Nell'ipotesi che uno sconosciuto, poco raccomandabile, vi chiedesse di farvi bucare il cranio per 700000 yen, voi accettereste? Quasi sicuramente no, ma non tutti di fronte ad una richiesta del genere possono permettersi di rifiutare, ad esempio Susumu Nakoshi, personaggio principale di Homunculus di Hideo Yamamoto, non può dire di no ad una proposta così allettante, ormai la sua esistenza sembra essere giunta ad un binario morto: si trova a metà strada tra la vita normale della gente definita “rispettabile” e la vita dei barboni. In quello che lo stesso Nakoshi definisce equilibrio, ma risulta essere tale solo apparentemente, poiché nel momento in cui gli è sottratta l’auto non sembra più essere capace di mantenerlo, arrivando ad accettare la proposta di Manabu Ito vale a dire la “trapanazione”: un piccolo foro di tre millimetri sul cranio, con il quale si dovrebbe produrre un risveglio del cervello dal torpore in cui cade nell'età adulta, arrivando addirittura ad ottenere il sesto senso.
L’automobile di Nakoshi è un elemento centrale all’interno del manga siccome rappresenta per prima cosa, come fa capire chiaramente l’autore, l’utero materno che il personaggio principale non ha intenzione di condividere con nessuno e grazie al quale si sente protetto, infatti, quando è privato dell’auto diventa psicologicamente instabile e, tra i vari effetti psico-fisici, ha una sudorazione eccessiva ed anormale da farlo sembrare agli occhi di Ito ricoperto, guardacaso, di liquido amniotico.
In secondo luogo la macchina rappresenta il mezzo e il fine grazie il quale si realizza la “trapanazione”: è il mezzo attraverso il quale Manabu Ito riesce ad ottenere il consenso di Nakoshi ed è, invece, il fine per il quale quest’ultimo acconsente alla trapanazione.
Da questo punto inizia quella che potrebbe essere una scelta sconveniente per l’autore: per gran parte dell’albo assistiamo alla presentazione dei due personaggi, soprattutto a livello psicologico e dell’ambiente in cui agiscono; una presentazione però non fine a se stessa, siccome è usata per criticare apertamente alcuni aspetti della nostra società e dell’animo umano.
Grazie alle capacità dell’autore conosciamo due personaggi ottimamente caratterizzati, dotati di manie, capacità e paure tipicamente umane da farli sembrare quasi veri, con le normali esagerazioni di un fumetto, agli occhi del lettore ma dopo l’operazione ci si distacca dal livello psicologico, sociale per analizzare più quello paranormale e questo rende il manga meno interessante se paragonato alla prima parte.

Malgrado questa piccola caduta nel finale, consiglio sentitamente di comprare Homunculus perché trovo possa piacere ad ogni tipo di lettore anche nel caso in cui non fosse abituato a storie adulte e bizzarre.
L’aspetto principale per il quale, però, mi sento di consigliare questo fumetto è l’autore, ossia, Hideo Yamamoto per il quale nutro gran considerazione e non credo deluderà le aspettative nate dopo aver letto il primo numero di Homunculus. Hideo Yamamoto è praticamente sconosciuto nel nostro paese, da noi è stato solo pubblicato il pessimo Another one Bites the Dust di cui curò la sceneggiatura, ma è piuttosto noto in Giappone soprattutto per il suo interesse a rappresentare gli aspetti estremi, ma non per questo meno veri, della psicologia umana che lo ha portano a realizzare manga come Okama Hakusho (Diario di un Travestito) in cui il protagonista, Shinya Okama, ama masturbarsi allo specchio e lavora in un bar gay, il Maurice, oppure Nozokiya in cui assistiamo al cambiamento di Higaonna Ko avvenuto dopo l’incontro con il “guardone” Takuro con il quale aprirà un’agenzia d’investigazione privata. Infine in questa veloce bibliografia delle sue opere più importanti ha un posto d’onore, per la fama raggiunta in tutto il mondo grazie anche al film di Miike Takashi, Koroshiya 1 - Ichi The Killer: ambientato nel mondo della Yakuza, è centrato sulla figura di Ichi ragazzo con molti problemi a livello psicologico che, però può diventare un killer spietato e sanguinario.

L’edizione della Panini Comics è veramente buona, è bello non dover criticare sempre questa casa editrice, con quattro euro pubblicano un albo con sovracopertina, solido nonostante il gran numero di pagine, curato, con un’ottima ricostruzione delle onomatopee (tra tutte sottolineerei quella del trapano) e una traduzione buona. L’albo ad ogni modo non è esente dalla solita peccettatura tanto cara agli editor della Panini Comics, anche se in numero minore rispetto agli shonen curati da questa casa editrice.

Per concludere anche questa volta vi propongo un link interessante: le scan in italiano di Koroshiya 1 - Ichi The Killer.