E i kamikaze erano (e sono) un qualcosa di incomprensibile per un mondo occidentale dell'epoca, e anche (diciamo in parte) di ora.
Ho già letto l'hagakure ma un ripasso non fa mai male. Molto bello, credo che i giapponesi abbiano snaturato molti di questi concetti per rincorrere il progresso perdendo quello che è davvero importante
Comunquee per completezza ho trovato i medesimi valori nei romanzi del ciclo arturiano
erano dei fanaticiHo già letto l'hagakure ma un ripasso non fa mai male. Molto bello, credo che i giapponesi abbiano snaturato molti di questi concetti per rincorrere il progresso perdendo quello che è davvero importante
Comunquee per completezza ho trovato i medesimi valori nei romanzi del ciclo arturiano
Stavo pensando esattamente la stessa cosa, curioso come con questi valori cosi sbandierati l'esercito giapponese si macchio' di crimini di guerra prima e durante la seconda guerra mondiale.
erano dei fanaticiHo già letto l'hagakure ma un ripasso non fa mai male. Molto bello, credo che i giapponesi abbiano snaturato molti di questi concetti per rincorrere il progresso perdendo quello che è davvero importante
Comunquee per completezza ho trovato i medesimi valori nei romanzi del ciclo arturiano
Stavo pensando esattamente la stessa cosa, curioso come con questi valori cosi sbandierati l'esercito giapponese si macchio' di crimini di guerra prima e durante la seconda guerra mondiale.
erano dei fanaticiHo già letto l'hagakure ma un ripasso non fa mai male. Molto bello, credo che i giapponesi abbiano snaturato molti di questi concetti per rincorrere il progresso perdendo quello che è davvero importante
Comunquee per completezza ho trovato i medesimi valori nei romanzi del ciclo arturiano
Stavo pensando esattamente la stessa cosa, curioso come con questi valori cosi sbandierati l'esercito giapponese si macchio' di crimini di guerra prima e durante la seconda guerra mondiale.
Se la cosa fosse riconducibile al solo fanatismo i giapponesi di oggi non avrebbero problemi ad ammettere le loro colpe passate.
Giusto negli anime, finita la seconda guerra mondiale la popolazione aveva abbastanza in odio l'esercito, difatti poco dopo smantellarono le Jieitai.erano dei fanaticiHo già letto l'hagakure ma un ripasso non fa mai male. Molto bello, credo che i giapponesi abbiano snaturato molti di questi concetti per rincorrere il progresso perdendo quello che è davvero importante
Comunquee per completezza ho trovato i medesimi valori nei romanzi del ciclo arturiano
Stavo pensando esattamente la stessa cosa, curioso come con questi valori cosi sbandierati l'esercito giapponese si macchio' di crimini di guerra prima e durante la seconda guerra mondiale.
Se la cosa fosse riconducibile al solo fanatismo i giapponesi di oggi non avrebbero problemi ad ammettere le loro colpe passate.
Infatti, ho spesso notato come per esempio in diverse versioni animate, si vede come i giapponesi abbiano una visione romantica del loro ruolo in guerra, quasi cavaleresca.
Giusto negli anime, finita la seconda guerra mondiale la popolazione aveva abbastanza in odio l'esercito, difatti poco dopo smantellarono le Jieitai.erano dei fanaticiHo già letto l'hagakure ma un ripasso non fa mai male. Molto bello, credo che i giapponesi abbiano snaturato molti di questi concetti per rincorrere il progresso perdendo quello che è davvero importante
Comunquee per completezza ho trovato i medesimi valori nei romanzi del ciclo arturiano
Stavo pensando esattamente la stessa cosa, curioso come con questi valori cosi sbandierati l'esercito giapponese si macchio' di crimini di guerra prima e durante la seconda guerra mondiale.
Se la cosa fosse riconducibile al solo fanatismo i giapponesi di oggi non avrebbero problemi ad ammettere le loro colpe passate.
Infatti, ho spesso notato come per esempio in diverse versioni animate, si vede come i giapponesi abbiano una visione romantica del loro ruolo in guerra, quasi cavaleresca.
chiedo veniaGiusto negli anime, finita la seconda guerra mondiale la popolazione aveva abbastanza in odio l'esercito, difatti poco dopo smantellarono le Jieitai.erano dei fanaticiHo già letto l'hagakure ma un ripasso non fa mai male. Molto bello, credo che i giapponesi abbiano snaturato molti di questi concetti per rincorrere il progresso perdendo quello che è davvero importante
Comunquee per completezza ho trovato i medesimi valori nei romanzi del ciclo arturiano
Stavo pensando esattamente la stessa cosa, curioso come con questi valori cosi sbandierati l'esercito giapponese si macchio' di crimini di guerra prima e durante la seconda guerra mondiale.
Se la cosa fosse riconducibile al solo fanatismo i giapponesi di oggi non avrebbero problemi ad ammettere le loro colpe passate.
Infatti, ho spesso notato come per esempio in diverse versioni animate, si vede come i giapponesi abbiano una visione romantica del loro ruolo in guerra, quasi cavaleresca.
Le forze armate imperiali (esercito e marina)
Le Jieitai sono le forze d'autodifesa messe sù dopo la guerra di Corea
Un buon articolo. Per quanto riguarda i kamikaze però terrei giusto a fare una precisazione in quanto si suole intenderli generalmente come meri fanatici disposti a sacrificarsi per l'impero o la patria o la religione, come se fossero spinti dalla mera fede quando in realtà le loro concezioni andavano molto ben oltre la fede rasentando l'esistenziale. Il kamikaze non era solo un qualcosa di relegato alla guerra ma era uno stile di vita vero e proprio. Così come nella tradizione taoista e Ch'an/Zen, vita e morte sono la stessa cosa in quanto non vengono distinte come eventi differenti, come se l'uno fosse l'opposto dell'altro, e in questo caso la speranza nella reincarnazione ha un ruolo estremamente marginale, se non nullo ( in Giappone, così come in Cina, in sintonia con il Buddhismo del Grande Veicolo, samsāra e nirvana sono la stessa cosa). È una condizione fatalista che accetta il flusso vitale per quello che è, senza esaltare l'uno e deplorare l'altra, giacché l'una e l'altra esistono solo relativamente, cioè si ha una concezione più concreta e amplia in quanto vita e morte esistono se non in relazione al suo "opposto" e dunque distinguerli è un qualcosa di artificioso( tale concezione non-duale, non monista ne sostanziale, è presente anche nel seppuku). La trascendenza della vita/morte è frutto più di una spiritualità del kamikaze, dovuta alla sua consapevole inconsapevolezza e alla sua accettazione, che del senso di onore o della speranza una ricompensa per il sacrificio compiuto. Il kamikaze dunque, prima di essere un guerriero, era un risvegliato ( anche se in questo contesto distinguere il guerriero dal risvegliato è fallace). Comunque, per quanto riguarda il resto, oltre al Bushido e all'Hagakure ci sono altri due testi che varrebbe la pena leggere, anche se la loro prospettiva si distacca totalmente dalla concezione etico/politica e si concetra sul lato sia filosofico che pratico del samurai ( anche se tali manuali in realtà vanno oltre il contesto storico e il suo contenuto si adatta a qualsiasi tipo di individuo di qualsiasi epoca): il primo è La mente senza catene di Takuan Soho, che permette di capire meglio l'importante, se non fondamentale, influenza dello Zen sull'arte samuraica; l'altro invece è il Libro dei cinque anelli di Musashi, testo simbolo del pensiero dei samurai
Altro articolo interessante, complimenti ad Hachi194 per queste belle disamine.
Il Bushido, un termine molto ambivalente a mio avviso. Da una parte visto porta onore e rispetto, dall’altra porta alla totale sottomissione al padrone/datore di lavoro. La troppa devozione al dovere fa sì che l’individuo smette di essere tale e diventa un mero ingranaggio di un sistema più grande.
Altro articolo interessante, complimenti ad Hachi194 per queste belle disamine.
Il Bushido, un termine molto ambivalente a mio avviso. Da una parte visto porta onore e rispetto, dall’altra porta alla totale sottomissione al padrone/datore di lavoro. La troppa devozione al dovere fa sì che l’individuo smette di essere tale e diventa un mero ingranaggio di un sistema più grande.
Mi chiedo questo quanto abbia inciso sulla percezione nostra di un Giappone (ma dell'Asia Orientale in generale) collettivista dove all'individuo resta poco spazio e soprattutto privato, oltre che malato di stacanovismo
Col passare del tempo però il Bushidō si evolverà ponendo maggior enfasi sulla forza interna piuttosto che su quella esterna, finendo per essere sinonimo della morale di un individuo. Questo fu sicuramente in parte dovuto al fatto che finalmente il Giappone conobbe un lungo periodo di pace durante l'era Togukawa. Più di 200 anni senza conflitti nazionali o internazionali erano una cosa rara, quindi anche la via del guerriero cambiò, passando quindi dal dare estrema importanza al coraggio sul campo di battaglia a qualcosa di più legato all'integrità morale.
Errore di scrittura, era Tokugawa.
All'epoca in cui esistevano samurai e signori da servire aveva un senso profondo il Bushido, che rispetto e lodo. Se quel rapporto si è trasformato in quello di oggi, fra datori di lavoro e dipendenti, malato, sbagliato, qualcosa è andato male. Non vi è alcun rispetto se alla spada, ad un regno, ad una storia, all'onore, si è sostituito il solo denaro. (Non è detto che la realtà in cui si vive debba essere la realtà in cui si dovrebbe vivere, leggasi: mettere sempre tutto in discussione.)
@Focasaggia
premesso che sono per la libera impresa (nei limiti dell'umano):
che differenza c'è tra un legame segnato dalla spada e uno segnato dalla penna?
perché servire un feudatario signore della guerra dovrebbe essere preferibile al megadirettore locale di turno?
(e soprattutto, se il denaro vi fa così schifo, perché non lo date a me? XD)
Ho già letto l'hagakure ma un ripasso non fa mai male. Molto bello, credo che i giapponesi abbiano snaturato molti di questi concetti per rincorrere il progresso perdendo quello che è davvero importante
Comunquee per completezza ho trovato i medesimi valori nei romanzi del ciclo arturiano
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