I Bonelli non tirano più come un tempo. Orfani è praticamente una delle serie più innovative e di successo degli ultimi anni nel panorama fumettistico italiano e Tex è ancora saldamente al primo posto nella classifica delle vendite di fumetti in Italia.
akira (anonimo)
- 10 anni fa
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ero alla conferenza e non è quello che è stato detto, che i fumetti bonelli non tirano più come un tempo. è stato detto che i giovanissimi che si affacciano al mondo del fumetto sono per la maggior parte influenzati da serie manga, piuttosto che da classici italiani (come appunto, Tex and company).
mauro cao (anonimo)
- 10 anni fa
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VORREI FARE UNA PRECISAZIONE PER ME MOLTO IMPORTANTE: La risposta del fatto che la bonelli non tira etc non è esatta. Il discorso era come vedi il futuro del mercato italiano, e io risposi che se mi dovessi basare sui ragazzi molto giovani che saranno il futuro del mercato, la bonelli non rappresenterebbe più il colosso che è, ma come sappiamo tutti non è così. E che quindi dato che tutto sta cambiando molto molto velocemente non sapevo e non so dove andrà a finire il mercato, come cambierà e se realmente i social network etc decideranno le sorti di questo mercato o meno. Spero di essermi spiegato, lungi da me mettermi a fare diatribe su bonelli o meno.
betty (anonimo)
- 10 anni fa
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adoro animeclick ma stavolta francamente la conferenza era molto più interessante e divertente di come riportato...capisco la necessità di una sintesi ma non è ben chiaro quanto detto da Filosa e Cao, per esempio, nè chi siano realmente come fumettisti..le sintesi servono ma bisogna saperle fare
leggendo quel che hanno scritto sulla Bonelli... Massimo rispetto per il loro lavoro..però..
Voglio vedere se gli arrivasse un'offerta di lavoro da case editrici che non ritegono innovative come si comporterebbero
hatsumomo
- 10 anni fa
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io c'ero e non si è assolutamente parlato male di bonelli nè di nessun altra realtà editoriale. spiace che sia stato riportato così. peraltro gli autori intervistati non sono bimbim***ia ma sono stati già pubblicati da case editrici italianissime, percui non penso proprio intendessero parlarne male.
spiace che sia stato riportato così. peraltro gli autori intervistati non sono bimbim***ia ma sono stati già pubblicati da case editrici italianissime, percui non penso proprio intendessero parlarne male.
Dalle parole riportate non sembrano assolutamente dei bimbim***ia nè dei denigratori della Bonelli ma, semplicemente, persone che per tirare acqua al loro mulino interpretano i dati in maniera arbitraria. E' vero che la Bonelli non vende come prima ma questo è non è imputare ad un scemare del gradimento ma alla crisi del mondo dell'editoria che mina le vendite non solo degli albi Bonelli ma anche i comics e i tanto lodati manga di cui tra l'altro neanche un esponente è presente nella top 10 dei titoli più venduti in Italia rimanendo, come numeri, inferiori rispetto alle testate statunitensi. Ah, ovviamente escluso il "I fumetti italiani in stile Bonelli sono solo intrattenimento, mentre nei manga si può sempre vedere un riflesso della cultura giapponese... "
In conferenza non si è mai parlato male della Bonelli o di altre case editrici. Mi scuso se magari il mio testo è scritto in maniera poco chiara e vi ha dato questa impressione, assolutamente falsa. Dove citata, la Bonelli è stata usata solo come termine di paragone in quanto una delle realtà del fumetto italiano (la principale, probabilmente) in confronto ai fumetti giapponesi o ad un'altra tipologia di fumetti made in Italy che ad essi si rifà, ma non vi è mai stato un giudizio negativo nei suoi confronti. Il discorso sulla Bonelli (scusate se l'ho scritto in maniera fraintendibile, ho provveduto a correggere, in modo da fermare un discorso che c'entrava poco), non era da intendere a livello di vendite, ma a livello di gradimento dei giovani aspiranti fumettisti, che oggi sempre più spesso si ispirano nel disegno ai manga piuttosto che a Tex.
E' stato un incontro davvero molto interessante, che mi ha permesso di conoscere autori italiani a me sconosciuti sino a quel momento, che sicuramente terrò d'occhio, procurandomi i loro lavori. Ultimamente, credo che, più che i manga giapponesi seriali (comunque sempre molto seguiti dai giovanissimi e dagli adolescenti), ciò che ha più successo nelle fumetterie e nelle librerie siano le graphic novel, sia quelle di autori stranieri (americani, francesi ecc.), sia quelle di molti autori italiani giovani, che si stanno lentamente facendo conoscere con stili accattivanti, storie spiritose, toccanti o interessanti e mettendo nei loro lavori sempre qualcosa di sé o del mondo generazionale a cui appartengono o che li ha cresciuti da ragazzi. Credo che sia importante tenere d'occhio i nostri autori e cercare di valorizzarli. Vedo che, ultimamente, fra librerie, Internet e fiere, ci sono molti autori italiani che vanno forte, e, anche se spero di lavorare nel campo dei manga giapponesi, la cosa mi rende contento.
Un grosso ringraziamento ai tre autori per il bell'evento, sperando di poterli ritrovare in futuro per altri eventi o progetti, e, in particolare, anche per una piccola correzione al testo di cui mi scuso ancora.
@Kotaro. ma a livello di gradimento dei giovani aspiranti fumettisti, che oggi sempre più spesso si ispirano nel disegno ai manga piuttosto che a Tex.
Ecco, già qui si può discutere. Bisogna fare però una seria distinzione tra i fumettisti che effettivamente lavorano e vendono e i ragazzini alle prime armi che scopiazzano i manga. Zerocalcare, Don Alemanno, Simple&Madama per citarne alcuni, sono giovani autori da poco sul mercato ( Zerocalcare da più tempo ) che non hanno nulla a che vedere con il mondo manga così come quasi tutti gli autori di novel. La storiella dei giovani fumettisti che preferiscono lo stile manga è appunto una storiella che va bene fintanto che si rimane ancorati alla realtà delle scuole superiori ( dovuto principalmente alla maggiore lettura di manga ed ad una mancanza di cultura fumettistica ). Di fumetti di ispirazione manga mi vengono in mente Somnia ( più che altro un brutto scopiazzamento, difatti si vede la mancanza di personalità )e le Witch ( sebbene questa testata sia affine ai manga unicamente per l'ispirazione sentai mentre tecnicamente rimane un fumetto occidentale in tutto e per tutto )
Io sono cresciuta in mezzo ai fumetti e ho imparato a sfogliarli quando ancora non sapevo leggere, tra le storie della Bonelli (grazie a mio padre che è ancora un accanito lettore di quasi tutto ciò che è targato Bonelli), Topolini, Paperini ecc. (grazie a mia madre) e avvicinarmi ai manga, con i loro disegni che incantavano i miei occhi di bambina senza neanche ancora capire le storie è stato facile (grazie genitori che me li avete comprati, e scusate se ho protestato quando non mi avete preso Ranmaru XXX, non avevo capito!). Non mi sento di denigrare un genere piuttosto che un altro. Il mondo della lettura è vario e vasto e c'è spazio per tutto, e sono felice di emozionarmi in modo uguale leggendo un manga a caso o un Dylan Dog... ma non vedo di buon occhio, attualmente, il manga italiano per il semplice motivo che penso che manga non siano solo tette e occhi giganti ed espressioni stereotipate. Credo che per scrivere un buon manga, essere giapponesi sia quasi fondamentale. Non basta conoscere il Giappone, bisogna proprio viverlo. Con questo, ben vengano i nuovi artisti che vogliono tentare, non posso che augurare loro tanta fortuna. Per quanto riguarda il mio modesto parere, attualmente, tra quelli che ho sfogliato, nessuno ha mai veramente attirato la mia attenzione.
betty (anonimo)
- 10 anni fa
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@Haruhi, sono cresciuta coi fumetti (italiani) mooooolto più vicino di qualunque altro e posso assicurarti che esistono volumi jap-oriented (non li chiamo "in stile manga" perchè è una dicitura che dà adito a fraintendimenti, vedo) che non scimmiottano nulla, nè tantomeno hanno a che fare con tette e occhioni. Basta documentarsi. Non ti faccio nomi per non incorrere in un inutile e poco etico spam, che penso qui non sia gradito. Gli autori che hanno partecipato a questa conferenza, anche in questo caso senza specificare chi e cosa (basta googlare ) non sono esordienti nè giovanissimi, è gente che ha ottenuto riconoscimenti, tiene corsi e pubblica graphic novel in Italia - non con Giappogiappo Press, insomma, ma con realtà riconosciute. Disegnare manga significa seguire un preciso stile narrativo, non significa festeggiare la fioritura dei Sakura e indossare il kimono. Si tratta di sposare un codice stilistico: può farlo chi è nato a Hokkaido come chi è nato a Brescia. Non gli si chiede di stravolgere le sue tradizioni culturali, ma di impostare pagine e ritmo del racconto in un certo modo. Altrimenti, solo gli americani potrebbero disegnare l'Uomo Ragno, o in Italia ascolteremmo ancora solo Claudio Villa (bravissimo, per carità!). Insomma, non incastriamoci nelle solite diatribe, ognuno ha i suoi gusti e proprio i relatori della conferenza hanno sottolineato come in Italia ci sia ancora molta diffidenza e pregiudizio nei confronti di chi racconta in gabbia manga, e si tenda a mescolare fanzinari con professionisti. Alla fine, ognuno compri un po'quello che più gli garba.
Lo stile dei giovani fumettisti è un'incrociarsi di linee sfuggenti - non citerei davvero Zerocalcare, che è stato allievo di Tuono Pettinato ed è una specie di genius loci, tanto quanto lo è Gipi - e si rifà al complesso della tradizione italiana, alle Graphic Novel, anche al gruppo Bonelli ( è in crisi? Senz'altro, lo si dice da alcuni anni, ma è una crisi da cui si può ben uscire, con idee, investimenti, non di facciata, e con un'attenta politica dei prezzi che stanno diventando troppo alti, per un'Orfani che non va proprio benissimo ci sono le Storie e Dragonero che godono di buona salute, è un peccato sia stata chiusa la collana dei romanzi ma non sapevano come usarla e all'orizzonte ci sono diversi progetti multimediali ), ed hanno in se venature dell'historietas latino americana, e manga, così come ci sono nel fumetto di mezzo mondo. Sono nuovi soggetti che devono trovare loro spazi, e non è semplicissimo.[ c'è stata un'interessante manifestazione a Lucca, a proposito del fumetto digitale, qualcuno c'è andato ?]
Non vivo di solo manga, anzi chi mi conosce sa che ho certamente letto maggiormente opere altre, per questo non capisco come mai ci sia questa ostilità verso i manga italiani, l'ibridazione dei linguaggi è la chiave di volta del successo del fumetto che si nutre dei più diversi e distanti elementi ricombinandoli, forse noi in Italia dovremmo essere più consapevoli di questo visto che la nostra stessa cultura nasce da influenze fra loro diversisime..
Non vivo di solo manga, anzi chi mi conosce sa che ho certamente letto maggiormente opere altre, per questo non capisco come mai ci sia questa ostilità verso i manga italiani, l'ibridazione dei linguaggi è la chiave di volta del successo del fumetto che si nutre dei più diversi e distanti elementi ricombinandoli, forse noi in Italia dovremmo essere più consapevoli di questo visto che la nostra stessa cultura nasce da influenze fra loro diversissime...
L'hai detto tu stesso il perchè in Italia i manga italiani sono visti in malo modo. Ibridazione dei linguaggi, non mera copia incolla di situazioni/tecniche di un'altra cultura perchè va di moda/fa figo. L'ibridazione tra stile americano e inglese ( mi vengono in mente Sandman e Watchmen ) ha portato alla luce alcuni delle opere migliori del fumetto mondiale, lo stesso Bonelli Tex ( così come il resto del filone degli spaghetti western ) ha preso un genere americano modificandolo attraverso l'occhio italiano, oggi invece cosa fanno questi autori di manga italiani? Delle brutte copie di manga.