Comunque ci tenevo a dire una cosa a @syd barker
Ti capisco. Veramente. La mia famiglia ha un business artigianale che ha sofferto enormemente dall'arrivo sul mercato nostrano di un certo colosso del settore (non amazon). Conosco bene i patimenti e i sacrifici che abbiamo dovuto affrontare in famiglia per non farci schiacciare, parlo a livello anche personale sebbene io lavori al di fuori. Comprendo la voglia di credere che possa arrivare non dico una soluzione, ma un pò di sollievo.
Personalmente però non credo sia questo il caso, lo dico con grande pena nel cuore perché mi immagino cosa possa voler dire per te leggere certi commenti (fra cui il mio di cui sopra). Perché anche se uno oggettivamente capisce la situazione, dispiace sempre.
Però magari qui ci sbagliamo e forse servirà davvero a qualcosa. Vedremo.
Nel frattempo, forza e coraggio!
Ti ringrazio! ☺️
Tranquilla, capisco che per molti non faccia differenza comprare un prodotto in un negozio locale, al supermercato o online, badando al risparmio (anzi, è assolutamente logico), e capisco anche che in una grande città sia più difficile che si instauri un rapporto tra cliente e commerciante.
Io vivo in una cittadina, però... La libreria dei miei è quella storica della città (non è una piccola libreria, è più grande e fornita della Mondadori che sta qui, per dire) ed un tempo ce la passavamo bene, perché ai clienti faceva piacere passarci del tempo, farsi consigliare libri e fare due chiacchiere in serenità. Ci conoscono tutti.
Ora per varie vicende (non solo Amazon e compagnia varia, ci sono state anche altre sfighe non dipendenti da noi) le vendite purtroppo sono scese molto.
Non si molla (anzi, ci si sta muovendo per risalire la china), ma è abbastanza dura.
Per questo spero che il decreto servirà a qualcosa.
Certo, anche secondo me ha molte lacune, ma si tratta di una situazione complessa.
Non voglio fare un discorso patetico, ma se continua così resteranno ben pochi negozi locali, sostituiti da Amazon e qualche grosso franchising. Le capacità dei singoli negozianti non c'entrano nulla, contro chi ha enormi risorse c'è poco fa fare. Non lo dico tanto per dire, ma da persona che in un'attività commerciale c'è cresciuta, un'attività che va avanti da circa settant'anni, quindi non proprio gestita da incapaci.
Io, personalmente, quando posso cerco di comprare nei negozi reali e tendo ad acquistare online solo in mancanza di alternative. È capitato anche a me di cedere al risparmio (soprattutto nei periodi economicamente peggiori), ma se posso evito.
Comunque, grazie ancora per le belle parole di sostegno (e scusa per lo sproloquio). ☺️
Se le fumetterie fisiche chiudono, la colpa non è solo degli sconti, ma perché non tutte hanno la capacità di rinnovarsi e stare al passo coi tempi, proponendo servizi oltre che semplici beni commerciali. In quest'ottica, questa legge sará inutile, oltre che dannosa.
Scusa ma il tuo discorso non sta in piedi. L'acquisto online resterà sempre molto più vantaggioso, sconto del 5% o 15% che sia.
Volendo fare i pignoli sotto ogni punto di vista:
- costi di benzina/mezzi di trasporto per arrivare alla fumetteria o libreria più vicina (e non tutti ne hanno una sotto casa) contro la spedizione gratuita a casa offerta dagli store online (e non parlo solo di Amazon);
- cataloghi sterminati e sempre disponibili (nella maggior parte dei casi) contro cataloghi limitati. Si può ovviare al problema ordinando la roba, però poi devi aspettare che arrivi in negozio;
- non tutti i negozi offrono degli sconti, quindi anche se si trattasse del 5%, sul lungo periodo comincerebbero a sentirsi anche quelli, soprattutto per i lettori più accaniti che leggono e acquistano molte serie (io sono uno di questi);
- recarsi fisicamente in libreria o acquistare dai loro store online cambia poco, tanto quelle più diffuse e frequentate sono quelle appartenenti alle catene (Feltrinelli, Mondadori, Giunti, ecc) che rientrano nella definizione di "colossi" tanto quanto Amazon, almeno in ambito editoriale;
- lo sconto sul prezzo di copertina è solo la parte minore di quello che si può risparmiare acquistando online. Con le promozioni che offrono praticamente ogni mese i vari store, si arriva a risparmiare molto più di quei 0,65€/0,21€ (sconti medi con la % massima attuale e quella al 5% proposta) a volumetto. Tant'è che qui sul sito ho aperto un blog dedicato a queste promozioni, perché mi sono reso conto che molti nemmeno sanno che vengono proposte.
La più usata di promozione è spendi X€ e ti diamo un buono di Y€ spendibile sul prossimo acquisto. Si tratta sempre di cifre da raggiungere estremamente ragionevoli (da 20€ a 50€ di spesa, con buoni ottenibili che vanno da 5€ a 15€).
Scusa ma il tuo discorso non sta in piedi. L'acquisto online resterà sempre molto più vantaggioso, sconto del 5% o 15% che sia.
Volendo fare i pignoli sotto ogni punto di vista:
- costi di benzina/mezzi di trasporto per arrivare alla fumetteria o libreria più vicina (e non tutti ne hanno una sotto casa) contro la spedizione gratuita a casa offerta dagli store online (e non parlo solo di Amazon);
- cataloghi sterminati e sempre disponibili (nella maggior parte dei casi) contro cataloghi limitati. Si può ovviare al problema ordinando la roba, però poi devi aspettare che arrivi in negozio;
- non tutti i negozi offrono degli sconti, quindi anche se si trattasse del 5%, sul lungo periodo comincerebbero a sentirsi anche quelli, soprattutto per i lettori più accaniti che leggono e acquistano molte serie (io sono uno di questi);
- recarsi fisicamente in libreria o acquistare dai loro store online cambia poco, tanto quelle più diffuse e frequentate sono quelle appartenenti alle catene (Feltrinelli, Mondadori, Giunti, ecc) che rientrano nella definizione di "colossi" tanto quanto Amazon, almeno in ambito editoriale;
- lo sconto sul prezzo di copertina è solo la parte minore di quello che si può risparmiare acquistando online. Con le promozioni che offrono praticamente ogni mese i vari store, si arriva a risparmiare molto più di quei 0,65€/0,21€ (sconti medi con la % massima attuale e quella al 5% proposta) a volumetto. Tant'è che qui sul sito ho aperto un blog dedicato a queste promozioni, perché mi sono reso conto che molti nemmeno sanno che vengono proposte.
La più usata di promozione è spendi X€ e ti diamo un buono di Y€ spendibile sul prossimo acquisto. Si tratta sempre di cifre da raggiungere estremamente ragionevoli (da 20€ a 50€ di spesa, con buoni ottenibili che vanno da 5€ a 15€).
Allora, rispondo con ordine:
-Mi capita abbastanza spesso di andare in città dove è presente una fumetteria e libreria, anzi la libreria la raggiungo direttamente in bici, quindi le spese di trasporto e benzina sono nulle
-che gli store online abbiano tutto e subito non mi interessa, non ho mai l'urgenza di comprare un libro o un fumetto, posso benissimo aspettare che arrivi in libreria/fumetteria (e di solito non si aspetta più di una settimana)
-Suvvia, 5% di sconto di differenza non fa male a una mosca, se non a quei lettori super accaniti che spendono 3 cifre al mese, e di sicuro io non sono fra quelli
-invece cambia tutto se acquisti dal negozio online della Feltrinelli o dal negozio fisico del tuo paese. Se compri dal negozio fisico supporti l'economia locale e non fai chiudere i negozi.
-Si, ho capito a quali promozioni ti riferisci, per quanto mi riguarda sono delle prese in giro paragonabili alle promozioni di game stop. Spendi 20 euro di libri e ti danno un buono da 5 euro per DVD o videogiochi che non ha comunque senso spendere perché puoi trovarli altrove a meno di quei 5 euro di differenza
-In definitiva certo che è più comodo comprare online,ma a me non piace l'idea di comprare dai colossi che trattano male i lavoratori (Amazon, infatti sono due anni che i libri li prendo da ibs invece che da Amazon) e nemmeno l'idea di veder chiudere i negozi della mia zona a causa di semplice pigrizia.
Poi comunque li capisco quelli che in giornata non hanno un minuto libero e preferiscono comunque continuare a comprare online.
L'economia del piccolo commercio è stata la colonna portante dell'Italia per interi decenni, dando lavoro a centinaia di famiglie e creando un vero e proprio tessuto sociale. Poi c'è stato il boom della Grande e Media Distribuzione, ovviamente non regolamentato a dovere, perché a qualcuno in alto andava bene così. Ora nelle strade periferiche (ma anche in alcune vie del centro) per una saracinesca alzata ce ne sono quattro chiuse. Si è formato degrado, sporcizia e insicurezza. Almeno facessero una legge per riconvertirli in appartamenti.
Non voglio fare un discorso patetico, ma se continua così resteranno ben pochi negozi locali, sostituiti da Amazon e qualche grosso franchising. Le capacità dei singoli negozianti non c'entrano nulla, contro chi ha enormi risorse c'è poco fa fare. Non lo dico tanto per dire, ma da persona che in un'attività commerciale c'è cresciuta, un'attività che va avanti da circa settant'anni, quindi non proprio gestita da incapaci.
A me sembra ovvio che sia la seconda alternativa quella più economicamente sostenibile quindi, davvero, senza voler essere cattivi, c'è davvero qualcosa di male nel fatto che nel mercato le grandi catene fagocitino pian piano i competitor più piccoli?
Un piccolo commerciante che fatica ad arrivare alla fine del mese potrebbe essere un dipendente di una catena più grossa che crea più valore aggiunto, più tasse, più benessere.
"Signori, vorremmo che leggeste tutti un po' di più...quindi da oggi pagherete di più libri e fumetti". Geniale!
Non voglio fare un discorso patetico, ma se continua così resteranno ben pochi negozi locali, sostituiti da Amazon e qualche grosso franchising.
Un tempo dieci negozietti di paese davano la pagnotta a 30/40 persone. Il discount che ha aperto anni fa ne utilizza al max 5. [...]
Un tempo dieci negozietti di paese davano la pagnotta a 30/40 persone. Il discount che ha aperto anni fa ne utilizza al max 5. [...]
Cioè, 5 persone fanno il lavoro di 30 e siamo qui a lamentarci?
A questo punto togliamo l'automazione e facciamo sì che nelle catene di produzione non ci siano macchine ma persone in carne e ossa.
Mi chiedo nuovamente, è questo il futuro che vogliamo?
Non è che 100 anni fa si stesse bene, se oggi abbiamo lussi che i nostri padri e, ancora meno, i padri dei nostri padri non solo non potevano permettersi ma neanche sognarsi è perché il lavoro di una persona oggi è infinitamente più produttivo di quanto lo fosse 100 anni fa.
I lavori vanno e vengono, potrei forse capire questo discorso se quelle 25 persone non lo avessero più, ma in tutto il mondo non si è praticamente mai visto un tasso di disoccupazione così basso quindi davvero, di cosa stiamo parlando?
Per altro sembra non fosse mai successo che centri abitati si spopolassero/si ingrandissero a dismisura, è dalla prima rivoluzione industriale che le nuove tipologie di lavoro hanno trasformato il territorio.
Ho visitato abbastanza di recente il villaggio di crespi d'adda, credo che vedere con i propri occhi i fenomeni del passato aiuti a capire meglio quello che succede oggi e quello che potrà succedere domani, e anche quanti passi avanti sono stati fatti e quanto fortunati siamo (esempio veloce, le lavoratrici donne erano pagate la metà).
Ma capisci quello che ho scritto, o hai letto solo le prime righe? Non ho detto che quei 5 addetti fanno il lavoro di 30. Ho detto che la GDO ha fatto (e farà) chiudere molte attività commerciali a conduzione familiare e che per molti di loro over 40 è difficilissimo trovare una occupazione. Proprio stamattina sul televideo leggevo che la crisi per i piccoli negozi di vicinato pare senza fine. Uno su 4 chiuderà l'anno in perdita.
le lavoratrici donne erano pagate la metà).
Ho la vaga sensazione che questio decreto non verrà approvato,ma potrei sbagliarmi...
L'ennesima cazzata di questo governo
questa misura aiuterà sicuramente le piccole fumetterie e le piccole librerie di varia indipendenti (che potranno competere un po' meglio con i giganti del web e della distribuzione), che non possono permettersi di scontare tutto al 15% come fanno tutti i grandi colossi online
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