Il manga è uno dei masterpieces di Tezuka e il finale alla Shane è una delle chiose migliori che si possano leggere a seguito di una chiusura anticipata. Un cliffhanger forzato che per paradosso esalta la natura melanconica e icastica della trama. L'anime del '69 è superbo. Si colgono perfettamente le grandi firme dietro, e il bianco e nero è un altro "deficit" che aumenta l'effetto nostalgico e tragico della narrazione, nonché l'impatto gotico e ansiogeno del tema soprannaturale. Un richiamo, voluto o meno, a grandi firme come Kurosawa, Kobayashi e Mizoguchi.
Il confronto con Mizuki e Shirato regge benissimo. Se si pensa al primo Kitaro (anch'esso in bianco e nero) o alle tragiche vicende dei ninja Sasuke e Kamui si coglie subito il peso di uno scontro di titani, nel quale non sfigurerebbe nemmeno un mostro sacro come Lone Wolf and Cub in relazione a Dororo.
La violenza e i sottotesti sociali esposti in queste forme sono elementi ormai pressoché scomparsi nel mondo manga/anime, spirito di quei tempi di mezzo secolo fa, più cangianti rispetto ad oggi sotto tutti i punti di vista.
Kentaro Miura ha affermato che Dororo è il suo manga di Tezuka preferito; e in effetti è difficile non cogliere la simbiosi tra Hyakkimaru e Guts, marionette tragiche e mutilate, cowboys/ronin in costante compagnia dei loro demoni (veri e interiori) e di esseri umani anche peggiori dei mostri e degli spettri.
Se la metà degli anime/manga di oggi avessero i difetti delle varie versioni di Dororo ogni giorno sarebbe un simposio tra Sergio Leone e Umberto Eco.
Concordo. L'anime classico è un capolavoro assoluto. L'ho visto lo scorso anno, coi sub. e sono rimasto sconvolto come un'opera di decenni fa, si mangia mezza animazione degli ultimi 20 anni. Il primo episodio, poi, per tempi, inquadrature, montaggio e fotografia meriterebbe l'Oscar. Non per niente c'era pure Dezaki al lavoro!
In teoria avrei dovuto scrivere una notizia per celebrare anche l'anniversario di Ninja Kami, ma non ce l'ho fatta. E' una di quelle serie che sono troppo per me (in inglese si dice overwhelming) e cosi' ho preferito lasciar perdere piuttosto che scrivere qualcosa non all'altezza. Per quanto riguarda Dororo invece non ho particolari coinvolgementi emotivi perche' ho visto la serie solo pochi anni fa. C'e' una curiosita': l'ho vista nel periodo di Natale. Quell'anno stavamo andando in vacanza in Marocco e avevamo tipo quattro ore di attesa all'aeroporto di Casablanca, cosicche' per passare il tempo mi sono visto degli episodi su YouTube. Ricordo bene che mi dicevo: chi l'avrebbe mai pensato quand'ero bambino nel 1982, che nel 2014 avrei visto una serie giapponese del 1969 con i sottotitoli in inglese su un laptop fabbricato a Taiwan in aeroporto mentre sto andando in Marocco?
Queste cose sarebbero state fantascienza nei primi anni ottanta e poi il futuro e' arrivato!
Sasuke il Piccolo Ninja, mitici ricordi, senza la parlare della sigla che era miticissima, ho sempre sperato in un interesse da parte di YamatoVideo a questa serie, magari con un restauro.
ho avuto modo di recuperare il remake (almeno quel che è uscito fino ad ora) avendo attivato prime questa settimana, mi sta piacendo parecchio sotto tutti i punti di vista. Devo ammettere che l'idea di far partire Hyakkimaru completamente da zero (senza voce, senza pelle) è un'idea originale del remake che ho apprezzato molto.
L'anime del '69 è superbo. Si colgono perfettamente le grandi firme dietro, e il bianco e nero è un altro "deficit" che aumenta l'effetto nostalgico e tragico della narrazione, nonché l'impatto gotico e ansiogeno del tema soprannaturale. Un richiamo, voluto o meno, a grandi firme come Kurosawa, Kobayashi e Mizoguchi.
Il confronto con Mizuki e Shirato regge benissimo. Se si pensa al primo Kitaro (anch'esso in bianco e nero) o alle tragiche vicende dei ninja Sasuke e Kamui si coglie subito il peso di uno scontro di titani, nel quale non sfigurerebbe nemmeno un mostro sacro come Lone Wolf and Cub in relazione a Dororo.
La violenza e i sottotesti sociali esposti in queste forme sono elementi ormai pressoché scomparsi nel mondo manga/anime, spirito di quei tempi di mezzo secolo fa, più cangianti rispetto ad oggi sotto tutti i punti di vista.
Kentaro Miura ha affermato che Dororo è il suo manga di Tezuka preferito; e in effetti è difficile non cogliere la simbiosi tra Hyakkimaru e Guts, marionette tragiche e mutilate, cowboys/ronin in costante compagnia dei loro demoni (veri e interiori) e di esseri umani anche peggiori dei mostri e degli spettri.
Se la metà degli anime/manga di oggi avessero i difetti delle varie versioni di Dororo ogni giorno sarebbe un simposio tra Sergio Leone e Umberto Eco.