Mi permetto una breve nota a commento, che non vuole essere in alcun modo polemica. Premetto però che non ho ancora letto l'opera né conosco bene la vicenda, quindi mi baso essenzialmente su quanto scritto dall'autore su un tema particolarmente complesso.
Nel testo leggiamo che: --- Kabi decide di raccontarci (nel dettaglio ma non in maniera disturbante) di quando da piccola è stata molestata sessualmente, ovvero l’evento che potrebbe aver fruito da trigger per tutti i suoi disturbi; questo terribile avvenimento non viene vissuto però come una “scusante” da lei, afferma di conoscere numerose ragazze che sono state molestate sessualmente in tenera età ma questo non ha precluso a loro la possibilità di incontrare persone delle quali fidarsi e alle quali voler bene, perciò si sente come se sbagliasse ad arroccarsi dietro una tragedia simile. Mettiamo in chiaro che il ragionamento fatto da Kabi è in questo caso estremamente errato: chiunque sia stato una vittima di abusi ha il suo modo personale di relazionarsi al trauma, nessuno deve paragonarsi ad altre vittime e nemmeno giudicare il loro modo di condurre la vita, quindi, vi invito a prendere le parole di Kabi come un errore (comprensibile, non voglio accusarla) e di non lasciarvi condizionare. Le sue opere sono state, giustamente, utilizzate come conforto e sfogo da molte altre persone ma, perdonatemi se lo ribadisco, queste sue frasi non sono assolutamente da considerare corrette. ---
La frase che sinceramente non ritengo di poter condividere è quella che ho evidenziato in neretto; o, quantomeno, vi rilevo una forte contraddizione. Da un lato si dice infatti che "chiunque sia stato una vittima di abusi ha il suo modo personale di relazionarsi al trauma", cosa su cui concordo pienamente, mentre dall'altra invece si sostiene che "il ragionamento fatto da Kabi è in questo caso estremamente errato" e si invita "a prendere le parole di Kabi come un errore". Da NON lettore dell'opera (che proprio questa presentazione ha avuto il merito di farmi conoscere) direi che se il ragionamento promosso da Kabi riguarda la propria storia e individualità allora, proprio in base alle parole dell'autore, non può essere definito il tutto "un errore". Altro discorso vale se invece questo ragionamento viene elevato dall'autrice a unico modello universale (cosa che però non mi sembra, leggendo l'articolo, dove si dice che "LEI si sente come se sbagliasse ad arroccarsi dietro una tragedia simile"), dove in questo caso l'errore non risiede nel modo di approcciarsi a quanto le è accaduto, quanto piuttosto nel negare che altri possano farlo diversamente.
Detto questo (e, come ripeto, non posso andare oltre non conoscendo l'opera), ringrazio comunque il recensore per il suo commento completo e approfondito, che mi ha invogliato a conoscere un'autrice che non conoscevo e che credo meriti la mia attenzione.