Assolutamente sì! Possono esistere manga italiani, così come esistono romanzi turchi, sloveni, giamaicani, italiani e via dicendo. Quello che conta è l'opera e, per quanto mi riguarda, un disegno è bello anche se disegnato da un artista non giapponese. Certo, questi ultimi sono i creatori del genere, ma non per questo devono avere l'assoluto monopolio. Se una storia è bella e i disegni meritano, allora qualsiasi manga può ottenere il successo tanto sperato.
Ho conosciuto questa artista tramite YouTube e il suo sorprendente WHITE. Secondo me è veramente in gamba e vi consiglio vivamente di tenerla d'occhio.
Mi piace molto anche la sua tecnica di colorazione
Carino, bei disegni, anche se con uno stile in continua mutazione fra una vignetta e l'altra, ottimi colori, ma per quanto riguarda a scrittura pecca parecchio. Troppe reazioni incoerenti fra i personaggi, qualche gag fuoriluogo, troppa concentrazione sulle mutande della protagonista e purtroppo, per quanto riguarda il volume uno, poca consistenza di trama; per finire, un ristagno un po' troppo consistente degli stilemi di Katsura. Vedo poco ricambio di idee e di creatività nel progetto, potrebbe migliorare se lei leggesse un po' più fumetti o vedesse più film d'animazione, ma non è da lei... Chissà magari in un futuro crescerà un po' come autrice. Tuttavia, le darò una seconda possibilità e comprerò anche il volume 2.
Per quanto riguarda White, stessi difetti, ma in più c'è il fatto di parlare di animazione, quando in realtà sono poco più che disegni che sbattono le palpebre in maniera un po' meccanica. Spero che, se non frequenterà le scuole a suo dire inutili, almeno faccia un po' più di studio autodidatta. Ma comunque, ha potenzialità.
@Anonimo (sperando che leggerai), io direi che la storia sia "particolare" e per giudicarla pienamente bisognerebbe vedere perlomeno nel secondo volume come continuerà.
E' una storia che forse osa troppo, perché difatti rischia di sembrare nel modo in cui tu, e sicuramente altri, l'hai percepita.
Le mutande... i culi... quel che vuoi, saranno magari piccole scemenze ma che spezzano un ritmo che inizialmente poteva rischiare di annoiare qualcuno (dato che ci stiamo riferendo ad un pubblico più largo possibile), quindi direi che personalmente non mi danno fastidio. Come le "gag fuoriluogo"del resto, che penso siano più una percezione personale o comunque un dettaglio nella storia.
Però permettimi.. poca creatività? Io sinceramente non lo direi
Aeon (anonimo)
- 10 anni fa
00
Ciao Alex Ziro, sì, sono tornato a leggere. (ATTENZIONE, ALLARME SPOILERS & WALL OF TEXT)
La poca creatività non si riferisce a livello generale, visto che comunque le idee ci sono. Si riferisce ad un livello prettamente tecnico: rifacendosi quasi del tutto a Katsura, pecca di eccessivo assorbimento del suo lavoro. Gli autori formano una loro identità prendendo esempio da molti autori diversi. Beh, lei... Non lo fa. È decisa ad inventare da zero tutto quello che non prende da Katsura e questo in generale rende il suo lavoro un po' spoglio di idee a livello tecnico. Ha preso da lui praticamente tutto: il fatto dei primissimi piani più realistici, le inquadrature sui fondoschiena anche quando non sono necessarie e confondono la lettura (per carità, un paio di natiche sono sempre belle, ma in una pagina sembra che parlino le mutandine di Giada) le gag dove il protagonista pensa "Ma questa è pazza!", "Ma questa è scema!" ed in generale tutti qui piccoli monologhi interiori che fanno e che, in certe scene, andrebbero evitati. Non metto davanti i miei gusti personali, è proprio un fattore narrativo: se tu stai parlando di qualcosa di estremamente serio, come nelle pagine 120 e 142, durante le lotte di Dio e degli altri, durante i dialoghi non puoi (e se lo fai, è proprio un errore concreto) spezzare a quel modo la tensione. È un errore semplicemente perché rovini in due vignette l'atmosfera che hai creato con fatica pagine prima.
Alcune scene sono registicamente molto belle, come quella dove il figlio degli alieni, dopo essere diventato consapevole dei propri poteri, alza lo sguardo e guarda con sfida il cielo. È davvero una bella scelta narrativa, questa ed altre che ho letto ed è un vero peccato che tutta questa aura si smonti nel momento in cui mi piazza lì la gag fuoriluogo. Fuoriluogo per il motivo che la mette in un momento troppo serio perché io possa apprezzare sia questa, che appunto tutto il momento appena letto. Se sono scene leggere è un conto, se sono le scene chiave del volume, capisci che è un problema ed un peccato.
(capisco di parlare in maniera forse troppo tecnica, ma sono cose che vorrei dire dalla prima volta che l'ho letto e ho sperato con tutto me stesso di non venire frainteso: le dico solo perché mi piacerebbe veder migliorare l'autrice, viste le potenzialità)
La storia è sicuramente particolare e ben narrata, potrebbe davvero diventare bella. Purtroppo al momento la pochezza dei contenuti la suppongo perché in 150 tavole mi sono state presentate due realtà che ancora, nel primo volume, non sono entrate in contatto. Mi spiego meglio: abbiamo i due protagonisti e abbiamo Dio. Abbiamo saputo dei protagonisti, ma poi ci siamo separati da loro, andando dall'altra parte della palizzata e vedendo tutta la storia del mondo, ok? In un uso corretto delle tavole, avremmo avuto sì la presentazione dei protagonisti, ma a fine volume il "colpo di scena" e l'incontro con la controparte, che è ciò che dà vita al conflitto che darà una base a tutta la vicenda. Poi E SOLO POI, possiamo parlare di chi sono quelli là e di tutta la storia del fanciullo alieno e del resto. Questo perché? Perché leggendo com'è ora, io ho l'impressione che i due protagonisti non siano i protagonisti. Mi viene detto nella trama di presentazione, dalla pagina Facebook e ok; ma io, lettore, lo devo sentire leggendo. Mi vengono presentati all'inizio e poi mollati lì fino alla fine del capitolo, per presentarmi delle altre persone che apparentemente non c'entrano nulla, ma prendono il loro posto per il resto del volume. Non avviene un collegamento effettivo, un contatto tra i due mondi e momentaneamente, sempre parlando di lettura spontanea e senza "hint" esterni, io non ho ben chiaro su chi mi devo concentrare. Inoltre, mi presentano nozioni che a me concretamente non servono, ora. Perché non ho modo di agganciarle con le vite dei protagonisti, se non per il fatto che questi hanno dei presentimenti di non essere soli sulla Terra.
Questo è essenzialmente il problema del primo volume.
Capisco benissimo che è inusuale e che lei è ai primi fumetti realizzati, ma la sensazione generale che ho percepito leggendo è stata: Ok, ma perché mi stai dicendo tutto questo? Chi sono questi e perché combattono? Dove sono i protagonisti? Cosa c'entrano? Non sono domande poste in maniera positiva, perché io che sono curioso di sapere come lei si giostra la cosa posso dargli un'altra possibilità anche sentendo queste sensazioni strane durante la lettura, ma altra gente potrebbe non volerlo fare. Le domande che si pongono i lettori sono giuste e utili solo nel momento in cui comunque hanno ben chiaro il ruolo di tutti i personaggi e sono semplicemente invogliati a saperne di più. Io sono invogliato a CAPIRNE, perché non ho capito, sono confuso. Non funziona per tutti i lettori, bisogna stare attenti nello scrivere per altri.