Questo tipo di libri non mi hai convinto pienamente. Sinceramente non credo lo comprerei mai.
Utente13076
- 12 anni fa
20
"In quanto lettore di manga non novizio, personalmente, avrei preferito un maggior approfondimento di questa terza parte, in cui vengono fatti molti nomi ed esempi piuttosto velocemente e magari alcuni titoli o generi specifici mancano o meritavano maggiore attenzione."
"Da consigliare ai tanti genitori, insegnanti o educatori che ancora non conoscono i manga e si chiedono perché ai loro ragazzi piacciano tanto."
Hai ragione, kotaro. E siamo sempre lì. Quanti pubblicazioni sono uscite riguardanti le origini del manga? Le differenze con il fumetto occidentale? Stilemi e iconografie ricorrenti? Osamu tezuka? Và bene, è un' ottima guida introduttiva al fumetto giapponese, Ma adesso è arrivato il momento di fare un passo avanti.
In effetti ho apprezzato molto la prima parte, con una carrellata storica sapiente, effettuata tra l'altro da un esperto di storia del Giappone con un preciso background scientifico in materia. I legami del manga con la realtà socio-economica del Sol Levante durante l'ultimo secolo e mezzo sono ben delineati. Non male persino la parte relativa alla tecnica, agli stilemi e all'iconografia del manga (vengono proposte anche chiavi di lettura opinabili, ma, del resto, l'autore ammette di non essere un esperto di arti visive). Ho apprezzato anch'io in misura minore l'analisi dei contenuti e dei generi del manga, a volte viziato dalle necessità di avvalorare un'ipotesi di partenza, magari di taglio squisitamente sociologico; o ancora, alcune serie come GTO o Hana yori dango vengono assunte a modelli paradigmatici dei rispettivi generi, tirati in ballo a ogni piè sospinto per giustificare le tesi di fondo dell'autore. Si tenta un confronto con il fumetto occidentale, specialmente quello francese, e, in rari spunti, con quello italiano e la graphic novel alla Eisner. Probabilmente, come affermato da @meitei, è auspicabile la presentazione di una pubblicazione che analizzi più a fondi i codici narrativi e stilistici propri del manga. In compenso, l'opera è corredata da una buona bibliografia, seppur parziale e con rimandi ad archivi web.
Al solito, faccio i miei complimenti a Kotaro per la recensione, il suo lavoro è sempre approfondito e accurato, però stavolta devo dare voce a delle critiche. Non allo scritto di Kotaro, ma all'opera stessa e al suo adattamento.
Innanzitutto, condivido il parere negativo di Gianni su questi volumi. Dicendola semplicemente, non so quanto il manga si presti a uno studio a tappeto a livello serio e accademico: al massimo mi concentrerei su singoli grandi autori e temi riconosciuti (ad esempio, i topoi della letteratura giapponese classica nella produzione di Riyoko Ikeda), per il resto mi asterrei, anche perché, come disse sempre la Ikeda all'interno di un'intervista inserita nell'edizione D/Books de Le rose di Versailles, il manga è un prodotto popolare e tale deve rimanere, se assurge ad altri livelli perderebbe la propria linfa vitale. Accanto a ciò, l'inserimento sul mercato di troppi libri a tema anime/manga da appassionato mi fa storcere il naso perché mi sembra l'ennesimo tentativo di lucro ai danni delle mie tasche.
Inoltre, il volume contiene un certo numero di errori, a livello contenutistico, sintattico e di adattamento. Non ricordo precisamente tutto quello che di strano ho rilevato perché l'ho letto tempo fa, comunque c'erano imprecisioni nelle trame di alcuni manga citati. Per esempio, a un certo punto si parla di una serie yaoi che sarebbe il rifacimento in chiave omoerotica degli amori del principe Genji; una velocissima ricerca fa invece scoprire che si trattava del principe Shotoku. L'informazione l'ho tratta da un sito Internet famosissimo che molto probabilmente era già bello che attivo nel 2008, anno di stesura del tomo, dunque una brevissima ricerca di conferma avrebbe evitato certi strafalcioni. Poi, l'italiano della traduzione. A volte ho avuto i brividi leggendo, a distanza di poche righe, citazioni coltissime prese da Hugo, Freud e tanti altri, alternarsi a errori di italiano banalissimi come sé stesso. E ce sono un'infinità, di sé stesso. E' un continuo sé stesso con l'accento in bella mostra. Mi pare anche di ricordare verbi avere senza h, ma qui spero sia la mia mente a ricordare male oppure credo nell'errore di stampa o distrazione. A livello di adattamento, c'erano parti farraginose rese tali da continue ripetizioni degli stessi sostantivi, cosa che una semplice sostituzione con sinonimi avrebbe evitato.
Ho consultato il volume che citi come documentazione per la mia tesi di laurea, e mi era parso molto buono nell'analisi specifica dei vari autori/opere (cosa che invece a Il manga manca), ma, di contro, Il manga è molto più completo nel discorso storico/sociologico ed è più accessibile ad un pubblico di non conoscitori dei fumetti giapponesi.
Ne ignoravo l'esistenza, se mi capita un occhio ce lo butto anche se, come detto da altri, in un libro del genere l'ampiezza dell'argomento trattato (la storia del manga dalle origini ai giorni nostri, "stili, temi e stilemi" ecc.) è direttamente proporzionale al numero di errori che possono saltare fuori. Quindi preferirei libri più "mirati", che trattano di un singolo aspetto (fosse il disegno, un particolare genere ecc.) piuttosto che un'opera magna. Pur tuttavia sembra un ottimo libro per "iniziare" al manga, quindi male non fa di certo. Bell'articolo.
Ma, anche presso coloro che coi manga son cresciuti, basta sapere chi è competente tra gli scrittori per formazione personale e cultura generale
vedasi Marcello Ghilardi: "Cuore e Acciaio, Estetica dell'animazione giapponese" letto quest'estate tutto d'un fiato, eccezionale
e mi hanno parlato molto bene anche del suo "La filosofia dei manga" (sempre stesso autore) in cui si riescono a trattare anche argomenti spinosi in modo molto interessante
A me piacciono questi libri che analizzano il fumetto giapponese ad un livello semi-accademico ma la struttura purtroppo è sempre la solita: storia del manga da Hokusai a oggi, analisi dei generi e dei target e impatto del fumetto nell'editoria giapponese. Condivido l'idea di @meitei di importare libri che si rivolgano ad un pubblico che sa già chi è Tezuka e cosa è uno shojo, ma purtroppo questi libri esistano solo in Giappone e anche se fossero importati e tradotti venderebbero ben poco...
Oddio, ho letto anche quello, perchè si scoprì che ho letto tutto il catalogo della Tunué e non me lo ricordo?
Anche con gli occhi a mandorla è più specifico per quanto riguarda le varie opere/generi, mentre qui è solo una parte minimale (nonchè quella scritta peggio), mentre la parte del leone è riservata all'analisi storica del manga in un modo da libro di storia del Giappone (l'autore è uno storico), delle produzioni/tecniche di realizzazione/vendita dei manga e di come questi abbiano impatto nei giovani.
Sembra lodevole, anche se forse un po' troppo poco specifico per il mio livello di conoscenze. Uno in piu' non fara' certo male. A parte questo... "rispetto agli rigidi schemi occidentali"? Ho capito che si parla di Giappone, ma l'italiano cerchiamo di non dimenticarcelo
A me invece questo genere di libri piace molto, innanzitutto perchè qualcosa di nuovo si scopre sempre( il che stimola la curiosità e la ricerca) ma soprattutto perchè mi piace da matti ascoltare come qualcun altro tratta un argomento che mi appassiona tantissimo; non importa siano lodi o critiche, il confronto è sempre stimolante e divertente. Il fatto poi che quest'opera si rivolga agli scettici o ai profani è un ulteriore punto a suo favore: non si fa mai troppo, non dico per catturare nuovi adepti, ma almeno per convincere certi adulti che storcono il naso solo a vedere le cover dei manga che no..non si rischia di diventare assassini o maniaci leggendoli :/ Se poi, come sembra, l'autore ha scoperto i manga in tarda età..beh, abbiamo molto in comune, allora XDD (anche se io sono cresciuta ad anime e Nutella però >.< ) Se esce in edizione kindle lo prendo di sicuro, anche se Mangascienza era stato rielaborato da schifo in questo formato
Qualsivoglia genere di studio sul fumetto è sempre ben accetto. Se poi gli adattamenti sono imperfetti pazienza, ma lamentarsi della pubblicazione di saggi di studio mi sembra assurdo. Specialmente in questo caso, dove si è cercato di fare qualcosa alla portata di tutti.
E dopo un anno scopro l'esistenza di questo saggio sui manga. Mi interessa parecchio, tant'è che l'ho appena ordinato. Speriamo sia ottimo come l'altro grande volume edito dalla Tunué qualche mese fa e relativo alla Storia dell'animazione giapponese. Un plauso ai curatori di questi testi e alla Tunué. Complimenti anche all'autore del presente articolo!