Cmq ragazzi non è la prima volta che più o meno accade una cosa del genere, per chi non lo sapesse l'anime "Il fiuto di Sherlock Holmes", serie prodotta con la Rai fu trasmessa in contemporanea con il Giappone e ovviamente noi avendo la trasmissione quasi giornaliera e non settimanale come quella giapponese, vedemmo pure la fine prima di loro.
Le notizie per ora sono poche, ma credo che anche se la serie godrà di un anteprima italiana, sarà prodotta comunque in Giappone e quindi qualche errore sicuramente ci sarà, a meno che non assumano un consulente per l'italiano. Credo anche comunque che la prima traccia audio sarà sempre quella giapponese.
Per il doppiaggio non dovrebbe esserci nulla da temere. Il lavoro fatto da Mediaset per "La donna chiamata Fujiko Mine" è stato eccellente sotto tutti i punti di vista. L'unico mio timore è dato dal fatto che nella notizia c'è scritto:
"Tomonaga ha dichiarato che il Lupin di quattro decadi fa, quello della sua generazione, è un Lupin totalmente diverso da quel personaggio rivisto e indirizzato ad un pubblico di bambini. Quel Lupin ha avuto un grande impatto sulla vecchia guardia di fan e vuole far conoscere questa versione adulta di Lupin anche alle nuove generazioni."
E che quindi ci possa essere qualche sitazione potenzialmente da censurare, ma per questo bisogna comunque aspettare di capire il canale di destinazione.
Evvai! Sono molto felice della notizia! Lupin è un mito che non accenna a tramontare Sono talmente carico che le questioni su diritti, adattamenti, doppiaggi, anteprime, ecc. al momento non mi interessano minimamente E ora, come antipasto, sono in attesa del film su Jigen!!
San Marino! <3 Giacca blu e design che sembra molto accattivante. Sono contentissima!!! Lo vedrò sicuramente e spero in una edizione BD/DVD. Che notizia!
Il prodotto sembra realizzato appositamente per il mercato estero, al contrario di quanto avviene di solito. Ergo non ci sarà nulla da censurare. Il fatto che, per ragioni di sopravvivenza del mercato, gli anime inizino a globalizzarsi contenutisticamente, può far perdere la loro peculiarità. A me piaceva quando i giapponesi sapevano rivolgersi al grande pubblico giapponese, conquistandolo. Poi si sono persi soddisfacendo i gusti di una nicchia, dovendo far fronte al crollo demografico. Probabilmente la nicchia da sola (gli otaku) non basta più per sostenere il mercato, e bisogna internazionalizzare il prodotto, in termini di target e contenuti. Ho letto un articolo in cui si parlava proprio del fatto che i giapponesi dovranno cercare sempre più collaboratori all'estero. In pratica se come nel mio caso, si amano gli anime come veicolo della cultura nipponica, il fatto che ora il target di riferimento primario non sia più il pubblico giapponese ma il "mondo", non suona affatto come una bella notizia. Non sto dicendo che volevo continuare a vedere solo roba per otaku, per carità, ma che mi sarebbe piaciuto se la rivoluzione fosse partita mantenendo comunque il pubblico giapponese come punto di riferimento primario. Purtroppo il Giappone è ormai un Paese di vecchi, e la magia degli anni 70/80 non si ripeterà. Quelli erano anime per i bambini, i ragazzi, e le famiglie giapponesi, che riuscivano genuinamente a conquistare anche noi italiani, senza che fossero stati studiati pensando al nostro gusto personale. Chissà se sono riuscita a spiegare da dove deriva il mio rammarico...purtroppo non mi riesce di esprimermi meglio, ma se il trend che si affermerà sarà questo, so che pian piano perderò qualcosa di prezioso.
@Ale: non solo comprendo quello che dici ma sono anche pienamente d'accordo con te. L'unica precisazione che vorrei fare è che gli anime da cosiddetti "otaku" non esistono, nel senso che qualsiasi anime che punti alla vendita dell'home video piuttosto che al merchandising per bambini e casual, quindi la quasi totalità degli anime, è un anime indirizzato agli otaku.
Ale, non conosci bene il periodo anime degli anni '80 e inizio '90, mi sa... Ghostbusters era fatto quasi totalmente da giapponesi, al punto che spesso i fantasmi da catturare erano dei yokai
E spesso facevano sigle per i cartoni americani, a volte per tutto il mondo
altre volte per il solo mercato interno (attenzione: se siete metallari osannanti Tough Boy potreste darvi all'headbanging)
Per non parlare di intere serie fatte per l'America al solo scopo di vendere giocattoli, e stavolta nel 2000
Come insegna il primo episodio di Golden Boy "a parità di costi, conviene sempre lavorare per un cliente col maggior bacino d'utenza, per questo è importante vendere all'estero".
Ah... il declino degli anime è iniziato nei primi anni '80, ovvero da quando per "colpa" di Gundam si sono accorti che esisteva un pubblico adolescente che guardava i cartoni*, da lì prima ci furono queste nuove leve appena uscite da scuola a darsi da fare per cambiare il target di riferimento (vedasi Macross), e poi col videonoleggio si potè creare opere ad altissimo budget piene di fantascienza, sesso e violenza.
*Sì, CARTONI, in Giappone il termine Anime è nato con l'home video, prima erano "manga" nel senso di "cartoni". E in realtà è ancora così per la gente, che se gli dici "anime" capiscono che sono roba per gli otaku e la schifano (e ditemi se non c'è differenza a colpo d'occhio tra un Kaitou Joker e un Le fruit de la Grisaia)
Ale (anonimo)
- 10 anni fa
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@Ryogo: so bene di cosa sto parlando, invece. Collaborazioni con studi di animazione stranieri ce ne sono sempre state, ma il principale target dei cartoni giapponesi fino a non molto tempo fa era il pubblico giapponese. Ghostbusters e gli X-Men non li hanno inventati i giapponesi, cosa c'entra il fatto che abbiano collaborato in termini di animazione? Sono comunque prodotti concepiti dagli americani.
@Ryogo: si ma secondo me c'è una differenza tra gli esempi che hai fatto e quello che stanno facendo Madhouse, Gonzo e Bones ultimamente, o questa produzione di Lupin. La differenza sostanziale per me è che prima era una scelta, ora una necessità.
Io opere ad altissimo budget piene di fantascienza, sesso e violenza le chiamo l'apice degli anime, non il declino.
Apice per alcuni motivi, ma se ora ci ritroviamo un mercato anime costosissimo e indirizzato soprattutto agli otaku è colpa di quel periodo dove i primi otaku spendevano cifre folli per comprarsi le copie noleggio non esistendo quelle da acquistare.
Si ma quello che dici vale solo per il mercato home video giapponese e di riflesso, in parte, per quello americano, non per noi. Da noi gli anime hanno tutto un altro prezzo, non vedrai mai un box BD di una serie a 600 euro. In passato le compagnie giapponesi hanno provato ad abbassare i prezzi per vedere che sarebbe successo e si sono resi conto che non vendevano più copie di prima. L'home video è e sarà sempre destinato ad un ristretto gruppo di appassionati. Si potrebbe ricollegare il discorso a quello delle mancate vendite causate dalla pirateria ma lasciamo perdere.
Non capisco cosa ci sia di male nel fatto che gli anime siano indirizzati agli otaku, ossia agli appassionati. Dovrebbero forse cercare di vendere gli anime a persone a cui degli anime non frega niente? Sarebbe stupido e controproducente. L'unico modello che ti permette di coinvolgere un pubblico più ampio è, ad esempio, Crunchyroll. Peccato che con CR non ci fai neacnhe lontanamente abbastanza per produrre anime. Sinceramente spero che gli anime non diventino preda dei casual, quello si che vorrebbe dire limitarli, altro che gli otaku.
Nuova serie animata di Lupin III? ambientata in Italia? in anteprima mondiale proprio nel bel paese? Grande Giove, è meraviglioso! io ho sempre adorato Lupin!!
@Ryogo: "...se ora ci ritroviamo un mercato anime..." Cosa c'entra il passato? Stavi parlando del presente. E poi l'unica cosa che ho detto del mercato italiano è che da noi non hai mai dovuto pagare l'equivalente di 600 euro per una serie, ovviamente quando viene rilasciata un'edizione italiana, non parlo di importazione. Sinceramente faccio fatica a capire a cosa ti riferisci.
@Ale Secondo me Lupin è sempre stato un prodotto adatto a qualsiasi mercato, visto che non è un anime tipicamente giapponese, le sue avventure e vicende si svolgono in tutto il mondo e sono simili a quelle dei film di azione occidentali. Sono altri gli anime che mostrano usanze, tradizioni e stili di vita tipicamente giapponesi che non tutti potrebbero accettare o apprezzare.
Gli anime principalmente prodotti per il pubblico giapponese continueranno a essere prodotti comunque.
Ale (anonimo)
- 10 anni fa
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@Nekomajin: non ho detto che Lupin non fosse già di suo un prodotto adatto all'estero, mi hai fraintesa. Il mio punto è che, anche gli anime con ambientazione occidentale, venivano realizzati tenendo presente il pubblico giapponese come target primario. Questo era molto importante nel conferire ai cartoni giapponesi un carattere distintivo, che li ha sempre resi per certi aspetti "controversi" in Occidente. Se adesso vengono pensati principalmente come prodotto internazionale, vedrai che, ad esempio, un riferimento all'omosessualità in un anime per bambini non lo vedrai più. Non so se mi spiego.
Pensavo che volessi dire che questa nuova serie di Lupin sarà realizzata apposta per il mercato non giapponese, ma adesso ho capito cosa volevi dire. Probabilmente in futuro sarà come dici tu per quelle serie create apposta per il mercato occidentale anche se credo che qualche riferimento alla cultura giapponese ci sarà comunque, vista la recente iniziativa denominata Cool Japan lanciata dal governo giapponese per diffondere la cultura giapponese nel mondo. Anche il film La storia della principessa splendente dello studio Ghibli, tratto dal Taketori Monogatari, che ha ricevuto ottime critiche da tutti i giornali occidentali fa ben sperare.
Poi ripeto, credo che gli anime per il pubblico giapponese ci saranno sempre, gli anime "occidentalizzati" saranno prodotti a parte.
Ale (anonimo)
- 10 anni fa
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@Nekomajin: in realtà sembra proprio che questa nuova serie di Lupin sarà realizzata in primis per il mercato non giapponese. Probabilmente fatico ad esprimermi. Ciò a cui mi riferisco è la transizione che sta avvenendo nel target: mentre in passato, a prescindere dalla tipologia di anime, si creava un prodotto che intendeva principalmente raccontare una storia ai giapponesi, secondo la loro ottica, ora invece è probabile che si considererà prioritario usare un linguaggio più universale, "occidentalizzato", per rivolgersi in primis al mercato globale. Queste mie considerazioni non si basano solo su osservazioni personali; proprio di recente ho letto un articolo sullo stato dell'industria dell'animazione giapponese che confermava il trend. Considera che in Italia ci sono state censure persino nei cartoni basati sulla letteratura occidentale, questo perchè spesso ritenuti troppo "duri" per un pubblico di bambini. Il fatto è che venivano prodotti principalmente per raccontare i romanzi occidentali ai giapponesi, non per essere digeriti da un pubblico occidentale, e sai bene che i nipponici, a differenza degli europei che tendono ad edulcorare tutto, possono mostrare scene crude anche nei cartoni per l'infanzia. Si potrebbe verificare quindi un vero e proprio cambio di prospettiva nel raccontare le storie, per omologarsi agli standard internazionali, di stampo occidentale, riguardanti i prodotti per i giovani.
Avevo già compreso il tuo discorso, quel che non capisco è cosa c'entri questo con Lupin visto che, come ho già detto e pare tu sia d'accordo con me, non mi sembra uno di quegli anime da censurare e adattare per un pubblico non giapponese. Fosse stata un'anteprima al di fuori del Giappone di un anime tipicamente giapponese avrebbe più senso, ma non è questo il caso.
Ale (anonimo)
- 10 anni fa
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@Nekomajin: anche Lupin era nato per i giapponesi, non per il mercato estero. Questa nuova serie invece sembra nascere avendo presente principalmente un pubblico internazionale. Cambiando il primario target di riferimento, ci sarà un cambio di prospettiva nel raccontare la storia, che non è solo una questione relativa a scene violente o vagamente sensuali. Vedremo quanto questo nuovo trend - avere per target l'estero piuttosto che il pubblico domestico - si estenderà, e come cambierà l'industria dell'animazione nipponica. Al momento, a me l'idea non aggrada.