Si sapeva già che i nove episodi della seconda serie sbarcata su Netflix sarebbero stati gli ultimi e questi, aggiungendosi alle nove puntate della prima, per un totale di diciotto episodi da 40-50 minuti l’uno, vanno a chiudere il cerchio (forse?) delle diatribe tra Piltover e Zaun avanzando come un treno in corsa che talvolta vira in direzioni inaspettate, altre volte in luoghi decisamente più prevedibili.
La recensione che segue conterrà ovviamente spoiler sulla seconda stagione di Arcane, quindi proseguite consapevolmente.
Partendo esattamente da dove si era interrotta l’ultima puntata, quindi dall’attentato di Jinx alla Consulta di Piltover, ci riallacciamo alla lotta tra i reietti di Zaun e la borghesia progressista Piltoveriana. La storia procede verso situazioni che avevamo avuto modo di immaginare, pronta a seguire i personaggi e i loro drammi. Il primo videoclip ne è la prova, una sequenza completamente animata in 2D con la tecnica del disegno a carboncino che ci porta dentro non solo la mente ma l’animo dei personaggi. D’altronde i clip musicali in Arcane, sin dalla prima stagione, sono sempre stati usati per parlare a fiume dei personaggi e dei loro sentimenti, che costituiscono il cuore pulsante delle scene. In questi brevi momenti caratterizzati da uno stile fuori dalle righe e musica d’autore, la narrazione emotiva accelera come un pezzo rap in un assolo di pianoforte. La seconda serie non fa eccezione, ma anzi, ne fa un uso marcato e consapevole, mostrandoci più soggetti, più storie, più anse narrative abbracciate dalle parole talvolta solidali, talvolta sferzanti della musica. Non manca, poi, la sperimentazione stilistica che in questi minuti diventa la chiave di volta per comprendere lo stato d’animo di chi vediamo in scena.
Carboncino, come si è visto, ma anche animazione dalle pesanti ombreggiature quasi fosse un fumetto americano, o impact frames artistici di un certo spessore che pongono l’accento sulle scene d’azione, sino alle rappresentazioni quasi a matita degli ultimi episodi. Un mix di stili, di artiste e artisti, e di generi musicali. Come Heimerdinger che suona con un banjo à la Bob Dylan in mezzo a una ridente Zaun che non hai mai visto la distruzione a catena generata dall’Hextech, mentre Jayce assiste alle ceneri della catastrofe, chissà dove, chissà quando, alla fine della Storia.
Fortunatamente il pattern di montaggio assunto nei primi episodi, cioè quello di mettere un videoclip a inizio puntata, nei primi minuti della storia, è stato lasciato da parte per vederli inseriti in momenti più vari dell’episodio. Fortunatamente, si potrebbe dire, perché oltre ad iniziare ad essere un po’ stucchevole e prevedibile, il loro posizionamento andava anche a cozzare con la sigla di apertura, rimasta fedele ad “Enemy” degli Imagine Dragons. A lungo andare rischiava di crearsi l’effetto “musical”, quello che ti fa dire “oh, no, cantano ancora!”.
Al di là della musica che, dichiaratamente, serve da ansa narrativa in cui riversare molto di ciò che non si può dire a parole e in poco tempo, la narrazione della seconda stagione di Arcane ingrana come erede della prima presentandoci personaggi e situazioni note sotto punti di vista diversi: il dramma personale e cittadino scatenato dalla morte di molti membri della consulta, la presa di potere di Ambessa grazie all’intercessione poco cerimoniosa di forza bruta e bicipiti scintillanti, la ricerca spasmodica di Jayce di salvare l’amico fraterno Viktor, Caitlyn e il suo dover forzatamente ricoprire il vuoto emotivo e politico lasciato dalla madre, con le responsabilità enormi che ne consegue, Jinx che cerca di capire come vivere nell’insensatezza in balìa di una Zaun che richiama a gran voce un araldo, a Violet che invece si unisce alla polizia di Piltover per dimostrare ai borghesi altolocati, che di fatto hanno il veto di vita o morte sulla città di sotto, che non tutti gli Zauniti sono dei terroristi bombaroli.
Ogni personaggio ha le sue motivazioni, i suoi momenti di gioia e di sconforto, in una serie che ci vuole insegnare che c’è tanto bene nel male e che l’annichilimento più totale può scaturire dalla più pura delle intenzioni. Il che non è notizia d’oggi, chiaramente, ma i personaggi di Arcane hanno modo di raccontarcelo in maniera particolarmente efficace. Così come ci raccontano come l’unico modo di sopravvivere è trovare un proprio ordine nel caos, nel non aver motivo di non cambiare perché chi è inamovibile finirà sommerso dagli eventi. Infatti ci sono due livelli tematici nella seconda stagione di Arcane che vengono sintetizzati tramite gli scontri verbali e fisici tra i protagonisti. Da un lato c’è la “vecchia generazione”, personaggi tutto d’un pezzo con un piano e una visione ben definita che ad un certo punto vanno incontro al caos. Questo caos è per loro destabilizzante: Silco e lo Shimmer, Vander diventa letteralmente una bestia assetata di sangue che fa appello all’ultimo rimasuglio del suo cuore per rimanere sano, Heimerdinger realizza l’assurdità impettita della sua vita precedente quando scopre, grazie alla vicinanza di Ekko, che il caos della creazione e il brio della curiosità sono gli unici elementi in grado di dargli davvero la gioia (da buon archetipo dello scienziato pazzo), Ambessa e la sua smania di conquista la quale reagisce d’istinto quando i suoi piani non vanno secondo le sue precise previsioni.
Dall’altro, come visto, i personaggi della nuova generazione, figli dell’insensatezza, della precarietà, in un mondo che è sull’orlo del collasso economico, fisico e morale. Ma è la loro capacità di adattamento e i loro ideali che fanno appello alle piccole cose, e non ai grandi obiettivi di rivoluzione del mondo, che permettono loro di salvarsi dalla distruzione del caos. Lo stesso caos, ci insegna Arcane, necessario perché ciascuno continui a vivere una vita autentica, fatta di dolore ma anche gioia e amore.
Tuttavia questa seconda stagione, dal punto di vista della trama, rimbalza su un ritmo tutto suo, lontano dalla struttura coesa, omogenea e chiusa che aveva caratterizzato la prima stagione. Se nella prima serie ogni pezzo del puzzle veniva prima mostrato, ruotato, analizzato e poi incasellato (o messo da parte facendo ben capire che si trattava di un “bordo”, uno di quei pezzi fondamentali che ci sarebbero serviti in un secondo momento), la seconda pigia il piede sull’acceleratore talvolta sacrificando i personaggi in nome del grande intreccio che si è sviluppato dall’intervento dell’Arcane come forza esterna, magica e narrativa. Una linea dell’intreccio, nei fatti, che si rivela sia innesco che motore; questo fa sì che per certi versi i personaggi vengano scansati dalla grande macro-narrativa che concentra a sé tutte le concatenazioni causali di ciò che è avvenuto tra la prima e la seconda stagione, rendendo alcuni protagonisti sostanzialmente non in grado di mettere mano alla storia.
Alla fine della fiera il destino e le scelte di Jinx o chi per lei sono poco influenti rispetto ai grandi piani. Tantomeno Jayce che pare essere il grande salvatore, colui che aveva la risposta in mano ancora prima di esserne consapevole (letteralmente), ha quest’informazione narrativamente caduta dall’alto. Eppure le due linee, quelle dell’Arcane e dei drammi personali dei personaggi, hanno modo di riunirsi, incrociarsi e mostrarci come si muovano i più piccoli in balìa dei grandi eventi inarrestabili. Topi in una gabbia di vetro drogati da una mano divina.
In tutto questo assistiamo a sviluppi personali davvero interessanti e profondi, come quello di Mel e Caitlyn che imparano a stare sulle proprie gambe dopo un feroce scontro con Ambessa, che ricopre per entrambe il ruolo di figura materna nella seconda stagione. Ekko, il ragazzo salvatore che mette da parte la sua felicità (che noi spettatori vediamo all’opera in un videoclip d’eccezione con Stromae che ci canta in sottofondo), accetta il sacrificio altrui, il tutto per un bene superiore; Jinx, che nella sua ossessione di cercare di staccarsi da chi fu un tempo continua a perpetrare la ricerca ossessiva della famiglia che di fatto eredita dalla sorella. Vi, d’altro canto, si muove molto più stereotipicamente rispetto ai comprimari che la circondano perché sino alla fine continua a correre dietro le figure del suo passato e la sequenza pregna di rabbia per un cuore spezzato non è all’altezza degli sviluppi elaborati degli altri personaggi. Che sia la sorella o il padre, Vi rimane in qualche modo ancorata alla sé della prima stagione; ma forse è il perno del personaggio stesso quello di essere “la terra sotto le unghie”, quella colonna portante che teme il cambiamento come poche altre cose. Viktor e Jayce invece sono i veri fuorilegge, nel senso che si muovono al di fuori degli schemi concepiti dalle piccole trame degli altri personaggi, ininfluenti rispetto a cosa si muove oltre la loro concezione puramente locale. Tutti guardano il proprio giardino mentre negli occhi di Viktor e Jayce si dipana il cosmo.
Eppure Jayce, l’altro “ragazzo” salvatore, è un personaggio che purtroppo non subisce grandi cambiamenti e non muta perché la sua posizione era già stata stabilita sin dall’inizio. Era destino che lui portasse il fardello di fermare il piano di Viktor. I due poli che fanno ruotare l’hextech sono dunque un uomo di scienza e un uomo di magia, mostrandoci ciò che sin dalla prima stagione avremmo potuto iniziare a cogliere. I semi del loop temporale, della ricerca spasmodica di Viktor per la fine delle sofferenze e i suoi innumerevoli tentativi di salvare e condannare l’umanità tutta erano lì, sin dalle prime scene della serie, a dimostrare come la storia di Arcane non sia stata scritta con la testa dentro il sacco come gli struzzi, ma con dovizia di particolari. Forse troppi, visto che molte cose sono comprensibili soltanto ad una ennesima attenta visione, tramite frequenti fermo-immagine strategici che rivelano il più piccolo dettaglio, quel dettaglio che può nascondere una voragine di significato.
Questi significati però, per quanto possano far contento lo spettatore-detective o l’esperto del mondo di League of Legends, avrebbero potuto godere di più screen time o di una maggiore presenza nella storia, magari andando a limare l'ingombro di alcuni personaggi liminari come Isha, che oltre a concludere nel sangue e nel dramma il secondo cour di episodi, risulta abbastanza ininfluente. Certo, molto utile per la prima Jinx, a ricreare il rapporto di sorellanza che ha perduto con l’effettiva sorella, ma delle conseguenze della sua dipartita vediamo soltanto una lontana eco.
Un cartone non è soltanto narrativa, tantomeno Arcane, sia prima che seconda stagione, perché se la storia è una fetta importante di cosa il pubblico vede danzare sullo schermo, il resto è coperto dal “come” questa storia muove i suoi passi. Si sta ovviamente parlando del comparto tecnico. Fortiche Production ha davvero dato il tutto per tutto in questi nuovi episodi. L’abilità degli artisti e delle artiste di Fortiche nel rappresentare i personaggi ormai, dopo una stagione che ha segnato uno dei momenti più alti dell’animazione degli ultimi decenni, non avrebbe dovuto stupire nessuno; nonostante ciò sotto la supervisione di Martial André, la forza con cui hanno implementato a stretto giro l’impatto dell’animazione specificamente 2D non può non essere notata. Non si è trattato soltanto di rappresentare in tecnica tradizionale gli effetti visivi delle esplosioni, i liquidi e questi elementi visivamente “voluttuosi”, ma anche inserire frame 2D in momenti chiave, fuori dal combattimento, utilizzando l’animazione 2D proprio come un mezzo espressivo a sé capace di donare determinate sensazioni o realizzare effetti scenici altrimenti irraggiungibili dall’animazione in 3D. Riguardo quest’ultimo punto sicuramente la precisione espressiva dei personaggi gode innegabilmente delle capacità di rigging degli animatori 3D di Fortiche: quando i personaggi sono il fulcro della storia, ogni elemento e micro-movimento deve essere perfettamente rappresentato per restituire le più insidiose sfumature di significato. Un labbro arricciato ma non troppo, una pupilla che per un momento smette di fissare un punto preciso, un leggero movimento del mento che potrebbe nascondere delle insicurezze: non possiamo pensare ad Arcane e ai suoi personaggi senza contemplare la precisione maniacale della raffigurazione del movimento umano.
La parte artistica più sperimentale è stata, come visto, pesantemente sfruttata per i videoclip musicali e alcuni di loro risultano davvero delle opere nell’opera; incomprensibili ovviamente se presi come clip a sé, ma stilisticamente autosufficienti se non generatori di un nuovo punto di vista artistico ma anche tematico e ritmico da quel momento in avanti. La via dell’ibridazione dell’animazione in Arcane ha preso davvero il largo mostrando come due tecniche che di solito sono contrapposte dal pubblico (pensiamo ai difensori a spada tratta del 2D e i fedelissimi del 3D) possano lavorare sinergicamente, dove una serie 3D può godere della precisione emotiva di un “rozzo” disegno in carboncino e dove il rendering delle singole pennellate degli sfondi e sui dettagli dei personaggi possa illuminare più di una luce inserita in post-produzione.
Dal punto di vista della fotografia, Arcane spicca particolarmente in questa seconda stagione. Sforzandoci di sorvolare sui fondali dipinti con la massima cura, armonia e dovizia di particolari a cui anche la prima stagione ci aveva abituati, ogni fotogramma, a ben vedersi, risulta un quadro a sé stante e non soltanto da un punto di vista puramente autoriale. Ogni ripresa è ricreata a puntino, rispettando le leggi dei mezzi, dei terzi, della divisione in quadranti e della spirale aurea (uno dei più difficili da realizzare efficacemente) sfruttando personaggi, background ed elementi di scena al massimo delle proprie potenzialità espressive e prossemiche. Potremmo fermare un episodio in qualsiasi istante per ottenere uno sfondo per per il nostro device. Ma quando c’è da mettere in scena la colluttazione, quando il caos subentra, regnano il dinamismo, imprevedibilità e schiettezza visiva, senza mancare di intelligibilità. Per non parlare dell’uso dei colori: Piltover e Zaun, una anticamente brillante e l’altra cupa, ora ammantate entrambe dal rosso della conquista di Ambessa, al blu della ribellione fino al verde dei veleni dell’autorità. Entrambe, verso la fine, soccombono al delirio cromatico dell’Arcane, dai colori sgargianti dell’apocalisse che assorbe tutta l’individualità dal mondo lasciando dietro di sé corpi bianchi e asettici, candidi e perfetti come manichini.
Ovviamente avendo un’ambientazione canonica e dei personaggi che devono sopravvivere alla serie perché presenti nel gioco, il finale in quanto bilancio di vite e morti non risulta particolarmente straniante, anche perché una scelta contraria avrebbe dovuto tenere da conto di un nutrito pubblico di videogiocatori. È una visione da deus ex machina, ma d’altronde nella seconda serie sono molteplici gli elementi che hanno avuto anche questa funzione, impoverendo un po’ la ricchezza narrativa ripiegando in risoluzioni fugaci e aprioristiche. Giocare con le linee temporali e i time loop è sempre comunque complesso, ma Arcane riesce ad arginare molte delle problematiche grazie ad un’attenta pianificazione narrativa di questi elementi che, come si diceva, possono essere tracciati sin dalla prima stagione e che sicuramente lo spettatore più attento e zelante ha avuto modo di intercettare e ipotizzare durante l’attesa tra la prima e la seconda serie.
Questo non scalfisce, tuttavia, la potenza della serie che, sebbene non posizionandosi alla stessa altezza della cassaforte narrativa che era la prima stagione, regala al pubblico di tutto il mondo 9 episodi conclusivi di puro spettacolo artistico ed emotivo, ricco di sperimentazioni visive, collaborazioni internazionali e la massima valorizzazione di ciò che l’animazione può darci.
Pro
- Sperimentazione artistica
- Fotografia e uso dei colori magistrali
- Dettagliata pianificazione narrativa
- Approfondimento e crescita di alcuni personaggi
- "Cosa sarebbe potuto essere"
- Emotvità e sentimenti dei personaggi che rubano la scena
- Colonna sonora
Contro
- Sceneggiatura affrettata
- Soluzioni e sviluppi talvolta piovuti dall'alto
- Macro-narrativa che rende i personaggi spesso ininfluenti
- Alcuni personaggi usa-e-getta che occupano uno screen time importante
È incredibile quanto il tritacarne contenutistico a cui siamo sottoposti faccia arrivare davanti ai nostri occhi tanti prodotti di cui poi non si riesce a parlare bene, a sedimentarne la memoria, perchè subito arriva qualcosa di nuovo. Senza un attimo di respiro. Qui è il caso invece di fermarsi.
Si è conclusa da poco la serie di Arcane e, al netto delle polemiche dell' ultima ora, non merita di essere uno di quei titoli usa e getta che l' epoca dello streaming ci propone ogni minuto e quarto d' ora. Anche nella sua seconda stagione non posso che ringraziare i creatori di questo titolo, capaci di regalarci a livello tecnico qualcosa che resta un punto di arrivo e di partenza per tutto il settore. Background da urlo, espressioni facciali ricreate al limite dell' umano, azioni e musica da farti cadere la mandibola, un mix di animazione 3D e 2D senza mai rilevare una sbavatura. La sceneggiatura certo poteva regalarci momenti di maggior approfondimento, prendersi dei tempi maggiori (che sappiamo essere però dei costi) ma questo non inficia la realtà dei fatti: siamo di fronte a uno dei migliori prodotti animati degli ultimi 20 anni. Di quelli che ti fanno amare ancora di più la tua passione. Chapeau!
Ho adorato il secondo atto, ma guardando indietro presentava già segnali negativi, primo fra tutti il personaggio sprecato di Cait. Alla fine del terzo episodio viene lasciato intendere che entrerà in un arco di corruzione, ma di fatto non la vediamo fare praticamente nulla di moralmente discutibile e appena incontra Vi tornano amiche e alleate come se nulla fosse. E purtroppo temo che questo sia probabilmente dovuto alla codardia degli sceneggiatori che non volevano "sporcare" la romance principale della serie, salvo in questo modo renderla del tutto insipida.
Il vero disastro arriva negli ultimi due episodi e comprende tutto ciò che concerne Jinx. Dopo che Silco le affida il suo sogno e la sua battaglia, lei gradualmente inizia a guarire le sue ferite profonde, incontra Isha che diventa una sua ragione di vita, riesce a riconciliarsi con Vi e diventa una figura eroica a Zaun, un simbolo che dà forza alla gente di ribellarsi ai propri oppressori. Tutto questo andava perfettamente a scontrarsi quel traumatico "you're a jinx!" che Vi le dice prima del timeskip e che danneggia il suo stato mentale, portandola a soffrire di schizofrenia e prendere la strada che sceglie, con solo Silco che può capirla.
Per poi negli ultimi due episodi sviluppare prima istinti suicidi, da cui viene salvata da Ekko off-screen, e poi sacrificarsi stupidamente negli ultimi 5 minuti della serie a battaglia finita.
Senza nessuna risoluzione alle tensioni tra Pilltover e Zaun, in cui lei finisce per non avere nessun ruolo, senza una vera conclusione del suo arco, senza che nemmeno venga più nominata Isha. Silco è davvero morto per questo?
Mi ricordo ai tempi della prima stagione la quantità di analisi sul personaggio di Jinx e di come fosse un'ottima rappresentazione delle malattie mentali, tutto per poi arrivare a dare il messaggio che in fondo Jinx è solo un jinx, si stava meglio con Powder e il massimo che può avere è un sacrificio nobile. Squallido.
Se non avessero aggiunto l'inutile subplot di Noxus, che esiste solo per lanciare le altre serie e dare un pigro espediente narrativo per fare unire Pilltover e Zaun forzatamente, e si fossero concentrati sulla parte sociopolitica sopra/sotto fino in fondo, dando a Jinx un ruolo degno, sarebbe potuta davvero essere un capolavoro. La parte su Jayce, Viktor è l'arcane è ottima. Chissà, magari in una delle loro realtà alternative è uscita una seconda stagione da 10 come la prima.
Wow, ho riletto il post e sembro davvero un hater. La mia rabbia però nasce solo dall'amore che ho provato per la prima stagione e anche per almeno metà di questa. E mi sono concentrato sulle parti negative perché ciò che c'è di buono è stato ampiamente già detto nella recensione e da innumerevoli persone. Rimane assolutamente una buona serie, ma mi ha lasciato l'amaro in bocca alla fine.
Ma perchè parli come se Jinx fosse morta? Lei ha fatto tutto in modo ragionato e basta seguire la serie per capirlo.
In realtà non l'ho specificato perché non è rilevante se è morta o no. Questa è comunque la conclusione della serie e del suo personaggio, da cui tutto il resto. Se poi in un'altra serie torna come cameo o anche come personaggio secondario poco cambia le mie critiche al finale di Arcane.
In realtà è molto importante perchè ci sono cose che si sono ricollegate alla prima stagione per quanto riguarda il suo personaggi.
Diciamo che la prima metà ci sta anche, poi però non mi è piaciuto il fatto che Jinx, Vi e di consenguenza anche Cait hanno fatto "pace" con il dramma di Vander...peccato perchè ero gasato all'inizio da Warwick, ci ho sperato fino alle fine che Vander schiattasse del tutto e rinascesse come la vera bestia che tutti conosciamo. Un pò deludente anche l'apparente(?) sacrificio di Jinx che oltretutto anche lei mi aspettavo si allineasse alla lore del gioco, tipo che alla fine grazie allo shimmer si portasse dietro le sue 3 armi contemporaneamente con un rapporto con Vi/Cait tipo Lupin-Zenigata! Io almeno me la son sempre immaginata così leggendo i loro racconti brevi 🤣
E invece visto che Zaun e Pilltover si sono unite pacificamente han giustamente tagliato fuori tutti i pg che portavano caos e scompiglio...
Altra cosa che non mi è piaciuta è la parte di Noxus e della rosa nera, se la tagliavano forse era meglio...e anche Viktor che sembra addirittura il messia, il rapporto con Jaice però ci sta più o meno...
In definitiva tecnicamente è uno spettacolo, nulla da dire, però la storia è un casino! Son convinto che han rushato e compresso/tagliato un bel pò, tenendo conto di quella news di cui si parlava degli esorbitanti costi di produzione e della virata da 5-6 stagione a 2 direi anche che tutto torna, davvero un gran peccato...
Non so se per fretta, per intromissione di Riot o per qualsivoglia altro motivo hanno distrutto gran parte di ciò che di meraviglioso aveva la prima stagione.
Una tristezza, chi la elogia non capisco se avesse il cervello acceso ad assorbire quanto appariva a schermo
ma parliamo comunque di un prodotto di altissimo livello
ci sono scene che sono incredibili e quelle viste nell'episodio 9 sono da pelle d'oca
poi va be il personaggio di victor è magnifico ed è evidente il richiamo a dottor manhattan
Poi, ci sono varie cose che non funzionano: tipo gli universi paralleli, i time loop, il fatto che il finale è una brutta copia di Evangelion ma senza psicanalisi, che è tutto rushato, che i personaggi non hanno adeguato spazio, che la prima parte della seconda stagione è soporifera
Rimane che la regia e le animazioni e, soprattutto, la realizzazione artistica sono fuori di testa.
la prima stagione come sceneggiatura era parecchio semplice
ricchi e poveri due sorelle orfane povere adottate da una brava persona che ha un passato da ribelle e un ex amico ora nemico incazzato come pochi
e le due sorelle che finiscono per perdersi
a me sembra che la seconda stagione i canovacci della prima li porta avanti
ha inserito altro e si l'ho detto anche io che hanno corso come i matti ma del resto hanno tagliato una stagione
nella sceneggiatura torna tutto comunque e viste le tematiche non era cosi semplice
io direi che il finale è grandioso
ma tutta la 9 puntata
un peccato averla vista sulla tv meritava il cinema
Il problema è sempre quello, vuoi o non vuoi quando sento parlare di questa season sento sempre decantare le lodi dell'impianto tecnico ma sento molto poco invece lato narrativo, questo perchè a conti fatti dal primo episodio in avanti le motivazioni di ogni pg sono sminchiate, il progresso logico della trama è forzato e il messaggio stesso dell'opera è completamente stravolto dalla prima stagione:
- Heimerdinger non è più un personaggio, dall'entità tragica che era nei primi 9 episodi è relegato a macchietta comica in due scene, non si interessa delle sorti del consiglio o di Pilltover stessa o dell'attentato e si crogiola nel chilling a suonare nella dimensione parallela per poi schiattare. Fosse morto nella prima stagione avrei provato qualcosa per quel personaggio, qui mi ha fatto quasi ridere
- Cayt è sostanzialmente un personaggio diverso da scena a scena a seconda di cosa richieda la trama, è ok ha nebulizzare tutto l'underground nonostante vada diametralmente contro il suo viaggio interiore nella first season, è proclamata generale supremo da un'esponente di un paese straniero e tutti son d'accordo (???), out of camera (perchè sì tutto in questa serie si svolge out of camera) decide che Ambessa non le va più bene mid season, ha sostanzialmente portato avanti una crociata per uccidere Jinx per poi perdonarla in mezza scena, è più che ok a farsi aiutare dallo scienziato pazzo a creare super soldati ...
- Jinx, il personaggio presumibilmente più tragico della prima stagione regredisce in un episodio e mezzo dall'essere una sfaccettata rappresentazione di un individuo con seri disturbi mentali a una discount Harley Quinn dopo aver incontrato una bimbetta che, vorrei oltre sottolineare, non è nemmeno un personaggio, è messa lì per avere gli occhi grandi e fare pietà quando muore, prova ne è il fatto che dopo che si fa saltare per aria manco la si sente più nominare per tutto il resto della stagione, non uno spiffero. La storia poi di lei come simbolo di ribellione cicciata fuori a caso mentre invece l'underground dovrebbe volerla più che morta per cosa ha fatto è poesia
- Singed, ricapitoliamolo perchè lui è meraviglioso: vuole riportare in vita la figlia: ok. Il piano quindi comprende creare un ibrido casavere/lupo/shimmer da riportare in vita, farsi catturare, lasciare l'ibrido correre a piede libero uccidendo ogni malcapitato, strage in prigione (qui sottolineiamo come per entrare a Stillwater la via sia una sola e Warwick a ritorno casualmente non si incrocia con Ambessa ma tutto avviene out of camera quindi è sì) si fa trovare a in cella presupponendo non lo secchino sul posto per cosa ha combinato, usare il ""rispetto"" ottenuto per farsi aiutare dal governo in carica per poi accedere alla tecnologia di Victor per curare la figlia. E tutto questo, udite udite, messo in moto quando Victor manco aveva ancora fondato la comune e quindi senza manco poter immaginare l'esistenza di simile tecnologia. Andiamo alla grande! Ne vogliamo ancora uno?
- Mel: prima si ritrova a sopravvivere non capendo bene come, poi out of camera lo intuisce (dio solo sa come) ma non dice niente a Jayce perchè sì, poi viene rapita e in mezza scena risolve un puzzle? enigma? Senza alcuna spiegazione, guizzo di sceneggiatura e/o deduzione logica, poi dopo altri 30 secondi si allea con tizia appena incontrata (sua aguzzina tra l'altro) per accoppare la madre accettando un artefatto che per quanto ne sa potrebbe anche essere una bomba, detto questo in un altra mezza scena si fa A PIEDI dio solo sa quanti chilometri dal buco di fogna in cui era fino a Pilltover, in un'altra mezza scena impara a usare la magia senza addestramento/aiuto/input di alcun tipo, sconfigge la madre ma no sai... ho cambiato idea ora non mi sta più bene che la trucidiate quindi un altro flip di mezzo secondo e batte una maga molto più esperta di lei in altri due secondi, fatto ciò ora è randomicamente uno dei pilastri di Noxus waiting for next season....
E potrei continuare accennando a Vi che ad minchiam decide di diventare un enforcer (dopo che hanno ucciso i suoi genitori) ed è d'accordo a intossicare tutti i suoi compatrioti, Ambessa che pianifica un raid di Zauniti non presenziando (quindi non potendo tenere d'occhio la situazione) dove rischia di vedere sua figlia morta e l'unico uomo di Pilltover in grado di manipolare l'Hextech (dove se ben ricordo in seguito lei si lamenta della scomparsa di Jayce non potendolo usare per manipolare la nuova tecnologia, ergo il piano senso non lo ha), i personaggi secondari nuovi buttati lì tanto per quando ognuno nella season 1 (anche il pg con meno screentime tipo Benzo) un'anima la avevano, Ekko che in qualche giorno con Heimerdinger passa da street kid senza un minimo di conoscenza a genio della fisica, il consiglio di Pilltover che decide l'invasione di Zaun non consultandosi con Jayce che ne era il membro più importante, Vi e Cayt che scopano in cella dopo che la prima ha sentito sua sorella sostanzialmente dirle che sta andando a suicidarsi...
E il problema grosso è che se avessi voglia potrei continuare, questi problemi nella season 1 non ci stavano, era una storia più intima, ragionata e mossa da personaggi con una psiche e obbiettivi ben delineati, qui ognuno va ad minchiam dove il plot comanda debbano essere. E' palese Fortiche stia mentendo quando dice che il piano era da sempre avere due stagioni, questo era materiale da 2/3 season compresso e impastato in una sola e il risultato è, ahimè, insufficiente tolto il lato tecnico ma una sceneggiatura su quello non poggia
abbiamo visto serie diverse
nella prima stagione è un giovane con un passato difficile con una mente geniale che scala le gerarchie del governo
nella seconda stagione rimane vittima della sua mente e diventa tragico il fatto che non sappia più che direzione prendere
Sono sostanzialmente d'accordo su un buon 80% di quello che hai esposto come problemi.
Personalmente di norma conferisco un peso maggiore alla dimensione narrativa rispetto a quella estetica e, pertanto, non sono disposto a chiudere un occhio tanto facilmente, nonostante il lavoro pazzesco a livello artistico.
La mala gestio dei personaggi è abbastanza evidente, molte cose sono buttate lì con eccessiva fretta e anche con contraddizioni, così come il conflitto cardine della prima stagione (Piltover/Zaun) non viene affatto risolto, bensì spostato da altri macro eventi che però non vengono introdotti con altrettanto impatto e buildup. La prima stagione aveva messo delle premesse che la seconda devia totalmente.
Per arrivare al finale che abbiamo avuto sarebbe servita un'altra stagione praticamente.
Stai parlando di Jayce, mi sa che abbiamo visto due serie diverse per davvero
infatti non sono cosi rilevanti (almeno alcune di queste voci non pesano cosi tanto in realtà) ma penso dipenda da cosa e come ci ha colpito.
Arcane è senza dubbio un capolavoro come se ne vedono pochi in giro. Onestamente parlando, non è nemmeno il genere di animazione mio preferito ma aa fine visione ho alzato le mani. strepitoso.
Colonna sonora assurdamente importante bella e signifcativa...
Praticamente 3/4 del plot non hanno un nesso logico nè internamente nè in relazione alla prima stagione e allo stato psicologico dei personaggi quando analizzati a mente fredda, è un contro importantino
Beato te... io alla fine le mani volevo alzarle contro chi ha scritto quegli ultimi 10 minuti a dir poco criminali.
Un 9 fino all'episodio 7
E un 2 per gli ultimi 2 episodi 🙃
Heimerdinger reso una macchietta.
Singed che è tutto tranne che Singed.
E la fantastica idea innovativa dei multiversi, ne sentivamo la mancanza.
Sono felice unicamente per aver visto Orianna
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