Ci ha lasciato questa notte Vera Slepoj. Ne dà notizia sui social il sindaco di Padova, Sergio Giordani. La nota psicologa e scrittrice aveva 70 anni ed è stata trovata senza vita nella sua abitazione, le è stato fatale un malore.
"Una perdita – sottolinea il sindaco – non solo per la comunità scientifica (Slepoj è stata presidente della Federazione Italiana degli Psicologi) ma anche per la città, dove lei, originaria di Portogruaro, aveva scelto di vivere dopo la laurea nella nostra Università”.

Gli appassionati di anime, quelli che hanno vissuto il periodo d'oro di Mediaset, ricordano bene il suo nome, a causa di un suo articolo del 1997 pubblicato su Oggi, in cui la Slepoj (che negli anni ha ricoperto ruoli di docente ma anche ruoli istituzionali, insomma non l'ultima arrivata) invitava i genitori a vietare ai figli di poter guardare Sailor Moon, più precisamente la quinta serie che andava in onda su Rete4. Allarme basato sulle segnalazioni di alcuni genitori secondo i quali i propri figli maschi, appassionati di Sailor Moon, volevano identificarsi con la protagonista. Ricordiamo che questa serie fu un grande successo in termini di ascolti all'epoca, sfiorando il milione di spettatori nelle prime stagioni.

La Slepoj all'epoca era la direttrice dell'Osservatorio sui bambini e la tv.

 




 

 

"Sailor Moon disturba lo sviluppo sessuale dei bambini. Questa è una eroina dotata di una grande forza, una donna che comanda. È un personaggio molto ambiguo, con tratti maschili. Tutto ciò crea disturbi nei bambini, li confonde proprio in un'età in cui hanno un grande bisogno di modelli da imitare, soprattutto dal punto di vista sessuale di cui non sanno nulla.
Seguire questa eroina può essere pericoloso per i più piccoli. Ci sono casi di maschietti in psicoterapia perché si atteggiavano come lei.
Abbiamo avuto alcuni casi di bambini con problemi di femminilizzazione. Bambini molto confusi che, addirittura, desideravano indossare gli abiti e portare i gadget di ‘Sailor Moon’ tutti in vendita. Per me è importante soprattutto evitare il passaggio ossessivo di un cartone animato come questo in Tv, perché è soprattutto la quantità che porta ad una clonazione della personalità".

Da qui la difesa di Alessandra Valeri Manera, nota responsabile della fascia ragazzi Mediaset di allora:
 
"Si tratta di una banalizzazione di chi vuol vedere nella televisione o il demonio o l'angelo salvatore, distraendo l'attenzione dal vero punto: il processo educativo e formativo avviene comunque all'interno della famiglia e non attraverso la tv. Sailor Moon è una ragazzina che ha pilastri affettivi normali, amichetti maschi e femmine e i piccoli spettatori apprezzano di lei l'autonomia e la capacità di affrontare le difficoltà".

Fonte: web.archive.org

La quinta serie ha subito le censure più pesanti tra tutte e cinque, anche a causa di queste polemiche e fu replicata solo una volta dalla stessa Mediaset.
Un esempio di censura? Le Sailor Starlights, guerriere sailor che quando non sono nella forma di combattenti sono degli uomini, sono diventate, nella versione italiana dell’anime, le sorelle gemelle della loro controparte maschile, i Three Lights, allo scopo di non confondere i bambini.