Pur condividendo certe parti, mi sembra che la recensione di WataMote affidi a quest'anime una profondità che non ha. L'introspezione della protagonista è buona, offrendo una buona panoramica delle paranoie che persone insicure come Tomoko si creano, ma oltre a questo non mi è sembrato così profondo, oltre a non essere neppure originale come tema. Non ci ho neppure visto tutte queste "allegorie della vita moderna" o la critica all'alienazione prodotta dalla società, ma chissà, magari ero distratto io e non me ne sono accorto... Alla fine, a differenza di ciò che dice Thorgim, per me WataMote è un'anime comico piuttosto leggero, nonostante l'umorismo effettivamente tragicomico, da vedere in tempi piuttosto dilatati per non cadere nella ripetitività e nella noia.
Resto convinto che il miglior anime su quest'argomento sia in assoluto Welcome to the N.H.K., questo sì dotato di una profondità impressionante, mentre per restare al 2013, anno di uscita di WataMote, come commedia scolastica dotata di un humour nero e con protagonista la figura di un emarginato c'è Oregairu, a mio parere molto superiore a WataMote.
Finalmente qualcun altro che coglie la profondità insita in Watamote. Anch'io lo ritengo un anime da 10; tuttavia non sono completamente d'accordo con la conclusione a cui giunge Thorgrim. Per quanto mi riguarda la colpa di ciò che accade (o non accade) a Tomoko è al 90% di Tomoko stessa. Più che una società crudele ci vedo una società indifferente. Che è lo stesso un problema, ma non così grave.
Toh, vedo che viene come al solito citato Welcome to the nhk. Copincollo il messaggio che scrissi all'ultimo "manga/anime (s)consigliati", allora :
"Io considero Watamote un quasi-capolavoro (aspetto di vedere come si conclude il manga per giudicare definitivamente) impregnato di tragicomico realismo. Più tragico che comico, in realtà.
Di Tomoko ne è pieno il mondo, e l'anime tratta l'argomento della sociofobia con il garbo e il rispetto necessari, al contrario di altre opere ciniche e fasulle come ad esempio Welcome to the NHK.
È estremamente più realistico, infatti, che il malessere interiore di persone come Tomoko sia completamente invisibile alla società, soprattutto in una così impostata come quella giapponese. Non basta una buona samaritana piombata dal nulla per risolvere la situazione da un giorno all'altro come capita nel "capolavoro" sopracitato. (so già che verrò attaccato per questa affermazione ma stringi stringi è ciò che succede)
Il rovescio della medaglia (?) è che l'impostazione stessa della protagonista rende questa serie un bel po' di nicchia, nel vero senso della parola. Penso infatti che sia pienamente apprezzabile solo da chi è stato come Tomoko o abbia avuto a che fare con persone come Tomoko nella sua vita. Ritengo sia impossibile, altrimenti, capire appieno cosa le passa per la testa. È una serie quasi scritta in codice, da questo punto di vista.
L'apparente immobilismo è uno dei suoi punti di forza. Una qualsivoglia "fuoriscita dal guscio" sarebbe stata fin troppo irrealistica e banale, soprattutto nel breve arco di tempo coperto dall'anime (neanche un anno scolastico). L'anime ne è perfettamente consapevole e punta, invece, sul volerci mostrare fino in fondo quanto possa essere realmente sola una persona come Tomoko. Beh, missione compiuta direi. Le ultime puntate sono uno strazio (non in senso negativo, eh!) e diventa pressoché impossibile non provare empatia per la povera protagonista.
Andando al di là dell'aspetto sociologico, la serie si contraddistingue per avere alcune delle più belle citazioni e parodie ad altri anime famosi (o interi generi) mai viste dai tempi di excel saga. Indimenticabile Tomoko che prova a imitare Yuki Nagato di Haruhi per rendersi conto sulla sua pelle che fare la taciturna funziona solo negli anime per ritardati come quello
Vabbè, mi sto dilungando troppo. Per farla breve, penso che la serie sia stata un po' troppo incompresa."
Ben delineati gli dei di kamigami...mah mi sembra esagerato. Soprattutto non sono dei , ma semplicemente i soliti stereotipi bishonen. Loki soprattutto potrebbe benissimo avere un altro nome... E' un anime carino sì, ma non da 8.
WataMote, ovvero "Tomoko subisce ancora" (cit.). Dei tre è l'unico che ho visto, anche se solo per metà, ma ho intenzione di completarlo perché merita. Concordo con il recensore sul fatto che ricorda le avventure tragicomiche di Fantozzi, stavolta in versione "ragazzina liceale". Ma sebbene faccia ridere all'apparenza, dietro c'è tanta tristezza. Purtroppo il fenomeno dell'emarginazione è una brutta bestia, e in ogni scuola ormai ci sono minimo 3-4 ragazzi come Tomoko, ma anche in altri ambiti, e questo deve far riflettere. Tuttavia, certi pezzi sono davvero esilaranti, specialmente la storia delle mazze da baseball, che mi ha fatto ribaltare dalle risate. E che dire di quando giocherella in classe con le mutande in mano...
Quello di Tomoko è un personaggio abbastanza unico, difficilmente lo trovi in un altro anime: trasandata al massimo e con un look da zombie, maniaca di chat virtuali, e sempre immersa in soliloqui in cui dice un mare di assurdità. Il bello è che lei stessa fa di tutto per danneggiarsi, con le sue trovate strambe che non portano mai a niente, a parte ridicolizzarsi da sola. E dire che le basterebbe poco per avere tanti amici, se solo si rendesse conto che i suoi metodi sono sbagliati...
WataMote non sarà un capolavoro, né un grande anime e nemmeno così eccezionale a livello di risate, ma la cosa certa è che sia riuscito eccome nel suo intento: sparare a zero sull'industria dell'animazione giapponese e sul suo fandom, spingendosi, quando serve, perfino all'insulto vero e proprio per bocca della protagonista, fino ad allargare la critica al generale degrado adolescenziale e sociale del proprio Paese; tutto ciò compiuto entro un'ottica sempre distaccata, che non prende mai le parti di nessuno, com'è usuale in tutte le opere tragicomiche.
La maggior parte delle critiche piovute su questa serie potrebbero tutte confluire in una affermazione in particolare: "Non so se avrei dovuto ridere o provare pena per la protagonista" - che può derivare soltanto da un approccio sbagliato alla visione: è inutile provare a mettersi nei panni di Tomoko, o quantomeno, non lo si richiede, perché ripeto, lo spettatore non viene mai invitato a commiserarla, né deriderla - al massimo ci si può affezionare, quello sì; In secondo luogo, è inutile pretendere un tipo di humor accostabile alla stragrande maggioranza dei gag-anime, da una serie che è così sfacciatamente "anti-anime", a partire dalla stessa eroina che è l'"anti-moe" per eccellenza; oserei piuttosto accostare questo tipo di comicità ad un più lascivo e cinico modello occidentale, del tipo che può lasciare piuttosto disorientato un semplice "animefan" non certo avvezzo a cotanta cattiveria. E io, che da questa cattiveria sono sempre stato affascinato, e che da molto tempo a questa parte rido di gusto soltanto con la stand-up comedy, dopo aver visto il primo episodio mi ero trovato subito a mio agio, e stupito in positivo per come l'anime si presentasse così "diverso" da tutti gli altri. WataMote è sì, veramente di nicchia, ma allo stesso tempo lo si fa rientrare nel genere comico, dunque mantenere entrambi gli status vuol dire inevitabilmente non incontrare i gusti e la comprensione di tutti: in genere chi cerca un titolo comico non si aspetta minimamente un prodotto di nicchia e nemmeno valuta la possibilità che lo sia, motivo principale per cui è stato snobbato dal grande pubblico. Che sia stato snobbato dagli otaku poi è ancora più chiaro: gli è bruciato sentirsi chiamati in causa così esplicitamente
Ohhhh, che emozzzzzione, una mia recensione dopo tutto questo tempo! *.*
Prima di iniziare a dare risposte ci tengo a precisare un paio di cose: 1) Non esistono serie considerabili "capolavori" in senso assoluto. Per quanto una serie possa essere eccellente è comunque soggetta ad un giudizio di tipo soggettivo da parte dello spettatore. 2) Ogni serie ha un obbiettivo e se l'obbiettivo viene raggiunto allora la serie è da considerarsi riuscita.
@Heisenberg25:"Inoltre non capisco come faccia Thorgrim a considerarla una serie per stomaci forti e per un pubblico maturo ?_?"
Watamote è una serie che per essere capita necessita di una grande dose di maturità, autocoscienza e autoironia. Personalmente mi sono rispecchiato molto in Tomoko poiché anche io alla sua età facevo le stesse cose se non di peggio. Vedere questa serie è come mettersi davanti ad uno specchio e rendersi conto di quanto si era ridicoli ed egocentrici in passato. Non tutti hanno questo "stomaco" per digerire concetti del genere.
@Sarren:"Non ci ho neppure visto tutte queste "allegorie della vita moderna" o la critica all'alienazione prodotta dalla società, ma chissà, magari ero distratto io e non me ne sono accorto..."
Fa nulla, non ti preoccupare Mi riferivo a scene come quelle della fabbrica, o al tentativo di Tomoko di addentrarsi nel quartiere per adulti o la scena del padre che ritorna a casa e trova la figlia addormentata con un Hitachi vicino le gambe e un eroge su schermo. Insomma, la frecciatina è abbastanza palese direi.
"Resto convinto che il miglior anime su quest'argomento sia in assoluto Welcome to the N.H.K."
Sono due tipologie di prodotto diverso, quasi del tutto non paragonabili. Tomoko è una disadattata in piena crisi adolescenziale e alla ricerca di una vita normale, Tatsuhiro è un hikikomori adulto cosciente della propria realtà. Per quanto apparentemente simili le tematiche sono in realtà diverse. Stesso dicasi per "Oregairu" dove i protagonisti sono volutamente asociali e non emarginati. L'unico prodotto veramente paragonabile a Watamote, come detto in recensione, è il ciclo di Fantozzi.
Personalmente penso che Watamote abbia colto in pieno il suo scopo, fare satira, e che lo abbia fatto anche con parecchio stile e crudeltà. Nel suo genere è un piccolo capolavoro e il fatto che tecnicamente sia più che ottimo non fa altro che giocare a suo favore.
AnimexCaso (anonimo)
- 10 anni fa
23
per carità, ognuno può avere i propri gusti ma 10 a Watamote no!
A me WataMote ha deluso e non poco, o per meglio dire mi ha deluso Tomoko con il suo atteggiamento da volpe con l'uva. Del resto il titolo è tutto un programma: "Non importa come la pensate, è colpa vostra se sono impopolare!". Ma mi è piaciuta la recensione di Thorgrim, perciò l'ho spolliciata.
Io l'ho sempre detto che Watamote non è altro che una serie di Fantozzi in versione anime. Ci manca solo ascoltare come canzone "La Ballata di Tomoko" e siamo a posto.
Anch'io ritengo WataMote l'anime migliore nel suo genere,nonostante sia impostato come commedia,viceversa ho trovato inguardabile Welcome to the NHK,cosi finto che l'ho droppato a metà,mentre Oregairu è stato sotto le mie aspettative,con diversi siparietti / fanservice inutile (non ho mai sopportato i trap,per fare un esempio) e anche questo piuttosto irrealistico,dato che all'interno del suo club il protagonista sarà ricercato spesso e la gnocca intorno non gli manca,seppur sia caratterizzato come si deve. WataMote è l'emblema assoluto di come vive un otaku introverso e con parecchio orgoglio di sè.Qualcuno non ha apprezzato il fatto che Tomoko dia sempre la colpa agli altri,ma per me è perfetto cosi,perchè la capisco completamente: ci sono persone che vivono da solitarie e con idee diverse pensa che sono gli altri ad essere inferiori,perchè continuano ad alimentare il proprio ego...Un emarginato non è per forza depresso,ricordatevelo.Ad ognuno di voi piace pensare di essere potenzialmente meglio del prossimo,vero? Perchè non è facile uscirne? Perchè è una vita comoda.Nonostante l'emarginato "aggressivo" abbia molto da dire,ha comunque paura di rivoluzionare la sua situazione oppure in realtà non crede che le cose cambieranno mai cosi facilmente: ed ecco spiegata pure la timidezza fuori casa o quando deve prendere l'iniziativa,preferendo un atteggiamento passivo,una dimostrazione la si ha quando Yuu la invita al cinema e si eccita tantissimo,fantasticando e pensando a cosa indossare,per poi disperarsi quando viene rimandato,vedendo allontanarsi una possibilità molto agognata di poter migliorare le cose,almeno nella sua fantasia.E'una serie impostata come commedia,questo è vero ma il vero obiettivo è cercare di immedesimarsi nella protagonista e capire ciò che pensa degli altri e della sua amara vita,le gag sono più per sottolineare i momenti sui quali fare attenzione che per ridere. Per me è un titolo da 9.
Innanzitutto ringrazio la redazione per aver scelto la mia recensione di Kamigami! Le caratterizzazioni degli dei certo non sfuggono dai canoni del genere, ma se guardiamo al livello medio dei titoli analoghi, penso che anche sotto quest'aspetto Kamigami abbia un punto a favore. Se facessi un paragone più generico con tutto il parco anime in generale (comunque impossibile), allora probabilmente il voto s'abbasserebbe. Comunque come specificato è un 7 e 1/2 non un 8, sono stata più di manica larga rispetto agli altri recensori e ho arrotondato per eccesso!
"Shin Getter Robot vs Neo Getter Robo" mi ha deluso parecchio. Come dice micheles, è vero che si ripropongono volutamente le ingenuità tipiche del robotico nagaiano, ma a inserirle in un prodotto moderno si corre il serio rischio di rendersi artificiosi. E questo limite è varcato spesso, con risultati tutt'altro che esaltanti: le scene d'azione sono buone ma infantili, l'umorismo è grossolano e solo raramente simpatico. Imperdonabile però il ruolo da babbeo riservato a Ryoma... qui non posso proprio chiudere un occhio.
"Watamote" è carino, a mio parere decisamente superiore a "Welcome to N.H.K.", finto e noioso all'inverosimile. Certe gag sono fenomenali (la parodia di Stealth Momo è mitica), anche se a volte sfocia in toni eccessivamente tragicomici: colpire nel vivo e troppo duramente (anche se è lo scopo della figura di Tomoko) può invogliare lo spettatore a guardare dall'altra parte.
Non è niente di che, considerando che è una serie che gira molto su delle Gag che non sono veramente niente di eccezionale.
Inoltre non capisco come faccia Thorgrim a considerarla una serie per stomaci forti e per un pubblico maturo ?_?