Ci ha lasciato questa notte Vera Slepoj. Ne dà notizia sui social il sindaco di Padova, Sergio Giordani. La nota psicologa e scrittrice aveva 70 anni ed è stata trovata senza vita nella sua abitazione, le è stato fatale un malore.
"Una perdita – sottolinea il sindaco – non solo per la comunità scientifica (Slepoj è stata presidente della Federazione Italiana degli Psicologi) ma anche per la città, dove lei, originaria di Portogruaro, aveva scelto di vivere dopo la laurea nella nostra Università”.
Gli appassionati di anime, quelli che hanno vissuto il periodo d'oro di Mediaset, ricordano bene il suo nome, a causa di un suo articolo del 1997 pubblicato su Oggi, in cui la Slepoj (che negli anni ha ricoperto ruoli di docente ma anche ruoli istituzionali, insomma non l'ultima arrivata) invitava i genitori a vietare ai figli di poter guardare Sailor Moon, più precisamente la quinta serie che andava in onda su Rete4. Allarme basato sulle segnalazioni di alcuni genitori secondo i quali i propri figli maschi, appassionati di Sailor Moon, volevano identificarsi con la protagonista. Ricordiamo che questa serie fu un grande successo in termini di ascolti all'epoca, sfiorando il milione di spettatori nelle prime stagioni.
La Slepoj all' epoca era la direttrice dell'Osservatorio sui bambini e la tv.
Da qui la difesa di Alessandra Valeri Manera, nota responsabile della fascia ragazzi Mediaset di allora:
"Una perdita – sottolinea il sindaco – non solo per la comunità scientifica (Slepoj è stata presidente della Federazione Italiana degli Psicologi) ma anche per la città, dove lei, originaria di Portogruaro, aveva scelto di vivere dopo la laurea nella nostra Università”.
Gli appassionati di anime, quelli che hanno vissuto il periodo d'oro di Mediaset, ricordano bene il suo nome, a causa di un suo articolo del 1997 pubblicato su Oggi, in cui la Slepoj (che negli anni ha ricoperto ruoli di docente ma anche ruoli istituzionali, insomma non l'ultima arrivata) invitava i genitori a vietare ai figli di poter guardare Sailor Moon, più precisamente la quinta serie che andava in onda su Rete4. Allarme basato sulle segnalazioni di alcuni genitori secondo i quali i propri figli maschi, appassionati di Sailor Moon, volevano identificarsi con la protagonista. Ricordiamo che questa serie fu un grande successo in termini di ascolti all'epoca, sfiorando il milione di spettatori nelle prime stagioni.
La Slepoj all'
Troppo tardi, sorry ??♀️ pic.twitter.com/EAX7OXGrtz
— Fabio per Bonaccini ?️? (@Iperbole_) January 25, 2018
"Sailor Moon disturba lo sviluppo sessuale dei bambini. Questa è una eroina dotata di una grande forza, una donna che comanda. È un personaggio molto ambiguo, con tratti maschili. Tutto ciò crea disturbi nei bambini, li confonde proprio in un'età in cui hanno un grande bisogno di modelli da imitare, soprattutto dal punto di vista sessuale di cui non sanno nulla.
Seguire questa eroina può essere pericoloso per i più piccoli. Ci sono casi di maschietti in psicoterapia perché si atteggiavano come lei.
Abbiamo avuto alcuni casi di bambini con problemi di femminilizzazione. Bambini molto confusi che, addirittura, desideravano indossare gli abiti e portare i gadget di ‘Sailor Moon’ tutti in vendita. Per me è importante soprattutto evitare il passaggio ossessivo di un cartone animato come questo in Tv, perché è soprattutto la quantità che porta ad una clonazione della personalità".
Seguire questa eroina può essere pericoloso per i più piccoli. Ci sono casi di maschietti in psicoterapia perché si atteggiavano come lei.
Abbiamo avuto alcuni casi di bambini con problemi di femminilizzazione. Bambini molto confusi che, addirittura, desideravano indossare gli abiti e portare i gadget di ‘Sailor Moon’ tutti in vendita. Per me è importante soprattutto evitare il passaggio ossessivo di un cartone animato come questo in Tv, perché è soprattutto la quantità che porta ad una clonazione della personalità".
Da qui la difesa di Alessandra Valeri Manera, nota responsabile della fascia ragazzi Mediaset di allora:
"Si tratta di una banalizzazione di chi vuol vedere nella televisione o il demonio o l'angelo salvatore, distraendo l'attenzione dal vero punto: il processo educativo e formativo avviene comunque all'interno della famiglia e non attraverso la tv. Sailor Moon è una ragazzina che ha pilastri affettivi normali, amichetti maschi e femmine e i piccoli spettatori apprezzano di lei l'autonomia e la capacità di affrontare le difficoltà".
Fonte: web.archive.org
La quinta serie ha subito le censure più pesanti tra tutte e cinque, anche a causa di queste polemiche e fu replicata solo una volta dalla stessa Mediaset.
Un esempio di censura? Le Sailor Starlights, guerriere sailor che quando non sono nella forma di combattenti sono degli uomini, sono diventate, nella versione italiana dell’anime, le sorelle gemelle della loro controparte maschile, i Three Lights, allo scopo di non confondere i bambini.
Iil servizio che ho visto anni fa erano 2 italiani ed erano in Italia. Ma so di altri servizi fatti sempre su questo argomemto che mi sono sfuggiti. Non ho idea dove ci fossi tu, ma quei due si vestirono da Sailor.
Comunque, forse non avrai fatto caso, ma nel tuo scritto, come tanti qui dentro, hanno ammesso, incosciamente, che le serie influenzano. Indirizzano. Proprio cio' che la psicologa denumciava.
Io, da bambino seguivo Sally, Lulu, Maya, Candy ma non mi sognavo mica di uscire travestito coi loro abiti!
Io sono sempre ststo convinto che cinema, serie, anime, piu' dei fumetti, abbiano questo potere. Ci sono studi in passato che lo dimostrano.
Basta guardare oggi le lobbi che hanno preso in ostaggio il cinema per "sensibilizzare" le masse su tante questioni. Questo si e' un altro discorso e che personalmemte disgusta
(Sailor invece era una serie libera ).
Eppure, dunque, molti inconsapevolmente, hanno dato quasi ragione alla psicologa....
Ed è piuttosto ironico che a difendere la serie, in quel frangente, sia stata Alessandra Vietato ai Minori (come venne apostrofata la Maneri dai Kappa Boys, all'epoca).
Che i prodotti di intrattenimento ti possano influenzare è ovvio e ci sta. Tu magari non ti facevi influenzare dalle maghette, ma (esempi a caso ma realistici dato che in molti lo hanno fatto) magari hai cominciato a giocare a calcio influenzato da Holly e Benji o sei andato in palestra perché volevi diventare muscoloso come Kenshiro.
Che guardare Sailor Moon ti faccia diventare gay è già una cosa più campata in aria. Come dico sempre, perché un bambino a cui piacciono le ragazze, guardando una serie piena di stangone in minigonna, dovrebbe diventare gay (quindi un bambino a cui piacciono i maschi), spinto da una serie dove le protagoniste sono tutte belle ragazze e i maschi hanno un ruolo molto secondario?
Magari c'è chi si è sentito spinto ad emulare le protagoniste e vestirsi come loro, ma non è colpa della serie, dipende dalle singole persone. Allora, che dovremmo dire di tutte le ragazze che alle fiere del fumetto si vestono come i personaggi (maschi) di Haikyu o di Hetalia o di Jojo? Dovremmo demonizzare ogni singolo anime perché incita al crosscosplay?
Oggi articoli in cui si dice di non guardare un anime perchè fa diventare "femminucce" (come se poi avere dei gusti diversi fosse qualcosa di cui vergognarsi) non sarebbero mai stati pubblicati (giustamente)
Cosa mi tocca leggere...giustamente un paio di stivali. Sono una marea di fesserie ma hanno il diritto di essere pubblicate al pari di qualsiasi altro pezzo. E poi le si critica nel metodo e nelle analisi.
Censura preventiva anche no.
E' lo stesso problema che c'era quando qualcuno cercava di controbattere le osservazioni della Slepoj ai tempi: zero merito, molti argomenti all'autorità o fantoccio, invocare il "non pubblicare" queste cose.
Il fandom all'epoca non ci fece una bella figura proprio per quei motivi.
nella quinta stagione le Sailor Starlights nel manga rappresentavano se non sbaglio un emblema transessuale. La takeuchi per l'epoca era molto avanti in temi LGBTQ... creando anche la copia lesbo uranus e nettuno. Naturalmente Mediaset all'epoca censurava queste cose come censurava altri anime in onda dell'epoca destinati a bambini.
La tematica è assai complessa.
Chi è transessuale afferma di averlo sempre saputo dentro di sè, anche da bimbi, anche se poi la consapevolezza vera e propria è arrivata negli anni futuri.... quindi se questo articolo puntava soprattutto alla figura delle Sailor Starlights e a come i bambini MASCHI volevano imitarle, forse... e dico FORSE si potrebbe riferire a bambini che sentivano di sentirsi nell'intimo un pò bambine, o sentivano dentro già una vena omosessuale, in quanto non era un vago interesse ... ma, come scriveva l'articolo, volevano VESTIRSI COME LORO e brandire i loro scettri.
Può essere una ipotesi.....
Francamente io ero bambina e Sailor Moon era il mio mito a 10 anni! tutti a scuola la adoravano, ma solo le bambine. Non ho mai visto bambini che fossero interessati, quelli di solito guardavano sampei, uomo tigre e similari...
Oggi non ci sarebbe nulla di male se un bambino amasse sailor moon, in ogni caso non ci si scandalizzerebbe, perchè comunque i bambini maschi possono amare prodotti destinati solitamente al pubblico femminile, può anche essere un interesse passeggero e genuino come molti in età infantile ..... all'epoca la mentalità invece era molto più chiusa, tradizionalista, omofoba e transfobica
I giornali devono scrivere fatti, non opinioni soggettive mascherate da fatti.
È ovvio che il sentimento comune tra i fan fu il rancore, per colpa sua l'anime fu rovinato con ulteriori censure, a molti fu vietato di vederlo dai genitori e addirittura ho letto su un forum che alcuni genitori buttarono via le cassette e le riviste ai figli.
E quello sì che per un fan è un trauma psicologico, non volersi vestire da Sailor Moon!
Ecco, quello che non si capiva (o che non si voleva capire) è che non era Sailor Moon (o qualsiasi altro anime) a cambiare l'identità sessuale, quello al massimo poteva far venir fuori sentimenti preesistenti
I giornali scrivono quello che ritengono scrivere. Sta al pubblico aprire un dibattito su ciò che scritto e contestare, accettare o criticare. Poi ognuno deciderà per sé. Non è reato scrivere fesserie.
Negli ultimi anni l'editorializzazione delle notizie ha causato molti problemi (per non parlare dell'ignoranza in materia di statistica, rapporto causa effetto ecc.), certo, ma chi sono io per dire cosa va o cosa non va pubblicato?
Comprensibile, ma nessuno criticò nel merito, solo ciaciara. Anzi come reazione, anche alle censure extra, ci furono azioni decisamente discutibili e controproducenti come, per esempio, distribuire alle fiere la versione non censurata dell'episodio 200 "interpretando" il diritto di citazione in maniera quantomeno originale...
Ovvio, non è che glie lo si può impedire, ma i giornali dovrebbero ignorare opinioni del genere, non dargli visibilità.
E oggigiorno fortunatamente è così.
Perchè discutibili? Ogni tipo di censura si combatte con le unghie e con i denti.
Oggi abbiamo Internet quindi la censura è praticamente impossibile, all'epoca ci si adoperò come meglio si poteva.
Cosa avrebbero dovuto fare? Chiedere gentilmente di riadattare tutto senza censure?
La cosa giusta sarebbe stato chiedere di cambiare la legge per quella fesseria della fascia protetta. Le censure erano un effetto della regolamentazione, di certo non perché quelli che decidevano il palinsesto erano tutti pazzi e bigotti (ribadisco, in molti commenti vedo anacronismo).
Il problema, in ultima analisi, era proprio quello. Ed è stato anche il motivo per cui sulle TV generaliste alla fine la programmazione "per ragazzi" è morta e sepolta, al di là del cambio di fruizione di certi contenuti.
Su quella distribuzione dell'episodio 200 pensai e penso tuttora tutto il male possibile, né ritengo sia stata disubbidienza civile, quindi violare la legge non aveva alcun senso.
Aprire un dibattito partendo, magari, senza criminalizzare chi ha fatto cosa, tanto per dirne una. L'eccesso "urlato" dell'epoca ha solo contribuito ad irrigidire le posizioni, per cui pure la possibilità di ascolto (che ovviamente non si traduce in accordo con cò che viene detto) è andata farsi benedire.
Chiedere e dibattere come? E dove? Era il 1997, gran parte dei fan erano più che altro giovanissimi e internet a malapena c'era. Suvvia, non diciamo assurdità... cosa avrebbero potuto fare? Un bel niente.
La legge sulla fascia protetta c'entrava marginalmente (e comunque fosse per me la abolirei). Anche perchè tecnicamente parlando potrei al massimo capire (ma non approvo comunque) il censurare scene con il sangue che scorre, ma qual è il senso di censurare per esempio una relazione lesbica? Nessuno.
I fan volevano semplicemente vedere l'anime in pace e quindi hanno diffuso la puntata non censurata. Non ci vedo nulla di strano, tu cosa avresti fatto?
Ti saresti rassegnato a non vedere mai il finale della tua opera preferita?
Mi interesso' piu' cosa suscito' all'epoca e le discussioni che ne scaturirono. Un po' come adesso.
Non sono d'accordo invece con chi sostiene che la serie fosse avanti su certe tematiche. Dai su, lasciamo perdere lgbt e varie.Un po' come Ranma. Le autrici hanno avuto un'idea interessante, direi geniale per creare situazioni divertenti. Mica pensavano all'oggi. Il cambio sesso e' un qualcosa di delicato , che molti ragazzini complici genitori, si mettono nelle mani di nuovi frankenstein , con una fretta da far paura.
Abbiate pazienza. Maturate. E solo dopo potrete scegliere in tranquillita'.
Non è che tutti quelli che hanno vissuto quella faccenda fossero degli imbelli...le possibilità di argomentare c'erano. Si è scelto di non farlo.
No, è questo il punto principale. Secondo te le TV commerciali censuravano perché gli faceva piacere o perché erano ignoranti? L'idea era non entrare in conflitto con la legge e i gruppi di pressione che la volevano (tipo il Moige). In più, con le limitazioni sulla pubblicità quale sarebbe stato l'incentivo a difendere la propria posizione? Polemica > meno ricavi pubblicitari > meno soldi. E siccome le TV commerciali non sono opere di carità...
Il problema non è mai stata l'uscita della Slepoj, ma le leggi assurde che hanno permesso che un'uscita discutibile potesse avere dei riflessi sulla programmazione di emittenti private e non.
Io non feci assolutamente nulla. Ammetto che di Stars me ne è sempre fregato poco vista - a mio avviso - la qualità sottozero della serie. L'episodio intero lo vidi molti anni dopo.
Peraltro, sia la relazione tra Zoisite e Kunzite sia il carattere di Occhio di pesce sono stati aggiunti nell'anime, quindi non realizzati dall'autrice originale, mentre invece Uranus e Neptune già nel manga hanno un signfiicato simbolico più particolare (Uranus è "sia uomo che donna" perché nel mito Urano è stato evirato e quindi è un uomo privo dei suoi attributi maschili, come Uranus che di fatto ha il corpo di donna ma il carattere di un uomo, Uranus e Neptune hanno una relazione perché i rispettivi pianeti sono accomunati avendo caratteristiche simili...).
Il cambio di sesso dei Three Lights è una cosa aggiunta nell'anime così tanto per (tanto che è stata criticata dall'autrice originale, che non l'aveva pensata nel manga, ed è stata eliminata nella versione Cosmos) e non ha poi chissà quanta rilevanza nella storia, tanto più che il motivo per cui Usagi rifiuta le avances di Seiya non è perché lui in realtà è una donna, ma perché lei è già fidanzata con Mamoru. Non prenderei quindi né le Sailor Starlights né Ranma (che non approfondisce mai le sue indagini psicologiche ma usa il cambio di sesso solo per fare gag, tanto che Ranma quasi subito si abitua e anzi sfrutta la sua trasformazione in donna per ottenere vantaggi) come icone transgender.
Infatti io l'ho detto che quella legge andrebbe abolita. In ogni caso non era solo la legge sulla fascia protetta a far censurare gli anime, la colpa era anche di enti tipo MOIGE (che non hanno ragione di esistere) e di articoli tipo quello della Slepoj che facevano comunque pressione sulle emittenti.
Ti sei risposto da solo, non te ne fregava nulla e quindi non lo hai visto.
Se ti fosse interessato la penseresti diversamente.
"Non hanno ragione di esistere"... Per quanto io detesti il Moige questi discorsi mi fanno orrore. Il problema non è la non esistenza o meno ma la legge che da' forza a questi gruppi di pressione (non enti) che fanno più o meno il loro "lavoro".
Mi ero visto i primi 8 episodi in Giapponese ai tempi. Dopo il primo arco, vedere di nuovo ancora lo stesso schema narrativo trito e ritrito mi ha fatto passare la voglia di vederla. C'e' un motivo per cui, alla fine, la serie TV è finita li'. (non che il manga sia tanto meglio eh! Avrei di gran lunga preferito le idee iniziali che la Takeuchi aveva che poi furono fatte fuori dall'editor).
Sul fatto che abbia sensibilizzato il Giappone, in mancanza di dati, la vedo molto dura da dimostrare.
naa, non credo, veniva sempre invitata alle classiche trasmissioni pomeridiane, e mi sembra che una volta fu anche candidata, certamente no ha piu ripreso quell'argomento fosse perche comprendeva che questa volta sarebbe stata accorta a penacchie
...uuummmhhh, non saprei. A livello di manga gia' dai 70 c'erano, anche capolavori che fecero il botto...
Di anime ricordo Che famiglia e' questa Family com tematiche gay e quant'altro censuratissima da noi che non ricorda piu' nessuno , di ben 10 se non piu' anni prima!
Anche di pilastri tipo Creamy.
Non ho numeri alla mano ma non fatico a sospettarlo.
Uno dei motivi del successo trasversale credo sia anche il fatto che le sailor non sono bambine ma adolescenti. Laddove le maghette classiche (escluse Bia e pochissime altre) erano quasi tutte bambine o bambine che si trasformavano in ragazze più grandi.
L'appeal di personaggi femminili ancora giovani ma non più infantili può attrarre anche il pubblico maschile (per le più svariate ragioni).
Può essere stato complice anche il ricambio generazionale.
Certe inclinazioni personali in passato erano semplicemente non concepite. Negli anni '80 se un ragazzo si vestiva da maghetta probabilmente per strada la gente avrebbe pensato che aveva perso una scommessa.
Non che in seguito le cose siano migliorate enormemente, ma prima semplicemente alcune espressioni non erano nell'ordine delle cose.
Sul fatto che i media riescano a influenzare le persone al punto da modificarne le inclinazioni sessuali e perfino l'identità di genere io non ci credo e non mi risulta esistano studi scientifici che dimostrino quanto affermava la Slepoj.
Semmai il meccanismo è all'inverso: è più probabile che chi ha determinate inclinazioni si ritrovi o cerchi determinate opere con quegli specifici contenuti o tematiche.
Se così non fosse io avrei già cambiato sesso od orientamento sessuale non so quante volte, o avrei assassinato e seviziato non so quanta gente con tutto ciò che ho visto/letto in una vita fin dall'infanzia.
La legge c'entra poco. Gli anime già di base venivano censurati e resi più "infantili", se poi viene sollevata anche una polemica da organizzazioni di questo tipo l'emittente cede alle pressioni e censura ancora di più pur di non rischiare di perdere ascolti.
Quindi organizzazioni del genere non dovrebbero proprio esistere.
Tra l'altro e' proprio lo streaming ad aver mostrato la fallacia di questi grppuscoli ed ei vari programmatori di palinsesti, visto che gli anime sono sempre piu disponibili nei vari siti di stream , senza che ci siano particolari problemi con i siti medesimi che semplicemente non se fregano di questo groppuscoli(vedasi la polemica su Ducktales)
Fortunatamente il "periodo d'oro" di questi gruppetti è finito, ormai è tutto su Internet senza alcuna censura. Il danno purtroppo resta per le vecchie serie che ormai (tranne rari casi) non verranno più riadattate
Aspetta, trovo assurdo anche io quello asserito dalla psicologa.
Che certi media influiscano, invece, io ci credo, non certo al punto di farti cambiare sesso, ovvio.
Sulla violenza pero', ti cito alcuni eventi:
Fight club, all'uscita di alcune sale nnel mondo, molti si presero a pugn, fino a quando non ci e' scappato il morto.
Ragazzi perduti, molti suicidi dopo la visione del film.
The programm, per imitare il gioco sui binari, morti alcuni ragazzi.
La bsmbola assassina, un bsmbino imita la sequenza con la mazza da baseball sfondando la testa alla sorellina...
Per non parlare di quanti cominciarono a fumare per imitare James Dean ecc.ecc.
Potrei continuare...
L'immagine ha un potere.
E' lo stato d'animo della persona, la sua formazione, ad essere un punto chiave a resistere ad una certa manipolazione, se questa ovviamente e' presente.
Comunque, per me, non era il caso di Sailor moon.
Si possono spiegare tutti col fatto che i soggetti avevano un qualche istinto negativo da espletare, e hanno trovato la scusa per darvi seguito.
Non è molto diverso dal discorso dell'uomo che stupra una donna perché lei "provocava".
Per ogni persona che uccide qualcuno perché ha visto Il Silenzio degli Innocenti ne trovo un'altra che ha visto lo stesso film e non ha mai ucciso nessuno.
Ci sono sempre stati casi anche collettivi di isterismi dovuti al media di turno.
Quando Orson Welles mandò in onda il suo programma radiofonico su La Guerra dei Mondi si dice che alcuni si diedero ad atti di isterismo di massa, credendo che fosse iniziata davvero un'invasione aliena.
Se ho capito bene però anche questo fatto sarebbe stato esagerato dai media. L'equivalente di un'odierna fake news.
Una volta dissero a Hitchcock che un serial killer per il suo terzo omicidio si era ispirato a Psycho. Il regista giustamente rispose: «E per i primi due a chi si era ispirato?»
In ogni caso se quel che delle persone vedono dà loro l'estro che cercavano per dare sfogo a dei loro istinti il problema rimane comunque nella loro testa, non in quel che hanno visto.
L'immagine non ha alcun potere in sé. Sennò stiamo al livello di quelli che credono ai poteri delle icone e delle reliquie sante che moltiplicano gli gnocchi.
È sempre la bomba il problema, non il detonatore.
Dando adito all'idea che sia il contrario diamo ragione a censori e moralizzatori come la Slepoj, che sostengono da sempre la tesi del potere negativo delle influenze mediatiche sulle azioni individuali o collettive.
Concordo su tutto.
Per quanto riguarda prettamente il successo che SM ha avuto in Italia (e anche in altri paesi occidentali, forse?) è che è arrivato in quello che, per gli anime, era periodo di magra. Le tv locali avevano ormai smesso di importarne, la rai era ancora nella fase "cartoni giapponesi vade retro" e su mediaset andavano pochi anime mediamente abbastanza infantili, più alcuni recuperati in giro ed eventualmente ridoppiati, e serie americane bruttarelle. La fascia shounen post pranzo doveva ancora arrivare, e l'Anime Night era una chimera. Sailor Moon ha fatto da traino ad altre serie famose dell'epoca come Marmalade Boy, Slayers ecc. (e non a caso è da lì che sono davvero iniziate le censure pesanti, di cui Orange Road fu il precursore).
Del resto anche in Giappone era un po' periodo di magra (riguardo alla qualità) quando uscì Sailor Moon, ma si ripresero in fretta. YuYu Hakusho, che a mio parere è il battle shounen migliore di sempre, è quasi contemporaneo, ma purtroppo qui l'anime arrivò molto in ritardo (e neanche valorizzato a dovere: basti pensare che, per vedere tutta la serie, abbiamo dovuto aspettare la messa in onda su Mtv... e neanche la prima, la SECONDA).
La legge prevede la libertà di associazione. Questi non sono un gruppo terroristico, sebbene le loro idee mi facciano schifo.
E invece la legge conta. Sono un gruppo di persone che invece di esercitare responsabilità individuale e genitoriale vogliono che lo facciano gli altri per conto loro, in particolare lo Stato.
Aggiungiamo anche che le compagnie che importavano rifiutavano di farsi concorrenza tra di loro (e adesso pagano i frutti di quella politica scellerata).
Per quanto concerne SM, all'epoca trasmettere roba per ragazzi era ancora considerato profittevole (anche dalla Rai, sebbene non importasse niente di giapponese).
Veramente fu l'effetto post-Cartoons on the bay. L'adattamento di SM fino a SuperS (al di là degli episodi trasmessi in ordine inverso) rispetto a certe serie tipo "F" era stato fatto all'acqua di rose. Il giro di vite avvenne proprio in concomitanza con le polemiche di quell'uscita.
L'ipocrita volo pindarico e il giro di menzogne che questo meccanismo adotta è un insulto all'intelletto di chi non è un maledetto analfabeta funzionale, che, ahinoi, ha comunque diritto al voto e a figliare.
Il diritto di esprimersi e dire cio che si pensa, mostrarsi come ci si sente e vivere come si è è sacrosanto, e proprio per questo diventa assurdo indignarsi se si viene criticati quando si cerca di esprimere idee che tentano di opprimere tale libertà.
Finiamola di confondere la merda con il cioccolato.
La legge non c'entra un bel niente. Anche se non ci fosse stata la fascia protetta le emittenti pur di non rischiare di finire tra le polemiche venendo additate come diseducative avrebbero comunque censurato!
È per questo che dico che gruppi del genere non dovrebbero esistere, pretendono di dettare legge alle emittenti (facendogli censurare gli anime) e anche in casa altrui (visto che le censure poi ce le subivamo tutti).
Io rispetto le opinioni degli altri finchè non vengono a rompermi le palle e a privarmi delle mie libertà. Se avessero chiesto delle edizioni VHS extra censurate per chi le voleva io non avrei avuto assolutamente nulla da obiettare, ma che per colpa loro IO debba vedere anime censurati no, non lo accetto e non lo rispetto nè ora e nè mai.
https://www.imusicfun.it/top-news/alessandra-valeri-manera-e-morta-lautrice-dei-brani-piu-noti-di-cristina-davena/
Esatto, so da ore purtroppo la cosa e stiamo preparando un articolo adeguato.
nooooooooooooo questo fa male!!! di nuovo male...il tempo passa per tutti inesorabile..mi dispiace...
Piuttosto, ironia della sorte a poche ore nello stesso giorno è morta la mitica Alessandra Valeri Manera
P.S. Ovviamente, in questo e in altri casi, non sono favorevole alla censura, poiché dovrebbero essere i genitori a vigilare su ciò che guardano i propri figli.
Il problema e' che all'epoca ,e in parte ancora oggi gli anime in Italia non livellati per bambini, per gli adulti qualsiasi cartone animato era per bambini, non concepivano che potessero esserci diversi target, mi viene in mente molti anni fa' , quando c'era l'anime night, e c;erano le repliche pomeridiane al sabato, mio padre che cercava un cartone per a mia npotina si sintonizzo si MTV su BLACK LAGOON, io presi il telecomando e girai immediatamente, cercando di spiegagli la situazione, e mi ricordo ancora come mi guardasse come fossi un alieno.
Concordo con te, purtroppo a questa visione stereotipata degli anime in Italia hanno contribuito da un lato l'ignoranza e il pregiudizio delle persone e dall'altro le emittenti televisive che, seppure con qualche eccezione (MTV, RAI 4), quando un anime presentava contenuti non adatti ai bambini, invece di segnalarlo con un avviso sui contenuti, lo rendevano fruibile a tutti a suon di tagli e censure audio/video.
Mi ricordo sempre negli stessi anni, quando ebbero l'ardire di portare Akira al cinema c'erano diverse notizie di famigliole uscire di corsa dai cinema scandalizzate, perche nessuno probabilmente si era preoccupato di controllare o di leggere per lo meno la trama
I western hollywoodiani hanno fatto credere per anni a milioni di persone che i coloni europei che sterminarono milioni di nativi americani erano i buoni, mentre questi ultimi erano i cattivi, la saga de Lo squalo ha generato una paura irrazionale e una caccia indiscriminata a questo animale, al punto che anni dopo Spielberg stesso si è pentito per avere contribuito indirettamente a questa psicosi collettiva, dopo i fatti dell'11 settembre c'è stato un proliferare di film e serie TV nei quali gli arabi sono perennemente rappresentati come terroristi, influenzando in tal modo la percezione che ne hanno ancora oggi molti occidentali, e tu vorresti negare il potere persuasivo e manipolatorio dei media?
A tal proposito, c'è un episodio di Cowboy Bepop che cerca di mettere in guardia da questi rischi.
Riguardo gli esempi citati da te e goonie, è ovvio che la maggior parte delle persone sappia discernere la realtà dalla finzione, e quindi non si sognerebbe mai di mettere in atto i comportamenti illegali o autodistruttivi mostrati in certi film, ma ad un soggetto debole o con una personalità borderline determinate scene potrebbero fornire il trigger decisivo a passare all'azione. Allora che facciamo, proibiamo tutti i film controversi? No, l'antidoto a qualsiasi tipo di emulazione o manipolazione è rappresentato da valori quali cultura, educazione, rispetto, che ahimè latitano sempre più nella società contemporanea.
P.S. Altro che fake news, il caso di Orson Welles fu un grande esperimento sociale che mostrò il potenziale utilizzo a fini manipolatori dei mezzi di comunicazione di massa.
Nessuno è vincolato fisicamente a credere che tutto ciò che vede tramite un medium sia vero e fattuale.
Sicuramente è facile sfruttare l'ignoranza di un osservatore, ma l'ignoranza non è il solo motore di comportamenti violenti o negativi.
Ci sono persone che non hanno fatto le elementari che non aggredirebbero mai nessuno, mentre di contro si possono compiere azioni violente pur essendo pienamente consapevoli della gravità di esse e delle loro conseguenze.
Che certe persone siano possibilmente manipolabili dall'osservazione di scene fittizie lo sostengo anch'io.
Ma in quel caso si tratta di soggetti che hanno una loro peculiare condizione psicologica che li porta a questo esito.
Sono borderline come hai giustamente evidenziato.
Ergo non è il potere del medium la discriminante ma la suscettibilità del soggetto specifico.
Di recente ci sono state delle smentite sulla veridicità di questo episodio.
In ogni caso non rientrerebbe nel potere dei media, perché coloro che ascoltavano il programma radiofonico credevano che si trattasse di un evento realmente accaduto, non di una finzione.
Una narrazione confusa o volutamente spacciata per un evento reale è nei fatti un inganno. E quindi il potere è di chi sta ingannando e non del mezzo che usa per ingannare. Il mago di Oz non era un vero mago.
Una scena determinante a livello comportamentale per la formazione o la reazione di una persona deve essere una scena reale come l'urszene freudiana.
A meno che un soggetto non venga indotto a credere che quanto osserva sia vero, una scena solo riprodotta o figurata non è in grado di costituire da sola gli esiti a breve o lungo termine di un bagaglio emotivo prodotto da eventi che hanno un peso fattuale nella vita di quel soggetto.
Se i primi spettatori del cinema credevano che un treno stesse davvero per investirli è bastato constatare alla seconda o alla terza visione che lo shock emotivo occorso era ingiustificato.
Ammettendo che anche questo evento sia accaduto non credo che dopo ci siano stati molti di quegli spettatori terrorizzati dai treni.
E anche fosse avrebbe avuto più senso indagare sulle loro percezioni della profondità, o se avessero qualche irrisolto infantile coi simboli fallici.
Un media può modificare le tue conoscenze, ma da qui a che possa arrivare a cambiare il tuo carattere, orientamento sessuale o identità di genere ce ne vuole. Al massimo appunto, può far affiorare pensieri latenti/repressi, ma non ce ne può mettere di nuovi, a meno di vere e proprie procedure di ipnosi o simili.
Quoto entrambi! Condivido tutto di entrambi.
Sara' che nella mia anima questi pensieri si incontrano e si allontanano...in simbiosi o diatralmente opposti? Non e' importante.
Diciamo allora che l'immagine in se' non ha nessun potere. Quindi l'uomo costruisce una realta' finta, ingannevole ma concreta, a quel punto il plagio avviene. Avviene per inganno e per cio' che il soggetto tocca con le proprie mani. Concetto freudiano giusto?
Cosa avverrebbe dunque se l'immaginario di Sailor moon venisse ricreato nella realta', in una ipotetica citta' , e si piazzerebero dei neonati a crescere in un mondo simile?
Cosa avremmo a quel punto?
Dopodiche' giunge un'altra domanda: sarebbe criticabile? - occhio alla risposta!
Penso che sopravvaluti il livello culturale del cittadino medio. Se il nostro ministro della cultura ritiene che Colombo e Galilei fossero contemporanei, figuramioci cosa ne poteva sapere sessant'anni fa (e secondo me anche oggi) la gran parte della popolazione del genocidio dei nativi americani.
Sono d'accordo, infatti nel mio post precedente ho parlato anche di educazione e rispetto, valori che prescindono dal grado di istruzione di un individuo.
Ok, però, a mio parere, non solo le personalità borderline a rischio manipolazione, ma anche i soggetti fragili e insicuri, come gli adolescenti. Ad esempio, qualche decennio fa l'anoressia era diventato un fenomeno preoccupante, ebbene cosa pensi spingesse le adolescenti ad attuare comportamenti autodistruttivi se non il desiderio di emulare le modelle magrissime che vedevano alla TV e sulle riviste.
La manipolazione si basa proprio sull'inganno, poco importa se un evento sia realmente accaduto, ciò che conta è la percezione che ne ha il soggetto.
A mio parere, il mezzo attraverso cui è veicolato il messaggio non è ininfluente.
Restando all'esperimento di Orson Welles, un conto è annunciare un imminente invasione aliena con un megafono in una piazza, circostanza in cui probabilmente lo avrebbero considerato un pazzo, altra cosa è farlo da speaker di una delle principali radio del Paese che si finge l'annunciatore di un notiziario, che il pubblico reputa una fonte autorevole e affidabile.
In un mio post precedente ho citato le teorie di figure autorevoli in ambito psicopedagogico, che una laureata in psicologia deve per forza conoscere, secondo cui i bambini fino a sei anni tendono a interiorizzare e imitare tutte le azioni e i comportamenti che osservano.
Che la si condivida o meno, penso che l'opinione di un'esperta vada quantomeno rispettata, a maggior ragione se non si possiedono le sue conoscenze in materia.
Che poi "l'opinione di un'esperta" vuol dire tutto e niente, puoi essere laureata in psicologia ma non sapere assolutamente nulla di sessualità, genere, effetto dei media e tutto ciò che riguardava il caso, le branche della psicologia sono infinite e soprattutto queste tre sono tra le più recenti ad essere esplorate come si deve.
Ma se si fida di una versione proposta da un film senza andare poi a verificarne la veridicità, manifesta semplicemente ignoranza.
E l'ignoranza non è un elemento discriminante ai fini del comportamento.
Non è dimostrabile infatti che tutti gli analfabeti siano dei violenti. E viceversa che tutti i premi Nobel siano persone ireniche, costruttive, o senza disturbi della personalità.
Le persone non sono fragili o autodistruttive a priori. Non tutti gli adolescenti sviluppano disturbi che portano a conseguenze gravi.
E di certo una persona non è fragile o autodistruttiva perché i media le propinano determinati modelli.
È fragile e autodistruttiva e di conseguenza si immerge nei media che le propinano determinati modelli.
Se fossi anoressico uno psichiatra serio andrebbe ad approfondire i possibili traumi del mio vissuto che mi portano all'autolesionismo, prima di dare la colpa alle riviste di modelle che colleziono perché sono autolesionista.
Non sono stati i media a creare i disturbi che provocano l'anoressia. Possono aggravarli forse, ma se fossero in grado di provocarli ogni persona che ne fa uso dovrebbe sviluppare dei disturbi che portano a problemi psicologici seri come questo.
Se un evento è fittizio non avrà conseguenze fattuali nella realtà. A meno che qualcuno non si adoperi per rendere tali conseguenze reali.
Se le percezioni di un soggetto non riescono a cogliere questa discrepanza allora vuol dire che ha dei problemi a discernere la realtà dalla fantasia. E quindi si tratta di un caso limite.
Come tu stesso hai detto la maggior parte delle persone sa discernere la realtà dalla finzione. I casi limite hanno dei problemi pregressi che i media al massimo possono acuire ma non generare.
Tale manipolazione non funzionerebbe con chi sa distinguere la realtà dalla fantasia.
La differenza fra un evento reale e una narrazione è dirimente per la sedimentazione psicoemotiva. Se il cervello registrasse tutto ciò che percepisce come fattuale, molto semplicemente finirebbe presto per deperire vittima di uno stress eccessivo dovuto a input che non sarebbe più in grado di catalogare e controllare.
Anche il cervello dei bambini è in grado di tutelarsi da questa evenienza.
Se così non fosse impazziremmo tutti in un flusso di percezioni disordinate dove sogno e realtà sarebbero la stessa cosa.
Se uno speaker si finge annunciatore autorevole e affidabile allora il potere di persuasione è suo, non del medium radio che sta usando per persuadere.
Se l'avesse usata senza spacciarsi per una fonte autorevole, la radio non avrebbe persuaso nessuno, e dunque non ha alcun potere persuasivo di per sé.
E se si tratta di sfruttare la sensibilità emotiva della gente si possono ottenere gli stessi identici risultati di manipolazione senza l'uso dei media.
Un imbonitore bravo è in grado di farlo anche solo con un sermone in una piazza o con un discorso da un balcone senza usare media o filtri di sorta col proprio uditorio.
Si sono provocate sommosse e panici morali o bandite intere crociate senza l'uso di cinema o tv.
Quindi non sono le caratteristiche intrinseche degli artefatti tecnologici a ingenerare processi comportamentali.
Tornando al discorso bambini però la faccenda è diversa, loro crescono in un mondo dove i media sono già parte integrante della loro vita, e a meno di genitori particolarmente assenti che li lasciano davanti alla TV/Internet non supervisionati per ore, avranno una capacità di discernere la realtà dalla finzione molto maggiore dei primissimi spettatori del cinema di cui si parlava.
Purtroppo sono pochi quelli che approfondiscono le vicende narrate in un film, per questo ti dico che sopravvaluti l'interesse a documentarsi delle persone.
L'ignoranza è la base fondante del pregiudizio, che può condurre ad azioni violente, quindi è certamente un elemento discriminante ai fini del comportamento.
Inoltre, tu parti dal presupposto che l'ignoranza sia una prerogativa degli analfabeti, laddove a mio parere anche una persona istruita può essere ignorante. Ad esempio, nulla vieta che un laureato possa essere razzista.
È naturale che non tutti gli adolescenti siano uguali tra loro dal punto di vista caratteriale. La fragilità e le insicurezze sono condizioni imputabili a una moltitudine di fattori. Dato che ogni individuo è diverso dall'altro per carattere, contesto di vita, esperienze, è facile comprendere che non tutti gli adolescenti sviluppano disturbi che possono portare a conseguenze gravi.
Una persona fragile e insicura, alla ricerca della propria identità e di modelli da seguire, è facilmente influenzabile e manipolabile. Ed è qui che entrano in gioco i media che, sfruttando tali debolezze, cercano di condizionare le azioni e il comportamento di un soggetto.
Lascia che te lo dica, ma se pensi che l'uomo sia davvero sbarcato sulla Luna, beh anche tu sei vittima di manipolazione e non sai discernere la finzione dalla realtà.
Forse non mi sono spiegato bene, ma le caratteristiche di autorevolezza e affidabilità le avevo assegnate al format del notiziario. È naturale che una persona, che si serva di un megafono, della radio o di qualsiasi altro medium, cerchi sempre di apparire autorevole e affidabile per provare a persuadere il pubblico. Inoltre, pur ammettendo che i due medium sortiscano lo stesso effetto, il loro impatto non è paragonabile. La radio, infatti, può raggiungere potenzialmente milioni di persone, mentre con un megafono in piazza se ne possono attirare al massimo qualche centinaio. Non a caso, McLuhan coniò la celebre espressione "il medium è il messaggio" per riferirsi al fatto che il canale della comunicazione non è neutrale, ma ha un'influenza intrinseca sul destinatario.
...invece a me interessa la tua opinione...puoi scrivere anche a me in privato su questo argomento, piu' nel dettaglio, se ti va....
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