Il governo giapponese si attiva seriamente contro la pornografia online che coinvolge minori
Istituito un team ministeriale per limitare l'accesso alla Rete


Dopo diversi anni di implicito rinvio del problema, con relative aspre critiche da parte del resto del mondo, il governo giapponese sembra finalmente intenzionato a combattere la pornografia minorile attraverso un nuovo team ministeriale che ha in progetto di limitare maggiormente l'accesso alla rete.

Yoshiko Kosaka, giornalista del Yomiuri Shinbun, scrive che il governo ha predisposto una squadra per dare battaglia alla pornografia minorile: il team, creato in seguito a uno studio sul crimine da parte del ministero, ha tenuto il suo primo incontro all'inizio del mese di febbraio 2010.
Atsushi Oshima, il vice ministro senior dell'Ufficio di Gabinetto, ha affermato: "Dobbiamo affrontare la questione molto seriamente, e sono diverse le nazioni che ci hanno spinto a farlo". La Dieta deve dunque iniziare a discutere dell'argomento il prima possibile, anche se nel contempo è stata rimandata la revisione della legge anti-pornografia minorile, relativamente alla questione cruciale di poter bandire la detenzione privata di tali immagini.

L'Agenzia Nazionale di Polizia (NPA), il Ministero per gli Affari Interni e le Comunicazioni, nonché altre istituzioni collegate, predisporranno una misura anti-pornografia minorile entro il prossimo giugno, e si tratterà della prima nel suo genere.

Sebbene esista già un'apposita legge che bandisce la produzione e la vendita di immagini di questo genere, la Law for Punishing Acts Related to Child Prostitution and Child Pornography, che incrimina gli atti legati alla prostituzione e alla pornografia minorile, la rete di Internet ha purtroppo reso tale pratica ben più facilmente accessibile rispetto a un tempo; esistono prove documentate di pedopornografia che includono immagini di bambini abusati sessualmente.
Secondo la NPA, il 2009 potrebbe arrivare a infrangere il "record" stabilito nel 2008, con ben 676 rapporti di casi domestici di pornografia minorile: qualche tempo fa delle madri sono state arrestate per sospetta vendita di foto di nudo dei loro figli.
"Quando del materiale viene immesso su Internet, è piuttosto complesso rimuoverlo del tutto, e definitivamente"UNICEF Agnes Chan, nel corso dell'incontro, "e le ferite generate in questi poveri bambini non si rimargineranno mai".
La Chan si era già distinta come promotrice di una petizione che richiedeva la revisione e l'inasprimento delle condanne per questo tipo di reati.

Il team approntato dal governo giapponese ha in progetto di bandire la distribuzione e la visione online di queste immagini per venire in supporto delle vittime ed istruire gli utenti sul problema. L'Ufficio di Gabinetto ha fatto sapere che il team verificherà annualmente l'efficacia del proprio operato, per i prossimi tre anni.
Un'ulteriore e valida misura, attualmente al vaglio dei responsabili, sarebbe quella di impedire agli utenti l’accesso a tali immagini diffuse in rete; l'intervento equivarrebbe a ciò che già si fa in Europa. In Svezia, ad esempio, la polizia lavora congiuntamente con organizzazioni non-governative per creare una lista di siti legati alla pornografia minorile, i quali vengono poi bloccati direttamente dai provider della rete.
Anche in Giappone una serie di aziende ed associazioni private legate a Internet stanno implementando metodi simili, anche se esistono parecchi ostacoli, tra cui la questione legale della privacy sulle comunicazioni.
I provider internet si augurano che il blocco dei siti possa divenire una possibilità concreta in Giappone, non appena il team fornirà loro il segnale di via libera.

Akihiko Morita, facente parte del distaccamento giapponese dell'organizzazione non governativa mondiale Save the Children, ha affermato: "abbiamo bisogno che la gente capisca che la pornografia legata ai minori è un reato imperdonabile, e che dobbiamo quindi utilizzare la legge per reprimerlo".