Anche l'Alaska contro la pedopornografia virtuale

Si torna sull’argomento pedopornografia virtuale. I procuratori di Stato dell’Alaska hanno citato gli anime, tra le altre opere incriminate, come una delle ragioni per vietare disegni che rappresentino esplicitamente minori in atteggiamenti sessuali.

Negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, sono bandite le foto pornografiche di minori, ma il Primo emendamento americano protegge la libertà di espressione, permettendo le raffigurazioni sessuali esplicite tra personaggi minorenni di fantasia, secondo una pratica nota come pedopornografia virtuale.

Aaron Sperbeck, procuratore dell’Ufficio Distrettuale di Anchorage, perora l'estensione del divieto anche a queste immagini, trovando per altro appoggio presso alcuni esponenti del governo. L’assistente procuratore Audrey Renschen rimarca inoltre che “nel caso degli anime, pur non essendo stato coinvolto realmente alcun minore, l'immagine del bambino viene comunque utilizzata a fini sessuali. Va inoltre considerato che i cartoni sono particolarmente efficaci nell'attrarre i più piccoli”.

La proposta non ha però mancato di sollevare critiche. Joan Bertien, direttrice esecutiva dell’Associazione Nazionale Contro la Censura, ha voluto evidenziare le conseguenze di una simile mozione: “Queste scene sono una semplice espressione di fantasia. Ritenere necessaria una regolamentazione per questo tipo di problema aprirebbe un delicato dilemma sulla libertà di pensiero e sul suo controllo”.

Come abbiamo avuto modo di parlarne più volte anche sulle nostre pagine, il dibattito non è nuovo: nel 2006 i giudici della Fourth Circuit U.S. Court of Appeals votarono contro la revisione della condanna inflitta a Dwight Whorley per possesso di materiale pedopornografico, sia immagini di anime hentai, sia fotografie a soggetto reale. In quell’occasione uno dei giudici dissenzienti, Roger L. Gregory, invitò l'avvocato di Whorley a proporre una petizione presso la Corte Suprema affinché la stessa, analizzando il caso, potesse esprimersi sulla legittimità del divieto di possesso di immagini di pedopornografia virtuale.

Il problema è attuale anche in Giappone dove lo scorso anno il Parlamento ha deciso di portare avanti uno studio approfondito sul fenomeno, rigettando l’idea di procedere a un’immediata revisione delle leggi in materia, estendendo il divieto anche a tali opere. Più di recente, il governo delle Filippine ha invece messo al bando gli anime hentai con rappresentazioni di minori coinvolti in esplicite attività sessuali, considerandoli a tutti gli effetti pedopornografia reale.