Se avessero usato tanta severità nell'affrontare i problemi di questo ragazzo, e dei tanti altri che subiscono le stesse cose, chissà che il sovrintendente non avrebbe avuto motivo di dover parlare con questo povero padre dovendo pensare a come rivolgersi a lui...certo la scelta è stata infelice ma arrivare a portarlo a dimettersi solo per questo mi sembra esagerato, ma non voglio esagerare allo stesso modo nel mio giudizio comunque perché probabilmente fatico a cogliere la gravità della cosa non conoscendo il giapponese...
In Italia facciamo primo partito gente che manda vaffa a destra e manca, crede nelle sirene, nelle scie chimiche e ad ogni genere di complotto, sbaglia continuamente non solo l'uso delle parole ma anche i tempi verbali.
In Giappone basta una parola sbagliata e ti devi dimettere.
È proprio vero che nel mondo non esiste la giusta misura, una via di mezzo.
Ed io che pensavo avesse detto "Quork".
In Italia facciamo primo partito gente che manda vaffa a destra e manca, crede nelle sirene, nelle scie chimiche e ad ogni genere di complotto, sbaglia continuamente non solo l'uso delle parole ma anche i tempi verbali.
In Giappone basta una parola sbagliata e ti devi dimettere.
È proprio vero che nel mondo non esiste la giusta misura, una via di mezzo.
Quoto,però in Giappone non è che sono così rigidi. Basti pensare che il "glande" Shinzo Abe si è ricandidato ed è stato rieletto nonostante avesse ,sia lui che alcuni suoi collaboratori,delle accuse di corruzione. Io penso che sono rigidi quando gli conviene,anche qui,sicuramente dopo questo fattaccio,grazie a questo pretesto,riusciranno a svincolarsi e a sbattersene del problema del bullismo
In Italia facciamo primo partito gente che manda vaffa a destra e manca, crede nelle sirene, nelle scie chimiche e ad ogni genere di complotto, sbaglia continuamente non solo l'uso delle parole ma anche i tempi verbali.
In Giappone basta una parola sbagliata e ti devi dimettere.
È proprio vero che nel mondo non esiste la giusta misura, una via di mezzo.
Della serie: siccome i problemi veri non si risolvono, focalizziamoci sulle parole.
In Italia facciamo primo partito gente che manda vaffa a destra e manca, crede nelle sirene, nelle scie chimiche e ad ogni genere di complotto, sbaglia continuamente non solo l'uso delle parole ma anche i tempi verbali..
手前 (temae) literally means "the one in front of me", as does お前 (omae), and originally neither were insulting terms! Japanese people try to avoid second person pronouns when talking to people, and when they had to use them, they made them vague and indirect. However, this created a euphemism treadmill effect where a previously polite term became too direct, and eventually rude. Or in some cases, a very polite term like 貴様 (kisama), which is actually made up of the kanji for "precious" and the honorific suffix "-sama" was used in an almost sarcastic way to distance the other person, and thus became extremely rude.
Se ho capito bene il termine usato era troppo informale.
Da un punto di vista logico la reazione del padre e di molti altri è perfettamente sensata.
Quello del sovrintendente è un ruolo ufficiale e formale.
Pertanto il suo gesto è grave perché non ha espletato le sue funzioni di ufficialità e formalità.
In Giappone la forma è tutto, così come le gerarchie.
Che il suo intento fosse quello di offendere o meno non ha alcuna importanza perché lui rappresentava una precisa figura sociale in quel momento.
E neanche il fatto che il padre fosse un suo ex alunno è una giustificazione.
Ma soprattutto, l'uso di un tono informale non si confà ad una situazione del genere.
La cosa viene giustamente percepita come un palese insulto in quanto corrisponde ad una negazione di responsabilità proprio nel momento in cui è prevista un figura di responsabilità.
Poiché il sistema scolastico (come tutto in Giappone) è regolato sulle formalità, questa è una palese violazione di questo costume, e quindi un palese insulto.
Se sei uno dei bulloni di un ingranaggio sociale che tritura le persone fino a spingerle al suicidio il minimo che puoi fare è seguire il copione previsto, così come è richiesto a tutti.
Se la società è basata sui ruoli, venire meno al ruolo è l'unico vero crimine.
Il sovrintendente non ha alcun diritto di uscire dai canoni del suo ruolo, soprattutto se non lo ha fatto prima, quando avrebbe potuto per prevenire una simile circostanza.
Fare uno strappo alle regole solo quando ti conviene o perché in quel momento sei distratto è troppo comodo. Un insulto.
[...] non hai EDUCATO i suoi coetanei a dovere
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