Con questa pagina intendiamo dar voce alle recensioni più meritevoli tra quelle postate nelle nostre Schede Anime dagli utenti. Sono recensioni magari non sempre redatte in modo esemplare, con molti errori, ma che possono dare una genuina idea di come viene percepito un titolo, anche molto più delle recensioni pesate della Redazione. Alcune recensioni utente, in ogni caso, sono ben scritte, e attireranno la vostra attenzione su nuovi titoli, poco conosciuti, ma molto meritevoli. Sono state scelte non per il virtuosismo nell’esposizione, ma per l'impegno che traspare dalle loro righe.

Speriamo in questo modo di incentivare tutti a fare del proprio meglio, postarne di nuove e altrettanto valide in quanto a contenuti e motivazioni. Ci auguriamo che vedere le proprie recensioni pubblicate in prima pagina possa essere per gli autori gratificante. La selezione non è facile e spesso la scelta non sembrerà la migliore, ma si cercherà di dar spazio a opere meno conosciute e di coprire target diversi.

Ringraziamo tutti coloro che partecipano alle attività di questo sito in modo costruttivo. Il lavoro di tutti, coordinato dalla nostra Redazione, rende AnimeClick.it un punto di riferimento per ogni appassionato di anime e manga in Italia.

Commenti alle recensioni: dovranno essere usati in modo proficuo e senza offendere gli autori o denigrare l'opera di chi ha voluto condividere le proprie impressioni con gli altri appassionati.
Tali commenti saranno immediatamente rimossi.

Buona lettura!

Bokurano
Recensione di ayami

Screenshot 30 di Bokurano

Screenshot 27 di Bokurano

Trama: 15 ragazzi di 2° media di scuole diverse, stanno frequentando un corso estivo presso una pensione. Durante un'escursione di studio sulla spiaggia vengono incuriositi da una grotta e decidono di andare ad esplorarla. All'interno trovano una specie di laboratorio il
quale poi si scoprirà, almeno all'inizio, che si tratta di un luogo dove un programmatore, un certo Kokopelli, sta realizzando un video gioco. Egli approfitta della loro presenza per far loro testare
il gioco: pilotare un gigantesco robot contro altri 15 robot al fine di proteggere la terra. Dopo essersi "registrati" nel gioco, senza alcun motivo si ritrovano stesi sulla spiaggia e poco dopo essere rientrati nella pensione, sulla città compare un gigantesco robot nero; da qui i 15 ragazzi cominciano a pensare che il "loro gioco" sia più reale di quanto abbiano mai pensato... e non immaginano neppure alle reali conseguenze del "gioco"...

Personaggi: I protagonisti sono appunto i 15 ragazzi, ognuno con la propria storia alle spalle. I caratteri sono molto ben definiti e come noto, il maestro Mohiro Kitoh, riesce a conferire ai suoi personaggi spesso bambini, una personalità molto realistica senza alcun filtro, spesso evidenziando quanto i bambini non siano "bambini". I primi personaggi non hanno potuto aver modo di essere approfonditi, come presto capirete dalla storia, ma nel complesso ogni personaggio ha un ruolo ben stabilito nella storia.
Lo stile grafico è quello proprio di Kitoh, ossia figure esile e magre senza curve esagerate.

Mecha: I robot sono giganteschi, si parla di almeno 500 m di altezza.
Il robot pilotato dai protagonisti, da loro chiamato Zearth, viene manovrato per via telepatica da uno di loro scelto a caso, però nell'abitacolo, durante il combattimento sono presenti tutti gli altri piloti.
Lo Zearth ed il robot nemico, vengono all'inizio ed alla fine di ogni combattimento, teletrasportati da non si sa chi, e spesso il combattimento si volge in centri abitati, causando non pochi disastri.
La realizzazione tramite CG 3D è ben curata e si adatta molto bene con la classica grafica 2D.
Anche il mecha 2D è molto curate e ben realizzato.

Conclusione (potrebbe contenere spoiler): Come per Narutaru, Mohiro Kitoh, ha usato come protagonisti dei bambini, i quali si trovano in situazioni estreme ed in questo coso senza via d'uscita. Vedremo i vari ragazzi comportarsi e reagire in maniera diversa alla stessa tragica vicenda: il robot si muove solo grazie all'energia vitale del pilota, che dopo ogni combattimento inevitabilmente muore - ma se non combatte morirà comunque perchè se perde lo scontro con l'altro robot, la terra è destinata a scomparire per sempre.
Le reazioni dei protagonisti sono vere e tangibili, qui non troverete il solito ragazzino figo che pilota il mega robot contro i cattivi, ma dei bambini costretti a dover combattere sapendo che sicuramente alla fine dello scontro moriranno e con la possibilità di uccidere molte persone durante il loro combattimento.

Note personali: Molti criticano questo anime ed anche Narutaru dicendo: un anime del 2008 con animazioni del 1990 - dal mio punto di vista in particolare in questo anime Mohiro Kitoh ha voluto realizzare i robot in maniera così lontana da canoni per concentrare l'attenzione sui personaggi e non sui vari combattimenti, anche perchè se cercate una serie su "robottoni" che si danno di santa ragione questa non è certo quella.
All'inizio la storia sembra banale e scontata, ma con l'andare avanti non si può non fare a meno di continuare...


Gunbuster
Recensione di slanzard

Screenshot 6 di Gunbuster

Screenshot 26 di Gunbuster

Con quest’opera Anno si riconferma nell’Olimpo dell’Animazione: non pago del capolavoro assoluto dell’animazione giapponese (Evangelion se non si fosse capito), presenta nel suo catalogo anche questa meravigliosa serie di 6 OAV (in realtà sarebbe il contrario, essendo GunBuster precedente a Evangelion, ma io ho visto prima Evangelion e solo recentemente GunBuster).

Fermandosi solo ai primi episodi non si riesce a scorgere appieno la potenza e la genialità di quest’anime che risulta, seppur a mio avviso godibilissimo fin da subito, come un anime di stampo classico e che a qualcuno potrebbe dare una sensazione di ‘già visto’. In ogni caso, che si apprezzi o meno l’inizio, sarebbe un grave errore smettere di vederlo prima della fine, d'altronde sono solo 150 minuti, non è una serie da 200 episodi, per cui non costa niente vederselo tutto: se poi a visione conclusa non vi sarà piaciuto, pazienza, avrete sprecato solo 2 ore del vostro tempo, e in più la vostra opposizione a quest’anime varrà di più potendo voi giudicare l’intera serie e non solo l’incipit.

La struttura degli episodi è gerarchica e autoconclusiva: ogni episodio è caratterizzato da una minitrama che inizia, si evolve e giunge a conclusione in quello stesso episodio; questa divaricazione viene presentata anche con cambi di locazione o tramite balzi temporali, che rendono ben distinguibili i singoli episodi dagli altri. Non pensate però ora che sia solo un insieme di episodi autoconclusivi slegati tra loro, è presente anche una trama che si sviluppa nel proseguo di tutti gli episodi, unendo tra loro le minitrame singole e aggiungendo spessore alle stesse nel rapporto con le altre. Questa gerarchia degli episodi è dovuta anche dall’aumento esponenziale della potenza espressiva dell’episodio successivo rispetto al precedente, causa anche del poco apprezzamento da parte di molti dei primi episodi…superata metà serie, inizierete a chiedervi se le vicende narrate nel primo episodio facciano davvero parte del medesimo anime che state vedendo in questo momento. Per cui dopo un 4° e 5° episodio paurosamente belli, si giungerà infine al sesto e ultimo episodio, sul quale è giusto soffermarsi un attimo: bisogna innanzi tutto premettere che è stato realizzato interamente in bianco e nero e 4:3 letterbox. Non essendone a conoscenza, la prima volta ne rimasi notevolmente sorpreso, e il mio primo pensiero (“Oddio non dirmi che avevano finito i soldi anche qui come in Eva”) non fu positivo. Temendo in un errore del mio DVD o della mia tv proseguii, ma abituatomi alla novità mi godetti appieno anche l’ultimo episodio, e a un certo punto uno dei personaggi disse una frase che rese la scelta cromatica adottata comprensibile e anzi geniale. Cosi mi immersi completamente in questo ultimo episodio, drammaticamente sublime, e sicuramente uno dei migliori episodi che io abbia mai visto in un anime, fino alla conclusione finale, di una potenza emotiva straordinaria, anch’essa una delle migliori di sempre. Insomma lode eterna a GunBuster!

Passiamo ora a un analisi più tecnica: eccellente il character design: Haruhiko Mikimoto ha superato se stesso in quest’opera; senza di lui Noriko, la signorina e tutti gli altri personaggi avrebbero perso metà della loro bellezza (e vedendo poi Diebuster, dell’altrettanto bravo Sadamato non posso che ringraziare la Gainax per la scelta di Mikimoto); e il mecha non è da meno. Il GunBuster è uno spettacolo allo stato puro, specialmente nei combattimenti.

Encomiabile anche la regia del sommo Anno: finalmente un anime che segue quasi completamente le leggi della fisica: abbiamo quindi movimento realistici sia dei robot sia degli esseri umani, e una gestione ottimale dei combattimenti spaziali tra robot, per tacere infine delle ottime espressioni facciali per rappresentare le emozioni dei personaggi.

Su questi due aspetti devo aggiungere qualcosa: per quanto riguarda il realismo del movimento del corpo umano non si può non citare il Gainax Bounce: nonostante fosse già stato sperimentato da Nagai, viene ufficialmente riconosciuta la sua creazione alla Gainax grazie a questa serie. Per chi non lo sapesse il Gainax Bounce è il movimento ondulatorio e sussultorio del seno femminile, progenitore del fanservice attuale; se usato in modo sapiente, come in questo caso, diventa un punto di forza non indifferente dell’opera e del personaggio (per una visione di una scena consiglio questo link). E mai come in questa serie il fanservice diviene un punto di forza e non un sintomo di mancanza di idee come negli anime attuali (d'altronde, di fanservice ce n’è persino in Eva :) ). Inoltre la sua presenza è perfettamente coerente con la “regia fisica” attuata per quest’anime.

L’altro aspetto di cui tenere conto è l’estremo rispetto per le leggi della fisica con cui è stato realizzata questa serie: non solo non vedremo più improbabili treni solcare galassie senza che queste venissero distrutte o Robot enormi che si distruggerebbero anziché riuscire ad agganciarsi in volo, ma gli accenni alla fisica non newtoniana e alle teorie relativistice e quantistice, per giungere anche alle recenti teorie delle stringhe, fanno risaltare un lavoro mai visto prima per un anime.Persino il GunBuster, robottone alto 200 m(più del Daitarn III quindi), si muove e si comporta in modo perfettamente conforme alle leggi della fisica. E cosa più importante, vengono utilizzati in modo sublime il concetto di dilatazione temporale della relatività di Einstein con lo spostamento a velocità luce, reso poi sublime dalla potenza drammatica con cui viene rivestito il “non poter vivere lo stesso tempo delle altre persone”.

E uscendo dall’ambito fisico ed entrando in quello biologico, mi ha estremamente colpito la spiegazione scientifica data alle creature aliene: non voglio spoilerare, ma ha a mio avviso alzato ulteriormente il livello di quest’anime. Dimenticavo: un encomio speciale anche al chara degli alieni: meravigliosi!

Una nota tecnica sui DVD: sono quasi contento della mancanza della traccia italiana, avendo apprezzato enormemente il doppiaggio originale, e specialmente le urla in battaglia della protagonista Noriko: divine!

Interessanti anche gli extra, decisamente sopra la media per un edizione italiana, specie se unita al modico prezzo di 15€ per entrambi i DVD. Consigliatissimo l’acquisto, non ve ne pentirete.

Mi pare di aver detto tutto, come si sarà capito sono assolutamente soddisfatto, il voto massimo è ampiamente meritato(forse dovrei considerare che i primi episodi non sono da 10, ma gli ultimi sono almeno da 12/10, quindi non si pone il problema XD).

Inoltre, se ciò non fosse sufficiente, in GunBuster si gettano le basi di quello che sarà poi Shin Seiki Evangelion, ad esempio Jung presenta caratteristiche simili ad Asuka, anche se sarebbe riduttivo definirla un test di prova per la creazione del second children. E si notano somiglianze anche tra Shinji e Noriko, specie per quanto riguarda la loro indecisione e insicurezza iniziali.

Se siete otaku, appassionati di animazione DOVETE vederlo, se non lo siete è un ottima occasione per diventarlo…

Da vedere, vedere, e rivedere…e poi rivedere nuovamente...


Mobile Suit Gundam 00
Recensione di Tomino

Screenshot 7 di Mobile Suit Gundam 00

Screenshot 16 di Mobile Suit Gundam 00

ATTENZIONE, PUO' CONTENERE SPOILER.
Volendo potremmo inquadrare personaggi e trama di Gundam 00 con due semplici battute tipo queste: se vi è sembrato che i personaggi di Neon Genesis Evangelion avessero qualche problema dopo aver visto quelli di questa serie vi sembrerà che siano normali; Z Gundam a confronto vi apparirà un anime solare, pieno di vita e per di più con una trama lineare, nient'affatto contorta. Scherzi a parte questa prima stagione di Gundam 00 offre al suo pubblico una signora serie tv dotata di grandi qualità nient'affatto disprezzabili. Innanzitutto iniziamo con l'animazione; fluida, spettacolare, ad alta definizione e adrenalinica. La computer crafica, fatto non trascurabile, non viene usata a sproposito e si fonde perfettamente con tecniche più tradizionali. Prima di tutto devo ammettere che non amo molto le serie gundamiche ambientate negli universi alternativi; spesso e volentieri troppo infantili, inutili se non proprio di cattivo gusto. Le eccezioni però (come nel caso di Gundam Seed) non sembrano mancare. Da queste serie Gundam 00 prende l'idea di molti Gundam, ognuno diverso dall'altro e tutti pilotati da ragazzini molto "cool", molto tormentati ma anche abilissimi. I Gundam hanno prestazioni superiori ad ogni MS esistente e i nostri sono dei super-piloti contro cui i soldati regolari possono ben poco. Così, ad esempio, in Gundam Wing e così purtroppo in Gundam 00 che sembra pagare così il suo scotto di non appartenere all'Universal Century. I personaggi però, i quattro Gundam Meister e gli altri membri dei Celestial Being, non sono semplicemente dei figuranti modaioli molto, molto tristi che uccidono, combattono e fanno stragi (alla Gundam Wing) ma che rimangono comunque "all rigth" e "ok". Qui abbiamo comandanti alcolizzati, combattenti creati in laboratorio schizzofrenici, mercenari sadici e valorosi soldati, doppiogiochisti spietati, giornaliste uccise perchè colpevoli di cercare la verità, etc. Insomma una carrellata di varia umanità degna di un autentico psicodramma. Le morti poi non mancano, tutte dolorose, improvvise e struggenti. Il più normale, se così si può dire, è forse il protagonista, Setsuna, un ex-bambino soldato curdo. Quest'ultimo potrebbe far pensare al Sosuke di Full Metal Panic se non che qua si intuisce che il nostro, in nome di Dio e della jihad, ha ucciso con i propri genitori con le sue stesse mani. Il dramma dunque, come la morte d'altronde, non è una merce che viene lesinata in Gundam 00.
Una drammaticità che ricorda in più punti serie recenti come Evangelion o Full Metal Alchemist oppure classici del Gundamverse come Z Gundam. Troppe forse al dire il vero, quasi all'Emilio Salgari ci verrebbe da dire, il nostrano scrittore d'avventura (creò il Corsaro Nero e Sandokan) pure lui abituato a far morire intere legioni di personaggi. In effetti, giunti alla 25 esima puntata, lo spettatore inizia a chiedersi non tanto se questo o quel personaggio sopravvivrà, ma semplicemente se per davvero qualcuno scamperà a tanta ecatombe per poi riapparire nell'annunciata seconda stagione.
Tra le trovate fanta - tecnologiche introdotte segnaliamo la presenza degli ascensori spaziali e di un anello orbitale. Mega-strutture che sostituiscono le più tradizionali colonie cilindriche dell'Universal Century. Altra novità è l'inserimento nella trama dell'idea di un Piano della durata pluri - secolare concepito per cambiare la storia umana; un evidente omaggio al Piano Seldon dei romanzi della Fondazione di Isaac Asimov (1920 - 1992). Non possiamo infine non segnalare di come quest'anime sia stato segnato dall'attuale difficile congiuntura storica; travagliata dal problema del terrorismo globale e dal Medio Oriente. Gli stessi Celestial Being sono dei terroristi e le scene violente che costellano l'anime sono innumerevoli. Personalmente ho trovato particolarmente allucinante la scena in cui una ragazza pilota, alla guida del suo Gundam, spara su di un gruppo di persone che sta festeggiando un matrimonio, commettendo così una strage, per il puro piacere di farlo. Tutti insomma hanno le mani sporche di sangue e tutti pagheranno un prezzo per le loro colpe. In conclusione non è facile definire Gundam 00; serie ambientata all'inizio del 24° secolo della nostra era (A. D., Anno Domini) in cui la tragedia all'ennesima potenza, appunti sull'attualità e mecha si fondono tra loro nel tratteggiare un quadro decisamente affascinante ma anche terribilmente nero, fosco e triste. In attesa della promessa seconda stagione - e dei futuri sviluppi della serie - possiamo forse consigliare la visione di una fantascienza più allegra e scacciapensieri; basta poco d'altronde. Rispetto a Gundam 00 non solo - come dicevamo prima - Z Gundam appare come un anime gaio e spensierato ma pure Blade Runner di Ridley Scott a confronto sembra esser quasi un film sdolcinato e ottimista. Tuttavia l'altissima qualità di questo prodotto televisivo, al di là della sua eccessiva tetraggine, è al di fuor di ogni dubbio.


Planetes
Recensione di lain

Screenshot 5 di PlanetES

Screenshot 9 di PlanetES

Recensione a caldo per PlanetES, ovvero la serie che da anni è in cima alla classifica di AnimeClick. E questo già impone di riflettere un pò più a lungo prima di dare le proprie opinioni.
Estetica: è guardabile, ne più ne meno. Il character design è buono ed abbastanza espressivo ma per il resto non c'è nulla di veramente bello. Gli sfondi sono freddi, le parti esplicitamente in CG sono deludenti, le scene d'azione anche. Ogni volta che l'inquadratura scorre c'è un offuscamento dell'immagine, così come quando si muovono degli oggetti. Questa serie voleva essere realistica, ed in più non aveva probabilmente i fondi necessari per osare qualcosa di originale. Infatti non ha semplicemente osato ed è restata sulla sufficienza.
Contenuti: qui il livello è assai diverso. La trama per la maggior parte non esiste e le prime puntate sono lunghe da finire, molti tempi morti. Tuttavia verso la fine tutto acquista un senso.
A livello psicologico si devono riconoscere i meriti maggiori: quasi tutti i personaggi sono approfonditi, anche molti di quelli secondari. Le personalità sono credibili e ben delineate, ma aggiungono anche qualcosa di più alla nostra prospettiva di fronte agli altri. Nelle sequenze di introspezione di Hachimacki c'è un forte debito ad Evangelion, così come nella visione di amore come energia e flusso che unisce gli esseri umani.
Tanabe è il mio personaggio preferito perchè si scopre che ha un pensiero dietro al suo concetto di amore e non blatera solo delle frasi fatte come sembra essere all'inizio. E' anche quella che paga più di tutti fino alla conclusione.
Mi piace molto anche il pilota ChienShing, perchè dietro una normalità quasi perfetta nasconde una grande paura di fondo di non essere niente di più che qualcuno che ha avuto tutte le fortune dalla vita.
PlanetES secondo me raggiunge il suo apice nella sequenza della camera di privazione sensoriale e in quella in cui Tanabe esprime la sua idea di amore poco prima di pensare di uccidere Claire per salvarsi la vita.
La puntata conclusiva è stata purtroppo uno degli ending più banali mai visti: tutti che si sposano (perchè poi che sono giovanissimi, Ai e Lucy avranno 22 anni), tutti finiscono bene senza sapere perchè (compresa Claire) e di molti personaggi secondari non si ha una vera conclusione a livello psicologico ma solo narrativo. Alcuni sono dei buonismi inutili, come padre e figlio che si abbracciano come avendo dimenticato la sostanziale insensibilità del padre verso la sua famiglia. Perchè Akim è vivo poi, e cosa ne è di lui??

Bello, ma un pò sopravvalutato. Poteva essere un vero capolavoro, ma ha preferito restare troppo sui binari.


Planetes
Recensione di God87

Screenshot 13 di PlanetES

Screenshot 16 di PlanetES

L'anime di PlanetEs è il classico esempio di come dovrebbe essere trasposto idealmente un manga in animazione: non una mera carta carbone ma un'opera a se stante, una rielaborazione, una personale rivisitazione. Taniguchi questo lo ha ben capito, e con la sua personale rivisitazione del capolavoro di Yumikura realizza probabilmente la sua migliore opera in assoluto, un capolavoro sci-fi con il quale ogni nuova serie d'animazione dalle tematiche similari dovrà inevitabilmente fare i conti. Il plot è ovviamente simile al manga originario: per poter garantire la sicurezza dei viaggi spaziali, nel 2075 vengono istituite squadre di "raccogli-detriti" che si devono occupare di rimuovere dallo spazio i bulloni, le viti ed i pezzi di satelliti vaganti (un problema esistente anche oggi). Nel fumetto ci focalizziamo sulla vita privata e lavorativa di Yuri, Fee ed Hachimaki, ma qui il cast viene notevolmente ampliato, tant'è che nella sezione raccogli detriti oltre a loro abbiamo ben altri 3 strambi individui: lo stravagante indiano Arvind "Robbie" Ravi, il pigro e nullafacente Philippe Myers (direttore d'ufficio) e la silenziosa ed efficiente impiegata Edelgard. Come se non bastasse Ai Tanabe entra nella sezione fin dal primo episodio, divenendo assieme ad Hachimaki protagonista assoluta dei 26 episodi di questa serie televisiva. Molti altri sono poi i personaggi importanti inventati in animazione ed assenti nella versione cartacea, quasi tutti legati ad Hachimaki: Claire Rondo, sua ex ragazza ed ora ambiziosa impiegata nella sezione controllo della seconda divisione Technora (l'azienda per la quale lavorano i nostri eroi), Kho Cheng-Shin, suo miglior amico, e Gigalt Gangaragash, suo maestro per il quale il ragazzo prova venerazione e rispetto. Un cast di personaggi notevolissimo (a cui se ne aggiungeranno anche altri) al servizio di una storia meravigliosa e poetica. Iniziamo col dire che, rispetto al fumetto, l'anime è allo stesso tempo uguale e diverso: presenta molte delle storie apparse nei primi 3 volumi del manga (neanche viene toccato il quarto volume), ma lo fa rivisitandole totalmente, cambiandone l'ordine cronologico e legandole da continuity. Oltretutto, queste storie vengono anche a volte radicalmente modificate, magari cambiando i personaggi o mettendone alcuni al posto di altri: si tratta quindi di un'opera di totale rivisitazione del fumetto, ad uso e consumo di una storia molto più focalizzata sugli aspetti umani e sul background politico-terroristico rispetto al fumetto. Entrambi manga ed anime sono focalizzati sulla crescita interiore di Hachimaki (dapprima duro e cinico, poi innamorandosi di Tanabe capirà che "non si può andare per un lungo viaggio senza un porto dove tornare"), ma se il fumetto si preoccupa di farlo cambiare attraverso la contrapposizione tra il suo cinismo e l'idealismo romantico di Tanabe, qui sono le sue dure esperienze con la morte ed il terrorismo a fargli ricercare come un bambino l'ala protettiva e amorevole della ragazza. Seppur affrontando tutte le vicende in modo diverso, la versione animata di PlanetEs si può sicuramente definire un altro capolavoro, al punto tale da potersi accostare alla pari con il collega più blasonato da cui prende ispirazione. Partendo dalla bellissima sigla d'apertura che mostra attraverso immagini il cammino dell'uomo verso lo spazio, anche nella serie animata si sente ogni occasione l'amore degli autori nel rappresentare la ricerca e la realizzazione dei proprio sogni per l'uomo. Dall'inizio alla fine la straordinaria opera di caratterizzazione di tutti i personaggi (aiutati in quest'occasione da un character design molto più adulto del semplicistico tratto originario di Yumikura) porterà gli spettatori ad immedesimarsi totalmente in loro fino a sentirli vicinissimi a sè, e se a questo aggiungiamo l'ottimale qualità di quasi tutti i 26 episodi capiremo perchè PlanetEs è forse una delle più grandi serie d'animazione di tutti i tempi. Già, perchè oltre a ritrovare qui la stessa eleganza e freschezza con cui Yumikura tratta senza mai annoiare i gravi temi sociali odierni, qui abbiamo anche un regista del calibro di Taniguchi, che in quest'occasione rivela un'inaspettata vena romantico/poetica: la sua solita cura nello scegliere insert songs commoventi ("Secret of the Moon") e certe sue trovate registiche assolutamente geniali e fuori dagli schemi (il bacio fuoricampo tra Hachimaki e Tanabe) lo aiutano nel rendere certi episodi incredibilmente commoventi, tanto da portare in numerosi casi ad autentiche lacrime di commozione (sopratutto nel finale, quando ci rendiamo conto che Hachimaki e Tanabe non li vedremo più). Con la sua consueta maestria Taniguchi rende PlanetEs una storia di personaggi e contenuti incredibilmente profonda e coinvolgente, capace di toccare dolcemente più volte le corde dell'animo di ogni spettatore. Unico vero difetto la figura di Fee, non troppo approfondita e sviscerata come nel fumetto, ma visto che la serie è terminata prima dell'uscita del quarto volume (che la riguardava) si tratta di un neo di pochissimo conto. Inutile aggiungere altro: siano lodati Taniguchi e Yumikura, e grazie alla Beez per la scelta coraggiosa di aver portato in Italia con un'ottima cura (il doppiaggio è ineccepibile) una serie di questo livello, sfidando l'animazione ignorante odierna fatta di shonen uguali gli uni agli altri. Peccato che come al solito una serie che tratta di fantascienza non è ben vista dal pubblico italiano, che difatti non si è smentito decretandone il prevedibile insuccesso commerciale. A chi però ama l'arte e la poesia l'acquisto di PlanetEs è obbligatorio.


Dragon Ball GT
Recensione di gogito

Screenshot 1 di Dragon Ball GT

Screenshot 9 di Dragon Ball GT

ATTENZIONE, PUO' CONTENERE SPOILER.
A parte il fatto che non è stato disegnato e caratterizzato dal Maestro, ci sono in lui troppi aspetti che non convincono.
In primo luogo, la trasformazione dura troppo poco tempo! Ma questo è anche comprensibile, dato che l'incantesimo che ha reso Goku bambino, non gli permette di sfruttare la sua potenza al massimo. C'è da dire che questo stratagemma della trasformazione ha tolto molto fascino al personaggio: insomma, anch'io ho adorato la prima serie di Dragon Ball, ma dopo lo Z, era impensabile ritornare alle origini. Al fine si sono convinti di questo anche quelli del Bird Studio, che hanno introdotto il SSJ4 mentre, inizialmente, se non sono male informato, il GT si sarebbe dovuto basare solo sulle avventure di Goku bambino.
Inoltre, anche gli altri personaggi sembrano meno potenti e meno motivati, primo fra tutti un palesemente rammollito Trunks.
Adesso però sto un po' divagando... allora rientro subito in tema. Sempre a proposito della trasformazione, mi sembra poco "coreografica", mi spiego: quando Goku ha raggiunto il precedente stadio di SSJ3, la sua aura immane ha sconquassato la Terra e i mari... e pure l'Aldilà, dato che persino Re Kaioh l'ha avvertita come se fosse lì.
Passi per la prima trasformazione, in cui Goku bambino diventa Ohzaru Gold e poi comprime la sua potenza in un essere di dimensioni normali, ma le volte successive che diventa SSJ4, non si verifica più di qualche smottamento. D'accordo che la trasformazione avviene molte più volte rispetto alla precedente, ma così l'impressione di potenza data da Goku è dimezzata. Il SSJ4, secondo molti, sarebbe dovuto essere così potente da rischiare di distruggere la Terra se solo si fosse mosso un po' più bruscamente, ma siamo stati disillusi alla grande.
Parlando sempre di potenza... è vero che in questa serie tutti sembrano (o sono) diventati più scarsi, ma è intollerabile che anche Goku si adegui a ciò! Tanto per fare un esempio, la Kamehameha 10x potrebbe sembrare qualcosa di devastante, che lascia terra bruciata (ma neanche quella) dopo essere stata lanciata... e invece fa solo qualche solco nel terreno (ridicolo per chi ha ancora in mente lo Z) e non riesce nemmeno a distruggere una città!
Tanto per fare paragoni impietosi, Freezer, che ormai si troverebbe in difficoltà anche contro Goten, polverizzava le montagne semplicemente guardandole; per non parlare di quell'impedito di Nappa, che schioccando le dita riesce a radere al suolo mezza Satan City! Ma si può? Pure Vash The Stampede (aridaje...) faceva di peggio.
Questa benedetta tecnica non è poi nemmeno risolutiva: contro Super 17 non ha alcun effetto, contro Li Shenron non parliamone, ma che venga respinta persino dalla pancia gommosa del secondo drago, questo proprio non mi va!
A proposito di risolutezza: il SSJ4 non è assolutamente un personaggio determinante. Insomma, ha fatto una fatica assurda solo per battere Baby, non è servito a nulla contro Super 17 (gli ha fatto molto più male in versione bambino, dico solo questo), sono più le volte che distrugge un drago quando è bambino, per non citare la vittoria finale, perché?
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che l'unico stadio del Super Saiyan veramente decisivo sia stato il primo, ma questo vorrebbe dire sminuire eccessivamente un personaggio importante come Goku.
Vogliamo parlare di forza fisica? Parliamone! Il SSJ4 fa fatica a sostenere un palazzo che sta crollando! D'accordo che queste cose di solito le fanno Superman e l'Incredibile Hulk, ma al livello di potenza a cui è arrivato, Goku avrebbe benissimo potuto sostenerlo anche solo con l'aura!!
Goku SSJ4 è o non è qualcuno che può fare qualsiasi cosa senza sforzo alcuno?
E poi ci sono le solite pacchianate: siccome quando un Saiyan si trasforma in Ohzaru straccia i suoi abiti (a meno che non indossi un battle suit, ma questa è un'altra storia), quando torna normale dovrebbe essere nudo; poiché il SSJ4 deriva appunto da un Ohzaru, quelli del Bird Studio, per evitare eccessive esibizioni di epidermide, hanno avuto la "brillante" idea di farlo trasformare direttamente con i pantaloni addosso, per non parlare di Vegeta SSJ4 che si ritrova pure un bel cinturone. Non sarebbe neanche poi così male, se non fosse che Goku, quando torna normale, e cioè bambino, è vestito esattamente come era prima della trasformazione, e forse anche meglio (le lacerazioni e le macchie dell'abito spariscono, ecc... ecc...); la cosa bella è che questo avviene anche più volte durante la stessa puntata. Il corpo dei SSJ4 ha forse la capacità di inglobare gli abiti? Vabbè che Piccolo materializzava gli abiti sul corpo di Gohan, ma questo è un altro discorso!
L'unico SSJ4 un po' interessante è stato Gogeta (eh beh...); peccato che sia apparso per un lasso di tempo inversamente proporzionale alla sua potenza... dopo neanche una puntata già non si è più visto. Fiasco anche su questo fronte, dunque.
Insomma, la domanda finale che emerge da queste considerazioni è la seguente: ma perché inventare un personaggio inutile e poco avvincente come il SSJ4?
Che quelli del Bird Studio lo abbiano ridotto così su ordine del Tori, il quale voleva vendicarsi per non averlo creato lui medesimo?
Ok, queste sono solo battute, forse la realtà è che Dragon Ball GT è stato realizzato in fretta e furia, solo per compiacere i fan, che da anni chiedevano a gran voce il proseguimento delle avventure dei Saiyan (e ci credo, dopo aver visto il repellente finale dello Z!). Infatti, le idee migliori della serie, sono state riciclate proprio dallo Z, e certe sequenze e scene sono proprio state riprese "paro paro" dalla serie e dai movie (magari un giorno o l'altro vi farò un elenco di quelle che ho trovato, ma ora non mi va), senza contare che esiste pure una puntata interamente formata da vecchi spezzoni dello Z, con il risultato di produrre effetti stranianti negli spettatori (?). Come se non bastasse, alcune idee potenzialmente interessanti ma poco sviluppate che si trovavano nello Z, sono state portate avanti con scarsi esiti nel GT, primo fra tutti Ub, un vero monumento all'inutilità. Per finire, il GT, a volte non rispetta il filo logico di alcuni avvenimenti importanti occorsi nello Z; ad esempio, perché Gohan nel GT si trasforma in Super Saiyan, se nello Z era ruscito a diventare Mystic Gohan?
Spiace anche a me doverlo ammettere, ma Dragon Ball GT è stato realizzato con intenti esclusivamente commerciali. Se il Tori avesse voluto metterci lo zampino.
Comunque concludendo per me ogni puntata di Dragon Ball GT è una pugnalata nel petto e soprattutto nel vero cuore di Dragon Ball.


Gear Fighter Dendoh
Recensione di black getter rules!!

Screenshot 6 di Gear Fighter Dendoh

Screenshot 12 di Gear Fighter Dendoh

Trama semplice, molto old school! Personaggi non affetti da qualche strana fobia/mania persecutiva/tara mentale, ecc..., molti clichè, ma anche idee originali.
Finalmente dopo anni una serie robotica che non cerca di psicoanalizzare i protagonisti, dove i combattimenti sono dinamici e fisici e la storia non è infarcita di inutili misteri (quasi tutti svelati nei primi 10 episodi, alcuni addirittura nella sigla).
Ho parlato di clichè: già la storia è trita e ritrita, alieni attaccano la terra quasi sempre un robot alla volta e a contrastarli Dendoh, pilotato da 2 ragazzini.
Questi poi sono i prototipi dei protagonisti degli anime robotici anni 70/80: Ginga è l' impulsivo, passionale e un pò tonto, finito sul mecha per sbaglio, Hokuto è quello riflessivo e intelligente. Salito su Dendoh non proprio per caso (anche se lo si capisce solo più avanti nella storia).
Poi abbiamo l' antagonista misterioso e carismatico, la principessa aliena arrivata sulla terra da un pianeta messo a ferro e fuoco dal cattivo della situazione.
Ma ho parlato anche di originalità: dopo i robot con la prolunga (EVA) quelli a pile. Un'idea all'apparenza banale invece rende credibile uno dei tormentoni delle serie robotiche classiche: perchè il protagonista usa l'attacco iperpotente solo una volta e alla fine di uno scontro? semplice! Perchè questo prosciuga le batterie. Geniale.
Originale il fatto pure che Dendoh e Ogre (il mecha dell' antagonista) possono utilizzare come armi degli animali elettronici che devono però prima catturare. Può strizzare l' occhio ai Pokemon, ma questo rende la prima parte della storia interessante!
Ho apprezzato pure il ritorno dei cattivi macchietta, le 3 manifestazioni dei generali inviati sulla terra a recuperare le armi elettroniche e scoprire l' identità dei piloti di Dendoh ricordano molto i Meganoidi nella loro stupida simpatia e delirante sfiga, come pure che i robot nemici parlino con il protagonista durante gli scontri.
Graficamente ben realizzato nella sua semplicità (niente virtuosismi o particolari ricercati) animata in maniera fluida e con l' utilizzo della computer grafica solo per effetti speciali.
Storia scorrevole, personaggi simpatici (mi piego in 2 tutte le volte che Witter apre bocca) e scontri tra robottoni ben fatti!
Che volete di più? Cosa? Il target non lo permette? Avete solo quello in testa :-)


Kujibiki Unbalance 2006
Recensione di Testu

Screenshot 7 di Kujibiki Unbalance 2006

Screenshot 17 di Kujibiki Unbalance 2006

Ero tremendamente pessimista dati i lampanti cambiamenti apportati, rispetto ai tre episodi extra della serie Genshiken, ma dopo aver "finalmente" visto 3/4 dell'anime, posso dargli un parere positivo. Devo dire però che non è una serie molto ricercata e valutata, mi ha fatto penare recuperarla, perchè poco dopo la sua uscita si trovavano si e no due episodi in inglese di progetti poi abbandonati, mentre ora a distanza di tempo la situazione non è che sia migliorata più di tanto, mi ci è voluto tempo per trovare finalmente uno straccio di fansub in spagnolo, di cui mi auguro di vedere la fine.

Come accennato nell'altra recensione, il cartone è stato fortemente rinnovato, hanno ripreso l'idea dell'istituto dove tutte le cariche sono decise a sorte nel primo giorno di scuola, ma hanno cambiato sia il gruppo dei protagonisti che le loro mansioni. Ora Chihiro non è più un segretario dal tipico caschetto corvino, ma un capogruppo nejiniano pel di carota poco fortunato nella vita (e nonostante questo) stranamente scelto dal destino per diventare il futuro presidente del consiglio studentesco. La carica nell'istituto è la più prestigiosa in assoluto dato che (ancora una volta) l'attuale presidente (e amica d'infanzia del ragazzo) di nome Ritsuko pare dominare sugli stessi docenti. Grandi poteri comportano grandi responsabilità come si suol dire, per questo Chihiro verrà messo continuamente alla prova a costante rischio d'espulsione, in caso di fallimento. Le modifiche del copione si sono estese fino all'aspetto fisico del gruppo, e come Chihiro altri personaggi sono mutati fisicamente mentre altri sono stati addirittura completamente sostituiti. Alcune di queste modifiche sono state un bene, ma di altre non se ne sentiva davvero il bisogno. Tokino da carina/bionda/testa vuota con la viscerale passione mangereccia per i funghi è diventata una castana molto allegrotta e più anonima, a sua volta amica d'infanzia del ragazzo. Renko che nel precedente esperimento animato era relegata a rivale con poche scene, dato che si faceva notare è stata finalmente valorizzata con un ruolo di primo piano nel gruppo centrale, mentre la sua assistente robò (se lo era anche prima) che prima somigliava troppo al protagonista è stata a sua volta differenziata fisicamente. Infine al gruppo è stata aggiunta una ragazza nuova con poteri psichici, piuttosto tenera ed azzeccata. Quest'ultimo personaggio ha una sorella maggiore che credo sia l'evoluzione di Komaki, quella che era perennemente con la sciarpa al collo e si occupava dei suoi 4 fratelli. Se è lei, la decisione di sostituirla è assolutamente buona, in quanto da quel che si è potuto vedere, prima non era particolarmente significativa e nemmeno utile, come del resto non lo era neanche Izumi, la giocatrice coi capelli verdi. Tecnicamente purtroppo a livello di disegno l'anime è diventato bruttarello ed eccessivamente rotondeggiante, soprattutto nei lineamenti facciali. Stessa tragedia per i colori, non più allegri ed ulteriormente avviliti da vestiti fin troppo sobri. Questo è un vero peccato, in quanto erano i punti validi degli episodi sperimentali, a cui donavano un'aria spensierata. C'è da precisare però che l'anime stesso non è nemmeno più allegro come un tempo. Certo rimane una commedia scolastico-sentimentale, ma alterna minuscoli momenti abbastanza seri durante alcuni episodi, come ad esempio una bomba sotto il tombino, o una pistola auto-puntata alla bocca, cose che tendono a sottolineare ogni tanto una insana serietà in quell'istituto, dove il fato pare (comprensibilmente) essere fortemente contestato come elemento di saggezza. Insomma in questa versione l'atmosfera è più seria, nonostante le assurde invenzioni di Renko ed alcune gag fuori di testa. Per certi versi suppongo che il character di Ritsuko possa averne giovato. Lei, ovvero l'attuale presidentessa in carica, che in precedenza era già una rigida e distaccata generalessa, ora con un abbigliamento più severo ed uno sguardo persino più tagliente di prima esprime ancora di più la sua inquietante, assurda ed auto-inferta solitudine. Alla fine i personaggi vanno tutti più o meno bene, persino la kendo girl è meno kendo girl, l'unica toppa decisamente evitabile è l'attuale, inutile e morboso affetto della sorella di Chihiro. Per dirlo chiaramente, ed augurandoci un degno finale, Kujibiki prendendosi vagamente più sul serio è diventato un discreto prodotto, ma lo sarebbe stato comunque percorrendo la vecchia strada totalmente demenziale dei suoi presunti e mai realizzati 26 episodi. Probabilmente sarebbe uscito un anime veramente bello unendo il meglio delle due versioni ed evitando la stupida trappola della dozzina di puntate, che come al solito, per quanto sufficienti ad abbozzare una storia non bastano a svilupparla come si dovrebbe, costringendo ad accelerare gli eventi (cosa che ho già notato) senza approfondire dovutamente i personaggi, che sono gli elementi essenziali delle scene migliori. Sfruttando questa seconda occasione Kujibiki poteva riuscire di gran lunga meglio di così, ma è comunque un anime godibile.