Vexille, film di Shinji Aramaki, non ha avuto in patria la medesima considerazione del precedente Appleseed 2004. Uscito nell'agosto 2007 era riuscito a malapena a entrare nella Top ten dei dieci film più visti al cinema e in seguito, grazie all’edizione in DVD, è solo riuscito in parte a recuperare.
Si attendono ora i risultati sul mercato internazionale: proprio questo mese uscirà in USA. Le premesse sono buone, e nei vari festival occidentali ha ben figurato, per esempio al Festival di Filadelfia è stato premiato come Best Animation Film.
Nelle scorse settimane 'Anime News Network' ha segnalato un'interessante intervista al regista Aramaki, pubblicata sul sito 'Twitch' e realizzata da Peter Van der Lugt durante il Festival Internazionale del Cinema di Rotterdam.
Traduzione dell’intervista a cura di Wingzeta:
Ha affermato in passato che, dopo il primo Appleseed, voleva raggiungere un pubblico diverso con Ex Machina. In modo particolare avete detto che i fan degli anime sarebbero stati comunque considerati, ma che avreste lavorato in maniera tale da rendere questo film più accessibile “alla folla di Hollywood e di Prada”. Come avete realizzato questa idea nel film?
Aramaki-san: Abbiamo realizzato il primo Appleseed avendo come riferimento principale i fan degli anime, ma
probabilmente per l'uso di computer grafica 3D abbiamo finito per raggiungere una platea molto più grande di quanto previsto.
Abbiamo pensato “wow, come è possibile raggiungere un pubblico più vasto?”, perciò per il secondo film abbiamo cercato di portarlo ad un livello superiore e vedere quanto grande potesse diventare questa platea.
Il successo del primo film ha fatto in modo che il produttore John Woo e anche Prada (il famoso stilista, che ha creato alcuni costumi per il film) siano saliti a bordo. In realtà non sono stato coinvolto direttamente in queste cose, sono state decise dal team di produzione.
con questo film siamo davvero riusciti a raggiungere una fetta di pubblico maggiore, ne sono certo.
Avrei preferito che il film avesse avuto un maggior successo domestico di quanto ha avuto, ma sono soddisfatto del risultato.
Il solo essere stato coinvolto in questa produzione per me significa molto, ad esempio essere stato invitato in molti festival del cinema, vedendo che ovunque il pubblico rispondeva in modo positivo. Sì, questo significa molto per me, sono abbastanza soddisfatto.
Se possiamo approfondire: lei in passato aveva detto che il secondo film avrebbe portato ad uno maggior sviluppo del design rispetto al primo. Tuttavia gli spettatori non sembrano avvertire questa evoluzione e non notano molta differenza. Quali cambiamenti ha introdotto in Appleseed: Ex Machina?
Aramaki-san: Beh, penso che se guardaste le espressioni dei volti, se non cercate le novità nelle grandi scene di azione, ma nei volti, riuscireste a vedere le differenze: i volti sono molto più espressivi e dettagliati, riescono a comunicare meglio le emozioni.
Il nostro primo tentativo, in cui cercavamo di emulare la realtà, non è riuscito nel migliore dei modi. Qualcosa è andato perso, le tinte erano troppo nitide, troppo fredde. Ora credo che le cose siano molto migliorate, abbiamo rimosso questa sensazione di disagio che la gente poteva avvertire attraverso la computer grafica.
Quindi non è una rivoluzione, ma piuttosto un aggiornamento di quanto uscito tre anni fa?
Aramaki-san: Considerando quello che è l’indirizzo del film, l’elemento spettacolare non molto è cambiato. D’altra parte il mio background e le mie competenze riguardano il mondo della progettazione meccanica e dell'architettura, e se io considero quel che avevo creato prima di questo film, devo ammettere che l'interesse per l’elemento umano non è stato il mio punto di forza. Per “Ex Machina” ho cercato proprio di sviluppare proprio quella parte ed è stato molto piacevole e interessante.
A proposito di esperienza: lei è considerato uno specialista di progettazione meccanica e visiva, ma lavorando sul film Appleseed ha dovuto basare i suoi disegni sul tratto di Masamune Shirow, altro esperto di progettazione meccanica. Questo ha reso il lavoro più facile o più difficile?
Aramaki-san: Masamune Shirow e io lavoriamo bene insieme, infatti apparteniamo alla stessa generazione. Ho sempre tenuto in grande considerazione il suo lavoro, si può dire che io sia un suo ammiratore. Quindi... mmh… che devo dire? E' stato nel medesimo tempo facile difficile… la maggior parte del tempo è stato divertente. Era forse difficile in alcuni momenti, ma mai irritante. Mi è stato permesso di essere creativo con i suoi disegni, e… come dire? Portarli in vita.
Ma quanto siete stato costretto ad aderire ai disegni di Shirow? Avete avuto la libertà di lasciare la vostra impronta sui disegni?
Aramaki-san: No. Non ho mai cercato di metterci il mio “tocco” nelle opere che Shirow ha realizzato vent’anni fa per il manga. E’ stato solo necessario aggiornarle un po’, anche se in base ad una sua richiesta. Per cui non abbiamo cercato di riportare i suoi disegni nella nostra opera, ma abbiamo tentato di renderli attuali, in fin dei conti risalgono agli anni '80.
Mi piacerebbe farle un’altra domanda sullo stile. Guardando la sequenza di apertura e le scene di azione è evidente l'influenza del produttore del film, John Woo. In che altri modi John Woo ha contribuito a questo film?
Aramaki-san: In effetti l’influenza di Joon Woo si è estesa su tutto il film, non solo sulle scene iniziali. Devo dire che non ha sottoposto il film a un controllo stretto, ma si è sempre molto informato sull’andamento dei lavori.
Ovviamente ha voluto visionare anche le scene d’azione, ma in realtà noto di più il suo tocco sul carattere di Aecus (uno dei protagonisti principali), visto che ha spinto e lavorato per rendere più umano il comportamento del personaggio: “Date un po’ più di personalità”, “Metti un po' di romanticismo in questa scena”...
Ha operato come consulente generale, sono stato libero di scegliere, ovviamente, considerando l’ esperienza di John Woo, spesso ho deciso solo dopo aver sentito la sua opinione.
Una domanda diversa: inizialmente, quando erano apparsi i primi screenshot del primo Appleseed, anni fa, si è parlato di quel film come del primo di una trilogia, se ovviamente avesse avuto successo.
Sono ancora quelle le intenzioni? Il secondo film non sembra la parte centrale di una trilogia, è più simile a una storia a se stante. L’impressione è che, continuando su questa linea di sviluppo si potrebbero realizzare facilmente sette, otto film.
Inoltre, anche se l'impostazione generale è la stessa, le storyline di una e due realtà non sembrano adatte, perciò non sembra che lei stia lavorando per arrivare a modo suo al gran finale nel prossimo film.
Aramaki-san: (ride) “Ex Machina”, la seconda parte di una trilogia… sì e no.
E’ chiaro: da un lato non si vogliono confondere i nuovi fan del film Ex Machina, dall’altro si vuol dare ai fan della prima parte, qualcosa che rappresenti il seguito di quello che già sanno. Abbiamo cercato di includere entrambi questi elementi, per attirare nuovi fan e mantenere i vecchi. Così abbiamo deciso di fare qualcosa di molto simile a un nuovo inizio più che a una seconda parte due, su questo hai ragione. Personalmente, se saremo in grado di continuare a fare opere come questa, mi piacerebbe. Vedremo.
Se posso fare questa domanda, che può sembrare irriverente, ma non sto cercando di essere irritante, solo curioso: nel film c’è una scena di sepoltura, con moltissima pioggia. Nel resto del film non ne cade nemmeno una goccia, ma in quella scena c’è un diluvio. Una scena che è tipica di alcuni film di John Woo e nei suoi film funziona, ne caratterizza lo stile cartoonesco.
In Ex Machina appare come un orribile cliché. Perché avete deciso di realizzarla?
Aramaki-san: (ridendo ancora di più). In effetti volevo soltanto creare un momento di sosta nell’azione del film. Questa scena è stata realizzata per modificare il ritmo e ho voluto sottolineare con la pioggia la cosa.
Subito dopo c’erano alcune conversazioni con la famiglia delle persone defunte e per questo ho voluto usare la pioggia. Le scene di dialogo, alla fine, sono state eliminate in sala montaggio e così è rimasta solo una scena di pioggia, corta fra l’altro.
Apprezzo molto le opere dello Studio Ghibli. Ho letto, da qualche parte, che lei possiede un audio-tape, un nastro audio del film di Hayao Miyazaki “Lupin III: Il castello di Cagliostro” e lo ascolta spesso. Mi chiedevo se l’opera del maestro Miyazaki la abbia influenzata, e quanto. Perché il suo stile non è evidente nel suo lavoro.
Aramaki-san: E’ vero. Mi chiedo quanto si sappia di questo. In passato, quando ero ancora un operaio in una fabbrica, non potendo acquistare il DVD o comprare video, ero riuscito a procurarmi il registratore a nastro e registrare l’audio. Lo ascoltavo durante i turni di lavoro.
L’influenza di Hayao Miyazaki è notevole, però non direi come ispirazione diretta, ma come parte integrante del lavoro che io faccio. In realtà Miyazaki è parte integrante, un riferimento, per tutti coloro che operano nell’animazione nipponica.
Fonti:
Anime News Network, Twitch, Filadelfia Awards.
Si attendono ora i risultati sul mercato internazionale: proprio questo mese uscirà in USA. Le premesse sono buone, e nei vari festival occidentali ha ben figurato, per esempio al Festival di Filadelfia è stato premiato come Best Animation Film.
Nelle scorse settimane 'Anime News Network' ha segnalato un'interessante intervista al regista Aramaki, pubblicata sul sito 'Twitch' e realizzata da Peter Van der Lugt durante il Festival Internazionale del Cinema di Rotterdam.
Traduzione dell’intervista a cura di Wingzeta:
Ha affermato in passato che, dopo il primo Appleseed, voleva raggiungere un pubblico diverso con Ex Machina. In modo particolare avete detto che i fan degli anime sarebbero stati comunque considerati, ma che avreste lavorato in maniera tale da rendere questo film più accessibile “alla folla di Hollywood e di Prada”. Come avete realizzato questa idea nel film?
Aramaki-san: Abbiamo realizzato il primo Appleseed avendo come riferimento principale i fan degli anime, ma
probabilmente per l'uso di computer grafica 3D abbiamo finito per raggiungere una platea molto più grande di quanto previsto.
Abbiamo pensato “wow, come è possibile raggiungere un pubblico più vasto?”, perciò per il secondo film abbiamo cercato di portarlo ad un livello superiore e vedere quanto grande potesse diventare questa platea.
Il successo del primo film ha fatto in modo che il produttore John Woo e anche Prada (il famoso stilista, che ha creato alcuni costumi per il film) siano saliti a bordo. In realtà non sono stato coinvolto direttamente in queste cose, sono state decise dal team di produzione.
con questo film siamo davvero riusciti a raggiungere una fetta di pubblico maggiore, ne sono certo.
Avrei preferito che il film avesse avuto un maggior successo domestico di quanto ha avuto, ma sono soddisfatto del risultato.
Il solo essere stato coinvolto in questa produzione per me significa molto, ad esempio essere stato invitato in molti festival del cinema, vedendo che ovunque il pubblico rispondeva in modo positivo. Sì, questo significa molto per me, sono abbastanza soddisfatto.
Se possiamo approfondire: lei in passato aveva detto che il secondo film avrebbe portato ad uno maggior sviluppo del design rispetto al primo. Tuttavia gli spettatori non sembrano avvertire questa evoluzione e non notano molta differenza. Quali cambiamenti ha introdotto in Appleseed: Ex Machina?
Aramaki-san: Beh, penso che se guardaste le espressioni dei volti, se non cercate le novità nelle grandi scene di azione, ma nei volti, riuscireste a vedere le differenze: i volti sono molto più espressivi e dettagliati, riescono a comunicare meglio le emozioni.
Il nostro primo tentativo, in cui cercavamo di emulare la realtà, non è riuscito nel migliore dei modi. Qualcosa è andato perso, le tinte erano troppo nitide, troppo fredde. Ora credo che le cose siano molto migliorate, abbiamo rimosso questa sensazione di disagio che la gente poteva avvertire attraverso la computer grafica.
Quindi non è una rivoluzione, ma piuttosto un aggiornamento di quanto uscito tre anni fa?
Aramaki-san: Considerando quello che è l’indirizzo del film, l’elemento spettacolare non molto è cambiato. D’altra parte il mio background e le mie competenze riguardano il mondo della progettazione meccanica e dell'architettura, e se io considero quel che avevo creato prima di questo film, devo ammettere che l'interesse per l’elemento umano non è stato il mio punto di forza. Per “Ex Machina” ho cercato proprio di sviluppare proprio quella parte ed è stato molto piacevole e interessante.
A proposito di esperienza: lei è considerato uno specialista di progettazione meccanica e visiva, ma lavorando sul film Appleseed ha dovuto basare i suoi disegni sul tratto di Masamune Shirow, altro esperto di progettazione meccanica. Questo ha reso il lavoro più facile o più difficile?
Aramaki-san: Masamune Shirow e io lavoriamo bene insieme, infatti apparteniamo alla stessa generazione. Ho sempre tenuto in grande considerazione il suo lavoro, si può dire che io sia un suo ammiratore. Quindi... mmh… che devo dire? E' stato nel medesimo tempo facile difficile… la maggior parte del tempo è stato divertente. Era forse difficile in alcuni momenti, ma mai irritante. Mi è stato permesso di essere creativo con i suoi disegni, e… come dire? Portarli in vita.
Ma quanto siete stato costretto ad aderire ai disegni di Shirow? Avete avuto la libertà di lasciare la vostra impronta sui disegni?
Aramaki-san: No. Non ho mai cercato di metterci il mio “tocco” nelle opere che Shirow ha realizzato vent’anni fa per il manga. E’ stato solo necessario aggiornarle un po’, anche se in base ad una sua richiesta. Per cui non abbiamo cercato di riportare i suoi disegni nella nostra opera, ma abbiamo tentato di renderli attuali, in fin dei conti risalgono agli anni '80.
Mi piacerebbe farle un’altra domanda sullo stile. Guardando la sequenza di apertura e le scene di azione è evidente l'influenza del produttore del film, John Woo. In che altri modi John Woo ha contribuito a questo film?
Aramaki-san: In effetti l’influenza di Joon Woo si è estesa su tutto il film, non solo sulle scene iniziali. Devo dire che non ha sottoposto il film a un controllo stretto, ma si è sempre molto informato sull’andamento dei lavori.
Ovviamente ha voluto visionare anche le scene d’azione, ma in realtà noto di più il suo tocco sul carattere di Aecus (uno dei protagonisti principali), visto che ha spinto e lavorato per rendere più umano il comportamento del personaggio: “Date un po’ più di personalità”, “Metti un po' di romanticismo in questa scena”...
Ha operato come consulente generale, sono stato libero di scegliere, ovviamente, considerando l’ esperienza di John Woo, spesso ho deciso solo dopo aver sentito la sua opinione.
Una domanda diversa: inizialmente, quando erano apparsi i primi screenshot del primo Appleseed, anni fa, si è parlato di quel film come del primo di una trilogia, se ovviamente avesse avuto successo.
Sono ancora quelle le intenzioni? Il secondo film non sembra la parte centrale di una trilogia, è più simile a una storia a se stante. L’impressione è che, continuando su questa linea di sviluppo si potrebbero realizzare facilmente sette, otto film.
Inoltre, anche se l'impostazione generale è la stessa, le storyline di una e due realtà non sembrano adatte, perciò non sembra che lei stia lavorando per arrivare a modo suo al gran finale nel prossimo film.
Aramaki-san: (ride) “Ex Machina”, la seconda parte di una trilogia… sì e no.
E’ chiaro: da un lato non si vogliono confondere i nuovi fan del film Ex Machina, dall’altro si vuol dare ai fan della prima parte, qualcosa che rappresenti il seguito di quello che già sanno. Abbiamo cercato di includere entrambi questi elementi, per attirare nuovi fan e mantenere i vecchi. Così abbiamo deciso di fare qualcosa di molto simile a un nuovo inizio più che a una seconda parte due, su questo hai ragione. Personalmente, se saremo in grado di continuare a fare opere come questa, mi piacerebbe. Vedremo.
Se posso fare questa domanda, che può sembrare irriverente, ma non sto cercando di essere irritante, solo curioso: nel film c’è una scena di sepoltura, con moltissima pioggia. Nel resto del film non ne cade nemmeno una goccia, ma in quella scena c’è un diluvio. Una scena che è tipica di alcuni film di John Woo e nei suoi film funziona, ne caratterizza lo stile cartoonesco.
In Ex Machina appare come un orribile cliché. Perché avete deciso di realizzarla?
Aramaki-san: (ridendo ancora di più). In effetti volevo soltanto creare un momento di sosta nell’azione del film. Questa scena è stata realizzata per modificare il ritmo e ho voluto sottolineare con la pioggia la cosa.
Subito dopo c’erano alcune conversazioni con la famiglia delle persone defunte e per questo ho voluto usare la pioggia. Le scene di dialogo, alla fine, sono state eliminate in sala montaggio e così è rimasta solo una scena di pioggia, corta fra l’altro.
Apprezzo molto le opere dello Studio Ghibli. Ho letto, da qualche parte, che lei possiede un audio-tape, un nastro audio del film di Hayao Miyazaki “Lupin III: Il castello di Cagliostro” e lo ascolta spesso. Mi chiedevo se l’opera del maestro Miyazaki la abbia influenzata, e quanto. Perché il suo stile non è evidente nel suo lavoro.
Aramaki-san: E’ vero. Mi chiedo quanto si sappia di questo. In passato, quando ero ancora un operaio in una fabbrica, non potendo acquistare il DVD o comprare video, ero riuscito a procurarmi il registratore a nastro e registrare l’audio. Lo ascoltavo durante i turni di lavoro.
L’influenza di Hayao Miyazaki è notevole, però non direi come ispirazione diretta, ma come parte integrante del lavoro che io faccio. In realtà Miyazaki è parte integrante, un riferimento, per tutti coloro che operano nell’animazione nipponica.
Il Trailer di Vexille
Un video estratto da Applesed 2004
Un video estratto da Applesed 2004
Fonti:
Anime News Network, Twitch, Filadelfia Awards.
Vexille è un polpettone da fantascienza di serie z infarcito di assurde spettacolarizzazioni nelle scene d'azione (presente la fuga in aereo all'inizio?) e di una banalità assoluta (il triangolo no, non l'avevo consideratooooh).
Dei due Appleseed invece non ho ben capito il perché ci sia stata da parte dei realizzatori la volontà quasi sistematica di andare a distruggere lo spirito originale dell'opera sottolineando degli elementi che oltre a cozzare con Shirow paiono ripescati direttamente da qualche trash movie anni '90 '80.
Insomma, pollice verso. Aramaki non si discute come mecha design (davvero di prima classe!) ma come regista ha ancora molta strada da fare (o magari deve scegliersi produzioni diverse).
Alla prossima
Errore di cui mi assumo in toto la responsabilità.
Purtroppo non me ne sono accorto per nulla.
Riguardo ai limiti della tecnica...indubbio ma hanno fatto due passi in avanti due.
Mi mangio le mani a pensare che cosa ne sarebbe pututo uscire con un Mamoru Oshi alla regia
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