Personalmente la voglio vedere tutta sta gente che va al cinema a vedere un film sottotitolato...già la gente ci va poco di suo Un videogioco in lingua originale con i sottotitoli lo capisco, un film un po' meno anche perché non siamo tutti uguali e alcuni hanno difficoltà a leggere e guardate insieme Mettici poi che se io pago voglio un prodotto comodo fatto e finito, frega poco del resto
Questo gioco è pura propaganda nazionalista e imperialista Giapponese, ma come è possibile che il resto dell'Asia non dica nulla? Non è un semplice fantasy racconta quello che ha fatto il Giappone colonialista ma al contrario...
Un pochino off-topic, ma devo dire che, sin dalla prima volta che ho visto quella citazione del regista Joon-ho Bong, ho subito pensato, "grazie per averlo detto!" Sulserio, mi piace un sacco quella frase e il fatto che è stata detta e in un evento così importante e così americanamente internazionale.
Dal punto di vista americano (che gli Oscar sono una cosa americana e va bene così, ma non bisogna mai scordasi proprio di tale fatto), ineffetti, sono abituati a contenuti prodotti in madrelingua e madreterra, e spesso si dimenticano che per il resto del mondo non-anglicano non è così. Noi che proveniamo da paesi dove si utilizzano rispettive lingue non dominanti a livello internazionale, ci arrangiamo con vari tipi di adattamento. Okay, sulla TV Italiana ricordo che tutto era doppiato, ma su quella croata (sono Istriana e sono cresciuta con entrambe), solo alcuni cartoni animati erano doppiati, il resto, tutto con sottotitoli. Grazie a tutto questo, ho anche imparato presto a leggere e ho imparato pure varie lingue.
Cosa ne penserebbero se, poi, consideriamo che in molti stiamo leggendo sottotitoli in lingue a noi straniere per goderci contenuti in altre lingue straniere che purtroppo non siamo ancora riusciti ad imparare.... 😅
Questo gioco è pura propaganda nazionalista e imperialista Giapponese, ma come è possibile che il resto dell'Asia non dica nulla? Non è un semplice fantasy racconta quello che ha fatto il Giappone colonialista ma al contrario...
Quindi non si dovrebbe parlare dell'Impero mongolo che voleva conquistare il Giappone perché il Giappone 700 anni dopo farà una cosa simile? La storia quella è, ed è evidente che il gioco non l'hai sfiorato di striscio visto che i giapponesi non ne escono benissimo, anzi.. "il resto dell'Asia" tipo la Cina produce da anni film propagandistici come 800 Eroi e The Battle at Lake Changjin che incassano come Avengers, quindi dormi pure tranquillo.
Personalmente la voglio vedere tutta sta gente che va al cinema a vedere un film sottotitolato...già la gente ci va poco di suo Un videogioco in lingua originale con i sottotitoli lo capisco, un film un po' meno anche perché non siamo tutti uguali e alcuni hanno difficoltà a leggere e guardate insieme Mettici poi che se io pago voglio un prodotto comodo fatto e finito, frega poco del resto
Io, invece, se pago, voglio un prodotto più possibilmente originale, in lingua originale e senza censure. È questione di gusti personali. Cmq è anche il motivo per cui non mi piace che devo guardare roba censurata su dei servizi streaming o IPTV. Sono cose che dovrebbero essere incluse tra i diritti del consumatore. Se io pago per un servizio, pretendo avere la scelta di guardarne i contenuti dell'offerta come piace a me.
Un pochino off-topic, ma devo dire che, sin dalla prima volta che ho visto quella citazione del regista Joon-ho Bong, ho subito pensato, "grazie per averlo detto!" Sulserio, mi piace un sacco quella frase e il fatto che è stata detta e in un evento così importante e così americanamente internazionale.
Dal punto di vista americano (che gli Oscar sono una cosa americana e va bene così, ma non bisogna mai scordasi proprio di tale fatto), ineffetti, sono abituati a contenuti prodotti in madrelingua e madreterra, e spesso si dimenticano che per il resto del mondo non-anglicano non è così. Noi che proveniamo da paesi dove si utilizzano rispettive lingue non dominanti a livello internazionale, ci arrangiamo con vari tipi di adattamento. Okay, sulla TV Italiana ricordo che tutto era doppiato, ma su quella croata (sono Istriana e sono cresciuta con entrambe), solo alcuni cartoni animati erano doppiati, il resto, tutto con sottotitoli. Grazie a tutto questo, ho anche imparato presto a leggere e ho imparato pure varie lingue.
Cosa ne penserebbero se, poi, consideriamo che in molti stiamo leggendo sottotitoli in lingue a noi straniere per goderci contenuti in altre lingue straniere che purtroppo non siamo ancora riusciti ad imparare.... 😅
Condivido del tutto il tuo parere. Soggiungo anche che sulla carta condivido anche il pensiero, le intenzioni e l'obiettivo di Stahelski, solo che, come dire... non mi piace molto il modo in cui il suo pensiero mi arriva, da come ne parla, magari sbaglio io a capirne la percezione. A me sembra quasi come se stesse dicendo "io, che sono americano, saprò trovare il modo per far recitare i giapponesi così che la loro espressività arrivi anche a un utente americano." E okay... peccato che però a mio parere i film giapponesi recitati da giapponesi in lingua giapponese, di per sé sono già capacissimi di esprimersi perfettamente, di far emozionare come può riuscirci un film in qualunque altra lingua. Dunque perché mai dovrebbe "mediare" un americano in un film giapponese fatto da giapponesi? Perché "il pubblico americano se non si passa da questo passaggio non ci sente". E ho capito. Ma Parasite, allora, è stato girato da un "americano che capisce come far recitare i coreani così che la loro espressività venga recepita anche da un pubblico americano"? E' questo "passaggio di mediazione" che a me fa sollevare un po' il sopracciglio. Come se fossimo incapaci di guardare, capire e apprezzare i film di Kore'eda, o del sopra citato Kurosawa (o di mille altri registi meno noti), che sono giapponesi recitati da giapponesi in lingua giapponese. Senza "intermediari". Penso che questo regista, se è effettivamente un appassionato di cinema asiatico e di Giappone, forse dovrebbe (o vorrebbe?) trovare il modo di osservare per bene e a lungo lo "stile giapponese" (antico e moderno) per poi inglobarlo in un suo personalissimo stile. Magari lo sta già facendo, ma mi domando come mai allora non abbia ritenuto importante citarlo in questa intervista, visto che non mi sembra un dettaglio di poco conto.
Ben venga se girato interamente in Giappone e con giapponesi. Invece sono un po' scettico sul fatto di mandarlo in sala esclusivamente sottotitolato, il pubblico generale pretende un prodotto tradotto, e hanno tutte le ragioni. L'ultimo samurai ha la maggior parte delle scene girate in Nuova Zelanda eppure è doppiato ovunque, ma il suo messaggio arrivò chiaro e forte. Poi per riguardarlo in originale c è sempre modo.
Questo gioco è pura propaganda nazionalista e imperialista Giapponese, ma come è possibile che il resto dell'Asia non dica nulla? Non è un semplice fantasy racconta quello che ha fatto il Giappone colonialista ma al contrario...
Un pochino off-topic, ma devo dire che, sin dalla prima volta che ho visto quella citazione del regista Joon-ho Bong, ho subito pensato, "grazie per averlo detto!" Sulserio, mi piace un sacco quella frase e il fatto che è stata detta e in un evento così importante e così americanamente internazionale.
Dal punto di vista americano (che gli Oscar sono una cosa americana e va bene così, ma non bisogna mai scordasi proprio di tale fatto), ineffetti, sono abituati a contenuti prodotti in madrelingua e madreterra, e spesso si dimenticano che per il resto del mondo non-anglicano non è così. Noi che proveniamo da paesi dove si utilizzano rispettive lingue non dominanti a livello internazionale, ci arrangiamo con vari tipi di adattamento. Okay, sulla TV Italiana ricordo che tutto era doppiato, ma su quella croata (sono Istriana e sono cresciuta con entrambe), solo alcuni cartoni animati erano doppiati, il resto, tutto con sottotitoli. Grazie a tutto questo, ho anche imparato presto a leggere e ho imparato pure varie lingue.
Cosa ne penserebbero se, poi, consideriamo che in molti stiamo leggendo sottotitoli in lingue a noi straniere per goderci contenuti in altre lingue straniere che purtroppo non siamo ancora riusciti ad imparare.... 😅
Condivido del tutto il tuo parere. Soggiungo anche che sulla carta condivido anche il pensiero, le intenzioni e l'obiettivo di Stahelski, solo che, come dire... non mi piace molto il modo in cui il suo pensiero mi arriva, da come ne parla, magari sbaglio io a capirne la percezione. A me sembra quasi come se stesse dicendo "io, che sono americano, saprò trovare il modo per far recitare i giapponesi così che la loro espressività arrivi anche a un utente americano." E okay... peccato che però a mio parere i film giapponesi recitati da giapponesi in lingua giapponese, di per sé sono già capacissimi di esprimersi perfettamente, di far emozionare come può riuscirci un film in qualunque altra lingua. Dunque perché mai dovrebbe "mediare" un americano in un film giapponese fatto da giapponesi? Perché "il pubblico americano se non si passa da questo passaggio non ci sente". E ho capito. Ma Parasite, allora, è stato girato da un "americano che capisce come far recitare i coreani così che la loro espressività venga recepita anche da un pubblico americano"? E' questo "passaggio di mediazione" che a me fa sollevare un po' il sopracciglio. Come se fossimo incapaci di guardare, capire e apprezzare i film di Kore'eda, o del sopra citato Kurosawa (o di mille altri registi meno noti), che sono giapponesi recitati da giapponesi in lingua giapponese. Senza "intermediari". Penso che questo regista, se è effettivamente un appassionato di cinema asiatico e di Giappone, forse dovrebbe (o vorrebbe?) trovare il modo di osservare per bene e a lungo lo "stile giapponese" (antico e moderno) per poi inglobarlo in un suo personalissimo stile. Magari lo sta già facendo, ma mi domando come mai allora non abbia ritenuto importante citarlo in questa intervista, visto che non mi sembra un dettaglio di poco conto.
Ottimi punti, molto interessante il discorso. Non so ora, perché non conosco i dettagli, ma penso che il regista stesse semplicemente puntando all'autenticità (forse falsa, forse no, ma questo è un altro tema). Magari vuole provare ad attirare l'attenzione anche a noi fan dei contenuti giapponesi, sperando di suscitare interesse anche di quelli più testardi. Cmq la questione dell'americano mediante, secondo me, è una specie di rimasti dalle brutte abitudini del passato, quando si americanizzavano, per esempio, i cartoni animati giapponesi tramite i loro adattamenti, perché chi lavorava in TV pensava di sapere meglio del pubblico su cui stavano puntando. Questo approccio è patronizzante, ma purtroppo sempre presente... u.u E purtroppo, lo noto anche nei lavori d'intrattenimento asiatici, specialmente quanto puntano apertamente ad un "pubblico occidentale", ma in realtà si riferiscono all'illusione collettiva di quello che percepiscono come "popolo americano".
Questo gioco è pura propaganda nazionalista e imperialista Giapponese, ma come è possibile che il resto dell'Asia non dica nulla? Non è un semplice fantasy racconta quello che ha fatto il Giappone colonialista ma al contrario...
Quindi non si dovrebbe parlare dell'Impero mongolo che voleva conquistare il Giappone perché il Giappone 700 anni dopo farà una cosa simile? La storia quella è, ed è evidente che il gioco non l'hai sfiorato di striscio visto che i giapponesi non ne escono benissimo, anzi.. "il resto dell'Asia" tipo la Cina produce da anni film propagandistici come 800 Eroi e The Battle at Lake Changjin che incassano come Avengers, quindi dormi pure tranquillo.
Ben venga se girato interamente in Giappone e con giapponesi. Invece sono un po' scettico sul fatto di mandarlo in sala esclusivamente sottotitolato, il pubblico generale pretende un prodotto tradotto, e hanno tutte le ragioni. L'ultimo samurai ha la maggior parte delle scene girate in Nuova Zelanda eppure è doppiato ovunque, ma il suo messaggio arrivò chiaro e forte. Poi per riguardarlo in originale c è sempre modo.
Questo gioco è pura propaganda nazionalista e imperialista Giapponese, ma come è possibile che il resto dell'Asia non dica nulla? Non è un semplice fantasy racconta quello che ha fatto il Giappone colonialista ma al contrario...
Quindi?
Potrò rimanere sorpreso dall'assenza di polemiche da questo gioco sfacciatamente revisionista (per di più non è neanche giapponese il gioco)? Il Giappone rimane un paese che preferisce crogiolarsi in opere pseudo storiche fatte da persone che conosco poco l'argomento di cui trattano e finanziare programmi scolastici menzogneri, è giusto che si sappia
Caro regista, vuoi cast e riprese giapponesi? Ok, ma se lo distribuisci in altri paesi noi lo doppiamo. Punto e basta. La tua dichiarazione è stupida, e solo un giappominkia può difenderla.
Questo gioco è pura propaganda nazionalista e imperialista Giapponese, ma come è possibile che il resto dell'Asia non dica nulla? Non è un semplice fantasy racconta quello che ha fatto il Giappone colonialista ma al contrario...
Non è un fantasy, è un gioco storico. Sinceramente il tuo commento non ha senso
Utente59093
- 2 anni fa
42
Il film qui da noi in Italia deve essere per forza doppiato, altrimenti la vedo male che possa incassare bene al cinema con i sottotitoli, s'è lo mandano al cinema sottotitolato sarà probabile un flop.
The Battle at Lake Changjin che incassano come Avengers,
Il film Cinese se li può solo sognare gli incassi di Avengers. L'ultimo Avengers ha fatto quasi 3 miliardi, il film cinese 900 milioni.
Il film Cinese se li può solo sognare gli incassi di Avengers. L'ultimo Avengers ha fatto quasi 3 miliardi, il film cinese 900 milioni.
A livello mondiale è inevitabile, anche solo come marketing sono cose imparagonabili. Ma in Cina ha guadagnato più del film disney quindi non mi sembra un paragone tanto campato in aria.
Il film Cinese se li può solo sognare gli incassi di Avengers. L'ultimo Avengers ha fatto quasi 3 miliardi, il film cinese 900 milioni.
A livello mondiale è inevitabile, anche solo come marketing sono cose imparagonabili. Ma in Cina ha guadagnato più del film disney quindi non mi sembra un paragone tanto campato in aria.
Il mercato cinese è qualcosa a se nel bene e nel male, dove il regime decide cosa lo spettatore può o non può guardare. I paragoni si fanno quando le condizioni sono eque e tutti possono accedere alle stesse condizioni a parità di investimenti. La RPC/PCC può fare quel che vuole per spingere i propri film, per esempio Spiderman in Cina, il campione d’incassi del 2021 non ci è mai arrivato.
Tanti parlano del cinema cinese come bacino di pubblico a se o come influenzato dal regime, cosa che anche io stesso reputo così...ma solo io inizio a pensare che, in un modo più blando e non dallo stesso significato politico, anche il cinema occidentale sia in qualche modo influenzato dal "regime americano"?
Mi spiego meglio. In Europa(in Italia solo negli ultimi anni), al cinema, abbiamo avuto occasione di vedere come esista tranquillanente la possibilità(anche tutt'ora) per i cinema di mettere in programmazione un film sia doppiato che in lingua originale(a volte mi è capitato di vederne qualcuno sottotitolato di quest'ultimi, ma non so se per volontà del cinema o di altri). Negli Stati Uniti è chiaro da anni che esiste una mentalità per cui tutti i film devono essere fruibili dagli americani ma non esiste la concezione di sottotitolare film(non so nemmeno se li i cinema offrano film in lingua originali in caso di film non americani) ma bensì, se proprio si vuole renderli disponibili, ricrearli da zero con cast e lingua americani(succede con le serie tv, succede con i film...parola di un'amica che vive a New York da quasi vent'anni)! Inoltre, sempre più spesso, pare esista una situazione per cui il pubblico americano sembra essere convinto che gli USA siano il centro del mondo e che perciò tutto deve essere fatto pensando solo a esso(con il pubblico occidentale che tende a dargli ragione a quanto pare, visto anche vari commenti qui sopra).
Io mi chiedo semplicemente un paio di cose:
Qui su AC ci lamentiamo sempre che un mangaka dovrebbe caratterizzare la sua opera come desidera e che il pubblico, piacente o nolente, dovrebbe adattarsi...perché la stessa cosa non dovrebbe valere anche per un regista, soprattutto quando il suo film si basa su un prodotto specifico che parla di un qualcosa di specifico? Perché un mangaka dovrebbe essere libero di creare un'opera secondo i suoi desideri mentre un regista non può essere libero di dirigere un film ambientato in Giappone durante un'epoca in cui non aveva ancora avuto contatti con l'occidente(a quanto ho capito) in giapponese con un cast giapponese? Perché nel caso dei manga dovrebbe "comandare" l'autore, mentre nel caso di un film specifico dovrebbe "comandare" il pubblico? Io qui ci vedo un controsenso...allora che non ci si lamenti quando il pubblico vuole "comandare" su mangaka e staff anime!
Inoltre, a costo di inimicarmi tanti di coloro che leggeranno il mio commento...ho visto in giro per il web lamentele e polemiche anche a riguardo della scelta di un cast totalmente nipponico. Come mai se, in un film che a detta del pubblico occidentale dovrebbe essere il più fedele possibile all'opera cui si ispira, si inserisce nel cast un attore di colore o asiatico non va bene, ma in questo film che dovrebbe essere fedele il più possibile all'opera cui si ispira(ambientata in un Giappone del passato) si vuole inserire un cast totalmente giapponese non va bene perché il pubblico pretende anche attori occidentali nello stesso?
Io in tutta questa situazione, sia per il web che su Animeclick, vedo un ampio utilizzo(come al solito) di due pesi e due misure...se vi sarà possibilità/occasione non basterebbe semplicemente fare come già attualmente si fa per altri film? Se si vuole vedere il film si potrà optare per vederlo doppiato( tanto a noi italiani/europei non dovrebbe cambiare nulla se originariamente il parlato sarà in giapponese o americano, sempre doppiato in italiano o altre lingue ce lo beccheremo) oppure in lingua originale sottotitolato.
Non capisco perché noi europei dobbiamo pretendere che il film sia parlato in americano...sarebbe anche ora che il pubblico americano scendesse dal suo trono e accettasse che il cinema globale non è solo Hollywood! È davvero così difficile doppiare un film in lingua inglese americano invece di creare direttamente il film in inglese?
Boh...non so...vedo tanta incoerenza e tante pretese, ma sarò io che sono cretino a volermi adattare a qualcosa soprattutto quando ho più modi per farlo piuttosto che pretendere che quel qualcosa si adatti a me e alle mie abitudini...boh...
Perché nel caso dei manga dovrebbe "comandare" l'autore, mentre nel caso di un film specifico dovrebbe "comandare" il pubblico?
Perché il pubblico non comanda quando si parla di film (almeno direttamente) Gli unici che hanno il potere di decidere sono chi produce il film quindi chi ci mette il grano ( che al massimo a loro volta possono essere influenzati dal pubblico questo si) Non è che il pubblico dice X e allora il registra si prostra alla pagina Twitter delle tendenze e si mette a cambiare il film. Se il regista vuole essere completamente indipendente rispetto a chi finanzia il film allora deve essere anche lui un produttore della pellicola. Il regista, anche se non sembra, nel film commerciali è visto quasi come una maestranza, qualcuno che deve portare a casa il prodotto che è stato pensato e infatti si cambiano se ci sono seri problemi. A quanti mangaka hai visto togliere il proprio manga?
Il problema è pensare che il regista sia l’equivalente del mangaka nel mondo dell’editoria giapponese cosa non vera. Il regista è soltanto un pezzo del meccanismo, che ha il suo peso specifico nell’opera, che però non è così tanto importante se di parla di prodotti commerciali (almeno non così tanto rispetto a quello che la gente pensa)
Non capisco perché noi europei dobbiamo pretendere che il film sia parlato in americano
È una frase troppo vaga. In ogni stato ci sono preferenza e storie differenti sul doppiaggio. Gli europei non pensano nulla, non sono una grande mente che vuole film in inglese.
Un pochino off-topic, ma devo dire che, sin dalla prima volta che ho visto quella citazione del regista Joon-ho Bong, ho subito pensato, "grazie per averlo detto!" Sulserio, mi piace un sacco quella frase e il fatto che è stata detta e in un evento così importante e così americanamente internazionale.
"una volta superata la barriera dei sottotitoli, alta a malapena un pollice, potrete venire introdotti a molte splendide pellicole"
Anche per me, sono sempre stato convinto di questa cosa, anche perché così successe a me come immagino a molti altri. E sentirlo dire a qualcuno del mestiere ha fatto molto piacere.
Cosa ne penserebbero se, poi, consideriamo che in molti stiamo leggendo sottotitoli in lingue a noi straniere per goderci contenuti in altre lingue straniere che purtroppo non siamo ancora riusciti ad imparare.... 😅
Ma infatti a parer mio l'ideale sarebbe conoscere tutte le lingue, ma visto quanto è difficile o comunque improbabile, a volte abbiamo bisogno di una mediazione: come strumenti abbiamo sottotitoli e doppiaggio con pregi e difetti per quanto riguarda fruizione e mantenimento dell'intento originale. Lato mio purtroppo, visto il notorio mal costume degli adattamenti italiani, di fatto una scelta si elimina da sola.
Io, invece, se pago, voglio un prodotto più possibilmente originale, in lingua originale e senza censure. È questione di gusti personali. Cmq è anche il motivo per cui non mi piace che devo guardare roba censurata su dei servizi streaming o IPTV. Sono cose che dovrebbero essere incluse tra i diritti del consumatore. Se io pago per un servizio, pretendo avere la scelta di guardarne i contenuti dell'offerta come piace a me.
Assolutamente d'accordo. E aggiungerei che questo dovrebbe valere anche per chi preferisce un prodotto doppiato: non basta che lo sia, ma tutto il procedimento di scelta voci e adattamento dovrebbe essere fatto nel massimo rispetto del prodotto e di chi lo andrà a vedere.
Condivido del tutto il tuo parere. Soggiungo anche che sulla carta condivido anche il pensiero, le intenzioni e l'obiettivo di Stahelski, solo che, come dire... non mi piace molto il modo in cui il suo pensiero mi arriva, da come ne parla, magari sbaglio io a capirne la percezione. A me sembra quasi come se stesse dicendo "io, che sono americano, saprò trovare il modo per far recitare i giapponesi così che la loro espressività arrivi anche a un utente americano." E okay... peccato che però a mio parere i film giapponesi recitati da giapponesi in lingua giapponese, di per sé sono già capacissimi di esprimersi perfettamente, di far emozionare come può riuscirci un film in qualunque altra lingua. Dunque perché mai dovrebbe "mediare" un americano in un film giapponese fatto da giapponesi? Perché "il pubblico americano se non si passa da questo passaggio non ci sente". E ho capito. Ma Parasite, allora, è stato girato da un "americano che capisce come far recitare i coreani così che la loro espressività venga recepita anche da un pubblico americano"? E' questo "passaggio di mediazione" che a me fa sollevare un po' il sopracciglio. Come se fossimo incapaci di guardare, capire e apprezzare i film di Kore'eda, o del sopra citato Kurosawa (o di mille altri registi meno noti), che sono giapponesi recitati da giapponesi in lingua giapponese. Senza "intermediari". Penso che questo regista, se è effettivamente un appassionato di cinema asiatico e di Giappone, forse dovrebbe (o vorrebbe?) trovare il modo di osservare per bene e a lungo lo "stile giapponese" (antico e moderno) per poi inglobarlo in un suo personalissimo stile. Magari lo sta già facendo, ma mi domando come mai allora non abbia ritenuto importante citarlo in questa intervista, visto che non mi sembra un dettaglio di poco conto.
Stesso dubbio anche per me. L'intento è buono, da capire se sarà un ingenuo tentativo oppure qualcosa nato da una profonda conoscenza del materiale e del cinema di riferimento. Da un lato comunque capisco, voler rendere più appetibile ad un pubblico occidentale è comunque un nobile intento, ma non vorrei che si finisse per eliminare anche ciò che rende caratteristico il cinema giapponese. Più che ad un'adattamento o edulcorazione preferirei una sana contaminazione. Un po' come il cinema di Hong Kong o alcuni filoni di quello Coreano che sono per natura più "occidentali" (passatemi il termine). A parer mio un po' di sforzo deve farlo anche il pubblico: noi per natura siamo cresciuti con l'influenza del cinema americano ed in maniera minore europeo e comunque si tratta di culture con molte affinità sia sociali che storiche. Chiaro che con qualcosa di lontano e sconosciuto il passo sia più difficile ma non impossibile e non voglio credere che l'unico modo sia occidentalizzare il tutto, sia come contenuti che come espressione.
Non quoto il commento di sopra per motivi di lunghezza, voglio solo ringraziare per la risposta, ma anche aggiungere che l'influenza giapponese su di noi europei è più grande di quello sembri pensare. Tutti noi che siamo cresciuti con la TV Italiana degli anni '80/90/00, maggior parte abbiamo respirato anime. Okay, erano adattamenti italiani, alcuni fatti meglio, altri peggio, ma in sostanza erano contenuti giapponesi. Il fatto che poi erano adattamenti italiani riflette un po' anche sul tuo punto di "occidentalizzare" tutto. Vivendo in Corea io stessa e vedendo che le varie culture asiatiche sono più collegate alle nostre europee di quello che si suol percepire, non mi trovo d'accordo del tutto con quel sentimento, PERÒ, si tratta cmq di un punto molto interessante che fa riflettere. Alla fine, i due mondi si incrociano e impariamo gli uni dagli altri e questa, a mio parere, è una cosa meravigliosa.
Non quoto il commento di sopra per motivi di lunghezza, voglio solo ringraziare per la risposta, ma anche aggiungere che l'influenza giapponese su di noi europei è più grande di quello sembri pensare. Tutti noi che siamo cresciuti con la TV Italiana degli anni '80/90/00, maggior parte abbiamo respirato anime. Okay, erano adattamenti italiani, alcuni fatti meglio, altri peggio, ma in sostanza erano contenuti giapponesi. Il fatto che poi erano adattamenti italiani riflette un po' anche sul tuo punto di "occidentalizzare" tutto. Vivendo in Corea io stessa e vedendo che le varie culture asiatiche sono più collegate alle nostre europee di quello che si suol percepire, non mi trovo d'accordo del tutto con quel sentimento, PERÒ, si tratta cmq di un punto molto interessante che fa riflettere. Alla fine, i due mondi si incrociano e impariamo gli uni dagli altri e questa, a mio parere, è una cosa meravigliosa.
Vero, i nostri prodotti dell'infanzia sono per lo più giapponesi, salvo i film Disney, alcune serie americane e praticamente nessuna nostrana. Anche con le relative intromissioni, in noi si è creato l'immaginario di quei mondi. Infatti sostengo che anche con meno intromissioni e filtri avremmo comunque apprezzato quei prodotti (ci sono bambini che conoscono a memoria rose di squadre di calcio con nomi improponibili, non ci credo che si sentirebbero a disagio con qualche nome giapponese in un anime) e avremmo anche meno pretese e pregiudizi che magari ci limitano nel provare qualcosa di nuovo (come i film e le serie tv orientali).
Non quoto il commento di sopra per motivi di lunghezza, voglio solo ringraziare per la risposta, ma anche aggiungere che l'influenza giapponese su di noi europei è più grande di quello sembri pensare. Tutti noi che siamo cresciuti con la TV Italiana degli anni '80/90/00, maggior parte abbiamo respirato anime. Okay, erano adattamenti italiani, alcuni fatti meglio, altri peggio, ma in sostanza erano contenuti giapponesi. Il fatto che poi erano adattamenti italiani riflette un po' anche sul tuo punto di "occidentalizzare" tutto. Vivendo in Corea io stessa e vedendo che le varie culture asiatiche sono più collegate alle nostre europee di quello che si suol percepire, non mi trovo d'accordo del tutto con quel sentimento, PERÒ, si tratta cmq di un punto molto interessante che fa riflettere. Alla fine, i due mondi si incrociano e impariamo gli uni dagli altri e questa, a mio parere, è una cosa meravigliosa.
Vero, i nostri prodotti dell'infanzia sono per lo più giapponesi, salvo i film Disney, alcune serie americane e praticamente nessuna nostrana. Anche con le relative intromissioni, in noi si è creato l'immaginario di quei mondi. Infatti sostengo che anche con meno intromissioni e filtri avremmo comunque apprezzato quei prodotti (ci sono bambini che conoscono a memoria rose di squadre di calcio con nomi improponibili, non ci credo che si sentirebbero a disagio con qualche nome giapponese in un anime) e avremmo anche meno pretese e pregiudizi che magari ci limitano nel provare qualcosa di nuovo (come i film e le serie tv orientali).
Sì, ma infatti. Poi i bambini non sono così ignoranti come li si tende a pensare. Per esempio, la famigerata censura della relazione lesbica delle due famose guerriere Sailor, anche con la trovata di essere veramente grandi amiche (pure cugine in alcuni paesi), noi capivamo cmq che si trattava di qualcosa di più simile alla relazione tra Usagi (Bunny) e Mamoru (Marzio). E poi per alcuni anime, i nomi giapponesi li avevano lasciati, per esempio Ranma, e li abbiamo accettati volentieri così come sono, sia i personaggi che i contenuti che non sempre erano censurati.
Quindi, avendo tutte queste esperienze, trovo fastidioso quando gli autori giapponesi e coreani cercano di "adattarsi ai gusti del pubblico occidentale", mentre per quel gruppo in realtà intendono "americani di oggi che dominano i social". Capisco perché il target sia quello, però vale dirlo direttamente, secondo me.
Magari sul doppiaggio si ricrede, ma sul fatto che serva un cast interamente giapponese, penso che sarebbe stato un suicidio il contrario. Le riprese, poi, mi sembra ovvio che debbano essere girate in Giappone, altrimenti tocca ricostruire ambientazioni del Giappone antico a Hollywood e integrare con CG... dal momento che almeno qualche ripresa è inevitabile sia girata in Giappone, tanto vale girare tutto il film lì. Risulterà tutto più autentico.
Sul fatto del doppiaggio, ho studiato giapponese quindi non mi preoccupa la sua assenza, però se vuoi spingere gli occidentali a vedere un film in giapponese, o giri un film tutta azione con dialoghi ridotti al minimo, o giri un film della madonna che la gente non potrà fare a meno di vederlo, seppur non doppiato. Dubito che sia così facile la seconda opzione, per cui temo sia la prima...
Le premesse sono buone, sarò molto contento se davvero verrà girato con cast giapponese e in Giappone. Non ho giocato questo videogame, però mi vedrò volentieri il film se sarà ben fatto: il regista con la saga di John Wick ha dimostrato di saper dirigere le scene d'azione in modo magistrale, quindi sono ottimista.
Incrocio le dita
Un videogioco in lingua originale con i sottotitoli lo capisco, un film un po' meno anche perché non siamo tutti uguali e alcuni hanno difficoltà a leggere e guardate insieme
Mettici poi che se io pago voglio un prodotto comodo fatto e finito, frega poco del resto
Dal punto di vista americano (che gli Oscar sono una cosa americana e va bene così, ma non bisogna mai scordasi proprio di tale fatto), ineffetti, sono abituati a contenuti prodotti in madrelingua e madreterra, e spesso si dimenticano che per il resto del mondo non-anglicano non è così.
Noi che proveniamo da paesi dove si utilizzano rispettive lingue non dominanti a livello internazionale, ci arrangiamo con vari tipi di adattamento.
Okay, sulla TV Italiana ricordo che tutto era doppiato, ma su quella croata (sono Istriana e sono cresciuta con entrambe), solo alcuni cartoni animati erano doppiati, il resto, tutto con sottotitoli.
Grazie a tutto questo, ho anche imparato presto a leggere e ho imparato pure varie lingue.
Cosa ne penserebbero se, poi, consideriamo che in molti stiamo leggendo sottotitoli in lingue a noi straniere per goderci contenuti in altre lingue straniere che purtroppo non siamo ancora riusciti ad imparare.... 😅
Quindi non si dovrebbe parlare dell'Impero mongolo che voleva conquistare il Giappone perché il Giappone 700 anni dopo farà una cosa simile? La storia quella è, ed è evidente che il gioco non l'hai sfiorato di striscio visto che i giapponesi non ne escono benissimo, anzi..
"il resto dell'Asia" tipo la Cina produce da anni film propagandistici come 800 Eroi e The Battle at Lake Changjin che incassano come Avengers, quindi dormi pure tranquillo.
Io, invece, se pago, voglio un prodotto più possibilmente originale, in lingua originale e senza censure.
È questione di gusti personali.
Cmq è anche il motivo per cui non mi piace che devo guardare roba censurata su dei servizi streaming o IPTV. Sono cose che dovrebbero essere incluse tra i diritti del consumatore. Se io pago per un servizio, pretendo avere la scelta di guardarne i contenuti dell'offerta come piace a me.
Condivido del tutto il tuo parere. Soggiungo anche che sulla carta condivido anche il pensiero, le intenzioni e l'obiettivo di Stahelski, solo che, come dire... non mi piace molto il modo in cui il suo pensiero mi arriva, da come ne parla, magari sbaglio io a capirne la percezione.
A me sembra quasi come se stesse dicendo "io, che sono americano, saprò trovare il modo per far recitare i giapponesi così che la loro espressività arrivi anche a un utente americano." E okay... peccato che però a mio parere i film giapponesi recitati da giapponesi in lingua giapponese, di per sé sono già capacissimi di esprimersi perfettamente, di far emozionare come può riuscirci un film in qualunque altra lingua.
Dunque perché mai dovrebbe "mediare" un americano in un film giapponese fatto da giapponesi?
Perché "il pubblico americano se non si passa da questo passaggio non ci sente". E ho capito. Ma Parasite, allora, è stato girato da un "americano che capisce come far recitare i coreani così che la loro espressività venga recepita anche da un pubblico americano"?
E' questo "passaggio di mediazione" che a me fa sollevare un po' il sopracciglio.
Come se fossimo incapaci di guardare, capire e apprezzare i film di Kore'eda, o del sopra citato Kurosawa (o di mille altri registi meno noti), che sono giapponesi recitati da giapponesi in lingua giapponese. Senza "intermediari".
Penso che questo regista, se è effettivamente un appassionato di cinema asiatico e di Giappone, forse dovrebbe (o vorrebbe?) trovare il modo di osservare per bene e a lungo lo "stile giapponese" (antico e moderno) per poi inglobarlo in un suo personalissimo stile. Magari lo sta già facendo, ma mi domando come mai allora non abbia ritenuto importante citarlo in questa intervista, visto che non mi sembra un dettaglio di poco conto.
Invece sono un po' scettico sul fatto di mandarlo in sala esclusivamente sottotitolato, il pubblico generale pretende un prodotto tradotto, e hanno tutte le ragioni.
L'ultimo samurai ha la maggior parte delle scene girate in Nuova Zelanda eppure è doppiato ovunque, ma il suo messaggio arrivò chiaro e forte.
Poi per riguardarlo in originale c è sempre modo.
Quindi?
Ottimi punti, molto interessante il discorso.
Non so ora, perché non conosco i dettagli, ma penso che il regista stesse semplicemente puntando all'autenticità (forse falsa, forse no, ma questo è un altro tema).
Magari vuole provare ad attirare l'attenzione anche a noi fan dei contenuti giapponesi, sperando di suscitare interesse anche di quelli più testardi.
Cmq la questione dell'americano mediante, secondo me, è una specie di rimasti dalle brutte abitudini del passato, quando si americanizzavano, per esempio, i cartoni animati giapponesi tramite i loro adattamenti, perché chi lavorava in TV pensava di sapere meglio del pubblico su cui stavano puntando. Questo approccio è patronizzante, ma purtroppo sempre presente... u.u E purtroppo, lo noto anche nei lavori d'intrattenimento asiatici, specialmente quanto puntano apertamente ad un "pubblico occidentale", ma in realtà si riferiscono all'illusione collettiva di quello che percepiscono come "popolo americano".
Potrò rimanere sorpreso dall'assenza di polemiche da questo gioco sfacciatamente revisionista (per di più non è neanche giapponese il gioco)? Il Giappone rimane un paese che preferisce crogiolarsi in opere pseudo storiche fatte da persone che conosco poco l'argomento di cui trattano e finanziare programmi scolastici menzogneri, è giusto che si sappia
Punto e basta.
La tua dichiarazione è stupida, e solo un giappominkia può difenderla.
Non è un fantasy, è un gioco storico. Sinceramente il tuo commento non ha senso
Il film Cinese se li può solo sognare gli incassi di Avengers. L'ultimo Avengers ha fatto quasi 3 miliardi, il film cinese 900 milioni.
A livello mondiale è inevitabile, anche solo come marketing sono cose imparagonabili.
Ma in Cina ha guadagnato più del film disney quindi non mi sembra un paragone tanto campato in aria.
Il mercato cinese è qualcosa a se nel bene e nel male, dove il regime decide cosa lo spettatore può o non può guardare.
I paragoni si fanno quando le condizioni sono eque e tutti possono accedere alle stesse condizioni a parità di investimenti.
La RPC/PCC può fare quel che vuole per spingere i propri film, per esempio Spiderman in Cina, il campione d’incassi del 2021 non ci è mai arrivato.
Mi spiego meglio.
In Europa(in Italia solo negli ultimi anni), al cinema, abbiamo avuto occasione di vedere come esista tranquillanente la possibilità(anche tutt'ora) per i cinema di mettere in programmazione un film sia doppiato che in lingua originale(a volte mi è capitato di vederne qualcuno sottotitolato di quest'ultimi, ma non so se per volontà del cinema o di altri).
Negli Stati Uniti è chiaro da anni che esiste una mentalità per cui tutti i film devono essere fruibili dagli americani ma non esiste la concezione di sottotitolare film(non so nemmeno se li i cinema offrano film in lingua originali in caso di film non americani) ma bensì, se proprio si vuole renderli disponibili, ricrearli da zero con cast e lingua americani(succede con le serie tv, succede con i film...parola di un'amica che vive a New York da quasi vent'anni)!
Inoltre, sempre più spesso, pare esista una situazione per cui il pubblico americano sembra essere convinto che gli USA siano il centro del mondo e che perciò tutto deve essere fatto pensando solo a esso(con il pubblico occidentale che tende a dargli ragione a quanto pare, visto anche vari commenti qui sopra).
Io mi chiedo semplicemente un paio di cose:
Qui su AC ci lamentiamo sempre che un mangaka dovrebbe caratterizzare la sua opera come desidera e che il pubblico, piacente o nolente, dovrebbe adattarsi...perché la stessa cosa non dovrebbe valere anche per un regista, soprattutto quando il suo film si basa su un prodotto specifico che parla di un qualcosa di specifico? Perché un mangaka dovrebbe essere libero di creare un'opera secondo i suoi desideri mentre un regista non può essere libero di dirigere un film ambientato in Giappone durante un'epoca in cui non aveva ancora avuto contatti con l'occidente(a quanto ho capito) in giapponese con un cast giapponese? Perché nel caso dei manga dovrebbe "comandare" l'autore, mentre nel caso di un film specifico dovrebbe "comandare" il pubblico? Io qui ci vedo un controsenso...allora che non ci si lamenti quando il pubblico vuole "comandare" su mangaka e staff anime!
Inoltre, a costo di inimicarmi tanti di coloro che leggeranno il mio commento...ho visto in giro per il web lamentele e polemiche anche a riguardo della scelta di un cast totalmente nipponico. Come mai se, in un film che a detta del pubblico occidentale dovrebbe essere il più fedele possibile all'opera cui si ispira, si inserisce nel cast un attore di colore o asiatico non va bene, ma in questo film che dovrebbe essere fedele il più possibile all'opera cui si ispira(ambientata in un Giappone del passato) si vuole inserire un cast totalmente giapponese non va bene perché il pubblico pretende anche attori occidentali nello stesso?
Io in tutta questa situazione, sia per il web che su Animeclick, vedo un ampio utilizzo(come al solito) di due pesi e due misure...se vi sarà possibilità/occasione non basterebbe semplicemente fare come già attualmente si fa per altri film?
Se si vuole vedere il film si potrà optare per vederlo doppiato( tanto a noi italiani/europei non dovrebbe cambiare nulla se originariamente il parlato sarà in giapponese o americano, sempre doppiato in italiano o altre lingue ce lo beccheremo) oppure in lingua originale sottotitolato.
Non capisco perché noi europei dobbiamo pretendere che il film sia parlato in americano...sarebbe anche ora che il pubblico americano scendesse dal suo trono e accettasse che il cinema globale non è solo Hollywood! È davvero così difficile doppiare un film in lingua inglese americano invece di creare direttamente il film in inglese?
Boh...non so...vedo tanta incoerenza e tante pretese, ma sarò io che sono cretino a volermi adattare a qualcosa soprattutto quando ho più modi per farlo piuttosto che pretendere che quel qualcosa si adatti a me e alle mie abitudini...boh...
Perché il pubblico non comanda quando si parla di film (almeno direttamente) Gli unici che hanno il potere di decidere sono chi produce il film quindi chi ci mette il grano ( che al massimo a loro volta possono essere influenzati dal pubblico questo si)
Non è che il pubblico dice X e allora il registra si prostra alla pagina Twitter delle tendenze e si mette a cambiare il film.
Se il regista vuole essere completamente indipendente rispetto a chi finanzia il film allora deve essere anche lui un produttore della pellicola.
Il regista, anche se non sembra, nel film commerciali è visto quasi come una maestranza, qualcuno che deve portare a casa il prodotto che è stato pensato e infatti si cambiano se ci sono seri problemi. A quanti mangaka hai visto togliere il proprio manga?
Il problema è pensare che il regista sia l’equivalente del mangaka nel mondo dell’editoria giapponese cosa non vera. Il regista è soltanto un pezzo del meccanismo, che ha il suo peso specifico nell’opera, che però non è così tanto importante se di parla di prodotti commerciali (almeno non così tanto rispetto a quello che la gente pensa)
È una frase troppo vaga. In ogni stato ci sono preferenza e storie differenti sul doppiaggio. Gli europei non pensano nulla, non sono una grande mente che vuole film in inglese.
"una volta superata la barriera dei sottotitoli, alta a malapena un pollice, potrete venire introdotti a molte splendide pellicole"
Anche per me, sono sempre stato convinto di questa cosa, anche perché così successe a me come immagino a molti altri. E sentirlo dire a qualcuno del mestiere ha fatto molto piacere.
Ma infatti a parer mio l'ideale sarebbe conoscere tutte le lingue, ma visto quanto è difficile o comunque improbabile, a volte abbiamo bisogno di una mediazione: come strumenti abbiamo sottotitoli e doppiaggio con pregi e difetti per quanto riguarda fruizione e mantenimento dell'intento originale. Lato mio purtroppo, visto il notorio mal costume degli adattamenti italiani, di fatto una scelta si elimina da sola.
Assolutamente d'accordo. E aggiungerei che questo dovrebbe valere anche per chi preferisce un prodotto doppiato: non basta che lo sia, ma tutto il procedimento di scelta voci e adattamento dovrebbe essere fatto nel massimo rispetto del prodotto e di chi lo andrà a vedere.
Stesso dubbio anche per me. L'intento è buono, da capire se sarà un ingenuo tentativo oppure qualcosa nato da una profonda conoscenza del materiale e del cinema di riferimento.
Da un lato comunque capisco, voler rendere più appetibile ad un pubblico occidentale è comunque un nobile intento, ma non vorrei che si finisse per eliminare anche ciò che rende caratteristico il cinema giapponese. Più che ad un'adattamento o edulcorazione preferirei una sana contaminazione. Un po' come il cinema di Hong Kong o alcuni filoni di quello Coreano che sono per natura più "occidentali" (passatemi il termine).
A parer mio un po' di sforzo deve farlo anche il pubblico: noi per natura siamo cresciuti con l'influenza del cinema americano ed in maniera minore europeo e comunque si tratta di culture con molte affinità sia sociali che storiche. Chiaro che con qualcosa di lontano e sconosciuto il passo sia più difficile ma non impossibile e non voglio credere che l'unico modo sia occidentalizzare il tutto, sia come contenuti che come espressione.
Tutti noi che siamo cresciuti con la TV Italiana degli anni '80/90/00, maggior parte abbiamo respirato anime. Okay, erano adattamenti italiani, alcuni fatti meglio, altri peggio, ma in sostanza erano contenuti giapponesi.
Il fatto che poi erano adattamenti italiani riflette un po' anche sul tuo punto di "occidentalizzare" tutto.
Vivendo in Corea io stessa e vedendo che le varie culture asiatiche sono più collegate alle nostre europee di quello che si suol percepire, non mi trovo d'accordo del tutto con quel sentimento, PERÒ, si tratta cmq di un punto molto interessante che fa riflettere.
Alla fine, i due mondi si incrociano e impariamo gli uni dagli altri e questa, a mio parere, è una cosa meravigliosa.
Vero, i nostri prodotti dell'infanzia sono per lo più giapponesi, salvo i film Disney, alcune serie americane e praticamente nessuna nostrana. Anche con le relative intromissioni, in noi si è creato l'immaginario di quei mondi. Infatti sostengo che anche con meno intromissioni e filtri avremmo comunque apprezzato quei prodotti (ci sono bambini che conoscono a memoria rose di squadre di calcio con nomi improponibili, non ci credo che si sentirebbero a disagio con qualche nome giapponese in un anime) e avremmo anche meno pretese e pregiudizi che magari ci limitano nel provare qualcosa di nuovo (come i film e le serie tv orientali).
Sì, ma infatti.
Poi i bambini non sono così ignoranti come li si tende a pensare. Per esempio, la famigerata censura della relazione lesbica delle due famose guerriere Sailor, anche con la trovata di essere veramente grandi amiche (pure cugine in alcuni paesi), noi capivamo cmq che si trattava di qualcosa di più simile alla relazione tra Usagi (Bunny) e Mamoru (Marzio).
E poi per alcuni anime, i nomi giapponesi li avevano lasciati, per esempio Ranma, e li abbiamo accettati volentieri così come sono, sia i personaggi che i contenuti che non sempre erano censurati.
Quindi, avendo tutte queste esperienze, trovo fastidioso quando gli autori giapponesi e coreani cercano di "adattarsi ai gusti del pubblico occidentale", mentre per quel gruppo in realtà intendono "americani di oggi che dominano i social".
Capisco perché il target sia quello, però vale dirlo direttamente, secondo me.
Sul fatto del doppiaggio, ho studiato giapponese quindi non mi preoccupa la sua assenza, però se vuoi spingere gli occidentali a vedere un film in giapponese, o giri un film tutta azione con dialoghi ridotti al minimo, o giri un film della madonna che la gente non potrà fare a meno di vederlo, seppur non doppiato. Dubito che sia così facile la seconda opzione, per cui temo sia la prima...
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