Eh sì, avete letto bene. Suona un po' strano eh? Un diciannovenne, di cui non è stata rivelata l'identità alla stampa, è stato arrestato per aver barato all'esame di ammissione all'Università di Kyoto. Il ragazzo ha usato il suo telefono cellulare per inviare le domande del test, ad un sito di domande e risposte, e l'ateneo, dopo averlo scoperto, lo ha denunciato alla polizia locale, che ha poi arrestato l'incauto copione. Ma come ha potuto la forza pubblica giustificare questo arresto? Non sembra che il copiare costituisca un crimine, al massimo può rilevare come una scorrettezza; ma ecco l'imputazione riportata dal Japan Times online:

"L'arresto si basa sul fatto che l'aver barato ha ostruito l'intento dell'esame d'ammissione dell'Università di Kyoto, che era quello di selezionare concorrenti meritevoli e ciò configura il reato di ostruzione all'attività d'impresa, un reato punibile ai sensi del codice penale giapponese."

Studente giapponese

Questa imputazione suona molto forzata, e non costituisce una sufficiente base per poter segnare permanentemente la fedina penale del ragazzo arrestato. Probablimente sarebbe stato più saggio un "sequestro" preventivo dei cellulari in sede d'esame, e in caso di mancata ottemperanza all'obbligo di consegna del telefono, chi fosse stato colto in flagranza, avrebbe dovuto essere semplicemente escluso, con il conseguente annullamento del compito. La punizione più grande è fallire e non entrare all'università.

Tuttavia si spera che nulla del genere accada in Italia, o altrimenti rischieremmo tutti di andare in prigione... O almeno quasi tutti... Chi è che non ha mai copiato?

Pensate che questo arresto sia stato giusto e in conformità con la legge? O si tratta semplicemente di un abuso di potere da parte della polizia giapponese?

Fonte consultata: Japanator