Proprio ieri abbiamo pubblicato l'interessante intervista esclusiva di 'Anime Fun!' a Fabrizio Margaria, direttore della fascia ragazzi Mediaset, che non ha mancato di scatenare una lunga serie di post. Ed ecco quanto ci segnala oggi il nostro utente Kittson:
Riporto qui di seguito un interessante articolo nel quale viene tratteggiata la biografia di Alessandra Valeri Manera, nota ex direttrice della "tv dei bambini" sulle reti Mediaset, e nel quale viene difeso il suo ventennale lavoro, da sempre oggetto di aspre critiche da parte delle comunità di appassionati di animazione giapponese. Pur non concordando in diversi punti con l'articolo ritengo che comunque sia degno di attenzione poiché è giusto che chiunque possa esprimere la sua opinione, anche se fuori dal coro...
"Alessandra Valeri Manera - TRA LUOGO COMUNE E VERITA' di Dario "Yusaku" P.
Questa pagina si pone come obiettivo principale quello di ridimensionare l'opinione comune riguardo alcuni argomenti di estremo interesse per chi segue cartoni animati giapponesi, sigle, manga e quant'altro, sfatando alcuni miti e definendo i ruoli esatti di alcuni nomi noti agli appassionati del settore: chi era esattamente Alessandra Valeri Manera? Chi censurava i cartoni animati giapponesi? Qual era il rapporto tra la psicologa Vera Slepoj e Alessandra Valeri Manera?
Sarà interessante scoprire come malintesi e fraintendimenti si siano diffusi sulle decine di forum e fanzine (radicandosi alla loro base proprio nel periodo in cui questi ultimi stavano nascendo) fino a deviare e distorcere il pensiero comune intorno al nome di Alessandra Valeri Manera.
• Premessa
• Chi è e cosa ha fatto veramente Alessandra Valeri Manera?
• Censure e adattamenti: un'azienda, tanti nomi e tanti ruoli diversi
«Ricerca sempre la felicità, Pollyanna!»
Spesso il termine "valori" viene associato a un luogo comune: i vecchi valori, quei valori positivi, educativi, precettivi, sani... non sarò retorico, ma, anche se guardandola oggi sembrerebbe impensabile, c'è stato un periodo in cui anche la tv dei bambini aveva e forniva dei valori.
E' il 1980 circa quando una giornalista Fininvest, non ancora venticinquenne, pone le basi a quella che piano piano e con sempre più forza diventerà la tv dei ragazzi delle reti segnate dal logo del biscione.
Il suo nome è Alessandra Valeri Manera, classe 1956.
E' questo il momento in cui nasce la più bella tv dei ragazzi, quella che si stava delineando già da qualche anno, quella che ora avrà il suo periodo più fiorente, quella più sana, eclettica e educativa, quella che, però, dopo vent'anni vedrà la sua fine: è l'inizio del nuovo millennio quando la fascia ragazzi Mediaset si sgretola, è l'inizio del nuovo millennio quando il ruolo di Alessandra Valeri Manera (fino ad allora direttrice della tv dei bambini, ideatrice di programmi a loro dedicati, produttrice artistica e scrittrice dei testi delle sigle dei cartoni animati) si frantuma e passa a nuovi individui.
Chi è e cosa ha fatto veramente Alessandra Valeri Manera?
Direttrice della tv dei bambini per più di vent'anni, ideatrice di programmi a loro dedicati, produttrice artistica e scrittrice dei testi delle sigle dei cartoni animati: per quanto immensi siano i ruoli svolti da questa donna, detti così possono sembrare riduttivi.
Alessandra Valeri Manera è stata sposata, era ed è una donna semplice, di sani principi, ma allo stesso tempo molto intraprendente e capace di farsi portare rispetto.
Se qualcuno aveva la sigaretta accesa nei corridoi Mediaset, al passaggio della signora Manera questa era subito spenta: sapevano tutti che Alessandra odiava il fumo. Sveglia alle 5 e, da perfetta capostruttura, alle 7 subito in ufficio per visionare i palinsesti.
Alle 9 rapido sguardo ai testi di Bim Bum Bam e Ciao Ciao, storici programmi da lei ideati, quindi contrattazioni per acquisti dei vari cartoni dal Giappone o dall'America. Pranzo e il pomeriggio in sala d'incisione.
La sera a letto dopo il TG e nel week-end, di consuetudine, la maglia.
Sempre in viaggio per curare la produzione delle sigle dei nuovi cartoni onda, puntualmente prendeva il treno Milano-Voghera per andare a casa di autori come Vincenzo Draghi (interprete e compositore di centinaia di canzoni per bambini) con lo zainetto di Topolino, i sandaletti e le calzettine di cotone.
Ai suoi collaboratori musicisti Alessandra Valeri Manera, che conosceva già la trama del cartone, commissionava alcune sigle attraverso uno storyboard oppure se l'animazione era già pronta, questi la guardavano personalmente. Successivamente Alessandra valutava le musiche proposte dagli autori e a volte capitava che dovessero rifare completamente più di 4 o 5 volte qualche sigla. Alessandra non si accontentava, il pezzo doveva essere perfetto. In lei c'era una correttezza davvero ammirevole riguardo la scelta di uno o di un altro autore.
Ma questo alcuni non l'avevano capito.
Il nome di Alessandra Valeri Manera, infatti, era quello più in vista. Tutto ciò che aveva a che fare con la fascia ragazzi Fininvest/Mediaset era attribuito a lei.
E così tutto il resto non contava, di questi "alcuni" citati prima lei divenne il capro espiatorio.
Questi alcuni, ormai adulti, non erano altro che gli otaku (termine ormai in uso in Italia per indicare anche quella fetta di appassionati di animazione giapponese che pretendono una trasposizione italiana maniacalmente vicina a quella originale) incalliti o i nostalgici della tv di fine anni '70 inizio '80, accecati da quello che non riuscivano a vedere, accecati dalla pretesa egoista di avere cartoni curati appositamente per loro, senza pensare più al bambino, senza pensare più alla sua tv. Anche loro erano stati bambini, anche loro avevano visto in tv cartoni edulcoratamente adattati (non avevano capito, infatti, che non era Alessandra Valeri Manera a censurare, ma era la società stessa a pretenderlo e di fatti un cartone, che siano gli anni '70, gli anni '80 o i '90, che sia Rai o Mediaset, in fascia protetta, non è mai stato trasmesso senza censure, mai), ma ormai erano grandi, erano "appassionati" e volevano i cartoni senza censure. Al timone dell'unica tv dei ragazzi veramente esistita (quella Mediaset degli anni '80 e '90 non ha eguali, infatti) c'era ormai da anni lei, Alessandra, e fu così che, cancellando tutto il resto, prima per questi alcuni, poi per i molti aizzati (purtroppo ingenuamente tramite quella che ormai stava diventando la via di comunicazione più comune, ma anche quella più dubbia e più soggetta alla disinformazione, ovvero la rete Internet) da questi alcuni, Alessandra divenne il capro espiatorio; la società non permetteva che i prodotti dell'animazione per bambini andassero in tv integralmente, ma la colpa era di Alessandra, le associazioni dei genitori (tra cui il MOIGE: Movimento Italiano Genitori) erano lì in agguato se solo in fascia protetta si fossero viste sciocchezze come un bambino al quale uscisse sangue dal naso, ma la colpa era di Alessandra Valeri Manera. I pochi, tramite il potere devastante e tremendo della rete Internet, avevano distorto la realtà ai molti. Per i molti, che si avvicinavano anno dopo anno alla cultura italiana dell'animazione giapponese, lei era "la" colpevole. Invece di ringraziarla per i cartoni e i programmi per bambini di sani valori che questi vedevano in Tv, invece di ringraziarla per quel mondo che senza di lei si sarebbe frantumato, per quei cartoni più adulti e emozionanti che dai primi anni del nuovo millennio, quando il suo posto è stato preso da altri, sono stati effettivamente cancellati dai palinsesti, questi la colpevolizzavano, lei era ormai diventata il loro "demonio", l'individuo da citare nei forum di discussione (tramite la sigla "AVM") appena si parlasse di censure e edizioni italiane di cartoni animati.
Sembrava non si parlasse d'altro... "Al rogo AVM! Abbasso le censure! Alessandra Valeri Manera vattene via". E così all'l'inizio del nuovo millennio accadde. Alessandra Valeri Manera, dopo venti gloriosi anni non riconosciuti tali da chi doveva unicamente ringraziarla, lascia il suo posto a nuovi individui"...
Potete continuare la lettura del lungo, lunghissimo articolo cliccando qui!
Riporto qui di seguito un interessante articolo nel quale viene tratteggiata la biografia di Alessandra Valeri Manera, nota ex direttrice della "tv dei bambini" sulle reti Mediaset, e nel quale viene difeso il suo ventennale lavoro, da sempre oggetto di aspre critiche da parte delle comunità di appassionati di animazione giapponese. Pur non concordando in diversi punti con l'articolo ritengo che comunque sia degno di attenzione poiché è giusto che chiunque possa esprimere la sua opinione, anche se fuori dal coro...
"Alessandra Valeri Manera - TRA LUOGO COMUNE E VERITA' di Dario "Yusaku" P.
Questa pagina si pone come obiettivo principale quello di ridimensionare l'opinione comune riguardo alcuni argomenti di estremo interesse per chi segue cartoni animati giapponesi, sigle, manga e quant'altro, sfatando alcuni miti e definendo i ruoli esatti di alcuni nomi noti agli appassionati del settore: chi era esattamente Alessandra Valeri Manera? Chi censurava i cartoni animati giapponesi? Qual era il rapporto tra la psicologa Vera Slepoj e Alessandra Valeri Manera?
Sarà interessante scoprire come malintesi e fraintendimenti si siano diffusi sulle decine di forum e fanzine (radicandosi alla loro base proprio nel periodo in cui questi ultimi stavano nascendo) fino a deviare e distorcere il pensiero comune intorno al nome di Alessandra Valeri Manera.
• Premessa
• Chi è e cosa ha fatto veramente Alessandra Valeri Manera?
• Censure e adattamenti: un'azienda, tanti nomi e tanti ruoli diversi
«Ricerca sempre la felicità, Pollyanna!»
Spesso il termine "valori" viene associato a un luogo comune: i vecchi valori, quei valori positivi, educativi, precettivi, sani... non sarò retorico, ma, anche se guardandola oggi sembrerebbe impensabile, c'è stato un periodo in cui anche la tv dei bambini aveva e forniva dei valori.
E' il 1980 circa quando una giornalista Fininvest, non ancora venticinquenne, pone le basi a quella che piano piano e con sempre più forza diventerà la tv dei ragazzi delle reti segnate dal logo del biscione.
Il suo nome è Alessandra Valeri Manera, classe 1956.
E' questo il momento in cui nasce la più bella tv dei ragazzi, quella che si stava delineando già da qualche anno, quella che ora avrà il suo periodo più fiorente, quella più sana, eclettica e educativa, quella che, però, dopo vent'anni vedrà la sua fine: è l'inizio del nuovo millennio quando la fascia ragazzi Mediaset si sgretola, è l'inizio del nuovo millennio quando il ruolo di Alessandra Valeri Manera (fino ad allora direttrice della tv dei bambini, ideatrice di programmi a loro dedicati, produttrice artistica e scrittrice dei testi delle sigle dei cartoni animati) si frantuma e passa a nuovi individui.
Chi è e cosa ha fatto veramente Alessandra Valeri Manera?
Direttrice della tv dei bambini per più di vent'anni, ideatrice di programmi a loro dedicati, produttrice artistica e scrittrice dei testi delle sigle dei cartoni animati: per quanto immensi siano i ruoli svolti da questa donna, detti così possono sembrare riduttivi.
Alessandra Valeri Manera è stata sposata, era ed è una donna semplice, di sani principi, ma allo stesso tempo molto intraprendente e capace di farsi portare rispetto.
Se qualcuno aveva la sigaretta accesa nei corridoi Mediaset, al passaggio della signora Manera questa era subito spenta: sapevano tutti che Alessandra odiava il fumo. Sveglia alle 5 e, da perfetta capostruttura, alle 7 subito in ufficio per visionare i palinsesti.
Alle 9 rapido sguardo ai testi di Bim Bum Bam e Ciao Ciao, storici programmi da lei ideati, quindi contrattazioni per acquisti dei vari cartoni dal Giappone o dall'America. Pranzo e il pomeriggio in sala d'incisione.
La sera a letto dopo il TG e nel week-end, di consuetudine, la maglia.
Sempre in viaggio per curare la produzione delle sigle dei nuovi cartoni onda, puntualmente prendeva il treno Milano-Voghera per andare a casa di autori come Vincenzo Draghi (interprete e compositore di centinaia di canzoni per bambini) con lo zainetto di Topolino, i sandaletti e le calzettine di cotone.
Ai suoi collaboratori musicisti Alessandra Valeri Manera, che conosceva già la trama del cartone, commissionava alcune sigle attraverso uno storyboard oppure se l'animazione era già pronta, questi la guardavano personalmente. Successivamente Alessandra valutava le musiche proposte dagli autori e a volte capitava che dovessero rifare completamente più di 4 o 5 volte qualche sigla. Alessandra non si accontentava, il pezzo doveva essere perfetto. In lei c'era una correttezza davvero ammirevole riguardo la scelta di uno o di un altro autore.
Ma questo alcuni non l'avevano capito.
Il nome di Alessandra Valeri Manera, infatti, era quello più in vista. Tutto ciò che aveva a che fare con la fascia ragazzi Fininvest/Mediaset era attribuito a lei.
E così tutto il resto non contava, di questi "alcuni" citati prima lei divenne il capro espiatorio.
Questi alcuni, ormai adulti, non erano altro che gli otaku (termine ormai in uso in Italia per indicare anche quella fetta di appassionati di animazione giapponese che pretendono una trasposizione italiana maniacalmente vicina a quella originale) incalliti o i nostalgici della tv di fine anni '70 inizio '80, accecati da quello che non riuscivano a vedere, accecati dalla pretesa egoista di avere cartoni curati appositamente per loro, senza pensare più al bambino, senza pensare più alla sua tv. Anche loro erano stati bambini, anche loro avevano visto in tv cartoni edulcoratamente adattati (non avevano capito, infatti, che non era Alessandra Valeri Manera a censurare, ma era la società stessa a pretenderlo e di fatti un cartone, che siano gli anni '70, gli anni '80 o i '90, che sia Rai o Mediaset, in fascia protetta, non è mai stato trasmesso senza censure, mai), ma ormai erano grandi, erano "appassionati" e volevano i cartoni senza censure. Al timone dell'unica tv dei ragazzi veramente esistita (quella Mediaset degli anni '80 e '90 non ha eguali, infatti) c'era ormai da anni lei, Alessandra, e fu così che, cancellando tutto il resto, prima per questi alcuni, poi per i molti aizzati (purtroppo ingenuamente tramite quella che ormai stava diventando la via di comunicazione più comune, ma anche quella più dubbia e più soggetta alla disinformazione, ovvero la rete Internet) da questi alcuni, Alessandra divenne il capro espiatorio; la società non permetteva che i prodotti dell'animazione per bambini andassero in tv integralmente, ma la colpa era di Alessandra, le associazioni dei genitori (tra cui il MOIGE: Movimento Italiano Genitori) erano lì in agguato se solo in fascia protetta si fossero viste sciocchezze come un bambino al quale uscisse sangue dal naso, ma la colpa era di Alessandra Valeri Manera. I pochi, tramite il potere devastante e tremendo della rete Internet, avevano distorto la realtà ai molti. Per i molti, che si avvicinavano anno dopo anno alla cultura italiana dell'animazione giapponese, lei era "la" colpevole. Invece di ringraziarla per i cartoni e i programmi per bambini di sani valori che questi vedevano in Tv, invece di ringraziarla per quel mondo che senza di lei si sarebbe frantumato, per quei cartoni più adulti e emozionanti che dai primi anni del nuovo millennio, quando il suo posto è stato preso da altri, sono stati effettivamente cancellati dai palinsesti, questi la colpevolizzavano, lei era ormai diventata il loro "demonio", l'individuo da citare nei forum di discussione (tramite la sigla "AVM") appena si parlasse di censure e edizioni italiane di cartoni animati.
Sembrava non si parlasse d'altro... "Al rogo AVM! Abbasso le censure! Alessandra Valeri Manera vattene via". E così all'l'inizio del nuovo millennio accadde. Alessandra Valeri Manera, dopo venti gloriosi anni non riconosciuti tali da chi doveva unicamente ringraziarla, lascia il suo posto a nuovi individui"...
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Autore: Kittson
E perché non si è mai pensato ai ragazzi (o meglio, ci ha pensato la Rai per un periodo e poi è morta lì)? Il pomeriggio o si beccano La vita in diretta oppure i cartoni per bambini.
La sera poi non ne parliamo, la fascia protetta si sta allargando ad oltranza, tra un po' mi diranno che i bambini stanno su fino alle due di notte...
Non credo che la Manera vada demonizzata, ha fatto il suo lavoro, in fondo era una dipendente e certo non poteva prendere tutte le decisioni da sola. Alcune sigle resteranno per sempre nel cuore dei bambini di un tempo, però adesso vi prego non mettiamoci a gridare: santa subito!
Innanzitutto non è vero che gli anime in italia non sono mai stati trasmessi senza censure neppure nei primi anni '80.
La maggior parte degli anime trasmessi nel nostro Paese, in particolar modo quelli sulle reti regionali, erano privi di tagli di ogni genere.
E persino molti dei primi anime trasmessi sulle allora reti Fininvest inizialmente non erano censurati. Georgie, Occhi di Gatto, Mila e Shiro, ricordo benissimo che nella prima trasmissione italiana mostravano nudità e altre cose che dopo qualche anno, quando la pressione del Moige si faceva più pesante, vennero rimosse.
Può essere giusto, poi, il discorso che la televisione dei ragazzi dovrebbe insegnare dei valori. Cosa piuttosto importante in un'epoca come quella attuale in cui la maggioranza dei giovani sembrano aver smarrito anche la coscienza più basilare (ma prima che della TV, la colpa andrebbe attribuita ai genitori e alla scuola), ma dipingere la Manera come protettrice assoluta dei valori mi sembra assurdo.
Anche perché l'uguaglianza tra i popoli dovrebbe essere uno dei valori più importanti. E snaturare delle opere rimuovendo ogni riferimento ad un'altra cultura, sostituendo persino i nomi orientali con nomi italiani o comunque occidentali, mi sembra un messaggio piuttosto razzista.
Altro che bei valori...
Che la signora Manera non fosse la diretta responsabile dei tagli video e delle manipolazioni ai dialoghi, questo penso non fosse neppure in discussione.
E' ovvio che ci fossero degli operatori addetti alla post-produzione, e la AVM intenta a smanettare con le complesse attrezzature dell'epoca (si lavorava ancora in analogico) ce la vedo ben poco.
Ma se lei era la responsabile dei programmi per ragazzi delle reti Finivest/Mediaset, in quanto tale aveva potere decisionale su questo tipo di operazioni, e come tale per chi riveste un ruolo del genere in una gerarchia lavorativa, è giusto che sia anche la prima persona a ricevere le critiche per un operato discutibile.
E' proprio il primo significato del termine "responsabile".
Inoltre ricordo anche una dichiarazione di Paolo Bonolis al Maurizio Costanzo Show, dove raccontava che durante le riprese di Bim Bum Bam, la Manera si aggirava negli studi pronta a bacchettare lui ed il compianto doppiatore del pupazzo Uan, per ogni frase che lei reputava "inadatta".
Poi un altro punto discutibile riguarda l'affermazione "lei conosceva le serie che faceva acquistare".
Affermazione peraltro buttata lì senza approfondire né cercare di argomentarla.
I fatti provano proprio l'opposto.
Il maggior esempio è Berserk, serie acquistata sicuramente solo per una conoscenza degli alti indici d'ascolto in Giappone. Perché se davvero avesse saputo del contenuto di quell'anime, non lo avrebbe di certo fatto acquistare, sapendo che in fascia protetta non sarebbe stato possibile trasmetterlo neppure con milioni di censure ogni episodio.
Tant'è che anni dopo, per non sprecare del tutto l'acquisto, si decise di trasmetterlo a mezzanotte, fascia all'epoca sperimentale e che non fu mai sfruttata a dovere, se non per trasmettere alcuni anime acquistati tra i vari "sprechi" della AVM e dei quali si era completamente dimenticata (come Wedding Peach).
La situazione attuale è un'ulteriore prova contro l'operato della ex-responsabile dei programmi per ragazzi di Mediaset.
Oggi le censure negli anime trasmessi su Mediaset, seppur ancora molto presenti, sono molto meno invasive rispetto all'epoca AVM.
Vengono mantenuti quasi tutti i nomi corretti, non c'è più quella fobia del "misterioso ed ambiguo mondo" che era considerato il Giappone ed i riferimenti alla cultura orientale vengono lasciati inalterati, quando possibile.
Se la situazione è cambiata dal suo abbandono (o licenziamento), qualcosa vorrà pur dire.
E infine, qualcuno spieghi all'autore dell'articolo, che "otaku" e "appassionato" non sono affatto la stessa cosa.
nn è certo grazie a mediaset che ho visto cavalieri e ken incensurati.
un appunto poi sulle sigle...il bambino ovviamente nn ha spirito critico per cui assorbe quello ke gli si propone quindi nn mi si venga a descrivere la povera crista che conosce la storia si fa il viaggio in treno e fa rifare la canzone 4 volte.
poteva benissimo farti gli azzi sua e lasciare loriginale.
poi un ps: molte sigle in realta son fatte a naso. a malapena sapevano di cosa parlavano. e tuttora si vede, ex dragonball pare ke dragonball sia un personaggio...dalla sigla...bah...
io dico solo che ha avuto una botta di culo facendo un lavoro per cui nn aveva titolo...
Per quanto riguarda il santino, probabilmente messo a disposizione tempo fa (c'è scritto 27 settembre) da un ex collaboratore della signora Manera (o da un maniaco depravato, altrimenti non si spiega la conoscenza approfondita che ne ha), è condivisibilissimo per quanto riguarda il valore delle serie trasmesse decenni fa (le ho viste tutte, sia quelle tratte da racconti che quelle un po' più ingenue ma neanche -Himi me la ricordo benissimo e a Sakura la stende, con tutto il rispetto per le clampfan). Erano serie positive anche se non facevano la netta distinzione che è molto in voga e nella realtà non esiste tra bene e male. Presentavano situazioni reali, a volte un po' soapoperistiche, in cui si alternavano aspetti positivi e negativi (dello stesso personaggio, delle situazioni) comunque accettabili.
Tuttavia parendo più una difesa d'ufficio, la parte positiva dell'agiografia finisce per essere oscurata dal risentimento verso terzi, perdendo di credibilità.
1) Di quello che pensano gli otaku non "jene pole frega' nuncaz" a nessuno, e dire che sono stati dei deliranti nostalgici a spingere le masse sarebbe come attribuire a Topolino la follia di Hitler.
2) Pensando ai bambini, non bisognerebbe considerarli dei giocattolini teneri privi di cognizione. Non è che se due spaccano la testa ad un compagno di scuola per aver visto dragon ball tutti quelli che l'hanno visto (la prima volta su juniorTV per me) sono dei malati di mente.
3) Il moige è una lobby di ex otaku con seri disturbi e il dono dell'ubiquità (controllate dietro i mobili e sotto i letti) che passano intere giornate davanti alla televisione, tenedo i figli segregati in casa con la badante (o fuori a rubare alle vecchiette o a filmare cose indecenti da mettere su youtube).
4) Per grazia concessa ad alcune regioni, esistono delle reti locali decenti che fanno programmi intelligenti (chi risiede nel Lazio conosce bene Super3, che trasmette anime e anche cartoon il pomeriggio), senza censura e in orario serale (adesso rifanno Conan, il ragazzo del futuro).
5) Il problema assillante della censura è delle televisioni generaliste, che beccano multe a gogo non tanto per gli anime ma per la programmazione indecente e lo sfruttamento dei bambini a scopi commerciali (chi si ricorda quell'emendamento alla legge sulle telecomunicazioni che difatti avrebbe dovuto vietare le pubblicità con bambini ed è stato ignorato per gli interessi pubblicitari che c'erano dietro?). Le altre reti, seguendo una regolamentazione pur sempre malata, mandano le cose senza censura in orari adatti.
6) L'allora Fininvest si preoccupava di censurare cose ridicole a priori, non è che aspettava la psicologa, quindi il problema era di ipocrisia non tanto della Manera, che potrebbe non entrarci affatto (anche se essendo capo struttura le cose le doveva controllare per lavoro, vabbé), ma delle persone che ci lavoravano e che, per loro convinzione (non che andassero facendo sondaggi su cosa era possibile mandare e cosa no) si autocensuravano. Il problema quindi non è tanto il torto fatto al lavoro finito ma le frustate bigotte che si sono autoinferti. Mi dispiace per loro.
7) La qualità di un prodotto si misura anche sul fattore rischio, ovvero su quanto si è disposti a mettere in gioco per far sì che quel prodotto raggiunga nel miglior modo possibile il consumatore. Se alla favola della piccola fiammiferaia si taglia la fine o se a quella dei dodici fratelli si elimina tutta la parte del mutismo operoso della sorella fai del male sì alla storia, ma soprattutto a chi la legge.
8) Nei fatti la politica mediaset è peggiorata consistentemente dopo. Adesso solo roba sicura che può alimentare il mercato dei gadget caro agli otaku. Per inciso, cose che erano di interesse effettivo per chiunque (tipo Doraemon e -sono uno dei pochi a considerarlo un anime piacevole- Comet) le avevano spostate al mattino senza motivo.
9) Non serve essere dei fissati maniaci otaku pippementali dipendenti per fare delle considerazioni sensate.
Margaria che dice che è meglio mandare in onda con censure piuttosto che non mandare in onda niente, perchè, essendo che dice di essere un fan, non ha mandato a quel paese tutti quelli di mediaset & co e non è andato a lavorare presso panini o dynit??!!!
@ KenzoTenmaFRNSGL, anche a me è piaciuto Comet-san
In fondo però non si può nemmeno dare completamento torto a quello che c'è scritto, è vero che la Manera non fu questo demonio con forbici al posto delle mani che molti credono; certo la Manera non era la santa che questo articolo dipinge, ma è pur vero che tutti i collaboratori e superiori che le ruotavano intorno, non erano di certo migliori di lei in quanto a capacità di evitare le censure; per essere precisi in giro per l'Italia c'erano(e ci sono anche ora) molti personaggi ben peggiori di lei, una tra le tante proprio questa assurda psicologa di nome Vera Slepoy, citata in questo articolo e una sua collega ugualmente disturbata, tale Maria Rita Parsi (che collaborava con TV sorrisi).
In tutto questo discorso continua a sfuggire una cosa, che la colpa principale di tanti e tanti anime censurati, non è comunque di un singolo e nemmeno di un gruppo ristretto di sgradevoli personaggi( prova ne è che oltre alla Manera tanta altra gente che ruota intorno agli anime di Mediaset è cambiata, ma la situazione delle censure è rimasta pessima), e per completezza neanche di alcune deleterie associazioni come il MOIGE, che comunque ovviamente le loro gravi colpe le hanno, (mica qualcuno ci avrà creduto che loro non hanno responsabilità nelle censure vero?); il problema principale è la mentalità diffusa nel nostro paese sopratutto tra gli adulti: bigotta, medievale e ignorante.
> il problema principale è la mentalità diffusa nel nostro paese
> sopratutto tra gli adulti: bigotta, medievale e ignorante.
Per ciò, per EQUILIBRIO, ecco che escono le censure ed i vari problemi.
Perchè ciò la società, IN LARGHISSIMA PARTE, lo merita. Per quelli di mentalità ampia, le soluzioni ci sono, non devono preoccuparsi!
L'importante e NON ACCANIRSI su determinati individui, ignorarli e QUANDO STANNO PER CREPARE: LASCIARLI CREPARE e non fare i teneroni o pietosi
TheFirer
Comunque diamo a cesare quel che è di Cesare, ha fatto parecchie cose interessanti e valide, ma alcune cappelle altrettanto grosse le ha fatte...suvvia...
Però A(lessandra) V(ietato ai) M(inori) è impossibile da scordare...ghghgh...
Anche prima di leggere questa nota avevo rivisto le mie idee su AVM alla luce della follia di questi ultimi anni... semplicemente l'animazione in TV è sparita negli ultimi sei anni, e non solo l'animazione...
Anche dalla Rai resistono le ridotte di Rai tre e di MTV altrimenti bisogna usare il PC oppure il digitale terrestre o il satelite.. li ce ne è a bizzeffe. Più o meno di qualita.
AVM aveva i suoi limiti, era una generazione cresciuta a base di Disney e al massimo Hanna e Barbera... non mi fa spece che avesse difficolta a rapportarsi con qualche opera dell'animazione nipponica ma almeno ci provava... l'egregio Margaria secondo voi ci prova ??
Proprio ieri lo facevate a pezzi ho letto le note.
Svolazza fra qui e il Giappone dicendo abbiate fiducia farò questo farò quello,ma come tratta le persone durante le conferenze?? Le ho lette certe sue dichiarazioni a Lucca...cose davvero da pazzi..ma chi si crede di essere ?? Che rapporto ha con chi lo ascolta ma si rende conto?
Francamente Margaria non lo considero proprio all'altezza di sostituire AVM
...Spider afferma che AVM era la responsabile perchè era la capa...erc etc,ragionamento che non farebbe una grinza se non fosse che l'articolo vuole far notare,ricordare a tutti una amara verita come l'assalto all'animazione le censure furono imposte non da una singola persona che di notte decideva questo e quello ma a causa dell'azione continuata nel tempo di un gruppetto di persone che magari anche per nobili motivi - nessuno mette in dubbio la buona fede di Vera Slipoi e di quanti la appoggiarono e la appoggiano,ogni tanto la rivedo in TV - lanciò una vera e propria campagna contro l'animazione che viene dal Giappone,in particolare Sailoormoon - ma prima c'era stata la campagna contro Goldrake e c che aveva fatto sparire i robottoni dalla TV per decenni!! -
Le censure - anzi gli adattamenti - sono un vizio della nostra TV - purtroppo colpiscono sia animazione che serial,combattervi è difficilissimo e pure inutile,noto che è on line l'articolo sulla "violenza di Rex" una cosa che mi ha lasciato basito...francamente c'è da chiedersi come sarebbe possibile trasmettere nelle nostre TV anche uno solo di certi anime come Ken il guerriero oppure la versione di Gundam Z non tagliata...ma davvero fatta a pezzi.
AVM all'epoca faceva molto altro che "censurare" per tutto quello che faceva dovremmo giudicarla e ricordarla con maggior rispetto,soprattutto considerando chi la ha sostituita...era una signora che ha fatto molte cose per noi bambini...poi siamo cresciuti,e come tutti i bambini cresciuti ci siamo accorti che non tutto quel che faceva era bello e buono.
Non è stato piacevole accorgerci di questo. No non è stato piacevole.
Però mi piacerebe sapere ora dove è AVM.
L'ignoranza e l'incompetenza che emergono da queste poche parole sono veramente incredibili...Innanzitutto due righe sulla violenza in film, telefilm e cartoni: da sempre, prima nella sola letteratura e poi anche "su video", la violenza viene utilizzata nei racconti per mostrare, per contrapposizione, forti esempi positivi di virtù e valori morali. Inoltre, la violenza è stata continuamente una fedele compagna della storia dell'uomo: penso che questo voler rendere il mondo tutto rose e fiori sia veramente ridicolo.
Passando nello specifico alle due righe che ho riportato all'inizio, credo ci sia veramente poco da commentare:lui stesso ammette che il prodotto viene adattato per un pubblico infantile, riconoscendone implicitamente l'originale destinazione per un altro target. Quindi? per non essere "egoisti" bisognerebbe modificare i vari CSI, NCIS e soci sostituendo al computer gli assassini (che nel mondo reale non esistono) con dei teletubbies che rubano le caramelle ai bambini, le versioni cinematografiche di grandi opere letterarie/racconti epici/eventi storici, ecc... (e qui ce n'è...Il Signore degli Anelli, Alexander, Troy, 300, e via così) si risolverebbero in innocenti e pacioccosi litigi tra teletubbies per delle caramelle.
Anche film basasti su testi sacri,in Italia sostanzialmente films basati sulla Bibbia, dovrebbero essere adattati e trasformati in simpatiche storie di teletubbies dotati di strani poteri (anche se sarebbero comunque produzioni da bollino rosso: i bambini dopo averli guardati potrebbero cercare di aprire in due dei mucchi di caramelle invocando l'aiuto di teletubbies superiori, o di poterle moltiplicare).
Non siate egoisti!! XDDD
(Comunque qualcosa di buono c'è anche in questo Dario "Yusaku" P., visti i termini in cui parla del MOIGE....)
Ma lasciatemi dire una cosa... per me un pezzo che comincia con frasi tipo "c'è stato un periodo in cui anche la tv dei bambini aveva e forniva dei valori" si squalifica da solo.
Un tempo c'erano i valori, e le mezze stagioni, e i pomodori non hanno più lo stesso gusto di una volta, ma vuoi mettere la TV che guardavamo noi quant'era figa? Nostalgismo da quattro soldi, IMHO.
Ma va là...
Senza dimenticare che sono sempre le esigenze commerciali della rete a far decidere davvero che cosa deve essere programmato e quando, ed in quel caso il resposabile di questa categoria di programmi può fare ben poco.
Quindi, se su Italia Uno ci sono pochi anime e sempre gli stessi, più che con Margaria me la prenderei con Tiraboschi, che da qualche anno sembrerebbe impegnato con un'operazione di svalutazione volontaria della rete al fine di incentivare il pacchetto del Digitale Terrestre.
Personalmente, se mi dicessero "scegli tra la Manera e Margaria", io sceglierei 100 volte Margaria, pur non essendo un sostenitore di quest'ultimo.
Perché, anche se ci sono molte cose discutibili anche nel suo operato, perlomeno Naruto si chiama "Naruto". Se ci fosse stata ancora la Manera, si sarebbe chiamato con qualche nome italiano in disuso dal 1800, di mestiere avrebbe fatto l'operatore ecologico ed ogni episodio sarebbe durato 10 minuti anziché 25! ^^
é però certo che lei è la responsabile di quello schifoso collage di immagini senza senso che precede e conclude ogni anime mediaset, oltre che delle abominevoli sigle di g vanni.
Adesso le sigle quasi inesistenti come anche i contenuti dei cartoni animati. Tutto è nato a causa dei quei maledetti pokemon, nati solo per imbecillire di + i ragazzini!
Insomma quello che manca oggi è la qualità!!!
ps: hanno avuto anche il coraggio di cambiare la mitica sigla di Lupin III......mostri!!!!
Gli anime non sono pensati per un pubblico più grande. Naruto in giappone è un manga per BAMBINI, così come lo sono dragonball, one piece e compagnia bella, e sono pensati per un pubblico di dodicenni. Qui vengono censurati non perché sono pensati per un pubblico più grande ma perché vengono da una cultura totalmente diversa dalla nostra, che non prevede raccontare boiate ai bambini ma cercare solo di raccontargli delle belle storie. Se vai in giappone con la maglietta di un anime ti prenderanno per il culo a vita, visto che sono considerati prodotti per bambini. Con questo non stò dicendo che la società giapponese sia migliore della nostra, perché se qui c'è il problema del bullismo, lì è una piaga e sfiora spesso la tortura, ed è il paese con il tasso di suicidi più alto. Sto solo dicendo che le censure entrano in atto perché si cerca di vendere ad un pubblico diciamo chiuso nei suoi limiti un prodotto pensato per un pubblico che ha un retaggio culturale totalmente diverso, non è una questione di età.
Per il resto trovo un pò inutile e non priva di pregiudizi questa contrapposizione tra anime vecchi e nuovi.
Diciamo che IMHO trovo piu' che condivisibili le critiche alle due celebri psicologhe dell'infanzia: celebrita' di dubbie fondamenta, visto che non solo mancano di una pubblicazione decente/recente che sia una, ma sostengono, ehm, posizioni sovente prive di riscontro nell'Accademia. Quindi diciamo che siamo ai livelli di "Viver Sani e Belli" rispetto al "New England Journal of Medicine". Sul resto... Qualcosa che mi ha fatto sorridere c'e': la parte in cui velatamente si rimpiange una sigla italiana di Maison Ikkoku! E' DAVVERO singolare: trovatemi qualcuno che condivida l'opinione (a parte chi curo' certe VHS Dynamic nell'immediato post-Granata) e che non rimpianga, piuttosto, il recente rifiuto di Gilbert O'Sullivan di concedere i diritti per i suoi due brani...
Immagino tu ti riferisca a Naruto, Dragonball, One Piece e simili quando definisci gli anime "per bambini"...perchè altrimenti posso mandarti un paio di signori vestiti di bianco con una camicia dalle maniche molto lunghe...
Perfect Blue è per bambini? E Jin-Roh? E Paprika?
Hmm...non ci siamo mica sai...
a loro interessavano soltanto anime per bambini e basta.
D'altronde non hanno neanche lontanamente provato ad imitare Mtv, quindi visto che soprattutto adesso si ha internet a disposizione non abbiamo bisogno della loro elemosina.
Dragon Ball è nato come manga per bambini, che poi sono cresciuti man mano che veniva serializzato. Anche per questo a poco a poco il target si è alzato e Goku è diventato più grande. Non dimentichiamoci che il manga di DB è durato ben 12 anni!
E non è vero che tutti gli anime sono per bambini. Anche in Giappone esistono le fasce orarie. Quella delle 19-19.30 è frequentata soprattutto da adolescenti che usciti da scuola vogliono un po' di sano svago. In questa fascia oraria venivano trasmessi tra gli altri Sailor Moon e Dragon Ball, e la maggior parte degli anime di successo giunti anche qui da noi.
Ci sono anche le fasce orarie notturne durante le quali vengono trasmessi anime più per adulti e/o che verranno poi pubblicati in DVD.
Per quanto riguarda l'articolo, esagerando un po', lo definirei un "articolo di regime". E' ovvio che sia di parte e per niente obiettivo...
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Sto leggendo la versione completa dell'articolo. Il tizio che l'ha scritto ha le idee un po' confuse. Oppure le ha chiare e le vuole confondere a chi legge. Sostiene per esempio che i cartoni della Nippon tratti da famose opere letterarie non vengano più trasmessi perché non c'è più la Manera; e che l'arrivo di anime "dementi" legati al merchandising (Yuu-gi-Oh e Beyblade in testa) sia da attribuire allo stesso motivo. In realtà i cartoni della Nippon erano i meno censurati proprio perché non c'era niente da censurare! In pratica andrebbero benissimo per i genitori del Moige anche oggi (e andrebbero benissimo anche a me perché mi guarderei dei bei cartoni senza censure). In realtà sono i responsabili dei palinsesti che non li vogliono, presumibilmente perché pensano che farebbero pochi ascolti e chi compra gli spazi pubblicitari non ne sarebbe contento! I tempi, quando operava la Manera, erano diversi! Non dimentichiamocelo!
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@Spider:
No, con Margaria Naruto si chiama Narùto anziché Nàruto, e Sasuke si chiama Sasùke anziché Sàske. Ma è ovvio che c'è stato un grosso passo avanti.
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Ho finalmente finito di leggere l'articolo. Alcune cose sono condivisibili, soprattutto nell'ultima parte. E' ovvio che la Manera difendesse Sailor Moon, dato che era stata proprio lei a proporlo. Ma l'autore non ha ben chiari i ruoli all'interno di una rete televisiva, o meglio, di una grande azienda come Mediaset. La Manera ha potuto fare certe cose perché le era permesso. Ha dovuto farne altre perché le era stato imposto. Andata via lei, il suo successore ha dovuto sottostare alle stesse regole.
Riguardo al fatto di prendersela con i veri responsabili, conosco un ragazzo che aveva fatto un sito in cui parlava anche di censure. C'era un bellissimo articolo su Detective Conan nel quale tra l'altro attribuiva le rispettive responsabilità ai "tecnici" e agli addetti scrivendone i nomi desunti dai titoli di coda. Gli arrivò a casa una lettera di un responsabile (di cui non faccio nomi, ma so chi è): era una sorta di lettera minatoria scritta anche in un italiano molto approssimativo (me l'ha fatta leggere) in cui gli si proibiva di fare il nome di quei professionisti invano (???) e si attribuiva la colpa di tutti i tagli e adattamenti a pressioni da parte del Moige.
Ognuno dice quello che più gli fa comodo, e la verità non la sapremo mai. Nel campo dell'animazione televisiva come in qualsiasi altro...
@Xed: non c'è dubbio che Naruto o One Piece hanno il proprio target di riferimento nei ragazzi di 12-15 anni, che non sono bambini, per chiarirci. Bambini sono da 10 anni in giu e un prodotto per questo target sono per esempio i Pokemon.
E un prodotto come Naruto può piacere a un pubblico molto più vasto, semplicemente perchè è troppo divertente, anche se non è pensato per i trentenni. proprio ieri il mio edicolante, che ha quasi 35 anni, si lamentava perchè non trasmettono più One Piece su italia1:peccato, mi diceva, perchè mi scompisciavo dalle risate.
Sulle questione delle censure, essendo Naruto e simili studiato per 12enni appunto, siccome 12anni li abbiamo avuti tutti, non penso che noi a 12 venivamo traumazzati se vedevamo una goccia di sangue o qualche centimetro di pelle nuda. 12 anni non significa avere 3 anni. E un 12 enne sa che esiste la morte, e non che le persone a un certo punto finiscono in un' altra dimensione. Queste censure insomma sono assurde perchè fuori da ogni logica anche per un bambino. E questo perchè sono gli adulti che non sanno più o non vogliono più capire i loro figli, che non sono animali di peluche, come molti li considerano, ma essere pensanti, e svegli anche più dei loro genitori che hanno il cervello all'ammasso.
poi per il resto possono censurare quello che vogliono, cosi facendo per quel che mi riguarda l'unico risultato che hanno ottenuto è che non guardo piu gli anime in televisione.E penso di averci solo guadagnato. poi parliamoci chiaro: molti attaccano gli anime solo per farsi pubblicità, se noi continuiamo a dargli considerazione facciamo solo il loro gioco.
Perfect Blue è per bambini? E Jin-Roh? E Paprika?
Hmm...non ci siamo mica sai...
Trasmettono Jin-Roh, Paprika e Perfect Blue su Italia1?
Mmmmmh... no.
Gli anime che trasmettono su italia1 mirano esattamente alla fascia d'età a cui vogliono mirare. Hanno provato una fascia notturna con Berserk ma l'hanno chiusa quasi subito.
Il target di anime che tramsettono su quelle reti è per bambini, li acquistano come prodotti per bambini e in giappone sono considerati prodotti per bambini. Le censure entrano in atto perché lì i bambini sanno cos'è il sangue. Chiaro che non mi riferisco a Evangelion o a, chessò, Cowboy bebop.
Ho sbagliato io a esprimermi mi sà, rileggendo il post non ho specificato che si trattava di ciò che italia1 trasmette .-.
@Xed: prima di fare certe sparate vatti a rileggere la definizione di shonen, vah...
Prima di fare certe sparate informati sul target degli shonen, manga come Naruto, Dragonball e Saint Seiya in giappone sono considerati testualmente PER BAMBINI. Fuori dal giappone hanno target più alti perché qui la definizione di ciò che è per bambini è più bassa della loro. Un ventiduenne in giappone non si sognerebbe mai di guardare Dragonball. Molti manga di Kishimoto prima di Naruto erano stati scartati perché troppo adulti per un target di BAMBINI, a cui la stessa rivista shonen jump si rivolge
Io non metto in dubbio che alla Manera dobbiamo quei programmi che ci hanno fatto trascorrere un sacco di bei pomeriggi e che per fortuna ci hanno tenuti lontano da Hamtaro vari; non metto in dubbio che abbia fatto tanto.
MA.
Ma anche quando ero piccola, io, stupida non ero. Me le ponevo, io, le domande, sul perché un dato pezzo non avesse senso, sul perché una scena sembrava tagliata - e lo capivo io che ero bambina, eh! E adesso ho trovato le risposte.
I bambini non sono e non erano deficienti. Si accorgono se qualcosa non ha senso.Si accorgono se togli una parolaccia o una scena.
Avere a cuore i bambini è anche avere rispetto del loro cervello.
E questo non è rivolto alla signora Manera, ma a tutti quelli che lavorano in quel campo e censurano roba che fa ridere i polli.
Siete VOI che non avete rispetto per i bambini, come del pubblico in generale, prendendo e sballottando i programmi come vi pare, facendo ribbambire anche gli adulti.
La storia che i contenuti non sono adatti ai piccoli, se da una parte si risolve con creando FASCE ORARIE apposite (mi ricordo quando fecero Berserk di notte), dall'altra portano a un'altra domanda: quindi, DB è educativo, no? U Cavalieri, Naruto, anche sì? Le menti dei piccoli non vengono turbate dagli scontri, no?
Ma chi volete prendere in giro?
Quello che interessa è il commercio che c'è dietro a queste serie, NON i bambini e il loro cervello - che comunque non è stupido.
L'autore di questo articolo avrebbe fatto più figura se fosse stato zitto.
Sicuramente ho ripetuto cose già detto, ma questo dimostra solo che la pensiamo allo stesso modo.
Io preferisco senza ombra di dubbio Alessandra che questo nuovo tizio che gestisce la fascia per ragazzi. E' vero che anche prima i cartoni venivano sempre censurati pero' almeno erano godibili e sopratutto avevano dei valori o forse preferite trottole che girano e mostricciattoli che si scagliano l'un l'altro? I tempi di Alessandra erano tempi d'oro che rimpiango con tutto il cuore e poi c'erano i mitici bim bum bam e ciao ciao che hanno fatto storia..
è una questione di anime allora,non dipende dalla manera o dal tipo di ora...
sono gli anime e i periodi che sono diversi!
sono i tempi che sono cambiati.
se no ci sarebbero plagi e plagi di continuo.
Ho letto i vostri commenti e ho notato che da alcuni il contenuto è stato in parte travisato, vi invito quindi a rileggerlo sotto una nuova ottica e considerando quello che sto per scrivere.
Negli ultimi anni, di scritti contro Alessandra Valeri Manera ne sono stati prodotti a iosa ed è indubbio che gran parte sia basata su considerazioni massificate, appiattite e poco veritiere.
Per una volta è stato elaborato uno scritto PRO Alessandra Valeri Manera, visto che parecchi ne sentivano il bisogno, adesso che questa tv dei ragazzi non piace per niente, non piace perché, in poche parole, non esiste.
Essenzialmente non voglio difendere a spada tratta lei, ma ciò che rappresenta. Non è stata una santa e non voglio farla passare come tale, anche lei ha commesso degli errori (che nella grande quantità di cose fatte sono comunque pochi). Ma mi voglio basare sui fatti e se i compromessi a cui è scesa Alessandra (trasmettere un cartone censurato pur di trasmetterlo) hanno portato a quella tv che vedevo da bambino mentre i compromessi che accetta chi c'è oggi al comando hanno portato al nulla, allora che vengano i primi.
L'articolo non si pone come scopo quello di santificare la signora Manera, ma quello di far capire che differenza c'era tra la sua tv (che, occhio, inizia nel 1980 e finisce nel 2001: 21 anni da prendere in considerazione globalmente quando si parla di lei) e quella odierna e, per una volta, mostrare la campana opposta a quelle considerazioni massificate (prese spesso dai niubbi a mo' di Bibbia) che giravano e tuttora girano nella grande rete.
E' evidente che io abbia utilizzato un tono esasperato (e forse anche invettivo in alcuni punti), ma si tratta di una semplice tecnica stilistica per imprimere bene dei concetti, che in questo caso, lo ripeto, non sono la difesa di una persona ben precisa, ma di ciò che rappresenta: una fascia ragazzi poliedrica evolutasi in 21 anni, ancora oggi ricordata con profonda nostalgia da chi ha vissuto la propria infanzia tra gli anni '80 e i '90 (nostalgia che va sicuramente rispettata al pari di quella del decennio precedente), nostalgia dovuta all'esile gamma di prodotti che la tv in sé offre oggi al pubblico infantile.
In questo articolo non ho avuto il bisogno di essere completamente obiettivo, perché il mio intento era sicuramente un altro (peraltro frainteso da alcuni) e puntava al cuore della mia generazione (classe '88), non al cervello. Basta leggere su YouTube un commento qualsiasi di un prodotto qualunque dei due decenni scorsi, che sia uno spezzone di Bim Bum Bam o la videosigla di "Brividi e polvere con Pelleossa". E' fortissimo il senso di nostalgia nei ragazzi che, come me, si ritrovano oggi ad avere 20 anni, lustro più, lustro meno ed è incredibile come questo senso di nostalgia sia per una tv specifica, che nel nostro caso si ritrova ad essere quella di Alessandra (anche se molti non lo sanno, perché conoscono questo nome solo nell'ambito delle censure). E' per questo che l'articolo è costruito intorno a lei, perché è lei la fautrice di un qualcosa di estremamente forte e estremamente nostalgico, che molti ragazzi si ritrovano a vivere paragonando la propria infanzia a ciò che vedono attualmente in tv.
Non esiste solo la nostalgia girellara, ecco tutto. C'è anche chi piange nel rivedere la videosigla dei "Gemelli nel segno del destino" e ogni sentimento va rispettato, che sia quello di un ventenne che si gustava latte e Coco Pops con il "Ciao Ciao" di Debora Magnaghi e Davide Garbolino o quello di un trentenne che vedeva per la prima volta Goldrake in tv.
Eh sì perché, con un banale esempio, nessuno riconosce i demeriti di un Olimpio Petrossi qualsiasi (responsabile nei primi anni '80 della RCA, etichetta produttrice di storiche sigle di cartoni animati), osannando questa figura e facendo finta che non abbia fatto nulla di male (non fosse solo il fatto di aver bloccato a metà anni '80 il mercato fiorente delle vecchie sigle, azzittendo storici gruppi come "I Cavalieri del Re" o i "Superobots" o, ancora, le meravigliose "Mele Verdi" di Mitzi Amoroso, dopo aver intascato milioni e milioni di vecchie lire dal lavoro di quest'ultimi), mentre per la controparte rappresentata dalla Five Record (la signora Manera quindi) solo brutte parole. C'è qualcosa che non va in questo confronto poco equilibrato e solo per ignoranza generale, solo perché questi due nomi sono conosciuti per una piccola parte (e oltretutto neanche veritiera in maniera completa) del loro operato, era ora che qualcuno chiarisse anche i meriti di quest'ultima, le belle cose che tanti oggi ricordano e che non si vedono più in tv.
Per l'obiettività ci sarà Wikipedia e non appena la pagina su Alessandra sarà pronta (la sto ultimando) mi farà piacere passarvi l'indirizzo.
Leggendo, invece, l’articolo il lettore attento che già conosce molte cose di questo mondo saprà farsi da solo un'opinione oggettiva, ma ripeto che in questo caso un tono veemente e schierato era necessario e ripeto che per l'obiettività ci sarà Wikipedia, farò di più, lascerò parlare i diretti interessati e i documenti ad oggi pervenuti. Sarà tutta una citazione.
La censurina o il cartone edulcorato fanno storcere il naso a tutti noi e mi ha suscitato ilarità leggere che qualcuno avesse immaginato che l'articolo fosse una difesa dei suddetti, non si tratta di questo, difendere la tv di Alessandra non equivale a difendere i taglia&cuci, ma qualcosa di diverso e più grande che è rimasto nel cuore di una generazione, che magari nel 1992 si trovava a cantare "Ti voglio bene Denver" la domenica sera nella trasmissione karaoke "Cantiamo con Cristina".
Al contrario, nell'articolo mi preoccupavo di scavare alle radici delle censure varie e sono contento che qualcuno l'abbia capito e scritto anche qui. C'è una delibera che dimostra, definitivamente, quanto peso abbiano e quanto siano influenti proteste di certe associazioni in questo sistema, perché subentrano giustizia e sanzioni da pagare. E questa direttiva del codice di auto regolamentazione che nel corso degli ultimi decenni si è evoluto notevolmente è stata (come volevo) confermata dallo stesso Margaria in una recente intervista pubblicata anche qui, in una risposta a una domanda da me elaborata.
Invece di trovare un appiglio qualsiasi per attaccare il capostruttura di turno, se amiamo l'animazione giapponese, il nostro compito dovrebbe essere difendere l'animazione e quindi analizzare le cause reali degli stupri nei suoi confronti. Ora che non è più possibile attaccare la signora Valeri Manera del fatto che in una puntata dell'altro giorno di Doraemon c'è stato un fermo immagine lunghissimo su Shizuka che stava uscendo dalla doccia, che si fa quindi? Attacchiamo Margaria? Saremmo punto e da capo.
Se Shizuka non può mostrare il petto (senza poppe peraltro e quindi stiamo parlando del torace di una ragazzina, diamine!), che risultato otteniamo attaccando Fabrizio? Che risultato avremmo ottenuto chiedendoci perché Alessandra "non ha fatto di meglio"?
Per essere integrale, Doraemon dovrebbe essere trasmesso di notte ed è questa l'assurdità, che non può essere di certo risolta attaccando Alessandra ieri o Fabrizio oggi. C'è qualcosa di più profondo, legato anche e soprattutto alla giustizia e alla soglia di tollerabilità che questa ha, secondo le convinzioni comuni, riguardo i prodotti per l'infanzia. Bisognerebbe cominciare rivolgendosi altrove e analizzando le cause reali della censura nei prodotti destinati ai bambini, considerando l'evoluzione di quest'ultima negli ultimi trent'anni, sia dal punto di vista legale che sociale.
Il problema non è stata Alessandra ieri, non è oggi Margaria. In diversi commenti ho notato che questo è stato compreso.
Così come pochi sanno che Alessandra ha iniziato a scrivere sigle come adattatrice, oppure che nel 1985 le veniva consegnato un premio dalla critica per un'ottima canzone contro la presenza sempre più prepotente della pubblicità sui bambini, o ancora che secondo lei i fondali ad acquarello di Memole erano di una elevata qualità poetica, oppure che poco prima di lasciare il suo posto di capostruttura istituì una fascia anime notturna. Nell'articolo si trattava essenzialmente di esprimere sentimenti su un emblema, con la pagina di Wikipedia si farà definitiva chiarezza sulla figura di Alessandra Valeri Manera a 360°.
Passo a rispondere qua e là (citazione?) ad alcuni commenti.
@Musashi: dici che è meglio offrire ai bambini prodotti a loro destinati già in origine (come può essere un "Mirmo" o un "Hamtaro") piuttosto che edulcorare serie più adulte pur di trasmetterle. Questo a parer mio è un ragionamento da appassionato, adulto e consapevole, ma anche egoista. Ed è proprio a questo che mi riferivo nell'articolo. Sono fiero di aver visto "E' quasi magia Johnny" o "Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina", è vero, erano edulcorati, ma li ho visti! La decisione giusta è far vedere una serie sempre e comunque, perché, seppure edulcorata, trasmette gran parte dei pensieri e valori dell'idea originale, il non far vedere niente non trasmette niente. Se amo l'animazione nipponica è per merito di questa visione, che nonostante sia alleggerita, mi ha permesso da appassionato di scoprire in cosa fosse alleggerita. La scelta di trasmettere principalmente prodotti destinati all'infanzia è invece quella odierna (nonostante Margaria sia convinto del contrario), come si appassionerà la nuova generazione? Guardando BeyBlade? Proverà nostalgia di una trottola o di una carta di Yu-gi-oh?
Questo solo a una cosa può portare, ovvero a rafforzare l’opinione comune secondo la quale i cartoni giapponesi siano stupidi e poco educativi.
L'opinione comune è ancora immatura nei confronti dell'animazione oggi, si pensi cosa potesse essere 15 anni fa. Era impossibile che una tv nazionale potesse trasmettere integralmente una specifica serie in fascia protetta e sono fiero che ci sia stata la scelta di trasmettere pur di trasmettere. La Rai (come afferma Alessandra in diverse interviste) ci rinunciò quasi subito.
Se oggi è grande la passione per l'animazione giapponese e se è possibile che prima o poi si sviluppi una concezione più obiettiva riguardo quest'ultima, magari con delle fasce adeguate o canali tematici, è anche merito della decisione della responsabile della vecchia gestione Fininvest: quella di trasmettere comunque, quella di farci vedere, quella di darci qualcosa. Se avessimo dovuto fare affidamento alla Rai che da metà anni '80 non ci ha dato più niente, oggi vivremmo la situazione desolante che vivono diverse nazioni europee, tra cui ad esempio la Germania, dove il culto dell'animazione nipponica è minimo e forse perché da infanti i tedeschi hanno visto poco e niente.
Se la realtà commerciale italiana ci propone una visione integrale e diretta a noi tramite Yamato Video, Dynit, Shin Vision (!), Stormovie e compagnia bella è per merito di questa scelta coraggiosa. In Germania una sola ditta produce DVD animati (la KSM) e esiguo è il numero di serie pubblicate. Non parliamo della Spagna, che deve moltissimo a Tele Cinco.
Prova a pensarla sotto quest'ottica, con il tuo ragionamento i bambini di oggi cresceranno con trottole e biglie, io posso dire di essere cresciuto anche con Orange Road, Slayers o Samurai Troopers e anche se edulcorati mi hanno trasmesso tanto. Di certo non mi hanno insegnato a salvare il mondo lanciando delle biglie.
@Mari chan: sulla nuova pagina di Wikipedia leggerai una delibera legale che condanna RTI Spa e che dimostra definitivamente quanto sia determinante il ruolo di queste associazioni nella libera trasmissione incensurata dei prodotti d'animazione in Italia. Il MoIGE può dire quel che vuole, perché tanto sa di avere il coltello dalla parte del manico, ovvero la giustizia attuale.
@Spider: conosco perfettamente la storia dell'animazione in Italia ed è per questo che ho affermato che le censure ci sono sempre state, dagli albori fino ad oggi. Occhio che non ho mai detto che TUTTE le serie animate siano state censurate, anche perché sarebbe assurdo fare un paragone tra una rete locale (anche se basterebbe citare la catastrofe fatta con l'edizione italiana di Maison Ikkoku), che non ha l'occhio vigile dell'authority, con una rete nazionale come Italia1 (e questo lo capisci da solo), è chiaro che mi riferissi a Rai e Fininvest. Le reti locali non fanno testo.
E ti posso assicurare che fin da subito molte serie sono state edulcorate da una e dall'altra e un Guglia, un Giangi o uno Zippo qualsiasi te lo dimostrano. Da sempre il cartone animato è stato edulcorato dalle principali emittenti nazionali o dalle case (come Doro o ITB) che agivano per loro. Ti dico solo "B e A, B e E, BA BE, B e I, BA BE BI..." etc. etc.
E' chiaro che il livello di edulcorazione o censura sia cambiato (e aumentato) nel corso degli anni a causa di una presenza sempre più asfissiante delle associazioni varie, ma un periodo in cui l'animazione nipponica passava integralmente in tv non è mai esistito. Riguarda le tue fonti, ti ricordo che le protagoniste di "Occhi di gatto" che tu stesso citi non si chiamano Sheila, Kelly e Tati.
E la protagonista di Attacker YOU, che citi subito dopo, non si chiama Mila come dice il titolo.
Seconda cosa. Ti contraddici da solo, tu stesso parli della fascia night del 2000/2001 in cui vennero trasmessi Berserk e Wedding Peach. Un elogio ad Alessandra che propose questa fascia, subito abolita da Margaria.
Terzo. Mi pare che ancora oggi "Camilla" non si chiami "Kaede" o "Strawberry" non sia "Ichigo". E proprio oggi viene censurata una serie come Doraemon, al limite dell'assurdo.
Quarto. Otaku non è tanto qualcuno che si appassiona a qualcosa (mai scritta una cosa del genere, prova a rileggere), ma un vero e proprio fan ossessionato di qualcosa di preciso, che non siano solo anime o manga. Piuttosto dovresti spiegarlo allo stesso Margaria che in una recente intervista televisiva spiegava che gli "otaku" erano i giornaletti porno giapponesi, ma forse neanche tu sai cosa vuol dire.
@mecha: carissimo, la gestione di Italia7 riguardo l'animazione era proprio della signora Alessandra Valeri Manera, visto che questa rete è stata fino al 1994 di proprietà Fininvest. Riguardo JTV poi molte delle serie trasmesse erano licenziate proprio dalla suddetta. Ed è proprio grazie a Mediaset se hai visto "I cavalieri dello zodiaco", serie comprata dal Giappone proprio da Alessandra e doppiata a Milano allo Studio PV. E' questo un esempio di disinformazione che cito nell'articolo.
@KenzoTenmaFRNSGL: non sono né un ex collaboratore della signora Manera né, ahimé, un maniaco depravato. Spiacente di deluderti. Esiste al mondo anche qualcuno che legge e si informa più degli altri.
Secondo. Io sono cresciuto a pane e Super3, anzi T.R.E. ovvero Tele Roma Europa, lo storico nome di questa rete e mi dispiace deluderti, ma insieme alla tv generalista anche l'unica speranza di salvezza, proprio Super3, sta cadendo nell'oblio. Negli ultimi anni ormai il palinsesto è fortemente decaduto, decine di storiche serie non si vedono da tempo, l'offerta poliedrica e ricca del decennio scorso è solo un miraggio ormai e lo spazio è stato sequestrato da Jetix e company. Un vero schifo.
E tu citi persino Conan, l'esempio lampante della fine di una storica rete come Super3. Da sempre ha trasmesso serie storiche con il doppiaggio storico, ora si ritrova a mandare in onda serie ridoppiate senza alcun senso, come Conan.
Il vero Conan di Super3, quello storico è ormai un miraggio di qualche anno fa. L'unica che è rimasta invariata è Sonia.
@Lanim: Inesattezze non ne ho scritte. Piuttosto, occhio a citare reti locali per fare un paragone con Rai o Mediaset, è questa l'inesattezza.
@maxx: ti sei fatto delle idee tutte tue, non mettermi in bocca cose che non ho detto. La violenza l'hai citata tu e non ho mai detto che la si debba censurare, anzi.
@Charcharodon: è tutta una questione di nostalgia, sempre e comunque.
@Nero: parlane con Nicola Carrassi.
@Angel_Vegetto: divieto dell'autrice? L'ignoranza dilaga. Discorsi come "chissà come sta male l'autore originale per il fatto che la sua opera è stata maltrattata" sono solo nei vostri sogni. La realtà è un'altra ed è ben diversa.
Nessuno potrebbe mai e poi mai distorcere l'idea originale di un'opera non propria, perché andrebbe incontro a sanzioni legali pesantissime. E' sempre e comunque l'autore originale che (pur di ricevere denaro dalla messa in onda delle sue opere) dà il consenso alle modifiche apportate ai suoi lavori e, spesso, come nel caso della Yoshizumi (che è una mangaka tipicamente commerciale) è proprio l'autrice originaria a riscrivere, insieme ad un dialoghista italiano (nel nostro caso Nicola Ryan Carrassi), il prodotto occidentale o, comunque, italiano. Devo dire che la Yoshizumi e Carrassi hanno fatto proprio un bel lavoro: una nuova serie intitolata "A little love story" e venduta a 12 paesi, tra cui l'Italia. Da qui "Piccoli problemi di cuore", non certo da "Marmalade Boy". Cosa sono disposti a fare gli autori per i soldi, eh?
E con questo, per adesso, chiudo. Arrivederci su Wiki.
Sarò lieto di chiarire ogni dubbio su Alessandra, nel limite delle mie conoscenze ovviamente.
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