Questa Lucca Comics & Games 2013 è stata sicuramente ricca di ospiti interessanti, e noi di Animeclick.it abbiamo avuto modo di incontrare dal vivo Kengo Hanazawa, autore di I am a Hero e del recente (quanto a pubblicazione italiana) Ressentiment.
Ringraziamo ancora lo staff GP Manga & J-POP per la consueta disponibilità, e per averci riservato uno spazietto nella schedule serrata dell’autore per una breve intervista in esclusiva che vi narreremo qui di seguito.
L’incontro si è tenuto la mattina di venerdì 1 novembre nella saletta privata di una caffetteria di piazza Napoleone a Lucca, immediatamente prima della sessione di autografi che si sarebbe tenuta di lì a poco allo stand GP Manga.
Avevamo quindi l’onore di incontrare l’autore prima di qualsiasi altro fan italiano a Lucca, per questo -non lo nascondiamo- eravamo un po’ emozionati.
Dopo un breve ritardo dovuto all’imbottigliamento nel traffico lucchese (durante il quale abbiamo ridicolmente discusso tra noi dello staff di AnimeClick.it se fosse il caso di salutare il maestro con l’inchino o dandogli la mano...) abbiamo visto finalmente comparire Kengo Hanazawa, accompagnato dal suo editor, la sua assistente capo ed alcuni membri dello staff GP Manga e J-POP, tra cui Asuka Ozumi, che ci ha fatto da impeccabile interprete, e Federica Lippi, la traduttrice di I am a Hero.
L'intervista ha avuto un tono conviviale, ed Hanazawa ci è apparso da subito molto disponibile, cortese, nonché molto modesto. Infatti, alla prima domanda in cui gli chiedevamo se fosse consapevole del successo che stava riscuotendo all’estero, ci ha candidamente risposto che, no, non ne era assolutamente consapevole.
Si è quindi proseguito chiedendo lumi in merito alla sua predilezione per dei protagonisti che potremmo definire “perdenti” (vedi Ressentiment, Boys on the Run e I am a Hero), e se ci fosse una nota autobiografica in ciò. Ed ecco che il maestro, anziché mandarci a quel paese per avergli implicitamente dato dello sfigato, ha ripetutamente sorriso (e riso) rispondendoci che in effetti nelle sue opere è solito descrivere se stesso e la sua esistenza che, fino a un certo momento, si poteva considerare simile a quella di un perdente. Questo è un concetto che Hanazawa infatti ribadirà anche negli incontri successivi, specificando come narrare le proprie esperienze gli sia necessario anche per dare più realismo a ciò che narra.
Sempre in merito al realismo, il maestro ha spigato come, essendo I am a Hero un’opera in cui compaiono degli zombie, ci teneva a creare un contesto che risultasse molto realistico per dare credibilità al tutto. Difatti, per gran parte degli sfondi presenti nelle sue tavole, egli rielabora delle foto. Ovviamente questo approccio lo ritiene necessario per il caso specifico di I am a Hero, ma non è detto che in futuro sarà sempre così: dipende dal tipo di opera narrata.
A questo punto non si è potuto fare a meno di toccare l’argomento “zombie revival” (che poi si rivelerà un po’ il tormentone ad ogni incontro con l’autore) e di come la serializzazione di I am a Hero si trovi a cavalcare un momento particolarmente favorevole, visto che un po’ ovunque il tema degli zombie sta riscuotendo successo al cinema e nei fumetti, soprattutto. Kengo Hanazawa ci spiega però come questa concomitanza sia casuale; infatti la serializzazione di I am a Hero su rivista iniziò quando l’ondata zombie a livello mondiale non era ancora arrivata. Cosa più importante, quando Hanazawa cominciò a pensare ad I am a Hero, stava ancora lavorando su di un altro manga (Boys on the Run n.d.Oby): si trattava per lui di un periodo particolarmente stressante a causa della serializzazione settimanale che, come ben si sa, impone dei ritmi serrati ai mangaka. Quindi non era raro che egli giungesse a fine giornata lavorativa con "una gran voglia di spaccare tutto".
Assieme al suo editor si pensò quindi di concretizzare questo stato emotivo in un’opera che trattasse un tema ad esso congeniale. Si arrivò così al genere zombie, che avrebbe potuto essere un buon veicolo, e che inoltre all’epoca dell’inizio di I am a Hero non era ancora esploso come fenomeno in Giappone.
Parlando quindi di serializzazione, abbiamo tirato fuori il domandone: “Sa già come finirà I am a Hero?” Anche qui Hanazawa si lascia sfuggire una breve risata, e ci spiega (cosa che farà anche negli altri incontri) come un’idea di massima del percorso e dell’obbiettivo da raggiungere lui già l’abbia; ma proprio per la natura stessa della pubblicazione settimanale, che permette di inserire degli elementi nuovi strada facendo e cambiare direzione, egli non esclude che ci possano essere deviazioni in corso d'opera. Ma, ribadisce, un’idea generica del finale già c’è.
L'autore ha parlato inoltre anche di come un mangaka impegnato nella serializzazione di una sua opera da diversi anni, non di rado si ritagli delle pause dedicandosi momentaneamente ad altri brevi progetti, come degli one shoot. Cosa che lui non esclude possa accadere in futuro.
Dopo aver infine augurato a Kengo Hanazawa di rincontrarci magari fra dieci anni per parlare di un suo nuovo capolavoro, il maestro si è gentilmente prestato per delle dediche su due volumi che avevamo -con lungimiranza- portato con noi (il primo volume di I am a Hero e di Ressentiment). Anche se ci saremmo accontentati di un normale autografo, il maestro ha invece magicamente cominciato a disegnare uno sketch rappresentante Hideo, il protagonista di I am a Hero!
Qui è ovviamente partita in automatico la domanda sulla somiglianza del personaggio con l’autore stesso; somiglianza che Hanazawa ci descrive come inevitabile, in quanto egli tende a immedesimarsi col protagonista della sua opera.
Visto che la prima signing session coi lettori incombeva, non abbiamo approfittato oltre della disponibilità concessaci. L’incontro si è quindi concluso tra sorrisi e strette di mano (si, alla fine è lo stesso Hanazawa a stringerci la mano congedandosi).
Ma il maestro non poteva immaginare che quello sarebbe stato solo l’inizio di uno stalkeraggio sistematico ad opera dello staff di AnimeClick.it che lo avrebbe seguito in tutte le sue successive apparizioni pubbliche! Restate perciò sintonizzati su AnimeClick.it per il resto del reportage su Kengo Hanazawa a Lucca Comics & Games 2013.
Intanto vi lasciamo qui di seguito al video del nostro incontro con Kengo Hanazawa.
Ringraziamo ancora lo staff GP Manga & J-POP per la consueta disponibilità, e per averci riservato uno spazietto nella schedule serrata dell’autore per una breve intervista in esclusiva che vi narreremo qui di seguito.
L’incontro si è tenuto la mattina di venerdì 1 novembre nella saletta privata di una caffetteria di piazza Napoleone a Lucca, immediatamente prima della sessione di autografi che si sarebbe tenuta di lì a poco allo stand GP Manga.
Avevamo quindi l’onore di incontrare l’autore prima di qualsiasi altro fan italiano a Lucca, per questo -non lo nascondiamo- eravamo un po’ emozionati.
Dopo un breve ritardo dovuto all’imbottigliamento nel traffico lucchese (durante il quale abbiamo ridicolmente discusso tra noi dello staff di AnimeClick.it se fosse il caso di salutare il maestro con l’inchino o dandogli la mano...) abbiamo visto finalmente comparire Kengo Hanazawa, accompagnato dal suo editor, la sua assistente capo ed alcuni membri dello staff GP Manga e J-POP, tra cui Asuka Ozumi, che ci ha fatto da impeccabile interprete, e Federica Lippi, la traduttrice di I am a Hero.
L'intervista ha avuto un tono conviviale, ed Hanazawa ci è apparso da subito molto disponibile, cortese, nonché molto modesto. Infatti, alla prima domanda in cui gli chiedevamo se fosse consapevole del successo che stava riscuotendo all’estero, ci ha candidamente risposto che, no, non ne era assolutamente consapevole.
Si è quindi proseguito chiedendo lumi in merito alla sua predilezione per dei protagonisti che potremmo definire “perdenti” (vedi Ressentiment, Boys on the Run e I am a Hero), e se ci fosse una nota autobiografica in ciò. Ed ecco che il maestro, anziché mandarci a quel paese per avergli implicitamente dato dello sfigato, ha ripetutamente sorriso (e riso) rispondendoci che in effetti nelle sue opere è solito descrivere se stesso e la sua esistenza che, fino a un certo momento, si poteva considerare simile a quella di un perdente. Questo è un concetto che Hanazawa infatti ribadirà anche negli incontri successivi, specificando come narrare le proprie esperienze gli sia necessario anche per dare più realismo a ciò che narra.
Sempre in merito al realismo, il maestro ha spigato come, essendo I am a Hero un’opera in cui compaiono degli zombie, ci teneva a creare un contesto che risultasse molto realistico per dare credibilità al tutto. Difatti, per gran parte degli sfondi presenti nelle sue tavole, egli rielabora delle foto. Ovviamente questo approccio lo ritiene necessario per il caso specifico di I am a Hero, ma non è detto che in futuro sarà sempre così: dipende dal tipo di opera narrata.
A questo punto non si è potuto fare a meno di toccare l’argomento “zombie revival” (che poi si rivelerà un po’ il tormentone ad ogni incontro con l’autore) e di come la serializzazione di I am a Hero si trovi a cavalcare un momento particolarmente favorevole, visto che un po’ ovunque il tema degli zombie sta riscuotendo successo al cinema e nei fumetti, soprattutto. Kengo Hanazawa ci spiega però come questa concomitanza sia casuale; infatti la serializzazione di I am a Hero su rivista iniziò quando l’ondata zombie a livello mondiale non era ancora arrivata. Cosa più importante, quando Hanazawa cominciò a pensare ad I am a Hero, stava ancora lavorando su di un altro manga (Boys on the Run n.d.Oby): si trattava per lui di un periodo particolarmente stressante a causa della serializzazione settimanale che, come ben si sa, impone dei ritmi serrati ai mangaka. Quindi non era raro che egli giungesse a fine giornata lavorativa con "una gran voglia di spaccare tutto".
Assieme al suo editor si pensò quindi di concretizzare questo stato emotivo in un’opera che trattasse un tema ad esso congeniale. Si arrivò così al genere zombie, che avrebbe potuto essere un buon veicolo, e che inoltre all’epoca dell’inizio di I am a Hero non era ancora esploso come fenomeno in Giappone.
Parlando quindi di serializzazione, abbiamo tirato fuori il domandone: “Sa già come finirà I am a Hero?” Anche qui Hanazawa si lascia sfuggire una breve risata, e ci spiega (cosa che farà anche negli altri incontri) come un’idea di massima del percorso e dell’obbiettivo da raggiungere lui già l’abbia; ma proprio per la natura stessa della pubblicazione settimanale, che permette di inserire degli elementi nuovi strada facendo e cambiare direzione, egli non esclude che ci possano essere deviazioni in corso d'opera. Ma, ribadisce, un’idea generica del finale già c’è.
L'autore ha parlato inoltre anche di come un mangaka impegnato nella serializzazione di una sua opera da diversi anni, non di rado si ritagli delle pause dedicandosi momentaneamente ad altri brevi progetti, come degli one shoot. Cosa che lui non esclude possa accadere in futuro.
Dopo aver infine augurato a Kengo Hanazawa di rincontrarci magari fra dieci anni per parlare di un suo nuovo capolavoro, il maestro si è gentilmente prestato per delle dediche su due volumi che avevamo -con lungimiranza- portato con noi (il primo volume di I am a Hero e di Ressentiment). Anche se ci saremmo accontentati di un normale autografo, il maestro ha invece magicamente cominciato a disegnare uno sketch rappresentante Hideo, il protagonista di I am a Hero!
Qui è ovviamente partita in automatico la domanda sulla somiglianza del personaggio con l’autore stesso; somiglianza che Hanazawa ci descrive come inevitabile, in quanto egli tende a immedesimarsi col protagonista della sua opera.
Visto che la prima signing session coi lettori incombeva, non abbiamo approfittato oltre della disponibilità concessaci. L’incontro si è quindi concluso tra sorrisi e strette di mano (si, alla fine è lo stesso Hanazawa a stringerci la mano congedandosi).
Ma il maestro non poteva immaginare che quello sarebbe stato solo l’inizio di uno stalkeraggio sistematico ad opera dello staff di AnimeClick.it che lo avrebbe seguito in tutte le sue successive apparizioni pubbliche! Restate perciò sintonizzati su AnimeClick.it per il resto del reportage su Kengo Hanazawa a Lucca Comics & Games 2013.
Intanto vi lasciamo qui di seguito al video del nostro incontro con Kengo Hanazawa.
Kengo Hanazawa è un bravissimo autore proprio perché considerò I am a Hero un bellissimo manga, nonché uno dei miei preferiti. Mi piace la storia, mi piacciono i suoi personaggi, i disegni e la regia delle tavole che trovo magistrale.
Complimenti per questa bellissima intervisa.
PS Ironic... chi è la ragazza che avevi accanto?
Lui comunque è molto simpatico: apparentemente serio, ma in realtà ha sempre il sorriso pronto e una faccia molto espressiva. Mi è capitato un paio di volte di vedergli fare questa faccia che gli vien molto bene--> O_o
Ah, ne approfitto per ringraziare Bob e Ironic che mi han accompagnato all'intervista, visto che io me la facevo sotto per l'emmmozzione (e mi son solo occupato della videocamera infatti).
@Gordy: è la -gentilissima- traduttrice di I am a Hero, citata nell'intro dell'articolo.
Mentre lo aspettavamo sfogliavo il suo manga e mi ha fatto uno strano effetto alzare lo sguardo e trovarmi poi il protagonista in carne ed ossa XD
L'autore mi è piaciuto enormemente, soprattutto per come si è comportato, mi è parsa veramente una persona alla mano.
Quando abbatti il muro di timore che separa pubblico e artista, riesci a godere maggiormente la presenza dell'ultimo.
Conserverò sempre un piacevole ricordo di Hanazawa.
Sul sensei Hanazawa non posso che dire che è un grande!
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.