I calzini i miei migliori amici per 70% dell'anno... in tutte le forme, di tutti i colori e a casa anche con le infradito XD però questo fate finta non l'abbia scritto...
Interessante questa evoluzione, anche l'abbigliamento ha un certo fascino e i calzini gapponesi sono un must.
Bell'articolo pure questo! Tra l'altro ho imparato anche il nome corretto dei jika-tabi, che prima io indicavo (da ignorante) come: "scarpe da ninja" .....
Le calze a cinque dita mi mancavano proprio, anche se penso che avrei qualche difficoltà a indossarle alla mattina quando mi muovo a velocità warp per uscire di casa il prima possibile...
Le loose socks le ho conosciute leggendo Sakura Mail; da maschietto devo dire che le ho sempre trovate poco attraenti, forse ai nipponici piacciono perché solitamente sono (anzi erano) indossate da ragazze molto carine. Personalmente trovo molto più sensuali le parigine. I tabi li ho visti soprattutto addosso alle persone che gravitano intorno ai templi (monaci, sacerdoti, miko...) o a chi portava il kimono: molto meglio (soprattutto d'inverno) dei piedi nudi nei geta!
Per queste pagine di informazione dovreste mettere un bottone "mi piace", secondo me vedreste un botto di click. Perché più che commentare che il servizio è fantastico (e lo penso davvero!!) non saprei che dire!
Non pensavo i giapponesi fossero tanto "fissati" con queste cose
I calzini a 5 dita sono la cosa più fastidiosa di questo mondo. adoro quelli con le gommine antiscivolo.
Io tendo a scoprirmi i piedi quando dormo e i calzini in ogni caso finiscono nel triangolo delle bermuda ai piedi del mio letto o al lato di esso (il mio letto è incastrato male nell'angolo della mia stanza e c'è dello spazio in mezzo) e per cui li ho quasi sempre spagliati, oltre a questo il cane ha preso la brutta abitudine di giocarci, mannaggia, per cui li ritrovo anche in cucina o sotto mezzo metro di terra nel giardinetto.
Sono l'unica che ha pensato che "fuwa fuwa", più che sembrare il nome di una tipologia di calzini, sembri il nome di un frutto del diavolo? Comunque, articolo davvero interessante, come sempre!
Anche questa volta Hachi194 ha scritto davvero un articolo con il fiocchi, complimenti vivissimi! Senz'altro una delle abitudini più belle, oltre che intelligente, che hanno i giapponesi è proprio quella di togliersi le scarpe prima di entrare in casa, o anche in certi altri ambienti, oltre che a mantenere i pavimenti più puliti evitando di spargere tutte le polveri e l'inquinamento che inevitabilmente si accumula sotto le suole delle calzature, aiuta parecchio i piedi a rilassarsi e a rimettere a ripristinare la postura naturale del corpo, con grandi vantaggi per ossa, articolazioni e circolazione. Io ho adottata la stessa abitudine da 3 anni, cioè quando ho fatto mettere un parquet di sughero appoggiato sul pavimento originale di graniglia, e credetemi se vi dico che mi sento rinascere quando mi levò le scarpe sullo zerbino della soglia del mio appartamento e cammino a piedi nudi! Ah, che sensazione magnifica! Mi hanno sempre incuriosito i tabi che vedevo indossare da uomini, e soprattutto dalle donne vestite in kimono, e più che calzini mi sembravano essere delle specie di calzature con la suola morbida. Il fatto che i primi che furono realizzati fossero di cuoio mi ha riportato alla mente che anche gli antichi legionari romani ne indossavano di similari, con la differenza però che, proprio come i loro sandali, non erano infradito come quelli giapponesi. Del resto in quelle remote epoche era senz'altro una necessità sentita il proteggere le estremità inferiori, viste le lunghe marce a piedi, e con un carico di diversi kilogrammi di armature, armi ed equipaggiamento, che quei poveri soldati erano costretti a percorrere, spesso per giorni interi, su terreni di ogni tipo, anche i più difficili. E anche per i giapponesi, che prima dell'era Meiji dubito conoscessero calzature chiuse come le scarpe e gli stivali che si usavano sul continente, era naturale cercare di proteggere le estremità dal freddo pungente della stagione invernale con dei calzini, che logicamente erano infradito come le loro calzature, che di riparo, pianta a parte, non ne offrivano. Di sicuro i tabi, inizialmente, erano portati solo dai guerrieri e di alto rango o dai nobili, basta vedere qualche film ambientato nell'epoca Sengoku, come il celeberrimo "I sette samurai" di Akira Kurosawa, oppure anime come "Inuyasha" o "Kamui gaiden" per rendersi conto che il resto della popolazione, compresi anche guerrieri di bassa estrazione come i fanti, i contadini e gli artigiani camminavano solo con gli zori, i waraji, o molto spesso più semplicemente, a piedi nudi. Quando sono stato a Lucca, all'ultimo comics & games, nella Japan Town c'erano in vendita diversi modelli di tabi, alcuni anche molto carini e decorati, che nemmeno costavano tanto, ero tentato di comprarne almeno un paio, ma purtroppo avendo io delle "fette" di notevoli proporzioni, non sono riuscito a trovarne di una taglia adeguata e sono stato costretto a rinunciare! Beh, non è che io ed i calzini andiamo poi così tanto d'accordo, anzi, a meno che non debba stare tante ore all'aperto con una temperatura ben sotto lo 0°C, preferisco proprio non indossarli, ma così, solo per curiosità, se li avessi trovati, almeno un paio di tabi li avrei acquistati volentieri! Poveracce però le studentesse giapponesi, che anche d'inverno sono costrette ad indossare la minigonna dell'uniforme di certe scuole! Che almeno le lasciassero in pace, senza considerarle delle maleuducate o delle poco di buono, ad indossare dei bei calzettoni di lana lunghi, morbidi e caldi; se non delle calzamaglia, o addirittura dei leggings di flanella, piuttosto che far patire alle loro gambe il freddo gelido, che in certe parti del Giappone ha poco da invidiare a quello siberiano, e tutto solo in nome di ottuse ed anacronistiche regole! @*MARCO*: In effetti gli Shinobi-tabi derivano proprio dai jika-tabi indossati dai contadini e dagli operai, almeno così ho letto anni fa in un trattato (credo sia stato il primo in lingua italiana) sul ninjutsu. Così pure anche il costume nero che solitamente indossavano in missione, derivava dall'abito da lavoro degli operai addetti alle scenografie dei teatri.
Hachi! Per colpa tua adesso sono un altra persona... Mi sento una persona sporca... Ho googlato "Zettai Ryouiki"... E ho letteralmente perso la testa... Sapevo che le "calze da maid" mi facevano impazzire, ma non capivo precisamente cos'era...
Razazzi... ZETTAI RYOUIKI!
La porzione di pelle nuda tra le calze e la gonna...
I loose socks! Ricordo di aver incrociato un gruppo di ragazze giapponesi nei tempi di maggior boom che li indossavano (non portavano la minigonna ma dei pantaloncini corti) e di aver pensato di emularle tanto mi piacevano. Non avendoli mai trovati nei nostri negozi è rimasto un sogno di gioventù irrealizzato. XD
@trage: per finire di rovinarti la giornata ti svelerò un'altra verità sempre taciuta: le parigine non stanno su! Finché fai la bella statuina in posa per una foto ancora ancora, ma come inizi a muoverti o a camminare.... crollano miseramente sul ginocchio Se qualcuno conosce il segreto per farle stare al loro posto lo dica qui e ora!
@Tsuki: direi di sì, se ci si ostina a metterle col freddo è il prezzo da pagare, fortuna che siamo in un paese libero e le freddolose si possono coprire senza problemi.
Interessante questa evoluzione, anche l'abbigliamento ha un certo fascino e i calzini gapponesi sono un must.