"Reputo il secondo volume più interessante perché parlerà di serie che gli italiani non hanno mai visto e che oltretutto sono molto più belle di quelle degli anni settanta, con delle trame veramente coinvolgenti."
Mi sono trattenuto a stento... C'e' da dire pero' che Modina, come me, chiude l'eta' dell'oro del robotico nel 1984, e se parla di quegli anni non ho molte proteste da fare. E' dal 1985 in poi che avrei da eccepire.
Sono9 veramente contento di aver seguito dal vivo a questa presentazione, e di aver potuto conoscere personalmente Fabrizio Modina! Anni fa ascoltavo sempre con attenzione la sua rubrica su AWR, e devo dire che il volume presentato è davvero molto interessante e ricco di informazioni e curiosità su questo periodo. Spero proprio che si raggiunga presto l'obiettivo delle vedite che la J-pop si è prefissa, così da poter prendere anche il secondo volume. Comunque sia, benché proprio il periodo trattato 1963-1978 sia quello in cui abbiamo visto di più, in pratica solo pochi titoli (il primissimo Tetsujin 28 GO, Rainbow sentai Robin e Yuusha Raideen) sono inediti in Italia, è comunque molto positivo sia stata fatto un simile lavoro enciclopedico su un genere, che per quanto sia stato avversato dai benpensanti, è stato quello che ha contribuito in maniera fondamentale a diffondere l'animazione giapponese nel nostro paese.
È stata una scelta grafica e anche di spazio. Beh, ma stilare l'indice e metterlo online da scaricare gratis? Fungerebbe anche da depliant pubblicitario.
Jeeg (anonimo)
- 9 anni fa
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@God87 "Reputo il secondo volume più interessante perché parlerà di serie che gli italiani non hanno mai visto e che oltretutto sono molto più belle di quelle degli anni settanta, con delle trame veramente coinvolgenti."
@micheles "Mi sono trattenuto a stento... "
Non è colpa di Modina... E' stato il trauma del Goldrake non ricevuto da bambino
Comunque Modina altro che girellaro! Non vuole nemmeno sentire Calendarman ;__; Mi piace la sua serietà ma niente esagerazioni! Ormai con i dvd abbiamo anche il doppiaggio giapponese quindi abbiamo quasi tutto ^__^
A quali in particolare si riferirà? Eccoti una lista di anime dal 1981 al 1984. Sono in grandi maggioranza serie inedite in Italia. Sicuramente Medina li analizzera' tutti nel secondo volume:
1981 01.31 Saikyo Robo DAIOJA 03.01 Ougon Senshi GOLD LIGHTAN 03.04 Hyakuju-Ou GOLION 07.03 Sengoku Majin GOSHOGUN 10.02 Rokushin Gattai GOD MARS 10.06 Galactic Cyclone BURAIGER 10.23 Fang of the Sun DOUGRAM 1982 02.06 Blue Gale XABUNGLE 03.03 Kiko Kantai DAIRUGGER XV 05.05 Makyo Densetsu ACROBUNCH 07.06 Galactic Gale BAXINGER 10.03 Super Dimension Fortress MACROSS 1983 01.21 Mission Outer Space SRUNGLE 02.05 Aura Battler DUNBINE 03.30 Kosoku Denjin ALBEGAS 04.01 Armored Trooper VOTOMS 04.05 Galactic Whirl Wind SASURAIGER 07.03 Cho Jiku Seiki ORGUSS 07.06 Psycho Armor GOVARIAN 10.02 Genesis Climber MOSPEADA 10.07 Tokuso Kihei DORVACK 10.21 Round Vernian VIFAM 1984 02.03 Cho Kosoku GALVION 02.04 Heavy Metal L-GAIM 03.04 Video Senshi LASERION 04.05 Giant GORG 04.15 GOD MAZINGER 04.15 Cho Jiku Kidan SOUTHERN CROSS 10.05 Panzer World GALIENT 10.06 Choriki Robo GALATT 10.07 Sei Jushi BISMARCK
@Jeeg: No, Modina non mi è sembrato affatto un talebAnime purista sino all'intolleranza. Il fatto è che ha scritto questo libro per fare una enciclopedia non destinata ai nostaglici, almeno non solo per loro, ma che potesse essere una seria e precisa trattazione di un fenomeno su cui spesso ci si è approcciati o con spocchiosa sufficienza, o mossi troppo semplicemente dalla nostalgia di ciò che si era visto e sentito in TV. Per fare questo è ovvio che abbia riportato i nomi dei personaggi, dei mezzi e i titoli delle opere così come erano in originale. Il suo invito ad interessarsi a Yattodettaman e non a Calendarman, va inteso proprio nel senso di cercare di spogliarci per un attimo della inevitabile, almeno per chi come me e lui appartiene a quella generazione, nostalgia di quelle cose che avevano accompagnato la crescita di chi vide per la prima volta sulle nostre TV i super robot animati, ed indossare i panni del vero appassionato che desidera conoscere tutti gli aspetti ed i retroscena degli anime del genere mecha. E oltrettuto in questo modo far avvicinare anche coloro che sono nati dopo il boom di questo fenomeno alla vera dimensione ed importanza di ciò che ha rappresentato, e che in qualche modo, con le dovute evoluzioni, rappresenta ancora oggi. @micheles: Cosa volevi eccepire dopo il 1985? La fine della golden age dei super robot?
Confermo quanto detto da Micheles, i robot trattati dovrebbero essere quelli, anzi proprio ieri ho sentito Modina e stava completando la scheda di Dougram
Jeeg (anonimo)
- 9 anni fa
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@Monfrin "Modina non mi è sembrato affatto un talebAnime purista sino all'intolleranza"
E' vero , visto il video sembra una persona competente, simpatica e "alla mano" E che ho conosciuto persone che se parli di "Venusia" diventano isterici. Lo so che si chiama Hikaru Makiba ma stai calmo!
Il libro come avevo già scritto mi è piaciuto moltissimo e aspetto il prossimo anche perché a parte Votoms, Macross, Dunbine e Golion (Voltron?) e qualcosina di Laserion e Goshogun (Gotrinitron?) degli altri so pochissimo quasi nulla
Cosa volevi eccepire dopo il 1985? La fine della golden age dei super robot?
No, ha ragione Medina a porre la fine della golden age in quel punto. La frase "i robotici degli anni ottanta sono migliori di quelli degli anni settanta" tout court e' eccepibile; anzi, se ci si riferisse a quelli post 1985 (incluso) sarei assolutamente in disaccordo; siccome pero' so che Medina si rifererisce solo a quelli pre 1985 (escluso) la considero sensata/ragionevole/sostenibile, anche se io da nostalgico continuo ad avere un occhio di riguardo per gli anni settanta.
Lo temevo. E' una serie che non e' stata ancora fansubbata a quanto ne so. E' un peccato perche' sembra che la seconda parte sia piu' interessante della prima (che a dirla tutta non e' molto interessante).
Viste le parecchie incongruenze che sto riscontrando nei dialoghi italiani in questi primi episodi doppiati, penso che andare a senso per gli inediti non cambierà molto la comprensione complessiva. Comunque, qualche anno fa girava voce che la licenza fosse stata comprata dalla Yamato. Non so se è vero, però ...
@Jeeg: Capisco, anche tu hai avuto a che fare con la perfida razza dei talebAnime, e con il loro cieco e feroce fanatismo! : P Io con loro ho avuto solo scambi di battute sui NG di use net come IAC, dove, complice la totale assenza di moderazione, era il terreno preferito delle flame di qualsiasi genere. Quelli più pervicaci tra i talebAnime erano senz'altro quelli della tribù dei cosiddetti "puristi" dove gli anatemi più devastanti ti venivano scagliati addosso se solo per un istante cercavi di giustificare l'adattamento di Dynit di Gundam con la popolare pronuncia italiana "gUndam" al posto di quella ufficiale nipponica "gandAm(u)" ricordando che il lavoro di traduzione ed i provini del doppiaggio erano stati concordati con lo stesso Tomino (il quale citando uno dei reportage sulla lavorazione del nuovo adattamento scritto da Federico Colpi, alla fine si era abituato pure lui a chiamarlo come nella lettura all' italiana), e che comunque il resto dei nomi era rimasto invariato rispetto al copione originale. Quelli prima ti inveivano contro, poi ti dicevano che eri un asino in inglese perché il nome del sacro mobile suit era il composto di cannone + diga (senza considerare poi che in quel caso anche la pronuncia sarebbe stata errata in quanto avrebbe dovuto essere "gAndEm", con la "e" molto aperta, al posto di "gandAm") nella lingua di Albione. Infine poi ti sbattevano in faccia la tabella di conversione Katakana-Roomaji come se fossero le tavole della Legge mosaica (e come se non esistesse Wikipedia è fossimo incapaci di consultarla), e Dulcis in fundo riempivano di insulti te, la tua famiglia ed i tuoi discendenti per i secoli a venire! Figurarsi poi dire "Venusia" al posto di "Hikaru"! In quel caso venivi piantato fino al centro della Terra, fino a raggiungere la bocca di Lucifero, a furia di poderosi colpi di una gigantesca girella di granito sulla testa! : P Come si può ben intuire alla fine ho rinunciato a qualsiasi scambio di idee con quegli invasati, anzi ho proprio rinunciato a seguire IAC e sono approdato qui, guadagnandoci in tutti i punti di vista. La moderazione non è affatto un male se è effettuata nel rispetto delle idee ed improntata a mantenere il decoro e la civiltà del confronto, e soprattutto tiene lontano da questo portale i sopracitati fanatici! @micheles: Capisco il tuo punto di vista, in pratica dici che la spinta innovatrice del sottogenere fantascientifico mecha si esaurisce nel 1984, se non ho mal inteso? Beh, mi pare plausibile, però dall'85 in poi ci sono comunque dei tentativi di mantenere vivo l'interesse per questa branca del cinema d'animazione. Se i seguiti di Gundam lasciano il retrogusto amarognolo delle sceneggiature molto farraginose a fronte di evidentissimii miglioramenti nel design e nell'animazione, e i tentativi di restart (mamma mia che brutto termine!) come Dragonar non convincono del tutto; non bisogna dimenticare però che titoli come Patlabor in qualche modo hanno tentato di ampliare l'orizzonte dei robot giganti, cercando di coniugare l'aspetto fantascientifico della loro esistenza con una plausibile realtà quotidiana. Così come titoli come Dunbine portano l'ambientazione ad uscire dalla fantascienza pura e a contaminare con il fantastico; dico bene? Però anch'io devo ammettere un certo inevitabile legame affettivo, vista la mia età anagrafica, con le produzioni classiche nagaiane e tominiane degli anni'70!
Visto che Dunbine e' del 1983 e che i vari Gundam e Dragonar li escludi pure te, resta solo Patlabor come serie di rilievo dei secondi anni ottanta. Paragonato alle decine di serie degli anni precedenti e' un po' pochino, no?
@micheles: Oops! Hai ragione, ero convinto che Dunbine, chissà perché, fosse del 1986, invece rientra ancora nella prima metà degli anni '80. Avrei fatto meglio a citare Escaflowne in quel caso, anche se però è della seconda metà degli anni '90. Comunque concordo con te che la carica innovatrice e rivoluzionaria dei mecha si esaurisce proprio nella prima metà degli anni '80. Va detto però che una grossa fetta delle produzioni di quel sottogenere nel periodo successivo sono inedite da noi, e quindi non so darne un giudizio appropriato. Patlabor se non altro ha il pregio di decostruire e smitizzare ancor di più i robottoni, ridotti ormai al rango di semplici strumenti di lavoro, o in casi limite, addirittura per lo svago, inserendoli in una realtà futuribile e perfettamente plausibile allo spettatore giapponese di fine anni'80. Poi di fatto il resto della produzione in pratica si gioca in chiave di seguiti, rielaborazioni, riutilizzi di concetti ed idee (vedi Dragonar) più o meno riusciti. Secca un po' ammetterlo, almeno a me che non l'ho mai amato molto, ma alla fine chi è andato più vicino a fare qualcosa di più originale è stato proprio Anno con il suo controverso, anche per attribuzione di genere, Evangelion. Comunque sia, anche se non ha più la forza rivoluzionaria di un tempo, il sottogenere mecha, non è mai stato abbandonato, semmai si è ulteriormente settorializzato per tipologie di spettatori. E questo, mi sento di dire, grazie e soprattutto ai concetti di quelle produzioni degli anni '70. Per questo ritengo che questa enciclopedia di Modina sia da tenere molto in considerazione, forse non tanto per noi che di questo sottogenere ne abbiamo masticato fin dall'epoca delle elementari, ma soprattutto per le generazioni successive che non hanno vissuto quella stagione così stimolante, e grazie proprio a questa trattazione può soddisfare quella curiosità ed esigenza di conoscere che ha il vero appassionato del cinema d'animazione!
Far chiudere l'eta' dell'oro del genere Robotico (in senso super) nel 1984 non sta ne' in cielo ne' in terra. Lo spartiacque si ha nel 1979 con Gundam. La serie tv richiama ancora in alcuni aspetti il genere super robotico (ma queste parti saranno quanto piu' possibile eliminate nei film di montaggio) ma introduce elementi che lo contraddistinguono totalmente dai vari Zambot, Daitarn, Mazinger Z, Great Mazinger, Raideen degli anni 70. E questo divario si fara' sempre piu' ampio gia' nei primissimi anni 80. Baldios e' del 1981 e sebbene il protagonista sia il famigerato robot componibile, Baldios e' tanto lontano dal genere super robotico come lo e' Gundam. E sono passati non piu' di 2 anni da Gundam. Gli anni 80 gia' dal primissimo ' 81 vede la morta annunciata del genere super robotico a favore del robotico real il cui capostipite e' Gundam ma non solo. Il super robotico continuera' a vivere negli ova (i remake di Nagai tanto per dire), ma in tv verranno spazzati via per almeno un buon decennio. E torneranno in auge in Giappone per dire negli anni 90 non con Evangelion ma con la serie Brave. E anche qui Brave non e' piu' un puro super robotico, ma costituisce la sintesi del super e real robot. Il genere super robotico puro televisivo muore alla fine degli anni 70.
@Cobra: Il tuo ragionamento tutto sommato non dico che per me è sbagliato, ma di fatto suddividi il sottogenere mecha in due sotto sotto generi: Super e Real Robot. Io trovo questa suddivisione però una cosa di comodo, più che altro per segnare un prima ed un dopo nel genere mecha, e lo spirito del volume di Modina (Super Robot Files) non mi sembra voler andare in tale direzione. Oltretutto il termine real, per me è un po' fuorviante, visto che a ben vedere l'unico titolo che davvero presenta una simile caratteristica resta Patlabor. In Patlabor non ci viene presentato un futuro possibile, quanto una specie di "presente prossimo venturo", che tolte le presenze dei Labor, marchingegni di fantasia sì, ma non così tanto fantasiosi, ed inseriti in una realtà che di fatto era la medesima di quella vissuta dai giapponesi alla fine degli anni '80. Ed è per questo che a mio giudizio si può affibbiare il termine di "real" a Patlabor, proprio perché calato in una realtà quotidiana con in aggiunta elementi di fantascienza, oltre al fatto che non sono tanto i mecha ad essere i protagonisti, quanto i personaggi dell'anime in sé, davvero molto ben caratterizzati. Direi che invece per tutti gli altri anime che hanno preso lo spunto in qualche modo da Gundam, più che di realtà vorrei parlare di maturità delle trame, delle situazioni e dei dialoghi. Ma ti dirò di più, secondo me questo passaggio avviene ancor prima di Gundam con Danguard, nel quale addirittura vi sono caratteristiche come il lungo addestramento dei piloti, e la lunga gestazione del progetto che porterà a far comparire il robot protagonista solo dopo una decina di episodi. Takuma (Harin nella versione italiana) Ichimonji riuscirà ad essere scelto come pilota principale del Danguard solo dopo aver vinto un'agguerrita concorrenza ed essersi impegnato fono allo stremo delle forze sotto la guida severa ed inflessibile del suo stesso genitore, apparsogli però sotto mentite spoglie. Se invece analizziamo cosa succede in Gundam, Amuro riesce per caso, ma sin da subito, ad arrivare ai comandi del robot, e per quanto impacciato distrugge i suoi avversari, teoricamente assai più esperti grazie alla schiacciante superiorità del suo mezzo. In pratica è la stessa cosa che avviene in Mazinga Z con Kouji Kabuto, che senza saperne nulla eredita dal nonno morente il suo robottone e ci finisce immediatamente ai comandi, scoprendone un po' per caso le funzionalità e gli armamenti, e tutto ciò basterà comunque per distruggere i suoi primi avversari. Con questo pensi che per me Mazinga Z e Gundam sono la stessa cosa? Naturalmente no! Le condizioni a contorno sono diverse, ben più serie nel secondo, in un contesto di un conflitto globale tra due super potenze in cui è divisa l'umanità, con contorno di retorica patriottica, ideologie e propaganda politica. Mentre in Mazinga Z si evince sin da subito che la storia sembra più pescare nelle trame dei vari telefilm sentai e dei Kaijuu eiga, i dialoghi, sebbene messi in bocca a ragazzi quasi adulti, sembrano essere quelli di bambini delle elementari, che del resto erano il target a cui questo anime era rivolto (e fidati che è così proprio in originale, visto che proprio in questi giorni ho visionato il disco bonus di Go Nagai Super Robot movie collection, dove vengono riproposti episodi di Mazinga Z solo in lingua originale con sottotitoli); in Gundam invece sono discorsi ben più consoni a persone adulte che stanno vivendo una situazione realmente drammatica. Lo stesso Tomino ha affermato, in un discorso con lo staff incaricato di eseguire la seconda localizzazione italiana di Gundam, che i fan avevano equivocato le sue intenzioni, definendo questa serie come la prima del genere "realistico", lui invece la intendeva come l'ultima parte di un trittico di serie robotiche cominciato con Zambot 3 (dal carattere di tragedia), continuato con Daitarn 3 (che invece puntava sulla commedia slapstick e l'intrattenimento piuttosto disimpegnato), ed infine proprio con la serie del mobile suit bianco a fare da chiusura e sintesi con una storia seria dai toni spiccatamente drammatici, ma non per forza realistici. Con questo comunque nulla sminuisce l'importanza di Gundam che poi avrebbe influito moltissimo nella realizzazione di quella che molti considerano la prima serie "real" per eccellenza: Macross. Quest'ultima prende spunto da Gundam nell'inserire i mecha come parte di un esercito organizzato, quindi perdendo assolutamente il proprio carattere identitario. In pratica tutti Valkyrie Fighter hanno caratteristiche del tutto simili, sono del tutto vulnerabili, e possono essere distinti solo dall'abilità dei piloti, e dal ruolo che viene loro assegnato nello schema tattico di battaglia. Macross si rivella un deciso passo in avanti per quanto riguarda l'età del target a cui è rivolto, con l'ingresso anche di tematiche come triangoli amorosi del tutto sconosciuti nelle serie mecha precedenti. Comunque sia non si può certo definire realistica, vista la colossale ingenuità dei nemici alieni, e sicuramente il tono molto più scanzonato rispetto a Gundam o altre serie precedenti. Ma uscendo da questi discorsi di confronti e classificazioni delle serie in questione, tutto sommato non ha torto micheles a definire la fine della Golden Age dei robot giganti con la metà degli anni '80, visto che la maggior parte dei concetti peculiari e delle caratteristiche innovative e rivoluzionarie del sottogenere mecha in quello più lato della fantascienza animata nipponica arrivano sin lì. Naturalmente poi non è che il genere sia morto, o che si siano fatte solo brutte copie, c'è stata una rielaborazione e dei perfezionamenti delle caratteristiche delle serie precedenti, e una più marcata settorializzazione per fasce d'età. Però, a parte Patlabor, non mi viene in mente nessuna serie che possa dire di essere veramente innovativa e rivoluzionaria nella seconda metà degli anni '80 rispetto alla prima e al decennio precedente. Negli anni '90 ci saranno due serie che in qualche modo si rifanno al genere mecha come Evangelion ed Escaflowne, la prima contaminandolo con aspetti di critica sociale, filosofia, religione e psicologia (fin troppa per i miei gusti!); il secondo invece ambientandolo in un universo parallelo decisamente di genere fantastico più che fantascientifico. Ma di fatto si tratta più che altro di contaminazione di generi, piuttosto che innovazione del sotto genere mecha. In Code Geass, ma qui siamo già ben dopo il 2000, assistiamo invece all'introduzione dei mecha in un altro sotto genere della fantascienza: l'ucronia, mai affrontato prima, almeno che sappia io, nell'animazione giapponese. E i questo caso poi sembra esserci un mix di Super e Real Robot. L'enciclopedia di Modina non fa distinzioni di sotto sotto genere, anzi mette insieme anche i mezzi di Rainbow sentai Robin e delle Time Bokan Series, che a voler seguire un discorso di classificazione settoriale, nemmeno dovrebbero esserci in questo volume, ma secondo me fa bene ad inserirle in quanto parte di quell'universo animato tipico di quella stagione dell'animazione nipponica, ed è proprio questo che questo libro vuol trattare.