"Smetti di fare anime che assecondano i gusti degli otaku, non fare ricerche di mercato, fai solo quello che pensi sia buono."
"Ci sono troppi anime per ogni stagione, purtroppo devo limitarmi a guardare tre anime per stagione. Anche se oggi abbiamo Internet, ho l'impressione che ci siano così tanti anime per la TV. Penso che dovrebbero ridurre l'output a 2/3 di quello che abbiamo attualmente. Inoltre è vero che questo vale per qualsiasi settore, ma penso che molti contenuti siano 'usa e getta' e mi piacerebbe che cambiassero in meglio."
Su ridurre il numero di anime sono d'accordissimo, e mi associo alle considerazioni sul lavoro sottopagato. Non so però perché il settore sia così in crisi in Giappone, voglio dire, non sono divoratori di anime?
tutti argomenti che si conoscono e si ripetono da tempo, eppure la soluzione tarda ad arrivare e anzi visto l'andamento sembra andare all'opposto. ridurre gli anime stagionali non riduce il lavoro ma riduce il lavoro veloce e disorganizzato. troppi studio e troppa roba che insegue il fandom, troppa serialità. queste persone vanno guidate da artisti capaci di una prospettiva futura e vanno pagati, andrebbe riorganizzato e rimodernato tutto il sistema da loro ma anche da noi per vedere un veloce miglioramento.. se rimane così la situazione peggiorerà e tutti si divideranno per cercare supporto economico su internet (come sta già avvenendo e fa capire già la situazione)
Su ridurre il numero di anime sono d'accordissimo, e mi associo alle considerazioni sul lavoro sottopagato. Non so però perché il settore sia così in crisi in Giappone, voglio dire, non sono divoratori di anime?
Certo, gli anime li divorano, ma il problema sta dietro la loro produzione. Gli studi d'animazione non riescono a stare dietro le spese perché a loro restano solo le briciole e i giovani non sono interessati ad approcciarsi a questo settore lavorativo perché la paga è da cani e gli orari ancora peggio.
tutti argomenti che si conoscono e si ripetono da tempo, eppure la soluzione tarda ad arrivare e anzi visto l'andamento sembra andare all'opposto. ridurre gli anime stagionali non riduce il lavoro ma riduce il lavoro veloce e disorganizzato. troppi studio e troppa roba che insegue il fandom, troppa serialità. queste persone vanno guidate da artisti capaci di una prospettiva futura e vanno pagati, andrebbe riorganizzato e rimodernato tutto il sistema da loro ma anche da noi per vedere un veloce miglioramento.. se rimane così la situazione peggiorerà e tutti si divideranno per cercare supporto economico su internet (come sta già avvenendo e fa capire già la situazione)
Ipotesi:
Se per fare 3 anime servono 3 studi con 10 dipendenti cad, se riduci ad 1 anime servirà 1 solo studio con solo 10 dipendenti.
Certo è facile dire che basta coinvolgere anche gli altri 2 studi senza anime da produrre, o al limite assorbirli e in ogni caso far si che i 30 dipendenti lavorino comunque al singolo anime, avendo così il vantaggio di tempi molto più umani o di una qualità di lavoro tre volte superiore.
Dimenticandosi però che questo significa avere 1 singolo anime con costi di produzione triplicati o quasi, costi che se non venissero assorbiti dal mercato porterebbero al fallimento e al ridimensionamento forzato.
tutti argomenti che si conoscono e si ripetono da tempo, eppure la soluzione tarda ad arrivare e anzi visto l'andamento sembra andare all'opposto. ridurre gli anime stagionali non riduce il lavoro ma riduce il lavoro veloce e disorganizzato. troppi studio e troppa roba che insegue il fandom, troppa serialità. queste persone vanno guidate da artisti capaci di una prospettiva futura e vanno pagati, andrebbe riorganizzato e rimodernato tutto il sistema da loro ma anche da noi per vedere un veloce miglioramento.. se rimane così la situazione peggiorerà e tutti si divideranno per cercare supporto economico su internet (come sta già avvenendo e fa capire già la situazione)
Ipotesi:
Se per fare 3 anime servono 3 studi con 10 dipendenti cad, se riduci ad 1 anime servirà 1 solo studio con solo 10 dipendenti.
Certo è facile dire che basta coinvolgere anche gli altri 2 studi senza anime da produrre, o al limite assorbirli e in ogni caso far si che i 30 dipendenti lavorino comunque al singolo anime, avendo così il vantaggio di tempi molto più umani o di una qualità di lavoro tre volte superiore.
Dimenticandosi però che questo significa avere 1 singolo anime con costi di produzione triplicati o quasi, costi che se non venissero assorbiti dal mercato porterebbero al fallimento e al ridimensionamento forzato.
per questo ti parlo di un sistema completamente rinnovato, sicuro la situazione come è ora non va bene. non ci piove. i soldi ci stanno
Interessante, ma chi propone di ridurre gli anime stagionali ha presente che questo di fatto ridurrebbe il lavoro e quindi il numero di sudi d'animazione e di lavoratori ? Che mi pare sia invece proprio quello che si vorrebbe evitare.
tutti argomenti che si conoscono e si ripetono da tempo, eppure la soluzione tarda ad arrivare e anzi visto l'andamento sembra andare all'opposto. ridurre gli anime stagionali non riduce il lavoro ma riduce il lavoro veloce e disorganizzato. troppi studio e troppa roba che insegue il fandom, troppa serialità. queste persone vanno guidate da artisti capaci di una prospettiva futura e vanno pagati, andrebbe riorganizzato e rimodernato tutto il sistema da loro ma anche da noi per vedere un veloce miglioramento.. se rimane così la situazione peggiorerà e tutti si divideranno per cercare supporto economico su internet (come sta già avvenendo e fa capire già la situazione)
Ipotesi:
Se per fare 3 anime servono 3 studi con 10 dipendenti cad, se riduci ad 1 anime servirà 1 solo studio con solo 10 dipendenti.
Certo è facile dire che basta coinvolgere anche gli altri 2 studi senza anime da produrre, o al limite assorbirli e in ogni caso far si che i 30 dipendenti lavorino comunque al singolo anime, avendo così il vantaggio di tempi molto più umani o di una qualità di lavoro tre volte superiore.
Dimenticandosi però che questo significa avere 1 singolo anime con costi di produzione triplicati o quasi, costi che se non venissero assorbiti dal mercato porterebbero al fallimento e al ridimensionamento forzato.
per questo ti parlo di un sistema completamente rinnovato, sicuro la situazione come è ora non va bene. non ci piove. i soldi ci stanno
No è proprio quello il problema. I soldi non ci stanno. Basta che guardi le cifre che ha riportato Sakaki.
tutti argomenti che si conoscono e si ripetono da tempo, eppure la soluzione tarda ad arrivare e anzi visto l'andamento sembra andare all'opposto. ridurre gli anime stagionali non riduce il lavoro ma riduce il lavoro veloce e disorganizzato. troppi studio e troppa roba che insegue il fandom, troppa serialità. queste persone vanno guidate da artisti capaci di una prospettiva futura e vanno pagati, andrebbe riorganizzato e rimodernato tutto il sistema da loro ma anche da noi per vedere un veloce miglioramento.. se rimane così la situazione peggiorerà e tutti si divideranno per cercare supporto economico su internet (come sta già avvenendo e fa capire già la situazione)
Ipotesi:
Se per fare 3 anime servono 3 studi con 10 dipendenti cad, se riduci ad 1 anime servirà 1 solo studio con solo 10 dipendenti.
Certo è facile dire che basta coinvolgere anche gli altri 2 studi senza anime da produrre, o al limite assorbirli e in ogni caso far si che i 30 dipendenti lavorino comunque al singolo anime, avendo così il vantaggio di tempi molto più umani o di una qualità di lavoro tre volte superiore.
Dimenticandosi però che questo significa avere 1 singolo anime con costi di produzione triplicati o quasi, costi che se non venissero assorbiti dal mercato porterebbero al fallimento e al ridimensionamento forzato.
per questo ti parlo di un sistema completamente rinnovato, sicuro la situazione come è ora non va bene. non ci piove. i soldi ci stanno
No è proprio quello il problema. I soldi non ci stanno. Basta che guardi le cifre che ha riportato Sakaki.
l'industria sta andando bene, sta crescendo. i soldi finiscono nel posto sbagliato
Al contrario, riducendo l'ammontare di mondezza che viene ad ora propinata ogni stagione, ogni studio potrebbe concentrarsi sviluppando prodotti di qualità maggiore pagando meglio il personale.
Anche nel mio caso, ogni stagione cerco di vedere i primi episodi di ogni serie, ed ogni volta rimango a guardare 2/3 serie al massimo, avendo scartato il resto per quanto inutili, noiosi, stupidi e disgustosi siano questi prodotti di massa.
Il tuo commento ignora completamente la realtà del mercato. E' come dire che aumentando il numero di marche made in china, i lavoratori schiavizzati abbiano migliore qualità di vita.
Quanto più sconosciuto lo studio, quanto più inutile il prodotto, tanto meno saranno pagate le persone.
L'industria dovrebbe indubbiamente concentrarsi sul creare storie di pregio. Ma questo problema non è limitato agli anime; da decenni lo stesso accade per cinematografia, fumetti, letteratura.
Tutti i media sono stati degradati per incitare ad un consumo di massa tentando vanamente di sparare nel mucchio. E di questo paghiamo tutti le conseguenze.
Dall'alto della mia ignoranza non conoscevo questo Sakaki e francamente non capisco le sue implicazioni nel panorama dell'animazione giapponese. Insomma questo tizio ha lavorato al progetto Vocaloid che è il sintetizzatore vocale che ha dato vita ad Hatsune Miku, Kagamine Rin e co. e ha lavorato a giochi per smartphone... quindi che c'azzecca?
Mi sembra ci sia un po' di confusione su cos'è un "anime per otaku", nel 1981 la Sunrise ha dato vita a questo tipo di serie, partendo dall'esempio di Gundam, una serie per otaku (termine che ultimamente ha preso un'accezione più negativa in occidente di quanto non lo sia davvero in Giappone al giorno d'oggi) è una serie destinata ad un pubblico appassionato d'animazione e non occasionale, tutto qui. Le serie per otaku non sono solamente gli ecchi harem o gli isekai. Quasi tutti gli anime che noi guardiamo sono per otaku. Ovviamente son d'accordo con tutti, dico solo che eliminare le serie per otaku vorrebbe dire niente robottoni, niente KyoAni ecc...
Di preciso una,o più,soluzioni ai problemi degli anime di oggi(animazioni e disegni,tagli dai soggetti originali,numero esiguo di episodi ecc....) non so darla definitivamente perché sono molteplici e ognuno si dovrebbe risolvere con una soluzione adeguata,però a me sorge una domanda spontanea che lega un pò tutte queste problematiche:se l'industria degli anime negli ultimi anni ha incassato molto di più rispetto a come faceva in passato come mai sembra che non guadagni da ciò?
Di preciso una,o più,soluzioni ai problemi degli anime di oggi(animazioni e disegni,tagli dai soggetti originali,numero esiguo di episodi ecc....) non so darla definitivamente perché sono molteplici e ognuno si dovrebbe risolvere con una soluzione adeguata,però a me sorge una domanda spontanea che lega un pò tutte queste problematiche:se l'industria degli anime negli ultimi anni ha incassato molto di più rispetto a come faceva in passato come mai sembra che non guadagni da ciò?
Chi ci mette i soldi, vuole la massima resa col minimo investimento e a chi gli anime li produce, restano le briciole. Il problema è questo.
Di preciso una,o più,soluzioni ai problemi degli anime di oggi(animazioni e disegni,tagli dai soggetti originali,numero esiguo di episodi ecc....) non so darla definitivamente perché sono molteplici e ognuno si dovrebbe risolvere con una soluzione adeguata,però a me sorge una domanda spontanea che lega un pò tutte queste problematiche:se l'industria degli anime negli ultimi anni ha incassato molto di più rispetto a come faceva in passato come mai sembra che non guadagni da ciò?
Chi ci mette i soldi, vuole la massima resa col minimo investimento e a chi gli anime li produce, restano le briciole. Il problema è questo.
Ecco. Ovviamente non dico che tutti i problemi sono legati ai soldi,ma una buona parte di essi si risolverebbe se i budjet assegnati fossero almeno decenti
Per quanto riguarda il numero e la tipologia di produzioni, anche io vorrei un maggior numero di anime originals e meno spot pubblicitari di 12 episodi della durata di 24 minuti. Nel mio piccolo, ho già ridotto drasticamente il numero di adattamenti che seguo. Mi limito a guardare gli anime i cui manga di provenienza sono editi in Italia (no, non amo leggere in scan). Mi sono scocciato di seguire serie per 1 o 2 stagioni da 12/24 episodi l'una e poi ritrovarmi con in mano un pugno di mosche perché non concludono nulla.
Scusa se ti correggo ma la prima serie pensata specificatamente per gli otaku fu Macross del 1982.
Fra qualche anno secondo me la Corea e la Cina supereranno il Giappone dal punto di vista fumettistico e animato
Gosh, come sempre i commenti qui sono ... orribili.
L'unico vero problema dell'industria anime attuale è il trattamento dei suoi dipendenti, realmente.
Abbiamo una varietà di offerta e una qualità media più alta negli ultimi 5/10 anni che negli anni precedenti, una crescita continua del fatturato medio, una sempre più maggiore interazione con il resto del mondo che non sia solo il mercato interno, e sempre più contaminazione con altri mercati, quindi smettiamola con le scemenze al riguardo.
La soluzione è avere più KyoAni, come modello di studio di animazione: dipendenti pagati fissi e decentemente, scuola interna per crescere nuovi animatori sotto la guida di nomi che sono importanti nel settore, un ambiente che sia più familiare e meno asettico, e iniziare a scegliere solo titoli su cui si abbiano almeno una parte non irrilevante dei diritti per avere veramente una parte del guadagno.
Ma è difficile esserlo, il modello attuale fa troppo comodo alle grandi casi editoriali, come ShÅ«eisha e Kadokawa, che tengono praticamente la maggioranza del potere (e dei rischi va anche detto) su che anime produrre.
1. Come hanno detto giustamente tutti, far finire i soldi nelle mani giuste. 2. Harem e ecchi devono tornare ad essere una nicchia, come era all'inizio. 3. Terminare le trasposizioni interrotte, senza mutilarle con riassunti, omissioni o censure. 4. Prestare più attenzione al pubblico occidentale, purchè non sia una scusa per l' "effetto fumettone hollywoodiano" e/o infilarci dentro il famigerato politically correct, tenendo anche presente che l'estero non è solo l'America. 5. Meno live action e più anime. 6. Far tornare il format televisivo standard a 24-26 episodi, quantomeno per le serie migliori, e relegare quello 11-12 alle piccole produzioni e alla nicchia otaku. Quello da 10 o meno invece deve sparire, anche da Netflix. 7. Tornare ai mecha, quelli VERI e SERI. 8. Tornare agli isekai vecchia maniera (quelli alla Escaflowne, per intenderci), ma anche introdurre tematiche innovative nel genere. 9. Meno CG. 10. Basta, o quasi, produzioni originali by Kyoto Animation e P.A. Works: dovrebbero fare solo quello che sanno fare meglio, ovvero le trasposizioni. 11. La Sunrise deve tornare alle origini, e non soltanto quando si tratta di Gundam. 12. Meno moe, meno serie scolastiche e meno videogiochi. 13. Più anime shoujo avventurosi/fantastici e più josei. 14. Recuperare il più possibile grandi titoli del passato, come è successo con Banana Fish. 15. Più coproduzioni coreane. 16. Se Netflix continua così, è meglio che lasci perdere le serie originali e si concentri sulle trasposizioni, ma senza rimaneggiamenti più o meno fantasiosi (vedi il disastro annunciato di Saint Seiya CG) e senza mutilarle (già temo per 7 Seeds). 17. Date Berserk allo studio MAPPA, alla Madhouse, alla Ufotable o a qualsiasi altro che ci sappia fare, e animatelo fino alla fine (se ci sarà). 18. Type-Moon deve decidersi a fare Fate/Prototype (by Ufotable, naturalmente), e magari anche Strange Fake e il remake di Tsukihime, invece di starsene a cincischiare con gli spinoff più noiosi. 19. Pierrot e soprattutto Gonzo devono tornare quelli di un tempo, oppure sparire (insieme a Bee Train, Liden Films e Diomedea). 20. Resuscitare Manglobe e/o Triangle Staff. 21. Più coraggio.
supposizioni
È un argomento difficile, ma potreste rispondermi con le vostre idee su come migliorare l'industria degli anime?
Ovvero come stanno già facendo da più o meno... un decennio (anche se negli ultimi due-tre anni la cosa ha cominciato un po' ad attenuarsi). Chissà perchè tutti si chiedono come salvare gli anime se sono già salvi, allora. Insomma, a che serve una nuova produzione di Shinichiro Watanabe o Yoshitoshi Abe quando ci sono Goblin Slayer e la ventordicesima serie di Sword Art Online?Ma è abbastanza semplice, visto dagli occhi di un occidentale quale sono, smettere di produrli con compromessi per appagare un pubblico globale ed omogeneo ma pensarli più in ottica giapponese per giapponesi, culturalmente parlando. Fare anime per un mercato globale significa ridurre e comprimere le idee autolimitandosi e creando di conseguenza storie mediocri, stagnanti e di poco valore.
Ovvero come stanno già facendo da più o meno... un decennio (anche se negli ultimi due-tre anni la cosa ha cominciato un po' ad attenuarsi). Chissà perchè tutti si chiedono come salvare gli anime se sono già salvi, allora. Insomma, a che serve una nuova produzione di Shinichiro Watanabe o Yoshitoshi Abe quando ci sono Goblin Slayer e la ventordicesima serie di Sword Art Online?
In realtà in Occidente gli anime (già popolari tra il pubblico televisivo nostrano e quello di svariati paesi europei già dagli anni 80, ricordiamolo) sono diventati mainstream, per così dire, negli anni 90 e soprattutto nel loro periodo di massima maturità artistica, ovvero tra la fine del decennio e l'inizio dei 2000. Sembrano esserlo ancora solo perchè la fanbase si allarga sempre di più grazie ad Internet, ma dopo il 2007-8 il loro impatto nella cultura di massa è andato progressivamente a scemare. Non è solo in Italia che sono praticamente scomparsi dai palinsesti tv in chiaro, ma un po' in tutta Europa e perfino negli Stati Uniti. Su Internet si parla parecchio di anime e manga, la cultura nerd ne è intrisa, ma quasi solo in siti e community specifiche. Questo perchè appunto gli anime si sono estremamente "otakuizzati" (moe, harem) e "nipponizzati" (slice of life, che è un genere che prima non esisteva, commedie scolastiche e shoujo scolastici tutti uguali), estraniandosi dai gusti del grande pubblico. Questo anche in Giappone, dove ormai è un po' difficile che un non appassionato (intendo appassionati in generale, non necessariamente otaku) segua regolarmente gli anime. I vari Sword Art Online e Goblin Slayer vendono e fanno numero, ma il loro pubblico è costituto quasi esclusivamente da otaku di sesso maschile (o femminile, nel caso dei reverse harem o di roba come Free) e adolescenti con gli ormoni in subbuglio. Ma negli ultimi anni, i titoli veramente di successo sono altri: i soliti nomi di Shounen Jump e dello Studio Ghibli, Madoka Magica, L'Attacco dei Giganti, Tokyo Ghoul (anche se l'anime è stato stuprato in modo indicibile), Kill La Kill, Your Name, Koe no Katachi, Yuri on Ice, The Ancient Magus Bride, Violet Evergarden, il Fate/Stay Night della Ufotable... Ovvero serie che possono piacere a chiunque a prescindere da età, sesso e nazionalità. Molte ragazze vorrebbero vedere meno reverse harem intercambiabili e più anime shoujo avventurosi e avvincenti come Akatsuki no Yona e shounen ai divertenti e appassionanti come YOI. Poi infine c'è la nicchia più matura, sempre di qualsiasi sesso e etnia, interessata alla cultura giapponese ma che di tsundere, kuudere e loli non se ne fa niente: quello che vogliono vedere sono serie come Natsume Yujincho, Shouwa Genroku Rakugo Shinjuu e Sangatsu no Lion. E, in un contesto più generale e "internazionale", Megalobox o Banana Fish. Sono queste tre categorie, specie la prima, ad essere il vero futuro del mercato anime giapponese e internazionale. Non a caso Netflix è entrato prepotentemente nel mercato, dando a molti autori giapponesi una libertà creativa che mai avevano avuto prima (o non negli ultimi anni almeno), ma è ancora molto acerbo e troppo legato a format brevi.Ma ho notato il contrario, da 5 anni a questa parte anime che una volta osavano di più senza compromessi ora sono stati annacquati e molti il grande schermo nemmeno lo raggiungono più, e quelli che ci arrivano perchè sono opere famose, ci arrivano martoriati di censure, in ultimo Goblin Slayer e SAO sono due candidi esempi di questo nuovo trend. E se abbassi il tono il fan rimane deluso perchè rendi l'opera mediocre e meno appagante della sua controparte cartacea. Gli anime erano meglio quando non erano mainstream in occidente, poi quando lo sono diventati lo scontro culturale ha fatto e sta facendo vittime e chi ci perde alla fine siamo tutti noi, fans, mangaka e produttori.
in alcuni casi mi va pure bene, come in quel famoso caso in cui hanno bloccato la trasposizione animata di un harem isekai dove il protagonista era un criminale di guerra tutt'altro che pentito. I soldi andrebbero spesi meglio...
L'apologia alla censura l'hai vista solo tu mi sa, ma comunque non voglio discutere neanche io, quel caso specifico non mi interessa e soprattutto non mi interessa discutere con chi manda a cagare degli sconosciuti senza motivo. Tanto più che oggi ho mal di schiena e odio il 99% dell'umanità (invece di ignorarla come al solito).In ogni caso non intavolate discussioni con me se dovete fare apologia alla censura, è il male, quindi chiudiamo qua prima che mando a cagare qualcuno.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.