5 cm al secondo e beyound the clouds sono i perfetti esempi di come non si fa un film d autore (il primo almeno è sufficiente mentre il secondo è solo tra i più brutti film d'animazione degli ultimi 20 anni). Agartha tenta di proporre delle cose nuove a livello di narrazione ( resta il suo film più sottovalutato ) tentando nuovi sbocchi per la sua poetica. Il giardino delle parole è robetta sulla falsariga della precedente produzione.
Ho scoperto da poco Makoto Shinkai e per ora ho visionato solo "il giardino delle parole" e "5 cm al secondo" e li ho apprezzati davvero tanto entrambi, ora oltre che recuperare i suoi lavori posso anche aspettarne uno nuovo, non vedo l'ora.
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Shinkai difficilmente sbaglia, solamente Il viaggio verso Agartha decisamente non è all'altezza dei suoi soliti altissimi standard, ma resta ugualmente abbastanza godibile, se lo si guarda in originale (meglio dimenticarsi dell'abominio realizzato dalla Kaze).
Spero solo che il voler creare qualcosa di più divertente non faccia perdere a Shinkai il suo solito tocco di poesia che caratterizza i suoi lavori.