Arietty e Totoro non li ho ancora visti, m'interessa molto più il primo che il secondo.
La città incantata lo vidi tanti anni fa, pensando fosse una favoletta per bambini e invece mi catturò dal primo istante, come riuscivano a fare i cartoni e gli anime di un tempo (quando ero piccino). E' davvero un capolavoro, concordo con Bob, con il suo voto e con la sua bella recensione.
Ho disgraziatamente perso Arrietty quando veniva mandato al cinema, e altrettanto disgraziatamente per un motivo o per un altro non sono riuscita ancora a recuperarlo. Lo farò al più presto. Totoro e La città incantata li ho visti e li possiedo entrambi. Assolutamente fantastici. Il secondo decisamente più del primo. Ci sarà un motivo per cui Miyazaki viene tanto acclamato, no? Approvo quindi il voto della terza recensione, mentre Totoro bé è un capolavoro anche questo il 6 è un po' misero.
Dei film Ghibli ho visto La città incantata, Il Castello errante di Howl, Ponyo e Arrietty ma questi ultimi non reggono il paragone coi primi due, in particolare la città incantata è fantastica, sia come personaggi, che come ambientazione e realizzazione tecnica. Anche Arrietty è bello, dico solo che a parer mio non raggiunge l'eccellenza della Città Incantata.
Ma come si fa a non provare simpatia per il buon onizuka? Cioè uno che non sopporta un determinato regista, e si va a vedere TUTTI i suoi film (o manca Kiki?), è solo da ammirare per quanto incomprensibile. Che provasse Takahata almeno. Bob dalle recensioni si capisce che è un bravo e appassionato critico cinematografico, ed è in effetti così che anche io preferisco considerarli i Ghibli, cinema, piuttosto che anime. Ringrazio per la pubblicazione di Arrietty.
Arietty si meriterebbe anche un voto in meno... Infatti io gli ho dato 7.
Finalmente Totoro si prende il voto che si merita!! Decisamente il film Ghibli più sopravvalutato di tutti (tra quei pochetti che ho visto). Una buona opera per bambini quanto Ponyo o forse un pelino di più, ma niente di eccelso o sublime, come lo è "Gli Animali del Bosco Piccolo" / Gli animali del Bosco di Farthing per fare un controesempio sempre nell'ambito "natura" (buonista anch'esso, ma con giuste dosi di realismo e morti di animali, seppur alcune premesse siano ovviamente irrealizzabili nella realtà). Totoro si meriterebbe al massimo un 7. Non una media quasi del 9 (imbarazzante!). E ricordo che il 6 e il 7 sono la sufficienza, NON una bocciatura. Quindi è comunque promosso a priori per lato tecnico, animazioni, artifizi tecnici, trama scorrevole, ending simpatica, ecc. Ma non di più del 7, imho. Una Tomba per le lucciole è da 10 per restare in tema Ghibli o Howl anche m'è piaciuto più di sto Totoro, idem per Kokuriko Zaka Kara (La Collina dei papaveri) e i Racconti di Terramare
La Città Incantata è uno dei molti film Ghibli che devo ancora vedere e su cui non mi esprimo.
Completamente d'accordo con la recensione di Totoro (e col commento di GeassOfLelouch). La città incantata invece è un ottimo film, ma scenderei al 8 (anzi un 8.5 per la precisione).
Oni (anonimo)
- 12 anni fa
71
Totoro non sarà ai livelli della città incantata, ma avere quella recensione fa venire i brividi... Se non piace un regista, solamente per principio, evita di vederlo e affibiare un voto solamente epr pareri personali... Lo san tutti che non ti piace, quindi che cavolo scrivi a fare?
La città incantata é nella mia top 3 dei film di Miyazaki, bellissimo... delle tre opere recensite, Totoro é l'opera che mi é piaciuta meno, comunque 6 é un pò poco...
E' sempre un piacere leggere le recensioni di Bob, e quella de "La città incantata" mi trova praticamente d'accordo su tutta la linea. Chapeau!
Molto bella anche quella di Twinkle, anche se "Arrietty" non l'ho ancora visto (spero di rimediare al più presto!).
L'avversione di Onizuka per Miyazaki è stranota, anche se stavolta trovo un po' pretestuose alcune sue critiche. "Totoro" è la trasfigurazione della realtà operata dagli occhi di un bambino, è la personificazione della sua immaginazione, dei suoi sogni, delle sue paure. Non ci vedo un'interpretazione morale della natura (o, perlomeno, se c'è, è così in secondo piano da non risultare fastidiosa, come accade invece ad esempio in "Laputa"); il film non trasmette, o meglio, non mi ha trasmesso, il messaggio secondo cui è sbagliato un certo modo di vivere antiecologista degli adulti, anche perché questi adulti sono a tutti gli effetti comparse ai margini della pellicola. E' l'ingenua fantasia di Satsuki e Mei a creare il mondo fantastico dove abitano Totoro e soci, è la loro visione, straripante di infantile energia, a definire ciò che le circonda; "Totoro" è un sogno, colorato, deforme e illogico, e come tale secondo me andrebbe giudicato, non come fonte e/o simbolo di dilemmi morali.
A parer mio chi considera Totoro il migliore capolavoro dello studio Ghibli non ci ha capito un bel nulla. Già vedendolo la prima volta alla fine ci resti male perchè non sa di nulla. Cioè dico io, si chiama "Il mio vicino Totoro" e me lo fate comparire solo 3 volte? Avrebbero dovuto dargli un ruolo più importante. Comunque concordo con gli altri voti, anche se avrei dato anche un 9 ad Arrietty, mi è piaciuto molto non solo per la storia e per l'animazione, ma anche per le musiche. Per La città incantata non c'è neanche bisogno di parlare, sappiamo tutti che è un capolavoro.
Devono essere tutti e tre titoli molto interessanti e che meritano di essere visti. Appena mi ritaglio un attimo di tempo tra gli anime che già sto seguendo, felice di aver letto queste recensioni, darò volentieri un'occhiata a tutti e tre i prodotti.
L'unica cosa che si evince dai commenti è che molti che criticano la rece di Onizuka non sanno cosa sono educazione e rispetto per le opinioni altrui.
Oni (anonimo)
- 12 anni fa
31
Certo... Ora perché si intitola il mio vicino Totoro dobbiamo necessariamente sapere ogni singolo pelo del suo corpo....Chi ha scritto questa stupidata ( RaigaKurosuki ) dovrebbe almeno imparare a vedere un film... E' come dire che che nell'esorcista il personaggio principale non sia la bambina... Chi ti ricordi l'esorcista o la bambina? Chi ti ricordi la bambina o Totoro? Ma ci ragionate?
"Amor vincit omnia": ogni film di Miyazaki ce l'ha filigranato. Dici bene, Bob, quando affermi che Miyazaki non ha mai creato un cattivo che sia realmente tale. Ciò che non capisco è se Miyazaki crede davvero che non esistano figure malvagie, cioè non concepisce l'esistenza del male in quanto tale, o se la sua è solo una forma di escapismo. Una delle sue tante manifestazioni di escapismo nei confronti di determinati aspetti della realtà.
Arrietty devo ancora visionarlo, quindi non posso esprimermi sull'opera in sè, ma ho apprezzato molto la rece di TWINKLE che da profondo conoscitore di questo studio di animazione ci regala delle analisi sempre puntuali, lucide ed affidabili. E' un consiglio da prendere al volo!
Per quanto riguarda Totoro sono in disaccordo sul voto e sul giudizio negativo complessivo, secondo me è una delle opere più belle di Miyazaki (se non la più bella in assoluto!). D'altronde è risaputa l'idiosincrasia di Onizuka verso questo regista. Cionondimeno ho trovato molto interessanti la maggior parte delle considerazioni espresse, in particolare il passaggio in cui si riflette sull'ambientazione del Giappone post bellico e sul paragone (azzeccatissimo) con Una tomba per le lucciole. Sono perfettamente d'accordo sul fatto che siano due facce di una stessa medaglia, si tratta di due film che hanno moltissimo in comune, più di quanto possa apparire in apparenza.
Su La città incantata cos'altro posso aggiungere? Dalla mia sviolinata traspare quanto personalmente abbia un debole per le opere di Miyazaki, un autore che mi ha conquistato sin da quando avevo l'età di Mei, mi ha accompagnato senza mai tradirmi per quasi quarant'anni e dopo tanto tempo i suoi film sortiscono in me ancora lo stesso effetto! 10 è ancora poco ma l'11 non era disponibile...
Ringrazio infinitamente i gentili utenti che mi rivolgono parole di elogio e lo staff per avermi selezionato...
Non capisco perchè tutti continuino a giudicare Totoro come l'opera minore dello studio Ghibli. Secondo me è davvero ben fatta sotto ogni punto di vista. Ma qui mi dilungherei troppo, per cui sorvolo. Che ognuno la pensi come vuole. Condivido pienamente le recensioni sulla Città Incantata (il mio film anime preferito, in assoluto) e su Arrietty, un lungometraggio davvero piacevole, specialmente per quanto riguarda i disegni e le musiche.
Limbes, in effetti qualche cattivone d.o.c. Miyazaki ce l'ha anche regalato (Lepka, Muska, Cagliostro), ma si tratta delle prime opere, col tempo i suoi "personaggi negativi" sono diventati più complessi e pieni di sfumature (Strega delle lande in Howl). Spero di aver colto il senso delle tue parole quando parli di "escapismo". Secondo me sono vere entrambe le ipotesi. La prima può essere valida come intento puramente estetico, il suo cinema non ha mai dissimulato i suoi intenti dichiaratamente di evasione, che poi fra le righe passino anche importanti messaggi morali più o meno espliciti, che ben vengano.. Per quanto riguarda la seconda credo che bisognerebbe inquadrarla in un ottica educativa, nel senso di rifiuto e di non accettazione della malvagità.
Ecco un miyazakiano non a Lucca, allora: - complimenti ai recensori, indipendentemente dal mio parere personale. - d'accordo col voto per Arrietty e La città incantata ma non su quello di Totoro che un 9 se lo merita. Secondo me non è il miglior film ghibli ma certi passaggi sono eccezionali e questi giustificano il logo assunto dallo studio stesso all'indomani (1988) dell'uscita del film. Personalmente (come disse tempo fa una persona di mia conoscenza) ritengo che Miyazaki abbia messo tutto se stesso, o meglio il suo io di fanciullo, in Totoro, che a tratti è poesia visiva. - Miyazaki non ha mai creato personaggi del tutto cattivi? se ci limitiamo ai film sono d'accordo, se consideriamo anche altre opere audiovisive io ricordo che in Conan ragazzo del futuro c'era un certo Lepka/Repka che non era proprio uno stinco di santo nè? Potete trovare "qualcosa" anche nel manga di Nausicaa. Diciamo che, perdonate il paragone quasi blasfemo[so di esagerare], Miyazaki come Buron-son (lo sceneggiatore di Hokuto no Ken) tende sempre a "giustificare" il comportamento malvagio dei cattivi spiegandone più o meno le ragioni ed arrivando ad una ""redenzione"" finale.
Evvai! Splendido appuntamento questo di oggi! A parer mio La città incantata è il capolavoro massimo dello studio Ghibli! A Totoro avrei dato almeno 7/8 ma condivido comunque alcune argomentazioni della recensione. Ottime recensioni!
Sì, Bob, ma non puoi conciliare le due cose. O Miyazaki, da sognatore incallito, non crede che l'uomo possa essere anche malvagio, per cui dietro le azioni dei suoi antagonisti non c'è malvagità, ci sono solo ragioni sbagliate e punti di vista distorti/limitati. Oppure sa e omette perché non è bello che il male ci sia, o sarebbe bello che non ci fosse.
La prima è un'idea del mondo, condivisibile o meno poco importa; la seconda però è una distorsione del mondo. Se l'intento era educativo, il risultato è diseducativo. Chiarisco, parlo del Miyazaki cinematografico, che poi penso sia quello più autentico, o quanto meno il più libero, padre padrone dei suoi progetti dal concepimento alla realizzazione.
Il paragone con Buronson non calza. Hokuto no Ken è imbottito di figure malate, marce fino al midollo, pazze, sadiche. La malvagità, in Hokuto no Ken, ha preso possesso di quel che è rimasto della Terra e scorrazza furiosa e gratuita per le sue strade polverose.
Io non la vedrei in questi termini. Il fatto stesso che passi un messaggio morale nei suoi film implica la presenza del male. Che poi non sia rappresentato con evidenza è una scelta stilistica, narrativa, ma non significa che sia omesso del tutto, casomai è sottinteso a vantaggio dell'esaltazione delle virtù cristalline dei personaggi, che in certi casi potrebbero anche apparire finti o stucchevoli ma sono senz'altro più rassicuranti ed esemplari per il pubblico a cui è rivolto.
Prendiamo come esempio Porco rosso, il film in cui l'"escapismo" è un tema portante. Anche qui non c'è un villain o un antagonista in senso stretto e lo stesso eroe, che non è più neanche umano esteriormente, sceglie la fuga dal mondo perchè deluso dalle sue storture (la guerra, l'avvento del totalitarismo etc…), ma ciò non toglie la condanna e il rifiuto del protagonista verso quelle storture, che nel film sono relegate sullo sfondo ma non cancellate. Lo si può anche leggere come una metafora dello stesso artista che, rinchiuso nel suo mondo dove è "padre e padrone", non si limita a bearsi della sua creatura fine a se stessa ma si impegna a poggiarla su un minimo di base etica leggibile e comprensibile a tutti.
Un altro buon esempio del genere può essere Howl: niente cattivoni impenitenti, un'eroina fuori dagli schemi classici, tutti i personaggi in fondo sono solo molto umani, ma il male (la guerra sullo sfondo) aleggia e incombe sugli eventi per tutta la durata del film.
Miyazaki ci propone la sua personale visione tramite un linguaggio intellegibile universalmente, poi è pacifico che possa anche non essere del tutto condivisibile nelle modalità di rappresentazione, ma il suo successo di pubblico e i consensi di critica che riscuote sono una dimostrazione di quanto almeno in parte il suo intento sia riuscito. Non a caso si parla spesso di un suo successore, e del fatto che il suo cinema sia un modello da seguire, un punto di riferimento (fosse anche in negativo) per chi si affaccia in questo campo.
Sulla base etica dei film di Miyazaki sono d'accordo. Sulla morale dobbiamo metterci d'accordo. Morale come succo della faccenda, come messaggio-guida di tutta la rappresentazione, sulla falsa riga delle favole e delle fiabe, ok. Morale come dialettica tra bene e male, no, questo non lo penso.
Credo che per Miyazaki ci siano cose che vanno (e fanno) bene e cose che vanno (e fanno) male. I suoi film ruotano su questa polarità. Non c'è un agire buono e un agire malvagio, ma uno che va bene, che fa stare bene, e uno che non è salubre. E ci sono ragioni dietro al primo e dietro al secondo. La guerra e le altre storture sono il risultato del secondo tipo di agire. A volte aleggiano sullo sfondo. A volte prorompono in primissimo piano, rubano la scena, la fagocitano - Mononoke Hime. Tuttavia non sono né diretta emanazione del male né una sua rappresentazione. Rappresentano solo degli errori umani. Le conseguenze di scelte sbagliate. Penso ciò sia abbastanza vero sia per Porco Rosso, sia per Howl, sia per tutto il resto.
Magari è anche meglio così. Si elude un facile manicheismo. Quello che volevo dire io è che tra tutte le sfumature di grigio, Miyazaki mette anche il bianco purissimo, ma non lo bilancia con il nero assoluto. Qua sta lo squilibrio, fondamentalmente. Da dove nasce: questo mi sembrava un buon punto interrogativo a cui cercare una risposta. Ecco, la scelta stilistica mi sembra una buona risposta. Ma volevo andare ancora oltre, e passare dai film all'uomo, o quanto meno capire meglio le idee del secondo attraverso i primi. Poi le si può anche non condividere, ma è questione di nessuna importanza, suppongo. Una domanda. Perché Miyazaki come riferimento negativo per le nuove generazioni di artisti?
Credo che bisogna anche tener presente il suo ruolo di artista. Tu te la sentiresti, da artista, di proporre il nero assoluto a dei bambini in tenera età? Perché una caratteristica fondamentale dei suoi film è proprio il target con un range a 360°, da 0 anni in su! L'unico film più per adulti è quello che hai citato anche tu sottolineandone le caratteristiche atipiche, e cioè Mononoke hime, ed infatti è anche il più controverso e pessimista. Anche se la sua poetica, secondo me, ne rimane pressoché inalterata.
Woody Allen tirerebbe in ballo Freud sull'idea di psicanalizzare un artista attraverso le sue opere. Comunque penso che Miyazaki umanamente sia molto più pessimista di quanto potrebbe sembrare a prima vista, questo spiegherebbe perché nei suoi film insiste a rivolgersi essenzialmente alle nuove generazioni (vedi Ponyo). Oltre al fatto che come lo fa lui non lo fa nessuno! (intendo le opere per ragazzi)
Perché Miyazaki come riferimento negativo per le nuove generazioni di artisti? Scusa, mi sono espresso male, e comunque ho usato il congiuntivo come ipotesi remota, supponendo che se ci sono dei detrattori tra i fan, ce ne sarà anche qualcuno tra gli addetti ai lavori.
Boh, io non scenderei a patti, penso. Se le mie idee devono andare in quello che faccio, o semplicemente se la mia storia ne ha bisogno, ehi, non sarà certo io a negarmi, o a negarle, il nero. In nome di cosa poi ci dovrei rinunciare. Il target, il pubblico... No. Non ti dovresti piegare alle sue aspettative o ai suoi desideri. E' già una forma di ruffianeria. E per certi versi i film di Miyazaki sono molto ruffiani. Indubbiamente è parte della sua voglia d'intrattenere prima di tutto. Ma è anche un compromesso. E una mancanza di coraggio. Per quel che concerne quest'aspetto, almeno. Comprensibile ma non scusabile, come si usa dire.
A ogni modo, l'intenzione non era quella di psicoanalizzare il regista. La ritengo un'operazione che lascia il tempo che trova. Alcuni lo fanno, magari può anche essere una cosa carina, ma m'interessa di più capire il Miyazaki pensiero anziché le dinamiche psicologiche che ci stanno dietro. Credo serva a comprendere meglio le sue opere. O almeno a ragionarci sopra con più cognizione di causa. E sì, anch'io penso che Miyazaki sia più pessimista di quanto non rivelino, almeno in apparenza, i suoi film. Ecco, Arrietty è molto significativo a riguardo, essendo molto più esplicito rispetto ad altre sue sceneggiature. Su Ponyo invece ho un'idea differente rispetto alla tua.
PS Per come la vedo io, Miyazaki non è un esempio né da seguire né da non seguire, indipendentemente dagli schieramenti - chiamiamoli così - a cui si appartiene. Per questo tutti i discorsi sulla sua ipotetica successione mi paiono un mucchio di stronzate. Bisogna essere capaci di mettere una lapide alla fine di ogni percorso, e capire che è unico e che il suo termine è irrevocabile. Chi è stato il successore di Kubrik? Chi sarà il successore di Miyazaki? Chi lo vuole?
Un'opera che possono apprezzare davvero tutti, atta a suscitare effetti di facile commozione presso un pubblico relativamente poco pretenzioso e acritico.
Mi ero perso questa chicca di Onizuka. Come insultare la grande maggioranza del pubblico di Miyazaki in due righe. Secondo me ci sono gli estremi per bocciare la recensione in quanto gli insulti sono vietati dal regolamento. Ma vabbe', inutile fare polemica.
Caspita, mi sono completamente perso questo appuntamento, che rischiava addirittura di essere interessante. Risponderò in modo breve anche perchè è passato un sacco di tempo e quindi a nessuno importerà più.
@goonie
Eh già, sicuramente tu invece di cinema capisci tutto U_U Bello constatare come per certe persone importi più la forma che la sostanza di un discorso. A me non importa un fico secco di stabilire se totoro sia o meno un capolavoro del cinema (cosa stupidissima ed inutile), a me interessa ragionare sul film e sulla sua relazione con l'autore e vedere se ciò sia proficuo oppure no. Tutto il resto è inutile e poco interessante. Se a te invece sta più a cuore che tutti, in modo fideistico, tessino lodi alla suprema maestà di sua eccellenza, bè, contento tu. Fai proprio parte di quel pubblico "poco pretenzioso e acritico" perché ti accontenti che tutti si crogiolino nella loro idolatria dicendo quanto sono belli i film di "sua eccellenza". Ciò emerge spesso dai tuoi commenti in cui affermi: tale opera x è un capolavoro, e termini qui la tua brillante disamina, complimenti davvero.
@ TWINKLE
Penso che in questa sede il tema di interesse peculiare non sia certo il perchè io decida di vedere un film, ma il film stesso. Per fugare le tue perplessità posso però dirti che guardo i film di "sua eminenza" perchè penso che si tratti di opere che hanno una loro importanza nel panorama dell'animazione, sebbene essi non vadano incontro al mio senso e gusto artistico, vanno visti anche solo per cultura generale. Inoltre scrivo le recensioni proprio perché voglio dire la mia riguardo a tali film, come farei con qualsiasi altra opera.
@grandebonzo
Temo che tu abbia frainteso grandemente cosa io intendessi per "morale". Infatti mi riferivo soltanto alla solita ontologica bontà dell'elemento naturale. Tutto qui, lo so benissimo che non è un fattore simile ad altri film come laputa o mononoke e nemmeno con lo stesso peso, totoro anzi è praticamente esente dal moralismo che di solito si assapora nelle sue opere. Inoltre io nella rece non ho mai parlato di un "messaggio secondo cui è sbagliato un certo modo di vivere antiecologista degli adulti" anche perchè nel film non è rintracciabile alcun riferimento ad una cosa del genere...dove sarebbero gli adulti che si comportano in modo antiecologista???!!!!???? Il rapporto con la natura è invece mediato dall'ingenuità del bambino. Anche tu affermi " "Totoro" è la trasfigurazione della realtà operata dagli occhi di un bambino, è la personificazione della sua immaginazione, dei suoi sogni, delle sue paure. etc etc" è esattamente il punto di partenza della mia recensione, ti invito a leggerla con maggiore accortezza. La mia critica punge proprio sull'elemento ideale che è inserito a proposito dell'infanzia, ed è tale tema che a mio avviso svuota Totoro di ogni possibile profondità, rendendolo un titolo piuttosto leggero, anche se sicuramente non da bocciare. Infatti è proprio la sua leggerezza che lo salva rispetto ad altri titoli.
Limbes & Bob
Mi trovo concorde con alcune riflessioni sia dell'uno che dell'altro, aggiungo che anche secondo me Miyazaki sicuramente mostra dei cenni di pessimismo in mononoke hime, ma il fatto è che il nocciolo duro della sua poetica è costituito da una malformazione etico-ideale che a mio avviso lo rende spesso molto scontato. Sempre prendendo ad esempio Mononoke hime, il solo fatto che per lui Ashitaka sia colui che vede "con occhi non velati dall'odio" la dice lunga sull'impostazione ideale del film e sulla sua scontatezza. E se diciamo che mononoke hime è la sua opera più matura, poveri noi, che delusione Bob, è chiaro che se io fossi un artista non mutilerei mai una idea solo per arruffianarmi il pubblico. Non capirò mai cosa ci sia da elogiare nel fatto che tali film siano adatti a tutti, proprio questo è un segno di abbassamento, piuttosto che di innalzamento.
Ah no? E se io ti dicessi che sei una persona poca pretenziosa e acritica saresti contento? Lo prenderesti per un complimento? Proprio in questo messaggio a Goonie stai rinfacciando di essere poco pretenzioso e acritico con chiaro intento offensivo, non lanciare il sasso e nascondere la mano. Almeno sii offensivo con coraggio. Di piu' non dico per non fare intervenire i moderatori.
@Onizuka no ma infatti "il perché" non mi interessa, lo trovavo solo curioso, inusuale vista la vastità dell'animazione giapponese, e ammirevole dato che io dopo 3/4 film (su 9) di un regista che mi sta sulle gonadi, alzo i tacchi e vado su altro lasciandolo ai suoi estimatori/fanboys, fregandomene della sua fama. Credo sia solo un modo diverso di approcciarsi alla cosa, sei liberissimo di guardarne quanti ne vuoi e stai sicuro che le recensioni le leggo tutte perché trovo molto utile analizzare i diversi punti di vista.
La città incantata lo vidi tanti anni fa, pensando fosse una favoletta per bambini e invece mi catturò dal primo istante, come riuscivano a fare i cartoni e gli anime di un tempo (quando ero piccino). E' davvero un capolavoro, concordo con Bob, con il suo voto e con la sua bella recensione.
Totoro e La città incantata li ho visti e li possiedo entrambi. Assolutamente fantastici. Il secondo decisamente più del primo. Ci sarà un motivo per cui Miyazaki viene tanto acclamato, no? Approvo quindi il voto della terza recensione, mentre Totoro bé è un capolavoro anche questo il 6 è un po' misero.
Tu si che capisci di cinema....Voto scandaloso, per non dire altro.
Gran bella recensione invece per la Città incantanta.
Bob dalle recensioni si capisce che è un bravo e appassionato critico cinematografico, ed è in effetti così che anche io preferisco considerarli i Ghibli, cinema, piuttosto che anime.
Ringrazio per la pubblicazione di Arrietty.
Finalmente Totoro si prende il voto che si merita!!
Decisamente il film Ghibli più sopravvalutato di tutti (tra quei pochetti che ho visto). Una buona opera per bambini quanto Ponyo o forse un pelino di più, ma niente di eccelso o sublime, come lo è "Gli Animali del Bosco Piccolo" / Gli animali del Bosco di Farthing per fare un controesempio sempre nell'ambito "natura" (buonista anch'esso, ma con giuste dosi di realismo e morti di animali, seppur alcune premesse siano ovviamente irrealizzabili nella realtà).
Totoro si meriterebbe al massimo un 7. Non una media quasi del 9 (imbarazzante!).
E ricordo che il 6 e il 7 sono la sufficienza, NON una bocciatura. Quindi è comunque promosso a priori per lato tecnico, animazioni, artifizi tecnici, trama scorrevole, ending simpatica, ecc. Ma non di più del 7, imho.
Una Tomba per le lucciole è da 10 per restare in tema Ghibli o Howl anche m'è piaciuto più di sto Totoro, idem per Kokuriko Zaka Kara (La Collina dei papaveri) e i Racconti di Terramare
La Città Incantata è uno dei molti film Ghibli che devo ancora vedere e su cui non mi esprimo.
La città incantata invece è un ottimo film, ma scenderei al 8 (anzi un 8.5 per la precisione).
Se non piace un regista, solamente per principio, evita di vederlo e affibiare un voto solamente epr pareri personali...
Lo san tutti che non ti piace, quindi che cavolo scrivi a fare?
Il viaggio di Chihiro: 9
Arietty: 8
Questi sono i voti.
Chi dà 6 a Totoro non ha capito. Si dedichi ad altre opere.
Ciao!
Molto bella anche quella di Twinkle, anche se "Arrietty" non l'ho ancora visto (spero di rimediare al più presto!).
L'avversione di Onizuka per Miyazaki è stranota, anche se stavolta trovo un po' pretestuose alcune sue critiche. "Totoro" è la trasfigurazione della realtà operata dagli occhi di un bambino, è la personificazione della sua immaginazione, dei suoi sogni, delle sue paure. Non ci vedo un'interpretazione morale della natura (o, perlomeno, se c'è, è così in secondo piano da non risultare fastidiosa, come accade invece ad esempio in "Laputa"); il film non trasmette, o meglio, non mi ha trasmesso, il messaggio secondo cui è sbagliato un certo modo di vivere antiecologista degli adulti, anche perché questi adulti sono a tutti gli effetti comparse ai margini della pellicola. E' l'ingenua fantasia di Satsuki e Mei a creare il mondo fantastico dove abitano Totoro e soci, è la loro visione, straripante di infantile energia, a definire ciò che le circonda; "Totoro" è un sogno, colorato, deforme e illogico, e come tale secondo me andrebbe giudicato, non come fonte e/o simbolo di dilemmi morali.
Comunque concordo con gli altri voti, anche se avrei dato anche un 9 ad Arrietty, mi è piaciuto molto non solo per la storia e per l'animazione, ma anche per le musiche.
Per La città incantata non c'è neanche bisogno di parlare, sappiamo tutti che è un capolavoro.
E' come dire che che nell'esorcista il personaggio principale non sia la bambina...
Chi ti ricordi l'esorcista o la bambina?
Chi ti ricordi la bambina o Totoro?
Ma ci ragionate?
Dici bene, Bob, quando affermi che Miyazaki non ha mai creato un cattivo che sia realmente tale. Ciò che non capisco è se Miyazaki crede davvero che non esistano figure malvagie, cioè non concepisce l'esistenza del male in quanto tale, o se la sua è solo una forma di escapismo. Una delle sue tante manifestazioni di escapismo nei confronti di determinati aspetti della realtà.
Arrietty devo ancora visionarlo, quindi non posso esprimermi sull'opera in sè, ma ho apprezzato molto la rece di TWINKLE che da profondo conoscitore di questo studio di animazione ci regala delle analisi sempre puntuali, lucide ed affidabili. E' un consiglio da prendere al volo!
Per quanto riguarda Totoro sono in disaccordo sul voto e sul giudizio negativo complessivo, secondo me è una delle opere più belle di Miyazaki (se non la più bella in assoluto!). D'altronde è risaputa l'idiosincrasia di Onizuka verso questo regista. Cionondimeno ho trovato molto interessanti la maggior parte delle considerazioni espresse, in particolare il passaggio in cui si riflette sull'ambientazione del Giappone post bellico e sul paragone (azzeccatissimo) con Una tomba per le lucciole. Sono perfettamente d'accordo sul fatto che siano due facce di una stessa medaglia, si tratta di due film che hanno moltissimo in comune, più di quanto possa apparire in apparenza.
Su La città incantata cos'altro posso aggiungere? Dalla mia sviolinata traspare quanto personalmente abbia un debole per le opere di Miyazaki, un autore che mi ha conquistato sin da quando avevo l'età di Mei, mi ha accompagnato senza mai tradirmi per quasi quarant'anni e dopo tanto tempo i suoi film sortiscono in me ancora lo stesso effetto!
10 è ancora poco ma l'11 non era disponibile...
Ringrazio infinitamente i gentili utenti che mi rivolgono parole di elogio e lo staff per avermi selezionato...
Complimenti agli autori!
Condivido pienamente le recensioni sulla Città Incantata (il mio film anime preferito, in assoluto) e su Arrietty, un lungometraggio davvero piacevole, specialmente per quanto riguarda i disegni e le musiche.
- complimenti ai recensori, indipendentemente dal mio parere personale.
- d'accordo col voto per Arrietty e La città incantata ma non su quello di Totoro che un 9 se lo merita. Secondo me non è il miglior film ghibli ma certi passaggi sono eccezionali e questi giustificano il logo assunto dallo studio stesso all'indomani (1988) dell'uscita del film. Personalmente (come disse tempo fa una persona di mia conoscenza) ritengo che Miyazaki abbia messo tutto se stesso, o meglio il suo io di fanciullo, in Totoro, che a tratti è poesia visiva.
- Miyazaki non ha mai creato personaggi del tutto cattivi? se ci limitiamo ai film sono d'accordo, se consideriamo anche altre opere audiovisive io ricordo che in Conan ragazzo del futuro c'era un certo Lepka/Repka che non era proprio uno stinco di santo nè? Potete trovare "qualcosa" anche nel manga di Nausicaa. Diciamo che, perdonate il paragone quasi blasfemo[so di esagerare], Miyazaki come Buron-son (lo sceneggiatore di Hokuto no Ken) tende sempre a "giustificare" il comportamento malvagio dei cattivi spiegandone più o meno le ragioni ed arrivando ad una ""redenzione"" finale.
Ottime recensioni!
La prima è un'idea del mondo, condivisibile o meno poco importa; la seconda però è una distorsione del mondo. Se l'intento era educativo, il risultato è diseducativo.
Chiarisco, parlo del Miyazaki cinematografico, che poi penso sia quello più autentico, o quanto meno il più libero, padre padrone dei suoi progetti dal concepimento alla realizzazione.
Il paragone con Buronson non calza. Hokuto no Ken è imbottito di figure malate, marce fino al midollo, pazze, sadiche. La malvagità, in Hokuto no Ken, ha preso possesso di quel che è rimasto della Terra e scorrazza furiosa e gratuita per le sue strade polverose.
Prendiamo come esempio Porco rosso, il film in cui l'"escapismo" è un tema portante. Anche qui non c'è un villain o un antagonista in senso stretto e lo stesso eroe, che non è più neanche umano esteriormente, sceglie la fuga dal mondo perchè deluso dalle sue storture (la guerra, l'avvento del totalitarismo etc…), ma ciò non toglie la condanna e il rifiuto del protagonista verso quelle storture, che nel film sono relegate sullo sfondo ma non cancellate. Lo si può anche leggere come una metafora dello stesso artista che, rinchiuso nel suo mondo dove è "padre e padrone", non si limita a bearsi della sua creatura fine a se stessa ma si impegna a poggiarla su un minimo di base etica leggibile e comprensibile a tutti.
Un altro buon esempio del genere può essere Howl: niente cattivoni impenitenti, un'eroina fuori dagli schemi classici, tutti i personaggi in fondo sono solo molto umani, ma il male (la guerra sullo sfondo) aleggia e incombe sugli eventi per tutta la durata del film.
Miyazaki ci propone la sua personale visione tramite un linguaggio intellegibile universalmente, poi è pacifico che possa anche non essere del tutto condivisibile nelle modalità di rappresentazione, ma il suo successo di pubblico e i consensi di critica che riscuote sono una dimostrazione di quanto almeno in parte il suo intento sia riuscito. Non a caso si parla spesso di un suo successore, e del fatto che il suo cinema sia un modello da seguire, un punto di riferimento (fosse anche in negativo) per chi si affaccia in questo campo.
Credo che per Miyazaki ci siano cose che vanno (e fanno) bene e cose che vanno (e fanno) male. I suoi film ruotano su questa polarità. Non c'è un agire buono e un agire malvagio, ma uno che va bene, che fa stare bene, e uno che non è salubre. E ci sono ragioni dietro al primo e dietro al secondo. La guerra e le altre storture sono il risultato del secondo tipo di agire. A volte aleggiano sullo sfondo. A volte prorompono in primissimo piano, rubano la scena, la fagocitano - Mononoke Hime. Tuttavia non sono né diretta emanazione del male né una sua rappresentazione. Rappresentano solo degli errori umani. Le conseguenze di scelte sbagliate.
Penso ciò sia abbastanza vero sia per Porco Rosso, sia per Howl, sia per tutto il resto.
Magari è anche meglio così. Si elude un facile manicheismo.
Quello che volevo dire io è che tra tutte le sfumature di grigio, Miyazaki mette anche il bianco purissimo, ma non lo bilancia con il nero assoluto. Qua sta lo squilibrio, fondamentalmente. Da dove nasce: questo mi sembrava un buon punto interrogativo a cui cercare una risposta. Ecco, la scelta stilistica mi sembra una buona risposta. Ma volevo andare ancora oltre, e passare dai film all'uomo, o quanto meno capire meglio le idee del secondo attraverso i primi. Poi le si può anche non condividere, ma è questione di nessuna importanza, suppongo.
Una domanda. Perché Miyazaki come riferimento negativo per le nuove generazioni di artisti?
L'unico film più per adulti è quello che hai citato anche tu sottolineandone le caratteristiche atipiche, e cioè Mononoke hime, ed infatti è anche il più controverso e pessimista. Anche se la sua poetica, secondo me, ne rimane pressoché inalterata.
Woody Allen tirerebbe in ballo Freud sull'idea di psicanalizzare un artista attraverso le sue opere.
Comunque penso che Miyazaki umanamente sia molto più pessimista di quanto potrebbe sembrare a prima vista, questo spiegherebbe perché nei suoi film insiste a rivolgersi essenzialmente alle nuove generazioni (vedi Ponyo). Oltre al fatto che come lo fa lui non lo fa nessuno! (intendo le opere per ragazzi)
Perché Miyazaki come riferimento negativo per le nuove generazioni di artisti?
Scusa, mi sono espresso male, e comunque ho usato il congiuntivo come ipotesi remota, supponendo che se ci sono dei detrattori tra i fan, ce ne sarà anche qualcuno tra gli addetti ai lavori.
A ogni modo, l'intenzione non era quella di psicoanalizzare il regista. La ritengo un'operazione che lascia il tempo che trova. Alcuni lo fanno, magari può anche essere una cosa carina, ma m'interessa di più capire il Miyazaki pensiero anziché le dinamiche psicologiche che ci stanno dietro. Credo serva a comprendere meglio le sue opere. O almeno a ragionarci sopra con più cognizione di causa.
E sì, anch'io penso che Miyazaki sia più pessimista di quanto non rivelino, almeno in apparenza, i suoi film. Ecco, Arrietty è molto significativo a riguardo, essendo molto più esplicito rispetto ad altre sue sceneggiature. Su Ponyo invece ho un'idea differente rispetto alla tua.
PS
Per come la vedo io, Miyazaki non è un esempio né da seguire né da non seguire, indipendentemente dagli schieramenti - chiamiamoli così - a cui si appartiene. Per questo tutti i discorsi sulla sua ipotetica successione mi paiono un mucchio di stronzate. Bisogna essere capaci di mettere una lapide alla fine di ogni percorso, e capire che è unico e che il suo termine è irrevocabile. Chi è stato il successore di Kubrik? Chi sarà il successore di Miyazaki? Chi lo vuole?
Mi ero perso questa chicca di Onizuka. Come insultare la grande maggioranza del pubblico di Miyazaki in due righe. Secondo me ci sono gli estremi per bocciare la recensione in quanto gli insulti sono vietati dal regolamento. Ma vabbe', inutile fare polemica.
@goonie
Eh già, sicuramente tu invece di cinema capisci tutto U_U Bello constatare come per certe persone importi più la forma che la sostanza di un discorso.
A me non importa un fico secco di stabilire se totoro sia o meno un capolavoro del cinema (cosa stupidissima ed inutile), a me interessa ragionare sul film e sulla sua relazione con l'autore e vedere se ciò sia proficuo oppure no. Tutto il resto è inutile e poco interessante. Se a te invece sta più a cuore che tutti, in modo fideistico, tessino lodi alla suprema maestà di sua eccellenza, bè, contento tu. Fai proprio parte di quel pubblico "poco pretenzioso e acritico" perché ti accontenti che tutti si crogiolino nella loro idolatria dicendo quanto sono belli i film di "sua eccellenza". Ciò emerge spesso dai tuoi commenti in cui affermi: tale opera x è un capolavoro, e termini qui la tua brillante disamina, complimenti davvero.
@ TWINKLE
Penso che in questa sede il tema di interesse peculiare non sia certo il perchè io decida di vedere un film, ma il film stesso. Per fugare le tue perplessità posso però dirti che guardo i film di "sua eminenza" perchè penso che si tratti di opere che hanno una loro importanza nel panorama dell'animazione, sebbene essi non vadano incontro al mio senso e gusto artistico, vanno visti anche solo per cultura generale. Inoltre scrivo le recensioni proprio perché voglio dire la mia riguardo a tali film, come farei con qualsiasi altra opera.
@grandebonzo
Temo che tu abbia frainteso grandemente cosa io intendessi per "morale". Infatti mi riferivo soltanto alla solita ontologica bontà dell'elemento naturale. Tutto qui, lo so benissimo che non è un fattore simile ad altri film come laputa o mononoke e nemmeno con lo stesso peso, totoro anzi è praticamente esente dal moralismo che di solito si assapora nelle sue opere. Inoltre io nella rece non ho mai parlato di un "messaggio secondo cui è sbagliato un certo modo di vivere antiecologista degli adulti" anche perchè nel film non è rintracciabile alcun riferimento ad una cosa del genere...dove sarebbero gli adulti che si comportano in modo antiecologista???!!!!???? Il rapporto con la natura è invece mediato dall'ingenuità del bambino. Anche tu affermi " "Totoro" è la trasfigurazione della realtà operata dagli occhi di un bambino, è la personificazione della sua immaginazione, dei suoi sogni, delle sue paure. etc etc" è esattamente il punto di partenza della mia recensione, ti invito a leggerla con maggiore accortezza. La mia critica punge proprio sull'elemento ideale che è inserito a proposito dell'infanzia, ed è tale tema che a mio avviso svuota Totoro di ogni possibile profondità, rendendolo un titolo piuttosto leggero, anche se sicuramente non da bocciare. Infatti è proprio la sua leggerezza che lo salva rispetto ad altri titoli.
Limbes & Bob
Mi trovo concorde con alcune riflessioni sia dell'uno che dell'altro, aggiungo che anche secondo me Miyazaki sicuramente mostra dei cenni di pessimismo in mononoke hime, ma il fatto è che il nocciolo duro della sua poetica è costituito da una malformazione etico-ideale che a mio avviso lo rende spesso molto scontato. Sempre prendendo ad esempio Mononoke hime, il solo fatto che per lui Ashitaka sia colui che vede "con occhi non velati dall'odio" la dice lunga sull'impostazione ideale del film e sulla sua scontatezza. E se diciamo che mononoke hime è la sua opera più matura, poveri noi, che delusione
Bob, è chiaro che se io fossi un artista non mutilerei mai una idea solo per arruffianarmi il pubblico. Non capirò mai cosa ci sia da elogiare nel fatto che tali film siano adatti a tutti, proprio questo è un segno di abbassamento, piuttosto che di innalzamento.
Micheles
Non mi sembra una frase offensiva....
Ah no? E se io ti dicessi che sei una persona poca pretenziosa e acritica saresti contento? Lo prenderesti per un complimento? Proprio in questo messaggio a Goonie stai rinfacciando di essere poco pretenzioso e acritico con chiaro intento offensivo, non lanciare il sasso e nascondere la mano. Almeno sii offensivo con coraggio. Di piu' non dico per non fare intervenire i moderatori.
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