Pensando alla pop culture degli anni ’80, uno degli elementi più importanti che salta subito alla mente è quello del wrestling professionistico. In fondo, chiunque di noi abbia vissuto quegli anni anche solo di striscio ricorda chiaramente nomi come Hulk Hogan, Macho Man, Andrè The Giant, Brutus Beefcake, Ted Arcidi, Hercules Hernandez, i Legion of Doom o Iron Sheik.
Il wrestling professionistico – o, come è noto nel Sol Levante, “pro-resu” – fra gli anni ’50 e gli anni ’80, era altrettanto popolare anche in Giappone, oltre che negli Stati Uniti. Si pensi, del resto, al successo di Tiger Mask, icona sportiva e animata che negli anni ’70 incantò il Giappone a suon di pugni, calci e prese, attraverso svariati atleti reali che ne indossarono i panni, il manga o la celeberrima serie animata.
Sul finire degli anni ’70, fece la sua comparsa sui ring cartacei ed animati di tutto il Giappone un personaggio che raggiunse ben presto la popolarità di Tiger Mask, confermandosi come uno dei wrestlers più amati che l’animazione, il fumetto e i videogiochi giapponesi ci abbiano mai regalato: Kinnikuman.
ROUND 1 – MUSCOLI E RISATE
Dopo una serie di episodi pilota, Kinnikuman esordisce nel 1979 sulle pagine di Shonen Jump della Shueisha, dove durerà con successo sino al 1987, venendo poi raccolto in 37 volumi. Autori dell’opera sono un duo noto come Yudetamago (“uovo bollito”), composto dallo sceneggiatore Takashi Shimada e dal disegnatore Yoshimori Nakai.
Protagonista della storia è un personaggio oltremodo bizzarro, con labbra carnose, una strana maschera sul volto, muscoli molto sviluppati e un bizzarro marchio con la forma dell’ideogramma “niku” (carne) sulla fronte, che risponde al nome di Suguru “Kinnikuman” Kinniku.
Trattasi dell’ultimo dei supereroi, il più incapace, il più sfortunato, al punto che le autorità si trovano (controvoglia) a domandare il suo aiuto contro i malvagi mostri spaziali che invadono la Terra solo nel malaugurato caso in cui tutti gli altri supereroi, giapponesi o americani che siano, non siano disponibili.
I poteri del nostro Kinnikuman, del resto, sono tutt’altro che eccezionali, poiché oltre ad una prodigiosa forza muscolare e al consueto “beam” di cui tutti i supereroi nipponici sono dotati, le sue facoltà (di cui il marchio “niku” è un bizzarro contatore) consistono in puzzette e un ingigantimento a dismisura del suo corpo e derivano dall’aglio che ingerisce.
Il protagonista, inoltre, va pazzo per il gyuudon (piatto tipico giapponese consistente in una ciotola di riso con straccetti di manzo) e le belle ragazze, nonostante alla vista sia tutto meno che eroico.
L’intenzione originale degli autori era quella di realizzare una parodia di Ultraman e dei molteplici supereroi dei telefilm giapponesi in voga in quel periodo. Difatti, il nome “Kinnikuman” ricorda molto quello di Ultraman e nasconde in sé diversi giochi di parole. Il significato letterale del nome è “Uomo-muscoli” (dall’unione del giapponese “kinniku”, che vuol dire “muscoli”, e dell’inglese “man”), ma vi è anche un gioco di parole con “ninniku”, che significa aglio, essendo proprio l’aglio la fonte primaria dei poteri del nostro scalcinato eroe.
I primi capitoli della storia, difatti, ricalcano molto gli schemi del gag manga e presentano, in maniera episodica ed umoristica, gli scontri di Suguru e diversi mostri che minacciano il Giappone. In seguito, la storia cambia quasi completamente registro, complice anche l’incontro col minuto compatriota Meat, che rivela a Suguru un’inattesa verità sulle sue origini: il nostro non è, come credeva, un terrestre sui generis, ma il principe ereditario del pianeta Kinniku, patria dei più leggendari fra i grandi eroi dell’universo intero, finito sulla Terra da neonato per via di un assurdo equivoco.
Compito di Meat sarà quello di riportare Suguru sulla retta via e di allenarlo per bene affinché diventi un grandissimo Choujin, ossia un supereroe-lottatore di wrestling spaziale degno di assurgere al trono del pianeta Kinniku.
Che agli autori piacesse ironizzare sul wrestling lo si intuiva già dal primo capitolo e dalla presentazione del protagonista, ma non si poteva immaginare che avrebbero prima o poi trasformato la loro parodia di Ultraman in una parodia del pro-wrestling. Dal ventottesimo capitolo in poi, difatti, Kinnikuman diventa a tutti gli effetti un manga sul wrestling, pur rimanendo comunque ammantato di un’aria di demenzialità e ironia dilagante. Gli avversari di Suguru saranno lottatori provenienti da tutto il mondo e anche dai più bizzarri pianeti dell’universo. Una parata di personaggi strambi sia a livello grafico sia per le tecniche di combattimento assolutamente fuori di testa da loro utilizzate. Tra questi, i più popolari che vale la pena di citare sono il biondo cowboy texano Terryman, l’enigmatico inglese mascherato Robin Mask, il marzialista orientale Ramenman, i nazisti Brockenman e Brocken Jr., il lottatore di sumo Wolfman e lo spagnolo Buffalo Man.
Nel corso del suo svolgimento, il manga di Yudetamago si colora di una girandola di personaggi assurdi, demenziali e carismatici, la cui più importante caratteristica era quella di un citazionismo folle e una maniacale attenzione agli stereotipi dei vari paesi d’origine dei lottatori e delle loro culture. Abbiamo personaggi che sono parodie di gente che lavorava nella redazione di Shonen Jump (come l’editor Kazuo Nakano, qui diventato commentatore, o Kazuhiko Torishima, che i lettori dei manga di Akira Toriyama sicuramente conosceranno) o parodie di wrestlers o sportivi realmente esistenti (come ad esempio Chavo Guerrero senior, Abdullah The Butcher, Mil Mascaras, Peter Maivia, Roddy Piper, Ed Farhat, Dusty Rhodes, Chiyonofuji Mitsugu). Gran parte dei lottatori, invece, furono creati dai lettori stessi tramite un apposito concorso organizzato dalla rivista.
Da un semplice manga comico in stile anni ’70 che era, dunque, Kinnikuman si fa ben presto uno dei più grandi successi di Shonen Jump e uno dei padri fondatori dello shonen di combattimento, che sarà il genere più apprezzato fra le pagine della rivista nel corso degli anni ’80. E’ facilmente intuibile il legame fra il tipo di disegno, caricaturale e bizzarro, nonché l’umorismo del duo Yudetamago e quelli di Hideo Azuma o di Akira Toriyama, il cui Dragon Ball, peraltro, presenta non poche affinità con gli strambi tornei di lotta che ci presenta Kinnikuman.
Per il nostro strano eroe, dunque, arriva ben presto il successo, non solo all’interno della sua storia, ma anche quello della critica, che assegna a Kinnikuman lo Shogakukan Manga Award nella categoria Shounen nell’anno 1985, e quello del pubblico, che apprezza sempre di più la serie e i suoi personaggi.
ROUND 2 – GO! GO! MUSCLE!
Il segreto di tanto successo è presto svelato e risiede nel fatto che Kinnikuman è un’opera che fa propri diversi elementi affiancando, ad una comicità demenziale e straordinariamente efficace, una violenza a tratti esagerata ma comunque funzionale al duro mondo della lotta rappresentato fra le sue pagine. Amalgama perfettamente la comicità, i combattimenti, lo sport, la parodia, il sentimento e la fantascienza, schierando diversi personaggi dal grande carisma e dall’altrettanto grande simpatia e follia in grado di farsi amare dal lettore e di essere ricordati a lungo. Inoltre, essendo uno shounen manga, Kinnikuman presenta situazioni e tematiche quali la lealtà, l’amicizia, i combattimenti sostenuti dai personaggi in maniera drammatica senza mai arrendersi, i potenziamenti, i colpi speciali, i nemici convertiti al bene, che troveranno un gran successo negli anni a venire, contribuendo a formare un genere oggi apprezzatissimo.
Il messaggio principale della storia ci viene del resto espresso a chiare lettere da una delle strofe della sigla che apre la serie animata: “Senza amore nel cuore, non vi è alcun supereroe”.
L’anime di Kinnikuman, prodotto dalla prolifica Toei, debutta nel 1983 per concludersi tre anni dopo, raggiungendo quota 137 episodi.
Diversi nomi famosi sono coinvolti nella sua realizzazione, a cominciare dallo sceneggiatore Kenji Terada per continuare con cantanti celebri come Takayuki Miyauchi e con un cast di doppiatori di tutto rispetto, che schiera nel ruolo del protagonista Suguru un bravissimo Akira Kamiya (Kogoro Mori in Detective Conan, Ryo Saeba in City Hunter, Kenshiro in Hokuto no ken, Mendo in Uruseiyatsura, Mitaka in Maison Ikkoku, il professor Tomoe in Sailor Moon) e si avvale di innumerevoli voci del calibro di Daisuke Gouri, Michie Tomizawa, Banjou Ginga, Hideyuki Hori, Hiromi Tsuru, Masaharu Satou o Kaneto Shiozawa.
Le differenze col manga sono molteplici, come l’inserimento di diversi archi narrativi e personaggi presenti solo in versione animata e un ammorbidimento delle scene più violente.
Considerevole è anche la colonna sonora, che presenta una dozzina buona di sigle, tra opening ed ending, dal marcatissimo sound anni ’80, e un ragguardevole numero di insert songs o di temi dei vari personaggi.
La serie animata non traspone tuttavia la saga conclusiva del manga. Per vederla animata, bisogna attendere il 1991 e il debutto di Kinnikuman: Scramble for the Throne (Kinnikuman: Kinniku-sei oui soudatsu-hen), nuova serie animata in 46 puntate che si occupa di narrarne le vicende e dura sino al 1992.
Prodotta sempre dalla Toei Animation, questa seconda serie vede tuttavia cambiare i doppiatori di quasi tutti i personaggi, esclusi Suguru e Meat.
Ad affiancare le avventure televisive di Kinnikuman abbiamo anche diversi extra, capitanati da Kinnikuman: Showdown! The 7 Justice Supermen vs. The Space Samurais (Kessen! Shichinin no seigi choujin vs uchuu nobushi), uno special televisivo risalente al 1984 che presenta una parodia in salsa comico-fantascientifica de I sette samurai di Akira Kurosawa.
Si susseguono, poi, tra il 1984 e il 1987, ben sette film per il cinema, proiettati insieme a lungometraggi tratti da altri celebri anime della Toei come Dr. Slump & Arale, Captain Tsubasa, Dragon Ball o GeGeGe no Kitaro.
A questo considerevole numero di produzioni animate legate al bizzarro e muscoloso eroe si affianca anche diverso merchandising a lui dedicato. Si annoverano fra questo una linea di gomme da cancellare con le fattezze dei personaggi della storia divenuta molto popolare fra i bambini degli anni ’80, diversi videogames dedicati usciti per le console Nintendo dell’epoca e persino un pachinko a tema.
Un discorso a parte merita la linea di pupazzetti in gomma raffiguranti i personaggi della serie, perché è una linea di giocattoli che è arrivata anche in America col nome M.U.S.C.L.E. (acronimo di Millions of Unusual Small Creatures Lurking Everywhere) portandosi dietro anche un paio di videogiochi dedicati e tutta una serie di accessori. Fu realizzata tuttavia per i giocattoli una nuova storia, che non teneva conto dell’originale trama di Kinnikuman che c’era dietro, e i videogiochi furono riadattati e censurati visivamente (ad esempio eliminando lo scomodo personaggio nazista Brocken Jr.).
Questa stessa linea di giocattoli arrivò anche in Italia col nome di Exogini riscuotendo un enorme successo e ad oggi è l’unico oggetto riguardante Kinnikuman che è giunto nel nostro paese, dove tutte le produzioni cartacee ed animate (ad eccezione di una di cui parleremo più avanti) relative al personaggio creato dal duo Yudetamago sono tuttora inedite.
La popolarità raggiunta da Kinnikuman durante gli anni ’80 fu davvero enorme e il personaggio rimase molto amato anche dopo la conclusione della sua storia, perdurando anche ai giorni nostri grazie a tutta una serie di progetti di cui parleremo a breve e a diversi videogiochi dedicati usciti per le console più moderne.
Oltre ad aver influenzato gli shounen manga d’azione futuri come ad esempio Dragon Ball di Akira Toriyama o Sakigake!! Otoko juku!! di Akira Miyashita, Kinnikuman ha anche ispirato diversi personaggi di videogiochi, come ad esempio Brocken di World Heroes o Dhalsim e Vega/Bison di Street Fighter II, che traggono ispirazione da Brocken Jr.
Per far capire quanto profondo sia il segno che Kinnikuman e i suoi personaggi hanno lasciato nell’immaginario collettivo giapponese citiamo ad esempio un tragico fatto di cronaca recente, che concerne la triste scomparsa del doppiatore Daisuke Gouri.
Mentre i siti specializzati in lingua inglese o italiana hanno posto l’accento sul fatto che fosse il doppiatore di Mr. Satan in Dragon Ball, i rotocalchi giapponesi e i relativi siti Internet hanno dato la notizia titolandola “E’ morto Daisuke Gouri, il doppiatore di Robin Mask di Kinnikuman”.
ROUND 3 - RITORNO SUL RING
Nel 1998 il wrestling era profondamente cambiato.
Basta costumi colorati e personalità assurde, si era passati all’era Attitude di Steve Austin, The Rock e dei D-Generation X e tutto era diventato più “tosto”, realistico, anche crudo.
In questo periodo la Monday Night War infiammava lo Sport-Entertainment, con WWF e WCW a contendersi gli ascolti del lunedì sera, e gli occhi del mondo puntati su questa rivalità tra federazioni.
In tutto questo hype era logico aspettarsi il ritorno di Kinnikuman, e così fu.
Kinnikuman Nisei viene pubblicato su Weekly Playboy (da non confondersi con la rivista patinata di Hugh Hefner) e ha come target i fan dell’originale Kinnikuman, ora cresciuti, e anche in questo caso alcuni personaggi sono stati creati dai lettori.
Il protagonista è ora Mantaro Kinniku, figlio di Suguru ed erede al trono del pianeta Kinniku, anche se lui si rifiuta categoricamente di combattere.
Per questo motivo, quando la Terra viene attaccata dal gruppo di Choujin malvagi chiamato D.M.P., lui fugge dal pianeta Kinniku con una navicella spaziale, finendo però involontariamente sulla Terra e risvegliando da un sonno criogenico Alexandria Meat, che, così come fece con suo padre, lo indirizzerà sulla strada per diventare un vero eroe, nonché campione.
Questo sequel conterà due serie: la prima, conclusa con 29 volumi, e la seconda, Kinnikuman nisei: Kyuukyoku no choujin tag hen, tuttora in corso.
Esiste anche una versione alternativa del manga, pubblicata su V-Jump e della durata di quattro volumi, che presenta le stesse vicende dell'originale con alcune differenze, specie sugli esiti di alcuni scontri.
Se ad essere ripetutamente citati nell’originale Kinnikuman erano gli eroi dell’era Gimmick del wrestling (che si svolse negli anni ’80 e primi anni ’90 e prevedeva un approccio più “giocoso” nelle personalità dei wrestlers) in questo Nisei a ricevere svariati omaggi sono i protagonisti della sopracitata era Attitude, come Stone Cold Steve Austin (si veda lo spietato simil-zombie Bone Cold, quasi omonimo), il New World Order (il gruppo di cattivi d.M.p ha un logo praticamente identico a quello dell’N.W.O., ed inoltre ci sono coincidenze anche in alcuni membri dei due team, come Kevin Mask/Kevin Nash, molto simili d'aspetto e di nome, e Sunshine/Hollywood Hogan, essendo il primo un wrestler della passata generazione nonché il capo del gruppo, proprio come il secondo) e i D-Generation X (il gruppo di eroi sostitutivi “Generazione X”).
ROUND 4 - RI-ANIMAZIONE
Nel 2002 Toei Animation decide di produrre un anime sulla nuova serie, e il primo episodio va in onda il 9 Gennaio di quello stesso anno.
L'anime, così come il manga, affronta nuove tematiche ed entra in gioco un fattore molto importante anche nel wrestling vero, ovvero quello dei figli d'arte.
Lo stesso Mantaro, Terry the Kid, ispirato a Terry Funk come suo padre Terryman, il misterioso e indecifrabile Kevin Mask e tanti altri personaggi sono tutti figli degli eroi e dei malvagi del primo Kinnikuman, e il rapporto coi loro padri e coi padri degli altri protagonisti sarà un elemento cardine della storia, dato che molti rispettano o odiano il padre di Mantaro per via della sua gloriosa carriera, sia che si tratti di figli di suoi nemici sia di eredi dei suoi compagni più fidati, che vedono nell'originale Kinnikuman un ladro di gloria per i loro genitori.
Altri elementi trattati dalla serie sono i sentimenti d'amicizia che legano i vari personaggi e una quantità minima di romanticismo, imbevuto d'ironia più che altro, a cui vanno aggiunti alcuni voltafaccia, sia da parte di cattivi che diventano buoni sia l'opposto, proprio come accade nel wrestling reale.
La durata dell'anime sarà di 77 episodi, divisi in tre stagioni del 2002 (stagione 1, 51 episodi), 2004 (stagione 2, 13 episodi) e 2006 (stagione 3, 13 episodi), godendo anche di due produzioni cinematografiche.
La prima, risalente addirittura al 2001 (e dunque precedente all’anime), raggiungerà le sale semplicemente col titolo di Kinnikuman Nisei, e vedrà Mantaro combattere all’interno della torre di Tokyo per salvare Meat, tenuto in ostaggio da un nemico chiamato "The Cyborg".
Nel secondo, intitolato Massuru ninjin soudatsu! Choujin dai sensou, Mantaro e gli altri dovranno trovare uno speciale Ginseng per salvare una principessa.
Questo successo porterà alla creazione di svariati videogiochi per le console dell’epoca (PlayStation 2, GameCube e Game Boy Advance) dedicate alla serie.
Si può insomma dire che, anche dopo vent’anni, la leggenda di Kinnikuman continua ad appassionare i suoi fan, oltre che ad ottenerne di nuovi in giro per il mondo.
ROUND 5 - ULTIMATE MUSCLE: THE KINNIKUMAN LEGACY
Il successo clamoroso del Nisei porterà la 4Kids ad interessarsi alla serie, importandola in America e da qui nel resto del mondo.
Come è tristemente noto questa compagnia ha la tendenza a modificare graficamente i suoi anime; ecco dunque arrivare alcune censure video, come la cancellazione dei kanji dalla fronte di gran parte dei personaggi.
Dopo il passaggio in America la quasi totalità dei personaggi cambierà nome, creando anche qualche scompiglio visto che la famiglia Kinniku diventerà la famiglia Muscle, ma una famiglia Muscle, proprietaria della federazione intergalattica dove lotta Mantaro, esiste già nella serie e quando entrerà (ri-entrerà, in realtà, perchè era già comparsa nella serie originale) in scena gli adattatori la rinomineranno McMadd, chiaro riferimento alla famiglia McMahon, ovvero la proprietaria della WWE, maggiore federazione di wrestling mondiale, risultando però azzeccata essendo la struttura della famiglia in questione ispirata ad essa.
L’anime otterrà un successo notevole nella patria del wrestling, tanto da spingere Bandai e Banpresto a importare alcuni dei videogiochi dedicati alla serie negli Stati Uniti.
La serie giungerà anche in Italia, dove verrà trasmessa a partire dal 2005 sul canale satellitare Jetix (ex Fox Kids) e sulla sua versione "free" K2 (dove è attualmente ancora in programmazione), e subirà un adattamento dalle due facce.
Se da un lato abbiamo dei dialoghi censurati solo in parte (e con un criterio un po' strano: è possibile sentire la parola “bastardo” più volte nel corso della serie, nonostante ciò le cacche usate in un paio di scene comiche vengono spacciate per “insetti”), dall’altro abbiamo la traduzione italiana di tutte le mosse di wrestling usate (“Piantapaletto a Pietra Tombale” ad esempio).
Inoltre, le nazionalità di alcuni personaggi verranno cambiate, come El Nino, che mentre nella sua sopracitata nomea americana tradisce origini messicane, in realtà è un nativo della terra del Sol Levante, tant'è che il suo nome originale è The Nosonman, ovvero "Uomo del villaggio rurale", come suggerito dalla scritta in hiragana (che si trova sul petto ed è stata eliminata da 4Kids) "riso", che non è certo un prodotto tipicamente sudamericano.
Altri personaggi invece si vedranno subire modifiche di stampo caratteriale, come Wash Ass (Hollywood Bowl in occidente) che viene spacciato per attore Hollywoodiano in cerca di vendetta per il padre quando in realtà è peruviano, e colui che vuole vendicare è solo il suo maestro.
Per quel che riguarda il doppiaggio, nel ruolo di Mantaro, ribattezzato in occidente Kid Muscle e doppiato in terra d’origine da Masaya Onosaka (Jadeite in Sailor Moon, Ichi dell'Idra in Saint Seiya), troviamo Fabrizio De Flaviis (Kazuto Mori in Hungry Heart, Pierre LeBlanc in Holly e Benji Forever), mentre il suo piccolo manager Meat viene doppiato da Roberto Stocchi (Armadillomon in Digimon 02, Dyce nel ridoppiaggio di Conan ragazzo del futuro) e da Konami Yoshida (Umi in Magic Knight Rayearth) in originale.
ROUND 6 – L’EREDITA’ DI KINNIKUMAN
Nel corso degli anni, la saga di Kinnikuman è andata arricchendosi di nuove sfaccettature e di nuovi tasselli, ora ufficiali come l’effettivo secondo episodio Kinnikuman Nisei, ora meno conosciuti e di minor fortuna.
E’ da citare, ad esempio, Muscle Returns, una storia apparsa nel 1996 sulla rivista Kakutou Ace dell’editore Kadokawa e ripubblicata nel 2001 per Shueisha.
Si tratta di una sorta di episodio “di prova” per il seguito di Kinnikuman, che vede Suguru lottare contro un choujin chiamato Buki Boy che aveva precedentemente sconfitto tutti i suoi amici. La storia verrà però accantonata a favore di Kinnikuman Nisei e considerata fuori continuity in seguito a diverse incongruenze che si porta dietro rispetto alla trama di quest’ultimo.
Nondimeno, a questo episodio va il merito di aver introdotto per la prima volta, sia pure con svariate differenze rispetto al modello finale, il personaggio di Kevin Mask, che risulterà fra i più amati della serie Nisei. Nella ristampa del 2001, gli autori hanno riaggiustato la vicenda in modo da renderla in continuità con la seconda serie ufficiale, ma anche così permangono alcune incongruenze narrative che non permettono a Muscle Returns di considerarsi canonico. Un secondo episodio fuori serie, in cui viene approfondito il matrimonio di Suguru, risale al 1998 e viene pubblicato su Jump in occasione del ventinovesimo anniversario della rivista.
Dal 2008, è pubblicato a cadenza irregolare sulle pagine di Ultra Jump Egg uno spin off dal nome Kinnikuman Lady, ad opera di Masashi Ogawa. In questa versione, che fa la parodia non soltanto alla serie originale ma anche a Devilman Lady di Go Nagai, si racconta che Meat, ibernatosi, si risvegli in un mondo parallelo simile a quello che ben conosce, con la sola particolarità che tutti i choujin sono di sesso femminile. Il nostro allenatore degli eroi si trova quindi ad avere a che fare con una bizzarra e procace versione femminile di Kinnikuman, ma anche di tutti gli altri personaggi della storia originale.
Tra gli spin off di Kinnikuman, poi, ce n’è uno che merita una menzione particolare.
Serializzato a partire dal 1982 sino al 1989 (anno di sospensione della rivista) su Fresh Jump della Shueisha, Tatakae! Ramenman! è una storia alternativa con protagonista Ramenman, uno dei personaggi secondari più popolari della serie Kinnikuman. Sempre ad opera del duo Yudetamago, viene pubblicato in dodici volumi con gran successo e viene persino prodotta, a partire dal 1988, una serie animata di 35 episodi. A differenza della serie originale, che puntava sul wrestling, questo spin off è invece basato sulle arti marziali orientali e ambientato in Cina. Il protagonista, un marzialista errabondo di nome Ramenman, gira in lungo in largo scontrandosi con diversi avversari ed esperti di differenti tecniche di lotta. Non è lo stesso Ramenman che compare in Kinnikuman, bensì un suo antenato, e la storia non ha nulla a che vedere con Kinnikuman se non per il fatto che in entrambe appare un personaggio di nome Ramenman. Tuttavia, la serializzazione di questo spin off mostra ancora una volta il grandissimo interesse e amore che il pubblico giapponese aveva (e continua ad avere tuttora) nei confronti dell’opera di Takashi Shimada e Yoshimori Nakai nonché dei personaggi che la vivono. Amore che è perfettamente esemplificato non soltanto dal successo commerciale della serie, dai moltissimi autori di manga e videogiochi che ad essa si sono ispirati, dalle molteplici citazioni a Kinnikuman presenti in diversi altri manga (ad esempio in Dr.Slump & Arale, in Shaman King o in Slam Dunk), ma anche dalle parole di altri grandi del fumetto giapponese, come il già citato Akira Toriyama, che conserva l’autografo del duo Yudetamago appeso nel suo studio, oppure Eiichiro Oda, attualmente autore di punta di Shonen Jump con il suo One Piece. Personaggio ricorrente nella sua opera è infatti Pandaman, un bizzarro wrestler con la maschera da panda che compare spesso e volentieri negli sfondi sia delle tavole sia degli episodi animati. La genesi di questo personaggio così bizzarro è inaspettatamente legata a Kinnikuman, dal momento che l’autore lo creò appunto per presentarlo ad uno dei tanti concorsi per creare lottatori da inserire nella serie.
NOTE DEGLI AUTORI
Kotaro (paragrafi 1, 2, 6): Ringrazio The Narutimate Hero per avermi fatto appassionare alla serie e per l'aiuto datomi nella stesura dello scritto, in particolare negli aspetti più tecnicamente legati al wrestling, di cui si è rivelato essere un buon esperto.
The Narutimate Hero (paragrafi 3, 4, 5): Ringrazio Kotaro per il supporto, l'aiuto e la pazienza, senza le quali non sarei mai potuto riuscire a realizzare la mia prima scheda InfoExtra.
Ultimo aggiornamento: 14/09/2010
Il wrestling professionistico – o, come è noto nel Sol Levante, “pro-resu” – fra gli anni ’50 e gli anni ’80, era altrettanto popolare anche in Giappone, oltre che negli Stati Uniti. Si pensi, del resto, al successo di Tiger Mask, icona sportiva e animata che negli anni ’70 incantò il Giappone a suon di pugni, calci e prese, attraverso svariati atleti reali che ne indossarono i panni, il manga o la celeberrima serie animata.
Sul finire degli anni ’70, fece la sua comparsa sui ring cartacei ed animati di tutto il Giappone un personaggio che raggiunse ben presto la popolarità di Tiger Mask, confermandosi come uno dei wrestlers più amati che l’animazione, il fumetto e i videogiochi giapponesi ci abbiano mai regalato: Kinnikuman.
ROUND 1 – MUSCOLI E RISATE
Dopo una serie di episodi pilota, Kinnikuman esordisce nel 1979 sulle pagine di Shonen Jump della Shueisha, dove durerà con successo sino al 1987, venendo poi raccolto in 37 volumi. Autori dell’opera sono un duo noto come Yudetamago (“uovo bollito”), composto dallo sceneggiatore Takashi Shimada e dal disegnatore Yoshimori Nakai.
Protagonista della storia è un personaggio oltremodo bizzarro, con labbra carnose, una strana maschera sul volto, muscoli molto sviluppati e un bizzarro marchio con la forma dell’ideogramma “niku” (carne) sulla fronte, che risponde al nome di Suguru “Kinnikuman” Kinniku.
Trattasi dell’ultimo dei supereroi, il più incapace, il più sfortunato, al punto che le autorità si trovano (controvoglia) a domandare il suo aiuto contro i malvagi mostri spaziali che invadono la Terra solo nel malaugurato caso in cui tutti gli altri supereroi, giapponesi o americani che siano, non siano disponibili.
I poteri del nostro Kinnikuman, del resto, sono tutt’altro che eccezionali, poiché oltre ad una prodigiosa forza muscolare e al consueto “beam” di cui tutti i supereroi nipponici sono dotati, le sue facoltà (di cui il marchio “niku” è un bizzarro contatore) consistono in puzzette e un ingigantimento a dismisura del suo corpo e derivano dall’aglio che ingerisce.
Il protagonista, inoltre, va pazzo per il gyuudon (piatto tipico giapponese consistente in una ciotola di riso con straccetti di manzo) e le belle ragazze, nonostante alla vista sia tutto meno che eroico.
L’intenzione originale degli autori era quella di realizzare una parodia di Ultraman e dei molteplici supereroi dei telefilm giapponesi in voga in quel periodo. Difatti, il nome “Kinnikuman” ricorda molto quello di Ultraman e nasconde in sé diversi giochi di parole. Il significato letterale del nome è “Uomo-muscoli” (dall’unione del giapponese “kinniku”, che vuol dire “muscoli”, e dell’inglese “man”), ma vi è anche un gioco di parole con “ninniku”, che significa aglio, essendo proprio l’aglio la fonte primaria dei poteri del nostro scalcinato eroe.
I primi capitoli della storia, difatti, ricalcano molto gli schemi del gag manga e presentano, in maniera episodica ed umoristica, gli scontri di Suguru e diversi mostri che minacciano il Giappone. In seguito, la storia cambia quasi completamente registro, complice anche l’incontro col minuto compatriota Meat, che rivela a Suguru un’inattesa verità sulle sue origini: il nostro non è, come credeva, un terrestre sui generis, ma il principe ereditario del pianeta Kinniku, patria dei più leggendari fra i grandi eroi dell’universo intero, finito sulla Terra da neonato per via di un assurdo equivoco.
Compito di Meat sarà quello di riportare Suguru sulla retta via e di allenarlo per bene affinché diventi un grandissimo Choujin, ossia un supereroe-lottatore di wrestling spaziale degno di assurgere al trono del pianeta Kinniku.
Che agli autori piacesse ironizzare sul wrestling lo si intuiva già dal primo capitolo e dalla presentazione del protagonista, ma non si poteva immaginare che avrebbero prima o poi trasformato la loro parodia di Ultraman in una parodia del pro-wrestling. Dal ventottesimo capitolo in poi, difatti, Kinnikuman diventa a tutti gli effetti un manga sul wrestling, pur rimanendo comunque ammantato di un’aria di demenzialità e ironia dilagante. Gli avversari di Suguru saranno lottatori provenienti da tutto il mondo e anche dai più bizzarri pianeti dell’universo. Una parata di personaggi strambi sia a livello grafico sia per le tecniche di combattimento assolutamente fuori di testa da loro utilizzate. Tra questi, i più popolari che vale la pena di citare sono il biondo cowboy texano Terryman, l’enigmatico inglese mascherato Robin Mask, il marzialista orientale Ramenman, i nazisti Brockenman e Brocken Jr., il lottatore di sumo Wolfman e lo spagnolo Buffalo Man.
Nel corso del suo svolgimento, il manga di Yudetamago si colora di una girandola di personaggi assurdi, demenziali e carismatici, la cui più importante caratteristica era quella di un citazionismo folle e una maniacale attenzione agli stereotipi dei vari paesi d’origine dei lottatori e delle loro culture. Abbiamo personaggi che sono parodie di gente che lavorava nella redazione di Shonen Jump (come l’editor Kazuo Nakano, qui diventato commentatore, o Kazuhiko Torishima, che i lettori dei manga di Akira Toriyama sicuramente conosceranno) o parodie di wrestlers o sportivi realmente esistenti (come ad esempio Chavo Guerrero senior, Abdullah The Butcher, Mil Mascaras, Peter Maivia, Roddy Piper, Ed Farhat, Dusty Rhodes, Chiyonofuji Mitsugu). Gran parte dei lottatori, invece, furono creati dai lettori stessi tramite un apposito concorso organizzato dalla rivista.
Da un semplice manga comico in stile anni ’70 che era, dunque, Kinnikuman si fa ben presto uno dei più grandi successi di Shonen Jump e uno dei padri fondatori dello shonen di combattimento, che sarà il genere più apprezzato fra le pagine della rivista nel corso degli anni ’80. E’ facilmente intuibile il legame fra il tipo di disegno, caricaturale e bizzarro, nonché l’umorismo del duo Yudetamago e quelli di Hideo Azuma o di Akira Toriyama, il cui Dragon Ball, peraltro, presenta non poche affinità con gli strambi tornei di lotta che ci presenta Kinnikuman.
Per il nostro strano eroe, dunque, arriva ben presto il successo, non solo all’interno della sua storia, ma anche quello della critica, che assegna a Kinnikuman lo Shogakukan Manga Award nella categoria Shounen nell’anno 1985, e quello del pubblico, che apprezza sempre di più la serie e i suoi personaggi.
ROUND 2 – GO! GO! MUSCLE!
Il segreto di tanto successo è presto svelato e risiede nel fatto che Kinnikuman è un’opera che fa propri diversi elementi affiancando, ad una comicità demenziale e straordinariamente efficace, una violenza a tratti esagerata ma comunque funzionale al duro mondo della lotta rappresentato fra le sue pagine. Amalgama perfettamente la comicità, i combattimenti, lo sport, la parodia, il sentimento e la fantascienza, schierando diversi personaggi dal grande carisma e dall’altrettanto grande simpatia e follia in grado di farsi amare dal lettore e di essere ricordati a lungo. Inoltre, essendo uno shounen manga, Kinnikuman presenta situazioni e tematiche quali la lealtà, l’amicizia, i combattimenti sostenuti dai personaggi in maniera drammatica senza mai arrendersi, i potenziamenti, i colpi speciali, i nemici convertiti al bene, che troveranno un gran successo negli anni a venire, contribuendo a formare un genere oggi apprezzatissimo.
Il messaggio principale della storia ci viene del resto espresso a chiare lettere da una delle strofe della sigla che apre la serie animata: “Senza amore nel cuore, non vi è alcun supereroe”.
L’anime di Kinnikuman, prodotto dalla prolifica Toei, debutta nel 1983 per concludersi tre anni dopo, raggiungendo quota 137 episodi.
Diversi nomi famosi sono coinvolti nella sua realizzazione, a cominciare dallo sceneggiatore Kenji Terada per continuare con cantanti celebri come Takayuki Miyauchi e con un cast di doppiatori di tutto rispetto, che schiera nel ruolo del protagonista Suguru un bravissimo Akira Kamiya (Kogoro Mori in Detective Conan, Ryo Saeba in City Hunter, Kenshiro in Hokuto no ken, Mendo in Uruseiyatsura, Mitaka in Maison Ikkoku, il professor Tomoe in Sailor Moon) e si avvale di innumerevoli voci del calibro di Daisuke Gouri, Michie Tomizawa, Banjou Ginga, Hideyuki Hori, Hiromi Tsuru, Masaharu Satou o Kaneto Shiozawa.
Le differenze col manga sono molteplici, come l’inserimento di diversi archi narrativi e personaggi presenti solo in versione animata e un ammorbidimento delle scene più violente.
Considerevole è anche la colonna sonora, che presenta una dozzina buona di sigle, tra opening ed ending, dal marcatissimo sound anni ’80, e un ragguardevole numero di insert songs o di temi dei vari personaggi.
La serie animata non traspone tuttavia la saga conclusiva del manga. Per vederla animata, bisogna attendere il 1991 e il debutto di Kinnikuman: Scramble for the Throne (Kinnikuman: Kinniku-sei oui soudatsu-hen), nuova serie animata in 46 puntate che si occupa di narrarne le vicende e dura sino al 1992.
Prodotta sempre dalla Toei Animation, questa seconda serie vede tuttavia cambiare i doppiatori di quasi tutti i personaggi, esclusi Suguru e Meat.
Ad affiancare le avventure televisive di Kinnikuman abbiamo anche diversi extra, capitanati da Kinnikuman: Showdown! The 7 Justice Supermen vs. The Space Samurais (Kessen! Shichinin no seigi choujin vs uchuu nobushi), uno special televisivo risalente al 1984 che presenta una parodia in salsa comico-fantascientifica de I sette samurai di Akira Kurosawa.
Si susseguono, poi, tra il 1984 e il 1987, ben sette film per il cinema, proiettati insieme a lungometraggi tratti da altri celebri anime della Toei come Dr. Slump & Arale, Captain Tsubasa, Dragon Ball o GeGeGe no Kitaro.
TITOLO INTERNAZIONALE | TITOLO ORIGINALE | ANNO |
Kinnikuman: Stolen Championship Belt | Kinnikuman: Ubawareta Chanpion beruto | 1984 |
Great Riot! Justice superman! | Oo abare! Seiji choujin! | 1984 |
Justice supermen vs Ancient supermen | Seiji choujin vs koudai choujin | 1985 |
Counterattack! The underground space choujins! | Gyakushuu! Uchuu kakure choujin! | 1985 |
Hour of triumph! Justice superman! | Haresugata! Seiji choujin! | 1985 |
Crisis in New York | Nyuu Yooku kiki ippatsu | 1986 |
Justice supermen vs fighter supermen | Seiji choujin vs Senshi choujin | 1987 |
A questo considerevole numero di produzioni animate legate al bizzarro e muscoloso eroe si affianca anche diverso merchandising a lui dedicato. Si annoverano fra questo una linea di gomme da cancellare con le fattezze dei personaggi della storia divenuta molto popolare fra i bambini degli anni ’80, diversi videogames dedicati usciti per le console Nintendo dell’epoca e persino un pachinko a tema.
Un discorso a parte merita la linea di pupazzetti in gomma raffiguranti i personaggi della serie, perché è una linea di giocattoli che è arrivata anche in America col nome M.U.S.C.L.E. (acronimo di Millions of Unusual Small Creatures Lurking Everywhere) portandosi dietro anche un paio di videogiochi dedicati e tutta una serie di accessori. Fu realizzata tuttavia per i giocattoli una nuova storia, che non teneva conto dell’originale trama di Kinnikuman che c’era dietro, e i videogiochi furono riadattati e censurati visivamente (ad esempio eliminando lo scomodo personaggio nazista Brocken Jr.).
Questa stessa linea di giocattoli arrivò anche in Italia col nome di Exogini riscuotendo un enorme successo e ad oggi è l’unico oggetto riguardante Kinnikuman che è giunto nel nostro paese, dove tutte le produzioni cartacee ed animate (ad eccezione di una di cui parleremo più avanti) relative al personaggio creato dal duo Yudetamago sono tuttora inedite.
La popolarità raggiunta da Kinnikuman durante gli anni ’80 fu davvero enorme e il personaggio rimase molto amato anche dopo la conclusione della sua storia, perdurando anche ai giorni nostri grazie a tutta una serie di progetti di cui parleremo a breve e a diversi videogiochi dedicati usciti per le console più moderne.
Oltre ad aver influenzato gli shounen manga d’azione futuri come ad esempio Dragon Ball di Akira Toriyama o Sakigake!! Otoko juku!! di Akira Miyashita, Kinnikuman ha anche ispirato diversi personaggi di videogiochi, come ad esempio Brocken di World Heroes o Dhalsim e Vega/Bison di Street Fighter II, che traggono ispirazione da Brocken Jr.
Per far capire quanto profondo sia il segno che Kinnikuman e i suoi personaggi hanno lasciato nell’immaginario collettivo giapponese citiamo ad esempio un tragico fatto di cronaca recente, che concerne la triste scomparsa del doppiatore Daisuke Gouri.
Mentre i siti specializzati in lingua inglese o italiana hanno posto l’accento sul fatto che fosse il doppiatore di Mr. Satan in Dragon Ball, i rotocalchi giapponesi e i relativi siti Internet hanno dato la notizia titolandola “E’ morto Daisuke Gouri, il doppiatore di Robin Mask di Kinnikuman”.
ROUND 3 - RITORNO SUL RING
Nel 1998 il wrestling era profondamente cambiato.
Basta costumi colorati e personalità assurde, si era passati all’era Attitude di Steve Austin, The Rock e dei D-Generation X e tutto era diventato più “tosto”, realistico, anche crudo.
In questo periodo la Monday Night War infiammava lo Sport-Entertainment, con WWF e WCW a contendersi gli ascolti del lunedì sera, e gli occhi del mondo puntati su questa rivalità tra federazioni.
In tutto questo hype era logico aspettarsi il ritorno di Kinnikuman, e così fu.
Kinnikuman Nisei viene pubblicato su Weekly Playboy (da non confondersi con la rivista patinata di Hugh Hefner) e ha come target i fan dell’originale Kinnikuman, ora cresciuti, e anche in questo caso alcuni personaggi sono stati creati dai lettori.
Il protagonista è ora Mantaro Kinniku, figlio di Suguru ed erede al trono del pianeta Kinniku, anche se lui si rifiuta categoricamente di combattere.
Per questo motivo, quando la Terra viene attaccata dal gruppo di Choujin malvagi chiamato D.M.P., lui fugge dal pianeta Kinniku con una navicella spaziale, finendo però involontariamente sulla Terra e risvegliando da un sonno criogenico Alexandria Meat, che, così come fece con suo padre, lo indirizzerà sulla strada per diventare un vero eroe, nonché campione.
Questo sequel conterà due serie: la prima, conclusa con 29 volumi, e la seconda, Kinnikuman nisei: Kyuukyoku no choujin tag hen, tuttora in corso.
Esiste anche una versione alternativa del manga, pubblicata su V-Jump e della durata di quattro volumi, che presenta le stesse vicende dell'originale con alcune differenze, specie sugli esiti di alcuni scontri.
Se ad essere ripetutamente citati nell’originale Kinnikuman erano gli eroi dell’era Gimmick del wrestling (che si svolse negli anni ’80 e primi anni ’90 e prevedeva un approccio più “giocoso” nelle personalità dei wrestlers) in questo Nisei a ricevere svariati omaggi sono i protagonisti della sopracitata era Attitude, come Stone Cold Steve Austin (si veda lo spietato simil-zombie Bone Cold, quasi omonimo), il New World Order (il gruppo di cattivi d.M.p ha un logo praticamente identico a quello dell’N.W.O., ed inoltre ci sono coincidenze anche in alcuni membri dei due team, come Kevin Mask/Kevin Nash, molto simili d'aspetto e di nome, e Sunshine/Hollywood Hogan, essendo il primo un wrestler della passata generazione nonché il capo del gruppo, proprio come il secondo) e i D-Generation X (il gruppo di eroi sostitutivi “Generazione X”).
ROUND 4 - RI-ANIMAZIONE
Nel 2002 Toei Animation decide di produrre un anime sulla nuova serie, e il primo episodio va in onda il 9 Gennaio di quello stesso anno.
L'anime, così come il manga, affronta nuove tematiche ed entra in gioco un fattore molto importante anche nel wrestling vero, ovvero quello dei figli d'arte.
Lo stesso Mantaro, Terry the Kid, ispirato a Terry Funk come suo padre Terryman, il misterioso e indecifrabile Kevin Mask e tanti altri personaggi sono tutti figli degli eroi e dei malvagi del primo Kinnikuman, e il rapporto coi loro padri e coi padri degli altri protagonisti sarà un elemento cardine della storia, dato che molti rispettano o odiano il padre di Mantaro per via della sua gloriosa carriera, sia che si tratti di figli di suoi nemici sia di eredi dei suoi compagni più fidati, che vedono nell'originale Kinnikuman un ladro di gloria per i loro genitori.
Altri elementi trattati dalla serie sono i sentimenti d'amicizia che legano i vari personaggi e una quantità minima di romanticismo, imbevuto d'ironia più che altro, a cui vanno aggiunti alcuni voltafaccia, sia da parte di cattivi che diventano buoni sia l'opposto, proprio come accade nel wrestling reale.
La durata dell'anime sarà di 77 episodi, divisi in tre stagioni del 2002 (stagione 1, 51 episodi), 2004 (stagione 2, 13 episodi) e 2006 (stagione 3, 13 episodi), godendo anche di due produzioni cinematografiche.
La prima, risalente addirittura al 2001 (e dunque precedente all’anime), raggiungerà le sale semplicemente col titolo di Kinnikuman Nisei, e vedrà Mantaro combattere all’interno della torre di Tokyo per salvare Meat, tenuto in ostaggio da un nemico chiamato "The Cyborg".
Nel secondo, intitolato Massuru ninjin soudatsu! Choujin dai sensou, Mantaro e gli altri dovranno trovare uno speciale Ginseng per salvare una principessa.
Questo successo porterà alla creazione di svariati videogiochi per le console dell’epoca (PlayStation 2, GameCube e Game Boy Advance) dedicate alla serie.
Si può insomma dire che, anche dopo vent’anni, la leggenda di Kinnikuman continua ad appassionare i suoi fan, oltre che ad ottenerne di nuovi in giro per il mondo.
ROUND 5 - ULTIMATE MUSCLE: THE KINNIKUMAN LEGACY
Il successo clamoroso del Nisei porterà la 4Kids ad interessarsi alla serie, importandola in America e da qui nel resto del mondo.
Come è tristemente noto questa compagnia ha la tendenza a modificare graficamente i suoi anime; ecco dunque arrivare alcune censure video, come la cancellazione dei kanji dalla fronte di gran parte dei personaggi.
Dopo il passaggio in America la quasi totalità dei personaggi cambierà nome, creando anche qualche scompiglio visto che la famiglia Kinniku diventerà la famiglia Muscle, ma una famiglia Muscle, proprietaria della federazione intergalattica dove lotta Mantaro, esiste già nella serie e quando entrerà (ri-entrerà, in realtà, perchè era già comparsa nella serie originale) in scena gli adattatori la rinomineranno McMadd, chiaro riferimento alla famiglia McMahon, ovvero la proprietaria della WWE, maggiore federazione di wrestling mondiale, risultando però azzeccata essendo la struttura della famiglia in questione ispirata ad essa.
L’anime otterrà un successo notevole nella patria del wrestling, tanto da spingere Bandai e Banpresto a importare alcuni dei videogiochi dedicati alla serie negli Stati Uniti.
La serie giungerà anche in Italia, dove verrà trasmessa a partire dal 2005 sul canale satellitare Jetix (ex Fox Kids) e sulla sua versione "free" K2 (dove è attualmente ancora in programmazione), e subirà un adattamento dalle due facce.
Se da un lato abbiamo dei dialoghi censurati solo in parte (e con un criterio un po' strano: è possibile sentire la parola “bastardo” più volte nel corso della serie, nonostante ciò le cacche usate in un paio di scene comiche vengono spacciate per “insetti”), dall’altro abbiamo la traduzione italiana di tutte le mosse di wrestling usate (“Piantapaletto a Pietra Tombale” ad esempio).
Inoltre, le nazionalità di alcuni personaggi verranno cambiate, come El Nino, che mentre nella sua sopracitata nomea americana tradisce origini messicane, in realtà è un nativo della terra del Sol Levante, tant'è che il suo nome originale è The Nosonman, ovvero "Uomo del villaggio rurale", come suggerito dalla scritta in hiragana (che si trova sul petto ed è stata eliminata da 4Kids) "riso", che non è certo un prodotto tipicamente sudamericano.
Altri personaggi invece si vedranno subire modifiche di stampo caratteriale, come Wash Ass (Hollywood Bowl in occidente) che viene spacciato per attore Hollywoodiano in cerca di vendetta per il padre quando in realtà è peruviano, e colui che vuole vendicare è solo il suo maestro.
Per quel che riguarda il doppiaggio, nel ruolo di Mantaro, ribattezzato in occidente Kid Muscle e doppiato in terra d’origine da Masaya Onosaka (Jadeite in Sailor Moon, Ichi dell'Idra in Saint Seiya), troviamo Fabrizio De Flaviis (Kazuto Mori in Hungry Heart, Pierre LeBlanc in Holly e Benji Forever), mentre il suo piccolo manager Meat viene doppiato da Roberto Stocchi (Armadillomon in Digimon 02, Dyce nel ridoppiaggio di Conan ragazzo del futuro) e da Konami Yoshida (Umi in Magic Knight Rayearth) in originale.
ROUND 6 – L’EREDITA’ DI KINNIKUMAN
Nel corso degli anni, la saga di Kinnikuman è andata arricchendosi di nuove sfaccettature e di nuovi tasselli, ora ufficiali come l’effettivo secondo episodio Kinnikuman Nisei, ora meno conosciuti e di minor fortuna.
E’ da citare, ad esempio, Muscle Returns, una storia apparsa nel 1996 sulla rivista Kakutou Ace dell’editore Kadokawa e ripubblicata nel 2001 per Shueisha.
Si tratta di una sorta di episodio “di prova” per il seguito di Kinnikuman, che vede Suguru lottare contro un choujin chiamato Buki Boy che aveva precedentemente sconfitto tutti i suoi amici. La storia verrà però accantonata a favore di Kinnikuman Nisei e considerata fuori continuity in seguito a diverse incongruenze che si porta dietro rispetto alla trama di quest’ultimo.
Nondimeno, a questo episodio va il merito di aver introdotto per la prima volta, sia pure con svariate differenze rispetto al modello finale, il personaggio di Kevin Mask, che risulterà fra i più amati della serie Nisei. Nella ristampa del 2001, gli autori hanno riaggiustato la vicenda in modo da renderla in continuità con la seconda serie ufficiale, ma anche così permangono alcune incongruenze narrative che non permettono a Muscle Returns di considerarsi canonico. Un secondo episodio fuori serie, in cui viene approfondito il matrimonio di Suguru, risale al 1998 e viene pubblicato su Jump in occasione del ventinovesimo anniversario della rivista.
Dal 2008, è pubblicato a cadenza irregolare sulle pagine di Ultra Jump Egg uno spin off dal nome Kinnikuman Lady, ad opera di Masashi Ogawa. In questa versione, che fa la parodia non soltanto alla serie originale ma anche a Devilman Lady di Go Nagai, si racconta che Meat, ibernatosi, si risvegli in un mondo parallelo simile a quello che ben conosce, con la sola particolarità che tutti i choujin sono di sesso femminile. Il nostro allenatore degli eroi si trova quindi ad avere a che fare con una bizzarra e procace versione femminile di Kinnikuman, ma anche di tutti gli altri personaggi della storia originale.
Tra gli spin off di Kinnikuman, poi, ce n’è uno che merita una menzione particolare.
Serializzato a partire dal 1982 sino al 1989 (anno di sospensione della rivista) su Fresh Jump della Shueisha, Tatakae! Ramenman! è una storia alternativa con protagonista Ramenman, uno dei personaggi secondari più popolari della serie Kinnikuman. Sempre ad opera del duo Yudetamago, viene pubblicato in dodici volumi con gran successo e viene persino prodotta, a partire dal 1988, una serie animata di 35 episodi. A differenza della serie originale, che puntava sul wrestling, questo spin off è invece basato sulle arti marziali orientali e ambientato in Cina. Il protagonista, un marzialista errabondo di nome Ramenman, gira in lungo in largo scontrandosi con diversi avversari ed esperti di differenti tecniche di lotta. Non è lo stesso Ramenman che compare in Kinnikuman, bensì un suo antenato, e la storia non ha nulla a che vedere con Kinnikuman se non per il fatto che in entrambe appare un personaggio di nome Ramenman. Tuttavia, la serializzazione di questo spin off mostra ancora una volta il grandissimo interesse e amore che il pubblico giapponese aveva (e continua ad avere tuttora) nei confronti dell’opera di Takashi Shimada e Yoshimori Nakai nonché dei personaggi che la vivono. Amore che è perfettamente esemplificato non soltanto dal successo commerciale della serie, dai moltissimi autori di manga e videogiochi che ad essa si sono ispirati, dalle molteplici citazioni a Kinnikuman presenti in diversi altri manga (ad esempio in Dr.Slump & Arale, in Shaman King o in Slam Dunk), ma anche dalle parole di altri grandi del fumetto giapponese, come il già citato Akira Toriyama, che conserva l’autografo del duo Yudetamago appeso nel suo studio, oppure Eiichiro Oda, attualmente autore di punta di Shonen Jump con il suo One Piece. Personaggio ricorrente nella sua opera è infatti Pandaman, un bizzarro wrestler con la maschera da panda che compare spesso e volentieri negli sfondi sia delle tavole sia degli episodi animati. La genesi di questo personaggio così bizzarro è inaspettatamente legata a Kinnikuman, dal momento che l’autore lo creò appunto per presentarlo ad uno dei tanti concorsi per creare lottatori da inserire nella serie.
NOTE DEGLI AUTORI
Kotaro (paragrafi 1, 2, 6): Ringrazio The Narutimate Hero per avermi fatto appassionare alla serie e per l'aiuto datomi nella stesura dello scritto, in particolare negli aspetti più tecnicamente legati al wrestling, di cui si è rivelato essere un buon esperto.
The Narutimate Hero (paragrafi 3, 4, 5): Ringrazio Kotaro per il supporto, l'aiuto e la pazienza, senza le quali non sarei mai potuto riuscire a realizzare la mia prima scheda InfoExtra.
Ultimo aggiornamento: 14/09/2010
Autori: Kotaro, The Narutimate Hero