Diciamo la verità: è impossibile ridurre la ricchezza dell'universo manga a una top 10 di opere significative. Probabilmente anche una top 100 non sarebbe sufficiente. Per ridurre i manga candidati a una sola decina ho deciso quindi di seguire alcune regole. In primo luogo, ho voluto consigliare un solo manga per autore, anche se alcuni grandi autori hanno realizzato molteplici opere meritevoli. In secondo luogo, a parità di qualità, ho deciso di privilegiare manga meno noti, perché quelli più noti non hanno bisogno di pubblicità. In terzo luogo, ho preferito concentrarmi sui classici, opere che hanno superato la prova del tempo. In quarto luogo, ho voluto consigliare manga di tutti i generi, sia impegnati che leggeri.
In ogni top 10 che si rispetti devono comparire i Tre Grandi, ovvero Tezuka, Nagai e Matsumoto. Nel caso di Tezuka la scelta è stata difficilissima, perché tutte le sue opere sono di alto livello; a scopo divulgativo ne ho scelta una delle meno note, che tuttavia a mio avviso non è da meno di altre più famose e che si presta benissimo al ruolo di apri pista per chi volesse affrontare questo autore per la prima volta: "Sul fondo del cielo", recentemente pubblicato dalla Hazard in Italia. La scelta per Nagai è stata facile, perché "Violence Jack" è sia la sua opera più impegnativa che la meno letta in Italia: questo sia per la lunghezza sia per il fatto che la pubblicazione procede a singhiozzo. Oltre ai Tre Grandi, esistono altri autori classici, meno famosi in Italia, ma che meritano una nomination. Ho voluto premiare Sampei Shirato, la cui opera più importante, la saga di Kamui non è mai stata pubblicata da noi in forma cartacea, ma che pure è conosciuta in forma anime. Speriamo che finalmente venga pubblicata anche sull'italico suolo. La speranza è lecita, visto che dello stesso autore abbiamo Kagemaru attualmente in corso di pubblicazione presso la Hazard. Per la categoria volume unico ho voluto premiare una grande autrice del genere storico, Waki Yamato, con "Lady Mitsuko" la biografia romanzata di una donna realmente esistita. Parlando di autrici del passato, non potevo non nominare Suzue Miuchi, autrice del capolavoro "La Maschera di Vetro", iniziato nel 1976 e ancora in corso. Suzue Miuchi non è certo l'unica autrice meritevole degli anni settanta, avrei potuto scegliere qualcosa di Ryoko Ikeda, di Yumiko Igarashi, di Moto Hagio ma confido che saranno consigliate da altri.
Parlando di classici, ho voluto nominare anche "Attack No 1", il primo spokon al femminile, edito in Italia nel 2011 e che ho letto recentemente. Non voglio pretendere che "Attack No 1" sia un capolavoro alla pari di "Ashita no Joe" ma la sua importanza storica e la sua influenza sono innegabili ed è una lettura immancabile per capire la mentalità giapponese degli anni sessanta.
Anche se ho scelto di privilegiare i classici non vuol dire che non esistano manga moderni meritevoli. Ce ne sono una grande quantità e ne ho scelti due, uno per il genere drammatico e uno per il genere commedia. Per la categoria manga drammatico moderno avevo due candidati, "Vitamin" di Suebo e "Bitter Virgin" di Keiko Kusunoki; non ho scelto "Bitter Virgin" solo perché inedito in Italia. Per la categoria commedia scolastica sentimentale a sfondo ecchi, il genere più diffuso oggigiorno, per quanto assai raramente di mio gradimento, ho scelto l'originalissimo 4-kouma di B Gata H Key, un manga anti-moe che brilla per l'irresistibile protagonista erotomane.
Infine, la fiction è bella, non c'è dubbio, ma ogni tanto non fa male leggere anche un po' di saggistica; avrei voluto consigliare degli ottimi libri come "Le anime disegnate" di Luca Raffaelli o "Tezuka" di Hellen Mc Carthy ma il vincolo di considerare solo manga mi ha fatto scegliere la "Biografia Manga di Osamu Tezuka". Si tratta di un'opera interessantissima, una vera e propria miniera di informazioni sul Dio dei Manga e sull'origine del manga moderno.
Arrivato a questo punto ho finito i posti disponibili e sono rimasti fuori molti nomi illustri. In particolare Naoki Urasawa meriterebbe di apparire in ogni top 10 più di una volta. È assente semplicemente perché le sue opere sono così famose che non hanno bisogno di pubblicità. Mi è dispiaciuto anche non avere posto per Wataru Yoshizumi, ma pazienza. Nel genere umoristico sono alti in graduatoria titoli come "Kuragehime" e "Skip Beat!"; avrei voluto anche inserire qualche opera di Kaoru Mori, ma il genere storico era già ben rappresentato. Anche manga come "Ken il guerriero" e "Berserk" non sono presenti semplicemente perché "Violence Jack" rappresenta già il genere, cosi' come riassume il genere apocalittico.
Infine, va ribadito l'ovvio: i miei consigli si basano sui manga che ho letto e ci sono tantissimi manga eccellenti che ancora non conosco!
SUL FONDO DEL CIELO
Autore: Osamu Tezuka
Anno: 1971
Pubblicato su: Akita Shoten (Kodansha)
Genere: Psicologico, Fantascienza, Mistero
Sul fondo del cielo è una raccolta di racconti brevi di Osamu Tezuka, pubblicati mensilmente sulla rivista Play Comics nel periodo tra il 1968 e il 1970 e raccolti in volume nel 1971. Si tratta di ottimi racconti, intesi per un pubblico adulto, tutti compenetrati dello spirito tipico dell'epoca. Basti dire che su 14 racconti 10 si concludono con la morte del protagonista o dei protagonisti; uno si conclude con la protagonista gravemente ustionata da un'esplosione atomica e in fin di vita; uno col la morte di tutti i personaggi tranne il narratore, che è lo stesso Tezuka nella parte di sé stesso; uno con la morte del padre del protagonista e uno con la trasformazione di un bambino innocente in un pesce mostruoso. Non esiste nessun racconto a lieto fine. I generi trattati spaziano molto: dall'horror, alla fantascienza, al dramma psicologico, al poliziesco, al western, al racconto realistico. Tezuka propone qui molti dei temi che gli sono più cari e alcuni racconti hanno forti somiglianze con racconti che si sono visti nel ciclo della Fenice. Il tema dell'incesto tra fratello e sorella appare più volte; vari racconti sono di critica sociale, in un paio si accenna alla contestazione studentesca, uno è una denuncia contro i disastri ambientali, tutti temi tipici di quegli anni. Naturalmente non mancano le storie d'amore a fine tragico. Le ambientazioni sono varie: il Giappone, la gli Stati Uniti, la Francia, un pianeta lontano. Le ispirazioni sono ancora più varie, prendendo indifferentemente sia da generi moderni (in particolare il noir occidentale) che da antiche leggende giapponesi: c'è addirittura un racconto su una ragazza-gatto che dimostra come le nekomimi che vanno tanto di moda oggi fossero già un grande hit nei cinema giapponesi negli anni sessanta. Tutti i racconti sono scritti con la delicatezza e la dolcezza tipici del miglior Tezuka. L'edizione della Hazard è ottima: certo costosa ma il contenuto vi ripagherà ampiamente.
VIOLENCE JACK
Autore: Go Nagai
Anno: 1973
Pubblicato su: Gekkan Shounen Magazine (Kodansha)
Genere: Combattimento, Horror
Molti grandi autori hanno un'opera a cui hanno dedicato tutta la loro vita: per Osamu Tezuka è la Fenice, per Sampei Shirato la Saga di Kamui, per Suzue Miuchi la Maschera di Vetro. Go Nagai ha Violence Jack. Iniziata nel 1973, la saga non è ancora terminata e ad ogni nuova edizione Nagai aggiunge nuove pagine, ridisegna delle sezioni, cambia l'ordine degli avvementi; di tanto in tanto scrive anche degli interi nuovi volumi, come è avvenuto nel 2005 con Shin Violence Jack. La consistenza narrativa della serie è notevole: con i decenni cambia lo stile grafico di Nagai, ma non il personaggio di Jack, che permane sempre uguale a sé stesso perché perfetto fin dalla sua prima apparizione. Del resto Jack non è un personaggio, ma piuttosto una figura allegorica: non ha un nome (Jack in inglese è un nickname per il coltello a serramanico, l'unica arma portata dal protagonista, e da lì viene il suo nome, visto che Jack dichiara di non ricordarlo), non ha un passato, e il suo futuro è sconosciuto: Jack vive in un eterno presente e può vivere infinite avventure, visto la struttura episodica della serie, in cui Jack funge più da deus ex machina che da protagonista. In quanto figura sovrumana Violence Jack non prova neppure a seguire i canoni della verosomiglianza: Jack è un gigante smisurato nelle forma, nelle dimensioni, nella forza e nell'appetito per la violenza. Le leggi fisiche, della ragione o del buon gusto non si applicano a Violence Jack: si tratta di un'opera visionaria ed eccessiva in tutto. Non può essere valutata con il cervello, ma con l'intestino. Intende dimostrare la forma più violenta della violenza, quella sui deboli, sulle donne e sui bambini, nella maniera più cruenta e viscerale possibile, al di là di ogni ragionevolezza. Aspettatevi squartamenti, teste che volano, sesso perverso, yuri, borchie, catene, coltelli, bambini che muoiono ed un campionario delle peggiori perversioni dell'umanità. In mezzo a tutto questo però trovano posto anche l'amore tragico, il tradimento, il coraggio, la vigliaccheria, il punto di vista del bambino, la visione allegorica ed un senso oscuro della giustizia, il tutto in uno scenario apocalittico, in cui la regione del Kanto, devastata dal più grande terremoto della storia si è tramutata in una terra senza legge in cui gli uomini si comportano come bestie. Non è assolutamente un'opera per tutti ma solo per i fan del Nagai più oscuro. Appaiono come guest star in Violence Jack quasi tutti i personaggi nagaiani, e l'opera va intesa come una summa del Nagai-pensiero, in cui confluisce inevitabilmente anche Devilman.
QUEEN EMERALDAS
Autore: Leiji Matsumoto
Anno: 1978
Pubblicato su: Shuukan Shounen Magazine (Kodansha)
Genere: Fantascienza, Azione, Drammatico
LA SAGA DI KAMUI
Autore: Sanpei Shirato
Anno: 1965
Pubblicato su: Garo (Seirindo)
Genere: Politica, Storico, Drammatico
C'era un tempo in cui i ninja non avevano i capelli biondi e gli occhi azzurri; c'era un'epoca Sengoku in cui non scorazzavano fanciulle maggiorate, mancavano le armature magiche e i contadini oppressi non erano salvati da nessuno. Era l'epoca di Kamui. La saga di Kamui è l'opera della vita di Sampei Shirato, che ci ha lavorato sopra per decenni a partire dagli anni sessanta. Famosissima in Giappone, è l'opera disegnata che più di ogni altra ha contribuito a rendere iconica la figura del ninja. Il riconoscibilissimo chara design, le tavole scenografiche con vedute della natura, la forte simbologia, il ritmo lento, i lunghi silenzi e l'altissima carica tragica rendono la saga di Kamui indimenticabile. Si distingue anche per la cura nella ricostruzione storica, mescolando personaggi di fantasia a eventi storici e personaggi realmente esistenti. Per la sua forte vena politica e di critica sociale Kamui Gaiden, al pari di Ashita no Joe, in Giappone divenne una serie cult della protesta giovanile degli anni sessanta. È anche una delle opere più rappresentative del movimento del Gekiga, che si poneva come avversario del manga a target infantile di Tezuka, rivolgendosi invece a un pubblico adulto, avvezzo a tematiche altamente drammatiche. È davvero un peccato che sia ancora inedita in Italia, dove pure è arrivato l'anime di Kamui, che copre la prima parte della saga; ma c'è ancora speranza, visto che altre opere di Shirato sono state pubblicate recentemente (Akame) e altre sono in corso di pubblicazione (Kagemaru) pressa la Hazard.
ATTACK NO 1
Autore: Chikako Urano
Anno: 1968
Pubblicato su: Margaret (Shueisha)
Genere: Sport, Scolastico
Attack No 1 è uno dei manga chiave degli anni sessanta: primo spokon al femminile, è stato imitato innumerevoli volte e ha influenzato pesantemente il manga successivo. Lo consiglio perché degno rappresentante di un'epoca dura, di sudore e sofferenza; lo consiglio perchè è ambientato in un sistema scolastico basato sul nonnismo e sulle punizioni corporali, in cui è normale venire puniti dagli studenti più anziani e in cui è normale che gli insegnanti prendano a sberle i loro studenti. Ma lo consiglio anche perché è il rappresentante più illustre della corrente reazionaria del manga. Se i più celebri manga dell'epoca (quelli di Sampei Shirato, di Ikki Kajiwara, di Go Nagai) erano manga di rivolta e di critica al sistema, Attack No 1 di Chikako Urano si distingue per per la totale e sentita adesione al sistema. Esemplare è la situazione della squadra del Fujimi quando Kozue arriva alle scuole medie: qui Kozue si rende conto che la cieca applicazione del nonnismo porta la squadra alla sconfitta, ma non per questo si rivolta verso il sistema, tutt'altro: se i trattamenti violenti e autoritari vanno a beneficio della squadra, è lei la prima ad applicarli, tanto che quando diventa capitano della sua squadra viene odiata da tutte le sue compagne per i suoi metodi troppo duri. Ma naturalmente le ragazze si ravvedono quando si accorgono che grazie a quei metodi la squadra si è rafforzata ed è riuscita a vincere il campionato. Per questo motivo anche gli allenatori più sadici e criminali, che usano metodi che oggi verrebbero considerati inumani e che manderebbero in carcere chi li applica, vengono sempre giustificati. Questo è il punto distintivo di "Attack No 1", quello che lo rende più interessante proprio perché lontano dalla nostra mentalità. Oltre alla violenza, naturalmente non mancano le disgrazie, le malattie, gli incidenti e le morti, che affliggono sia Kozue che tutti coloro che la circondano: morti alle quali si reagisce con la più totale dedizione alla pallavolo. Chiunque abbia visto l'anime ricorderà la violenza e la spietatezza degli allenamenti di Mimì: la durezza dell'allenatore-demone, le ricezioni con le catene ai polsi, il sangue e il sudore versati a profusione sul campo da gioco, che sarebbe più corretto chiamare campo da battaglia. Tutto questo si trova anche nel manga, che rincara la dose con disgrazie, morti e malattie che non si sono viste nell'anime, e un finale diverso. Da leggere, specialmente se siete ammiratori del tratto shojo classico.
LA MASCHERA DI VETRO
Autore: Suzue Miuchi
Anno: 1976
Pubblicato su: Bessatsu Hana to Yume (Hakusensha)
Genere: Drammatico, Sentimentale
Glass no Kamen è un'opera titanica, che ha assorbito la vita della sua autrice e dei suoi lettori per più di 35 anni. Questa è un'opera epica, con tutta la drammaticità della tradizione dello shojo manga degli anni sessanta e settanta. Ha certamente le caratteristiche tipiche del suo genere di appartenenza, sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista di situazioni e personaggi: tanto per dirne una, Maya è sottoposta a invidia femminile e scherzi malvagi tanto quanto Candy. Tuttavia, a differenza di altre opere del periodo, la Maschera di Vetro ha anche una forte valenza simbolica ed allegorica, cosa che è evidente fin dal titolo. In particolare non si può non sottolineare l'attenzione insistente e ossessiva all'opera teatrale della Dea Scarlatta, la cui esistenza domina la vita di tutti i protagonisti e che è il leit-motiv attorno al quale tutta l'opera si dipana fin dal primo volume. È impossibile non fare l'associazione tra la Dea Scarlatta, unico scopo di vita della sensei Tsukikage e lo stesso manga Glass no Kamen, che sembra davvero essere l'ossessione e lo scopo di vita della sua autrice Suzue Miuchi, che ci sta lavorando da decenni. Un aspetto stupefacente è che nonostante la lunghezza della serie non si avverte mai nessuna stanchezza: Glass no Kamen non perde di qualità ma semmai aumenta il livello di coinvolgimento emotivo dello spettatore con l'andare dei volumi. Più volte capita di dire "questo è il miglior volume di tutta l'opera" per poi essere smentiti dal volume successivo. L'insistenza sulla Dea Scarlatta e è essenziale per rendere l'atmosfera altamente drammatica del manga: mettere in scena l'opera teatrale è il destino ineluttabile di tutti i protagonisti. Questo è un manga che trasuda di una passione sconfinata e irrefrenabile verso il teatro. In conclusione si tratta un'opera irrinunciabile per chiunque voglia farsi una cultura nel panorama fumettistico nipponico. Fatevi un favore e leggetelo.
LADY MITSUKO
Autore: Waki Yamato
Anno: 1976
Pubblicato su: Shojo Friend (Kodansha)
Genere: Drammatico, Storico, Sentimentale
Mitsuko Aoyama, ovvero Lady Mitsuko, è molto conosciuta in Giappone: esistono musical e film ispirati sua alla vita ed è famosissimo anche il manga, ad opera di una delle più grandi autrici dello shojo a ambientazione storica degli anni settanta, Waki Yamato. In Italia invece sia il manga che la storia di Mitsuko sono sconosciute ed è un vero peccato. Il protagonista maschile del manga è il conte Heinrich Johann Maria von Coudenhove-Kalergi (1859-1906), discendente dalle nobilissime famiglie Coudenhove e Kalergi. Nel 1892 il conte si trova in Giappone in qualità di ambasciatore dell'impero austro-ungarico ed incontra la protagonista femminile, Mitsuko Aoyama (1874-1941) in circostanze romanzesche: ha un incidente a cavallo di fronte alla casa di Mitsuko e rimane ferito leggermente. Mitsuko cura il conte e tra i due sboccia l'amore. Le famiglie rispettive naturalmente sono contrarie al matrimonio. Mitsuko non è neppure nobile, suo padre possiede un semplice negozio di antiquariato. Nonostante l'opposizione paterna Mitsuko fugge con Heinrich e i due si sposano. Mitsuko viene diseredata e cacciata dalla casa del padre. Passano gli anni, nascono due figli e finalmente Mitsuko viene perdonata dal padre che riconosce il matrimonio. I problemi però sono solo all'inizio: muore il padre del conte e questi è costretto a tornare in Boemia, portando con sé moglie e figli. Mitsuko lascia il Giappone per sempre e si trova a vivere una vita durissima in Europa, perché tutti i parenti non la riconoscono come moglie legittima e la trattano come un animale esotico. Occorrono anni prima che Mitsuko riesca a guadagnarsi il rispetto di tutti e proprio quando sembra che le cose stiano per mettersi bene rimane vedova. Nel terzo capitolo viene narrata la continuazione della vita di Mitsuko e la storia dei suoi figli, su cui si potrebbe fare un libro. Il secondo figlio di Mitsuko, Richard Nikolaus Eijiro, diventa uno dei diplomatici europei più influenti di quegli anni. È il padre del concetto di Paneuropa ed uno dei fondatori del parlamento europeo. La sua attività antinazista e a favore del popolo ebraico lo costrinse a fuggire dall'Austria negli anni dell'invasione nazista. Pensate che il personaggio di Victor Laszlo in Casablanca è direttamente ispirato a lui! Anche la vita personale di Richard è romanzesca, perché si sposa con un'attrice ebrea, divorziata e di tredici anni più grande di lui. Cito questo evento perché il manga ne parla in dettaglio. Nononstante la cura meticolosa nella ricostruzione storica il manga è ben lungi da essere un'arida biografia: è una invece una storia molto romantica raccontata tutta dal punto di vista di Mitsuko. Assolutamente raccomandato.
VITAMIN
Autore: Keiko Suenobu
Anno: 2001
Pubblicato su: Bessatsu Friend (Kodansha)
Genere: Smut, Drammatico, Psicologico, Scolastico, Sentimentale, Slice of Life
Questo manga è un pugno nello stomaco, letteralmente. Dopo averlo letto sono rimasto con i crampi allo stomaco per circa un'ora. La storia è decisamente impressionante, infinitamente di più di un horror o uno splatter, proprio per l'ambientazione realistica e (apparentemente) autobiografica. Le vitamine del titolo sono pillole contro il mal di stomaco che la protagonista è costretta a prendere dopo aver subito delle esperienze di bullismo a scuola che la causano delle forti nausee. Tutta la storia viene raccontata in prima persona dal punto di vista di chi ha subito la violenza e l'unico altro personaggio di una qualche importanza è la madre. Il rapporto madre-figlia è sicuramente un tema importante in questo manga. La figura della madre cambia completamente dall'inizio alla fine: parte come figura severa ed opprimente ma poi si mette completamente dalla parte della figlia. Anche il personaggio della figlia cambia completamente, passando da ragazza totalmente passiva a donna che sa quello che vuole ed in grado di farsi rispettare. Tutto questo avviene grazie alla proprietà terapeutiche del disegno: per la protagonista diventare una mangaka è un modo di esorcizzare il proprio passato e di affermare sé stessa, acquistando fiducia e coraggio. Sarei curioso di sapere quanto di questo manga è autobiografico e quanto è stato rielaborato. In ogni caso è tutto molto realistico. Il finale mi pare un pò troppo ad effetto, ma tutto sommato ci sta bene. C'è forse un peccato di concisione ed il ritmo è piuttosto incalzante, visto il numero di cose che succedono in così poche pagine. Ma forse l'autrice ha voluto concludere la storia al più presto perché era troppo dolorosa da raccontare e probabilmente è meglio così.
B GATA H KEI
Autore: Yoko Sanri
Anno: 2004
Pubblicato su: Shuukan Young Jump (Shueisha)
Genere: Commedia, Ecchi, Sentimentale, Scolastico
"L'assatanata con la seconda di seno", questa la traduzione approssimativa del titolo, narra le disavventure di Yamada, una liceale giapponese giovane, bella e intelligente, ma soprattutto pervertita e ossessionata dal sesso. Yamada è sboccata, sgarbata, aggressiva, vanitosa, egocentrica e spesso e volentieri insopportabile ma riesce nonostante tutto ad essere molto simpatica, a causa dell'abisso tra le sue fantasie di sesso sfrenato e la realtà: Yamada non ha mai dato neanche un bacio. Per realizzare il suo sogno di diventare una regina del sesso deve però prima perdere la verginità: decide quindi di approfittarsi del il ragazzo più insignificante della sua classe, pensando che lui sia una facile preda. Inoltre, l'inesperienza di lui la mette al riparo da eventuali brutte figure visto che lui non può avere un metro di paragone. Purtroppo però Yamada si scontra da un lato con la timidezza di lui e dell'altro con la sua stessa timidezza; perdere la verginità si rivelerà un'impresa molto più difficile del previsto. L'umorismo del manga sta tutto nel contrasto tra la Yamada immaginaria (che vorrebbe fare di tutto e di più) e quella reale, che scappa di corsa quando si trova in una situazione imbarazzante. Yamada è espertissima della teoria dell'amore: assidua frequentatrice di siti pornografici e lettrice di riviste erotiche, ha studiato tutte le voci dell'enciclopedia concernenti il sesso e ha tutti i libri sul tema. Nonostante tutto ciò, all'atto pratico si trova nella più totale ignoranza per cui si arrangia come può: per esempio, per "allenarsi" si mette a fare delle "prove" su di un orsacchiotto di pezza su cui ha appiccicato la foto di lui. Inoltre è sempre piena di dubbi sull'atto sessuale per cui tartassa in continuazione la sua migliore amica (che ha il fidanzato) con imbarazzantissime domande sulla sua vita intima. Notate che quando dico "imbarazzantissime" intendo veramente imbarazzanti: i dialoghi sono espliciti e le battute sulla masturbazione si sprecano. Io vi ho avvisati. Oltre a Yamada il manga presenta anche altri personaggi (lui, la sorella di lui, la migliore amica di lei, l'amica d'infanzia di lui, la rivale di lei) tutti più o meno simpatici, ma Yamada è la protagonista assoluta, il personaggio più improbabile e più divertente. C'è una morale che rimane dalla lettura di questo manga? Tutto sommato direi di sì. Yamada è il frutto paradigmatico di una società ossessionata dal sesso, abituata a considerare solo gli aspetti quantitativi (il numero di amanti, le dimensioni del pene o del seno): nel corso dell'opera scoprirà però a sue spese di dover fare i conti anche con i sentimenti, suoi e degli altri, e imparerà la differenza tra fantasia e realtà. Consigliato a tutti gli erotomani, maschi e femmine. Tenete conto che questa è una serie in cui si parla di sesso a volontà ma in cui non si vede nulla di veramente esplicito.
OSAMU TEZUKA UNA BIOGRAFIA MANGA
Autore: Osamu Tezuka
Anno: 1992
Pubblicato su:
Genere: Raccolta, Slice of Life
In quattro volumi, per un totale di quasi 1000 pagine, viene illustrata in grande dettaglio la vita di Osamu Tezuka, il Dio dei manga, con uno stile grafico ispirato a quello del maestro. Il primo volume copre gli anni 1928-1943 e parla dell'infanzia di Tezuka. Apprendiamo che già fin dalle elementari Osamu realizza manga ed addirittura animazioni semplicemente designando piccole figurine sui bordi di un quaderno e sfogliando le pagine a gran velocità. All'infanzia risale anche la sua passione per gli insetti, su cui Osamu scrive e disegna un volume enciclopedico illustrato mentre è alle medie. In questo periodo si formano le sue convinzioni antimilitariste, avendo visto in prima persona gli orrori della seconda guerra mondiale e del primo dopoguerra. Il secondo volume (1944-1959) parla della giovinezza di Tezuka e di come diventi il più grande mangaka del Giappone in pochissimi anni, inventando praticamente il concetto di story manga e realizzando opere quali "La nuova isola del tesoro" (1947), "Il mondo perduto" (1948), "Metropolis" (1949), "Kimba il leone bianco" (1950), "La principessa Zaffiro" (1951) e moltissime altre. La biografia evidenzia la fondamentale influenza di Tezuka sui giovani mangaka, in particolare su nomi come quelli di Shotaro Ishinomori, Hideko Mizuno e Leiji Matsumoto, tutti suoi assistenti per un periodo più o meno lungo. Non mancano gli aneddoti su Tezuka inseguito dagli editor e si parla diffusamente del famoso appartamento di Tokiwaso a Tokyo, l'appartamento dei fumettisti. È qui che Tezuka mette in piedi il sistema di produzione moderno dei manga, basato sulla divisione dei ruoli e gli assistenti. Negli stessi anni Tezuka oltre a disegnare si laurea in medicina, lavora in ospedale, si iscrive ad un corso di dottorato, si sposa e finisce con un Ph. D. in biologia! Il terzo volume (1960-1974) parla del rapporto tra Tezuka e l'animazione, a partire dalla sua collaborazione con la Toei per il film di Sayuki, alla fondazione della Mushi productions, la casa prima casa produttrice di anime televisive della storia. Vengono svelati i retroscena sulla messa in onda di anime cult come Astroboy, Kimba, La Principessa Zaffiro e molti altri. Il quarto volume copre gli anni 1975-1989. Parla dei molti viaggi di Tezuka all' estero, dei suoi film per il cinema e della sua produzione fumettistica più tarda. La biografia si conclude con un'utilissima lista cronologica delle opere di Tezuka (manga e anime). Tutti i volumi sono densissimi di informazioni ed estremamente interessanti. Quest'opera enciclopedica non può mancare nella biblioteca di un appassionato di mange e anime. L'unico neo è il costo, ma per conoscere tutto di Tezuka ne vale la pena.
In ogni top 10 che si rispetti devono comparire i Tre Grandi, ovvero Tezuka, Nagai e Matsumoto. Nel caso di Tezuka la scelta è stata difficilissima, perché tutte le sue opere sono di alto livello; a scopo divulgativo ne ho scelta una delle meno note, che tuttavia a mio avviso non è da meno di altre più famose e che si presta benissimo al ruolo di apri pista per chi volesse affrontare questo autore per la prima volta: "Sul fondo del cielo", recentemente pubblicato dalla Hazard in Italia. La scelta per Nagai è stata facile, perché "Violence Jack" è sia la sua opera più impegnativa che la meno letta in Italia: questo sia per la lunghezza sia per il fatto che la pubblicazione procede a singhiozzo. Oltre ai Tre Grandi, esistono altri autori classici, meno famosi in Italia, ma che meritano una nomination. Ho voluto premiare Sampei Shirato, la cui opera più importante, la saga di Kamui non è mai stata pubblicata da noi in forma cartacea, ma che pure è conosciuta in forma anime. Speriamo che finalmente venga pubblicata anche sull'italico suolo. La speranza è lecita, visto che dello stesso autore abbiamo Kagemaru attualmente in corso di pubblicazione presso la Hazard. Per la categoria volume unico ho voluto premiare una grande autrice del genere storico, Waki Yamato, con "Lady Mitsuko" la biografia romanzata di una donna realmente esistita. Parlando di autrici del passato, non potevo non nominare Suzue Miuchi, autrice del capolavoro "La Maschera di Vetro", iniziato nel 1976 e ancora in corso. Suzue Miuchi non è certo l'unica autrice meritevole degli anni settanta, avrei potuto scegliere qualcosa di Ryoko Ikeda, di Yumiko Igarashi, di Moto Hagio ma confido che saranno consigliate da altri.
Parlando di classici, ho voluto nominare anche "Attack No 1", il primo spokon al femminile, edito in Italia nel 2011 e che ho letto recentemente. Non voglio pretendere che "Attack No 1" sia un capolavoro alla pari di "Ashita no Joe" ma la sua importanza storica e la sua influenza sono innegabili ed è una lettura immancabile per capire la mentalità giapponese degli anni sessanta.
Anche se ho scelto di privilegiare i classici non vuol dire che non esistano manga moderni meritevoli. Ce ne sono una grande quantità e ne ho scelti due, uno per il genere drammatico e uno per il genere commedia. Per la categoria manga drammatico moderno avevo due candidati, "Vitamin" di Suebo e "Bitter Virgin" di Keiko Kusunoki; non ho scelto "Bitter Virgin" solo perché inedito in Italia. Per la categoria commedia scolastica sentimentale a sfondo ecchi, il genere più diffuso oggigiorno, per quanto assai raramente di mio gradimento, ho scelto l'originalissimo 4-kouma di B Gata H Key, un manga anti-moe che brilla per l'irresistibile protagonista erotomane.
Infine, la fiction è bella, non c'è dubbio, ma ogni tanto non fa male leggere anche un po' di saggistica; avrei voluto consigliare degli ottimi libri come "Le anime disegnate" di Luca Raffaelli o "Tezuka" di Hellen Mc Carthy ma il vincolo di considerare solo manga mi ha fatto scegliere la "Biografia Manga di Osamu Tezuka". Si tratta di un'opera interessantissima, una vera e propria miniera di informazioni sul Dio dei Manga e sull'origine del manga moderno.
Arrivato a questo punto ho finito i posti disponibili e sono rimasti fuori molti nomi illustri. In particolare Naoki Urasawa meriterebbe di apparire in ogni top 10 più di una volta. È assente semplicemente perché le sue opere sono così famose che non hanno bisogno di pubblicità. Mi è dispiaciuto anche non avere posto per Wataru Yoshizumi, ma pazienza. Nel genere umoristico sono alti in graduatoria titoli come "Kuragehime" e "Skip Beat!"; avrei voluto anche inserire qualche opera di Kaoru Mori, ma il genere storico era già ben rappresentato. Anche manga come "Ken il guerriero" e "Berserk" non sono presenti semplicemente perché "Violence Jack" rappresenta già il genere, cosi' come riassume il genere apocalittico.
Infine, va ribadito l'ovvio: i miei consigli si basano sui manga che ho letto e ci sono tantissimi manga eccellenti che ancora non conosco!
SUL FONDO DEL CIELO
Autore: Osamu Tezuka
Anno: 1971
Pubblicato su: Akita Shoten (Kodansha)
Genere: Psicologico, Fantascienza, Mistero
Sul fondo del cielo è una raccolta di racconti brevi di Osamu Tezuka, pubblicati mensilmente sulla rivista Play Comics nel periodo tra il 1968 e il 1970 e raccolti in volume nel 1971. Si tratta di ottimi racconti, intesi per un pubblico adulto, tutti compenetrati dello spirito tipico dell'epoca. Basti dire che su 14 racconti 10 si concludono con la morte del protagonista o dei protagonisti; uno si conclude con la protagonista gravemente ustionata da un'esplosione atomica e in fin di vita; uno col la morte di tutti i personaggi tranne il narratore, che è lo stesso Tezuka nella parte di sé stesso; uno con la morte del padre del protagonista e uno con la trasformazione di un bambino innocente in un pesce mostruoso. Non esiste nessun racconto a lieto fine. I generi trattati spaziano molto: dall'horror, alla fantascienza, al dramma psicologico, al poliziesco, al western, al racconto realistico. Tezuka propone qui molti dei temi che gli sono più cari e alcuni racconti hanno forti somiglianze con racconti che si sono visti nel ciclo della Fenice. Il tema dell'incesto tra fratello e sorella appare più volte; vari racconti sono di critica sociale, in un paio si accenna alla contestazione studentesca, uno è una denuncia contro i disastri ambientali, tutti temi tipici di quegli anni. Naturalmente non mancano le storie d'amore a fine tragico. Le ambientazioni sono varie: il Giappone, la gli Stati Uniti, la Francia, un pianeta lontano. Le ispirazioni sono ancora più varie, prendendo indifferentemente sia da generi moderni (in particolare il noir occidentale) che da antiche leggende giapponesi: c'è addirittura un racconto su una ragazza-gatto che dimostra come le nekomimi che vanno tanto di moda oggi fossero già un grande hit nei cinema giapponesi negli anni sessanta. Tutti i racconti sono scritti con la delicatezza e la dolcezza tipici del miglior Tezuka. L'edizione della Hazard è ottima: certo costosa ma il contenuto vi ripagherà ampiamente.
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Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Sul fondo del cielo | € 13.50 | Hazard Edizioni |
Sul fondo del cielo - Osamushi Collection | € 12.00 | JPOP |
VIOLENCE JACK
Autore: Go Nagai
Anno: 1973
Pubblicato su: Gekkan Shounen Magazine (Kodansha)
Genere: Combattimento, Horror
Molti grandi autori hanno un'opera a cui hanno dedicato tutta la loro vita: per Osamu Tezuka è la Fenice, per Sampei Shirato la Saga di Kamui, per Suzue Miuchi la Maschera di Vetro. Go Nagai ha Violence Jack. Iniziata nel 1973, la saga non è ancora terminata e ad ogni nuova edizione Nagai aggiunge nuove pagine, ridisegna delle sezioni, cambia l'ordine degli avvementi; di tanto in tanto scrive anche degli interi nuovi volumi, come è avvenuto nel 2005 con Shin Violence Jack. La consistenza narrativa della serie è notevole: con i decenni cambia lo stile grafico di Nagai, ma non il personaggio di Jack, che permane sempre uguale a sé stesso perché perfetto fin dalla sua prima apparizione. Del resto Jack non è un personaggio, ma piuttosto una figura allegorica: non ha un nome (Jack in inglese è un nickname per il coltello a serramanico, l'unica arma portata dal protagonista, e da lì viene il suo nome, visto che Jack dichiara di non ricordarlo), non ha un passato, e il suo futuro è sconosciuto: Jack vive in un eterno presente e può vivere infinite avventure, visto la struttura episodica della serie, in cui Jack funge più da deus ex machina che da protagonista. In quanto figura sovrumana Violence Jack non prova neppure a seguire i canoni della verosomiglianza: Jack è un gigante smisurato nelle forma, nelle dimensioni, nella forza e nell'appetito per la violenza. Le leggi fisiche, della ragione o del buon gusto non si applicano a Violence Jack: si tratta di un'opera visionaria ed eccessiva in tutto. Non può essere valutata con il cervello, ma con l'intestino. Intende dimostrare la forma più violenta della violenza, quella sui deboli, sulle donne e sui bambini, nella maniera più cruenta e viscerale possibile, al di là di ogni ragionevolezza. Aspettatevi squartamenti, teste che volano, sesso perverso, yuri, borchie, catene, coltelli, bambini che muoiono ed un campionario delle peggiori perversioni dell'umanità. In mezzo a tutto questo però trovano posto anche l'amore tragico, il tradimento, il coraggio, la vigliaccheria, il punto di vista del bambino, la visione allegorica ed un senso oscuro della giustizia, il tutto in uno scenario apocalittico, in cui la regione del Kanto, devastata dal più grande terremoto della storia si è tramutata in una terra senza legge in cui gli uomini si comportano come bestie. Non è assolutamente un'opera per tutti ma solo per i fan del Nagai più oscuro. Appaiono come guest star in Violence Jack quasi tutti i personaggi nagaiani, e l'opera va intesa come una summa del Nagai-pensiero, in cui confluisce inevitabilmente anche Devilman.
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QUEEN EMERALDAS
Autore: Leiji Matsumoto
Anno: 1978
Pubblicato su: Shuukan Shounen Magazine (Kodansha)
Genere: Fantascienza, Azione, Drammatico
Chi conosce Matsumoto per Capitan Harlock, Galaxy Express o la Regina dei Mille Anni si troverà immediatamente a suo agio con Queen Emeraldas, uno dei personaggi più affascinanti del Leijiverse. Il manga è comunque perfettamente leggibile come opera a sé stante. Si tratta di uno dei lavori più rappresentatitivi della poetica matsumotiana. Abbondano le vedute spaziali, i primi piani di donne bellissime e astronavi, le sentenze altisonanti ma anche i silenzi, e le scene tragiche, inframezzate da scene comiche e grottesche. Il disegno, specialmente delle astronavi e dei meccanismi, è a un livello di dettaglio impressionante per l'anno di pubblicazione. Il manga racconta le avventure della piratessa spaziale Emeraldas e della sua astronave senziente, la Queen Emeraldas. La struttura è episodica, anche se i vari racconti seguono un filo conduttore. Come di consueto in Matsumoto, il tema centrale è quello della crescita e educazione di un giovane (Hiroshi Umino, il cui sogno è costruire una nave spaziale per viaggiare libero nel cosmo), che attraversa la difficile fase di formazione tra bambino e vero uomo. Gli fa da mentore Emeraldas, nello stesso ruolo che ebbe Harlock con Tadashi Daiba. Dove c'è Emeraldas non può mancare Tochiro, a mio avviso il miglior personaggio mai ideato da Matsumoto e l'unico in grado di fare ombra addirittura ad Harlock ed Emeraldas. I volumi in cui appare sono i migliori. Incidentalmente, Harlock appare anche in Queen Emeraldas, ma viene mostrato solo di spalle, nel ruolo dell'amico di Tochiro. La storia si colloca temporalmente prima della costruzione dell'Arcadia, per quanto si possa parlare di consecutio temporum nel Leijiverse, che non è tenuto a rispettare nessun vincolo di consistenza. Ciò che conta non è la storia, ma l'atmosfera. E quindi il manga non rivela l'origine di Emeraldas né della sua astronave, né ha una vera e propria conclusione: ma non potrebbe essere diversamente perché il viaggio di Emeraldas e della sua astronave è senza fine.
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Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Queen Emeraldas | € 27.00 | Hazard Edizioni |
Queen Emeraldas 1 | € 7.50 | Hazard Edizioni |
Queen Emeraldas 2 | € 7.50 | Hazard Edizioni |
Queen Emeraldas 3 | € 7.50 | Hazard Edizioni |
Queen Emeraldas 4 | € 7.50 | Hazard Edizioni |
Queen Emeraldas 1 | € 15.00 | JPOP |
Queen Emeraldas 2 | € 15.00 | JPOP |
Queen Emeraldas Box | € 30.00 | JPOP |
LA SAGA DI KAMUI
Autore: Sanpei Shirato
Anno: 1965
Pubblicato su: Garo (Seirindo)
Genere: Politica, Storico, Drammatico
C'era un tempo in cui i ninja non avevano i capelli biondi e gli occhi azzurri; c'era un'epoca Sengoku in cui non scorazzavano fanciulle maggiorate, mancavano le armature magiche e i contadini oppressi non erano salvati da nessuno. Era l'epoca di Kamui. La saga di Kamui è l'opera della vita di Sampei Shirato, che ci ha lavorato sopra per decenni a partire dagli anni sessanta. Famosissima in Giappone, è l'opera disegnata che più di ogni altra ha contribuito a rendere iconica la figura del ninja. Il riconoscibilissimo chara design, le tavole scenografiche con vedute della natura, la forte simbologia, il ritmo lento, i lunghi silenzi e l'altissima carica tragica rendono la saga di Kamui indimenticabile. Si distingue anche per la cura nella ricostruzione storica, mescolando personaggi di fantasia a eventi storici e personaggi realmente esistenti. Per la sua forte vena politica e di critica sociale Kamui Gaiden, al pari di Ashita no Joe, in Giappone divenne una serie cult della protesta giovanile degli anni sessanta. È anche una delle opere più rappresentative del movimento del Gekiga, che si poneva come avversario del manga a target infantile di Tezuka, rivolgendosi invece a un pubblico adulto, avvezzo a tematiche altamente drammatiche. È davvero un peccato che sia ancora inedita in Italia, dove pure è arrivato l'anime di Kamui, che copre la prima parte della saga; ma c'è ancora speranza, visto che altre opere di Shirato sono state pubblicate recentemente (Akame) e altre sono in corso di pubblicazione (Kagemaru) pressa la Hazard.
ATTACK NO 1
Autore: Chikako Urano
Anno: 1968
Pubblicato su: Margaret (Shueisha)
Genere: Sport, Scolastico
Attack No 1 è uno dei manga chiave degli anni sessanta: primo spokon al femminile, è stato imitato innumerevoli volte e ha influenzato pesantemente il manga successivo. Lo consiglio perché degno rappresentante di un'epoca dura, di sudore e sofferenza; lo consiglio perchè è ambientato in un sistema scolastico basato sul nonnismo e sulle punizioni corporali, in cui è normale venire puniti dagli studenti più anziani e in cui è normale che gli insegnanti prendano a sberle i loro studenti. Ma lo consiglio anche perché è il rappresentante più illustre della corrente reazionaria del manga. Se i più celebri manga dell'epoca (quelli di Sampei Shirato, di Ikki Kajiwara, di Go Nagai) erano manga di rivolta e di critica al sistema, Attack No 1 di Chikako Urano si distingue per per la totale e sentita adesione al sistema. Esemplare è la situazione della squadra del Fujimi quando Kozue arriva alle scuole medie: qui Kozue si rende conto che la cieca applicazione del nonnismo porta la squadra alla sconfitta, ma non per questo si rivolta verso il sistema, tutt'altro: se i trattamenti violenti e autoritari vanno a beneficio della squadra, è lei la prima ad applicarli, tanto che quando diventa capitano della sua squadra viene odiata da tutte le sue compagne per i suoi metodi troppo duri. Ma naturalmente le ragazze si ravvedono quando si accorgono che grazie a quei metodi la squadra si è rafforzata ed è riuscita a vincere il campionato. Per questo motivo anche gli allenatori più sadici e criminali, che usano metodi che oggi verrebbero considerati inumani e che manderebbero in carcere chi li applica, vengono sempre giustificati. Questo è il punto distintivo di "Attack No 1", quello che lo rende più interessante proprio perché lontano dalla nostra mentalità. Oltre alla violenza, naturalmente non mancano le disgrazie, le malattie, gli incidenti e le morti, che affliggono sia Kozue che tutti coloro che la circondano: morti alle quali si reagisce con la più totale dedizione alla pallavolo. Chiunque abbia visto l'anime ricorderà la violenza e la spietatezza degli allenamenti di Mimì: la durezza dell'allenatore-demone, le ricezioni con le catene ai polsi, il sangue e il sudore versati a profusione sul campo da gioco, che sarebbe più corretto chiamare campo da battaglia. Tutto questo si trova anche nel manga, che rincara la dose con disgrazie, morti e malattie che non si sono viste nell'anime, e un finale diverso. Da leggere, specialmente se siete ammiratori del tratto shojo classico.
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Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Attack No.1 1 | € 6.50 | JPOP |
Attack No.1 2 | € 6.50 | JPOP |
Attack No.1 3 | € 6.50 | JPOP |
Attack No.1 4 | € 6.50 | JPOP |
Attack No.1 5 | € 6.50 | JPOP |
Attack No.1 6 | € 6.50 | JPOP |
Attack No.1 7 | € 6.50 | JPOP |
LA MASCHERA DI VETRO
Autore: Suzue Miuchi
Anno: 1976
Pubblicato su: Bessatsu Hana to Yume (Hakusensha)
Genere: Drammatico, Sentimentale
Glass no Kamen è un'opera titanica, che ha assorbito la vita della sua autrice e dei suoi lettori per più di 35 anni. Questa è un'opera epica, con tutta la drammaticità della tradizione dello shojo manga degli anni sessanta e settanta. Ha certamente le caratteristiche tipiche del suo genere di appartenenza, sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista di situazioni e personaggi: tanto per dirne una, Maya è sottoposta a invidia femminile e scherzi malvagi tanto quanto Candy. Tuttavia, a differenza di altre opere del periodo, la Maschera di Vetro ha anche una forte valenza simbolica ed allegorica, cosa che è evidente fin dal titolo. In particolare non si può non sottolineare l'attenzione insistente e ossessiva all'opera teatrale della Dea Scarlatta, la cui esistenza domina la vita di tutti i protagonisti e che è il leit-motiv attorno al quale tutta l'opera si dipana fin dal primo volume. È impossibile non fare l'associazione tra la Dea Scarlatta, unico scopo di vita della sensei Tsukikage e lo stesso manga Glass no Kamen, che sembra davvero essere l'ossessione e lo scopo di vita della sua autrice Suzue Miuchi, che ci sta lavorando da decenni. Un aspetto stupefacente è che nonostante la lunghezza della serie non si avverte mai nessuna stanchezza: Glass no Kamen non perde di qualità ma semmai aumenta il livello di coinvolgimento emotivo dello spettatore con l'andare dei volumi. Più volte capita di dire "questo è il miglior volume di tutta l'opera" per poi essere smentiti dal volume successivo. L'insistenza sulla Dea Scarlatta e è essenziale per rendere l'atmosfera altamente drammatica del manga: mettere in scena l'opera teatrale è il destino ineluttabile di tutti i protagonisti. Questo è un manga che trasuda di una passione sconfinata e irrefrenabile verso il teatro. In conclusione si tratta un'opera irrinunciabile per chiunque voglia farsi una cultura nel panorama fumettistico nipponico. Fatevi un favore e leggetelo.
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Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Il grande sogno di Maya 1 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 2 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 3 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 4 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 5 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 6 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 7 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 8 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 9 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 10 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 11 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 12 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 13 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 14 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 15 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 16 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 17 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 18 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 19 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 20 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 21 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 22 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 23 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 24 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 25 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 26 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 27 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 28 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 29 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 30 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 31 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 32 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 33 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 34 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 35 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 36 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 37 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 38 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 39 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 40 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 41 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 42 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 43 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 44 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 45 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 46 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 47 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 48 | € 4.20 | Star Comics |
Il grande sogno di Maya 49 | € 4.20 | Star Comics |
LADY MITSUKO
Autore: Waki Yamato
Anno: 1976
Pubblicato su: Shojo Friend (Kodansha)
Genere: Drammatico, Storico, Sentimentale
Mitsuko Aoyama, ovvero Lady Mitsuko, è molto conosciuta in Giappone: esistono musical e film ispirati sua alla vita ed è famosissimo anche il manga, ad opera di una delle più grandi autrici dello shojo a ambientazione storica degli anni settanta, Waki Yamato. In Italia invece sia il manga che la storia di Mitsuko sono sconosciute ed è un vero peccato. Il protagonista maschile del manga è il conte Heinrich Johann Maria von Coudenhove-Kalergi (1859-1906), discendente dalle nobilissime famiglie Coudenhove e Kalergi. Nel 1892 il conte si trova in Giappone in qualità di ambasciatore dell'impero austro-ungarico ed incontra la protagonista femminile, Mitsuko Aoyama (1874-1941) in circostanze romanzesche: ha un incidente a cavallo di fronte alla casa di Mitsuko e rimane ferito leggermente. Mitsuko cura il conte e tra i due sboccia l'amore. Le famiglie rispettive naturalmente sono contrarie al matrimonio. Mitsuko non è neppure nobile, suo padre possiede un semplice negozio di antiquariato. Nonostante l'opposizione paterna Mitsuko fugge con Heinrich e i due si sposano. Mitsuko viene diseredata e cacciata dalla casa del padre. Passano gli anni, nascono due figli e finalmente Mitsuko viene perdonata dal padre che riconosce il matrimonio. I problemi però sono solo all'inizio: muore il padre del conte e questi è costretto a tornare in Boemia, portando con sé moglie e figli. Mitsuko lascia il Giappone per sempre e si trova a vivere una vita durissima in Europa, perché tutti i parenti non la riconoscono come moglie legittima e la trattano come un animale esotico. Occorrono anni prima che Mitsuko riesca a guadagnarsi il rispetto di tutti e proprio quando sembra che le cose stiano per mettersi bene rimane vedova. Nel terzo capitolo viene narrata la continuazione della vita di Mitsuko e la storia dei suoi figli, su cui si potrebbe fare un libro. Il secondo figlio di Mitsuko, Richard Nikolaus Eijiro, diventa uno dei diplomatici europei più influenti di quegli anni. È il padre del concetto di Paneuropa ed uno dei fondatori del parlamento europeo. La sua attività antinazista e a favore del popolo ebraico lo costrinse a fuggire dall'Austria negli anni dell'invasione nazista. Pensate che il personaggio di Victor Laszlo in Casablanca è direttamente ispirato a lui! Anche la vita personale di Richard è romanzesca, perché si sposa con un'attrice ebrea, divorziata e di tredici anni più grande di lui. Cito questo evento perché il manga ne parla in dettaglio. Nononstante la cura meticolosa nella ricostruzione storica il manga è ben lungi da essere un'arida biografia: è una invece una storia molto romantica raccontata tutta dal punto di vista di Mitsuko. Assolutamente raccomandato.
VITAMIN
Autore: Keiko Suenobu
Anno: 2001
Pubblicato su: Bessatsu Friend (Kodansha)
Genere: Smut, Drammatico, Psicologico, Scolastico, Sentimentale, Slice of Life
Questo manga è un pugno nello stomaco, letteralmente. Dopo averlo letto sono rimasto con i crampi allo stomaco per circa un'ora. La storia è decisamente impressionante, infinitamente di più di un horror o uno splatter, proprio per l'ambientazione realistica e (apparentemente) autobiografica. Le vitamine del titolo sono pillole contro il mal di stomaco che la protagonista è costretta a prendere dopo aver subito delle esperienze di bullismo a scuola che la causano delle forti nausee. Tutta la storia viene raccontata in prima persona dal punto di vista di chi ha subito la violenza e l'unico altro personaggio di una qualche importanza è la madre. Il rapporto madre-figlia è sicuramente un tema importante in questo manga. La figura della madre cambia completamente dall'inizio alla fine: parte come figura severa ed opprimente ma poi si mette completamente dalla parte della figlia. Anche il personaggio della figlia cambia completamente, passando da ragazza totalmente passiva a donna che sa quello che vuole ed in grado di farsi rispettare. Tutto questo avviene grazie alla proprietà terapeutiche del disegno: per la protagonista diventare una mangaka è un modo di esorcizzare il proprio passato e di affermare sé stessa, acquistando fiducia e coraggio. Sarei curioso di sapere quanto di questo manga è autobiografico e quanto è stato rielaborato. In ogni caso è tutto molto realistico. Il finale mi pare un pò troppo ad effetto, ma tutto sommato ci sta bene. C'è forse un peccato di concisione ed il ritmo è piuttosto incalzante, visto il numero di cose che succedono in così poche pagine. Ma forse l'autrice ha voluto concludere la storia al più presto perché era troppo dolorosa da raccontare e probabilmente è meglio così.
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Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Vitamin | € 4.00 | Panini Comics |
B GATA H KEI
Autore: Yoko Sanri
Anno: 2004
Pubblicato su: Shuukan Young Jump (Shueisha)
Genere: Commedia, Ecchi, Sentimentale, Scolastico
"L'assatanata con la seconda di seno", questa la traduzione approssimativa del titolo, narra le disavventure di Yamada, una liceale giapponese giovane, bella e intelligente, ma soprattutto pervertita e ossessionata dal sesso. Yamada è sboccata, sgarbata, aggressiva, vanitosa, egocentrica e spesso e volentieri insopportabile ma riesce nonostante tutto ad essere molto simpatica, a causa dell'abisso tra le sue fantasie di sesso sfrenato e la realtà: Yamada non ha mai dato neanche un bacio. Per realizzare il suo sogno di diventare una regina del sesso deve però prima perdere la verginità: decide quindi di approfittarsi del il ragazzo più insignificante della sua classe, pensando che lui sia una facile preda. Inoltre, l'inesperienza di lui la mette al riparo da eventuali brutte figure visto che lui non può avere un metro di paragone. Purtroppo però Yamada si scontra da un lato con la timidezza di lui e dell'altro con la sua stessa timidezza; perdere la verginità si rivelerà un'impresa molto più difficile del previsto. L'umorismo del manga sta tutto nel contrasto tra la Yamada immaginaria (che vorrebbe fare di tutto e di più) e quella reale, che scappa di corsa quando si trova in una situazione imbarazzante. Yamada è espertissima della teoria dell'amore: assidua frequentatrice di siti pornografici e lettrice di riviste erotiche, ha studiato tutte le voci dell'enciclopedia concernenti il sesso e ha tutti i libri sul tema. Nonostante tutto ciò, all'atto pratico si trova nella più totale ignoranza per cui si arrangia come può: per esempio, per "allenarsi" si mette a fare delle "prove" su di un orsacchiotto di pezza su cui ha appiccicato la foto di lui. Inoltre è sempre piena di dubbi sull'atto sessuale per cui tartassa in continuazione la sua migliore amica (che ha il fidanzato) con imbarazzantissime domande sulla sua vita intima. Notate che quando dico "imbarazzantissime" intendo veramente imbarazzanti: i dialoghi sono espliciti e le battute sulla masturbazione si sprecano. Io vi ho avvisati. Oltre a Yamada il manga presenta anche altri personaggi (lui, la sorella di lui, la migliore amica di lei, l'amica d'infanzia di lui, la rivale di lei) tutti più o meno simpatici, ma Yamada è la protagonista assoluta, il personaggio più improbabile e più divertente. C'è una morale che rimane dalla lettura di questo manga? Tutto sommato direi di sì. Yamada è il frutto paradigmatico di una società ossessionata dal sesso, abituata a considerare solo gli aspetti quantitativi (il numero di amanti, le dimensioni del pene o del seno): nel corso dell'opera scoprirà però a sue spese di dover fare i conti anche con i sentimenti, suoi e degli altri, e imparerà la differenza tra fantasia e realtà. Consigliato a tutti gli erotomani, maschi e femmine. Tenete conto che questa è una serie in cui si parla di sesso a volontà ma in cui non si vede nulla di veramente esplicito.
OSAMU TEZUKA UNA BIOGRAFIA MANGA
Autore: Osamu Tezuka
Anno: 1992
Pubblicato su:
Genere: Raccolta, Slice of Life
In quattro volumi, per un totale di quasi 1000 pagine, viene illustrata in grande dettaglio la vita di Osamu Tezuka, il Dio dei manga, con uno stile grafico ispirato a quello del maestro. Il primo volume copre gli anni 1928-1943 e parla dell'infanzia di Tezuka. Apprendiamo che già fin dalle elementari Osamu realizza manga ed addirittura animazioni semplicemente designando piccole figurine sui bordi di un quaderno e sfogliando le pagine a gran velocità. All'infanzia risale anche la sua passione per gli insetti, su cui Osamu scrive e disegna un volume enciclopedico illustrato mentre è alle medie. In questo periodo si formano le sue convinzioni antimilitariste, avendo visto in prima persona gli orrori della seconda guerra mondiale e del primo dopoguerra. Il secondo volume (1944-1959) parla della giovinezza di Tezuka e di come diventi il più grande mangaka del Giappone in pochissimi anni, inventando praticamente il concetto di story manga e realizzando opere quali "La nuova isola del tesoro" (1947), "Il mondo perduto" (1948), "Metropolis" (1949), "Kimba il leone bianco" (1950), "La principessa Zaffiro" (1951) e moltissime altre. La biografia evidenzia la fondamentale influenza di Tezuka sui giovani mangaka, in particolare su nomi come quelli di Shotaro Ishinomori, Hideko Mizuno e Leiji Matsumoto, tutti suoi assistenti per un periodo più o meno lungo. Non mancano gli aneddoti su Tezuka inseguito dagli editor e si parla diffusamente del famoso appartamento di Tokiwaso a Tokyo, l'appartamento dei fumettisti. È qui che Tezuka mette in piedi il sistema di produzione moderno dei manga, basato sulla divisione dei ruoli e gli assistenti. Negli stessi anni Tezuka oltre a disegnare si laurea in medicina, lavora in ospedale, si iscrive ad un corso di dottorato, si sposa e finisce con un Ph. D. in biologia! Il terzo volume (1960-1974) parla del rapporto tra Tezuka e l'animazione, a partire dalla sua collaborazione con la Toei per il film di Sayuki, alla fondazione della Mushi productions, la casa prima casa produttrice di anime televisive della storia. Vengono svelati i retroscena sulla messa in onda di anime cult come Astroboy, Kimba, La Principessa Zaffiro e molti altri. Il quarto volume copre gli anni 1975-1989. Parla dei molti viaggi di Tezuka all' estero, dei suoi film per il cinema e della sua produzione fumettistica più tarda. La biografia si conclude con un'utilissima lista cronologica delle opere di Tezuka (manga e anime). Tutti i volumi sono densissimi di informazioni ed estremamente interessanti. Quest'opera enciclopedica non può mancare nella biblioteca di un appassionato di mange e anime. L'unico neo è il costo, ma per conoscere tutto di Tezuka ne vale la pena.
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Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Osamu Tezuka - Una Biografia Manga 1 | € 12.91 | Coconino Press |
Osamu Tezuka - Una Biografia Manga 2 | € 14.46 | Coconino Press |
Osamu Tezuka - Una Biografia Manga 3 | € 14.46 | Coconino Press |
Osamu Tezuka - Una Biografia Manga 4 | € 14.46 | Coconino Press |
Osamu Tezuka - Una vita a fumetti 1 | € 10.90 | JPOP |
Osamu Tezuka - Una vita a fumetti 2 | € 10.90 | JPOP |
Osamu Tezuka - Una vita a fumetti 3 | € 10.90 | JPOP |
Osamu Tezuka - Una vita a fumetti 4 | € 10.90 | JPOP |
Mi ero dimenticato di risponderti:
Un'unica cosa che mi un po' mi rattrista quando si parla di vintage è non vedere mai nominato Shigeru Mizuki e che non venga inserito assieme ai grandi maestri
Hai ragione, sicuramente Shigeru e' un grande maestro ed e' molto amato in Giappone. Di suo pero' ho letto solo Kitaro dei cimiteri e l'enciclopedia dei mostri giapponesi. Sono entrambe opere molto interessanti, pero', vuoi perche' non sono particolarmente interessato al genere horror, vuoi per altri motivi, non me la sentivo di inserirlo nella mia top ten.
Non fraintendetemi, non voglio fare il suo difensore (anche perché riesce benissimo a farlo da sé), a me sembra che abbia espresso le sue idee in maniera garbata e argomentandole efficacemente, e senza offendere nessuno. Ne ha diritto, così come chiunque la pensi diversamente da lui. In fin dei conti ha solo stilato una sua personalissima lista di manga a suo giudizio più meritevoli, argomentandone i motivi per ogni titolo citato. Sul fatto poi che potessero essere 10 o 100 ognuno la può pensare come vuole; io se dovessi fare una top 10 degli anime che più meritano sarei in difficoltà, perché a parte alcuni che davvero reputo irrinunciabili, ce ne sono altri che ugualmente ritengote molto validi. Non ha offeso nessuno. Un po' più di tolleranza nei suoi confronti non guasterebbe, vero?!
@MadScientist: Sei liberissimo di fare le tue scelte, né io ho il diritto di obbligarti a pensarla diversamente, però permettimi di dirti che i criteri che adotti sono, lasciamelo dire, un po' bizzarri. Escludere a priori un anime o manga se ha più di 4 anni ti priva della possibilità di vedere, e poi giudicare, un sacco de opere non solo vecchie come lo possono essere quelle di Nagai, Tezuka, Leiji Matsumoto, Waki Yamato, Ishinomori, Sanpei Shirato, Rumiko Takahashi e di tanti altri, che a mio modesto avviso invece dovresti provare almeno a visionare, anche solo per farti un'idea di quanto possano essere importanti.
@Sonoko: Concordo pienamente su Oreste Baldini nel ruolo di Kamui nel doppiaggio italiano. Mettendolo a confronto con la voce del suo collega giapponese Koji Nakata, ha un timbro di voce che riesce ad esprimere, a mio avviso, un'aderenza ancor maggiore a quella dell'apparente età del personaggio. Comunque l'intero cast che doppiò in italiano nel lontano 1982 questa serie è davvero molto valido!
@Micheles: Grazie per i complimenti! In realtà sono fortemente appassionato dalle opere di Sanpei Shirato, un autore che in Giappone è quasi un'istituzione, mentre al di fuori è poco conosciuto. Il motivo di questo è dovuto sia al suo particolarissimo stile di disegno, volutamente rozzo e secco, specialmente nelle sue prime produzioni, dei personaggi, a cui invece fa da contrasto una grande cura nella rappresentazione dei fondali e della natura che li circonda. Non è facilissimo, specialmente per chi è abituato allo stile di mangaka più vicini al nostro tempo abituarsi a questo stile. Ma è anche il tipo di storie che racconta e le tematiche assai dure con scene di violenza assai crude, però senza mai finire nello splatter, ma al contrario molto realistiche, e soprattutto aderenti al contesto storico; che lo rendono assai poco commerciale. Mi ricordo ancora come fosse ieri quella primavera del 1982 in cui sull'emittente meneghina Telereporter (divenuta poi successivamente parte di Odeon TV e oggi solo uno dei tanti ectoplasmi che vagano nell'anonimato più assoluto del panorama del DTT) vidi per la prima volta l'anime di Sasuke, e credimi che fu un vero shock per me che avevo appena 12 anni vedere scene dove saltavano in aria braccia, gambe e teste; cariche di guerrieri armati fino ai denti che, senza farsi nessuno scrupolo, passavano per le armi poveri contadini con in mano solo qualche canna di bambù e al limite una zappa, senza risparmiare nessuno fossero anche donne, vecchi e bambini. Un tale concentrato di efferatezze ed ingiustizie che sino ad allora non avevo mai visto esplicitate in tale maniera. Eppure la storia era talmente avvincente ed il carisma di alcuni personaggi, come ad esempio Oozaru, il padre del protagonista, mi hanno letteralmente stregato. A tutt'oggi questa serie rimane stabilmente ai primi posti tra le mie preferenze, nonostante abbia la veneranda età di 45 anni, con tutti i limiti tecnici che immancabilmente avevano le animazioni di quel periodo! Figurarsi poi quando dopo ai 29 episodi di Sasuke seguirono i 26 di Ninpuu Kamui Gaiden, dove a tutto questo si aggiungevano anche un'atmosfera ancor più angosciosa ed opprimente in cui era costretto a vivere e combattere il povero Kamui, io ho definitivamente contratto il terribile morbo della Giapponite, dal quale non sono mai completamente guarito! Di fatto non ho più smesso di interessarmi agli anime prima, successivamente ai manga, e poi a tutto quello che concerneva storia e cultura giapponese, benché vivessi, e viva pure adesso, in un ambiente e con un lavoro che non c'entrano una cippa con il Paese del Sol Levante! Ma a parte questa mia personalissima divagazione, mi piacerebbe davvero tanto far capire quanto sia grandiosa per quanto aspra l'arte di Sanpei Shirato, e il suo assoluto pessimismo e la rabbia verso quella società nipponica che negli anni '50 e '60 stava costruendo le basi per il suo successo planetario, esploso poi nel ventennio successivo, anche su molte ingiustizie e soprusi che la popolazione, o almeno parte di essa, subiva in silenzio anestetizzata dall'educazione rigida e conformista e dalla retorica governativa; proponendosi con le sue storie ambientate nei secoli più bui della storia della sua patria (per non apparire troppo sovversivo) di risvegliare le coscienze e contrastare il pensiero dominante. Se ci si fa caso i protagonisti dei manga di Shirato sono molto diversi da quelli che apparivano in spokon come Kyojin no Hoshi (Tommy la stella dei Giants) o Attack n°1 (Mimì e la nazionale di pallavolo). Né Sasuke, né Kagemaru, né Kamui alla fine ottengono il trionfo, ma al contrario o vengono sconfitti, oppure sono costretti a lottare sempre giorno dopo giorno, nella generale indifferenza del resto della società, per sopravvivere e non dover essere sottomessi. Questa è secondo me la caratteristica che rende uniche le opere di Shirato. In ogni caso spero vivamente che la Hazard pubblichi al più presto Sasuke, anche perché da quanto ho potuto scoprire la storia del manga è ancora più cruda e soprattutto va avanti ben oltre la vicenda narrata nella serie animata e con sviluppi assai più drammatici.
Mentre questi li conosci?
Li ho postato per fare vedere che i Ninja e i Samurai ci sono sempre stati anche in italia!
OT:
Da appassionato di Shigeru ho visto il dorama Gegege no Nyobo, che racconta la sua vita vista dalla moglie, fa capire com'era il panorama manga degli anni '50, pieno di difficoltà per gli autori, soprattutto per farsi pagare.
Però di Sasuke preferisco questa:
http://www.youtube.com/watch?v=zZcdEhxvQ8M#t=89
Testo della sigla finale:
Kaze yo fukefuke, arashi yo hoero
nigemichiwai zo, Sasuke gaku go!
Oh, oh, oh, oh, yah! Ninpou mijin gakure, Sasuke.
Kuru zo, kuru zo, kuru zo, kuru zo, te gowai zo.
Ike yo, ike yo, ike yo, ike yo, makeruna yo.
Sasuke, Sasuke, oira otoko sa, nawa Sasuke.
Hitori no Sasuke ga futari no Sasuke ni
sannin ni, yonin ni, gonin... juunin!
Oh, oh, oh, oh yah! Ninpou kage bunshin, Sasuke.
Kuru zo, kuru zo, kuru zo, kuru zo, te gowai zo.
Ike yo, ike yo, ike yo, ike yo. makeruna yo.
Sasuke, Sasuke, oira otoko sa, nawa Sasuke.
L'unica cosa su cui devo dissentire è il consiglio sul'opera della Miuchi, che micheles definisce irrinunciabile: per quanto io ami Glass no kamen, se solo avessi conosciuto la situazione in patria MAI e poi MAI avrei iniziato questa serie... Un solo volumetto l'anno se tutto va bene, sempre che l'autrice non si stufi di nuovo e non si prenda un'altra pausa di riflessione...
Lasciate ogni speranza (di leggere il finale ) o voi che lo comprate, senza contare che potrebbero esserci anche sorprese sull'eventuale finale, perché io credo che se l'autrice avesse voluto accontentare la maggior parte delle lettrici sarebbe stato semplice finire, invece da poco ha allungato il brodo ed aggiunto personaggi!
Per quanto mi riguarda, io odio Masumi, perciò l'autrice può tranquillamente sconvolgere le lettrici se le va, senza contare che mi piacerebbe che la parte della dea fosse assegnata ad Ayumi! Ma temo anche che se la parte andasse ad Ayumi si perderebbe il senso della storia (non è lei la ragazza dalle 1.000 maschere, secondo la signora Chigusa Highlander Tsukikage), perciò non andrà così.
Io avrei in mente un finale che realizzerei per quest'opera, ma credo che molte lo riterrebbero persino peggiore di quello con un Masumi accasato con psyco-Shiori.
Piuttosto, se volete provare a leggere qualcosa di Suzue Miuchi, io vi consiglierei più i racconti brevi usciti sempre per la Star Comics: non sono usciti tutti, ma dato che sono auto-conclusivi conta poco!
P.S. C'è un grossolano errore nel mio post precedente, dovuto ad una correzione incompleta di una frase (di cui mi sono accorta solo adesso), ma purtroppo non posso più modificare, perciò la strana frase dovrà restare così, pazienza.
Quindi, insomma, se micheles scrive qualcosa con cui io non concordo non posso farglielo notare commentando perché altrimenti lo delegittimo?
Non essere d'accordo con gli altri è il sale delle discussioni ed è l'unico modo di andare oltre al semplice "bravo micheles, bella top 100", che non crea alcun valore aggiunto alla news.
Lamentarsi che questo possa accadere vorrebbe dire impedire la libertà di opinione.
Questa è palesemente una distorsione della realtà.
Non è una citazione precisa e non riflette per niente il tono degli scettici verso quell'affermazione.
Insomma, un artificio per far apparire chi non la pensa in quel modo come dei maleducati che invece di mettere in dubbio l'affermazione la buttano sul personale.
Non concordo con l'opinione e lo faccio notare all'opinionista (che è anche un mio diritto).
Se questo non vi va bene chiedete a Tacchan di eliminare i commenti, magari privatamente, così si evita di insozzare la news con commenti che non parlano per niente della TOP10 (ma evidentemente andare off topic viene ritenuto molto più signorile che esprimere dei dubbi su un'affermazione).
E sinceramente penso che chi non legge (o guarda) un' opera perché troppo vecchia o il tratto non gli piace beh...non sa che si perde!
Ampliate un po' i vostri orizzonti, cari lettori "moderni" di manga, che fa bene allo spirito ed evita molte figure barbine! (ho riso PARECCHIO a leggere commenti, spiegazioni e argomentazioni su ciò che piace e perché piace!)
Comunque, grandissimo micheles per questa classifica!
Davvero non capisco la fatica di alcuni nel cogliere lo spirito con cui e` stata stilata la lista: e` semplicemente una lista di opere di valore (secondo il giudizio di Micheles, che conosco da diversi anni e di cui mi fido ciecamente), che difficilmente altri esperti vi suggerirebbero; non e` una lista per fare felici quelli che si compiacciono nel poter dire "li ho gia` letti tutti", e` forse piu` indirizzata a chi non e` alle prime armi e vuole qualcosa di meno "appariscente", ma piu` di sostanza
Prima o poi li leggerò tutti
Gli altri non li conosco(apparte attack no.1 che ho visto l'anime),ma penso ci farò un pensierino ^^
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