Quali tra le novità annunciate a Lucca 2013 hai maggiormente gradito?
Una vittoria all'insegna della tradizione, come molte volte succede in questi casi. E' infatti Yu Yu Hakusho Perfect Edition di Star Comics il titolo che, tra quelli annunciati dai vari editori all'importante appuntamento del Lucca comics 2013, maggiormente ha fatto felice il fandom mangofilo. Si è infatti piazzato al primo posto nel nostro sondaggio di gradimento, davanti la sorpresa Ano Hana di J-POP, su cui sicuramente ha influito la trasmissione della serie animata da parte di Rai4, e Natsume degli spiriti di Planet Manga, titolo poco conosciuto al pubblico mainstream ma che nel tempo è riuscito a costruirsi un nutrito stuolo di ammiratori grazie al passa parola telematico.
Insomma i lettori manga odierni sembra dimostrino di apprezzare sia le vecchie glorie che le novità recentissime. Che ne pensate?
Un po' di storia..
Pubblicato in Italia per la prima volta con il titolo di Yu degli spettri nel luglio del 1998, all'interno della testata contenitore Express della Star Comics, la serie non fu però edita per intero a causa della chiusura della testata stessa nel settembre del 2000. Lo stesso editore ripropose però dall'inizio il manga, pubblicandolo per intero, questa volta, nella collana Zero, con l'ultima uscita avvenuta nell'aprile del 2002. Dopo più di un decennio quindi questo titolo viene riproposto al pubblico italiano, in 15 volumi a partire da maggio 2014. Per scoprirne pregi, ma anche difetti, di questo shounen, vi lascio alla lettura della recensione della nostra Ais Quin, che di sicuro non mancherà di generare qualche interessante discussione.
BOTAN: "Ho chiamato per dirti che a quanto pare gli insetti del mondo degli Spettri si annidano soltanto nelle menti delle persone depresse."
YUSUKE: "Questo dovrebbe restringere almeno un po' il tuo campo di ricerca, no?"
BOTAN: "Non direi. Questo è il Giappone, dopotutto."
YUSUKE: "Ah, già."
(da "Yu Yu Hakusho Abridged")
"Intelligente, ma non si applica": ecco cosa scriverei sulla pagella di Yoshihiro Togashi se lui fosse uno studente e io la sua insegnante. Il suo "Yu Yu Hakusho", che noi conosciamo come "Yu degli Spettri", presenta infatti dei difetti a parer mio non imputabili né ai problemi di salute di cui ha sofferto durante la sua serializzazione (pare che la pressione a cui era sottoposto fosse tale da causargli continui dolori al petto) né ad un editing che, da profana, definirei non pervenuto. Lungi da me sminuire le ripercussioni che entrambi possono avere su un'opera e sul suo autore, ma i casi sono due: o quest'ultimo ha così tante idee da ritrovarsi con il cervello completamente otturato - e può succedere - oppure ha una pessima visione del quadro d'insieme, e allora non ci son cristi. Una delle tante massime attribuite a Giulio Andreotti, scomparso il 6 maggio di quest'anno, recita così: "A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina". Per non saper né leggere né scrivere sono pronta a correre il rischio di accumulare un po' di karma negativo, diciamo quel tanto che mi consentirebbe di rinascere sotto forma di coniglietto.
A quattordici anni Yusuke Urameshi ha un curriculum da delinquente di tutto rispetto: beve, fuma, si fa beffe dell'obbligo scolastico ma soprattutto non perde occasione di partecipare a risse che finirà inevitabilmente per vincere a mani basse. Ha tuttavia un lato più tenero che un giorno lo spinge a sacrificarsi per un bambino in procinto di essere investito da un'auto, provocando un enorme scompiglio nell'Aldilà giacché non era previsto che l'incidente avesse delle conseguenze fatali. Chiamato ad occuparsi della sua pratica Koenma, figlio del Re degli Inferi, propone di risolvere l'impasse riportandolo in vita: in cambio il ragazzo dovrà diventare un detective del mondo degli Spiriti, a cui spetta il delicato compito di intervenire qualora forze oscure minacciassero di interferire con le attività degli umani. Guidato alla meno peggio da Botan, la più improbabile traghettatrice di anime che si possa mai concepire, verrà successivamente affiancato da Kazuma Kuwabara, un altro teppista che nutre nei suoi confronti una rivalità a senso unico, dallo spirito-volpe Kurama e dal demone Hiei, con i quali vivrà avventure che sovente andranno ben oltre l'incarico affidatogli.
Siamo nel 1990, gente: a quell'epoca su "Weekly Shōnen Jump" transitavano diversi soggetti a prima vita tutt'altro che raccomandabili, con acconciature alla pompadour, la divisa scolastica indossata a mo' di seconda pelle, un rapporto conflittuale con calzini e bottoni, sarashi e/o varia paccottiglia in bella mostra, armi più o meno improprie a portata di mano e via discorrendo. E poi c'era "Dragon Ball" con i suoi tornei e i suoi scontri infiniti, entrambe formule da cui molti titoli suoi coevi, compreso questo, hanno attinto a piene mani. Ai tempi, del resto, si trattava di una pratica molto diffusa e perché no, anche vicendevole.
Nella fattispecie "Yu Yu Hakusho" comincia facendosi i fatti suoi, si trasforma in "Dragon Ball", attraversa una fase à la "Jojo" (anche se qui il nesso tra zone ed energia astrale è più marcato rispetto a quello tra Stand e forza spirituale), torna sui suoi passi con un altro aborto di torneo per poi precipitare nel ridicolo con un finale il cui spirito dovrebbe, in teoria, rimandare a quello più rilassato dei primi capitoli. Se da una parte fa piacere constatare che Togashi, o chi per lui, abbia almeno sentito parlare della cosiddetta pistola di Čechov, dall'altra, più che farla sparare, nella maggior parte dei casi si direbbe che l'azioni per sbaglio. Sfortunatamente nell'info-rigurgito, altra terribile eredità di quegli anni, è molto più ferrato.
A dispetto di siffatte premesse l'introspezione psicologica, quantunque un po' discontinua, risulta nel complesso più curata di quanto sarebbe lecito aspettarsi da un impianto narrativo così farraginoso: certo Yusuke è molto stereotipato, ma non per questo bidimensionale, anche se personalmente ritengo che Togashi abbia dato il meglio di sé nel delineare il carattere dei suoi tre compagni d'avventure. Meritano inoltre una menzione speciale la maestra Genkai e Koenma. Diversamente tra i cattivi promuovo a pieni voti solo Sensui (anche se il colpo di scena che lo riguarda è decisamente cheap) e il Toguro maggiore, mentre lo scavo introspettivo del minore, per quanto ricco di spunti, mi è parso leggermene tardivo. E poi vabbè, c'è la solita valanga di personaggi secondari/antagonisti del momento tipica dei battle shōnen la cui finalità principale è quella di fare colore, ma nulla a cui un lettore già aduso al genere non possa fare il callo. Una cosa comunque è certa: Togashi non avrà molta familiarità con alcuni dei più comuni espedienti narrativi, ma sa il fatto suo in fatto di "mood whiplash", come si evince già dai primissimi capitoli.
Il tratto ha bisogno di qualche volume per assestarsi, ma questo è normale; non lo è molto la sua discontinuità a livello di impegno profuso nel dare vita a a questa o quella scena, e che soltanto in pochi casi si può classificare senza ombra di dubbio come una scelta stilistica voluta. È proprio il caso di dirlo: tale mano, tali disegni. Nel complesso, tuttavia, il comparto grafico risulta un supporto più che adeguato per un titolo come questo, fungendogli nel contempo da parafulmine.
Non fraintendetemi: "Yu Yu Hakusho" non è affatto un brutto manga. Il problema è che avrebbe potuto essere anche meglio, ragion per cui non mi sento di dargli più di 7. Se avesse mantenuto fino alla fine la propria identità, anche e soprattutto per mezzo di una sceneggiatura migliore, avrebbe potuto aspirare a ben altro.
YUSUKE: "Questo dovrebbe restringere almeno un po' il tuo campo di ricerca, no?"
BOTAN: "Non direi. Questo è il Giappone, dopotutto."
YUSUKE: "Ah, già."
(da "Yu Yu Hakusho Abridged")
"Intelligente, ma non si applica": ecco cosa scriverei sulla pagella di Yoshihiro Togashi se lui fosse uno studente e io la sua insegnante. Il suo "Yu Yu Hakusho", che noi conosciamo come "Yu degli Spettri", presenta infatti dei difetti a parer mio non imputabili né ai problemi di salute di cui ha sofferto durante la sua serializzazione (pare che la pressione a cui era sottoposto fosse tale da causargli continui dolori al petto) né ad un editing che, da profana, definirei non pervenuto. Lungi da me sminuire le ripercussioni che entrambi possono avere su un'opera e sul suo autore, ma i casi sono due: o quest'ultimo ha così tante idee da ritrovarsi con il cervello completamente otturato - e può succedere - oppure ha una pessima visione del quadro d'insieme, e allora non ci son cristi. Una delle tante massime attribuite a Giulio Andreotti, scomparso il 6 maggio di quest'anno, recita così: "A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina". Per non saper né leggere né scrivere sono pronta a correre il rischio di accumulare un po' di karma negativo, diciamo quel tanto che mi consentirebbe di rinascere sotto forma di coniglietto.
A quattordici anni Yusuke Urameshi ha un curriculum da delinquente di tutto rispetto: beve, fuma, si fa beffe dell'obbligo scolastico ma soprattutto non perde occasione di partecipare a risse che finirà inevitabilmente per vincere a mani basse. Ha tuttavia un lato più tenero che un giorno lo spinge a sacrificarsi per un bambino in procinto di essere investito da un'auto, provocando un enorme scompiglio nell'Aldilà giacché non era previsto che l'incidente avesse delle conseguenze fatali. Chiamato ad occuparsi della sua pratica Koenma, figlio del Re degli Inferi, propone di risolvere l'impasse riportandolo in vita: in cambio il ragazzo dovrà diventare un detective del mondo degli Spiriti, a cui spetta il delicato compito di intervenire qualora forze oscure minacciassero di interferire con le attività degli umani. Guidato alla meno peggio da Botan, la più improbabile traghettatrice di anime che si possa mai concepire, verrà successivamente affiancato da Kazuma Kuwabara, un altro teppista che nutre nei suoi confronti una rivalità a senso unico, dallo spirito-volpe Kurama e dal demone Hiei, con i quali vivrà avventure che sovente andranno ben oltre l'incarico affidatogli.
Siamo nel 1990, gente: a quell'epoca su "Weekly Shōnen Jump" transitavano diversi soggetti a prima vita tutt'altro che raccomandabili, con acconciature alla pompadour, la divisa scolastica indossata a mo' di seconda pelle, un rapporto conflittuale con calzini e bottoni, sarashi e/o varia paccottiglia in bella mostra, armi più o meno improprie a portata di mano e via discorrendo. E poi c'era "Dragon Ball" con i suoi tornei e i suoi scontri infiniti, entrambe formule da cui molti titoli suoi coevi, compreso questo, hanno attinto a piene mani. Ai tempi, del resto, si trattava di una pratica molto diffusa e perché no, anche vicendevole.
Nella fattispecie "Yu Yu Hakusho" comincia facendosi i fatti suoi, si trasforma in "Dragon Ball", attraversa una fase à la "Jojo" (anche se qui il nesso tra zone ed energia astrale è più marcato rispetto a quello tra Stand e forza spirituale), torna sui suoi passi con un altro aborto di torneo per poi precipitare nel ridicolo con un finale il cui spirito dovrebbe, in teoria, rimandare a quello più rilassato dei primi capitoli. Se da una parte fa piacere constatare che Togashi, o chi per lui, abbia almeno sentito parlare della cosiddetta pistola di Čechov, dall'altra, più che farla sparare, nella maggior parte dei casi si direbbe che l'azioni per sbaglio. Sfortunatamente nell'info-rigurgito, altra terribile eredità di quegli anni, è molto più ferrato.
A dispetto di siffatte premesse l'introspezione psicologica, quantunque un po' discontinua, risulta nel complesso più curata di quanto sarebbe lecito aspettarsi da un impianto narrativo così farraginoso: certo Yusuke è molto stereotipato, ma non per questo bidimensionale, anche se personalmente ritengo che Togashi abbia dato il meglio di sé nel delineare il carattere dei suoi tre compagni d'avventure. Meritano inoltre una menzione speciale la maestra Genkai e Koenma. Diversamente tra i cattivi promuovo a pieni voti solo Sensui (anche se il colpo di scena che lo riguarda è decisamente cheap) e il Toguro maggiore, mentre lo scavo introspettivo del minore, per quanto ricco di spunti, mi è parso leggermene tardivo. E poi vabbè, c'è la solita valanga di personaggi secondari/antagonisti del momento tipica dei battle shōnen la cui finalità principale è quella di fare colore, ma nulla a cui un lettore già aduso al genere non possa fare il callo. Una cosa comunque è certa: Togashi non avrà molta familiarità con alcuni dei più comuni espedienti narrativi, ma sa il fatto suo in fatto di "mood whiplash", come si evince già dai primissimi capitoli.
Il tratto ha bisogno di qualche volume per assestarsi, ma questo è normale; non lo è molto la sua discontinuità a livello di impegno profuso nel dare vita a a questa o quella scena, e che soltanto in pochi casi si può classificare senza ombra di dubbio come una scelta stilistica voluta. È proprio il caso di dirlo: tale mano, tali disegni. Nel complesso, tuttavia, il comparto grafico risulta un supporto più che adeguato per un titolo come questo, fungendogli nel contempo da parafulmine.
Non fraintendetemi: "Yu Yu Hakusho" non è affatto un brutto manga. Il problema è che avrebbe potuto essere anche meglio, ragion per cui non mi sento di dargli più di 7. Se avesse mantenuto fino alla fine la propria identità, anche e soprattutto per mezzo di una sceneggiatura migliore, avrebbe potuto aspirare a ben altro.
Ano Hana un capolavoro che DOVEVA essere portato qui.
Che poi è una ristampa di un manga già pubblicato.
ps mi ero perso kenichi tra gli annunci.. mi sa che prenderò anche lui
E la serie ha floppato.
Inb4 gente parte del restante 10% che viene a ribadire che loro invece li hanno comprati.
- Mix - 1.374% (55 voti)
I miei gusti sono sempre nicchiosi
A parte questo come dicevo in un'altra notizia guardando le classifiche e vedendo che quasi tutti i manga più venduti in Giappone sono già editati dalle nostre case trovo veramente difficile riuscire a stupire il pubblico con qualcosa di nuovo. La conferma è proprio questa classifica dove un grande classico è il più "atteso" tra gli altri ma come riedizione. Per cui le nostre case dovrebbero pensarci seriamente anziché portare manga che finiscono nel dimenticatoio (ormai quanti sono quelli lost in action?) proporre qualcosa di già visto in salsa moderna. Questo perchè le nuove generazioni faticano a recuperare grandi classici come Berserk, Slam Dunk, 20th century boys ecc.. oppure non sono attratti da edizioni scadenti come quelli di Maison Ikkoku, Touch, Dai, Rough ma ripeto solo per citarne alcune.....Per cui giusto per carità proporre il nuovo CHE MERITA (Uchu Kyodai, Attacco dei giganti e compagnia bella) ma lasciar perdere il resto per qualche riedizione. Tutto questo ovviamente secondo me.....
Bene, bene... non vedo proprio l'ora di potermelo leggere
Dimenticavo... poi per quanto mi rigua
Uniche piacevoli eccezioni Natsume e Terra Formars.
Fraction ha 32 voti. Su animeclick girano 32 pazzi. Solidarietà.
Anche i risultati di altri manga, ma questi particolarmente
Sono più o meno d'accordo con la recensione di Ais Quin, perlomeno nel voto. E' un bel manga (ho rivisto tutto l'anime di recente e mi è piaciuto un sacco, più del manga stesso), ma altamente schizofrenico e confuso sulla sua identità, cosa che lo porta ad un finale non molto soddisfacente. E' comunque lo stesso tipo di schizofrenia che ha Hunter x Hunter, quindi se ci siete abituati non correte problemi e Yu Yu Hakusho vi piacerà molto, presentando oltretutto dei disegni e dei personaggi più belli rispetto a quelli del suo "successore".
vedrò il da farsi!
Detto ciò, personalmente Yu Yu è forse, tra le vecchie glorie Star Comics, quella che ritengo avesse meno bisogno di uno svecchiamento come edizione
Se non avessi già la vecchia edizione anch'io avrei recuperato Yu Yu Hakusho, sono felice di vedere quanto Togashi sia apprezzato...ora però dovete recuperare anche Level E!
Ero anche sicuro che Taniguchi non interessasse molti utenti di Animeclick, ma così pochi è una vera delusione.
Poi qualcuno mi dovrà spiegare perché è così atteso il manga di AnoHana quando c'è una bellissima serie animata da vedere
Sicuramente YuYu Hakusho è un annuncio ottimo: a me non interessa unicamente perché ho già la prima edizione, ma consiglio a chi non ce l'ha di comprarlo, è bellissimo per la storia, i personaggi ed i disegni; inoltre sa ben conciliare momenti intensi e drammatici con quelli comici, e c'è anche una certa componente sentimentale!
Per quanto riguarda Taniguchi credo che a scoraggiare i più sia il prezzo a cui escono i suoi manga e, almeno per quanto mi riguarda, anche il formato gigante, che per motivi di spazio io detesto.
Yu Yu tecnicamente non sarebbe una novità ma è innegabile che sia un titolo abbastanza popolare da queste parti (Io avevo la vecchia edizione ma l'ho venduta). Sarà che i collezionisti vogliono avere un manga di Togashi completo in libreria
Peccato che difficilmente si potranno vedere pubblicate anche le altre opere di Fukumoto ç_ç
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Sinceramente dopo aver visto la serie animata non so cosa possa fare di più il manga.
cmq contentissima per Natsume, seguitelo in molti quando verrà pubblicato *_*
Speriamo.
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