concordo con tutte e tre le recensioni... anche io il limite della città incantata lo vedo principalmente nell'essere troppo vicino ai cartoon stile disneyani...e mi stupivo nel sentire gente che definiva tale opera nettamente superiore a mononoke hime :-s
@assenzio me lo chiedo anche io,da anni dopo aver letto il manga...ma il cartone di akira,non lo racconta in maniera troppo superficiale ? e comunque preso di per sé senza considerare il manga,sembra un pò sconclusionato !
@Limbes Non si può non darti ragione, ma come si può pretendere che un regista che dirige prevalentemente film per bambini/ragazzi adotti tecniche di regia sperimentali e personali? Non c'è posto per queste astrusità in film con questo target. La bellezza di questi film sta nel puntare solo su una buona storia, dei buoni personaggi e una buona regia per coinvolgere ogni tipo di pubblico. E la maestria di chi li dirige sta nel riuscire a raccontare una bella storia e a mandare un messaggio con un linguaggio semplice e modesto. E non è facile, per questo considero Miyazaki un maestro (anche se ovviamente anch'io aborro il binomio Miyazaki-capolavoro). Lo stesso discorso vale per Disney.
Anch'io mi vanto di andare spesso e volentieri controcorrente però....nel caso della Città Incantata non ne ho sentita affatto la necessità, anzi! Credo che un 7 sia un voto misero e penalizzante per un'opera di questa portata. Rispetto l'opinione dell'autore, espressa in modo degno ma assolutamente incondivisibile dal sottoscritto. Myazaki è davvero eccellente e (per quanto mi riguarda) La città Incantata rappresenta la migliore delle sue opere. iniziai a vederla con tanti pregiudizi ma guardandola sono stato a dir poco catturato da quelle atmosfere. E' disarmante.
Perfect Blue lo conosco solo di nome
Mentre Steamboy è un buon prodotto ma non certo a livelli di eccellenza. Perlomeno un 7 però se lo merita senza ombra di dubbio.
@Kwoon: anch'io da adulta non lo trovo per nulla pauroso ma lì c'erano tanti genitori con bambini di 4-5 anni... Quando penso alla Città Incantata è il mio primo ricordo e visto che molti lo ritengono esclusivamente per poppanti... bè dopo aver visto quella disperazione non sono d'accordo
<i>E la cosa preoccupante è che ritieni elevato Summer Wars...</i>
Premi Miglior film d'animazione al Mainichi Film Concours 2010 Miglior film d'animazione ai Japanese Academy Awards
Cavolo, a quanto pare il mondo è pieno di matti!
@onizuka: <i>Resto dell'opinione che non sono rimasto colpito da questi film, a parte nausicaa</i> Ahahah, per me è proprio il contrario, Nausicaa è il film di Miyazaki che m'è piaciuto meno
@SimPE: ah sì, dimenticavo che fosse lui l'autore del manga di Akira... beh in quel caso può essere, infatti se devo essere sincero il film di Akira mi ha sempre dato l'impressione di una trasposizione frettolosa e a tratti confusionaria di un capolavoro che però c'è alla base. Nonostante questo lo considero un bel film, sia chiaro.
Dei lungometraggi di Miyazaki, se non sbaglio, mi resta da vedere soltanto <i>Ponyo</i>, ma non ho grandi aspettative, in ogni caso, penso che il suo prodotto migliore sia <i>Tonari no Totoro</i>, sono però d'accordo con Fagiana, sulla questione della ripetitività e della prevedibilità, parole che, ad esempio, con Kon, non esistono affatto Comunque rammenterò in continuazione che Miyazaki fa un baffo a Isao Takahata!!! Degli altri 2 titoli mi manca <i>Steamboy</i>; d'accordissimo sulla valutazione di quella genialata di <i>Perfect Blue</i> - e meno male che era film del debutto di Kon!!
<i>Come si può pretendere che un regista che dirige prevalentemente film per bambini/ragazzi adotti tecniche di regia sperimentali e personali?</i>
Sì, Simpe, è vero e appunto lì Miyazaki crolla in confronto a un Kon o a un Oshii. Se non porti avanti una tua ricerca, una tua elaborazione stilistica, sei statico, sterile, fai sì storie diverse ma sempre con le stesse modalità e con la stessa narrazione e, ancora peggio, farcite dalle medesime morali. In soldoni, ti appiattisci su te stesso, e a riguardo il percorso di Miyazaki è esemplificativo. Ok, fai racconti di formazione, film non troppo astrusi e stilisticamente facili, ci può stare. Ma, primo, ti sta auto-castrando e, secondo, nessuno mi dice che sapresti muoverti in altra maniera; magari fai i film con una grammatica di base perché non sei capace di fare altro. E' una possibilità da non escludere. Preso atto di ciò, le critiche sono legittime e fatte a ragione, anziché sbraitare i fan dovrebbero cospargersi il capo di ceneri.
Per la Disney credo invece il discorso sia un altro. Lì è la produzione a fare il film, un film Disney ha perlopiù il marchio Disney e non l'impronta di chi lo dirige. Non a caso nei vari back-stage o interviste non si parla mai di cosa voleva dire il regista, proprio perché in nel meccanismo produttivo Disney quest'ultimo rappresenta un mestierante chiamato a mettere in scena qualcosa di fondamentalmente non suo. Poi comunque anche la Disney non fa che propinarci sempre le stesse morali e lo stesso buonismo, proprio come fa Miyazaki. Difatti sotto tale punto di vista non vedo cosa ci sia di scandaloso nell'accostamento tra i due.
lorentz
- 13 anni fa
00
Mi trovo in disaccordo con le valutazioni dei primi 2 film ( Steamboy non l'ho visto ) ; entrambi sono capolavori dell'animazione giapponese e si meriterebbero un 10 ; sono nella lista dei miei preferiti assieme a "Ghost in the shell " e "Innocence" ; il primo e' straordinario per il modo che ha di affrontare temi profondi pur mantenendo la sembianza apparente di fiaba; ma siamo bel lontani dagli stereotipi Disneyani in cui i personaggi , per la maggior parte , devono apparire belli e perfetti e in cui il lieto fine e' d'obbligo ; film come questi , per carita' , sono belli da vedere ,ma ti lasciano ben poco . I protagonisti de "La citta' incantata " sono molto "reali" ,non esistono il Bene e il Male in assoluto , ma semplicemenete dei personaggi con i loro pregi e i loro difetti che vivono delle avventure fantastiche insieme e si vogliono bene per come sono fatti ; basti pensare ai 2 protagonisti oppure ai personaggi di Yubaba , L'uomo senza volto oppure l'amica di Chihiro . "La citta' incantata" , seppur visivamente sia uno spettacolo di colori per gli occhi , nasconde problematiche molto profonde ; questo contrasto e' molto "reale" . Altrettanto geniale e "reale" e' Perfect Blue ; stavolta pero' cio' che tiene incollato lo spettatore e' il susseguirsi di scene ricche di pathos e di immagini che aumentano nello spettatore lo stato di angoscia ; mi e' piaciuto il messaggio che vuole trasmettere questo film ; essere totalmente alienati in una realta' virtuale allontana da quella che 'e la realta' fino al punto da non saper piu' capire cio' che conta realmente ; realta' virtuale fatta a volte di contraddizioni e male interpretazioni e in cui a volte il proprio ego aumenta fino a schiacciare gli altri ; quello che ci vuole dire Kon con questo film secondo me e' che non esistono Dei da idolatrare ma persone con i propri pregi e i propri difetti che soltanto nei fatti concreti e nei confronti diretti si imparano ad amare e apprezzare ; la realta' concreta non va mai abbandonata .
ShinichiMechazawa
- 13 anni fa
20
@Limbes: Non sapevo che ti piacesse cosi' tanto volare con la fantasia al punto da inventarti una dimensione alternativa dove la regia in un film Disney non ha alcun peso,come se John Musker e Ron Clements siano soltanto mediocri mestieranti.
Mi piacerebbe vederti postare la stessa cosa in un forum di appassionati Disney.
E dire che non avrei mai pensato di continuare a stupirmi leggendo i tuoi post,ma riesci sempre a sorprendermi.
A volte quando leggo certi interventi mi sovviene una frase: abbiamo incontrato il nemico,e siamo noi.
Onorata di essere di nuovo su questa rubrica Se poi nel mio piccolo posso convincere anche una sola persona a vedere un film del maestro Kon ne sono felice!
La recensione di Achille l'ho trovata molto arguta e si lascia leggere con piacere, a prescindere dall'essere d'accordo o meno su quanto ha scritto.
In qualità di possessore di un peluche di Winnie the Pooh mi considero offeso dalle parole di Limbes Scherzi a parte, è vero quello che dici, però per i bambini va bene questo, l'happy ending spensierato, non certo seinen psicologici. Immaginati un Biancaneve senza bacio finale o un'Alice con la testa tagliata dalla regina: non molto piacevole per un bambino! Poi comunque sono fiabe, quindi riprendono lo schema di secoli, dai Grimm alle storie popolari...
E ripeto, a me ancora oggi mi fa piacere vedermi un pixar o un classico tra opere ingombranti, e quindi mi da un po' fastidio continuare a vedere usato il termine disney come termine dispregiativo
@Limbes "Miyazaki crolla in confronto a un Kon o a un Oshii. Se non porti avanti una tua ricerca, una tua elaborazione stilistica, sei statico, sterile, fai sì storie diverse ma sempre con le stesse modalità e con la stessa narrazione e, ancora peggio, farcite dalle medesime morali"
Esatto, la stessa cosa che sostengo io. Per questo trovo più interessanti altri registi. Oshii primo fra tutti. E l'accostamento con disney si può fare eccome. Sono entrambi limitati dalla scelta di perseguire una morale perbenistica e buonista, che è sempre fine a se stessa.
kwoon: hai ragione, ma purtroppo siamo pieni di opere " ibride-per bambini " e l'animazione manca quasi totalmente di opere per adulti. Ed è una condizione gravissima franzelion: dai che lo sai anche tu, non conosco una persona che abbia visto il film senza distrarsi continuamente XD Sim: Akira non è un capolavoro, per il semplice motivo che hanno preso una storia ( se non erro in corso ) e l'hanno distrutta. Onestamente, l'hai capito? a me son sfuggite molte cose, e temo non per colpa mia commander: vidi il lungometraggio senza sapere del manga. L'assoluta inconcludenza di molte situazioni e scene mi fece subito sospettare che fosse un polpettone, e ne ebbi la conferma leggendo in giro sulla rete. Akira è un orrore, divertente ma praticamente vuoto Limbes: che myiazaki sia banale, scontato e puerile, c'è poco da fare. Il problema rimane a monte: se osanno naruto, OP, bleach e tonnellate di spazzatura propinata continuamente, bhe allora myiazaki deve essere per forza l'imperatore. E Kon dio, ma questo era ovvio . Discorso analogo con steamboy. Sulla Disney non fai un discorso contestualizzato. Il valore non risiede nel prodotto, ma nell'originalità, nella potenza e nella qualità che un cartone disney ha essendo fatto 70 anni fa. Myiazaki, dopo 70 anni da Pinocchio, cerca ancora di superarlo invano
Xander, guarda Jin-Roh, lì uno dei fili conduttori della pellicola è la storia di Cappuccetto Rosso. La quale non finisce per niente bene. Se si vogliono portare le fiabe sullo schermo, le si portino tali e quali. Non in tutte le favole c'è il lieto fine: il loro scopo ultimo è quello d'insegnare qualcosa, non di fare felice il bambino sparandogli nel cervello delle utopie. Lì sta appunto la fregatura nelle operazioni politically correct per i <q>santi bimbi</q> (ma è tanto sconosciuto <q>Il signore delle mosche</q>?), nel rimaneggiare le fiabe per surrogarne delle versioni depurate da qualsiasi elemento che possa sporcare la mente immacolata dei <q>bimbi puri</q>.
In jin roh si segue il filo della versione originale di cappuccetto rosso, quella cruda e violenta dove alla fine la bambina muore. La maggior parte delle fiabe finisce male, e trasmettono messaggi ed insegnamenti profondi, solo che a noi sono arrivate rimaneggiate da terzi. La fiaba ontologicamente non è esattamente il genere per bambini ma lo è diventato.
Kittyn (anonimo)
- 13 anni fa
50
Buona giornata a tutti..
Continuerò nel sostenere sempre la mia idea di non essere molto daccordo con l'accostamento Myiazaki-Disney, non ritenendola come insulto ma per la impostazione e direzione di regia e di tematiche.
Detto ciò non considero assolutamente Myiazaki perfetto,anzi, ma so bene che il suo messaggio è quello (natura,crescita) e quello sempre sarà. Lo ritengo sinceramente molto più elevato di tante fantacavolate che si vedono in giro tuttoggi, dai contenuti più banali e piatti di quelli della città incantata.
A volte si dimentica il periodo in cui questi film sono usciti e l'importanza che questi hanno avuto per il mercato dei manga e della distribuzione di materiale orientale al di fuori del suolo nipponico e americano. Ebbene, contestabile o no , La città incantata ha avuto il grande merito di aprire "molto di più" le frontiere dell'animazione al mercato estero. E che lo si voglia o no tale breccia è stata creata dai (non solo ,sia chiaro,ma in misura molto forte) film di Myiazaki (Mononoke come spartiaque all'oscar di La città incantata).
Se dal lato della storia posso accettare le critiche ,bhe, non posso accettarle dal lato tecnico. Molto spesso si pensa che gli oscar si vincano solo per gli effetti speciali (molte volte è anche vero), e in una sorta di "ingenuita bonaria, invece si pensa che gli oscar dovrebbero essere vinti solo per la storia. Ebbene, la città incantata ha vinto per la congiunzione di entrambe le cose. E questo è innegabile. Dire che tecnicamente non è un prodotto eccellente e una eresia, lo standar di eccellenza nei film di Myazaki è continuo a livello di animazione e non si limita a fissi interminabili con la sola bocca che si muove e virtuosismi di pochi secondi. Certo non tutta la sua produzione e fantastica ma la cura che mette nella produzione e realizazione è innegabile anche in prodotti come Kiki delivery service. Per dire altro sul raffronto Disney-Myiazaki: Forse molti d voi associano le produzioni di quest'ultimo ai primi solo perchè ,effettivamente, la Disney (Buena vista) dopo tale oscar ha distribuito le opere dell'autore giapponese nel mondo, decretando ancor di più un interessamento importante delle major americane al mercato dell'animazione Nipponica. Solo da noi in Italia tale fenomeno nn ha avuto un forte riscontro ,a quanto pare, per casini combinati da Buena Vista italia che ha perso i diritti sui prodotti quali Porco rosso e altri. Ma è solo un sentito dire, non ho conferme.
Per Akira:
Vale lo stesso discorso che feci per la città incantata e Steam boy. Akira il film uscì in un periodo in cui in europa l'animazione giapponese era una cosa misteriosa e lontana, il nostro magazzino di cartoon nipponici facevano riferimento a Lamù, Maison Ikkoku e Holly e Benji (non me ne vogliano gli appassionati di Gundam, Ditarn, Trider G7, Yattaman, Calendar Man ). E quando venne distribuito in Italia la magnificenza visiva di tale opera fece sobbalzare sulla sedia ben più di un adolescente. Tale film di animazione cambio ,in un certo qual modo, la nostra concezione dell'animazione stessa. Apri le frontiere allo stesso fumetto di Akira, capolavoro che NON avremmo mai visto senza il successo della pellicola. Akira fu anche il primo Anime movie trasmesso al CINEMA. Ma molti oggi sembra facciano finta di non ricordarlo. Non mi sento in errore nel dire che se Ken Shiro ha "aperto" le porte ai manga in Italia ,così Akira il film ha fatto per gli anime. Poi ok, possiamo contestare il riadattamento e la storia, ma sarebbe come giudicare OGGI un film come Tarantula o la guerra dei mondi degli anni 70, e non dare più loro il merito che invece hanno avuto per la cinematografia di fantascienza in seguito.
Sotto il profilo Disney:
Insensato, nonostante tutto, attribuire a disney solo un profilo infantile e banale (stereotipato, e buonista) . L'animazione Disneiana (e parlo della vecchia concezione della produzione della casa di Micky) è sempre stata improntata a portare "messaggi" che potessero essere di insegnamento ai giovani, messaggi che possono risultare stonati a un pubblico adulto(risultando scontati e forse banali) ma che sono invece pedagogici per un pubblico di ragazzi/bambini . Ricordiamoci anche i cambiamenti per cui Disney è stata anche contestata dai sui stessi fans, cambiamenti che oggi reputiamo scontati nei nostri film ma che al tempo non lo erano. Di che cambiamenti parlo? Il tema della morte ad esempio (Bambi, anni dopo il Re leone), i temi ecologici naturalistici e di denuncia di Pokaontas. Tendiamo poi troppo spesso a dimenticare film elaborati come la bella addormentata nel bosco, sentimentali e struggenti come red e toby e la carica dei 101 (il cartoon, non il film ). Dimenticandoci che per i tempi in cui vennero trasmessi quelle erano tematiche forti e non l'acqua di rose con cui molti sono abbituati a definirli oggi. Però molti di questi ultimi consumatori di cartoon si distruggono le mani a elogiare UP e Wall-E; che si meritano i complimenti ,sono due film stupendi, ma non hanno nulla di più (a livello di storia) da renderli superiori ai titoli sopra citati.
Aggiungerei infine.
Ghost in the shell è sicuramente un film che avrebbe meritato più fortuna di quella che ha avuto. ma piuttosto che indignarmi all'idea che "la città incantata" abbia vinto un oscar per l'animazione al posto di questo titolo mi indignerei di più per il fatto che il suo seguito e la serie televisiva Stand alone abbiano avuto più visibilità (cinema,recensioni,distribuzione sul mercato) del primo film nonostante questi ultimi fossero ,ed è una mia opinione, sinceramente molto inferiori a lui.
@ Limbes.
Puoi avere ragione ma è anche vero che il messaggio dato al bambino (che dovrebbe essere un messaggio positivo) rischia di essere oscurato dallo smarrimento per un finale che potrebbe non essere positivo nella sua visione (anche se realistico) e potrebbe distogliere il bambino dal vero messaggio che si vorrebbe a lui passare.
Quando lessi le fiabe dei fratelli Grimm sinceramente le trovai di pessimo gusto in molti dei loro aspetti. E non parlo di quelle "rivedute e corrette" molto spesso lanciate sui mercati come originali ma in realta "depurate" da tutte le colorite punizioni che spettavano ai cattivi. Capii allora perchè alcune persone ne sconsigliavano la lettura ai bambini.
Ti dirò. Rispetto a quest'ultime (fratelli grimm) trovai molto più belle e di insegnamento le fiabe di Italo calvino. Che pure in talune storie aveva messaggi forti e fuori dagli schemi tradizionali.
Riguardo a questa affermazione:
Per la Disney credo invece il discorso sia un altro. Lì è la produzione a fare il film, un film Disney ha perlopiù il marchio Disney e non l'impronta di chi lo dirige.
@Kittyn Mi sembra che qui nessuno abbia messo in discussione la qualità tecnica di miyazaki, che è eccellente sia per le animazioni e tutto. Quello che gli si critica è che non si evolve mai, reitera sempre lo stesso messaggio e la stessa morale buonistica in tutti i suoi film...anche se poi le storie sono differenti. L'accostamento a disney era fatto proprio in questo senso, quello contenutistico.
Sono d'accordo su ghost in the shell. Il film è un capolavoro e non ha purtroppo avuto il successo che si mertitava e questa è una cosa molto fastidiosa.
Poi non mi spiego perchè tutti sostengono che i film di miyazaki non siano da bambini e poi quando gli si fa notare che il messaggio del film è la solita minestrina sulla crescita e morali varie allora cambia idea e comincia a dire che è quello perchè ilmessaggio per i bambini deve essere positivo. Allora mi confermi che sono film per bambini, diretti ad un pubblico di bambini. Che poi un adulto se li possa gustare lo stesso è un'altra faccenda.
ShinichiMechazawa
- 13 anni fa
10
@kittyn: veramente condivisibile il tuo post,pero' devo fare un paio di appunti:
"Però molti di questi ultimi consumatori di cartoon si distruggono le mani a elogiare UP e Wall-E; che si meritano i complimenti ,sono due film stupendi, ma non hanno nulla di più (a livello di storia) da renderli superiori ai titoli sopra citati."
Innanzitutto io tenderei a tenere separate le produzioni di Pixar e Disney visto che comunque sono frutto di staff e personalita' separate tra loro;altresi' credo che le loro ultime produzioni abbiano ben poco da invidiare al canone classico per i valori e i messaggi espressi e per la forza delle loro scene:la morte della madre di Bambi secondo me ha piu' o meno lo stesso impatto emotivo del primo quarto d'ora di Up.
Poi,parlando della Disney,si sa che gli ultimi anni sono stati un periodo un bel po storto e nonostante cose (secondo me!) buone come la Principessa il ranocchio e Rapunzel c'e' ancora molta strada da fare ma penso sia presto per trarre conclusioni affrettate...
Poi puo' non piacere la CG,ma il messaggio rimane quello.Non parlo di superiorita' o meno,eh,per me sia i classici che molti dei Pixar recenti meritano il loro status di pietra miliare.
Inoltre alla Disney sono da sempre usi a fare tanti ammiccamenti ai piu' grandi,senno' scene come gli elefanti rosa oppure la sequenza degli Aristogatti con lo Zio Reginaldo difficilmente sarebbero comparse,non trovi?
Che poi,parlando di sperimentazione:Wall-E e' un film per meta' completamente muto sparato sul mercato mainstream.Se questo non e' sperimentare,spiegatemi cosa significa,grazie.
Ah,e Don Bluth era un personaggio fantastico,peccato che la sua carriera sia praticamente finita.
Kittyn (anonimo)
- 13 anni fa
20
Bhe! Dipende!
Film come Porco rosso e Nausicaa hanno forse qualcosa di più per essere considerati solo e unicamente film o prodotti per bambini.
Diciamola così. La citta incantata e Howll sono film per la famiglia. Ovvero poetiche fiabe (definiamole così) destinato a una fascia di pubblico più ampia che non i soli bambini.
la principessa Mononoke e tutto fuorche per bambini (sopratutto alla luce di uno stravolgimento e riadattamento europeo fuorviante)
Lo stesso conan è stato un cartoon decisamente fuori dagli schemi e nn certo dedicato o mirato a un pubblico di infanti. E sicuramente non banale.
Bisogna contestualizare ,come gia dissi, alcune prodzioni. Ed è per questo che non ritengo di poterlo segnalare come animatore per bambini
A livello di animazione nn bisogna scordarsi le caratterizazioni che diede a personaggi quali Lupin (nella serie televisiva e nel mirabile Lupin III - Il castello di Cagliostro) e Sherlock Holmes (solo nei primi 6 episodi).
@ ShinichiMechazawa.
:D Non era una critica ai film di Pixar (hai ragione, disney animation è caduta parecchio di qualita ...ma gia lo dissi )
Wall-E è uno dei più grandi film che siano stati creati in questi ultimi anni per potenza visiva.(assieme ad UP)
Il mio è solo un riferimento alle storie di allora e di oggi. Che non si superano ma godono dello stesso diritto di essere considerati pietre miliari.
La principessa e il ranocchio è stato un acuto in anni di triste desolazione (al di fuori degli acuti pixar, per intenderci) dimostrazione, per altro, che l'animazione tradizionale non meritava la chiusura degli stabilimenti voluta dalla Disney a favore dei gruppi artefici del tristissimo Bolt e dei supertristissimi Robinson (SIGH!). Per non parlare di uno zoo in fuga che si meritava l'inceneritore dopo due minuti di proiezione.
@Kittyn Ma io non sostengo che tutti quanti siano solo per bambini, è quello che voi dite che vi porta in contraddizione...quando dici che il messaggio che riceve il bambino deve essere positivo impliciti la destinazione del film. Se non è solo per bambini allora perchè limitarsi ai soliti messaggi etc etc. perchè non cerca di fare qualcosa di più complesso che vada oltre la morale già proprinata mille volte?? Secondo me perchè non ne è capace. Comunque mi manca porco rosso ma sono d'accordo su nausicaa, è diverso dagli altri, per questo mi è piaciuto. Anche se trovo il manga superiore.
@Assenzio: <i>dai che lo sai anche tu, non conosco una persona che abbia visto il film senza distrarsi continuamente</i> Presente! Mi ha letteralmente incollato allo schermo dall'inizio alla fine E poi cosa c'entra questo con la qualità del film?
p.s. su Miyazaki, d'accordo con onizuka e Limbes: Kon e soprattutto Oshii sono di tutt'altro un paio di maniche.
@Shinichi: <i>la morte della madre di Bambi secondo me ha piu' o meno lo stesso impatto emotivo del primo quarto d'ora di Up</i> Sarà, ma non è preoccupante che faccia lo stesso effetto qualcosa dei giorni nostri allo stesso modo di qualcosa di 70 anni fa?
<i>Wall-E e' un film per meta' completamente muto sparato sul mercato mainstream.Se questo non e' sperimentare,spiegatemi cosa significa,grazie</i> Infatti Wall-E per me è il top della Pixar, guarda caso proprio quando hanno provato a fare qualcosa di diverso. Poi è un peccato che si sia rifatto troppo all'Odissea di Kubrick, altrimenti l'avrei considerato un capolavoro. (lo so che è un omaggio, ma mi pare che ci si aggrappi un po' troppo).
Kittyn (anonimo)
- 13 anni fa
10
Si! Il manga di nausichaa è veramente molto bello.
peccato che, come la maggior parte delle cose belle, gli editori italiani lo abbiano snobbato!
Sulla capacita di Myiazaki nn so che dire. Probabilmente è un sognatore legato a un suo modo di narrare le storie. Dovrei valutare le sue cose anche al di fuori degli anime dato che pare essere un autore davvero eclettico.
Ricordo di aver visto anni fa una sua piccola favola dedicata alla sorella malata e fra storia e illustrazioni fatte ad aquarello ne ho ancora una immagine davvero molto bella in testa. Emozionante nella sua brevità.
kwoon (anonimo)
- 13 anni fa
10
@onizuka90; <i>Se non è solo per bambini allora perchè limitarsi ai soliti messaggi etc etc. perchè non cerca di fare qualcosa di più complesso che vada oltre la morale già proprinata mille volte?? Secondo me perchè non ne è capace. </i>
Sì che ne è capace, e La Città Incantata ne è un esempio.
@kwoonLa città incantata è per un pubblico giovanile secondo me, per ragazzi. Comunque non nego che possa essere apprezzato anche dagli adulti ma, in ogni caso, sia ben chiaro che l'ho trovato insoddisfacente. A parte un personaggio.
@Kittyn Secondo me gioca il fatto che lui bilancia tutto col suo stile di regia e quindi alla fine i suoi film piacciono sempre. Anche perchè si sa che alla massa piace il lieto fine ed il messaggio positivo.
kittyn: fai osservazioni giuste ma "poco importanti", e mi spiego, premettendo che non parlo di te nel discorso a seguire. Il fatto che un gruppo più o meno ampio di persone abbia interpretato, anche a livello di critica professionale, cinema-arte-mondo attraverso schemi regionalistici, è un limite che a loro rimane confinato. Un amate medio dell'argomento se ne frega ( e se ne fregava ) della fantomatica introduzione dell'anime nel mondo occidentale. Perchè Anime= cartone, che esisteva da 50 anni, e finchè questo binomio non sarà completamente assorbito si faranno discussioni infinite. Akira, come Ghost in the shell, furono e sono tanto innovativi quanto il nulla, supportate da un fenomeno e da una categoria ormai riconosciuta quale " fanboy " . Se una persona vede il cyberpunk come partorito da questi due prodotti, vive in un limite Suo e in sue convinzione che non saranno confermate in nessuna enciclopedia del cinema. Se si fa lo sforzo di superare l'idea del cinema in stati e regione, si noteranno novità che vengono ignorate e minimizzano l'importanza dell'oriente, che brilla con ozu e non certo che questi cartoni . Ghost in the shell 89 - blade runner 82. Ma l'ovvio che fine ha fatto?
Myiazaki ha un evidente limite, non evolve, seguendo la stessa parabola della Disney. le osservazioni che però andrebbero fatte sono 1) ci sono alcune opere, come porco rosso, originali 2) viene con molto ritardo dai pilastri disney, e quindi Non è innovativo ( l'animazione orientale Raramente lo è , e spero sia chiaro anche agli appassionati ). Ribadisco, se qualcuno considera Akira e GITS innovativo perchè giappo deve correre subito a leggere qualche libro e a vedere qualche film 3) nonostante ciò, la qualità estetica e narrativa di Myiazaki non si può banalizzare in una sufficienza, soprattutto a fronte degli orrori che vendono milioni di copie. i Suoi sono bellissimi cartoni, godibili da tutti, per un certo pubblico , non capolavori ma nettamente superiore a OP
@Assenzio Ghost in the shell è innovativo, all'interno dell'animazione giapponese e anche fuori a mio avviso. Peraltro è vero che non fonda il ciberpunk, poichè come hai fatto notare ci sono film precedenti come bladerunner che lo anticipano. Ma allora vorrei aggiungere che anche orwell con 1984 è considerabile come precursore di questo genere.
Ma io vorrei farti notare oltretutto che il merito di ghost in the shell sta nella sua profondità e nelle sue riflessioni. Anche come ciberpunk comunque è atipico e diverso da quello "classico" se vogliamo, ma secondo me ha contribuito allo sviluppo di questo genere. Perchè vuoi togliere valore ad un'opera che se lo merita tutto??
Poi certo miyazaki ha grandi doti di animatore...ma comunque non condivido l'idea che si fa lui del dio dell'animazione. Le sue opere non sono capolavori.!!!!!!!
Kittyn (anonimo)
- 13 anni fa
20
Hummm!
Negli ultimi anni il gusto delle persone è molto cambiato.
Ad esempio. Nel cinema (sopratutto americano) si è avuto un boom per gli eroi fallibili e pieni di difetti. Molto spesso incapaci di avere o godere di un finale felice. Tale trend si è rifletutto in parte anche nel mondo dell'animazione.
Teniamo poi conto che se vediamo molte produzioni seriali e non di anime si giunge alla conclusione che delineata una via (narrativa) spesso molti tendano ad allinearvisi.
Ad esempio. C'è stato il periodo dei mezzi demoni, c'è stato il periodo degli esper, c'è stato il periodo dei complessi canterini, c'è tuttora il periodo delle tsunderone , c'è stato il periodo delle maghette...ed ogni volta che c'è stato un periodo la maggior parte degli studios che fanno il mercato vi si sono allineati.
Detto questo ,ma è solo un ipotesi, penso che anche per questo motivo (oltre alla bellezza delle opere che può essere condivisa o meno) i prodotti Ghibli tendano ancor più a spiccare. Forse perchè, nella loro semplice e (non condivido ma accetto la vostra critica) inquadrata linea narrativa risultano (per paradosso) diversi e quindi più visibili e apprezzati di altri prodotti.
Poi è anche vero che la fama che si è fatta la Ghibli abbia la sua importanza a dare visibilità ai loro prodotti più che ad altre altrettanto (se non di più) mirabili produzioni legate a etichette molto meno importanti dello Studio di Myiazaki.
é un po come la storia dei film presentati dai grandi registi,ma non prodotti da loro. Suonano come una specie di raccomandazione per nuovi registi....e di fatto lo sono.
Se studio Ghibli avesse supportato e distribuito Ghost in the shell o Jin roh ,questi due titoli oggi sarebbero riconosciuti in maniera diversa. (per assurdo he )
Ritengo pero che il fatto che film come Tokio goodfather e millenium Actress abbiano ricevuto la possibilità di una distribuzione sul nostro suolo ( e anche di una messa in onda cinematografica) sia un segnale molto positivo. Nonostante non abbiano studi altisonanti alle spalle e sinceramente non erano storie su cui avrei puntato per una distribuzione in italia dove il primo pensiero (e l'unico) è quello di fare cassa .
Strano che Millenium Actress sia arrivata da noi così tardi.....no...avete ragione....non me ne devo stupire
@ Assenzio.
Da un punto di vista puramente tecnico mi trovi in disaccordo sul fatto che Akira e Ghost siano "innovativi quanto il nulla".
Non contesto la storia ne il fatto che il Ciberpunck non nasce da loro (non ricordo nemmeno se effettivamente naque grazie a William Gibson e Bruce Bethke). Ne ho l'ardire di dire che ne sono i più fulgidi esempi.
Sta di fatto che ,data l'assenza ai tempi di un universo internet capace di regalarci una maggior condivisione rispetto ad oggi, e tenuto conto che l'unico modo di poter avere qualche prodotto fosse l'importazione o qualche sistemma allora assai più furtivo ,questi due film furono due veri e propei rompighiaccio nel mercato italiano.
Akira apri le porte al suo cartaceo e elevo la distribuzione di manga in italia a un livello diverso da quello a cui eravamo abbituati (era forse appena nata la Yamato ai tempi ed era un piccolo negozietto gestito da due persone , che bei ricordi). Ricordata Zero e Kappa magazine? Al tempo poi circolava anche Xenon e Bhao. Ma da che ricordo, la visione del film di akira provoco un vero e propio caso.
Ghost in the shell ando a darci una versione del ciberpunk molto più profonda e ben realizata del floppettone cinematografico Jhonny mnemonic (di quegli stessi anni) che ,per assurdo, lancio più i romanzi di michael crichton che non quelli di William Gibson a cui era ispirato.
Come alcune opere artistiche a volte l'importanza di un opera non è definita solo dalla qualità tecnica dell'opera stessa ma anche dal periodo in cui quest'opera ha fatto la sua comparsa. Detto ciò a me Akirae ghos tuttora piacciono, ma io giudico i prodotti che seguo secondo vari aspetti. In questo caso il piacere visivo che ancora oggi mi danno, e la freschezza con cui scorre la narrazione sono sufficienti per definirle buone.
Ai tempi il loro impatto su di me fu ancora più forte. Ovviamente sono comunque questioni basate su un gusto personale.
"La città incantata" non ho ancora avuto la possibilità di vederlo e so per certo che il grande Miyazaki difficilmente è in grado di deludere. Da quanto ho capito, però, secondo il recensore non è al livello di altre opere del maestro. Staremo a vedere "Perfect Blue" devo vederlo quanto prima. Già lo avevo in lista da un bel po' ma, dopo questa recensione, ne sono ancora più convinta "Steamboy", invece, non credo mi possa interessare Complimenti, come al solito, a tutti e tre i recensori
onizuka: orwell, asimov, e centomila fumetti e film di altri stati anche di trent'anni prima, che non essendo giapponesi dovranno vagare nel limbo per altri cento. Per sostenere la mia tesi:Se scrivi dell'alienazione di un malato in un sanatorio italiano, è nuovo perchè il sanatorio non è tedesco? è colpa del termini, manga e anime e non fumetti e cartoni, che cosa brutta.. kyttin: Ghost piace anche a me, akira un po di meno ma lo trovo molto divertente e gradevole; non entriamo sempre nella sfera del piacere. Il fatto che siano stati un trampolino commerciale e fuori discussione, la mia era una riflessione sul concetto di innovativo, all'interno di quale panorama non si capisce. Mercato italiano? svecchiamo questo mito, i veri appassionati compravano già da decine di anni, e per fortuna non solo manga . oggi questo mercato di è appiattito, non certo aperto
Bè ma io dico che è innovativo sia per il lato tecnico di animazione e regia, che per i temi trattati. Non ci sono molti film d'animazione precedenti che trattino il tema dell'uomo e della vita come lo tratta ghost in the shell. Lasciamo da parte la storia sul ciberpunk che mi sembra ci trovi d'accordo. Non dico che sia stato rivoluzionario ma mi sembra che sia di grandissimo spessore dal punto di vista contenutistico. Mi riferisco anche al massiccio uso del simbolismo, secondo me è geniale ed innovativo per essere un film di quegli anni.
<i>Xander, guarda Jin-Roh, lì uno dei fili conduttori della pellicola è la storia di Cappuccetto Rosso. La quale non finisce per niente bene. Se si vogliono portare le fiabe sullo schermo, le si portino tali e quali. Non in tutte le favole c'è il lieto fine: il loro scopo ultimo è quello d'insegnare qualcosa, non di fare felice il bambino sparandogli nel cervello delle utopie.</i> Caro Limbes, quando ero piccolo ero un fan del soldatino di piombo. Posso testimoniare in prima persona che ai bambini vanno propinate le morali buoniste: l'ho capito vedendo quello che sono adesso.
Kittyn (anonimo)
- 13 anni fa
20
Bhe! Non so!
A quei tempi l'unico posto che conoscevo era la borsa del fumetto e il sopracitato yamato.
La borsa era quasi tutto marvel e moltissima oggettistica di importazione. La maggior parte delle info sui materiali giapponesi l'avevo attraverso le riviste quali NewType che costavano dalle 18.000 alle 35.000 lire. Ed erano bordate al mio portafoglio. (infatti me ne permettevo 1 o 2 all'anno)
Il più grande centro in cui trovare anime era Nipponia (oramai scomparso). Ovviamente tutto VHS ( i dvd erano allora una mera utopia ) e l'iscrizione era davvero proibitiva (50.000 vecchie lire + 8.000 di noleggio a video azzzzzzzz)
Innovativi lo erano per il campo dell'animazione. Certo non nel campo del ciberpunck dove,giustamente, tu metti come primo Blade runner.......a cui io aggiungo anche il contemporaneo Runaway anche se faceva letteralmente schifo.
Cadrei nel banale rimembrando che allora più di oggi i fanboy (come oggi fanno nei videogame ) si facevano le animationwar trattando (chi come ammiratore degli anime-chi come ammiratore della animazione disney) gli altri come fossero dei nemici. O porkazozza...sono caduto nel banale
Come dici tu i veri appassionati compravano da decine d'anni. Ma dati alla mano (vedi prezzi delle riviste che ti ho dato prima e scarsa reperibilità del materiale) non erro nel dire che al tempo gli appassionati capaci di portarsi a casa veri e propri prodotti originale erano una elite e non un vero e proprio bacino di utenza.
Le fiere poi si contavano sulle dita di una mano rispetto a quelle con cui abbiamo a che fare noi oggi.
Sul fatto che il mercato si sia appiattito non mi trovi d'accordo. direi più che altro che (come altri mercati) è stato saturato da emerite boiate spacciate per capolavori.
Come a dire che si è passati da un periodo che nn avevamo niente a un periodo in cui abbiamo fin troppo (e di quel troppo molto fa pena)
@Kittyn Mi trovi perfettamente d'accordo, il mercato non è appiattito...è sovrabbondante..ma di opere dal valore davvero discutibile. Ma mi astengo dal fare esempi che poi vengono fuori flame.
Kwoon (anonimo)
- 13 anni fa
20
E' un commento inutile, lo so, però devo dire che alla fine è venuta fuori proprio una bella discussione!
@Assenzio: <i>iene con molto ritardo dai pilastri disney, e quindi Non è innovativo ( l'animazione orientale Raramente lo è , e spero sia chiaro anche agli appassionati ). Ribadisco, se qualcuno considera Akira e GITS innovativo perchè giappo deve correre subito a leggere qualche libro e a vedere qualche film</i> Vabbè ma uno considera qualcosa innovativo in base alla sua categoria di appartenenza. Gits è considerato innovativo perchè nel mondo degli anime prima non si era mai visto nulla di simile, e ci sarebbero altri esempi. Se parliamo di originalità in senso lato beh allora praticamente non esiste nè per i film animati (usa o jap che siano) nè per i live action, è logico che sia stato in precedenza già inventato quasi tutto dalla letteratura, che è un'arte nata mooooooooolto tempo prima del cinema e dell'animazione.
@franz Si parlava del fatto che non hanno innovato il genere cyberpunck, ma non è vero!! Hanno contribuito eccome a tale genere!! Comunque sono d'accordo, l'ho scritto anche prima, gits è un film molto innovativo, prima non si era visto quasi nulla che trattasse quei temi e che avesse un'impostazione simbolista nello trasmettere il messaggio.
Se però Ghost in the shell è un capolavoro perchè ha portato il cyberpunk in Giappone, allora lo sono anche le opere di Miyazaki, che, pur non essendo originali come trame (sono quasi tutte rielaborazioni di romanzi o opere precedenti) hanno creato sia un modus narrandi sia portato al successo delle tematiche che poi hanno fatto la storia dell'animazione giapponese. Senza Miyazaki e i suoi Conan, Nausicaa e Laputa non ci sarebbe stato Nadia (e quindi nemmeno il tanto osannato e inattaccabile Evangelion, probabilmente, o perlomeno non sarebbe stato così ), non ci sarebbero stati i meisaku (= rielaborazione alla giapponese della letteratura occidentale) e moltissime altre cose successive e importanti. D'altro canto, il cinema di Miyazaki, così come lo stesso mondo di anime e manga nè gran parte dell'animazione odierna non ci sarebbero state senza Disney, ergo, buonista o meno, a Disney va riconosciuta una grandissima, enorme, importanza, che non può essere banalizzata con "fa opere per bambini". Nè Miyazaki nè Disney peraltro fanno sempre lo stesso film. Se è vero che Miyazaki ha le sue tematiche ricorrenti e il suo character design tipo, non si può certo dire che le tematiche, le trame e il modo di narrare di Howl, Laputa e Porco Rosso, giusto per prendere tre fra quelli che ho visto, siano le stesse (soprattutto di quest'ultimo, che NON è per bambini ed è diversissimo a livello di temi da altre opere). Riguardo a Disney, dal momento che si tratta di film diversi con ambientazioni/storie/personaggi completamente diversi fra loro, fatti anche da diversi staff e diversi registi, concordo che non si può dire che esista "il cinema Disney", ma è anche altrettanto falso che tutti i film siano uguali fra loro o che siano banali e infantili (opere come Il re leone, Il gobbo di Notre Dame, Red e Toby o Brother Bear sono decisamente profonde, con degli elementi che un bambino difficilmente capisce). Riguardo al fatto che un'opera a lieto fine o che lascia dei messaggi positivi non può essere un capolavoro e deve di default essere bollata come una bambinata banale, non sono decisamente d'accordo.
Questo per dire che, naturalmente, Miyazaki o i film Disney possono non piacere, o non piacere tutti, ci mancherebbe (tant'è vero che Miyazaki io lo prendo molto con le pinze perchè gli ultimi film mi hanno deluso), ma la loro importanza storica si deve riconoscere.
@kotaro Nessuno ha mai voluto togliere il valore che possono avere le opere di myiazaki come ispiratrici di un certo modo di fare animazione. Ci mancherebbe. Solo, ho già detto come la penso sui contenuti e il resto. Secondo me elevarlo a dio dell'animazione come fa qualcuno qui su AC tanto che tutti ti danno contro se lo critichi è esagerato. Ha, come ogni autore, i suoi pregi e i suoi difetti.
Poi leggendo i commenti ho notato che molti confondono la dolcezza con la profondità. Non è vero che un'opera poetica e dolcissima è per forza profonda. La profondità la si raggiunge se c'è un'analisi di un tema....nei film di miyazaki non l'ho mai notata.
Assenzio (anonimo)
- 13 anni fa
00
franz e onizuka: zanotto, serpieri, lopez, e credo tantissimi altri essendo io abbastanza ignorante. Ed è paradossale sto discorso, essendo l'akira manga ( da quanto so ) un gigante .Lasciate perdere sti anime degli anni 90' kittyn: con la differenza che prima non si comprava solo manga, o solo bonelli, o solo pornazzi XD
Al tempo io apprezzai moltissimo Titan AE.........e sono stato uno dei pochi (a quanto pare,dato che ha decretato la fine dello studio che lo ha prodotto).
Come ho trovato Avatar una tavanata colossale (tecnicamente impressionante ma stereotipato,banale,scontato,e pseudoecologista) mentre la maggior parte del globo l'ha definito un capolavoro.
E penso che sia lo stesso anche in questo caso. Più di così nn posso dire. Ho finito gli argomenti
Grazie per la bella discussione (anche se spesso sono uscito fuori tema) ,mi è piaciuta tanto che mi sono iscritto
<i>Senza Miyazaki e i suoi Conan, Nausicaa e Laputa non ci sarebbe stato Nadia </i> Ti ricordo che Nadia prima di tutto è ispirato a "20.000 leghe sotto i mari"
Sono l'ultima persona a cui devi ricordarlo, essendo Ventimila leghe sotto i mari il mio romanzo preferito in assoluto, ma invece ricordo a te che Nadia nacque perchè in primis gli commissionarono una serie tv basata su Laputa di Miyazaki. Senza Laputa (ma anche altre cose tipicamente giapponesi come le opere della Tatsunoko o di Matsumoto), Nadia sarebbe stato un adattamento paro paro di Ventimila leghe sotto i mari come ce ne erano già a miliardi! La genialata sta, in primis, nel fondere Ventimila leghe sotto i mari con protagonisti giovani del tipo meisaku, che non sarebbero mai nati se Conan ragazzo del futuro non avesse fatto da apripista...
Bella la recensione sulla Città incantata. E' scritta proprio bene, bisogna ammetterlo, soprattutto per come gioca con le parole senza aver capito un cavolo di cosa il film stia parlando. Menzione d'onore al 'film disneiano'. Perchè? Per come? E' un'allegoria tutta giapponese, azzo c'entra Disney?? Ma quello che più mi stupisce sono i sei che addirittura hanno premiato sta ... cosa con un thumb up.
So bene che Nadia è stato progettato come remake di Laputa, ma Laputa a suo volta si è basato su quel romanzo, è quella la radice. E comunque non credo proprio che Anno senza Laputa ci avrebbe rifilato una rivisitazione pari pari
<i>La genialata sta, in primis, nel fondere Ventimila leghe sotto i mari con protagonisti giovani del tipo meisaku</i> Ehm, Jean e Nadia non mi sembrano proprio personaggi del tipo meisaku...
Senza Laputa e Conan a fare da apripista, l'idea di poter fare un "remake" giapponese a cartoni animati di un romanzo occidentale come Ventimila leghe sotto i mari non sarebbe mai stata concepita, probabilmente. Se abbiamo Nadia, lo si deve in primis al successo delle opere - rielaborazioni di romanzi occidentali come Laputa e Conan - di Miyazaki. Anyway, Laputa con Ventimila leghe sotto i mari non c'entra niente, ma è anzi basato in parte su I viaggi di Gulliver di Swift. Jean e Nadia sono "personaggi di tipo meisaku" (o anche di tipo shojo manga degli anni '70/'80, se vogliamo) in quanto sono giovani, sfigati, orfani o presunti tali con genitori/parenti che ritrovano lungo la storia e perchè si trovano a girovagare per il mondo finendo sfruttati da gente cattiva (il protagonista-punto di vista di Ventimila leghe sotto i mari invece è uno studioso, una sorta di Jean adulto e dunque privo delle pulsioni adolescenziali del piccolo inventore, ma con la sua stessa curiosità per lo studio e per il mondo). Poi la genialata di questa serie sta anche nel fatto che ribalta questo stereotipo presentando un'eroina differente dalla Candy, dalla Lana o dalla Lovely Sara del caso, fra le altre cose, ma la base quella è...
Non lo so e non mi interessa, Summer wars è riconosciuto come ottimo film da me stesso, da molti degli utenti che stimo di più e dalla critica, non mi serve sapere altro per la validità del mio giudizio.
Gente con le mie stesse idee qui su animeclick non credo ce ne siano, semplicemente io stimo la gente che più volte si è dimostrata coerente e obiettiva col suo modo di ragionare, e senza alcun tipo di pregiudizi o simili. Perchè se due pensieri sono molto obiettivi raramente si è in dissonanza, è questa la prova dell'obiettività di una mente: la sua compatibilità con le altre.
@solaris: no ti prego, io ho visto la città incantata 5-6 volte, ma dire che è un'allegoria tipicamente giapponese è follia pura. La crescita morale e/o spirituale rappresenta un tema vecchio come il mondo, soprattutto se accompagnato da un attraverso di un " setting " insolito, strambo, fuori dal comune . Ribadisco che, a mio avviso, la qualità di myiazaki è soprattutto sul gusto estetico, sull'attenzione per le " piccole cose " ( soprattutto nel riportare piccoli gesti, piccoli movimenti ), sulla delicatezza innata dei contesti, sulla mancanza di stronzate inutili come l'ecchi. Perfetto per un cartone di bambini-adolescenti, gradevole per gli adulti
@Limbes "Miyazaki crolla in confronto a un Kon o a un Oshii."
Questo confronto non sta in piedi, tre cineasti, tre linguaggi, tre "grammatiche" completamente diverse. Sono lontani stilisticamente come lo sono Bach, Louis Armstrong e Jimi Hendrix.
"Se non porti avanti una tua ricerca, una tua elaborazione stilistica, sei statico, sterile, fai sì storie diverse ma sempre con le stesse modalità e con la stessa narrazione e, ancora peggio, farcite dalle medesime morali. In soldoni, ti appiattisci su te stesso, e a riguardo il percorso di Miyazaki è esemplificativo."
Premetto che non voglio alimentare uno sterile confronto dato che sono fan accanito sia di Oshii che di Miyazaki in eguale misura. Sono d'accordo con la tua frase solo se ti riferisci a Ponyo, per il resto della filmografia il ragionamento non regge. Fermo restando che il paragone sia insostenibile, secondo me questo discorso vale molto di più per Oshii che per Miyazaki. Infatti mentre Oshii è legato strettamente all'estetica neo-cyberpunk che per sua stessa natura è destinata inevitabilmente a diventare obsoleta e demodè, al contrario Miyazaki ha il merito di cercare sempre soggetti nuovi e originali, anche pescandoli nella letteratura, per fare film dal linguaggio universale, intelligibili per tutti e non per pochi eletti, questo lo rende un grande artista moderno. Anche quando rielabora opere letterarie lo fa sempre mettendoci del suo, la sua cifra stilistica. L'altro grande pregio delle sue opere è quello di durare nel tempo. Io paragono La città incantata ad Alice nel paese delle meraviglie di Carroll, all'epoca in cui fu scritto era "solo" un romanzo per ragazzi oggi è un classico universale di una modernità sconcertante. Per finire, sono convinto che l'Academy non valga un fico secco, e comunque se non fosse stato per lo zampino di John Lasseter (accanito fan di Miyazaki) l'oscar non lo avrebbe preso neanche quella volta. Personalmente io ne avrei aggiunto anche uno alla carriera.
"Miyazaki crolla in confronto a un Kon o a un Oshii."
Questo confronto non sta in piedi, tre cineasti, tre linguaggi, tre "grammatiche" completamente diverse. Sono lontani stilisticamente come lo sono Bach, Louis Armstrong e Jimi Hendrix.
sono daccordissimo con Bob perchè vero sono case diametralmente opposte ed è difficile fare tutte un fascio...
L'innovatività di Ghost in the Shell non sta di certo all'interno della corrente cyberpunk. Se è per quello nemmeno Blade Runner è innovativo all'interno del movimento, il quale, è bene ricordarlo, principalmente resta letterario. Ghost in the Shell è stato uno nuovo standard riguardo alla ricerca tecnica sulla CG approntata durante la realizzazione dell'opera - si veda <i>The making of GITS</i> -, infatti ne è uno dei primi esempi compiuti e in esso le implicazioni del digitale hanno anche una funzione semantica, non fanno scena e basta. Questo è suo e non glielo toglie nessuno. Il discorso in merito alla qualità di GITS esula dal contesto, quindi non serve prenderlo.
Andando ad altro, credevo di essere stato abbastanza chiaro. Parlo con Bob e Tormi. Non ho detto <q>Lo stile di Oshii è migliore di quello di Miyazaki, a suo volta inferiore a quello di Kon</q>, tanto meno ho chiamato in causa temi o soggetti. Non ho fatto paragoni tra poetiche. Ho preso le modalità registiche di ognuno e ho detto <q>Oshii e Kon hanno continuamente esplorato il linguaggio a loro proprio, Miyazaki no</q>.
Cosa intendo? Semplice. Guardiamo il montaggio di Miyazaki. Ogni suo film non presenta differenze, le sequenze sono sempre lineari, elementari, tese solo alla mera illustrazione narrativa; la narrazione stessa è presentativa, didascalica; la struttura è elementare, non riporta espedienti registici espressivi, analogici, dialettici o altro. Ogni cosa è diretta alla massima semplicità, e ciò vale per tutti i titoli di Miyazaki, in una costruzione diegetica sempre identica a se stessa, alla lunga statica e sterile nella sua reiterazione. Non a torto affermo che Miyazaki, dati alla mano, fa sempre lo stesso film.
Lo stesso non si può dire, sempre dando un’occhiata ai fatti, per gli altri due maestri. Per esempio, visto che è stato tirato in ballo, additare Oshii come un autore strettamente cyberpunk, o peggio ancora come uno confinato entro l’estetica del genere, vuol dire sconoscerlo <i>in toto</i>. Gli unici due film cyberpunk di Oshii sono GITS e Innocence: tratti dal manga di Shirow, non sono soggetti originali del regista, ma rappresentano dei traslati per mettere in scena la sua poetica e il suo pensiero. Gli esempi di titoli cyberpunk di Oshii terminano qui.
Per stessa ammissione del regista, egli si trova in una condizione di continua ricerca, sia stilistica sia contenutistica. Il cinema di Oshii è un continuo approfondimento del regista su se stesso, sulle sue idee, sulle modalità rappresentative offerte dal mezzo e dal costante sviluppo tecnologico. Inoltre il suo cinema è una continua esplorazione, oltre che tecnica, del dato linguistico e comunicativo, di quello antropologico e ontologico, di quello mitologico e simbolico. Come diretto corollario, in antitesi alla costanza dei temi e dei modi miyazakiani, nel cinema di Oshii la stasi e la ripetitività non hanno luogo.
Un piccolo inciso: si è anche tirato in mezzo Evangelion nella discussione sui lasciti dell'operato miyazakiano. Del tutto a sproposito, devo dire. I debiti di Anno, nella cifra stilistico-strutturale e in quella narrativa di NGE, sono nei confronti dell’impressionismo francese e del montaggio sovietico, non certo in quelli di Miyazaki o, cosa ancora più inesistente, della Disney. E, come già detto, Ghost in the Shell non è di certo un capolavoro perché ha portato il cyberpunk in Giappone. Il cyberpunk già molto prima era approdato in estremo oriente, peraltro. Le chiacchiere svolazzano sempre su una dissenterica fragranza.
Mi sovviene una considerazione, io non ho le competenze per criticare nessuno, soprattutto se si parla di tecniche cinematografiche, quindi evidentemente non posso dire che tecnicamente GITS sia stato innovativo o che miyazaki sia piatto da questo punto di vista, ma posso però dire che oshii non ha mai fatto un film uguale e che ha sempre trovato nuove modalità espressive attraverso anche il simbolismo di cui fa largo utilizzo. Ma parlando di messaggi si è spinto anche su iconografie e tematiche cristiane, con tenshi no tamago. Ha ampliato i suoi orizzonti e le sue indagini...cosa che non ho visto fare a miyazaki. Ma forse sono cieco.
Mi hai quasi convinto con la tua esauriente argomentazione ma permettimi di trovarti qualche pulce:
Il termine “crolla” che hai usato non si presta a molte interpretazioni ed è quello che ho trovato inappropriato. Parlando di Miyazaki l'analisi che hai fatto sul suo modo di dirigere è molto accurata, complimenti! Solo non condivido la connotazone negativa che ne dài alla fine. Dire che fa sempre lo stesso film è troppo severo come giudizio. Hai descritto perfettamente la sua cifra stilistica, un linguaggio legato al cinema di animazione in senso stretto. Per quanto riguarda Oshii hai tralasciato di inserire anche Avalon e The sky crawlers fra gli “esempi” di cyberpunk, quanto meno come sue evoluzioni. Per non citare Stand alone complex 2 (26 episodi) e Solid state society di cui Oshii firma il soggetto. Inoltre non sono d'accordo nel ridurre all'uso della CG l'innovatività di GITS che ha ben altro come suoi punti forti. Certo non volevo "confinare" Oshii nel genere ma dal momento che lo ha "rinnovato" è inevitabile che il suo nome ne sia collegato. Secondo me Oshii non fa cinema di animazione (a differenza di Miyazaki), fa cinema.(punto) Infine non mi risulta che Blade runner e Philip K. Dick in generale siano cyberpunk, casomai si può parlare di precursori.
Allora, il giudizio negativo su Miyazaki viene fuori spontaneo se si considerano i suoi trent'anni, cifra a braccio, di carriera. I connotati registici summenzionati non sono necessariamente negativi: se con essi ci fai un film o due, sta bene. Ma se per tutta la tua carriera non fai altro mi viene da pensare che non sei capace di reinterpretarti. Lì casca il giudizio negativo, perché o la tua produzione è dettata, anziché dalla tua volontà, dai tuoi limiti, e non sei capace di spingerti oltre, o ti autolimiti, per mancanza di coraggio o per pigrizia. In entrambi i casi la ripetitività segue di conseguenza e, per un verso o per un altro, c'è poco da lodare.
Torniamo a Oshii. Come mai inserisci The Sky Crawlers nel genere cyberpunk? Non ci ho trovato nessun elemento della corrente, a parte forse i monitor con gli schemi di battaglia digitalizzati, ma questa visualizzazione è cara un po' a tutta la fantascienza. Avalon invece non l'ho menzionato perché esulava dal contesto animazione, essendo in live action. Per quanto concerne il 2nd Gig, unica serie SAC cui Oshii ha preso parte, scrivendone il concept, stiamo sempre allo stesso discorso di GITS e Innocence. Il soggetto non è suo e inoltre Oshii qui viene chiamato a partecipare dall'amico ed ex collaboratore Kamiyama, non decide in prima persona di occuparsene. Comunque non posso che concordare nel ritenere Oshii un regista che fa cinema.
Riguardo a Ghost in the Shell, la sua grande innovazione <i>tout court</i> fu quella; le sue qualità e la sua statura come lungometraggio ovviamente sono altre, ma lì il discorso richiederebbe un articolo a parte. Per fare un paragone, questo discorso è un po' simile al citare, come innovazione apportata al cinema da Barry Lindon, la creazione di nuove cineprese per riprendere gli interni illuminati con la luce delle candele. L'innovazione in senso stretto, la cosa che non c'era mai stata prima, è quella; l'originalità di tutto il film è in altro, com'è ovvio.
PS Attenzione, Blade Runner di Scott è di molto posteriore a <q>Ma gli androidi sognano pecore elettriche?</q> di Dick; il film è stato realizzato nel pieno del boom dell'estetica cyberpunk, rientra di diritto nella corrente e forse ne è l'unico prodotto cinematografico valido. Il romanzo è da catalogare tra gli antesignani del genere, concordo.
Su Miyazaki hai delle valide argomantazioni, ripeto che mi hai quasi convinto, se non fosse per la passione che mi lega a questo regista da trent'anni e che mi impedisce di rivolgergli giudizi severi e sentimenti ingenerosi.
Riguardo The sky crawlers non mi riferisco a elementi visivi ma piuttosto ad una mia personale teoria secondo la quale il mondo descritto nel film con i suoi personaggi altro non è che la realtà virtuale di un sofisticato e avveniristico videogame on line. In questo senso si collegherebbe più o meno direttamente ad Avalon. Forse se hai letto il libro da cui è tratto potresti avallare o meno questa tesi. In ogni caso è solo una teoria che lascia il tempo che trova.
Per quanto riguarda Bladerunner hai giustamente precisato la differenza tra il film di Scott e il romanzo (anche se da molto tempo ormai non viene più pubblicato col titolo che hai citato). Ciò nonostante sono sempre dell'opinione che la pellicola non rientri nella corrente cyberpunk per una serie di motivi: Il primo è che il film si rifà dichiaratamente al romanzo (lo stesso Dick ne approvò lo script e l'ambientazione) e uscì nell'82 dopo che era stato in preparazione già da qualche anno, quindi contemporaneamente alla pubblicazione dei primi scritti definiti cyberpunk (citando il tuo special su GITS nell'80 è stato coniato il termine, nel '77 il primo racconto di Gibson e nell'84 la pubblicazione di Neuromancer, il manifesto del movimento). Difficile credere che Scott li abbia letti o che ne sia stato influenzato. A parte gli androidi in Bladerunner mancano tutti gli altri elementi identificativi del genere e soprattutto quella che secondo me è una componente fondamentale che lo differenzia dalla fantascienza tradizionale: la rete. E poi come hai detto anche tu il cyberpunk nasce come movimento principalmente letterario e solo in un secondo tempo invade il fumetto e il cinema. Quindi sono giunto alla conclusione che sicuramente Philip K. Dick può essere considerato un precursore o “antesignano”. Ma dire che il film di Ridley Scott rientra in pieno nella corrente mi sembra forzato. In ogni caso tutte le fonti che ho consultato su Bladerunner non compare mai il termine cyberpunk.
Ok, allora su Miyazaki mi fermo lì, al cuore non si comanda
Di The Sky Crawlers non ho letto il romanzo, quindi non saprei darti in effetti una risposta degna di tale nome. Come dici, dal film non traspare; in Avalon l'ambiguità tra reale e virtuale, pare un controsenso, è più riconoscibile. Guardando TSC avevo pensato più a una sorta di reality sulla guerra, a uno spettacolo avente, come protagonisti, gli scenari di battaglia e i kildren. Vengono lasciati alcuni indizi a riguardo, per inferenza sembra un'ipotesi verosimile.
Ora, su Blade Runner, devo dire che l'adattamento è stato alquanto libero, e anzi mi ha lasciato parecchio perplesso, anche se il mio percorso è stato inverso. Ho prima visto il film e poi letto il libro. I due prodotti divergono molto, sia come trama sia come estetica. Quest'ultima, nella pellicola, è tipicamente cyberpunk. Basta pensare all'intorno della bancarella nella quale Deckard mangia gli spaghetti: neon in ogni dove, ombrelli fosforescenti, gente in abbigliamento techno eccentrico; o alla scena nel laboratorio di protesi: parti del corpo clonate, cavi onnipresenti, ostentazione tecnologica di apparecchiature eccetera. Prendo questi spunti, ce ne sono molti ancora. Se i temi, gioco forza, sono ancora ibridi - tra gli altri però sono comunque presenti un futuro degradato e l'analogia androide-bambola, cara a noi sappiamo chi - la messinscena è assimilabile a quella di tanta produzione della corrente. In parecchi dei siti che ho consultato per la stesura dell'infoextra, Blade Runner figurava infatti tra le opere appartenenti al genere. Devo dire di trovarmi d'accordo con questa catalogazione.
PS Ventitré. E io sono indiscreto se ti chiedo da cosa è mossa la tua curiosità?
Sì, in effetti anch'io avevo pensato al macabro reality a cui la guerra finisce per assomigliare, ma trovavo assai più affascinante (e consolante) l'ipoesi che i kildren siano in realtà delle IA di un mmorpg strategico a sfondo bellico (gli altri personaggi sarebbero assimilabili a personaggi non giocanti). Le ambientazioni senza tracce di vita umana (sia le lande desolate che la città), un generale clima di straniante asetticità, la non memoria dei kildren, i loro volti inespressivi, la ciclicità del racconto, la popolarità che i simulatori di volo (tipo Ace combat) hanno in Giappone; tutto ciò farebbe pensare ad un gioco di guerra virtuale. Ma è solo una mia suggestione, probabilmente indotta dallo stile del regista che inserisce nel film reminiscenze più o meno esplicite ai suoi precedenti lavori.
Su Blade Runner capisco perfettamente quello che vuoi dire, il film precorre l'estetica cyberpunk sotto diversi aspetti visivi, inventa di sana pianta soluzioni sceniche e personaggi divenuti poi archetipici del genere. So bene della sua importanza sulle produzioni cinematografiche che lo hanno seguito e del debito di Oshii a questa leggendaria pellicola (io metterei l'accento anche sulla scelta di Hong Kong come set della crepuscolare Newport City/Los Angeles). Non voglio assolutamente screditare il valore della pellicola, che, anzi, ne esce come “pioniera” e anticipatrice del genere. Piuttosto volevo evitare, con rigore filologico, di etichettarla come cyberpunk, cosa che sarebbe al limite anche riduttiva, visto che abbraccia la fantascienza tradizionale così come anticipa elementi di quella futura. Diciamo che si colloca come un anello di un unica catena, e che nasce in un “clima” di forte ibridazione di generi tipico del postmoderno. Si potrebbe anche discutere sull'influenza che può aver avuto sugli scrittori cyberpunk, ma a rigor di logica ne rimane fuori. Sarà anche per la presenza di Harrison Ford, che nell'immaginario collettivo era fortemente legato al personaggio di Star Wars (esempio di fantascienza “old fashion”). E' la “rete” a fare la differenza (o “matrice” che dir si voglia). La rete costituisce l'elemento fondamentale che identifica senza mezzi termini la corrente (termine Cyberspace coniato da Gibson nel '77). In Blade Runner si parla di Androidi o Replicanti e non di Cyborg (Cybernetic organism), c'è una sottile differenza. E poi c'è l'elemento Punk, anch'esso assente nella pellicola. La controcultura, la rivolta nichilista contro il sistema delle multinazionali, è un altro elemento che contraddistingue il movimento. Fortemente influenzati da Burroughs, da Huxley, da Leary e dalla cultura hippie degli anni 60 e 70 gli scrittori cyberpunk riversano nelle loro opere la stessa componente di rifiuto, di ribellione sociale e di fuga nell'uso di droghe psichedeliche. Senza rivolta e fuga nell'universo parallelo della rete non si può parlare di cyberpunk. Infine non posso non citare J.G. Ballard che con il suo concetto di “inner space” ebbe enorme influenza sul movimento, molto più di P.K.Dick e Blade Runner, e che fatalmente si collega anche a molte opere di Mamoru Oshii tra cui proprio The sky crawlers.
PS: Pura e semplice curiosità volta a spiegare la tua rimarchevole preparazione cinefila. A tal proposito approfitto per farti i complimenti in merito allo special su Ghost in the shell, davvero completo, organico, e ben scritto.
Complimenti a te per la preparazione letteraria e per le esaurienti argomentazioni, non capita tutti i giorni d'intraprendere discorsi tanto piacevoli Concordo in pieno sui tratti distintivi ed essenziali del cyberpunk e su molto di ciò che dici. Su Blade Runner alla fine è possibile che la penuria di filmografia relativa alla corrente porti in generale a includerlo tra i suoi titoli, non è ipotesi da scartare. Personalmente mi limito solo a un accostamento in senso estetico, anche perché le tue considerazioni sul dato tipologico non fanno una grinza.
PS Quando sento che si indicano i testi di Dick come prodromi del cyberpunk, anch'io suggerisco di anteporre a questi i deliri di Burroughs, vero e proprio cyberpunk <i>ante litteram</i>.
Ah ah! Il piacere è tutto mio! Chi l'avrebbe mai detto che da Miyazaki saremmo arrivati a William Burroughs!
Si è vero, sottoscrivo il tuo pensiero in merito alla scarsa filmografia sull'argomento. Non è un caso se abbiamo dovuto attraversare (metaforicamente) due oceani per riuscire a trovare un degno autore di un certo livello. Comunque meritano almeno una citazione Strange days, Johnny Mnemonic, New Rose hotel (gli ultimi due tratti direttamente da William Gibson) e il “nostrano” Nirvana, che (con tutti i limiti tecnici e le troppo spiccate caratterizzazioni dei personaggi!) è un sincero e genuino omaggio all'autore di Neuromante.
PS: Ho rivisto The sky crawlers e mi rimangio tutto quello che ho detto a sproposito. Nel film si parla apertamente di “cloni”! In compenso mi sono venuti in mente un interessante accostamento fra questa bellissima pellicola, il romanzo Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro e un vecchio albo a fumetti di Horacio Altuna dal titolo L'ultima gioventù. In tutte queste opere si ritrova lo stesso spirito di sommessa e struggente malinconia e i protagonisti sono ugualmente avvolti da un aura di lucida rassegnazione e inquieta consapevolezza sul loro essere.
anche io il limite della città incantata lo vedo principalmente nell'essere troppo vicino ai cartoon stile disneyani...e mi stupivo nel sentire gente che definiva tale opera nettamente superiore a mononoke hime :-s