Che tristezza, essere costretti a vivere in un periodo così tetro da non poter credere a niente e nessuno...e doverci rimanere per tutta la vita, intrappolati da quella stessa tensione. Quest'uomo (dal mio punto di vista) non è un eroe, è una vittima, probabilmente una di quelle che ha sofferto di più.
non che non sapesse che la guerra era finita, più che altro pretendeva che fosse l'imperatore in persona a consegnargli l'ordine di resa perchè non si fidava dei mezzi di comunicazione, che potevano essere controllati dal nemico e quindi trarlo in inganno. probabilmente uno degli ultimi soldati con una mentalità cavalleresca al mondo.
Beh sapeva il fatto suo comunque, combattere per altri trent'anni contro un mulino a vento, gli do il merito per l'amor di patria che ha dimostrato, ma rimane comunque una storia triste, come svegliarsi da un sogno, scoprire tutto e ritrovarsi praticamente senza niente, sopratutto dopo aver saputo della sconfitta giapponese, immagino che sia stato un brutto colpo per lui....... Comunque almeno ha avuto un vita lunga........buon riposo!!!!
@Revil-Rosa: Concordo con te, è stato una delle infelici vittime della Guerra del Pacifico, pur non essendo caduto in essa la sua vita è stata segnata irrimediabilmente da quell'esperienza. Credo che per lui sia stato anche peggio il ritorno in patria, un paese profondamente mutato nelle condizioni e nei valori a cui era stato educato. Purtoppo questa è una delle più drammatiche testimonianze di quanto possa essere devastante un tipo di educazione totalizzante e rigida fino all'assurdo, capace di annullare ogni freno e dubbio sulla coscienza e sull'intelletto umano. Onoda ed i suoi compagni di sventura probabilmente erano, forse, più predisposti di altri ad accettare questo tipo di indottrinamento; e fu per questo che gli venne affidata quella missione. I colpevoli sono senz'altro coloro che lo indottrinarono in questo modo, non mi sento di imputargli particolari responsabilità, ma un pensiero di umana pietà mi muove ad augurare che la sua anima possa trovare finalmente conforto lassù, dove reincontrerà senz'altro le persone che gli sono state più care.
Phil (anonimo)
- 10 anni fa
24
Eroe? scusate combatteva a favore della germania nazista...
Conosco la sua storia e mi sono sempre chiesta come si sia sentito una volta tornato a casa nel vedere che il mondo in sua assenza era così cambiato... Sicuramente un uomo con una grande forza di volontà!
@Phil: Ti sbagli! Combatteva per il suo paese, come hanno fatto i soldati di tutte le parti belligeranti nella II Guerra Mondiale. Come già detto: più che un eroe è stato una vittima dell'ossessivo indottrinamento e della retorica del dovere che gli hanno inculcato tramite l'educazione eccessivamente rigida e la propaganda militarista tipica di quell'orrendo periodo storico.
davvero un uomo d'altri tempi e con dei valori forti e di certo vivere in un mondo dove non si crede più cosi fortemente in nulla dev'essere stato difficile! RIP
Conoscevo già la sua storia, senza dubbio abbastanza curiosa e particolare. Riposi in pace!
Oni (anonimo)
- 10 anni fa
50
Capisco che fosse un soldato esemplare che ha eseguito gli ordini alla perfezione e poteva far rosicare Bill Grill... ma da qui a UOMO ESEMPLARE ce ne passa... ha ucciso e avrebbe continuato a farlo in itinere se non l oavessero fermato... chiamalo esemplare!
Per quello che ha passato doveva essere un uomo dai nervi d'acciaio. Ben 30 anni senza cedere, senza arrendersi con solo l'ansia e la paura ad accompagnarlo. Eroe? Beh non saprei, ma di sicuro è divenuto un'icona e rappresenta valori umani che oramai non troveremo da nessuna parte. Ritengo che sia la persona che più di tutte ha sofferto degli effetti della guerra, d'altra parte ha continuato a "viverla" anche a 30 anni dalla sua fine.
In pratica nella mente di quest'uomo si è svolto un tipico scenario di fantapolitica/fantascienza ucronica, in cui la guerra è andata avanti per anni e nel corso del tempo è stata combattuta con armi del tutto nuove come gli elicotteri... Impressionante.
Comunque, concordo con Revil-rosa: una grande vittima. Ci vuole forza per non soccombere alla disperazione pensando di aver perso trent'anni della propria vita. Poi, purtroppo, uomo esemplare o assassino sono qualifiche che la guerra dissolve e rende difficili da distinguere...
Questo è un altro dei pregi/difetti dei Giapponesi. Onore comunque a quest'uomo. Deve essere stata veramente una cosa incredibile passare dagli anni 40 a quasi gli 80, un viaggio nel futuro.
Avevo sentito parlare di lui. Mi ricorda il soldato giapponese di "Chi trova un amico trova un tesoro" con Bud Spencer e Terence Hill. Forse si sono ispirati proprio a Onoda.
@ Ghibli92: Anch'io ho pensato subito a quel film, ed infatti Kamasuka è ispirato proprio ad Onoda, cito questa frase da Wikipedia: "Il personaggio di Kamasuka ricorda la figura di Hiroo Onoda, ex ufficiale dell'intelligence giapponese che continuò a combattere sull'isola filippina di Lubang nonostante la resa del Giappone nella Seconda guerra mondiale. Nel 1974, grazie all'intervento di un suo ex-comandante, si riuscì a convincere Onoda a deporre le armi e ad arrendersi." In quel contesto il soldato era un personaggio comico, ma in realtà la situazione di quel soldato, rimasto in guardia per ben 30 anni, è davvero triste!
Magari dirò un'idiozia, ma storia simile mi pare di averla vista nel film "Chi trova un amico, trova un tesoro", il soldato giapponese che credeva che la guerra fosse ancora in atto anche dopo che era finita.
Pur avendo diversi capelli grigi non conoscevo nel dettaglio la storia di questo soldato fedele agli ordini ricevuti. Per me è l'esempio della dedizione alla causa e alla patria che è caratteristico dei giapponesi.
@Hachi: quando ero uno studente delle superiori non amavo molto le lezioni di storia, ma il professore di lettere che avevo al biennio riusciva ad appassionarci e i risultati si cedevano... Il tuo articolo mi ha fatto tornare a quei giorni, penso proprio che una rubrica sulla storia del Giappone (come è stata suggerita nell'articolo sul kotatsu) avrebbe un grande successo.
@Oni: Credo che qui si sia giudicato Onoda esemplare nella sua qualità di soldato, non avendolo conosciuto personalmente non potrei giudicarne altri aspetti della sua persona. Sul fatto che avesse ucciso e abbia continuato a farlo fino a quando il suo comandante non è riuscito a convincerlo che la guerra era davvero finita, beh, non ci trovo proprio nulla di sconvolgente o scandaloso. E' solo e semplicemente il comportamento di qualsiasi soldato che si trovi ad operare in territorio nemico durante un conflitto, che, si badi bene, il soldato Onoda era assolutamente convinto che non fosse ancora terminato. Semmai desta stupore e perfino ammirazione la sua incrollabile forza di volontà e l'abnegazione dimostrata nel compiere la sua missione, tenendo conto delle terribili condizioni in cui era costretto operare; ancor più se si considera che queste sue qualità non vennero meno neppure dopo la morte dei suoi commilitoni. Di certo non simpatizzo minimamente con la causa per cui Onoda ha combattuto, però nemmeno posso fagli una colpa se è nato e cresciuto in un ambiente sociale e culturale che ha costretto lui, e milioni di altri suoi compatrioti a prendere le armi per difenderla. E' solo stato sfortunato nel nascere in un tempo ed in un luogo che lo hanno portato a vivere simili tragiche vicende.
@KUMA-29 : In realtà è un esempio da non imitare. Al di là del fatto che a lui fu inculcato il concetto di non resa in nessuna situazione, ma poi questo pover'uomo ha praticamente sprecato tutta la sua vita appresso al fantasma di un conflitto oramai finito. Prendere come esempio? Cioè tu butteresti più di 30 anni della tua vita appresso ad una guerra per il tuo paese con atti di guerriglia? Boh io francamente no.
@Rieper: Penso che chi ne tesse le lodi interpreti il gesto come "battersi per qualcosa in cui si crede senza mai vacillare per tutta la vita" il che in effetti può anche essere positivo, ma mi chiedo se esista davvero una causa tanto giusta a cui potersi dedicare trent'anni senza mai doversi fare qualche domanda...