Piccola lezione sui manga, se ancora ce ne fosse bisogno, dal sito di Panini Comics:
Quando Planet Manga cominciò la sua avventura editoriale, il fumetto giapponese in Italia non era che un curioso esotismo, sebbene cominciasse già farsi strada sulla via del gradimento al grande pubblico.
A distanza di dieci anni, è straordinario rilevare invece quanti sono ormai i lettori che padroneggiano anche i dettagli meno importanti delle pubblicazioni orientali, la loro terminologia di base, la classificazione delle loro tipologie.
Tuttavia, sebbene informazioni in questo senso non manchino in giro per la rete, ci sembra interessante sfruttare questo spazio odierno per dare il nostro contributo e fornire al lettore un breve specchietto riepilogativo dei sottogeneri del fumetto giapponese, così che egli possa orientarsi al meglio nel marasma dei titoli proposti.
KODOMO: Sono i manga scritti per i bambini, con trame molto semplici e un disegno chiaro e pulito. Il target per queste opere è identificato con i lettori di età inferiore ai 13 anni.
SHONEN: Indicano prettamente i fumetti indirizzati a un pubblico maschile adolescente, compreso per lo più fra i quattordici e i diciotto anni. L’elemento preponderante è l’azione, spesso e volentieri inserita in un contesto di fantasia o sportivo.
SHOJO: Si tratta del corrispettivo femminile dello shonen, ovvero un manga specificamente indicato per le ragazze di età compresa fra i 13 e i 20 anni. L’elemento dominante è quello psicologico-amoroso, il contesto è molto spesso quello scolastico o quello fantastico. Solitamente si distingue dallo shonen per la staticità delle trame e un tratto grafico più allungato.
SEINEN: Il fumetto indirizzato a un pubblico (non necessariamente maschile) maturo. Le tematiche affrontate sono più adulte e i personaggi stessi sono degli adulti. Con “adulto” non si indente assolutamente l’elemento pornografico o sensuale, ma proprio un diverso corpus di argomenti indirizzato a una fascia generazionale diversa. L’azione è anche qui elemento dominante, ma è strumentale alla tematica della storia e molto di rado fine a se stessa.
JOSEI: Protagoniste di questi fumetti, noti anche come Redisu, sono le giovani donne. L’amore di scuola o l’elemento fantastico lascia spazio ai problemi della quotidianità reale: marito, famiglia, lavoro, figli.
Il realismo e la vita di tutti i giorni sono l’argomento base per questi fumetti.
MAHO-SHOJO: Si tratta di una sottocategoria del genere shojo, dove protagoniste del fumetto sono giovani streghe o, più in generale, fanciulle dotate di straordinari poteri magici. Possono agire da sole o in squadra, ma di solito il loro compito è comunque quello di salvare il mondo o difendere gli oppressi. Questo tipo di manga è forse il vero genere speculare dello shonen maschile.
SHONEN-AI: Sono i manga dove viene trattato l’amore omosessuale fra maschi. L’elemento sensuale è presente solo in una forma molto platonica e ovattata, e quasi mai si assiste a scene “spinte”.
Si cerca di analizzare questo tipo di amore da un punto di vista emozionale, più che da quello fisico.
YAOI: In questi fumetti l’amore fra maschi viene affrontato invece per quel che concerne la sua componente fisica, con scene esplicite di intimità fra i protagonisti.
SHOJO-AI: L’esatto equivalente degli shonen-ai, ma con protagoniste giovani amanti femminili. Ambientazioni e platonicità degli argomenti permangono inalterati anche qui.
YURI: L’equivalente femminile dello yaoi.
HENTAI: I manga pornografici. Anche qui ci sono poi diversi sottogeneri, si va dal contesto più fantasioso a quello più ironico, e via dicendo.
Nonostante queste distinzioni di genere, moltissime ragazze leggono shonen e sono sempre più i ragazzi che si avvicinano agli shojo manga, rendendo tali categorie assolutamente non vincolanti. Capita inoltre spesso che uno shonen contenga elementi di un altro genere di manga, il seinen, ad esempio, rendendosi così più ibrido e libero. Gli autori si sentono sempre meno vincolati dai generi, e di solito vogliono sentirsi liberi di raccontare la propria storia senza dover rispettare troppi paletti.
In questi casi, sempre più frequenti, il genere di un manga viene identificato dalla rivista sulla quale è avvenuta la sua serializzazione: un manga serializzato su Weekly Shonen Jump, ad esempio, solitamente viene considerato uno shonen per definizione. In Giappone infatti, shonen e seinen, così come shojo e josei, sono serializzati su riviste diverse.
Chi avrà l'opportunità di viaggiare in Giappone troverà poi ancora altri generi e ancora altre sottocategorie, ma diciamo che quelle che abbiamo cercato di fornirvi oggi sono le più conosciute e quelle che con più facilità troverete sulla vostra strada.
Speriamo che l'approfondimento sia stato apprezzabile, e vi invitiamo a continuare a seguirci: alla prossima!
Quando Planet Manga cominciò la sua avventura editoriale, il fumetto giapponese in Italia non era che un curioso esotismo, sebbene cominciasse già farsi strada sulla via del gradimento al grande pubblico.
A distanza di dieci anni, è straordinario rilevare invece quanti sono ormai i lettori che padroneggiano anche i dettagli meno importanti delle pubblicazioni orientali, la loro terminologia di base, la classificazione delle loro tipologie.
Tuttavia, sebbene informazioni in questo senso non manchino in giro per la rete, ci sembra interessante sfruttare questo spazio odierno per dare il nostro contributo e fornire al lettore un breve specchietto riepilogativo dei sottogeneri del fumetto giapponese, così che egli possa orientarsi al meglio nel marasma dei titoli proposti.
KODOMO: Sono i manga scritti per i bambini, con trame molto semplici e un disegno chiaro e pulito. Il target per queste opere è identificato con i lettori di età inferiore ai 13 anni.
SHONEN: Indicano prettamente i fumetti indirizzati a un pubblico maschile adolescente, compreso per lo più fra i quattordici e i diciotto anni. L’elemento preponderante è l’azione, spesso e volentieri inserita in un contesto di fantasia o sportivo.
SHOJO: Si tratta del corrispettivo femminile dello shonen, ovvero un manga specificamente indicato per le ragazze di età compresa fra i 13 e i 20 anni. L’elemento dominante è quello psicologico-amoroso, il contesto è molto spesso quello scolastico o quello fantastico. Solitamente si distingue dallo shonen per la staticità delle trame e un tratto grafico più allungato.
SEINEN: Il fumetto indirizzato a un pubblico (non necessariamente maschile) maturo. Le tematiche affrontate sono più adulte e i personaggi stessi sono degli adulti. Con “adulto” non si indente assolutamente l’elemento pornografico o sensuale, ma proprio un diverso corpus di argomenti indirizzato a una fascia generazionale diversa. L’azione è anche qui elemento dominante, ma è strumentale alla tematica della storia e molto di rado fine a se stessa.
JOSEI: Protagoniste di questi fumetti, noti anche come Redisu, sono le giovani donne. L’amore di scuola o l’elemento fantastico lascia spazio ai problemi della quotidianità reale: marito, famiglia, lavoro, figli.
Il realismo e la vita di tutti i giorni sono l’argomento base per questi fumetti.
MAHO-SHOJO: Si tratta di una sottocategoria del genere shojo, dove protagoniste del fumetto sono giovani streghe o, più in generale, fanciulle dotate di straordinari poteri magici. Possono agire da sole o in squadra, ma di solito il loro compito è comunque quello di salvare il mondo o difendere gli oppressi. Questo tipo di manga è forse il vero genere speculare dello shonen maschile.
SHONEN-AI: Sono i manga dove viene trattato l’amore omosessuale fra maschi. L’elemento sensuale è presente solo in una forma molto platonica e ovattata, e quasi mai si assiste a scene “spinte”.
Si cerca di analizzare questo tipo di amore da un punto di vista emozionale, più che da quello fisico.
YAOI: In questi fumetti l’amore fra maschi viene affrontato invece per quel che concerne la sua componente fisica, con scene esplicite di intimità fra i protagonisti.
SHOJO-AI: L’esatto equivalente degli shonen-ai, ma con protagoniste giovani amanti femminili. Ambientazioni e platonicità degli argomenti permangono inalterati anche qui.
YURI: L’equivalente femminile dello yaoi.
HENTAI: I manga pornografici. Anche qui ci sono poi diversi sottogeneri, si va dal contesto più fantasioso a quello più ironico, e via dicendo.
Nonostante queste distinzioni di genere, moltissime ragazze leggono shonen e sono sempre più i ragazzi che si avvicinano agli shojo manga, rendendo tali categorie assolutamente non vincolanti. Capita inoltre spesso che uno shonen contenga elementi di un altro genere di manga, il seinen, ad esempio, rendendosi così più ibrido e libero. Gli autori si sentono sempre meno vincolati dai generi, e di solito vogliono sentirsi liberi di raccontare la propria storia senza dover rispettare troppi paletti.
In questi casi, sempre più frequenti, il genere di un manga viene identificato dalla rivista sulla quale è avvenuta la sua serializzazione: un manga serializzato su Weekly Shonen Jump, ad esempio, solitamente viene considerato uno shonen per definizione. In Giappone infatti, shonen e seinen, così come shojo e josei, sono serializzati su riviste diverse.
Chi avrà l'opportunità di viaggiare in Giappone troverà poi ancora altri generi e ancora altre sottocategorie, ma diciamo che quelle che abbiamo cercato di fornirvi oggi sono le più conosciute e quelle che con più facilità troverete sulla vostra strada.
Speriamo che l'approfondimento sia stato apprezzabile, e vi invitiamo a continuare a seguirci: alla prossima!
Questa falsa attenzione al consumatore potrebbero ben riversarla nelle edizioni correnti. Oggi mi sono trattenuto dal comprate Astroboy perché la carta usata era davvero pessima, trasparente come non mai, persino più di quella usata per Pluto.
marooo perdonatemi ma è assurda sta cosa hahahaahaaaaa
L'idea non è sbagliata però se pensassero anche a spendere qualche soldo in più per dare dei prodotti di qualità sarebbe ancora meglio (l'edizione di Pluto è indecente).
@ mastersilver88
Non è del tutto vero, se un manga rientra nella categoria Shonen-Ai o Yaoi io li evito come la peste -_-''
Death Note è un seien? Il protagonista all'inizio non è propriamente un adulto, è ancora un ragazzo...
Ma il mahou-shoujo non è un intruso?
Beh', non è che sia del tutto vero quello che dici, anche perchè Death Note che è un seinen fu pubblicato su Shonen Jump che è la rivista per eccellenza specializzata in shonen.
@ mastersilver88
La penso come Ness1
@ hanatazaro
"Death Note è un seien? Il protagonista all'inizio non è propriamente un adulto, è ancora un ragazzo..."
Ecco che qui come al solito la Panini dice sfronzolate: in un seinen non è detto che ci devono essere per forza personaggi adulti: vedi Welcome to the NHK, dove i protagonisti sono poco più che ventenni. Sono dei ragazzi, ma le tematiche affrontate in quel manga sono molte volte delicate e di certo non adatte ad un ragazzino di 13/14 anni.
Non volevo fare il saputo, però la Panini si fà sempre riconoscere...
Un pò inutile questa classificazione fatta qua, se proprio volevano potevano farla su qualche albo!
@ Devil e gli altri
Death Note è uno shonen, altrimenti non andrebbe pubblicato su una rivista che si chiama SHONEN Jump!
Aggiornarsu no, eh?
@ Aquila_della_notte
ridi pure, non scusarti, anzi mi unisco a te!
C'è comunque da ammettere sanno far ridere!
Sinceramente io non mi sento di catalogare Death Note come uno shonen, perchè di shonen ha veramente poco. Basta vedere già la trama particolarmente articolata e decisamente adulta, a differenza di quelle degli shonen che sono su un altro piano.
Capisco che è stato pubblicato su Shonen Jump che partorisce solo quel genere di manga, ma i personaggi, le azioni e i temi trattati su Death Note non mi sembrano da shonen. E' più forte di me, mi spiace
Anche perchè se Death Note fosse stato pubblicato su un'altra rivista sono convinto che difficilmente sarebbe stato classificato come shonen.
Poi vabbè, ognuno è libero di pensarla come vuole, certamente non stò qui a imporre il mio pensiero a nessuno, ci mancherebbe!
Io però continuo a trovarle abbastanza inutili e tutto sommato deleterie... a che serve settorializzare? Non è controproducente per chi vende? Non sarebbe meglio non imporre confini ideali che finiscono solo per alimentare stereotipi e pregiudizi spesso infondati?
In Italia almeno ce la potevamo risparmiare la suddivisione per generi... accidenti a chi l'ha introdotta per primo (nn so chi sia stato) perchè forse voleva fare il figo/sapientone
Per essere un seinen, Death Note doveva avere Soichiro Yagami (un uomo adulto e impostato) al posto di L e Near (un ragazzo giovane e un cinnetto, più vicini ai lettori di età giovane)!
Bha.
Per quanto riguarda DN, anche io lo lascerei dove è, ovvero nel paradiso degli shonen. Sia per le ragioni addotte da Kotaro, sia perchè la lettura del numero 13 è stata, a suo modo, illuminante: gli autori hanno espresso più volte e con fermezza che il loro intento era solo far divertire, nulla più. In DN sembra ci siano delle tematiche filosofiche-teologiche-quacos'altro all'interno della trama, ma sono solo speculazioni che fanno i lettori. Tsugumi Ohba non ha mai voluto creare un manga particolarmente elevato.
Scherzi a parte, sono notizie che si trovano facilmente sul web, ma può essere comunque utile per le "nuove leve", ed un ripasso per chi non ha le idee chiare, no?
@Devil
I generi dei manga, come dice sweeteeyore82, sono determinati dai target delle riviste in cui vengono pubblicati in Giappone. Per esempio, titoli come X o RG Veda sono in realtà shojo, anche se leggendoli si fatica a riconoscerli come tali.
@ Kotaro
in efftti il majokko-sentai è una sottocategoria del Maho-shojo, loro hanno semplicementegeneralizzato, credo proprio perchè la loro intenzione era fornire notizie preliminari di orientamento, non una lezione universitaria sl fenomeno manga.
Perciò non sottilizzate
Se invece di perdere tempo qui, si impegnassero in "qualcos'altro"?
E poi, sarà che mi gira male, ma a me sembra che, prima che arrivassero loro, i loro acquirenti (noi, si) non sapessero cosa stavano leggendo. Sempre la solita convinzione di rivolgersi ad un pubblico di marmocchi, eh?
@Devil: io DN lo identificherei sempre come uno shounen, la penso come Kotaro, il mondo adulto è sempre un supporto di ragazzini/giovani che la fanno da padrone..
@oberon: per me invece la suddivisione in generi è un ottimo modo per vendere anche i prodotti che di vendibile hanno poco. Basti pensare alle descrizioni delle nuove uscite targate panini, sono quasi sempre incentrate proprio sull'aspetto del target di riferimento. In sostanza "tu che sei un/una ragazzo/a, non puoi non comprare questo shounen/shojo"..
Mi viene in mente Mars, che viene catalogato come shojo, e Cesare, che shojo non è per niente a mio parere. Stessa autrice, opere diverse.
Per carità, ripetere le classificazioni non guasta mai per i neofiti, ma credo bisogni tener presente che si tratta di categorie generiche e che bisognerebbe sempre provare a leggere esempi di vari generi, in modo da avere un panorama più vasto e non fossilizzarsi sempre sulla solita minestra trita e ritrita.
poi il fatto che i protagonisti debbano essere adulti mi suona un po' strano, anche se non mi vengono esempi in manga ci sono molti libri e film che usano bambini per protagonisti e che vengono vietati ai minori dei 18 anni (un esempio non-manga/anime è il labirinto del fauno)
Però a parte gli scherzi cattivoni, per chi si avvicina al mondo dei manga è una spiegazione abbastanza buona
Per quanto riguarda la diatriba su Death Note, sul famigerato volume 13 Ohba e Obata, in un' intervista, dichiarano chiaramente che la loro opera è da considerarsi uno SHONEN, naturalmente spiegandone il motivo.
shonen = manga pubblicato su una rivista di shounen
shoujo = manga pubblicato su una rivista di shoujo
seinen = manga pubblicato su una rivista di seinen
josei = manga pubblicato su una rivista di josei
Tutto qui, non c'è spazio per discutere su cosa un titolo sia o non sia, stiamo parlando di una qualità intrinseca dell'opera. Se un'opera è pubblicata su una rivista di shounen, possono anche esserci sesso esplicito, sbudellamenti, o quel che si vuole, resta uno shounen. Se Dragon Ball fosse stato pubblicato su Ribon, sarebbe stato uno shoujo a tutti gli effetti.
Quindi Death Note è uno shounen, cosi come lo è anche Welcome to the N.H.K. (e non importa che lo si ritenga troppo maturo, ricordo che la categoria shounen è ampia e variegata, non è formata solo da picchiaduro a scorrimento, sportivi alla Capitan Tsubasa o commedie sentimentali alle Orange Road...), essendo stato pubblicato su Shonen Ace.
E non scherzo
Comunque io sono del partito che inverte la spiegazione: dal momento che le riviste giapponesi nascono con un prefissato target (ed è normale che sia così, ogni testata al mondo individua un suo pubblico di riferimento
Certo questo fa fare una confusione a volte atroce, vedi Rumiko Takahashi, un Death Note che per tematiche si avvicina più a un seinen e così via, ma il bello è anche discuterne, tanto qua possiamo farlo perché siamo in Italia e non abbiamo le riviste "contenitore"
@ Slanzard
M'hai fregato sul tempo.
Con parole migliori delle mie, oserei dire
No, seriamente, per chi si avvicina al mondo dei manga, potrebbe essere una cosa utile.
Comunque, sbaglio o lo MAHO-SHOJO si chiama anche MAJOKKO?No perchè io l'ho sempre chiamato MAJOKKO quel genere di manga!
io non mi ritengo affatto un grande esperto, ma so bene che per avere un'idea dell'immensa varietà e complessità dei generi e sottogeneri manga l'unica cosa da fare è leggere, leggere, leggere a più non posso; comunque è innegabile che per iniziare è bene partire seguendo i generi elencati qui.
@ saturn^^
battua meravigliosa
me la metto a preferiti e la uso come pillola del buon umore.
è troppo forte sta cosa...
ps: apriamo una pagina web ciascuno di noi, spiegando magari che anche se c'è una palla il basket si gioca con le mani e il calcio con i piedi? e che sebbene anche la palla a volo si gioca con le mani è differente dal basket? e che la rete della palla a volo serve a dividere i campi delle 2 squadre mentre nel basket serve solo ad ornare il canestro (e far capire che si ha fatto punto)? XD
Generi che non vedranno mai l'imbarco qui in Italia a causa dei soliti benpensanti etc...
E che non riempiranno le casse di Panini :asd:
Una cosa su cui poi vorrei tirare le orecchie agli editori italiani è quando si adegueranno a trascrivere correttamente alcune parole,tipo shoujo o Yuuko(o comunque con la lunga),perchè non è che se in italiano le lunghe non esistono,allora le eliminiamo.E poi vanno in giro a professare chissà quale professionalità............
Un'altra cosa che mi ha sorpreso è che hanno comunque ammesso l'esistenza di generi come lo Yaoi,anche se qui,purtroppo,non conoscerà mai una vasta divulgazione,vedi sempre i soliti bigotti,benpensati,perbenisti,moralisti,etc,etc,che non sanno far altro che tarpare le ali agli altri egoisticamente.
@ Z_is_Z:
mi unisco a te!!!!
"Almeno così informano i mocciosi che non hanno nemmeno la voglia di fare ricerche lol"
Ti quoto in tutto e per tutto. Non parlo di tutti i ragazzi, ma tanti pretendono di avere tutto e subito, senza fatica.
@Saturn
Esiste anche il genere Gold, per chi preferisce un prodotto qualitativamente "superiore", per chi adora i giochi enigmistici come "trova la pagina mancante"
Seinen = di nicchia
Ma li avete mai letti gli shonen ragazzi????? cioè death note è un seinen poco centra la moda emo/dark che poi nn si puo sentire... Se andate in giappone e dite un eresia del genere venite bannati direttamente dal giappone
@ Kotaro dice: Per essere un seinen, Death Note doveva avere Soichiro Yagami (un uomo adulto e impostato) al posto di L e Near (un ragazzo giovane e un cinnetto, più vicini ai lettori di età giovane)! Altrimenti, se andiamo col solo tema poliziesco, anche Detective Conan sarebbe un seinen!
Noctis risponde: Ma che significa nn è l'eta che fa un mango un seinen spero che stai scherzando!!!!!!!!!!! Ma è la trama per come è concepita per i caratteri dei personaggi per tutto quello che succede... tu death note lo faresti ma leggere a tuo fratello di 8 anni o gli faresti mai vedere l'anime? su nn diciamo eresie del genere
sei mai stato in Giappone per affermare quanto sostieni? direi di no data la tua esternazione. In Giappone è considerato uno shounen, è stato pubblicato su shounen jump non per niente..
"tu death note lo faresti ma leggere a tuo fratello di 8 anni o gli faresti mai vedere l'anime? su nn diciamo eresie del genere"
qui canni in toto, dato che gli shounen sono pensati per un pubblico adolescenziale (dai 13 ai 18 anni). Ad un mio ipotetico fratello di 14/15 anni io lo farei leggere tranquillamente.
Inoltre, essendo stato serializzato proprio su Weekly Shonen Jump, se un bambino di 8 anni si comprava la rivista per leggersi altri shounen, si leggeva anche Death Note... e in ogni caso un bambino di 8 anni sarebbe ancora in fascia kodomo.
Mi pare tanto la scoperta dell'acqua calda.
Tra l'altro, segue il filo di shonen come Naruto, Bleach o OP, solo che al posto delle mazzate ci sono i ragionamenti. Stop. Poi puoi dirmi che la storia è più figa etc., ma così rimane XD
Alla Panini... bel lavoro! (/ironia) Penso abbiano fatto molta fatica ad andare su Wikipedia. Clap.
Poi strano che un jappo dica una roba simile ma va beh
Inoltre noto che hanno elencato i generi più conosciuti...che senso ha? ci sono un sacco di generi esistenti...
Comunque, dicano quello che vogliono, il genere non è rilevante quando una storia piace. Che i ragazzi leggando shojo, o che ragazze leggano shonen ormai almeno da mio canto non fa differenza =D
bye bye ^^
Il disprezzo a priori intristisce anche me sinceramente... c'è solo da augurare alla Panini che riesca un giorno a riconquistarsi la stima dei "lettori di super nicchia".
<i>"Per fare un esempio, il lettore amante di gialli che si reca in libreria non ha bisogno di passare in rassegna ogni singolo libro di ogni scaffale per riuscire a trovare il titolo cui aspira: gli basta cercare lo scaffale adibito a quel genere.</i>
Ecco, allora ti contraddici
Per ricollegarmi al tuo esempio, quando vai in libreria, non trovi i reparti dedicati ai romanzi per uomini, donne, giovani donne, ragazzi; o meglio, una certa infelice classificazione viene anche fatta a monte dagli editori (vedi i fantasy che ormai son classificati tutti come letture per adolescenti... che cavolata) ma oggettivamente classificare è cosa abbastanza superflua, soprattutto farlo coi manga in Italia... ma ormai il guaio è fatto, e da tempo.
Ovviamente le fasce di riferimento dei manga ci imitiamo ad importarle dal Giappone, e se un Death Note è uno shonen o meno c'è poco da discutere: dipende tutto dalla rivista contenitore, e da nient'altro.
Death Note E' uno Shonen.
Gli stessi autori han detto che volevano creare una storia dai toni dark che voleva intrattenere e tenere incollati degli ADOLESCENTI alle pagine, non miravano a lanciare nessun messaggio di levatura superiore e/o globale. Non si aspettavano minimamente potesse essere recepito come tale.
Se poi volete dire che fra i titoli pubblicati in Italia da Jump, questi sia uno dei più maturi, ci può stare. Ma che sia un Seinen è mera fantascienza.
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