In effetti mi sono sempre chiesto come possano i giapponesi fare figli, con i ritmi di lavoro estenuanti che hanno. E onestamente li capisco. Se io lavorassi tutti i giorni fino a tardi e tornassi a casa praticamente solo per dormire i figli diventerebbero un optional. Senza contare che avere un bambino comporta dei costi.
Hai vinto: non ho mai letto così tanti luoghi comuni in sole 4 righe. Compliments
Sennò non spiega come mai in Cina, dove sicuramente non si lavora di meno del Giappone, c'è il problema opposto e il governo ha dovuto mettere un limite massimo di figli fino al 2016 di uno per famiglia.
"Quasi tutti i giapponesi devono destreggiarsi fra imposte sul reddito, tasse comunali, pensioni e pagamenti di assicurazione sanitaria. Se non lavori, l'unica opzione che ti dà il paese è il suicidio. Avere figli è diventato un lusso. Più del 50% della gente comune è disperata."
Se non lavori, l'unica opzione che ti dà il paese è il suicidio.
Senza contare che avere un bambino comporta dei costi.
Quindi quando una coppia riesce a mettersi in una condizione economica tale da permettersi un figlio/a non c'è più tempo.
Dunque più che non vogliono fare figli il punto è che non possono fare figli..
La società corre troppo veloce, il lavoro porta via la maggior parte della propria vita, e avere un figlio diventa un privilegio per pochi
e figli non si possono fare perché costano
Aggiungiamo anche i costi di un mutuo e di un'auto, tanto per rendere realistico il tutto
Spero che qualcosa cambi, altrimenti ci saranno gravi conseguenze
Queste sono le tipiche scuse di chi in realtà non vuole affatto avere dei figli e per qualche strano motivo sente di dover correre ai ripari dietro la sempreverde del "come li mantengo". Sarebbe molto più onesto invece, da parte di tutti, ammettere che non si desidera avere dei figli. Puoi non sentirtela, puoi avere altri progetti o stili di vita, possono non piacerti particolarmente i bambini o l'idea di prendertene cura... non c'è niente di male e non bisogna aver paura di essere giudicati per questo. Ma cose tipo questaAggiungiamo anche i costi di un mutuo e di un'auto, tanto per rendere realistico il tutto
vi prego no. Che pena.
Le persone, quelle assennate, delle domande sul come tirare su un ipotetico figlio se le fanno eccome
Si tratta solo di voler essere realisti e di voler crescere un figlio al momento giusto e nelle migliori condizioni possibili. Sai quante ragazze sulla trentina e qualcosa ci sono in giro che vorrebbero sistemarsi e avere un bambino ma non possono/se la sentono? Anche solo qui in Italia, senza andare a scomodare i giapponesi.
Le persone, quelle assennate, delle domande sul come tirare su un ipotetico figlio se le fanno eccome
Il fatto è che una volta venuti al mondo, crescono ugualmente bene (se non meglio) anche i figli delle persone dissennate, che vivono nello stesso mondo dei bambini programmati assieme al mutuo della casa e alle rate della macchina.Si tratta solo di voler essere realisti e di voler crescere un figlio al momento giusto e nelle migliori condizioni possibili. Sai quante ragazze sulla trentina e qualcosa ci sono in giro che vorrebbero sistemarsi e avere un bambino ma non possono/se la sentono? Anche solo qui in Italia, senza andare a scomodare i giapponesi.
Con i tempi che stiamo vivendo, il momento giusto non si materializzerà mai. Se una coppia vuole davvero un figlio se lo fa, le donne che dicono che non hanno il tempo per via del lavoro in realtà vogliono dedicare il loro tempo al lavoro, sai tu invece quante 30enni non se lo fanno perché scelgono di concentrarsi sulla carriera e si creano l'alibi del troppo lavoro? Quelle che parlano così sono solo delle ipocrite e, per quanto mi riguarda anche un pò ridicole, talmente schiave nell'anima da barattare una scelta importante e personale come quella di avere figlio dandola in pasto agli sciacalli. E vabbè, ci sono anche queste in giro che vuoi farci...
In realtà credo di capire benissimo i pareri di entrambe le "fazioni".
Quando si pensa ad un ipotetico figlio, si pensa anche che gli si vorrebbe dare il meglio. Viene pertanto spontaneo chiedersi che cosa si ha da potergli offrire e se questo sarà abbastanza. Detto questo, Marrabbio Sul Serio non ha nemmeno torto: per la maggior parte delle persone il "momento giusto" non si realizzerà mai, soprattutto visto come girano le cose di questi tempi.
Io comunque credo che se veramente si vuole un figlio, si è anche pronti ad andare incontro a dei sacrifici. Che poi, onestamente, le ristrettezze economiche ci sono sempre state a prescindere dall'epoca e non è che per questo siamo cresciuti tutti storti. Forse bisogna un po' anche rendersi conto che un bambino per crescere bene non ha forzatamente bisogno di venir su in una famiglia ricca e inondato di giochi (soprattutto quelli da 200 euro a botta) e vizi. I soldi certo aiutano, ma non sono tutto.
Ai tempi del " i bambini si son sempre fatti anche con le ristrettezze economiche" metà di questi non raggiungeva l' adolescenza. L' altra era tanto se finiva la quinta elementare.
Se TUTTI facessero meno figli il mondo sarebbe un posto migliore, su questo non ci piove.
Sono nata nel 1990
Avevamo una tv grande come una scatola di 20x20 cm e avevamo dei turni per non litigarcela. Il mio gioco preferito era una capanna di plastica dell'Ikea da 5 euro e il mio hobby preferito necessitava di una scatola di matite e un blocco di fogli.
Ebbene, la mia infanzia è comunque il periodo che ricordo con maggiore felicità e malinconia
Beh, ma tra chi ha avuto un'infanzia simile alla tua (che comunque non mi sembra particolarmente sfortunata) e chi ha avuto tutto ci sono le vie di mezzo, e poi non è che se hai per forza i soldi devi tirare su figli viziati fino alle ossa. Io e mio fratello da bambini siamo stati "viziati" il giusto dai nostri genitori, ma poi una volta adolescenti in grado di lavorare loro ci hanno detto che se volevamo qualcosa dovevamo guadagnarcelo, e noi ci siamo adeguati. Vivevamo (e viviamo) una vita assolutamente normale, scuole pubbliche e tutto il resto, e per anni e anni noi due siamo stati convinti che la nostra famiglia fosse solo un po' benestante, ma verso la fine dell'adolescenza ci siamo resi conto che non è esattamente così...
Sono nata nel 1990 e ho 2 fratelli, 5 fratellastri e 2 fratelli acquisiti. In casa eravamo in 6, sono cresciuta dovendo condividere vestiti e giochi con tutti gli altri. Avevamo una tv grande come una scatola di 20x20 cm e avevamo dei turni per non litigarcela. Il mio gioco preferito era una capanna di plastica dell'Ikea da 5 euro e il mio hobby preferito necessitava di una scatola di matite e un blocco di fogli. Lo stesso mazzo di carte di Uno lo usavamo per anni finché le carte stesse non erano così consunte da spezzarsi. Il massimo della gioia lo raggiungevo quando mia madre ci dava 2 fr. a testa per comprarci le caramelle.
La nostra condizione economica era pessima a causa di mio padre ed è finita in rosso quando avevo solo 11 anni. Mi sono risollevata dai debiti accumulati appena 2 anni fa, alla veneranda età di 26 anni.
Ebbene, la mia infanzia è comunque il periodo che ricordo con maggiore felicità e malinconia. Non solo, credo anche di essere cresciuta piuttosto bene. Ho imparato a risparmiare, a condividere, ad essere felice con poco e un'altra cosa fondamentale: con i soldi ci compri tutto ma non l'amore, che è la cosa più importante nella vita di ogni persona. Non invidio niente a chi aveva sempre l'ultimo gioco appena uscito e vestiva con pantaloni firmati da 200 fr. al paio. Non gira tutto intorno al denaro.
Dunque un' infanzia normalissima.
Beh, vai tranquilla. Dubito fortemente che uno dei tuoi figli subirà un raid fascista, lavorerà fin da bambino e/o studierà fino alla quinta elementare. Se questi sono i tuoi dubbi, allora puoi anche lasciarli da parte: gli anni '30 sono finiti da un po'.Anche per mia nonna è così. Le è morto qualche fratello, la sorella è stata vittima di un raid fascista, lavorò sin da quando mosse i primi passi, studiò fino alla quinta elementare ( al contempo cresceva il fratello minore) e pativa la fame. Però era felicissima a suo dire eh. Scusa però se voglio evitare un' infanzia come questa ai miei figli.
Non è questo il punto (né ciò che volevo esprimere), il punto è che non servono i milioni per tirare su un figlio (felice) e farlo bene.non è che se hai per forza i soldi devi tirare su figli viziati fino alle ossa.
Il concetto di normalità è puramente personale
Comunque (sebbene non so come tu faccia a decidere come la mia infanzia sia stata in base ai soli pochi dati che io stessa ti ho fornito)
come vedi si può avere una vita "normale" anche senza avere da parte chissà cosa e fare chissà quali progetti di vita.
Beh, vai tranquilla. Dubito fortemente che uno dei tuoi figli subirà un raid fascista, lavorerà fin da bambino e/o studierà fino alla quinta elementare.
Se questi sono i tuoi dubbi, allora puoi anche lasciarli da parte: gli anni '30 sono finiti da un po'.
Non è questo il punto (né ciò che volevo esprimere), il punto è che non servono i milioni per tirare su un figlio (felice) e farlo bene.
Le statistiche possono rendere qualcosa comune non "normale". Ribadisco: la normalità è un concetto personale.Nah, si possono fare delle stime facendo le dovute ricerche statistiche e comparandole con la società attuale ( o del tempo se guardiamo al passato)
Perché il resto del post non lo hai letto, ne deduco. La mia famiglia era fortemente indebitata, se ti fosse sfuggito (mia madre ha finito di pagare i debiti quest'anno, io due anni fa). Nonostante questo, siamo riusciti ad avere una vita "normale", come tu la definisci. Ah, e visto che di case vuoi tanto parlare: la nostra l'abbiamo persa quando avevo 12 anni. E no, non l'abbiamo venduta, quindi non ne abbiamo ricavato mezzo centesimo.Nella stessa maniera in cui pretendi di far passare la tua infanzia come povera e difficile parlando di giocattoli miseri e televisione troppo piccola.
Vedi su.Come vedi " avevo pochi giocattoli" non è una situazione indice di difficoltà. Non poter avere una casa, non poter avere uno stipendio fisso, non poter far fronte a spese mediche improvvise ( mia sorella dovette mettere scarpe ortopediche e apparecchio. Milioni di lire che oggi io non potrei permettermi per un eventuale figlio).
Ma te devi prendere tutto sul personale per forza? Perché così pare.Beh no. Vivrebbe solo con i nonni ( che mantengono lui, me la mia compagna ed anche mia sorella ), forse negli anni se il lavoro va meglio mi posso permettere di fargli concludere le superiori. Ah, ovviamente se succede qualche imprevisto vendiamo casa ( fortunatamente i miei genitori hanno la casa di proprietà) per raccimolare soldi. Poi finiamo in mezzo ad una strada ma si vedrà. Ah, ovviamente mia sorella non si deve neanche azzardare a voler fare figli, non è che i miei possono mantenere troppe persone. Ah, già che ci siamo, mi puoi spiegare come posso educare un bambino quando sono i miei di genitori a mantenere tutti? Sai, concetti come responsabilità etc.
Sì, beh, non è l'unica cosa che gli anni '30 si sono portati via. Ma va bene, se vuoi sempre e solo guardare ai lati negativi accomodati.Eh, purtroppo sì, altrimenti sarei già apposto con il lavoro.
Hanno un costo? Certo. Pannolini, vestiti (e da piccoli si cresce ad una velocità incredibile, quindi tocca cambiarli spesso), alimenti, spese mediche (quantomeno qui in Svizzera, insieme all'assicurazione mensile obbligatoria). Ma per quanto tu possa e voglia ampliare la lista, giuro che non servono milioni.Invece purtroppo servono perchè i figli costano e non posso lasciarlo attaccato alla tetta fino a quando non sa mantenersi da solo.
devo per forza rininciare alla carriera e trovarmi un uomo ricco ( non sia mai che in quanto donna io voglia essere economicamente realizzata e con una carriera) che mi possa mantenere mentre io sforno pargoli a tutto andare per la gloria della Nazione?
Se TUTTI facessero meno figli il mondo sarebbe un posto migliore, su questo non ci piove.
Ma se davvero vuoi un figlio ti rimbocchi le maniche, fai qualche sacrificio e ti ritagli anche il tempo necessario
Hanno un costo? Certo. Pannolini, vestiti (e da piccoli si cresce ad una velocità incredibile, quindi tocca cambiarli spesso), alimenti, spese mediche. Ma per quanto tu possa e voglia ampliare la lista, giuro che non servono milioni.
WTF?! Premesso che le mamme economicamente realizzate e con una carriera esistono, si presume che un figlio si faccia in due (tecniche moderne a parte) per cui dovrebbero essere divise anche le responsabilità o no? In quanto donna poi, dovresti essere grata di avere la possibilità di scegliere di poterti dedicare alla maternità, invece ne parli (tu e tante altre sul web, mi sono già capitate discussioni di questo tipo) come se tale condizione rappresenti una maledizione...
Certo, e ribadisco che secondo me quella dei soldi è una scusa che molte usano per sottrarsi a quelli che sono i veri sacrifici che implica il diventare madri, e cioé in termini di responsabilità e tempo da dedicare a se stesse. Non voglio certo sminuire il fattore economico, ma superate le fasi iniziali (neonato, primi mesi ecc.) alla fin fine il bambino mangia 1/10 di quello che mangi tu, e le sue necessità sono direttamente proporzionali all'età e non mi pare che tutti quelli che ho conosciuto pre-figli siano andati in rovina una volta divenuti genitori.
La mia famiglia era fortemente indebitata, se ti fosse sfuggito (mia madre ha finito di pagare i debiti quest'anno, io due anni fa). Nonostante questo, siamo riusciti ad avere una vita "normale", come tu la definisci. Ah, e visto che di case vuoi tanto parlare: la nostra l'abbiamo persa quando avevo 12 anni. E no, non l'abbiamo venduta, quindi non ne abbiamo ricavato mezzo centesimo.
Ma te devi prendere tutto sul personale per forza? Perché così pare.
Ma se davvero vuoi un figlio ti rimbocchi le maniche, fai qualche sacrificio e ti ritagli anche il tempo necessario.
Nel tuo caso (se non ho capito male) si dovrebbe inoltre eventualmente parlare anche di Fivet, che sicuramente non è gratis e il viaggio per andare dove ti pare a farla neanche. Che poi un figlio te lo fai magari quando stai già convivendo con il/la tua/o compagno/a, mi sembra giusto una roba OVVIA.
Bah si lamentano ma nessuno vieta loro di fare un lavoro che da forti sbocchi economici (un pò come chi studia lettere o beni culturali e poi si lamenta di essere disoccupato quando sono settori che il mercato non richiede) o comunque possono sempre andarsene in stati che offrono una condizione di vita migliore
Mia nonna si è sposata indebitata e la casa l' ha letteralmente costruita mio nonno. Vogliamo continuare a paragonare situazioni distanti decadi? Sei nata negli anni '90, accettalo, un periodo in cui l' economia italiana era ancora florida e con le generazioni precedenti con risparmi. Un conto è finire per strada con la possibilità di trovare facilmente lavoro, un altro è rimanere senza niente.
Sei tu che hai tirato fuori la tua " infanzia difficile" per dire che i bambini si possono fare anche nella situazione di ristrettezze economiche attuali. No, se li vuoi far vivere bene non è così.
WTF?! Premesso che le mamme economicamente realizzate e con una carriera esistono, si presume che un figlio si faccia in due (tecniche moderne a parte) per cui dovrebbero essere divise anche le responsabilità o no? In quanto donna poi, dovresti essere grata di avere la possibilità di scegliere di poterti dedicare alla maternità, invece ne parli (tu e tante altre sul web, mi sono già capitate discussioni di questo tipo) come se tale condizione rappresenti una maledizione...
Oddio, superate le fasi iniziali un po' alla volta arrivano le altre: vestiti che cambiano alla velocità della luce, vista la loro continua crescita; spese per asilo nido, per chi non ha i nonni o altri a cui affidarli; spese scolastiche tra libri quaderni, ecc... e così via.
Sempre meglio pensarci due volte prima di fare un figlio ed essere sicuri di potergli dare un futuro, piuttosto che ritrovarsi a faticare per pagare l' affitto
Per cui è anche giusto e consigliabile che se non sei certo di volerti prendere l' impegno di un figlio, non te lo prendi e ti dedichi ad altre cose indubbiamente più meritevoli del contribuire alla crescita della ridicola razza umana.
Bah si lamentano ma nessuno vieta loro di fare un lavoro che da forti sbocchi economici (un pò come chi studia lettere o beni culturali e poi si lamenta di essere disoccupato quando sono settori che il mercato non richiede) o comunque possono sempre andarsene in stati che offrono una condizione di vita migliore
Premesso che per essere una mamma economicamente realizzata devi partire essendo già economicamente stabile, si presume che un figlio si faccia in due e quindi l' onere/ onore di crescerlo lo si fa in due. In quanto donna poi cosa? Dovrei essere grata di poter fare la mantenuta? Se la donna ( o uomo ) preferisce fare la casalinga in comune accordo con il partner ed una situazione economica stabile che lo faccia. Ma non venirmi a dire che è una condizione accettabile quando è imposta ( dalla situazione economica o dal partner)
Un bambino mangia un decimo di quello che mangi tu? XD Certo, fino all' asilo. Poi i bambini più crescono più aumentano in modo esponenziale il cibo che riescono a ingurgitare. Arrivati all' adolescenza è la fine in termini alimentari. Non vanno vestiti? La scuola? Il fattto che una persona in più aumenti i costi domestici ( acqua, luce, gas, spazzatura etc.) Le cure? Io ho 4000 euro di apparecchio in bocca e 300 euro ( più 100 di visita) addosso. Pagati dai miei genitori ovviamente. Vogliamo capire che con la disoccupazione giovanile ( e quella femmile ancora più alta) fare figli oggi non è possibile? Non siamo ai tempi dei nostri genitori in cui il lavoro era stabile, i nonni potevano intervenire ( la scuola a me l' ha pagata la nonna, devo farle pagare anche quella dei miei figli?) .Io ho passato i miei primi otto anni di vita accudita da nonni perchè i miei lavoravano, se facessi un figlio ora a chi lo lascio? I miei genitori lavorano ancora, lo lascio a mia nonna ottantacinquenne col Parkinson?
Comunque anche io sono una di quelle persone che appoggia la scusa del "non abbiamo tempo e soldi". Avere un bambino è una cosa seria perchè stiamo parlando di un essere vivente. Non possiamo permetterci di rischiare se sappiamo che con molte probabilità non riusciremo a manternerlo da soli, perchè una volta fatto il bambino non si può tornare indietro.
Chapeau.Tutti che parliamo delle condizioni economiche, ricordiamo un pò di cose...Moltissimi anni fà - nel Ventennio fascista - si facevano le campagne per "convincere" le donne a far figli per la "Patria", la nostra Patria... In alcuni memoriali di medici dell'epoca si può leggere come le giovani ragazze, spesso e volentieri operaie nelle nascenti fabriche italiane, con ritmi di lavoro ben pesanti, rispondessero ai medici che le sollecitavano in questo senso..."Un figlio signor dottore..un figlio...perchè voglio che mio figlio abbia tutto quello che gli altri hanno. Non voglio certo che vada al mare nelle colonie"....
Gente umile ma con idee abbastanza chiare. A tener su l'Italia pensavano le donne del sud ma con un prezzo altissimo...forse dovremmo pensare a quanti bambini - e donne - morivano in quegli anni al parto, fenomeno che oggi è estremamente mitigato - ma non scomparso purtroppo -
La mia bisnonna materna morì per un parto gemellare andato male. Morirono tutti e tre. Mia nonna ha avuto otto, nove figli, ma le sono morti tutti i maschi tranne uno. Piccolissimi. Ed uno portato via dalla Spagnola.
Questo per dirvi che le considerazioni che muovono - o non muovono - a fare dei figli sono ben diverse.
In Giappone, ante 2 GM, c'erano famiglie enormi come nel sud d'Italia - Isao Takahata era il settimo figlio di una famiglia di sette figli - man a mano sia il modificarsi delel condizioni economiche che l'evoluzione della responsabilità femminile - e maschile - ha ridotto - inevitabilmente - quelle famiglie. E fortunatamente.
Il problema è che nessuno in Giappone, per decenni, ha preso seriamente in considerazione i problemi delle donne, cosa vuol dire avere figli, cosa vuol dire crescerli. Ci si bea nell'idea di avere un grande sistema scolastico e non si guarda oltre. Ci si bea dell'industria ma non si considera che le donne hanno ruoli del tutto marginali, indipendentemente dalle loro capacità. Le necessità del dopoguerra ed il conformismo sociale hanno fatto il resto. Vale lo stesso discorso in Italia. La vera differenza è che l'Europa, almeno fino ad ora, è stata più aperta di altre parti del mondo e questo ha "nascosto" il problema...Già da diversi anni erano le donne immigrate a garantire i tassi di natalità italiani.
Per risolvere i nostri come i loro problemi non ci sono soluzioni facili, e soprattutto non ci sono soluzioni istantanee, una politica della famiglia, concreta, può avere dei frutti solo sui dieci anni..La nostra attuale classe politica pensate che gliene importi qualcosa?? Ditemi nel "contratto" che si stà studiando fra i due "amorosi", si parla per caso della scuola?? Non mi pare vero.
Al più vieteranno Frozen 2.....E chi vuol intendere intenda.
Chapeau.
Per risolvere i nostri come i loro problemi non ci sono soluzioni facili, e soprattutto non ci sono soluzioni istantanee, una politica della famiglia, concreta, può avere dei frutti solo sui dieci anni..La nostra attuale classe politica pensate che gliene importi qualcosa?? Ditemi nel "contratto" che si stà studiando fra i due "amorosi", si parla per caso della scuola?? Non mi pare vero.
Al più vieteranno Frozen 2.....E chi vuol intendere intenda.Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)Comunque lol, Frozen II non lo vieteranno perchè: 1. A differenza della Cina o dei paesi musulmani i pagliacci del nostro parlamento non avrebbero mai le p...e (e nemmeno la voglia) per inimicarsi una major americana che porta i big money. 2 .Le probabilità di un Frozen LGBT sono prossime allo zero... anche perchè a questo punto sarebbe troppo ovvio!
Per fortuna passerà anche questa. Per fortuna.
Il figlio non è una cosa che metti al mondo e poi ti fai un balletto perché giustamente nella tua vita ci sono anche altre cose che vorresti fare che stare dietro ad un pargolo.
Perché poi funziona così: quando fai un bambino, per 20 anni devi dedicare tutta la tua vita a lui, fin quando non sarà andato via e avrà preso la sua strada. Non tutti sognano questa vita e io li capisco. Soprattutto nella società giapponese, rigida come poche altre, per molti è un pensiero inutile avere un bambino ed è inutile che li chiamate luoghi comuni perché il trend di quasi 60 anni parla chiaro.
Il figlio non è una cosa che metti al mondo e poi ti fai un balletto perché giustamente nella tua vita ci sono anche altre cose che vorresti fare che stare dietro ad un pargolo.
Perché poi funziona così: quando fai un bambino, per 20 anni devi dedicare tutta la tua vita a lui, fin quando non sarà andato via e avrà preso la sua strada. Non tutti sognano questa vita e io li capisco. Soprattutto nella società giapponese, rigida come poche altre, per molti è un pensiero inutile avere un bambino ed è inutile che li chiamate luoghi comuni perché il trend di quasi 60 anni parla chiaro.
Concordo in pieno, soprattutto perché al giorno d'oggi c'è chi fa figli tanto per e chi ne vorrebbe davvero non può averne..... I figli non sono giocattoli, ma in pochi se ne rendono conto.
Esattamente. Hai voglia a dire "la realtà è che non si vuole avere figli", se metti un figlio al mondo a 20 anni, a 30 ti svegli e pensi che il meglio della tua vita non l'hai vissuto per te stesso e irrimediabilmente ti senti con una catena al piede.
Le persone prima inseguono i propri sogni, i propri ideali, poi possono pensare di mettere su famiglia. Quando pensano di non avere più nulla da dire. Non puoi mettere un bambino al mondo e poi pensare di goderti la vita, perché tutta la tua vita la dovrai spendere per quel bambino, com'è giusto che sia. Io per esempio sono stato "vittima" di questo gioco malato, i miei genitori non erano pronti ad essere genitori (e a dirla tutta non lo sarebbero mai stati), e non a caso io sono stato un parental child.
C'è veramente da incazzarsi quando la gente tira fuori storie come "la realtà è che non li vuoi". Guardatevi il mondo cosa è diventato prima di affrettare i giudizi sugli altri. Oggi avere un bambino è un suicidio psicologico e se non hai gli strumenti mentali e soprattutto economici per mantenerti, sfasci la relazione sentimentale che hai e poi te stesso. Il tutto con ovviamente un bambino di mezzo che dovrà sopportare la pressione dei problemi dei genitori.
Prima di tutto, una persona deve realizzarsi. Una volta realizzatasi può pensare a cosa lasciare al mondo, che può essere un figlio o anche degli ideali (Bill Hicks, ad esempio). Il figlio non è una cosa che metti al mondo e poi ti fai un balletto perché giustamente nella tua vita ci sono anche altre cose che vorresti fare che stare dietro ad un pargolo.
se metti un figlio al mondo a 20 anni, a 30 ti svegli e pensi che il meglio della tua vita non l'hai vissuto per te stesso e irrimediabilmente ti senti con una catena al piede.
Le persone prima inseguono i propri sogni, i propri ideali, poi possono pensare di mettere su famiglia. Quando pensano di non avere più nulla da dire.
Prima di tutto, una persona deve realizzarsi. Una volta realizzatasi può pensare a cosa lasciare al mondo, che può essere un figlio o anche degli ideali (Bill Hicks, ad esempio). Il figlio non è una cosa che metti al mondo e poi ti fai un balletto perché giustamente nella tua vita ci sono anche altre cose che vorresti fare che stare dietro ad un pargolo.se metti un figlio al mondo a 20 anni, a 30 ti svegli e pensi che il meglio della tua vita non l'hai vissuto per te stesso e irrimediabilmente ti senti con una catena al piede.
Le persone prima inseguono i propri sogni, i propri ideali, poi possono pensare di mettere su famiglia. Quando pensano di non avere più nulla da dire.
Penso che io e te abbiamo fondamentalmente un'idea diversa di cosa un figlio sia. Io non lo considero un'eredità, qualcuno a cui insegnare i miei valori, la parte finale del processo che è la vita.
C'è poi da dire che sentirsi realizzati e per cosa è una questione del tutto personale, a me per esempio non me ne può fregar di meno di cose come la posizione lavorativa o sociale. Ognuno ha i suoi sogni (e la gravidanza stessa può esserlo) ed i suoi valori e non sempre questi viaggiano su binari distinti, talvolta si possono percorrere in parallelo e simultaneamente offrendo alla propria vita un quadro ben più completo che affrontando una sola cosa alla volta. Poi certo, non per tutti è così e soprattutto non è da tutti riuscirci. Nel dubbio è sicuramente meglio non lanciarsi nell'impresa, questo è chiaro.
Detto questo, voglio solo aggiungere che per quel che mi riguarda non vedo e non vedrò mai un bambino come una catena al piede. Se così dev'essere tanto vale non farlo proprio. Avere un figlio a 20 anni non dev'essere forzatamente una maledizione, perché anche qui ognuno si gode la vita in maniera diversa e c'è chi (come me) preferisce di gran lunga stare a casa a crescere un figlio piuttosto che uscire tutti i weekend a fare festa. Senza contare che più giovani si è e più energie si ha da offrire al proprio piccolo. Personalmente non comprendo chi, ad un passo dalla menopausa, decide che è arrivato il momento di metter su famiglia. A 40/45 anni si possono forse avere più possibilità finanziarie ma raramente si hanno le energie necessarie per affrontare i primi anni di vita di un bambino. Penso che un così ampio divario di età parli poi da sé, così come la difficoltà stessa a concepire e a portare avanti una gravidanza senza problemi (fra aborti, distacchi, pre-eclampsia, difetti genetici, ecc. solo un numero minimo e paurosamente basso di queste gravidanze va a buon fine).
Penso che io e te abbiamo fondamentalmente un'idea diversa di cosa un figlio sia. Io non lo considero un'eredità, qualcuno a cui insegnare i miei valori, la parte finale del processo che è la vita.
C'è poi da dire che sentirsi realizzati e per cosa è una questione del tutto personale, a me per esempio non me ne può fregar di meno di cose come la posizione lavorativa o sociale. Ognuno ha i suoi sogni (e la gravidanza stessa può esserlo) ed i suoi valori e non sempre questi viaggiano su binari distinti, talvolta si possono percorrere in parallelo e simultaneamente offrendo alla propria vita un quadro ben più completo che affrontando una sola cosa alla volta. Poi certo, non per tutti è così e soprattutto non è da tutti riuscirci. Nel dubbio è sicuramente meglio non lanciarsi nell'impresa, questo è chiaro.
Detto questo, voglio solo aggiungere che per quel che mi riguarda non vedo e non vedrò mai un bambino come una catena al piede. Se così dev'essere tanto vale non farlo proprio. Avere un figlio a 20 anni non dev'essere forzatamente una maledizione, perché anche qui ognuno si gode la vita in maniera diversa e c'è chi (come me) preferisce di gran lunga stare a casa a crescere un figlio piuttosto che uscire tutti i weekend a fare festa. Senza contare che più giovani si è e più energie si ha da offrire al proprio piccolo. Personalmente non comprendo chi, ad un passo dalla menopausa, decide che è arrivato il momento di metter su famiglia. A 40/45 anni si possono forse avere più possibilità finanziarie ma raramente si hanno le energie necessarie per affrontare i primi anni di vita di un bambino. Penso che un così ampio divario di età parli poi da sé, così come la difficoltà stessa a concepire e a portare avanti una gravidanza senza problemi (fra aborti, distacchi, pre-eclampsia, difetti genetici, ecc. solo un numero minimo e paurosamente basso di queste gravidanze va a buon fine).
Se non fosse per alcune difficoltà di base insormontabili, ti chiederei in sposa
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