Eccoci assieme a parlare del gioco Little Big Adventure – Twinsen’s Quest, il remake di un titolo uscito ormai 30 anni fa. Si tratta di un'avventura in grafica quasi isometrica in cui vestiremo i panni di Twinsen, un ragazzo che abita in una terra sconvolta dall'arrivo di una dittatura: solo il giovane mago, con la sua palla magica, potrà salvare il mondo. Originariamente uscito per PC nel 1994, questo remake era molto atteso dai fan, speranzosi di rivedere e rigiocare una delle loro avventure preferite dell'infanzia. Ma vediamo assieme se questa versione di Little Big Adventure è riuscita a reggere la prova del tempo e a superare l'effetto nostalgia!
Twinsen e sua sorella Luna vivono un'esistenza tranquilla nel pianeta Twinsun, un pianeta con due soli e un'immensa catena montuosa che funge da equatore. I due fratelli passano le giornate tra giochi di palla e lezioni scolastiche, ma tutto cambia quando il malvagio Dr. Funfrock prende il controllo di questa pacifica società, stabilendo una dittatura militare e perseguitando tutti i nemici politici, tra cui la casta dei maghi. Il nostro protagonista si ritroverà così a dover salvare la sua sorellina, rapita da dei cloni robotici, e scoprire i grandi misteri che si celano dietro alla magia in questo mondo. Il setting di Little Big Adventure è fin da subito inusuale: in un società distopica, un ragazzino dovrà da solo sconfiggere il male, armato solamente di una palla magica e di tanto coraggio.
Il titolo, assieme al seguito Twinsen's Odyssey, venne sviluppato dallo studio francese Adeline Software International e concepito da Frédérick Raynal, il creatore del famoso Alone in the Dark (considerato il primo survival horror di sempre). Uscito inizialmente su PC e floppy disk, ha visto negli anni numerosi port su console in virtù della sua popolarità. A trent'anni dall'uscita, lo sviluppatore [2.21] e l'editore Microids hanno proposto ai giocatori un remake che per molti versi ha migliorato l'avventura: una grafica moderna, tanti dettagli aggiunti, nuovi personaggi (come la stessa Luna), quest migliorate e una nuova OST creata appositamente dal compositore originale. Non avendo giocato all'originale, non mi soffermerò più di tanto sulle differenze tra quest'ultimo e il remake, ponendomi invece come nuova giocatrice di questo classico degli anni '90.
Dal punto di vista del gameplay, ci troviamo davanti ad un classico gioco di avventura, in cui potrete correre in giro, saltare, parlare con gli abitanti e azionare delle leve per risolvere degli enigmi. Purtroppo fin da subito è chiaro come i comandi non siano invecchiati benissimo: soprattutto la direzione del salto e il combattimento sono spesso frustranti e richiedono numerosi tentativi per poter avanzare nella quest principale. Come arma principale, Twinsen ha ereditato dal padre una palla magica, che può essere direzionata verso i nemici e lanciata con due tiri differenti (lancio lungo e lancio più ravvicinato). Combattendo unicamente contro soldati armati fino ai denti e robot militari, è piuttosto normale pensare che una palla non sia troppo efficace, ma in una sorta di idealizzazione pacifista degli autori, un ragazzino può sfidare eserciti e dittature per salvare il mondo solo con una palla! Il vero problema è che purtroppo direzionare questa palla e schivare i colpi delle mitragliatrici, che quasi tutti i nemici hanno, è veramente complesso e spesso letteralmente impossibile. Alle volte, infatti, verrete praticamente bloccati ("stunlocked") dai nemici senza poter reagire o schivare in alcun modo, morendo così in maniera misera anche in fasi avanzate del gioco.
La storia segue la ricerca di Twinsen della sorella rapita e si sviluppa con l'esplorazione delle varie isole di Twinsun: si passa coì da ambienti cittadini a lande desertiche fino alle montagne innevate dell'Hamalay. Guardando alcuni video del gioco del '94, ci si accorge subito il cambiamento a livello grafico: il remake, infatti, presenta molti più dettagli e colori, rendendo gli ambienti esplorabili ricchi di charme e piccoli particolari da scoprire. Il protagonista potrà muoversi in grandi mappe collegate fra loro da traghetti o mezzi di trasporto, che però non saranno manovrabili direttamente dal giocatore. Per fortuna una mappa viene fornita nel menù di base ed è molto utile per evitare di perdersi.
La vita di Twinsen è indicata da una barra della vita che può essere ricaricata con dei cuori che si ritrovano in giro, ma questi ricaricano poco: vi ritroverete spesso alla ricerca di oggetti curativi e morirete nel tentativo di trovarli, attaccati dai numerosi nemici che animano le mappe. Questo e altri picchi di difficoltà improvvisi sono tipici dei videogiochi di quella generazione (nell'originale, Twinsen perdeva vita se andava a sbattere contro un muro) mentre altri sono proprio dovuti ai comandi imperfetti del remake. Inoltre, il gioco pullula di bug: alcuni di essi possono addirittura bloccare intere quest secondarie e costringervi a ripartire da vecchi salvataggi, qualora aveste avuto l'accortezza di crearne. Dal punto di vista dello sviluppo, questo remake ha i suoi pregi, ma molte lacune rendono difficile appassionarsi alla storia, vero fulcro dell'esperienza di gioco. Il team di sviluppo ci sta lavorando sopra e molti di essi verranno probabilmente corretti nei prossimi mesi, ma trattandosi di un gioco corto, difficilmente chi lo ha comprato al lancio ne avrà ancora bisogno. Little Big Adventure non è, infatti, molto lungo: siamo sulle 8-10 ore, di più se vi perdete fra le quest per mancanza di informazioni sul dove andare, come spesso capita.
Lo stile stesso del gioco e il design dei personaggi è molto particolare: le varie razze sono degli ibridi animali e umani, mentre il protagonista parte fa parte della razza Quetch. Questi hanno delle sembianze umanoidi e, come sola caratteristica unica alla loro specie, possiedono un ciuffo di capelli sempre raccolti sopra la testa, che rappresenta il il loro orgoglio. Mentre la convivenza tra le varie razze non viene molto esplorata come tematica (si parte da una presupposta armonia generale), uno dei temi su cui punta il gioco è la presenza del male e la dittatura, che lentamente si insinuano in questo mondo, con strutture che ricordano dei veri e propri i campi di prigionia, se non peggio. Gli unici a poter contrastare l'avanzata del male sono i maghi, come il padre di Twinsen, che sono ancora in grado di comunicare con gli alti spiriti che posseggono le chiavi dei misteri del mondo. Correndo per il mondo, vi sentirete continuamente braccati e attaccati da nemici in ogni momento, con la costante sensazione di soffocamento. Solo alcune aree saranno sicure per il ragazzo e anche chiedere aiuto agli abitanti non sarà facile, tra reticenza e addirittura numerosi tradimenti! In questo remake, certe modifiche delle missioni e dei dialoghi snaturano in qualche modo l'opera originale, ma come prima esperienza ho apprezzato l'ambientazione distopica e il continuo senso di pericolo del povero Twinsen, che con una palla si ritrova a combattere robot armati di mitragliatrici nascosti ad ogni angolo, anche se il vero boss finale del gioco è la difficoltà data dall'età del titolo.
Little Big Adventure si trova a metà fra l'esplorazione action classica e un punta e clicca: ci sono degli enigmi da risolvere, anche se spesso la parte più complessa dell'enigma è lo stesso controllo del movimento del protagonista. Il salvataggio, già molto criticato all'epoca perché permetteva di salvare solo in determinati punti del gioco, è stato implementato con un auto-salvataggio, ma rimane a punti fissi. Nei dungeon su più livelli, ad esempio, conterà solamente come salvataggio l'ingresso al piano e se vi capiterà di fare game-over durante l'esplorazione, dovrete rifare tutto il piano daccapo, come nel temuto Tempio di Bu. Si tratta di uno stress tipico dei giochi dell'epoca: più che l'enigma in sé, è la paura di cadere per sbaglio, di farsi ammazzare o di bloccarsi che impedisce la fruizione e il divertimento e su questo, non ritengo che gli sviluppatori del remake abbiano fatto abbastanza. Inoltre, Twinsen non sa nuotare e ogni caduta in acqua equivale ad un game over.
Twinsen e sua sorella Luna vivono un'esistenza tranquilla nel pianeta Twinsun, un pianeta con due soli e un'immensa catena montuosa che funge da equatore. I due fratelli passano le giornate tra giochi di palla e lezioni scolastiche, ma tutto cambia quando il malvagio Dr. Funfrock prende il controllo di questa pacifica società, stabilendo una dittatura militare e perseguitando tutti i nemici politici, tra cui la casta dei maghi. Il nostro protagonista si ritroverà così a dover salvare la sua sorellina, rapita da dei cloni robotici, e scoprire i grandi misteri che si celano dietro alla magia in questo mondo. Il setting di Little Big Adventure è fin da subito inusuale: in un società distopica, un ragazzino dovrà da solo sconfiggere il male, armato solamente di una palla magica e di tanto coraggio.
Il titolo, assieme al seguito Twinsen's Odyssey, venne sviluppato dallo studio francese Adeline Software International e concepito da Frédérick Raynal, il creatore del famoso Alone in the Dark (considerato il primo survival horror di sempre). Uscito inizialmente su PC e floppy disk, ha visto negli anni numerosi port su console in virtù della sua popolarità. A trent'anni dall'uscita, lo sviluppatore [2.21] e l'editore Microids hanno proposto ai giocatori un remake che per molti versi ha migliorato l'avventura: una grafica moderna, tanti dettagli aggiunti, nuovi personaggi (come la stessa Luna), quest migliorate e una nuova OST creata appositamente dal compositore originale. Non avendo giocato all'originale, non mi soffermerò più di tanto sulle differenze tra quest'ultimo e il remake, ponendomi invece come nuova giocatrice di questo classico degli anni '90.
In questa versione sarà il rapimento di Luna, la sorella di Twinsen, a costringere il ragazzo a partire per un lungo viaggio per il mondo
Dal punto di vista del gameplay, ci troviamo davanti ad un classico gioco di avventura, in cui potrete correre in giro, saltare, parlare con gli abitanti e azionare delle leve per risolvere degli enigmi. Purtroppo fin da subito è chiaro come i comandi non siano invecchiati benissimo: soprattutto la direzione del salto e il combattimento sono spesso frustranti e richiedono numerosi tentativi per poter avanzare nella quest principale. Come arma principale, Twinsen ha ereditato dal padre una palla magica, che può essere direzionata verso i nemici e lanciata con due tiri differenti (lancio lungo e lancio più ravvicinato). Combattendo unicamente contro soldati armati fino ai denti e robot militari, è piuttosto normale pensare che una palla non sia troppo efficace, ma in una sorta di idealizzazione pacifista degli autori, un ragazzino può sfidare eserciti e dittature per salvare il mondo solo con una palla! Il vero problema è che purtroppo direzionare questa palla e schivare i colpi delle mitragliatrici, che quasi tutti i nemici hanno, è veramente complesso e spesso letteralmente impossibile. Alle volte, infatti, verrete praticamente bloccati ("stunlocked") dai nemici senza poter reagire o schivare in alcun modo, morendo così in maniera misera anche in fasi avanzate del gioco.
La storia segue la ricerca di Twinsen della sorella rapita e si sviluppa con l'esplorazione delle varie isole di Twinsun: si passa coì da ambienti cittadini a lande desertiche fino alle montagne innevate dell'Hamalay. Guardando alcuni video del gioco del '94, ci si accorge subito il cambiamento a livello grafico: il remake, infatti, presenta molti più dettagli e colori, rendendo gli ambienti esplorabili ricchi di charme e piccoli particolari da scoprire. Il protagonista potrà muoversi in grandi mappe collegate fra loro da traghetti o mezzi di trasporto, che però non saranno manovrabili direttamente dal giocatore. Per fortuna una mappa viene fornita nel menù di base ed è molto utile per evitare di perdersi.
La Dino-Fly è la chiave per salvare il mondo di Twinsun!
Dal punto di vista della narrazione, Little Big Adventure è piuttosto accattivante e ci propone un mondo dinamico per l'epoca in cui è stato sviluppato, dove quasi tutti gli NPC hanno una piccola storia da raccontare. A sorprendere è soprattutto la quest principale epica e più oscura rispetto a molte storie moderne, anche se alcuni dettagli sono stati "alleggeriti" in questa versione. Tra divinità, dittature e giovani vite cambiate per sempre, vi affezionerete a Twinsen e al suo mondo, nella speranza che un giorno venga pubblicato il tanto agognato terzo capitolo, che i fan attendono dal 1997. Da sottolineare il loro ottimo doppiaggio in inglese o in francese, mentre la lingua italiana è presente per quanto riguarda i testi. Non deve sorprendere la presenza di un cast di doppiatori francofoni, visto che il gioco era originariamente sviluppato da un team tutto francese: tutt'ora le avventure di Twinsen godono di un grande seguito in Francia.La vita di Twinsen è indicata da una barra della vita che può essere ricaricata con dei cuori che si ritrovano in giro, ma questi ricaricano poco: vi ritroverete spesso alla ricerca di oggetti curativi e morirete nel tentativo di trovarli, attaccati dai numerosi nemici che animano le mappe. Questo e altri picchi di difficoltà improvvisi sono tipici dei videogiochi di quella generazione (nell'originale, Twinsen perdeva vita se andava a sbattere contro un muro) mentre altri sono proprio dovuti ai comandi imperfetti del remake. Inoltre, il gioco pullula di bug: alcuni di essi possono addirittura bloccare intere quest secondarie e costringervi a ripartire da vecchi salvataggi, qualora aveste avuto l'accortezza di crearne. Dal punto di vista dello sviluppo, questo remake ha i suoi pregi, ma molte lacune rendono difficile appassionarsi alla storia, vero fulcro dell'esperienza di gioco. Il team di sviluppo ci sta lavorando sopra e molti di essi verranno probabilmente corretti nei prossimi mesi, ma trattandosi di un gioco corto, difficilmente chi lo ha comprato al lancio ne avrà ancora bisogno. Little Big Adventure non è, infatti, molto lungo: siamo sulle 8-10 ore, di più se vi perdete fra le quest per mancanza di informazioni sul dove andare, come spesso capita.
Alcuni dungeon, come il Tempio di Bu, richiedono la risoluzione di enigmi per essere superati
Lo stile stesso del gioco e il design dei personaggi è molto particolare: le varie razze sono degli ibridi animali e umani, mentre il protagonista parte fa parte della razza Quetch. Questi hanno delle sembianze umanoidi e, come sola caratteristica unica alla loro specie, possiedono un ciuffo di capelli sempre raccolti sopra la testa, che rappresenta il il loro orgoglio. Mentre la convivenza tra le varie razze non viene molto esplorata come tematica (si parte da una presupposta armonia generale), uno dei temi su cui punta il gioco è la presenza del male e la dittatura, che lentamente si insinuano in questo mondo, con strutture che ricordano dei veri e propri i campi di prigionia, se non peggio. Gli unici a poter contrastare l'avanzata del male sono i maghi, come il padre di Twinsen, che sono ancora in grado di comunicare con gli alti spiriti che posseggono le chiavi dei misteri del mondo. Correndo per il mondo, vi sentirete continuamente braccati e attaccati da nemici in ogni momento, con la costante sensazione di soffocamento. Solo alcune aree saranno sicure per il ragazzo e anche chiedere aiuto agli abitanti non sarà facile, tra reticenza e addirittura numerosi tradimenti! In questo remake, certe modifiche delle missioni e dei dialoghi snaturano in qualche modo l'opera originale, ma come prima esperienza ho apprezzato l'ambientazione distopica e il continuo senso di pericolo del povero Twinsen, che con una palla si ritrova a combattere robot armati di mitragliatrici nascosti ad ogni angolo, anche se il vero boss finale del gioco è la difficoltà data dall'età del titolo.
Il Dr. Funfrock lo vedrete sempre in questa scena, che si attiva ad ogni game-over
Come palette cromatica, ci ritroviamo davanti a dei colori abbastanza scuri che incupiscono ancora di più le atmosfere. Questo remake a potenziato queste sensazioni grazie ad una grafica ancora più dettagliata e di ampio respiro, anche se certe scelte sono andate in contrasto con l'opera originale. Inoltre, i filmati che introducono le varie parti di gioco sono stati completamente rifatti in questa edizione: si tratta di brevi video che originariamente erano presenti solo nella versione di gioco su CD, mentre in quelle su Floppy Disk erano stati trasformati in fotografie, per pesare meno.
Tra i dettagli memorabili, il quaderno delle avventure racchiude tutte le subquest e gli indizi per la storia principale in forma pittografica: dei disegni, fatti da Twinsen e dalla sorellina, ci guidano nell'avventura proprio attraverso i loro occhi, senza scritte, per rendere il gioco accessibile anche ai bambini. Questo dettaglio collega il mondo dei videogiochi a quello della letteratura dell'infanzia e dei libri illustrati. Infine, per quanto riguarda le musiche di Little Big Adventure, sono tutte adatte alle varie atmosfere di gioco, ma non così incisive come quelle della colonna originale. Mentre il compositore Philippe Vachey è lo stesso dei primi due capitoli (scelta apprezzata per mantenere una forte continuità di stile), la OST si lascia ascoltare, ma è sempre relegata in sottofondo.Little Big Adventure – Twinsen’s Quest è un titolo che ha una forte effetto nostalgia: uscito nel 1994, per molti giocatori è uno dei loro primi giochi d'infanzia. Un'avventura epica attende Twinsen, tra continenti, antiche divinità e continue battaglie. La cura di questo remake è visibile non solo sulla grafica e sui colori, ma anche sulla storia principale e sulle missioni, con modifiche non da poco. Purtroppo però i comandi dei movimenti di Twinsen e i combattimenti non sono stati facilitati, creando un gameplay a volte ostico e frustrante. Si tratta di un titolo che consiglio agli amanti dei giochi anni '90 (con i loro lati positivi e negativi) e con un livello di difficoltà al quale con i miglioramenti di quality of life di adesso non siamo più abituati. Il doppiaggio originale (in inglese e francese) rende il mondo di gioco ancora più vivo, mentre i testi sono tradotti in italiano.
Versione testata su PlayStation 5.
Versione testata su PlayStation 5.
Pro
- La storia ha il suo fascino
- Buon doppiaggio
- Un tuffo negli anni '90...
Contro
- Comandi difficili da gestire
- Numerosi bug
- ...ma con molti limiti
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