Ve la ricordate Japan Magazine, la rivista nata nel 1991 sull'onda del grande successo dei cartoni animati (li chiamavamo così all'epoca) in tv?
"Al prezzo di sole 3000 lire, puntava tutto sul colore e sulle (tante) immagini dei nuovi eroi della televisione. Dopo aver presentato un fumetto (autoprodotto) con i robot nagaiani, iniziò ad utilizzare -pare senza alcun permesso- gli anime comics di opere famosissime (Lupin, Lady Oscar, Porco Rosso...).
La particolarità era che... nemmeno si degnavano di ribaltare le tavole, rendendo spesso incomprensibili le sequenze della storia (peraltro spesso tradotta alla buona, con dialoghi totalmente inventati).
In ogni caso fu un successo enorme per la casa editrice milanese Edizioni Eden (che poi cambierà nome in Edizioni Sirio, Gruppo Editoriale Sirio e quindi G.E.S.).
La rivista in questione passò addirittura alla periodicità quindicinale, tornando però mensile fino alla prima chiusura (nel 1994)."
Dal blog di MikiMoz
Tra alti e bassi, tra chiusure e riaperture, cambi grafici e di formato questo mix di rivista specializzata e giornalino alla "Cioè", famosa anche per i suoi gadget allegati, chiuse definitivamente i battenti a inizio anni 2000.
Ora, a sorpresa, apprendiamo che sarà Sprea Editori (già dietro la rivista AnimeCult) a riportarla in auge, con il primo numero in uscita l'8 marzo al prezzo di 6,90 euro per 96 pagine. La rivista sarà mensile e acquistabile on line sul sito dell'editore, in edicola e in libreria ove disponibile.
Informazioni date dall'editore:
Sono gli anni Novanta quando l’ondata degli anime in Italia trova la massima spinta e Japan Magazine diventa una tra le più celebri riviste in cui sia i cultori che gli appassionati ritrovano tutto ciò che in quel momento sta diventando una vera mania: gli eroi della televisione. Dopo lo stop all’inizio degli anni Duemila, ritorna oggi con una nuova grafica, tanti arricchimenti per dare un nuovo volto al mondo
dell’intrattenimento giapponese che sta vivendo una rinnovata era d’oro.
Japan Magazine si propone a chi è cresciuto con gli anime in televisione e con i primi manga nelle edicole. Per chi non si identifica tanto con le produzioni attuali, ma preferisce immergersi nei piacevoli ricordi dei
cartoni e manga d’un tempo.
Il primo numero di Japan Magazine è ricco di argomenti e interviste esclusive. La cover story è dedicata a È quasi magia Johnny, scoprendo censure e differenze con la versione originale. Seguono una retrospettiva sul dio degli autori, Go Nagai, un’intervista al celebre doppiatore Bartolini Carrassi, novità sulle nuove uscite in streaming, recensioni, focus sui magazine giapponesi e tantissime rubriche di approfondimento sulla cultura nipponica, il mondo dei cosplay, il collezionism o, la musica e le sigle, il genere sentai, la posta dei lettori e tanto altro! Il tutto affrontato con un tono frizzante e leggero, coinvolgente per tutti!
Fonte: sprea.it
"Al prezzo di sole 3000 lire, puntava tutto sul colore e sulle (tante) immagini dei nuovi eroi della televisione. Dopo aver presentato un fumetto (autoprodotto) con i robot nagaiani, iniziò ad utilizzare -pare senza alcun permesso- gli anime comics di opere famosissime (Lupin, Lady Oscar, Porco Rosso...).
La particolarità era che... nemmeno si degnavano di ribaltare le tavole, rendendo spesso incomprensibili le sequenze della storia (peraltro spesso tradotta alla buona, con dialoghi totalmente inventati).
In ogni caso fu un successo enorme per la casa editrice milanese Edizioni Eden (che poi cambierà nome in Edizioni Sirio, Gruppo Editoriale Sirio e quindi G.E.S.).
La rivista in questione passò addirittura alla periodicità quindicinale, tornando però mensile fino alla prima chiusura (nel 1994)."
Dal blog di MikiMoz
Tra alti e bassi, tra chiusure e riaperture, cambi grafici e di formato questo mix di rivista specializzata e giornalino alla "Cioè", famosa anche per i suoi gadget allegati, chiuse definitivamente i battenti a inizio anni 2000.
Ora, a sorpresa, apprendiamo che sarà Sprea Editori (già dietro la rivista AnimeCult) a riportarla in auge, con il primo numero in uscita l'8 marzo al prezzo di 6,90 euro per 96 pagine. La rivista sarà mensile e acquistabile on line sul sito dell'editore, in edicola e in libreria ove disponibile.
Informazioni date dall'editore:
Sono gli anni Novanta quando l’ondata degli anime in Italia trova la massima spinta e Japan Magazine diventa una tra le più celebri riviste in cui sia i cultori che gli appassionati ritrovano tutto ciò che in quel momento sta diventando una vera mania: gli eroi della televisione. Dopo lo stop all’inizio degli anni Duemila, ritorna oggi con una nuova grafica, tanti arricchimenti per dare un nuovo volto al mondo
dell’intrattenimento giapponese che sta vivendo una rinnovata era d’oro.
Japan Magazine si propone a chi è cresciuto con gli anime in televisione e con i primi manga nelle edicole. Per chi non si identifica tanto con le produzioni attuali, ma preferisce immergersi nei piacevoli ricordi dei
cartoni e manga d’un tempo.
Il primo numero di Japan Magazine è ricco di argomenti e interviste esclusive. La cover story è dedicata a È quasi magia Johnny, scoprendo censure e differenze con la versione originale. Seguono una retrospettiva sul dio degli autori, Go Nagai, un’intervista al celebre doppiatore Bartolini Carrassi, novità sulle nuove uscite in streaming, recensioni, focus sui magazine giapponesi e tantissime rubriche di approfondimento sulla cultura nipponica, il mondo dei cosplay, il collezionism o, la musica e le sigle, il genere sentai, la posta dei lettori e tanto altro! Il tutto affrontato con un tono frizzante e leggero, coinvolgente per tutti!
Fonte: sprea.it
Ammetto che vedere il logo mi suggerisce un po' di nostalgia, ed ammetto che vedere all'epoca la pubblicità, mi pare su Topolino, fu un modo per me e mio fratello di capire che avevamo in comune l'interesse per le produzioni anime e manga giapponesi.
Mi ricordo anche che mi piaceva trovare le immagini dei cavalieri dello zodiaco, e qualche mio disegno pubblicato, prima di rendermi conto che facevano tutto molto liberamente ovvero senza chiedere permessi. Penso che la pubblicazione delle letterine e dei disegnini dei lettori fossero le uniche cose per cui avessero realmente il permesso.
Comunque mi chiedo perché recuperare il logo di una vecchia rivista invece di farne una nuova? Per sfruttarne la popolarità?
Io sono combattuta tra l'effetto nostalgia e l'effetto poco piacevole del mio materiale pubblicato senza permesso.
Ma poi le censure di Orange Road, di nuovo? Davvero non c'era altro da pubblicare?
E poi il doppiatore citato, persona simpatica con cui tempo fa ho avuto anche il piacere di parlare, era uno dei maggiori fautori delle famigerate censure. Ovviamente ognuno è libero di pensarla come gli pare, però mi chiedo che direzione abbia intenzione di prendere questa rivista, se da una parte parla di censura e dall'altra intervista chi le censure le apprezzava.
Io personalmente non so che idea farmi, magari prima di giudicare dovrei dargli un'occhiata.
Con questa saremmo a 3 ^^ diciamo che se avesse parlato di altro forse sarebbe stato meglio ma va bene lo stesso ^^
1 - il comparto manga era troppo più importante rispetto a portfolio ed articoli vari,
2 - i manga che pubblicava (Lamù, Ranma 1/2, Patlabor, Mai e Kamui) erano bellissimi ma troppo lunghi per un episodio al mese: se la rivista fosse sopravvissuta alcuni li leggeremmo ancora oggi...
Potrebbero puntare su manga brevi e autoconclusivi, il materiale non manca di certo.
Anche Kappa Magazine nei primissimi tempi, ma giusto nei primissimi...
Ancora oggi si trovano lì informazioni importanti assenti in internet.
Concordo ^^ spero che anche queste nuove riviste arrivino prima o poi a quei livelli ^^
C'è sempre stato il sospetto che gli editori per accaparrarsi i diritti di questo o quel manga dovessero acquistare dei pacchetti contenenti anche serie di seconda scelta.
Personalmente, in quest'ottica, ho sempre rimpianto il vecchio Kappa Magazine, che coniugava articoli e fumetti.
Solo che io vorrei un rilancio in grande stile, con molte più serie (vanno benissimo quelle secondarie, quantità anziché qualità in questo caso) e un formato "modesto" da 400/500 pagine A4 tipo questo... 😅
Sarebbe comunque errato, dato che non molto tempo fa Mediaset ha trasmesso la versione non censurata (quella con il doppiaggio della Dynamic Italia). Non ricordo se su Italia 1 o 2, ma l'ha fatto.
Che io sappia, l'unica produzione animata legata ad Orange Road che non è mai arrivata da noi è una specie di episodio "di presentazione" creato prima della serie TV (non credo sia corretto definirlo "pilota", dato che non narra l'inizio delle vicende, ma forse lo si può trovare cercandolo come tale).
Io ero deluso già dalla copertina, senza nemmeno leggerla. 🤣😅
PREVEDIBILE.
Ho deciso recuperare questa rivista anche se non ero tra i lettori abituali (ero un lettore sporadico) della rivista pirata di cui prende il nome. In effetti negli articoli non trovo niente di nuovo su quello di cui parla ma le cose le dice bene. Tantissimi spoiler ma visto che si tratta di serie molto vecchie e famose di fatto ciò a me non da fastidio. Tra gli articoli carino lquello su shonen sunday peccato che riporti la data giusta del primo numero (17 marzo 1959) e poi nel paragrafo sotto una sbagliata (17 luglio 1953): succedevano le stesse cose con la rivista pirata negli anni '90
Le rubriche che più mi interessano manga magazine e sensei non so se valgono la pena: l'articolo di questo mese su Osamu Tezuka e a dir poco ridicolo. Su carta però Love me Licia non sembra tremendo come quando lo vedevo in tv....
Buon numero tutto sommato con articoli non molto brillanti ma esaustivi: Piccoli problemi di Cuore, One piece, Reyearth, il film di City Hunter con Jackie Chan... la storia della rivista Animage... il meno riuscito è l'articolo su Riyoko Ikeda, artista che in Italia è stata sviscerata in tutte le salse.
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