Riportiamo anche noi questa "Lettera aperta all'appassionato d'animazione giapponese in Italia" da parte di Gualtiero Cannarsi, direttore del doppiaggio e dialoghista noto anche come "Shito". La lettera è per la libera diffusione su forum, siti, blog ecc.
«Caro amico,
come probabilmente già saprai, questo fine settimana vede l'uscita nelle sale cinematografiche italiane del film 'Ponyo sulla Scogliera', ovvero la versione italiana di 'Gake no Ue no Ponyo', l'ultimo film dello Studio Ghibli firmato da Miyazaki Hayao.
Più che parlare del valore della pellicola, cosa per cui ci saranno di certo tempo e spazi futuri, vorrei ora provare a farti riflettere su una questione ben più urgente.
Ovvero: questa uscita cinematografica rappresenta un'occasione unica non solo per 'Miyazaki in Italia', non solo per lo 'Studio Ghibli in Italia', ma per la salute di tutto il settore dell'animazione giapponese in Italia.
Perché?
E' molto semplice. Sin dalla 'seconda invasione' di anime (e manga) nel nostro paese, ovvero quella avvenuta all'inizio degli anni novanta, non si è mai riusciti a fondare in Italia un reale zoccolo di cultura di settore. Questo significa che, dai novanta a oggi, i manga e gli anime hanno avuto un loro piccolo 'boom di nicchia', che ha provato a espandersi commercialmente, fallendo nel diventare mainstream, e ora siamo agli sgoccioli. Questo proprio perché non si è mai pensato, né si è mai riusciti, a fondare in Italia un'onesta cultura di settore. Quindi la nicchia è stata prosciugata, e ora è in secca.
Ho personalmente vissuto tutte queste fasi sia da appassionato che da addetto ai lavori, perché c'ero personalmente, in prima linea, nel corso di tutta questa evoluzione. E non è nulla di originale. Così capita nei mercati di nicchia quando non fondando realmente nulla di subculturale, si cerca a un dato momento di spaccare la nicchia per mera ragione economica: non funziona.
E' evidente che manga e anime non saranno mai moduli espressivi realmente di massa in Italia, e non credo lo si dovrebbe neppure auspicare. Tuttavia, senza fondare una solida base culturale anche di un settore 'medio piccolo', la sua nicchia muore, muore commercialmente perché non riesce né a mantenersi, né soprattutto a rinnovarsi.
Tuttavia, fondare una cultura di settore è la cosa più difficile, perché richiede due elementi che difficilmente si associano: l'intento culturalizzante/artistico E un serio e oculato investimento di risorse economiche.
Ed eccoci giunti al punto: perché l'uscita di ‘Ponyo sulla Scogliera’ rappresenta un'occasione reale, e perché altre uscite non erano altrettante occasioni?
E' presto detto. Da un lato, un'uscita artisticamente impeccabile, ma economicamente misera, non muove nulla. Non vi è un investimento serio, e quindi neppure la visibilità mediatica reale del prodotto è tale da raggiungere nuovi fruitori. All'opposto, anche la diffusione commercialmente sovraesposta di un prodotto di gran visibilità, ma tuttavia non culturalmente rispettoso della sua eredità culturale originale, non crea nulla, perché non comunica nulla di vero al pubblico.
Uscite cinematografiche come quelle di ‘Ken’ o ‘Lupin’, quindi, non significano nulla. Sono solo delle operazioni di 'passa alla cassa', fatte per spremere i residui nostalgici di personaggi già noti e amati. Lavori realizzati col minimo investimento possibile per massimizzare il guadagno al più possibile. Prendi i soldi e scappa. Taglia e brucia.
Uscite invisibili apparse sull'onda di distriduzioni straniere, come quelle dei film di Kon Satoshi (‘Tokyo Godfathers’, ‘Paprika’) non significano evidentemente nulla.
Il mercato dell'home-video è ormai pressoché esploso, vive di sola grande distribuzione 'squarciata', ovvero di merchandise a basso costo da edicola o cestone di centro commerciale.
Questa è l'attuale situazione dell'animazione giapponese in Italia.
In questa situazione, ‘Ponyo sulla Scogliera’, un film inedito, esce al cinema in Italia in duecento copie. Per intenderci, sono più copie di quelle di ‘The Millionaire’, il campione degli Oscar di quest'anno. Non solo. Esce in duecento copie con una localizzazione italiana fedele all'originale, dove il bambino protagonista, un bambino giapponese, viene chiamato 'Sosukechan', dove si parla -con naturalezza e normalità- di Dea Kannon e di Urashima Taro, perché è un film giapponese ambientato in Giappone. Ed è un film per bambini, ovvero i soggetti ideali per il fondamento di una nuova cultura.
Oltre alle duecento copie, c'è la serietà di un distributore, la Lucky Red, che ha investito grandemente e intelligentemente su questo film. E' innanzitutto il terzo film Ghibli che distribuisce, sempre con serietà. Presentato a Venezia, con l'autore giunto in Italia. Ottenendo grande riscontro di critica, cosa che si è rispecchiata in tutta la stampa nazionale, dai giornali quotidiani, alle riviste di settore, ai telegiornali più in vista. Molte iniziative pubblicitarie sono state varate a latere dell'uscita del film: un concorso sul sito Lucky Red, uno sul sito Cartoon Network, uno sul sito di Nanoda.
Molto, molto lavoro è stato profuso SIA dal punto di vista commerciale, SIA dal punto di vista artistico e culturale, intorno a ‘Ponyo sulla Scogliera’.
Per questo è un'occasione unica.
E per questo credo che proprio in questo momento, chi si vuole chiamare "un appassionato di animazione giapponese" dovrebbe saper premiare tanto sforzo e tanta cultura profusa dalla Lucky Red in questo settore che noi diciamo di amare.
Il modo per farlo è, chiaramente, andare al cinema e portare amici e parenti al cinema, spingerli al cinema a vedere quello che è un magnifico film, il film dell'autore di animazione giapponese che -anche e soprattutto e innanzitutto in giapponese- è a giusto titolo ritenuto il simbolo e l'erede della tradizione animatoria nipponica.
Soprattutto quando Lucky Red ha già dichiarato la sua intenzione a distribuire l'intero catalogo dei film di Miyazaki bei CINEMA italiani, e di distribuirli nella totale fedeltà artistica e culturale agli originali, questa è un'occasione irripetibile, venutasi a creare per una serie tanto lunga di coincidenze tanto fortuite che sarebbe persino noioso stare qui a elencarle.
Ma è forse la rara, unica occasione di fondare una onesta, modesta ma VERA cultura dell'animazione giapponese in Italia, e spero solo di essere riuscito a comunicare questo obiettivo dato in tutta la sua poderosa e onesta realtà.
Perché ho scritto questa lettera aperta non da addetto ai lavori, ma da appassionato di animazione giapponese, proprio come il suo ideale ricevente. Sono personalmente coinvolto nella realizzazione dell'edizione italiana di 'Ponyo sulla Scogliera', ma non sono un dipendente della Lucky Red. Non trarrò alcun beneficio economico dall'eventuale successo di 'Ponyo sulla Scogliera', e siccome per deontologia professionale io lavoro sempre alla paga minima sindacale del settore (doppiaggio), nulla cambierà nella mia sfera economica personale. Scrivere questo è per me umiliante (è sempre umiliante parlare di denaro quando si ha in mente l'arte), ma mi preme davvero che l'onestà di questo scritto sia palese anche al lettore più diffidente, quindi non esiste ora per me neppure nessuno orgoglio, nessuna dignità. C'è qualcosa di più importante di me, ed è esattamente l'occasione di cui ho parlato.
Sono quindici e più anni che opero in questo settore, e da più di una decade lamento la mancanza di una cultura specifica di questo settore. Nessuno ha mai realmente investito nulla per crearla. Le fiere sono sempre state sterili o quasi. Tutti gli agenti del settore o erano chiusi in una nicchia, o speravano in una gallina dalle uova d'oro che non è mai esista, e tutti gli sforzi miei e di pochi altri appassionati professionali si sono sempre persi così, in questa ineluttabile mancanza.
Siccome ora potrebbe, forse per la prima volta, essere diverso, io spero davvero che chi ama ritenersi un appassionato di animazione giapponese in Italia sappia sentire la semplice responsabilità anche solo della propria passione.
Spero che questa lettera sia stata letta e non fraintesa.
Spero che questa occasione non sfumi nella tipica abulia del sedicente appassionato italiano.
Amichevolmente,
l'appassionato di animazione giapponese Gualtiero Cannarsi,
noto ad alcuni anche come 'Shito'.
Che poi significa apostolo».
«Caro amico,
come probabilmente già saprai, questo fine settimana vede l'uscita nelle sale cinematografiche italiane del film 'Ponyo sulla Scogliera', ovvero la versione italiana di 'Gake no Ue no Ponyo', l'ultimo film dello Studio Ghibli firmato da Miyazaki Hayao.
Più che parlare del valore della pellicola, cosa per cui ci saranno di certo tempo e spazi futuri, vorrei ora provare a farti riflettere su una questione ben più urgente.
Ovvero: questa uscita cinematografica rappresenta un'occasione unica non solo per 'Miyazaki in Italia', non solo per lo 'Studio Ghibli in Italia', ma per la salute di tutto il settore dell'animazione giapponese in Italia.
Perché?
E' molto semplice. Sin dalla 'seconda invasione' di anime (e manga) nel nostro paese, ovvero quella avvenuta all'inizio degli anni novanta, non si è mai riusciti a fondare in Italia un reale zoccolo di cultura di settore. Questo significa che, dai novanta a oggi, i manga e gli anime hanno avuto un loro piccolo 'boom di nicchia', che ha provato a espandersi commercialmente, fallendo nel diventare mainstream, e ora siamo agli sgoccioli. Questo proprio perché non si è mai pensato, né si è mai riusciti, a fondare in Italia un'onesta cultura di settore. Quindi la nicchia è stata prosciugata, e ora è in secca.
Ho personalmente vissuto tutte queste fasi sia da appassionato che da addetto ai lavori, perché c'ero personalmente, in prima linea, nel corso di tutta questa evoluzione. E non è nulla di originale. Così capita nei mercati di nicchia quando non fondando realmente nulla di subculturale, si cerca a un dato momento di spaccare la nicchia per mera ragione economica: non funziona.
E' evidente che manga e anime non saranno mai moduli espressivi realmente di massa in Italia, e non credo lo si dovrebbe neppure auspicare. Tuttavia, senza fondare una solida base culturale anche di un settore 'medio piccolo', la sua nicchia muore, muore commercialmente perché non riesce né a mantenersi, né soprattutto a rinnovarsi.
Tuttavia, fondare una cultura di settore è la cosa più difficile, perché richiede due elementi che difficilmente si associano: l'intento culturalizzante/artistico E un serio e oculato investimento di risorse economiche.
Ed eccoci giunti al punto: perché l'uscita di ‘Ponyo sulla Scogliera’ rappresenta un'occasione reale, e perché altre uscite non erano altrettante occasioni?
E' presto detto. Da un lato, un'uscita artisticamente impeccabile, ma economicamente misera, non muove nulla. Non vi è un investimento serio, e quindi neppure la visibilità mediatica reale del prodotto è tale da raggiungere nuovi fruitori. All'opposto, anche la diffusione commercialmente sovraesposta di un prodotto di gran visibilità, ma tuttavia non culturalmente rispettoso della sua eredità culturale originale, non crea nulla, perché non comunica nulla di vero al pubblico.
Uscite cinematografiche come quelle di ‘Ken’ o ‘Lupin’, quindi, non significano nulla. Sono solo delle operazioni di 'passa alla cassa', fatte per spremere i residui nostalgici di personaggi già noti e amati. Lavori realizzati col minimo investimento possibile per massimizzare il guadagno al più possibile. Prendi i soldi e scappa. Taglia e brucia.
Uscite invisibili apparse sull'onda di distriduzioni straniere, come quelle dei film di Kon Satoshi (‘Tokyo Godfathers’, ‘Paprika’) non significano evidentemente nulla.
Il mercato dell'home-video è ormai pressoché esploso, vive di sola grande distribuzione 'squarciata', ovvero di merchandise a basso costo da edicola o cestone di centro commerciale.
Questa è l'attuale situazione dell'animazione giapponese in Italia.
In questa situazione, ‘Ponyo sulla Scogliera’, un film inedito, esce al cinema in Italia in duecento copie. Per intenderci, sono più copie di quelle di ‘The Millionaire’, il campione degli Oscar di quest'anno. Non solo. Esce in duecento copie con una localizzazione italiana fedele all'originale, dove il bambino protagonista, un bambino giapponese, viene chiamato 'Sosukechan', dove si parla -con naturalezza e normalità- di Dea Kannon e di Urashima Taro, perché è un film giapponese ambientato in Giappone. Ed è un film per bambini, ovvero i soggetti ideali per il fondamento di una nuova cultura.
Oltre alle duecento copie, c'è la serietà di un distributore, la Lucky Red, che ha investito grandemente e intelligentemente su questo film. E' innanzitutto il terzo film Ghibli che distribuisce, sempre con serietà. Presentato a Venezia, con l'autore giunto in Italia. Ottenendo grande riscontro di critica, cosa che si è rispecchiata in tutta la stampa nazionale, dai giornali quotidiani, alle riviste di settore, ai telegiornali più in vista. Molte iniziative pubblicitarie sono state varate a latere dell'uscita del film: un concorso sul sito Lucky Red, uno sul sito Cartoon Network, uno sul sito di Nanoda.
Molto, molto lavoro è stato profuso SIA dal punto di vista commerciale, SIA dal punto di vista artistico e culturale, intorno a ‘Ponyo sulla Scogliera’.
Per questo è un'occasione unica.
E per questo credo che proprio in questo momento, chi si vuole chiamare "un appassionato di animazione giapponese" dovrebbe saper premiare tanto sforzo e tanta cultura profusa dalla Lucky Red in questo settore che noi diciamo di amare.
Il modo per farlo è, chiaramente, andare al cinema e portare amici e parenti al cinema, spingerli al cinema a vedere quello che è un magnifico film, il film dell'autore di animazione giapponese che -anche e soprattutto e innanzitutto in giapponese- è a giusto titolo ritenuto il simbolo e l'erede della tradizione animatoria nipponica.
Soprattutto quando Lucky Red ha già dichiarato la sua intenzione a distribuire l'intero catalogo dei film di Miyazaki bei CINEMA italiani, e di distribuirli nella totale fedeltà artistica e culturale agli originali, questa è un'occasione irripetibile, venutasi a creare per una serie tanto lunga di coincidenze tanto fortuite che sarebbe persino noioso stare qui a elencarle.
Ma è forse la rara, unica occasione di fondare una onesta, modesta ma VERA cultura dell'animazione giapponese in Italia, e spero solo di essere riuscito a comunicare questo obiettivo dato in tutta la sua poderosa e onesta realtà.
Perché ho scritto questa lettera aperta non da addetto ai lavori, ma da appassionato di animazione giapponese, proprio come il suo ideale ricevente. Sono personalmente coinvolto nella realizzazione dell'edizione italiana di 'Ponyo sulla Scogliera', ma non sono un dipendente della Lucky Red. Non trarrò alcun beneficio economico dall'eventuale successo di 'Ponyo sulla Scogliera', e siccome per deontologia professionale io lavoro sempre alla paga minima sindacale del settore (doppiaggio), nulla cambierà nella mia sfera economica personale. Scrivere questo è per me umiliante (è sempre umiliante parlare di denaro quando si ha in mente l'arte), ma mi preme davvero che l'onestà di questo scritto sia palese anche al lettore più diffidente, quindi non esiste ora per me neppure nessuno orgoglio, nessuna dignità. C'è qualcosa di più importante di me, ed è esattamente l'occasione di cui ho parlato.
Sono quindici e più anni che opero in questo settore, e da più di una decade lamento la mancanza di una cultura specifica di questo settore. Nessuno ha mai realmente investito nulla per crearla. Le fiere sono sempre state sterili o quasi. Tutti gli agenti del settore o erano chiusi in una nicchia, o speravano in una gallina dalle uova d'oro che non è mai esista, e tutti gli sforzi miei e di pochi altri appassionati professionali si sono sempre persi così, in questa ineluttabile mancanza.
Siccome ora potrebbe, forse per la prima volta, essere diverso, io spero davvero che chi ama ritenersi un appassionato di animazione giapponese in Italia sappia sentire la semplice responsabilità anche solo della propria passione.
Spero che questa lettera sia stata letta e non fraintesa.
Spero che questa occasione non sfumi nella tipica abulia del sedicente appassionato italiano.
Amichevolmente,
l'appassionato di animazione giapponese Gualtiero Cannarsi,
noto ad alcuni anche come 'Shito'.
Che poi significa apostolo».
Cmq ringraziate che DynIt è riuscita a convincere Gainax a fare il nuovo film di Eva in italia su formato digitale: Gainax pretendeva inizialmente la distribuzione nei cinema, e DynIt non poteva promettergliela, poichè sono gli STESSI CINEMA a non comprare le pellicole perchè non le ritengono fruttuose.
I film di nicchia se li possono permettere solamente i multisala grandi o le sale specializzate.
Devono fumare roba forte alla Gainax per chiedere questo in Italia.
Certo che i nuovi film di NGE me li guarderei al cinema anche tutti di fila...sbav...
Ne ho parlato per mesi. Ho aspettato l'uscita.
L'ho consigliato a chiunque (tanto da sfiorare il patologico ed essere marchiato come un alieno...ma va bene così!!!)...è arrivato a volerlo vedere anche mia madre (che non glien'è fregato mai un accidenti dei cartoni giapponesi!)!!
Concordo con Cannarsi al 100%...unica cosa che posso dire è che in generale in quasi tutta la penisola gli esercenti non hanno capito lo spirito dell'operazione programmando il film (indubbiamente per bambini ma cmq GRANDE OPERA D'ARTE) solamente nella fascia pomeridiana...e impedendo a molti lavoratori di poterlo vedere in momenti possibili!!!
Tornerò a vederlo nel weekend (nonostante l'ho già visto in anteprima, ripeto!)!!
Speriamo che le programmazioni si adeguino...facciamo sapere anche a loro questo...dobbiamo impegnarci tutti!!
Qualcosa sta cambiando...!!
Ora tutti quelli che hanno già visto Ponyo devono ricordarsi se i trailer proiettati prima del film erano targettati per bambini o meno - se date un ochhio al post mio sopra capirete-
Se come credo i trailer sono fuori target sfruttiamo i nostri nemici il Moige (l'ho detto che era ninja)
li contattiamo e ci lagniamo della cosa scrivendo tipo
"ma come io porto il mio figlioletto a vedere una splendida fiaba per bambini e prima mi proiettano nudi,sesso, volgarita e parolacce"
Se va come penso si avrà:
un po di battage mediatico>pubblicità gratuita>curiosità che spingerà la gente a vedere Ponyo
Quindi chi va o è gia andato a vedere Ponyo faccia rapporto sui trailer
Saluti
"ma come io porto il mio figlioletto a vedere una splendida fiaba per bambini e prima mi proiettano nudi,sesso, volgarita e parolacce""
Occhio, prima che pensano che "nudi,sesso, volgarità e parolacce" c'erano NEL film e non prima...
Il MOIGE è bravissimo a capire solo quello che vuole lui, visto poi che si parla di cartoni animati giapponesi...
Hahaha è un piano diabolico!
Postate qui se ci sono i numeri può funzionare!!!
Il MOIGE è esperto nel capire SOLO ciò che interessa a loro, se gli interessa la cosa bene, se non gli interessa faranno passare solo il messaggio "Ponyo, nudi,sesso, volgarita e parolacce" e diffonderebbero QUESTA notizia, finchè non trova molti genitori che gli dice la verità...
Meno male che mia madre sà che ciò che colleziono annoierebbe i bambini (soprattutto saghe robotiche) e mi chiede se un DVD è adatto ai bambini o meno...
Condivido della lettera di Shito (è il sostantivo con cui erano denominato gli angeli di Evangelion, che bei ricordi...) lo spirito con cui l'ha scritta, essendo assolutamente certo che non lo fai per aumentare il tuo stipendio ma per le ragioni che spieghi.
Pur tuttavia essendo d'accordo col fine di creare una "cultura dell'animazione giapponese in Italia", credo però che il cinema sia il mezzo più inutile per riuscirci: anche ponyo è in fondo un'opera per battere cassa, in un certo senso tutto il cinema oramai si è ridotto a questo. La cultura non si fa con un mezzo che per essere usufruito richiede 4.50 euro minimi per due/tre ore di programmazione, con tutti poi gli annessi problemi legati a vicini maleducati, bambini che strillano, sedie scomode, cinema distanti, spettacoli in fascia "bambini" etc.
La cultura oggigiorno si fa con la tv. è inutile fare gli schizzinosi e vertere a questo punto del discorso la propria attenzione verso la denigrazione dei vari reality e fiction; per quanto non ci piaccia questo è lo stato attuale delle cose.
Vogliamo creare una cultura anime in Italia? Si mettano le grandi case d'accordo con la rai e creino una serata settimanale a tema, come quella di mtv ma rivolta ad un pubblico più ampio. Più che al cinema il catalogo ghibli farebbe molto più comodo in tv.
Per finire probabilmente è un incitamento alla pirateria, e comprenderò i mod se vorranno prendere provvedimenti, ma la cosa migliore che secondo me noi appassionati possiamo fare è scaricare (o per chi può comprare), fare copie e diffondere tra tutti quelli che conosciamo, quelle che secondo noi sono opere d'arte; solo così potremo cambiare qualcosa nel npstro piccolo. Puntare ai bambini è come dirigersi verso un miraggio: potranno anche porsi delle domande all'uscita della sala, ma le rimuoveranno non appena accenderanno la tv e si metteranno a guardare i Gormiti o le Winx. solo lavorando sugli adulti si potrà ottenere qualche risultato. o almeno lo spero
Questa cosa succede anche alla rai (la quale prende i nostri soldi dal canone per giunta...).
Mi meraviglio che mtv continui a trasmettere l'anime night (non credo che il suo pubblico sia vastissimo).
Se da noi dragon ball su italia1 fa sempre tantissimi ascolti allora potrebbero fare delle trasmissioni che approfondiscono questo anime e, approfittando del fatto che ci sono tanti riferimenti alla cultura giapponese, si potrebbe anche parlare di questo e di altri anime.
E durante la trasmissione si fa la televendita con il merchandise di dragon ball.
è un esempio, si potrebbero fare trasmissioni del genere che trattano anche altri anime di successo in italia.
Ripeto se quì non si sperimenta non cambierà mai nulla...
No la pirateria fine a se stessa non può essere d'aiuto al limite se proprio siete impossibilitati ad andare e vederlo scaricatelo a patto che poi quando esce in DVD uffciale ne comprate l'originale
Inoltre nella sala dove l'ho visto io c'erano bambini ma nessuno a fatto casino, al limite domandine ma a bassa voce, probabilmente i genitori sono anche loro amanti di anime e manga e quindi hanno cresciuto i loro figli con i sani e corretti valori da loro appresi quale il rispetto degli altri
Innanzitutto colgo l'occasione per complimentarmi con il signor Cannarsi (qualora legga questo post) per l'egregio lavoro fatto con Ponyo: sublime, sublime, sublime. Ponyo non poteva sperare di più !
Inoltre mi ritengo veramente d'accordo...manga e anime ci sono, ma gli appassionati continuano a fare (spesso inutilmente) sforzi da gigante per gustarsi un prodotto che sia curato in maniera decente.
Ponyo lo è davvero °_° sono rimasta...allibita...perché l'adattamento italiano è stato superbo, molto di più di quanto osassi sperare!
Io non credo che il sig. Cannarsi sia giunto tardi, nella sua intenzione di fondare una cultura di settore: credo che abbia ragione nello sperare ancora, perché ci credo, ci voglio credere anch'io.
E lo dico da appassionata, lo dico da persona che proprio per questa passione sta facendo una tesi di laurea magistrale su manga, anime, la "manga experience"...un lavoro che non pretende di essere l'enciclopedia assoluta del settore (per quanto mi sforzi di scrivere cogliendo tutti i punti di vista...tener conto di tutto è semplicemente impossibile!), ma con il quale spero di mettere qualche "semino" nella testa di chi questo fenomeno non lo conosce, e magari lo disprezza pure...
Ovviamente non potevo mancare di citare lo Studio Ghibli e Miyazaki, in questa mia tesi: sono una pietra miliare, e in quanto tali sono convinta anch'io che possano essere apprezzati davvero al cinema, ma bisogna farli conoscere.
E Ponyo, adatto dagli zero anni in su, lo ritengo un titolo fantastico per introdurre Miyazaki a gente che non lo conosce...Akira e Ghost in the Shell possono essere altrettanto stupendi quanto a fattura, ma una famiglia non andrà mai al cinema a vederlo, mentre Miyazaki SECONDO ME SI'!!!
Per questo ho spedito la mia relatrice al cinema a vedere Ponyo
sarà il primo film di Miyazaki che vedrà, assieme a suo figlio.
E non vedo l'ora di sapere cosa ne pensa, da "non appassionata di animazione giapponese".
E non vedo l'ora di poterla mandare al cinema a vedere anche Totoro, e tutti i film di Miyazaki.
Ci conto, Lucky Red !
purtroppo e ribadisco purtroppo... non c'è una proiezione abbastanza vicino e quindi non sono andato a vederlo T_T
Non condivido i discorsi secondo cui la pirateria non ha creato danni al mercato anime, perchè a mio avviso è stata insieme ai prezzi esorbitanti (26,50 € per un dvd è uno scandalo...)degli editori la mazzata definitiva.
Non comprendo pensieri secondo cui il cinema non potrebbe mai essere veicolo di cultura perchè presenta fine di lucro, contrapposto alla tv. Ma scusate, pensate che le televisioni non abbiano guadagni? Solo perchè per determinate reti non pagate il canone!?
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