The Sky Crawlers non ha riscosso tra il pubblico il successo che in tanti speravano. A Venezia ha ottenuto solo riconoscimenti secondari, come il Future Film Festival Digital Award.
Il pubblico, aspettandosi ben altro da un'opera animata, ha a volte lasciato la sala o comunque è uscito con dichiarazioni poco entusiaste su quanto ha visto.
Se avete letto la mia recensione saprete che non concordo con la tiepida accoglienza ricevuta dal nuovo lavoro di Mamoru Oshii e Production IG: si tratta di un ottimo prodotto.
Ma come ha reagito la critica italiana?
Di seguito riportiamo una rassegna di alcune recensioni recuperate da alcuni tra i più popolari siti del settore.
Partiamo da .speropoli, che nell'incipit sottolinea proprio come il film abbia spiazzato il pubblico comune:
"“Ma non è un film d’animazione! Mamoru lo avrà fatto perchè non aveva abbastanza soldi per fare un film vero.” Queste le parole di una spettatrice all’uscita dalla proiezione dell’ultima opera di Mamoru, presentata a Venezia 65.
Al momento, appena udite, ho trattenuto a fatica un’esplosione di riso.
Poi però quella frase ha continuato a seguirmi, spingendomi a chiedermi il perché di questa interpretazione. Quello che questa spettatrice (un po’ ingenua) ha messo in discussione in quel momento è la materia narrativa e il linguaggio cinematografico idoneo ai film d’animazione, in contrasto con quello dei film “veri”. Senza aprire un dibattito su cosa può essere identificato come film vero e cosa no, mi sono però chiesta: Che cosa si aspettava questa signora? E che cosa invece ha fatto Mamoru?".
Anche Coming Soon segnala le critiche ingiuste mosse al film:
"Dal punto di vista dell’animazione è quasi pleonastico sottolineare l’altro livello tecnico generale, dovuto alla mescolanza tra animazione di stampo tradizionale ed una CGI spinta in direzione di un fotorealismo molto estremo.
Alcuni hanno tacciato The Sky Crawlers di essere eccessivamente lento, prolisso e ostentatamente filosofico: inutile sottolineare come non siamo d’accordo con questa lettura. Risiedono infatti proprio in quei supposti difetti i principali motivi d’interesse di un film decisamente riuscito.".
Positiva la recensione di MyMovies.it, che gli assegna un 3,5 su 5:
"Tratto dalla graphic novel di Hiroshi Moro, The Sky Crawlers aderisce all'estetica del mono no aware, della malinconia prodotta dalle cose belle e destinate a durare per un tempo brevissimo, come gli enfant perdus condannati a combattere in cielo per "mantenere" la pace in terra a bordo di aeroplanini in latta dal gusto retrò. Adesso non resta che sperare che The Sky Crawlers trovi una distribuzione rispettosa in Italia, dove troppo spesso il cinema di animazione finisce per essere censurato senza ritegno, trasmesso in ore impossibili e doppiato da traduzioni pacificatorie, che ribaltano le intenzioni del regista e finiscono per avere un significato radicalmente diverso. The Sky Crawlers è una straordinaria riflessione filosofica "animata" da personaggi che contribuiscono attivamente al senso dell'immagine e invitano lo spettatore ad aspettarli in fondo alla pista di atterraggio e in fondo ai titoli di coda.".
FilmUp spende alcune parole per sottolineare il lato adulto del film, ben diverso dalle opere animate che in genere arrivano nei nostri cinema:
"Dopo il successo di "Ghost in the Shell", Mamoru Oshii torna sul grande schermo con un nuovo film d’animazione, "The Sky Crawlers", in concorso alla 65ªMostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Dai toni cupi e privi di speranza, il film, è tratto dal racconto di Hiroshi Mori, e racconta di piloti bambini, i cosiddetti Kildren, che sono impegnati in una guerra spettacolo, e ogni giorno rischiano la propria vita per divertire il pubblico di tutto il mondo.
Sin dai primi fotogrammi si rimane colpiti dalla sofisticata tecnica d’animazione, che rende reali oltre ogni aspettativa le scenografie, i panorami, i combattimenti aerei, al punto da chiedersi spesso se si sta guardando un "cartone animato" o un film dal vivo. Solo i personaggi assumono quelle caratteristiche goffe e prive di espressione tipiche del genere, che sono però sostituite da un’attenta cura del particolare nei movimenti, negli atteggiamenti, tanto che se non gli si guarda la faccia potrebbero sembrare degli attori in carne ed ossa. La caratterizzazione di ogni personaggio, infatti, è minuziosa e particolareggiata, e si riesce a capirne il carattere, la storia e l’umore, dal modo di parlare, di compiere un gesto quotidiano, o un movimento usuale.".
movieplayer.it afferma che in genere i film come The Sky Crawler vengono ingiustamente poco apprezzati dal pubblico:
"Il genio di Oshii è qui al servizio di una desolante e cupa riflessione non solo sulla guerra e il suo (non)senso, o sulla violenza mediatica che ad ogni occasione azzarda oltre in direzione della spettacolarizzazione di drammi (in Sky Crawlers meravigliosamente sottolineata dai commenti musicali di Kenji Kawai) di cui l'uomo diventa sempre più facilmente inerte spettatore. La rarefazione dell'azione consente al regista di indugiare su dettagli scenici che sottendono le trame di legami privi di calore, un'analisi dai caratteri metafisici sull'essere e il non essere quando i ricordi, l'infanzia e la libertà di pensiero vengono negati. Il tempo futuristico in cui è ambientato il film dunque, assume sempre più evidentemente le fattezze mostruose del presente, e mentre appaiono immediate alcune assonanze a Blade Runner nell'analogo ritratto di cloni e replicanti, si fanno altrettanto interessanti ed inquietanti i legami con The Hurt Locker di Kathryn Bigelow. La guerra non solo come routine essenziale e ciclica, ma come vera e propria droga dell'uomo. Due Film vivi della medesima stratificazione psicologica, eccezionali e troppo poco apprezzati entrambi, purtroppo.".
cinema.it assegna una valutazione positiva al film:
"In tale quadro non particolarmente originale ricorrono elementi che sono da alcuni anni al centro della maggioranza delle opere che tentano una rappresentazione critica del futuro, come la clonazione umana e il controllo planetario assunto dalle corporation. Ma al di là dell’animazione è la fattura stessa del film di Oshii a essere degna di nota, poiché The Sky Crawlers è costruito come un film classico, con tempi appena più dilatati del consueto e con un’alternanza ben regolata di scene d’azione e sequenze intime e riflessive. La pellicola è già uscita in Giappone, paese in cui i libri della serie hanno venduto più di dieci milioni di copie, chissà se c’è qualche speranza di vederla distribuita nelle sale italiane. I fan di Oshii non mancherebbero nel nostro paese fin dai tempi di Ghost in the shell (1995)…".
Più stringata, ma comunque molto positiva, la recensione di EDS Cinematografo:
"Stupende le musiche di Kenji Kawai, ottimo il sonoro curato dal lynchano Randy Thom, The Sky Crawlers riesce per 122' in una perfetta alchimia di matite e CGI, le prime a disegnare l'atonia e la depressione del suolo, la seconda a regalare nubi soffici, evoluzioni aeree, eliche vorticose e destini incrociati. Ma è una sinergia riuscita solo sul piano formale: a terra rimane pure la psicologia dei personaggi, appena tratteggiati, appena interessanti, mentre l'altitudine è solo war game, splendide mosse senza un perché.
Oshii in the sky, without diamonds.".
Il pubblico, aspettandosi ben altro da un'opera animata, ha a volte lasciato la sala o comunque è uscito con dichiarazioni poco entusiaste su quanto ha visto.
Se avete letto la mia recensione saprete che non concordo con la tiepida accoglienza ricevuta dal nuovo lavoro di Mamoru Oshii e Production IG: si tratta di un ottimo prodotto.
Ma come ha reagito la critica italiana?
Di seguito riportiamo una rassegna di alcune recensioni recuperate da alcuni tra i più popolari siti del settore.
Partiamo da .speropoli, che nell'incipit sottolinea proprio come il film abbia spiazzato il pubblico comune:
"“Ma non è un film d’animazione! Mamoru lo avrà fatto perchè non aveva abbastanza soldi per fare un film vero.” Queste le parole di una spettatrice all’uscita dalla proiezione dell’ultima opera di Mamoru, presentata a Venezia 65.
Al momento, appena udite, ho trattenuto a fatica un’esplosione di riso.
Poi però quella frase ha continuato a seguirmi, spingendomi a chiedermi il perché di questa interpretazione. Quello che questa spettatrice (un po’ ingenua) ha messo in discussione in quel momento è la materia narrativa e il linguaggio cinematografico idoneo ai film d’animazione, in contrasto con quello dei film “veri”. Senza aprire un dibattito su cosa può essere identificato come film vero e cosa no, mi sono però chiesta: Che cosa si aspettava questa signora? E che cosa invece ha fatto Mamoru?".
Anche Coming Soon segnala le critiche ingiuste mosse al film:
"Dal punto di vista dell’animazione è quasi pleonastico sottolineare l’altro livello tecnico generale, dovuto alla mescolanza tra animazione di stampo tradizionale ed una CGI spinta in direzione di un fotorealismo molto estremo.
Alcuni hanno tacciato The Sky Crawlers di essere eccessivamente lento, prolisso e ostentatamente filosofico: inutile sottolineare come non siamo d’accordo con questa lettura. Risiedono infatti proprio in quei supposti difetti i principali motivi d’interesse di un film decisamente riuscito.".
Positiva la recensione di MyMovies.it, che gli assegna un 3,5 su 5:
"Tratto dalla graphic novel di Hiroshi Moro, The Sky Crawlers aderisce all'estetica del mono no aware, della malinconia prodotta dalle cose belle e destinate a durare per un tempo brevissimo, come gli enfant perdus condannati a combattere in cielo per "mantenere" la pace in terra a bordo di aeroplanini in latta dal gusto retrò. Adesso non resta che sperare che The Sky Crawlers trovi una distribuzione rispettosa in Italia, dove troppo spesso il cinema di animazione finisce per essere censurato senza ritegno, trasmesso in ore impossibili e doppiato da traduzioni pacificatorie, che ribaltano le intenzioni del regista e finiscono per avere un significato radicalmente diverso. The Sky Crawlers è una straordinaria riflessione filosofica "animata" da personaggi che contribuiscono attivamente al senso dell'immagine e invitano lo spettatore ad aspettarli in fondo alla pista di atterraggio e in fondo ai titoli di coda.".
FilmUp spende alcune parole per sottolineare il lato adulto del film, ben diverso dalle opere animate che in genere arrivano nei nostri cinema:
"Dopo il successo di "Ghost in the Shell", Mamoru Oshii torna sul grande schermo con un nuovo film d’animazione, "The Sky Crawlers", in concorso alla 65ªMostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Dai toni cupi e privi di speranza, il film, è tratto dal racconto di Hiroshi Mori, e racconta di piloti bambini, i cosiddetti Kildren, che sono impegnati in una guerra spettacolo, e ogni giorno rischiano la propria vita per divertire il pubblico di tutto il mondo.
Sin dai primi fotogrammi si rimane colpiti dalla sofisticata tecnica d’animazione, che rende reali oltre ogni aspettativa le scenografie, i panorami, i combattimenti aerei, al punto da chiedersi spesso se si sta guardando un "cartone animato" o un film dal vivo. Solo i personaggi assumono quelle caratteristiche goffe e prive di espressione tipiche del genere, che sono però sostituite da un’attenta cura del particolare nei movimenti, negli atteggiamenti, tanto che se non gli si guarda la faccia potrebbero sembrare degli attori in carne ed ossa. La caratterizzazione di ogni personaggio, infatti, è minuziosa e particolareggiata, e si riesce a capirne il carattere, la storia e l’umore, dal modo di parlare, di compiere un gesto quotidiano, o un movimento usuale.".
movieplayer.it afferma che in genere i film come The Sky Crawler vengono ingiustamente poco apprezzati dal pubblico:
"Il genio di Oshii è qui al servizio di una desolante e cupa riflessione non solo sulla guerra e il suo (non)senso, o sulla violenza mediatica che ad ogni occasione azzarda oltre in direzione della spettacolarizzazione di drammi (in Sky Crawlers meravigliosamente sottolineata dai commenti musicali di Kenji Kawai) di cui l'uomo diventa sempre più facilmente inerte spettatore. La rarefazione dell'azione consente al regista di indugiare su dettagli scenici che sottendono le trame di legami privi di calore, un'analisi dai caratteri metafisici sull'essere e il non essere quando i ricordi, l'infanzia e la libertà di pensiero vengono negati. Il tempo futuristico in cui è ambientato il film dunque, assume sempre più evidentemente le fattezze mostruose del presente, e mentre appaiono immediate alcune assonanze a Blade Runner nell'analogo ritratto di cloni e replicanti, si fanno altrettanto interessanti ed inquietanti i legami con The Hurt Locker di Kathryn Bigelow. La guerra non solo come routine essenziale e ciclica, ma come vera e propria droga dell'uomo. Due Film vivi della medesima stratificazione psicologica, eccezionali e troppo poco apprezzati entrambi, purtroppo.".
cinema.it assegna una valutazione positiva al film:
"In tale quadro non particolarmente originale ricorrono elementi che sono da alcuni anni al centro della maggioranza delle opere che tentano una rappresentazione critica del futuro, come la clonazione umana e il controllo planetario assunto dalle corporation. Ma al di là dell’animazione è la fattura stessa del film di Oshii a essere degna di nota, poiché The Sky Crawlers è costruito come un film classico, con tempi appena più dilatati del consueto e con un’alternanza ben regolata di scene d’azione e sequenze intime e riflessive. La pellicola è già uscita in Giappone, paese in cui i libri della serie hanno venduto più di dieci milioni di copie, chissà se c’è qualche speranza di vederla distribuita nelle sale italiane. I fan di Oshii non mancherebbero nel nostro paese fin dai tempi di Ghost in the shell (1995)…".
Più stringata, ma comunque molto positiva, la recensione di EDS Cinematografo:
"Stupende le musiche di Kenji Kawai, ottimo il sonoro curato dal lynchano Randy Thom, The Sky Crawlers riesce per 122' in una perfetta alchimia di matite e CGI, le prime a disegnare l'atonia e la depressione del suolo, la seconda a regalare nubi soffici, evoluzioni aeree, eliche vorticose e destini incrociati. Ma è una sinergia riuscita solo sul piano formale: a terra rimane pure la psicologia dei personaggi, appena tratteggiati, appena interessanti, mentre l'altitudine è solo war game, splendide mosse senza un perché.
Oshii in the sky, without diamonds.".
Ma è fin troppo tristemente noto che la "EDUCAZIONE" dell'italiano medio sull'animazione è ferma ai cartoni animati anni 80' dei ribottoni spaziali che combattono a raggi laser e spade luminose! Quindi, purtroppo, è normale che venga denigrato e classificato a qualcosa di troppo serio e crudo e quindi non godibile da chi si aspettava il classico "cartone animato giapponese" spiritoso e con la trama degna delle avventure di pippo e topolino...
Spero almeno che venga pubblicato in Italia per i pochi che sapranno aprezzarlo realmente per quel che è!
Comunque vorrei anche dire a tutti che dietro di me in sala a Venezia c'erano delle persone di mezza età e che alla fine del film si sono alzate dicendo: bel film. Quindi non tutti sono così ottusi.
<a href="http://www.positifcinema.com/positif/sky_crawlers.html">http://www.positifcinema.com/positif/sky_crawlers.html</a>
(ps. sul sito c'è anche una recensione di Ponyo, se può interessare)
ovviamente del film sono più che entusiasta, poiché è bellissimo, anzi capolavoro.
d'altro canto comprendo perfettamente perché molta gente non l'ha apprezzato sia a venezia che in Giappone (al botteghino è stato un flop).
Dev'essere meraviglioso.
X Philia gran bella recensione^^
@Funz, noi su Positif i registi (e anche i redattori e gli altri) li segniamo rigorosamente prima il nome, poi il cognome... quindi mi pare di aver scritto giusto. Almeno spero. (gnahah)
oltrettutto la mia recensione è stata un po' accorciata, poiché ho omesso la parte in cui parlavo delle musiche di Kawai, che sono veramente, ma veramente, ma veramente, ma veramente, ma veramente, ma veramente INCREDIBILI!
Del resto ormai che Kawai sia un genio lo sanno anche i sassi.
Musiche.
Date un'occhiata.
http://it.youtube.com/watch?v=7BdmtfVotsk
E' ufficiale. Il tema di fondo del film. Trovato da Genbu sul Ghibli forum Piuttosto bello.
http://it.youtube.com/watch?v=EWQvIvilWd0&feature=related
(la ost si trova completa sui torrenti impetuosi)
Dalle mie parti si attende il dvd (o Blueray se possibile) di Ghost in the shell 2.0 (nonostante dicono sia inutile e privo di cambiamenti degni di nota), non so da voi...
I critici sono tutti d'accordo o è stata presentata solo una visione di parte della cosa?
Non è che siano "tutte positive", se vi fate un giretto ne troverete di negative, controllate...
Guardate questo non è un film che piacerà a tutti.
Turba. Non è Ponyo. L'accostamento a Ponyo ha peggiorato le cose, non è che la gente è uscita fuori dalla sala per caso...
Se ne avete altre, e di negative, segnalate pure che le aggiungo
Ciao!
Tacchan
Poi, anch'io ho apprezzato Steamboy e se proprio devo vedervi qualche concessione fatta da Otomo alla distribuzione internazionale direi che si nota un po' la mancanza del sangue in scene dove dovrebbe invece esserci (quando sparano al vecchio, ad esempio). Insomma, nulla di così importante nell'economia d'un racconto del genere.
Per il resto Steamboy mi pare totalmente un film giapponese e pure molto affine a certe opere di Otomo che, è da ricordare ogni tanto, mica ha prodotto solo Akira.
Saluti
Pure io insomma sono deluso dalle apparizioni cinematografiche di Otomo. Non amo nemmeno troppo Oshii, ma questo film merita davvero, mi ha sorpreso, anche se rimangono i problemi di ritmo classici del regista.
Preferisco come regista Satoshi Kon, ma The Sky Crawler è uno dei film di Oshii che più ho apprezzato.
Lo consiglio, se non vi spaventano i film lenti.
A proposito di Akira, non sarebbe ora di riproporlo con un doppiaggio italiano degno? Il doppiaggio di Akira è a dir poco pessimo sia come recitazione che come traduzioni (spesso ci sono discorsi senza capo ne coda). Se poi c'aggiungiamo che un personaggio femminile è diventato maschio ed un Roy di misteriosa origine, il piatto è servito.
Antonio, se ti son piaciuti i due Ghost in the shell, magari un'occhiata dalla anche a questo film. Se può esserti d'aiuto ti dico che in The Sky crawlers c'è molta atmosfera alla Jin roh.
Poi, su Steamboy, certo, non stiamo qui a parlare d'opera fondamentale ma nemmeno mi sento di bocciarlo in pieno. C'è da ricordare che il film ha sofferto d'una produzione particolarmente tormentata per cui credo che certe sfilacciature della trama siano nate da ciò.
Alla fine, ad Otomo, mi vien da criticare soprattutto una mancanza d'una certa compatezza nelle sue opere. Il livello visivo è davvero impressionante ma il tutto rischia d'afflosciarsi a causa di sceneggiature piuttosto ferraginose (e penso anche a Metropolis, soprattutto).
Saluti
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.