Un'importante testimonianza "reale" di quello che vuol dire lasciare casa, affetti e consuetudini per fare un'esperienza di vita fondamentale seguendo anche le proprie passioni
Bellissima intervista! Magari potessi scegliere anch'io un percorso come il suo... Purtroppo non tutti possono permetterselo, o ne hanno l'occasione. La invidio troppo. Per questo le auguro anch'io di finire in bellezza la sua esperienza!
Complimenti per il coraggio, non so se avrei la stessa grinta di andare per così tanto tempo in un paese così lontano con praticamente conoscenza zero della lingua ^^
Bellissima intervista! nel mio caso vedo il Giappone di per se come un paese delle utopie, ovvero che mi piacerebbe un sacco conoscere e approfondire "da vicino" ma che per impegni di vita e disponibilità economiche reputo non fattibile...i classici rimpianti con cui si fanno i conti una volta diventati vecchi XD Sentire invece testimonianze di persone che hanno avuto la possibilità e il coraggio (perchè ce ne vuole veramente tanto, complimenti) di fare questa esperienza fa sempre piacere, ravviva la curiosità e la passione. Grazie per averci portato un po' di Giappone ^.^
EDIT: naturalmente ora appena avrò un po' di tempo tra un esame e l'antro andrò a visitare il blog!!
Mi è piaciuta questa intervista, esaustiva ma al tempo stesso molto alla mano. Tanti complimenti a Elena per la sua scelta, che è una cosa che anch'io vorrei tanto fare, anche se non necessariamente in Giappone. ^^
Wildflower.2
- 11 anni fa
20
grazie mille ,innanzitutto a Elena, e chiaramente allo staff di AnimeClick! è stata un'intervista che ha colmato diverse mie perplessità..soprattutto perchè ho intenzione di studiare Lingue Orientali il prossimo anno all'università. è un bene che ci siano agevolazioni o comunque opportunità "già pronte" per studenti appena laureati che vogliono andare all'estero, come per esempio il trovare una sistemazione. Uscire dall'università ed immettersi nel mondo del lavoro è molto difficile, cercare all'estero e tentare di superare quel mare aperto di difficoltà è una scelta coraggiosa. Addare all'estero per migliorare e famigliarizzare ancora di più con lungue e cultura è una scelta più che azzeccata, e potrebbe alla fine portare ad immettersi (quasi) "automaticamente" nel mondo del lavoro. quindi..ben fatto, Elena! Le foto sono bellissime! è come se le pagine dei manga prendessero vita davvero...il Giappone è meraviglioso!
Chiunque di noi vorrebbe andare a vivere in Giappone, però io credo che molto di quello che si conosce (come diceva Elena nell'intervista al contrario) è uno stereotipo. La realtà è che il Giappone è un Paese dove vivere non è facile, credo sia anche peggio dell'Italia da questo punto di vista. Per cui in bocca al lupo a chi ci proverà
Il Giappone è il tipico paese da vacanza, questa intervista ne è la riprova.
anonimo
- 11 anni fa
30
> Per il momento sto cercando disperatamente di evitare spoiler dai discorsi dei conoscenti, fino al giorno in cui avrò la possibilità di guardarlo anche io.
In giappone non c'è internet? Forse si riferisce allo stall degli akuma LOL
> Ne parlavo proprio ieri con due amici, e dicevano che l'uomo italiano si riconosce subito da dettagli come la camicia aperta con il pelo che esce, e sempre impegnato a correre dietro alle donne - classe a palate insomma - e per quanto ci abbia provato temo di non essere riuscita a convincerli che ci sono, sì, persone così, ma non è il caso di identificare tutti gli italiani con questo modello.
derp. Bisognerebbe presentargli un po' di nerd italiani per cambiare la loro opinione.
Beh, a parte queste due constatazioni idiote ma doverose, devo dire che l'intervista è molto interessante e gradevole da leggere. Soprattutto perchè riporta le impressioni di una persona che ha vissuto in giappone per diversi mesi: andarci in vacanza con gli amici è un conto, ma viverci da soli per diversi mesi deve essere sicuramente molto diverso!
Virus (anonimo)
- 11 anni fa
12
"A volte si formano gruppi misti, la cui occupazione principale è uscire a ubriacarsi, e all'interno dei quali è aperta la "caccia" al fidanzato o alla fidanzata d'oltreoceano, più per moda che per reale interesse nei confronti della persona"
mi chiedo cosa si possa volere di più da una vacanza
Dovremmo essere fieri di compatrioti come Elena, che diffondono all'estero un immagine di noi italiani certamente migliore degli stereotipi a cui siamo, ahimé, abituati. Le auguro di realizzare tutti i suoi sogni.
Grande intervista! L'ho letta tutta d'un fiato e mi son lasciato trasportare con l'immaginazione mentre leggevo. Anch'io come Elena preferirei Kyoto a Tokyo per viverci e anche come meta turistica più importante è per me Kyoto, proprio perché condivido anch'io la passione per il Giappone tradizionare e ho letto e continuo a leggere tanti libri in merito. Faccio i miei complimenti ad Elena e ringrazio lei e lo staff di AnimeClick.it per averci regalato questa intervista così interessante. ^^
Intervista interessante. Sono d'accordo in molti punti e pure io preferisco la culturale Kyoto a Tokyo, anche se purtroppo le mie nozioni si fermano al teorico (no money) È una città che mi piacerebbe visitare in futuro, anche se il mio giapponese fino adesso è a livelli comici. La risposta alla domanda 12 mi ha fatto venire in mente Tatsuya Egawa (Golden Boy), che da sempre ha rivolto un'aspra critica a questo metodo scolastico anticreativo, quindi pure gli stessi giapponesi si son resi conto della situazione. La ragazza ha espresso bene la questione dello "straniero", che probabilmente è uno dei punti più difficili e delicati. È l'elemento che fa la differenza tra "paese da vacanza" e "paese dove trasferirsi". Sebbene abbia superato da un pezzo la demenziale fase "voglio andare in giappone per diventare un mangaka" (risate folli) nutro un forte interesse verso la cultura e la letteratura giapponese, quindi sicuramente almeno un viaggio lì è obbligatorio. In ogni caso, buona fortuna ad Elena.
Sono contenta che vi sia piaciuta! Grazie per i complimenti, che però vanno girati ad Elena, è lei che ha fatto tutto! ^^
Utente26343
- 11 anni fa
50
Il Giappone è un paese patriotico questo però non fa di loro dei razzisti. Sono semplicemente un popolo chiuso.Tuttavia penso che se qualcuno si metta d'impegno sia possibile entrare in simpatia con loro
Sinceramente mi fa un pò ridere quando ci si sofferma sulla parola "gaijin" che deriva da "persona di fuori", quando penso che il nostro termine "straniero", derivante da "persona strana" sia molto peggio poiché più razzista e discriminatorio.
Complimenti ad Hachi per questa bella intervista e tanta stima per Elena che sta affrontando una simile esperienza! Per quanto forte possa essere il desiderio di realizzare un sogno, non è da tutti fare una cosa del genere, trasferirsi in un paese all'altro capo del mondo (anche se per un periodo limitato) non sembra una cosa facile, io avrei una fifa tremenda e non so se ci riuscirei!
"l'uomo italiano si riconosce subito da dettagli come la camicia aperta con il pelo che esce" Il pelo, sempre colpa sua!
Un'interessantissima intervista, specialmente per quanto riguarda la parte sulle differenze culturali. Mi ha fatto tornare in mente quando vivevo all'estero (USA, non saranno culturalmente lontani come il Giappone ma sono meno vicini di quanto si pensa). Brava, le auguro ogni bene e se ci in futuro ci manda qualche altro reportage dal Giappone ben venga! Grazie anche ad Hachi per le sue iniziative sul Giappone "reale".
Sono in Giappone da due mesi a studiare a Nagoya...e mi sono rivisto in molte cose dette da Elena . Il Giappone checchè ne dicano in molti è un paese facile in cui vivere (tranne per la spesa...quante risate quando all'inizio cercavo olio extra vergine e ho preso una specie di vino che aveva lo stesso colore ). L'unica cosa a cui non mi sono ancora abituato è l'estrema rigidità delle persone e delle istituzioni: Le scadenze sono scadenze e gli orari sono orari...non ci sono compromessi e margini di "confidenza".
Detto questo è mio compito informare che il giappone non è tutto templi e scenari da fotografia....gran parte delle sue città sono abbastanza bruttine (e Kyoto non fa differenza anche se dietro l'angolo può sempre capitarti uno scorcio incredibile ), ma è l'estrema "vivibilità" a farne, nel suo complesso, un posto fantastico. Per chi vuole vedere il vero giappone tradizionale consiglio i piccoli paesi intorno alle grandi città. Sono gli unici posti in cui ho sentito un po' lo spirito dei samurai e dello zen.
Noi italiani siamo l'esempio vivente degli stereotipi in giappone anche se io ho sempre visto più ammirazione e curiosità per la nostra cultura che non per la nostra fama di "casanova e bulletti". Tra parentesi ogni due metri c'è un ristorante presunto "italiano" (con insegne con parole italiane a caso)
A proposito di kyoto tre giorni fa ero a girovagare con 40 gradi all'ombra...per chi ci passa vada a dare un'occhiata al gion matsuri !
Davvero una bella intervista. Lasciare il nostro paese è davvero difficile, soprattutto se si deve integrare in Giappone, e rapportarsi con i Giapponesi, che sono davvero anni luce indietro quando si parla di socialità e di confidenza. Io auguro ad Elena che possa continuare gli studi e superare tutte le difficoltà. P.S. Wow, cosa pensano di noi i giapponesi (me l'aspettavo - meglio di quel che pensavano gli americani ") XD
"e per quanto ci abbia provato temo di non essere riuscita a convincerli che ci sono, sì, persone così, ma non è il caso di identificare tutti gli italiani con questo modello." Ahaha grazie mille Elena per il tentativo! Purtroppo è noto che l'italiano all'estero è una caricatura vivente (sob).
Comunque ottima intervista davvero!! E' stato davvero interessante ascoltare la testimonianza di una connazionale alle prese con il Giappone, la più diretta che si possa avere.
Quello che mi ha un po' intristito è la poca integrazione possibile per gli stranieri, a causa di questa "chiusura" da parte della maggioranza della popolazione. Davvero un peccato, perchè -eccetto casi particolari- non potremmo mai vivere il Giappone come vediamo nei manga o negli anime.
Concludo ringraziando Elena per questa bella intervista e facendole un grande in bocca al lupo per il suo futuro!
ps: " La stessa parola con cui sono etichettati, gaijin (che si scrive con i kanji di "fuori" e "persona"), è edativa". Che cosa significa EDATIVA? Confesso che dal basso della mia ignoranza non ho mai sentito questa parola e non la trovo neanche nel dizionario di casa. Grazie ^^"
@Izaya Non si tratta di essere anni luce indietro, semplicemente vivono la socialità e il modo di interagire con gli altri in maniera diversa dalla nostra e non sono gli unici..questo accade anche senza andare troppo lontano, non vengono considerate le persone del sud troppo espansive e quelle del nord troppo distaccate?
@Heiji: sono andata a controllare sull'originale...lì era "significativa", francamente non so cosa sia successo...forse nel trasbordo fra un pc e l'altro si è perso qualcosa...vado a correggere, grazie della segnalazione!!!
Avendo conosciuto direttamente alcuni giapponesi innamorati dell'Italia che hanno vissuto per un lungo periodo nel nostro paese (più o meno come Elena in Giappone), posso testimoniare che gli scambi culturali di questo tipo sono un'esperienza impagabile, arricchiscono in modo smisurato, e soprattutto permettono di superare facilmente gli ottusi stereotipi di cui spesso siamo vittime da entrambe le parti.
Complimenti per l'intervista, davvero bella e interessante, e tanti auguri ad Elena per il proseguo della sua permanenza nel paese del Sol Levante.
Sarebbe grandioso se in futuro (disponibilità di entrambe le parti permettendo) si potesse fare una "Parte 2" dell'intervista, magari focalizzandola maggiormente sugli aspetti della quotidianità che forse chi vive lì da' per scontato, ma che incuriosiscono molto chi è in Italia. Ad esempio la descrizione di una giornata tipo, che cosa mangiava, elementi urbani singolari, abitudini che l'hanno colpita, ecc..
Io l'ho buttata lì, se poi non se ne fa nulla pazienza. Grazie ancora per questa interessantissima opportunità di confronto
@Heiji Se vuoi tutto quello che ti incuriosisce lo puoi trovare sul blog di Elena e sulla sua pagina facebook dove lei posta ogni settimana le foto e le vicende che vive