Conoscevo già la figura di Izumo no Okuni grazie ad un episodio di una vecchia serie animata del quale conosco solo il titolo italiano "Fiabe ed eroi" che andava in onda quasi trent'anni fa su Odeon TV. Certo che questo tipo di spettacolo è davvero difficile da comprendere per chi non conosce bene la lingua e la cultura antica del Giappone (e cioè la maggior parte di noi, me compreso), però senz'altro certe rappresentazioni molto spettacolari, in particolare certe danze molto vivaci sono davvero affascinanti, e i costumi di scena sono davvero una gioia per gli occhi! Grazie mille Hachi194, per quest'ennesima perla di cultura tradizionale nipponica! I tuoi articoli sono davvero tra i più interessanti di questo magico portale!
Bell'articolo molto dettagliato, brava Hachi! Io sono sempre stata incuriosita dal kabuki fin da quando ho visto l'anime di Haikarasan ga toru (Mademoiselle Anne), in cui uno dei personaggi, Ranmaru, l'amico d'infanzia della protagonista da sempre innamorato di lei, è appunto un giovane attore kabuki! Ed attualmente sto seguendo con interesse il manga Pin no kona (Il sentiero dei fiori), ambientato nel mondo del kabuki, in cui i 2 protagonisti maschili sono entrambi attori. Peccato che la pubblicazione italiana sia ferma da un po': quando uscirà il nuovo numero?
La mia prima impressione sul teatro kabuki è quella delle prime parole di Hachi: una palla immensa! L'articolo però mi ha fatto capire che è un genere che ha bisogno di una chiave di lettura ben precisa per apprezzarlo, e qui voglio fare i complimenti ad Hachi: sei riuscita a fare un bellissimo riassunto di quello che è dietro a questa forma teatrale, dalle origini alle varie sfaccettature delle opere che vanno in scena.
Alcune cose che mi hanno incuriosito:
* Nonostante i vari tentativi delle autorità di "stroncare" il genere, i giapponesi hanno fatto di tutto per dimostrare il loro apprezzamento per questo genere d'arte * Ci saranno compagnie che, anche solo per memoria, hanno nel loro repertorio le opere di Izumo no Okuni? * Il teatro dove recitano soli uomini deriva dal teatro dove recitavano solo donne * Gli appassionati prenotano con un anno di anticipo gli spettacoli a cui vogliono assistere e si portano il pranzo per assistere alla rappresentazione completa di un'opera
Non andrò al al Kabuki-za di Ginza di Tokyo, ma ora che so qualcosa in più su questo genere teatrale mi piacerebbe vederne qualche spezzone in video (se poi avesse i sottotitoli sarebbe il massimo).
Complimenti come sempre ad Hachi, l'articolo è molto interessante, il kabuki l'ho sempre guardato con una certa curiosità. Certamente non riuscirei a sorbirmi una rappresentazione intera, ma vederne uno scorcio dal vivo non mi dispiacerebbe affatto, adoro il trucco e i costumi.
Il teatro nō è persino più antico (XIV secolo) e più difficile da comprendere (più di nicchia e 'nobile', mentre il Kabuki nasce dal basso, ne è la 'volgarizzazione'), sarebbe interessante capire le numerose differenze ma anche eventuali affinità e influenze fra queste 2 tradizioni teatrali. Poi c'è anche il Bunraku da non sottovalutare. Articolo come sempre molto ben scritto, alcune cose proprio non le sapevo, tipo che una rappresentazione durasse un giorno intero.
Alexander
- 9 anni fa
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"ragazzi molto giovani (Wakashu-Kabuki) che grazie ai loro lineamenti ancora fini e alla voce non ancora roca e mascolina potevano cimentarsi anche nei ruoli femminili"
interessante come approfondimento... credo di aver trovato qualcosa di simile al Wakashu-Kabuki in un manga bara ma forse era una variante in cui c'era solamente un ballerino che doveva ammaliare il pubblico (?) http://2.bp.blogspot.com/-cVB2wx4qUSQ/Ut-LjRYDXAI/AAAAAAABsOo/oz_hBgwzo4A/s1600/The_Protege05.jpg
Come disse il mio prof: "Salve, sono il commodoro Perry: o vi aprite, o vi apriamo!". Aaah, mi torna in mente l'estate che passai a studiare per l'esame di letteratura giapponese; non ho mai studiato con così tanto piacere...! E' stato bello rinfrescarsi la memoria con questo articolo
Al Kabuki-za di Ginza sono stato durante il viaggio di Animeclick dello scorso agosto, nella giornata libera. Ho visto un brano di un solo atto intitolato "Kioi Jishi": per gli stranieri era disponibile, pagando un extra, anche un'audioguida in inglese con la descrizione della trama, ma io, pur non conoscendo il giapponese, non l'ho presa per gustarmi appieno la recitazione e le musiche. È stata una bellissima esperienza, ma del resto io sono anche uno di quelli che "si sparano tre ore di un'opera di Wagner in tedesco senza batter ciglio"!