Finalmente, fin dall'inizio di questa rubrica nel sito aspettavo che si parlasse di questo titolo!!! Innanzitutto perché (come chi mi conosce sa bene ) adoro la Yamato e poi perché ogni volta che leggo questo titolo mi mangio le mani ripensando alla preziosa occasione persa ormai tanti anni fa, quando la Star propose un sondaggio fra i lettori per stabilire le sue prossime pubblicazioni e Killa perse alla grande, anche a causa di una recensione per nulla lusinghiera, molto sminuente rispetto a quelle fatte per altri titoli che infatti hanno vinto... Certo, da quanto si evince da ogni presentazione di questo manga, anche dalla sola trama, pare indubbio che si tratti di un manga non adatto a tutti, tanto meno ai lettori più giovani, non tanto per l'ambiguità sessuale di Killa quanto per i temi forti trattati, a cominciare dal bimbo sepolto vivo; tuttavia anche per questo pare un titolo molto interessante ed originale: purtroppo delle opere inedite della Yamato abbiamo potuto leggere soltanto NY Komachi, che sebbene sia un bel manga ha il difetto di riprendere per troppi aspetti l'opera più famosa della sensei: Shino è una ragazza intraprendente come Benio, che viene fidanzata contro la sua volontà e lotta per realizzarsi anche professionalmente in un mondo retrogrado e maschilista; il suo amato Irving ad un certo punto della storia si trova alle prese con un dilemma molto simile a quello che affronta Shinobu (amore vs "giri"); ci sono una giornalista che ricorda Tamaki ed un fotografo che ricorda il giornalista Tosei, un fuggiasco che ricorda Lupo, in pratica ogni personaggio ricorda, per il suo aspetto e/o per il suo ruolo o carattere un personaggio di Haikarasan ga toru. Killa invece pare trattare finalmente tutt'altro, a cominciare dal fatto che ha un protagonista maschile e che per giunta non pare affatto un eroe positivo, essendo assolutamente vendicativo ed opportunista: per certi versi mi ricorda Michio Yuki di Tezuka, anch'egli in qualche modo legato al mondo del teatro, sessualmente ambiguo ed assetato di vendetta (e che non sono mai riuscita ad amare, anche quando si è saputo del suo passato, ma ciò non toglie che fosse un personaggio molto interessante). Ovviamente dai pochi elementi a mia disposizione non posso stabilire quanto gli somigli in realtà, ma quel che è certo è che sarebbe molto interessante valutare come la Yamato ha trattato una storia adulta che non pare lasciare alcuno spiraglio alla sua sviluppatissima vena comica, anche se lei ha già saputo sorprenderci persino in un contesto così drammatico come il grande terremoto del Kanto! Spero tanto che prima o poi qualcuno pubblichi quest'opera, anche per poter giudicare da sola se davvero il finale della storia non rende giustizia alle sue premesse.
Non si trova nemmeno una scan in giro, purtroppo... Ne vidi solo una che mi colpì tempo fa in cui c'era un ragazzo sul palcoscenico in costume da scena (presumibilmente Killa) accoltellato: a quanto pare questo è uno dei temi che tornano nei manga della Yamato, dato che pareva simile alla scena di Ranmaru accoltellato in Haikarasan ga toru, però sicuramente i due fatti saranno avvenuti in circostanze diversissime, perché un personaggio come Killa non pare potersi trovare in quella situazione in una circostanza simile a quella che ha causato il ferimento di Ranmaru! Io comunque non smetto di sperare: magari anche qualche casa editrice fissata con gli shounen ai potrebbe pubblicarlo per sbaglio, dopo una lettura superficiale della trama, mi andrebbe bene lo stesso!
Innanzitutto perché (come chi mi conosce sa bene ) adoro la Yamato e poi perché ogni volta che leggo questo titolo mi mangio le mani ripensando alla preziosa occasione persa ormai tanti anni fa, quando la Star propose un sondaggio fra i lettori per stabilire le sue prossime pubblicazioni e Killa perse alla grande, anche a causa di una recensione per nulla lusinghiera, molto sminuente rispetto a quelle fatte per altri titoli che infatti hanno vinto... Certo, da quanto si evince da ogni presentazione di questo manga, anche dalla sola trama, pare indubbio che si tratti di un manga non adatto a tutti, tanto meno ai lettori più giovani, non tanto per l'ambiguità sessuale di Killa quanto per i temi forti trattati, a cominciare dal bimbo sepolto vivo; tuttavia anche per questo pare un titolo molto interessante ed originale: purtroppo delle opere inedite della Yamato abbiamo potuto leggere soltanto NY Komachi, che sebbene sia un bel manga ha il difetto di riprendere per troppi aspetti l'opera più famosa della sensei: Shino è una ragazza intraprendente come Benio, che viene fidanzata contro la sua volontà e lotta per realizzarsi anche professionalmente in un mondo retrogrado e maschilista; il suo amato Irving ad un certo punto della storia si trova alle prese con un dilemma molto simile a quello che affronta Shinobu (amore vs "giri"); ci sono una giornalista che ricorda Tamaki ed un fotografo che ricorda il giornalista Tosei, un fuggiasco che ricorda Lupo, in pratica ogni personaggio ricorda, per il suo aspetto e/o per il suo ruolo o carattere un personaggio di Haikarasan ga toru.
Killa invece pare trattare finalmente tutt'altro, a cominciare dal fatto che ha un protagonista maschile e che per giunta non pare affatto un eroe positivo, essendo assolutamente vendicativo ed opportunista: per certi versi mi ricorda Michio Yuki di Tezuka, anch'egli in qualche modo legato al mondo del teatro, sessualmente ambiguo ed assetato di vendetta (e che non sono mai riuscita ad amare, anche quando si è saputo del suo passato, ma ciò non toglie che fosse un personaggio molto interessante). Ovviamente dai pochi elementi a mia disposizione non posso stabilire quanto gli somigli in realtà, ma quel che è certo è che sarebbe molto interessante valutare come la Yamato ha trattato una storia adulta che non pare lasciare alcuno spiraglio alla sua sviluppatissima vena comica, anche se lei ha già saputo sorprenderci persino in un contesto così drammatico come il grande terremoto del Kanto!
Spero tanto che prima o poi qualcuno pubblichi quest'opera, anche per poter giudicare da sola se davvero il finale della storia non rende giustizia alle sue premesse.