" どこ): dato che indicano un luogo, più precisamente uno stato in luogo, il verbo da usare è obbligatoriamente "aru" ある in caso di soggetti inanimati, o "iru" いる in caso di soggetti animati.
Per gli altri invece è corretto "desu" です/ "da" だ e corrispondenti forme negative/interrogative.
E per esserne sicura ho ricontrollato sulla mia grammatica e le lezioni di primo anno della mia insegnante.
Zombie88 (anonimo)
- 13 anni fa
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Aggiungerei che gli ultimi esempi non sono errati, ma di solito si usa aru più che desu (qui c'è una mela, ecc...), però visto che aru/iru ancora non sono stati trattati, si è preferito metterli in questo modo. ---> così la gente impara sbagliato
Per me il desu con koko, soko, asoko si può usare ma senza il "ni", ad esempio
domanda: "pen wa doko desu ka" risposta: "koko desu"
desu che in questo caso assume il significato di aru, in altri casi iru e può anche sostituire una parte di frase, il cosiddetto uso "ellittico" del desu.
@Zombie88: no, non impara sbagliato perché non sono sbagliati. Certo "Qui c'è una mela" si metterebbe con aru, ma infatti col desu è stato tradotto "la mela è qui". Se l'ho scritto nei commenti è per anticipare i tanti sapientoni che arrivano ogni volta
Ripeto: sono lezioni per principianti. Se avete già la laurea in giapponese, non troverete nulla di vostro interesse. Non verrà fatto un trattato, solo mostrate le basi. :/
C'è una cosa che, scusate la mia profonda ignoranza in materia, vorrei sapere: nel caso di una frase come
このりんごは赤いです。 Kono ringo wa akai desu. Questa mela è rossa.
dove c'è un aggettivo 赤い (akai) che è coniugato al presente, si può omettere la copula です (desu) senza che la frase perda di senso o sia grammaticalmente scorretta?
@Tano-kun sì, il significato di "sore" e "sono" in italiano corrisponde a "codesto" ma di solito viene tradotto "quello".
@Monfrin certo, quando ometti il desu dopo un aggettivo che termina in "i" rendi il discorso piano, non formale (cioè quando parli con amici, familiari ecc.) "kono ringo wa akai" è corretta. Il desu lo aggiungi se devi parlare in modo più formale con estranei, persone più anziane o superiori.
Utente9394
- 13 anni fa
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Allora, c'è un ragionamento di fondo molto importante da tenere presente quando si parla di aggettivi: ossia che gli aggettivi in giapponese vengono coniugati, esattamente come i verbi. Quindi non è aggettivo+verbo, ma va considerato come un tutt'uno, esattamente il nome specifico è quello di "predicato aggettivale", da non confondere con il nostro "predicato nominale", in quanto è il predicato costituito da un aggettivo. Semplicemente, se scrivi "akai desu", coniughi l'aggettivo alla forma presente affermativa, in stile cortese; se scrivi "akai" e basta, l'hai coniugato alla forma presente affermativa, ma in stile piano. In giapponese infatti esistono diversi registri linguistici: cortese, piano, onorifico, umile e una variante dell'umile (non tutti gli insegnanti operano la distinzione tra le due).
Poi ti consiglio di aspettare le lezioni dedicate agli aggettivi per comprendere meglio questo concetto e capirne l'uso.
@Nekomajin, SnowChild e Zelgadis: Grazie mille per le vostre spiegazioni! In effetti già sapevo che gli aggettivi in giapponese si comportano in maniera similare ai verbi, e hanno la loro coniugazione, per questo mi sembrava sovrabbondante mettere il desu alla fine di quella frase, invece si tratta di una forma di cortesia, in pratica si adopera non potendo esprimere il "lei" come succede nella nostra lingua. E' interessante anche quello che fa notare Zelgadis, ed in effetti lo supponevo che nel linguaggio parlato è possibile omettere alcuni elementi, mentre nello scritto bisogna essere più precisi; anche in italiano sostanzialmente è così. Come anche non è necessario ripetere sempre il soggetto della frase, cosa che invece è obbligatoria in inglese e tedesco. Però in giapponese, se non sbaglio, è addirittura possibile omettere anche i verbi in certe condizioni. Mi viene in mente ad esempio la prima frase della sigla di apertura di Capitan Harlock così come l'ho trovata tradotta:
Uchuu no umi wa ore no umi. Il mare dello spazio è il mio mare.
Magari è solo una licenza poetica, ma il verbo essere (desu o da) è stato omesso, cosa impossibile in italiano.
Perchè in giapponese da/desu non è propriamente il verbo essere come in italiano ma, tra le tante funzione che ha, serve anche ad "ammorbidire" il tono di una frase, a renderla meno rude, oltre che definire il tempo di una frase e di un aggettivo -na (passato, probabilità ecc.) quando questa termina con un nome. Tra l'altro le donne omettono il "da" alla fine della frase ma al suo posto aggiungono particelle che "ammorbidiscono" il tono come il ne, il wa, yo ecc. Gli uomini invece tendono a usare il "da" alla fine della frase, con la possibilità di farla seguire dal ne, yo ecc. (wa è solo per le donne anche se in pochissimi casi l'ho sentito dire anche da uomini ).
Ma non avevamo detto nella scorsa lezione che il desu si poteva omettere nello stile piano?
Kore: questo (no problem, mi pare) Sore: Quello (vicino all'interlocutore) Are: Quello Laggiù (lontano sia dal parlante che dall'interlocutore)
Idem per Koko, Soko, Asoko (qui, li, laggiù)
Il problema degli aggettivi è che quelli in -i fanno praticamente le veci del verbo, mentre quelli in -na sono più simili ai sostantivi. Capite quindi che gli aggettivi esprimendo l'essenza di una qualità, possono praticamente andare da soli. Per questo la copula è meno importante che in italiano. Essa rimane per esprimere la frase in maniera classicamente corretta, ma è ormai inessenziale ai fini della comprensione. Quindi, esprimerla è diventato un esercizio di stile e viene inteso più come un modo di addolcire la frase, elevandola nello stile cortese. Ovviamente come copula, il desu/da va messo, va omesso oppure è opzionale secondo la regola grammaticale. Non è che si può sempre togliere, attenzione. Vederemo quando è il caso di utilizzarlo o meno.
Utente9394
- 13 anni fa
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Hai centrato in pieno la questione degli aggettivi, Solaris, ma per approfondirla sarà meglio aspettare la lezione apposita
Nello stile piano sì, il "desu" può essere espresso come "da" (soprattutto nei casi in cui questo stile si usi con funzioni grammaticali, poichè certe espressioni vogliono le basi verbale dello stile piano, che sono la Shushikei e la Rentaikei, mentre la base dei verbi in "desu/-masu" è la Ren'yokei, ma non mi dilungo, verrà spiegato a suo tempo), oppure venir omesso come nei casi della coniugazione degli aggettivi.
Nel terzo esempio:
それはりんごです。
kore wa ringo desu.
hai scritto kore al posto di sore.
Hai invertito anche le scritte in roomaji degli ultimi due esempi:
りんごはあそこにです。
ringo wa soko ni desu.
りんごはそこにです。
ringo wa asoko ni desu.