Riportiamo alcuni recenti commenti di autori di Shogakukan alla notizia dell’azione legale intentata dal mangaka Raiku Makoto contro l'editore giapponese (leggi tutto).
Moltissimi addetti del settore hanno cominciato a raccontare la loro personale esperienza nell’industria del manga dopo il caso di Raiku. In tanti pare abbiano perduto i loro manoscritti originali a causa dello staff editoriale, e notato che il mangaka fosse pagato per ogni tavola sicuramente troppo poco rispetto alla popolarità di Zatch Bell!.
Quelli che seguono sono solo alcuni dei numerosi commenti pubblicati dagli autori nei rispettivi blog e siti web. La lista risale a metà giugno, ma con la calura e la minore attività estiva rischiava di sfuggirci, mentre riteniamo sia interessante per avvertire le molte difficoltà e i disagi di una professione che non è fantastica e spensierata quanto si può essere portati a credere molto erroneamente:
- Shinjo Mayu, autrice di Strofe d’amore, ha parlato della sua esperienza lavorativa per Shoujo Comic, un altro magazine di Shogakukan. La mangaka ha raccontato di dover lavorare ininterrottamente dormendo solo poche ore a notte pur di rispettare i tempi chiesti dalla rivista, e perfino dopo aver lavorato per questa tredici anni, il caporedattore la minacciò di cancellare la sua serie e di trasferirla ad un'altra testata quando lei manifestò la volontà di dare una nuova direzione al suo manga.
Il nuovo magazine in cui le era stato chiesto di spostarsi presentava gli stessi problemi, non lasciando spazio alla sua creatività. Decise di lasciare l’editore ma, quando lo fece, il suo editor le prospettò di mandare fuori catalogo tutti i suoi manga, ricatto che ovviamente in fine non venne messo in pratica (leggi tutto).
- Anche il mangaka Tarato Rui appoggia le dichiarazioni della Shinjo nei suoi post.
- La dichiarazione ufficiale di Shogakukan e Shonen Sunday è che Raiku sta mentendo.
- Umekawa Kazumi, autore di Gau Gau Wata, parla della sua esperienza nell’industria del manga, lamentando di essere stato trascurato e spiegando di supportare la posizione di Raiku.
- Un assistente manga di Shonen Sunday, Yanmura, riferisce una frase piuttosto strana: ad un certo autore pubblicato sulla rivista, nel periodo di pianificazione di una nuova serializzazione, era stato chiesto “per favore disegna One Piece”. Non “disegna qualcosa tipo One Piece”, ma proprio disegna “One Piece”.
- Wakaki Tamiki, autore di Kami no mi zo shiru sekai, prega i suoi lettori di non boicottare il magazine.
- Il mangaka Watanabedenki Inc. ha affermato che nessuna delle due parti in causa si è sforzata di venire in contro all’altra e che tutta la vicenda è molto infantile, ma è rimasto molto sorpreso da quanto poco fosse pagato Raiku per ogni tavola disegnata.
- Il mangaka Gotou Hideki condivide la sua esperienza: i suoi manoscritti, sia a colori che monocromatici, sono andati ugualmente perduti, addirittura prima di essere pubblicati in volume.
- Harada Takayuki, ex-assistente dell’autore di Shinsei motemote oukoku, racconta che anche i suoi manoscritti erano stati trattati con negligenza dei redattori di Shonen Sunday, ma dice di non essere mai stato insultato verbalmente e di non avere avuto in verità nessun problema con loro, tuttavia è venuto a conoscenza di molte persone che hanno lasciato il magazine per problemi con gli editor. Harada intende comunque mostrare il suo supporto al collega Raiku contro Shogakukan.
- L’autore di Alien hihouden, Hagiwara Reiji, leggendo i dettagli dell’azione legale, non sente di dover supportare Raiku, ma pensa che simili manifestazioni da parte di autori che protestano contro i propri editori siano le ben venute.
- Hashiguchi Takashi, autore di Yakitate!! Japan, pubblicato su Shonen Sunday per sei anni, scrive sul proprio blog che gli editor descritti da Raiku come “persone orribili” non sono affatto come il collega le dipinge, ma professionisti che prendono seriamente il proprio lavoro, e aggiunge che se questi volessero denunciarlo per diffamazione sarebbe pronto a testimoniare in loro favore.
- Ueda Miki, autrice di Bakuretsu! kanfuu musume che in passato disegnava per Shogakukan, supporterà pienamente Raiku nella sua posizione contro l’editore, ricordando che lei stessa ha sperimentato davvero irragionevolmente un trattamento che l’ha portata ad abbandonare completamente l’industria del manga.
- Hanamizawa Qtarou (REC) pubblica attualmente per Shogakukan e si ritiene fortunato; riferisce di non essere mai stato offeso o insultato verbalmente da nessun redattore o forzato a disegnare ciò che non voleva.
- Takeshita Kenjirou (Happy World!) disegnò diversi anni fa per la società e dice di aver vissuto un’esperienza simile con alcuni editor che non amavano particolarmente il loro lavoro o erano poco motivati, ma aggiunge anche di aver avuto buoni redattori, che ancora rispetta.
La realtà che sembra emergere da queste rivelazioni è molto cupa, simile a quella che riguarda direttamente i colleghi animatori, una categoria che fino a poco tempo fa, prima della costituzione della JAniCA, il sindacato nato per tutelare gli interessi dei creatori di animazione, era lasciata in balia di se stessa.
Se è vero che la professione di mangaka, in Giappone, può essere anche una delle occupazioni più redditizie, e un autore di fumetti di successo può arrivare a guadagnare anche 500,000 $ annui, la realtà più diffusa non è certo delle migliori.
Proprio un altro autore di Shonen Sunday lamentava di recente di avere il conto bancario in rosso. Wakaki Tamiki, disegnatore di Sekesshou albatross, pubblicato sulla rivista per un anno, ha scritto sul suo blog di avere meno di 10,000 yen (circa 100$) in banca e di non essere in grado di pagare neppure le bollette. Tamiki accusa l'editore di non aver adeguato per anni il compenso per ogni tavola, malgrado la pattuizione di un aumento; lo stipendio da lui percepito sarebbe molto inferiore a quello dei suoi colleghi che lavorano per altri magazine. Aggiunge poi che raramente gli autori di manga riescono a vivere degnamente con quanto che ricevono per la serializzazione su rivista e possono ottenere somme consistenti solo dalle vendite dei volumetti da collezione.
Attendiamo i prossimi sviluppi.
Fonte: Canned Dogs.
Moltissimi addetti del settore hanno cominciato a raccontare la loro personale esperienza nell’industria del manga dopo il caso di Raiku. In tanti pare abbiano perduto i loro manoscritti originali a causa dello staff editoriale, e notato che il mangaka fosse pagato per ogni tavola sicuramente troppo poco rispetto alla popolarità di Zatch Bell!.
Quelli che seguono sono solo alcuni dei numerosi commenti pubblicati dagli autori nei rispettivi blog e siti web. La lista risale a metà giugno, ma con la calura e la minore attività estiva rischiava di sfuggirci, mentre riteniamo sia interessante per avvertire le molte difficoltà e i disagi di una professione che non è fantastica e spensierata quanto si può essere portati a credere molto erroneamente:
- Shinjo Mayu, autrice di Strofe d’amore, ha parlato della sua esperienza lavorativa per Shoujo Comic, un altro magazine di Shogakukan. La mangaka ha raccontato di dover lavorare ininterrottamente dormendo solo poche ore a notte pur di rispettare i tempi chiesti dalla rivista, e perfino dopo aver lavorato per questa tredici anni, il caporedattore la minacciò di cancellare la sua serie e di trasferirla ad un'altra testata quando lei manifestò la volontà di dare una nuova direzione al suo manga.
Il nuovo magazine in cui le era stato chiesto di spostarsi presentava gli stessi problemi, non lasciando spazio alla sua creatività. Decise di lasciare l’editore ma, quando lo fece, il suo editor le prospettò di mandare fuori catalogo tutti i suoi manga, ricatto che ovviamente in fine non venne messo in pratica (leggi tutto).
- Anche il mangaka Tarato Rui appoggia le dichiarazioni della Shinjo nei suoi post.
- La dichiarazione ufficiale di Shogakukan e Shonen Sunday è che Raiku sta mentendo.
- Umekawa Kazumi, autore di Gau Gau Wata, parla della sua esperienza nell’industria del manga, lamentando di essere stato trascurato e spiegando di supportare la posizione di Raiku.
- Un assistente manga di Shonen Sunday, Yanmura, riferisce una frase piuttosto strana: ad un certo autore pubblicato sulla rivista, nel periodo di pianificazione di una nuova serializzazione, era stato chiesto “per favore disegna One Piece”. Non “disegna qualcosa tipo One Piece”, ma proprio disegna “One Piece”.
- Wakaki Tamiki, autore di Kami no mi zo shiru sekai, prega i suoi lettori di non boicottare il magazine.
- Il mangaka Watanabedenki Inc. ha affermato che nessuna delle due parti in causa si è sforzata di venire in contro all’altra e che tutta la vicenda è molto infantile, ma è rimasto molto sorpreso da quanto poco fosse pagato Raiku per ogni tavola disegnata.
- Il mangaka Gotou Hideki condivide la sua esperienza: i suoi manoscritti, sia a colori che monocromatici, sono andati ugualmente perduti, addirittura prima di essere pubblicati in volume.
- Harada Takayuki, ex-assistente dell’autore di Shinsei motemote oukoku, racconta che anche i suoi manoscritti erano stati trattati con negligenza dei redattori di Shonen Sunday, ma dice di non essere mai stato insultato verbalmente e di non avere avuto in verità nessun problema con loro, tuttavia è venuto a conoscenza di molte persone che hanno lasciato il magazine per problemi con gli editor. Harada intende comunque mostrare il suo supporto al collega Raiku contro Shogakukan.
- L’autore di Alien hihouden, Hagiwara Reiji, leggendo i dettagli dell’azione legale, non sente di dover supportare Raiku, ma pensa che simili manifestazioni da parte di autori che protestano contro i propri editori siano le ben venute.
- Hashiguchi Takashi, autore di Yakitate!! Japan, pubblicato su Shonen Sunday per sei anni, scrive sul proprio blog che gli editor descritti da Raiku come “persone orribili” non sono affatto come il collega le dipinge, ma professionisti che prendono seriamente il proprio lavoro, e aggiunge che se questi volessero denunciarlo per diffamazione sarebbe pronto a testimoniare in loro favore.
- Ueda Miki, autrice di Bakuretsu! kanfuu musume che in passato disegnava per Shogakukan, supporterà pienamente Raiku nella sua posizione contro l’editore, ricordando che lei stessa ha sperimentato davvero irragionevolmente un trattamento che l’ha portata ad abbandonare completamente l’industria del manga.
- Hanamizawa Qtarou (REC) pubblica attualmente per Shogakukan e si ritiene fortunato; riferisce di non essere mai stato offeso o insultato verbalmente da nessun redattore o forzato a disegnare ciò che non voleva.
- Takeshita Kenjirou (Happy World!) disegnò diversi anni fa per la società e dice di aver vissuto un’esperienza simile con alcuni editor che non amavano particolarmente il loro lavoro o erano poco motivati, ma aggiunge anche di aver avuto buoni redattori, che ancora rispetta.
La realtà che sembra emergere da queste rivelazioni è molto cupa, simile a quella che riguarda direttamente i colleghi animatori, una categoria che fino a poco tempo fa, prima della costituzione della JAniCA, il sindacato nato per tutelare gli interessi dei creatori di animazione, era lasciata in balia di se stessa.
Se è vero che la professione di mangaka, in Giappone, può essere anche una delle occupazioni più redditizie, e un autore di fumetti di successo può arrivare a guadagnare anche 500,000 $ annui, la realtà più diffusa non è certo delle migliori.
Proprio un altro autore di Shonen Sunday lamentava di recente di avere il conto bancario in rosso. Wakaki Tamiki, disegnatore di Sekesshou albatross, pubblicato sulla rivista per un anno, ha scritto sul suo blog di avere meno di 10,000 yen (circa 100$) in banca e di non essere in grado di pagare neppure le bollette. Tamiki accusa l'editore di non aver adeguato per anni il compenso per ogni tavola, malgrado la pattuizione di un aumento; lo stipendio da lui percepito sarebbe molto inferiore a quello dei suoi colleghi che lavorano per altri magazine. Aggiunge poi che raramente gli autori di manga riescono a vivere degnamente con quanto che ricevono per la serializzazione su rivista e possono ottenere somme consistenti solo dalle vendite dei volumetti da collezione.
Attendiamo i prossimi sviluppi.
Fonte: Canned Dogs.
raiku è uno di quei mangazka che grazie a alla vendita dei takonbon percepiva più di 500.000 yen l'anno e dovrebbe starsi zitto(gash bell aveva tiratura di 450.000 copie)
I casi sono due:
1. Questi autori hanno avuto editor diversi espressione di due case editrici diverse.
2. Qualcosa non quadra in una delle due parti.
Poi ovviamente risalta anche la questione editor: chi non è motivato in un lavoro che consiste nel consigliare e motivare altre persone, come fa ad eseguirlo con successo?
500.000 mila yen? spero ti sia tu sbagliato a dire... xche 500mila yen l'anno sono al cambio di oggi 3103.47 euro
io con quella somma mica ci campo un anno O_O (se era mese allora è diverso.
cmq preferisco dare stipendi milionari ai mangaka che nn a un calciatore o un politico lol
Ao? Un artista come Michelangelo, Mozart, Rumiko Tahakashi, e via per rendere al meglio lavora sempre con il cuore è così che il prodotto finale rende......se si lavora in quelle condizioni alla fine il prodotto comincia a far schifo e non splenderà mai!! Quando si decideranno a capirlo?? Forse è per questo che Play Press per ora ha fermato la pubblicazione del manga?? Lo adoravo!!!! Li ho comprati tutti e 3 i volumi......fortuna che leggo, sempre in questo sito, che Gash Bell riprende la pubblicazione!!!! Evvai, fans di tutto il mondo, fate sentire la vostra voce contro il MOBBING EDITORIALE!!! Vogliamo prodotti di ottima qualità, non pezzi commerciali...
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