rivedere queste immagini mi ha fatto venire in mente il fenomeno delle Ganguro, un fenomeno di moda in voga in quegli anni e che nell'anime in qualche modo é stato rappresentato.
Una serie che ho scoperto nella trasmissione mattutina del 2005 (aah, l'estate dopo la maturità dove non avevo altro da fare che girarmi i pollici tutto il giorno, bei tempi...) e mi ha catturato con i suoi colori e la sua simpatia, così sono passato al manga, che ho divorato con gran piacere e ho riletto anche di recente.
E' una serie fuori di testa, che immagino avrà fatto penare tantissimo traduttori e adattatori, ma che in realtà non era granché adatta al pubblico occidentale, dato il suo stretto legame con le sottoculture giovanili del Giappone anni novanta, con un sacco di cose che vanno spiegate al pubblico dei bambini occidentali oppure cambiate con qualcosa di più fruibile (come poi è stato fatto, di fatto ammazzando la serie), data la presenza di uno slang tutto suo da reinventare da zero in italiano. Personalmente ne ho amato la grafica tipicamente da shoujo anni novanta con occhioni luminosi, bocche a triangolo e colori sparaflashatissimi, ne ho amato la colonna sonora eurobeat e la sigla tanto bella quanto assolutamente impossibile da cantare al karaoke (ci ho provato, fallendo miseramente ). Ho amato la protagonista fuori di testa ma con uno spiccato senso di giustizia tutto suo (e in questo non stupisce il crossover con Kochikame), che se ne fregava dei fighetti di turno (al contrario di Aya e della sua lagnosissima storia d'amore con l'insopportabile fighetto Otohata) e aveva come fidanzato Tatsukichi che era più fuori di lei, e ho amato come dietro la patina di occhioni, sbrillucchichii, umorismo e vestiti alla moda si trattassero anche temi seri come il bullismo, l'autolesionismo, i rapporti genitori-figli e i problemi della scuola e della società giapponese. Da questo punto di vista, si è rivelato essere il perfetto contraltare al femminile di GTO, pubblicato nello stesso periodo sempre da Dynit, e uno primi specchi verso la società giapponese degli anni novanta in tutte le sue assurde sottoculture.
E' una serie che sarebbe sicuramente da riscoprire oggi che ho (e in generale tutti abbiamo) una visione più chiara di quello che è il Giappone, la sua lingua, la sua cultura, la sua società, la sua capitale con le sue millemila follie. Ho passato mesi a lavorare a Shibuya e perciò vedere/fotografare Hachiko e i suoi assurdi travestimenti (una volta lo conciavano da pompiere, una volta da giocatore di rugby, una volta da Babbo Natale, una volta aveva la fascetta elettorale al collo, una volta un gatto dormiva ai suoi piedi...) tutti i giorni, perciò mi chiedo che effetto mi farebbe rivedere Gals, magari interamente e in lingua originale, ora che ho questa consapevolezza. Magari un giorno ci proverò.
"Scippi, furti, rapine!Però la coppia meglio assortita era formata dai detective delle medie e se ben ricordo avevano il loro "stacchetto musicale" quando arrivavano.
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Spero che la Dynit porti il nuovo manga e ristampi il manga originale.
Vorrei riuscire a recuperare la serie inedita, mi spiace che l'anime sia rimasto monco in Italia.