E' stato un onore poter presentare un pilastro dell'animazione giapponese come Inoue, senza contare le sue risposte molte volte controcorrente al mercato attuale degli anime
Ironic74: Quanto ci vuole per lavorare a una puntata di un anime?
Inoue: Questo non lo decido io, lo decide la Toei Animation.
Risposta molto triste. Ogni casa di produzione ha dei tempi diversi ma generalmente una tempistica generale esiste. Triste come anche in interviste oltreoceano non riescano ( o possano ) esprimersi liberamente.
ShinXela
- 9 anni fa
21
Grazie per la bella intervista. Mi sono sembrate domande intelligenti, e risposte tutto sommato sincere, quando avrebbe potuto essere anche più evasivo su certe cose. È ovvio che la vecchia scuola, anche per gli addetti ai lavori, fosse migliore qualitativamente rispetto a quella odierna, essendo più legata a storie e messaggi, piuttosto che ostaggio del successo commerciale.
È ovvio che la vecchia scuola, anche per gli addetti ai lavori, fosse migliore qualitativamente rispetto a quella odierna, essendo più legata a storie e messaggi, piuttosto che ostaggio del successo commerciale.
Sì, come no. Perchè nella "vecchia scuola" non esistevano millemila anime cloni del successo del momento, quanti anime di robot, orfanelle, vari cloni di Dragon Ball e Sailor moon sono stati creati? Diciamo piuttosto che anni fa non ci era possibile accedere a gran parte dei prodotti che il Giappone produceva. Che possa piacere un'epoca rispetto ad un'altra ci sta ( e del resto tutti mitizzano la propria infanzia ) ma continuare imperterriti con la crociata "si stava meglio quando si stava peggio" sta diventando ridicolo.
ShinXela
- 9 anni fa
22
Scusami Fma35, ma in base alla mia esperienza coi cartoni giapponesi, iniziata negli anni 80 (durante i quali passavano in tv ovviamente anche dozzine di anime degli anni 60 e 70), vedo una certa differenza, seppur generalizzando, rispetto ad oggi, che ben si sintetizza nelle parole del Sig. Inoue. Se tu la pensi diversamente, ben venga, il mondo è bello in quanto vario.
Scusami Fma35, ma in base alla mia esperienza coi cartoni giapponesi, iniziata negli anni 80, vedo una certa differenza, seppur generalizzando, rispetto ad oggi, che ben si sintetizza nelle parole del Sig. Inoue.
Ma grazie che c'è una certa differenza, sono passati trent'anni cavolo. Ciò non toglie che negli ultimi tempi siano uscite opere meritevoli ( e altre meno, esattamente come succedeva trent'anni fa ). E' aumentata sicuramente la quantità di anime prodotti e di conseguenza gli anime mediocri sono aumentati. C'è poi da dire che non è tutto oro quel che luccica ed anime che vengono osannati perchè "dei bei vecchi tempi" sono anime mediocri o anche semplicemente senza infamia e senza lode. Se proprio bisogna fare una critica agli anime ( e manga ) di oggi, è la totale mancanza di novità/evoluzione.
Davvero una bella esperienza con un grandissimo maestro. E' stato bellissimo vederlo disegnare dal vivo e so che ha gradito moltissimo questa sua trasferta nel nostro paese, grazie anche al calore dei fans che lo hanno accolto.
whitestrider
- 9 anni fa
11
"One Piece è divertente, ma a volte è un po' pesante" parole sante, parole sante!
ShinXela
- 9 anni fa
32
Si parla anche di una cinquantina/quarantina di anni fa, parlando di anime degli anni 60 e 70, che giunsero in massa sulle tv italiane tra fine anni 70 e durante gli anni 80. Il fatto che diventassero così facilmente mainstream dimostra quanto fossero più diversificati nei contenuti rispetto ad oggi, raggiungendo un pubblico più eterogeneo. Oggi il gusto è deciso dagli otaku, un ristretto novero di pubblico anche in Giappone. Un tempo si reggevano tanto sugli introiti pubblicitari, dovevano piacere al grande pubblico...oggi ad una manciata di persone che sgancia i dindini per DVD/BD. Tutto questo si ricollega al trend demografico nipponico.
Il fatto che diventassero così facilmente mainstream dimostra quanto fossero più diversificati nei contenuti rispetto ad oggi, raggiungendo un pubblico più eterogeneo.
Anche oggi gli anime sono diversificati anzi, rispetto agli albori (giustamente ) ci sono molti più generi e sotto-generi. Il problema non è certo la mancanza di diversificazione che del resto, tutt'ora è il maggior punto di forza dell'animazione giapponese.
Oggi il gusto è deciso dagli otaku, un ristretto novero di pubblico anche in Giappone.
Falsissimo, l'Otaku c'è sempre stato ed è sempre stato al centro dell'attenzione delle case di produzione. Dopo Mazinga e Gundam gli anime sui robottoni erano praticamente il grosso del mercato, con l'arrivo di Sailor moon sono fioccati anime sulle majokko come se piovesse.
Un tempo si reggevano tanto sugli introiti pubblicitari, dovevano piacere al grande pubblico.
Gli introiti pubblicitari sostengono le reti televisive, non le case di produzione degli anime ( o le case editrici per quanto riguarda i manga ) ed in ogni caso le pubblicità non sono mai cambiate, la maggioranza sono sempre rivolte ai bambini ( che sono sempre il primo pubblico pagante per dimensione ). Del resto un ragazzo/adulto non ha bisogno del bombardamento pubblicitario per compare i gadget se è già un fan di una determinata cosa.
DavideCitte
- 9 anni fa
10
Intervista interessante. Io avrei proposto più domande incentrate sul perchè la Toei Animation in questo periodo ha ridotto drasticamente la qualità delle animazioni dei suoi prodotti (basti vedere gli episodi recenti di Dragon Ball Super o One Piece come sono animati male) e se questo è dovuto a un fatto che si tratta di una società in crisi che deve risparmiare il più possibile o semplicemente si tratta di spilorci senza scrupoli che vogliono guadagnare il più possibile con il minor numero di spese. Questo mi sarebbe interessato molto. Per il resto non sono molto d'accordo sul suo discorso che i disegni di ora sono più curati e dettagliati di quelli di un tempo, questo discorso può essere vero per determinate serie stagionali con un numero ridotto di episodi, ma se prendiamo le serie che vanno in onda ininterrottamente ancora adesso, spesso e volentieri erano molto più curate allora che adesso, nonostante non ci fossero tutte le tecnologie di ora.
Un'intervista davvero interessante, grazie mille Ironic!
P.S Concordo sul fatto che al giorno d'oggi sia davvero difficile decidere cosa importare in Italia. Molte opere si sono standardizzate sul fanservice talvolta fin troppo estremizzato come ho detto anche in passato.
@DavideCitte Io avrei proposto più domande incentrate sul perchè la Toei Animation in questo periodo ha ridotto drasticamente la qualità delle animazioni dei suoi prodotti (basti vedere gli episodi recenti di Dragon Ball Super o One Piece come sono animati male) e se questo è dovuto a un fatto che si tratta di una società in crisi che deve risparmiare il più possibile o semplicemente si tratta di spilorci senza scrupoli che vogliono guadagnare il più possibile con il minor numero di spese
Giusto, ma non capisco perchè la colpa deve sempre e solo essere data a Toei Animation; forse ci si dimentica che dietro c'è anche Fuji Television cioè la televisione che manda in onda queste serie in esclusiva e che è difatto co-produttrice.
Il progetto di una serie TV parte dall'emittente, perchè sono loro che hanno esigenza di riempire i palinsesti, sono loro che decidono l'orario (vedasi quindi le scelte di censura) e probabilmente sono anche loro che mettono i soldi, o almeno una parte di essi (non so come funziona, se fanno fifty-fifty, o se li mette tutti Fuji Tv, non so), e soprattutto sono loro che danno il benestare alla qualità di un anime. Quando hanno avuto l'episodio 5 di Dragon Ball Super in quelle condizioni assurde, avrebbero dovuto dire "no, l'episodio in questo stato noi non lo trasmettiamo finchè non viene corretto!".
Quindi se in questi ultimi 4-5 anni gli anime Toei sono drasticamente calati di qualità, significa che non sono solo le loro di politiche ad essere cambiate, ma anche quelle delle TV che 'sti cartoni li commissiona.
ShinXela
- 9 anni fa
52
Non sono assolutamente d'accordo con chi sostiene che la maggioranza delle produzioni animate giapponesi degli anni 60/70/prima metà anni 80, fossero rivolte agli otaku. Il target principale erano i bambini/ragazzini, e da questo derivava una grandissima diversificazione nelle trame. Io sono cresciuta con cartoni come Hela Supergirl
Cybernella (mi ricordo quanto mi colpì l'episodio sulla bambina malata di epilessia)
Chobin
Don Chuck Castoro
Belfy e Lillibit
Temple e Tam Tam
Il fantastico mondo di Paul (che cartone splendido e "psichedelico"!)
e non so quanti altri ne potrei citare...erano tutte bellissime storie per bambini, che apprezzavano tanto anche i grandi, e che mi hanno dato tanti insegnamenti. Mi ricordo ad esempio come anch'io avevo la fase in cui non volevo mangiare la carne, e ci fu un episodio di La Balena Giuseppina
in cui Giuseppina spiegò a Choppy, che non voleva più mangiarla per ragioni etiche, come in quanto bambino, ne avesse bisogno per la sua salute; mi rimase tanto impresso, e ricordo come anche mia mamma mi dicesse "vedi che anche Giuseppina insiste su quanto è importante la carne per un bambino?"
Ho talmente tanti ricordi bellissimi legati ai cartoni giapponesi, e parlo di una marea di serie che erano chiaramente per bambini/ragazzini, altro che otaku...
Le emittenti giapponesi investivano nei progetti animati perchè facevano grossi ascolti, adesso purtroppo non è più così perchè il Giappone non figlia, e l'animazione sopravvive grazie agli otaku, trentenni che vogliono in prevalenza cartoni con tette e culi. Il target principale dell'animazione si è spostato nella fascia adulta, ma questi adulti purtroppo sono una nicchia di bambinoni con gusti discutibili. Ogni tanto esce una bella serie (sempre per adulti) come Erased, ma giusto ogni tanto...
Ai bambini/ragazzini restano Pokemon, Doraemon e qualche Jumpata, ma nulla a che vedere con la ricchezza degli anni d'oro dell'animazione giapponese. Da notare anche che pur essendo cartoni per bambini, molti di essi avevano trame complesse e serie che non si riscontrano oggi in quasi nessuna produzione per bambini, a livello mondiale, dove prevale la commedia.
Intervista molto interessante, davvero complimenti a Eisaku Inoue!
ShinXela
- 9 anni fa
52
Per restare in tema, quant'era commovente, e a volte inquietante, L'Uccellino Azzurro?
Uno dei cartoni che mi fece proprio piangere, fu Il Tulipano Nero, quando venne uccisa l'amica di Simone, che si era travestita da Stella della Senna
Se poi si leggono i nomi della gente che aveva lavorato a queste serie per l'infanzia, saltano fuori persone come Yoshiyuki Tomino, come nel caso appunto del Tulipano Nero.
Adesso MOE di qua, MOE di là, cute girls do cute things...cioè, il 90% degli anime per bambini di una volta, erano più complessi e profondi del 90% delle robe "per adulti" di oggi.
Non sono assolutamente d'accordo con chi sostiene che la maggioranza delle produzioni animate giapponesi degli anni 60/70/prima metà anni 80, fossero rivolte agli otaku. Il target principale erano i bambini/ragazzini, e da questo derivava una grandissima diversificazione nelle trame.
Ovvero il medesimo target di adesso. I bambini hanno sempre i loro programmi dedicati così come i ragazzini, basta anche solo leggere le release annuali di animeclick ( che per forza di cose sono molto blande rispetto alla mole di roba prodotta in Giappone e che pure gli amministratori cercano di dosare per non mettere solo roba per ragazzini ). Se si guardano le classifiche di vendite dei manga gli shounen ( che sono per ragazzini ) la fanno da padrona, la vendita di Bluray/Dvd idem.
Ho talmente tanti ricordi bellissimi legati ai cartoni giapponesi, e parlo di una marea di serie che erano chiaramente per bambini/ragazzini, altro che otaku...
Gundam ( tutte le fottutissime serie ), Mazinga ( A B C D E Z, tutte le lettere dell'alfabeto ) Daitarn, Daltanious e tantissime altre serie robotiche che da noi non sono neanche arrivate in Italia parlano sempre della stessa cosa. Guerra/combattimenti con robot. Tralasciando la qualità maggiore o minore a seconda della serie hanno tutte lo stesso target, gli OTAKU dei robottoni e queste serie non le hanno fatte ieri eh. Stessa cosa per le varie Candy, Geordie, Heidi, Remì e tutti gli orfanelli affini, Sailor moon e copie. Ogni epoca ha i suoi otaku che indirizzano lo stile degli anime di quel tempo ma questo non vuol dire che non si faccia altro, semplicemente quelli vanno della maggiore. Oggi andranno pure le idol/moe ma i bambini hanno i loro programmi ( Pokèmon, Youkai watch, Inazuma eleven e seguito e tante altre cose che neanche ci immaginiamo, semplicemente perchè da noi non arriva più nulla )
Le emittenti giapponesi investivano nei progetti animati perchè facevano grossi ascolti, adesso purtroppo non è più così perchè il Giappone non figlia, e l'animazione sopravvive grazie agli otaku, trentenni che vogliono in prevalenza cartoni con tette e culi.
Il Giappone è in crisi demografica da decenni ma ciò non toglie che le fascie mattutine e pomeridiane ( quelle dei maggiori ascolti ) sono quelle dedicate ai bambini. Gli Otaku trentenni ( che sono una percentuale così infima da non fare neanche testo visto che a trent'anni un giapponese ha ben che finito di guardarsi gli anime e appunto quelli che lo fanno in maniera patologica/collezionistica non fanno testo visto il numero esiguo) hanno uno spazietto relegato la notte fonda. Gli otaku di riferimento ( che tra l'altro non si possono chiamare così tenendo conto del termine originale giapponese ) sono gli adolescenti.
Il target principale dell'animazione si è spostato nella fascia adulta, ma questi adulti purtroppo sono una nicchia di bambinoni con gusti discutibili.
Ma anche no. Basta vedere quale opere vanno per la maggiore. Shounen,shounen, shounen, shounen. Le opere per adulti rimangono relegate in secondo piano. Al massimo fanno fortuna se hanno successo sul pubblico adolescente.
Ai bambini/ragazzini restano Pokemon, Doraemon e qualche Jumpata, ma nulla a che vedere con la ricchezza degli anni d'oro dell'animazione giapponese.
Dai sinceramente, non sai di cosa parli. Continui ad anteporre il tuo gusto personale alla realtà dei fatti. Ci sono una marea di prodotti per i bambini ed i ragazzini, semplicemente non ti piacciono e quindi misticizzi la fantomatica "epoca d'oro"
Da notare anche che pur essendo cartoni per bambini, molti di essi avevano trame complesse e serie che non si riscontrano oggi in quasi nessuna produzione per bambini, a livello mondiale, dove prevale la commedia.
La complessità è ben altra cosa. I prodotti per bambini poi ( quelli veri, non quelli edulcolati dalle reti italiane ) non si distaccavano poi molto dai corrispettivi americani ( la maggior parte era priva di trama orizzontale visto che per un bambino è difficile seguirla e la complessità non è pervenuta ) ed anche qui è sempre la commedia a farla da padrona. Già sui cartoni per ragazzini ( elementari, medie ) c'è più diversificazione visto che gli americani salvo eccezioni continuavano con la procedura degli episodi slegati tra loro ( cosa che comunque hanno modificato a partire dagli anni 2000, e sono già ahimè 16 anni, non proprio un cambiamento recente ) ma anche qui, come complessità beh, non è che gli shounen siano poi quest'insieme di complessità e pure sulla serietà si può sindacare.
ShinXela
- 9 anni fa
32
@Fma35: è solo evidente che tu sei figlio di un'altra epoca, dal mio punto di vista. Ti manca l'esperienza. Già dire che la maggioranza delle serie per bambini giapponesi degli anni 60/70/80 avevano una trama episodica è un'assurdità, e denota una certa ignoranza in merito a quelle produzioni. Si distinguevano da quelle americane proprio per la continuità della trama...persino una serie infantile come Memole Dolce Memole ce l'aveva. Per te in quegli anni poi esistevano solo robottoni e orfanelle, mi spiace ma no, c'erano una caterva di serie per tutti i gusti, dagli animali antropomorfi agli uomini primitivi, tipo Giatrus il primo uomo (divertentissimo)
Kum Kum (è giapponesissimo, non fare caso ai nomi inglesi nei credit, è solo che probabilmente - anzi, sicuramente - ci arrivò l'adattamento americano; se vuoi vediti qui i dati sulla serie, ideata da Rin Taro e prodotta dalla Sunrise https://it.wikipedia.org/wiki/Kum_Kum_il_cavernicolo )
oppure Ryu, il ragazzo delle caverne
Non serve davvero scrivere un WOT per capire come sono cambiati i tempi; cercati gli ascolti che fanno oggi gli anime in Giappone, anche quelli per bambini (sempre le stesse serie) trasmessi in fascia diurna, e gli ascolti che facevano durante gli anni 70/80. Vedrai che non c'è paragone. Il mercato per sopravvivere si è focalizzato maggiormente sull'home video e il pubblico otaku, con le conseguenze sotto gli occhi di tutti.
Per me è sempre un piacere dibattere con le persone, specie se hanno opinioni in disaccordo con le mie, in quanto un confronto di idee è di solito sempre produttivo; tuttavia nel nostro caso c'è uno scarto generazionale che rende davvero difficile questo confronto, perchè io ho vissuto gli anni che tu hai vissuto, ma tu non hai vissuto anche quelli che ho vissuto io, e credimi che questa cosa la sento in maniera troppo evidente, quindi si fatica a trovare un punto d'incontro.
Già dire che la maggioranza delle serie per bambini giapponesi degli anni 60/70/80 avevano una trama episodica è un'assurdità, e denota una certa ignoranza in merito a quelle produzioni. Si distinguevano da quelle americani proprio per la continuità della trama...persino una serie infantile come Memole Dolce Memole ce l'aveva.
Non prendiamoci in giro. Memole dolce memole, Magica Emi,Creamy e affini hanno 4/5 episodi ( su cinquanta e più ) che portano avanti la trama il resto sono filler,filler,filler,filler,filler e filler. Il 90% era formato da episodi slegati tra loro se non totalmente come Doraemon.
tuttavia nel nostro caso c'è uno scarto generazionale che rende davvero difficile questo confronto, perchè io ho vissuto gli anni che tu hai vissuto, ma tu non hai vissuto anche quelli che ho vissuto io, e credimi che questa cosa la sento in maniera troppo evidente, quindi si fatica a trovare un punto d'incontro.
Lo scarto generazionale non centra un bel niente. Il problema è che tu ti fossilizzi sul tuo passato mistificandolo senza guardare con oggettività nè quello nè il presente.
Per te in quegli anni poi esistevano solo robottoni e orfanelle, mi spiace ma no, c'erano una caterva di serie per tutti i gusti, dagli animali antropomorfi agli uomini primitivi, tipo Giatrus il primo uomo (divertentissimo).
Non c'erano solo robottoni ma questi andavano per la maggiore ESATTAMENTE come oggi dove non esiste solo il moe ma sono presenti un'infinità di serie che accontentano un pò tutti e ripeto, basta solo guardare la rassegna annuale anime di animeclik per vedere come comunque c'è sempre diversificazione nonostante, guardando le varie epoche, c'è sempre una qualche predominanza.
Non serve davvero scrivere un WOT per capire come sono cambiati i tempi; cercati gli ascolti che fanno oggi gli anime in Giappone, anche quelli per bambini (sempre le stesse serie)
Gli ascolti televisivi sono crollati in tutto il mondo. Ormai la rete va per la maggiore, siamo qua in Italia con una connessione primitiva che possiamo attingere alla sola televisione. Basti pensare che ormai in America un colosso dello streaming digitale come Netflix produce autonomamente delle serie visibili solo in rete.
Ragazze per cortesia esistono le schede personali per discutere e wottare
ShinXela
- 9 anni fa
22
>Lo scarto generazionale non centra un bel niente. Il problema è che tu ti fossilizzi sul tuo passato mistificandolo senza guardare con oggettività nè quello nè il presente.
Lo scarto generazionale è il fulcro della questione, perchè non conosci il marasma di serie di cui parlo. Sei cresciuto al massimo coi cartoni censurati della Mediaset, io con quelli ma anche e soprattutto con tonnellate di altre cose.
>Non c'erano solo robottoni ma questi andavano per la maggiore ESATTAMENTE come oggi dove non esiste solo il moe ma sono presenti un'infinità di serie che accontentano un pò tutti e ripeto, basta solo guardare la rassegna annuale anime di animeclik per vedere come comunque c'è sempre diversificazione nonostante, guardando le varie epoche, c'è sempre una qualche predominanza.
No, fidati. Io pur avendo visto anche i robottoni, guardavo per la maggioranza altra roba. I robottoni erano tipo un 10% dei cartoni giapponesi che venivano trasmessi in Italia negli anni 80 (incluse chiaramente produzioni dei decenni 60/70). Oggi, guardando cosa esce ad ogni stagione, mi sanguinano gli occhi. Al 90% tette (di tutte le misure, piccole, enormi, medie), trame inesistenti, incentrate su gente che non fa nulla, se non partecipare a qualche attività di club a scuola, trame su incesti, sorelline a destra e a sinistra, giochi di ruolo, qualche mecha, harem e reverse harem. Fine. Il resto 9% sono i classici shounen d'azione, e un 1% serie per bambini, molto scialbe se comparate a cosa i giapponesi creavano per i bambini una volta.
>Gli ascolti televisivi sono crollati in tutto il mondo. Ormai la rete va per la maggiore, siamo qua in Italia con una connessione primitiva che possiamo attingere alla sola televisione. Basti pensare che ormai in America un colosso dello streaming digitale come Netflix produce autonomamente delle serie visibili solo in rete.
Sul fatto che gli ascolti delle tv generaliste siano crollati in tutto il mondo, con l'avvento di internet e canali a pagamento, non discuto. Qui si sta parlando di quale è diventato il principale target degli anime, in seguito al crollo degli ascolti per le serie per bambini.
@Ironic, sumimasen. Questa è la mia ultima replica, anche perché è un circolo vizioso. Mi tocca dire "sono troppo vecchia"... L'argomento potrebbe essere più interessante se discusso con un coetaneo, con cui si hanno i medesimi strumenti di comparazione. Senza offesa per Fma35.
Lo scarto generazionale è il fulcro della questione, perchè non conosci il marasma di serie di cui parlo.
Ma per favore, in tutta onestà, ora dimmi che le serie per bambini che hai citato non sono filler al 90% e che solo 4/5 episodi vanno avanti con la trama. Suvvia. Le marasma di serie di cui parli sono serie per bambini così come ne esistono tutt'ora solo che non hai lo sbatti ( nè voglia vista l'età non affine a questi prodotti ) di cercartele.
No, fidati. Io pur avendo visto anche i robottoni, guardavo per la maggioranza altra roba. I robottoni erano tipo un 10% dei cartoni giapponesi che venivano trasmessi in Italia negli anni 80 (incluse chiaramente produzioni dei decenni 60/70).
Giusto, il resto erano orfanelle ( altra grande moda insieme ai robottoni ) ed anime per bambini come ne vengono prodotti anche oggi.
Al 90% tette (di tutte le misure, piccole, enormi, medie), trame inesistenti, incentrate su gente che non fa nulla, se non partecipare a qualche attività di club a scuola, trame su incesti, sorelline a destra e a sinistra, giochi di ruolo, qualche mecha, harem e reverse harem.
Effettivamente prima non c'erano le tette, c'erano solo i muscolazzi esagerati stile Ken il guerriero ( perchè se non avevi un'anta di un'armadio come busto non eri virile ) c'erano i ragazzi efebici dai ciuffi improponibili per poi arrivare ai magnifici anni '90 pieni di majokko adolescenti col corpo da modelle. Trame incentrate su gente che non fa nulla?No ma sul serio l'hai visto un anime contemporaneo? Il problema principe degli anime attuale e che non sono cambiati nelle trame, se per te non fanno nulla oggi beh, non lo facevano anche allora. Che problema hai con gli anime a tema club scolastico che, se non sono Touch, Mila e Shiro, Holly e Benji, Jenny la tennista ( tutti contemporanei eh ) non vanno bene?Gli incesti et. simila sono una parte infinitesimale della produzione visto che per i ragazzi vanno per la maggiore gli shounen di combattimento e per le ragazze i cari e (troppo) vecchi shoujo scolastici col belloccio di turno ( o al massimo per ambo i sessi shoujo/shounen con gruppi di ragazzette idol ). Ripeto, prima di parlare, guardati le rassegne e le classifiche che fa animeclick che già ha un database limitato.
Il resto 9% sono i classici shounen d'azione, e un 1% serie per bambini, molto scialbe se comparate a cosa i giapponesi creavano per i bambini una volta.
Sul serio, ti rendi conto che stai continuando a scrivere falsità?Ovviamente poi condite col classico "una volta facevano le cose meglio". Sul serio PRIMA, prima di rispondere guarda com'è realmente la situazione con occhi oggettivi e lascia perdere per un attimo il magico mondo del "si stava meglio prima". Guarda la QUANTITA' di anime prodotti oggi rispetto a trent'anni fa ( che vuol dire automaticamente tanta merda a basso costo ) e vedrai che di roba buona ce ne è ancora molta. Guarda le programmazioni che sono piene di prodotti per bambini ( visto che tra l'altro sono pure obbligati, anche in Giappone hanno la fascia protetta ), i ragazzi sono ancora il target di riferimento e gli Otaku trent'enni di cui parli sono una parte minima degli spettatori.
Qui si sta parlando di quale è diventato il principale target degli anime, in seguito al crollo degli ascolti per le serie per bambini.
Il crollo c'è stato per OGNI target, giusto gli anziani salvano un pò la situazione delle televisioni. Scusa poi, ma che logica usi?Gli anime per bambini fanno meno ascolti a causa di internet dunque i produttori puntano sugli anime per adulti che hanno avuto un crollo ancora maggiore ( in quanto questi maggiori fruitori di internet )? Sul serio, ti rendi conto che la tua cecità ti sta facendo sragionare?
Le opere per bambini/ragazzini non mancano anche al giorno d'oggi, anzi ce ne sono tantissime, anche se in Italia ne arriva un decimo se va bene e anche su Animeclick se ne parla poco perché il nostro utente-tipo è di età anagrafica più grande ed è interessato ad un altro tipo di anime.
Solo che, come dice anche Inoue nell'articolo, oggi la situazione è decisamente cambiata rispetto a qualche decennio fa. Innanzitutto, la situazione del Giappone è decisamente diversa: oggi è un paese molto più ricco, più tecnologicamente avanzato e, soprattutto, fortemente occidentalizzato. Se, dunque, qualche decennio fa, gli anime, anche quelli per bambini, riflettevano la povertà di un paese in crescita che guardava allo stesso tempo con sospetto e ammirazione all'occidente, oggi gli anime trattano tematiche molto differenti e anche i problemi della società giapponese ritratti negli anime sono cambiati rispetto ad anni fa.
Come detto anche da Inoue, oggi tutto passa attraverso le vendite e il merchandising, anche se questa pratica non è certo nata oggi ma è radicata già dagli anni '80 (sono stati gli anni '80, con Macross e Gundam, a far nascere il fenomeno otaku vero e proprio). Ecco quindi che alle serie per bambini è dedicato un grosso spazio in tv (la domenica mattina c'è un contenitore che ne trasmette quattro o cinque di fila sullo stesso canale, con tantissime pubblicità a tema), che hanno un maggior numero di puntate, che ad esse si affianca il film al cinema, i giocattoli, le linee scuola, le carte, le linee di vestiario, i videogiochi, gli accessori, gli alimentari dedicati, i cd musicali, le applicazioni da scaricare su cellulare e tantissimo altro ancora. La percezione di noi che vediamo gli anime attraverso un sito Internet, senza essere davvero lì in Giappone, è differente. In realtà, aldilà del santuario otaku di Akihabara, di Tokyo e di alcuni luoghi specifici, sono proprio le serie per bambini ad essere famose e presenti in ogni negozio, sala giochi, centro commerciale del Giappone: è decisamente più famoso Youkai Watch, il cui gattone rosso campeggia letteralmente OVUNQUE, piuttosto che una qualsiasi miniserie con ragazzine kawaii per otaku che va in onda magari di notte e per soli tre mesi.
Certo, naturalmente c'è un bel po' di differenza tra L'uomo tigre e Inazuma Eleven, tra Ransie la strega e Pretty Cure, tra Carletto principe dei mostri e Pokemon, ma l'intento di rivolgersi ai bambini, intrattenerli ed insegnargli qua e là dei buoni valori è rimasto, di pari passo con l'evoluzione della società e con i pregi e i difetti che questa si porta dietro. Oggi siamo nell'epoca della crossmedialità e non esiste cartone, fumetto, film di successo che non passi contemporaneamente attraverso altre forme o merchandising di vario tipo, ma questo non implica che non sia bello lo stesso.
L'industria va avanti, specialmente in Giappone dove queste serie devono essere sempre ottimizzate e ottenere il maggior successo possibile magari in poco tempo, dove i veri classici sono le serie per bambini/ragazzi che possono riciclarsi come serie per adulti dopo una quindicina d'anni e vendere ancora ad una diversa frangia di pubblico, e anche animatori come il maestro Inoue o come il maestro Suda (che da Ken il guerriero e Otoko Juku è passato adesso a disegnare Youkai Watch, che è tutt'altra cosa ) si sono adattati, magari dispiacendosi e rimpiangendo i fasti di un tempo, ma il lavoro è lavoro, anche per loro.
ShinXela
- 9 anni fa
22
Negli anni 70/80 il Giappone stava consolidando il suo boom economico, oggi è un Paese che ristagna dagli anni 90. I fasti dell'animazione giapponese di un tempo non torneranno facilmente, finchè non ci sarà una rinascita socio-economica del Paese, difficile da concretizzarsi nel breve-medio termine. E per l'appunto, c'è un enorme differenza qualitativa tra l'animazione per l'infanzia prodotta durante l'epoca d'oro, e quella prodotta oggi, così povera e semplificata nei contenuti. Un Pokemon non sarà mai a livello di un Kimba, il leone Bianco, o anche di un Demetan, con la sua complessità narrativa.
Edit: classifica degli anime più visti in Giappone dal giorno 8 al giorno 14 Febbraio:
Si tratta sempre delle stesse serie diurne per bambini, ragazzini e famiglie. Notare quanto bassi sono gli ascolti. Naturalmente, le serie notturne per otaku se le vedono in 4 gatti, i soldi provengono dalla vendita di DVD/BD e gadget.
Demidevimon
- 9 anni fa
20
Condivido con Kotaro, basta vedere ancora adesso gli ascolti televisivi degli anime in Giappone, le serie più viste sono quelle per bambini e ragazzi, quelle alla fine più popolari e che conoscono tutti. E la maggior parte di queste sono famose anche da noi, basti pensare ai vari One Piece, Pokémon, Detective Conan, Pretty Cure, Doraemon etc. o il più recente Yo-kai Watch. poi è chiaro ci sono i periodi in cui va di moda qualcosa nello specifico e che include una caterba di "otaku" o comunque amanti dell'animazione giapponese che hanno interessi diversi, ma queste sono solo un qualcosa di marginale, le VERE serie di punta sono altre e che come giustamente ha evidenziato son ben diverse spesso e volentieri da quelle che si vedono e cerca anche solo qui su animeclick perchè è l'utenza ad essere diversa.
ShinXela
- 9 anni fa
22
>Condivido con Kotaro, basta vedere ancora adesso gli ascolti televisivi degli anime in Giappone, le serie più viste sono quelle per bambini, quelle alla fine più popolari e che conoscono tutti. E la maggior parte di queste sono famose anche da noi, basti pensare ai vari One Piece, Pokémon, Detective Conan, Pretty Cure, Doraemon etc. o il più recente Yo-kai Watch.
Su questo concordo anch'io, ma sono praticamente sempre le stesse, ed hanno ascolti bassi. Non si può comparare la ricchezza del quadro di serie per l'infanzia prodotte una volta, e che avevano un effettivo riscontro di pubblico, con la povertà della situazione attuale. Il discorso è sempre collegato al trend demografico (pochi bambini, ascolti bassi). Quando trovano uno Youkai Watch lo spremono fino al midollo, e ti ringrazio... Da notare che il guadagno avviene sotto forma di gadget, perchè gli ascolti sono comunque bassi. Una volta potevano permettersi di fare anche serie meno commerciali in quanto erano sostenute dagli ascolti, e quindi dalla pubblicità. L'emittente non ci rimetteva come oggi, a trasmettere cartoni. Youkai Watch sarebbe pure carino come serie per bimbi, più bellino di Pokemon - imho - per i tratti folkloristici, ma a noi toccherà la verisone americanizzata, per cui ad un bambino andrà bene lo stesso, ad un adolescente/adulto a cui poteva interessare più sotto questo aspetto che per altro, decisamente meno. Peccato.
Demidevimon
- 9 anni fa
31
Beh oddio non mi sembrano così bassi come ascolti, almeno quelli nelle prime posizioni vanno più o meno dall'8 al 12 % di share, stiamo pur sempre parlando di prodotti di animazione che vanno in onda la mattina o il pomeriggio, direi sono ascolti assolutamente soddisfacenti. Inoltre bisogna contare che ora anche in Giappone con l'avvento del digitale ci sono tantissimi canali o comunque tantissime alternative tramite il web che prima non si potevano avere, è impossibile pretendere lo stesso share di 20 o anche 10 anni fa. inoltre bisogna contare inoltre che alcune di queste vanno in onda la domenica mattina come ad esempio One Piece, Dragon Ball e le Pretty Cure, mentre quelle come ad esempio come Yo-kai Watch, vanno in onda su TV Tokyo, che non è un canale principale come può essere la NHK o la Fuji TV, anche quello bisogna contare. Poi non bisogna guardare solo gli ascolti TV, ma anche tutto il contorno, basti vedere gli introiti dovuti agli infiniti gadget che vengono venduti con queste serie, le vendite di manga per serie come One Piece, o dei videogiochi come i Pokémon o Yo-kai Watch per capire che comunque di serie per i più giovani ce ne sono molte, alcune hanno un grande successo e sono queste alla fine le più popolari e conosciute da tutti. Poi non è vero che di serie di nicchia non ne facciano più, anzi, secondo me sono anche aumentate rispetto ad un tempo, si cerca incontrare i gusti di chiunque, anche quelli più assurdi, ma è chiaro queste siano serie non indirizzate a chiunque ma a particolari utenze (dei cui introiti solitamente si hanno con le varie vendite di Blu Ray, DVD etc. e vanno in onda ad orari improbabili, è anche giusto così. Per gli adattamenti occidentali che spersonalizzano gli anime nipponici concordo, ma ahimè non possiamo farci niente.. e sì, Yo-kai Watch lo sto seguendo subbato e i riferimenti al folklore e la cultura nipponica sono davvero tantissimi ed onnipresenti, per questo già immagino che scempio e stravolgimento potrebbe uscirne fuori con l'adattamento occidentale. Comunque in tutto questo stiamo andando un pò OT credo ahah
Profondo rispetto per il suo lavoro, ma sinceramente, non era il mio disegnatore di sakkan preferito. ^^;;; Nell'episodio 060 di Saint Seiya "La cuspide scarlatta" si nota tantissimo la differenza tra il suo tratto e quello del compianto sensei Araki.
"Inoue: Purtroppo Shingo Araki ci ha lasciati e io non me la sentirei di lavorare a Saint Seiya senza il suo consenso".
WOW! Grande rispetto per il Maestro!
Bella Intervista
ANTICONFORMISTA
- 9 anni fa
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@Ayachan
"Profondo rispetto per il suo lavoro, ma sinceramente, non era il mio disegnatore di sakkan preferito. "
Nemmeno il mio infatti, non che fosse tra i peggiori ma ve n'erano di sicuro di migliori nella serie tv classica tralasciando ovviamente l'irraggiungibile Shingo Araki (ancora non riesco a farmi una ragione della sua prematura scomparsa).
@ShinXela
"L'argomento potrebbe essere più interessante se discusso con un coetaneo, con cui si hanno i medesimi strumenti di comparazione. Senza offesa per Fma35. "
Hai proprio ragione, c'è una bella differenza tra chi le informazioni se le legge sul web o anche su carta e chi invece ha vissuto sulla pelle certi periodi. Senza considerare che su internet si prendono un fracco di cantonate, solo chi ha vissuto ed ha una memoria molto vivida di quegli anni può essere davvero credibile ed affidabile come fonte di conoscenza.
@Fma35
"Non prendiamoci in giro. Memole dolce memole, Magica Emi,Creamy e affini hanno 4/5 episodi ( su cinquanta e più ) che portano avanti la trama il resto sono filler,filler,filler,filler,filler e filler. Il 90% era formato da episodi slegati tra loro se non totalmente come Doraemon."
Ma li hai mai visti Rocky Joe, L'uomo tigre, Ken il guerriero, I cavalieri dello zodiaco, I 5 Samurai, Tommy la stella dei Giants, Lady Oscar, Candy Candy, F Motori in pista, Heidi, Remì, Jenny la tennista, Arrivano i Superboys, Capitan Harlock, Starzinger, Starblazers, Galaxy Express 999, La Regina dei 1000 anni, Georgie, Bun Bun, Kiss me Licia, Maison Ikkoku, Orange Road e tanti altri che potrei citarti che ignori totalmente?
Tutte serie dalle trame che si sviluppano e si evolvono, filler sono inesistenti o quelli che sono presenti sono una nettissima minoranza (oltretutto i filler di un tempo li facevano con maggior cura, vedesi la saga di Asgard de i cavalieri dello zodiaco). Fatti na cultura prima di scrivere a vanvera e cerca di uscire del tuo guscio di illusione che gli anni 90 sono stati un decennio fenomenale, sono stati piuttosto l'inizio della decadenza anche se qualcosa ancora si salvava, peccato che media$et abbia rovinato quelle poche opere importate in quel periodo censurandole in modo vergognoso, è inutile citarti i titoli in questione, almeno quelli li dovresti conoscere SI SPERA!