Che poi questa convizione sia giusta o sbagliata, o si posi su basi solide, a lui poco importa, semplicemente non vuole essere quello che ha "recitato" in un "fumetto".
Esattamente, penso anche io che sia quello il motivo di fondo.
Tutte le sue opere sono fumetti pubblicati in capitoli seriali, alcuni per grossi editori (Watchmen), altri per editori indipendenti (Promethea, From Hell), ma tutti pubblicati come vengono pubblicati Superman e Spider-Man: prima singoli capitoli, poi raccolte in volume.
Appunto, una graphic novel.
Non è che il termine indichi altro a parte una raccolta in volumozzo di un fumetto, che sia stato pensato come unicum o che sia una raccolta di una pubblicazione seriale.
Negli ultimi giorni, nel contesto della 76esima Mostra Del Cinema di Venezia, tra il chaos delle interviste e la promozione del film 5 è il numero perfetto di Igort, una mia dichiarazione ha suscitato una polemica non indifferente. Vorrei provare a chiarire.
In questi giorni mi è stata fatta innumerevoli volte la stessa domanda, postami in maniera differente ogni volta, ma il succo era questo: come è stato recitare la parte di un personaggio di un fumetto? Il mio primo pensiero è sempre stato: mi verrebbe domandata la stessa cosa se il personaggio in questione fosse quello di un romanzo? Personalmente, ne dubito. Dunque tutte le volte ho provato a rispondere con cortesia, descrivendo il mio rapporto col ruolo, in qualità di attore, cercando di tralasciare il fatto che il film è basato su un fumetto, perché a mio avviso irrilevante. Di certo non mi relaziono al personaggio di un adattamento cinematografico in base al tipo di espressione artistica da cui proviene.
All’ennesima domanda del genere, ho deciso di provare a rivendicare la dignità, il valore letterario e il potenziale drammaturgico della nona arte, ma ho sbagliato. Ho senz’altro sbagliato. Nella concitazione del momento le parole che ho proferito sono state da me scelte ed usate erroneamente, impedendomi di esprimere efficacemente ciò che in realtà avrei voluto intendere. Ammetto senza nessuna remora che le mie dichiarazioni sono forse state il frutto di confusione e sbadataggine, e che quindi potevano facilmente essere oggetto di fraintendimento.
Ci tenevo dunque a chiarire che riconosco pari dignità artistica e letteraria a tutti i tipi di espressione fumettistica, e pari dignità a tutte le forme di espressione artistica. Ho sempre riconosciuto il profondo valore della nona arte (tutta la nona arte, che purtroppo ancora oggi viene spesso trattata come un’arte di seconda categoria) e continuerò sempre a riconoscerlo e a promuoverlo.
– Toni Servillo
Giusto per completezza, ieri è arrivata la replica di Servillo.Negli ultimi giorni, nel contesto della 76esima Mostra Del Cinema di Venezia, tra il chaos delle interviste e la promozione del film 5 è il numero perfetto di Igort, una mia dichiarazione ha suscitato una polemica non indifferente. Vorrei provare a chiarire.
In questi giorni mi è stata fatta innumerevoli volte la stessa domanda, postami in maniera differente ogni volta, ma il succo era questo: come è stato recitare la parte di un personaggio di un fumetto? Il mio primo pensiero è sempre stato: mi verrebbe domandata la stessa cosa se il personaggio in questione fosse quello di un romanzo? Personalmente, ne dubito. Dunque tutte le volte ho provato a rispondere con cortesia, descrivendo il mio rapporto col ruolo, in qualità di attore, cercando di tralasciare il fatto che il film è basato su un fumetto, perché a mio avviso irrilevante. Di certo non mi relaziono al personaggio di un adattamento cinematografico in base al tipo di espressione artistica da cui proviene.
All’ennesima domanda del genere, ho deciso di provare a rivendicare la dignità, il valore letterario e il potenziale drammaturgico della nona arte, ma ho sbagliato. Ho senz’altro sbagliato. Nella concitazione del momento le parole che ho proferito sono state da me scelte ed usate erroneamente, impedendomi di esprimere efficacemente ciò che in realtà avrei voluto intendere. Ammetto senza nessuna remora che le mie dichiarazioni sono forse state il frutto di confusione e sbadataggine, e che quindi potevano facilmente essere oggetto di fraintendimento.
Ci tenevo dunque a chiarire che riconosco pari dignità artistica e letteraria a tutti i tipi di espressione fumettistica, e pari dignità a tutte le forme di espressione artistica. Ho sempre riconosciuto il profondo valore della nona arte (tutta la nona arte, che purtroppo ancora oggi viene spesso trattata come un’arte di seconda categoria) e continuerò sempre a riconoscerlo e a promuoverlo.
– Toni Servillo
Fonte: fumettologica.it
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Esattamente, penso anche io che sia quello il motivo di fondo.