Notte, tetro castello sulla cima di una montagna su un'isola sperduta in mezzo al mare (un incubo per i postini, supponevo all'inizio, e dopo essermi fatto tutta la strada lo confermo).
Due scienziati stanno discutendo sui loro progetti futuri, dopo aver fatto grandi scoperte nel campo della biochimica.
"Hey, dottor Neo Cortex, che cosa facciamo stasera?"
"Quello che facciamo tutte le sere, dottor Nitrus Brio, tentare di conquistare il mondo!"
Il progetto è semplice ed immediato, senza dubbio qualcosa che è venuto in mente a tutti, almeno una volta, nella vita: creare un raggio in grado di potenziare le funzioni cerebrali e muscolari di animali cresciuti in cattività, in modo da creare un super-esercito con cui piegare la popolazione mondiale.
Per questo motivo raccolgono un gran numero di marsupiali, li chiudono in prigione nella torre di lassù, e vi conducono degli esperimenti.
A guidare le operazioni viene selezionato un bandicoot, probabilmente perché al momento del primo attacco i governi avrebbero perso giorni a capire cos'è un bandicoot, ma non tutto va come sperato (ti pareva): il risultato è ben sotto le aspettative, e la risultante creatura viene lanciata fuori dalla finestra come i piatti al veglione di Capodanno.
Novello DiCaprio, il suddetto Crash si sveglia sulla spiaggia di un'isola vicina, e con la stessa storica andatura si prepara a tornare al castello per fermare il piano dei due malvagi, anche perché il loro prossimo esperimento sarà svolto su Tawna, bandicootina a cui il buon Crash si era particolarmente affezionato.
E poi oh, non è il caso di lasciare il mondo in mano a questi due, ecco.
Queste le premesse del primo capitolo di una saga che ha fatto da colonna portante al catalogo della Playstation, oltre che una delle epopee videoludiche maggiormente rappresentative della seconda metà degli anni '90.
Crash Bandicoot è un gioco di piattaforme con tutti i crismi, strutturato a metà tra le classiche strutture in 2D che accompagnano il genere sin dai primi anni '80, e sequenze in 3D con visuale alle spalle dell'irsuto protagonista.
Pochi, essenziali i comandi: la croce direzionale per muoversi, un tasto per saltare ed uno per l'attacco rotante in grado di lanciare i nemici oltre l'orizzonte (o meglio ancora, contro altri nemici).
Bisogna gestirseli bene, gli attacchi contro i nemici: meglio saltargli in testa, o meglio l'attacco rotante?
E se con l'attacco rotante il nemico finisse per far saltare in aria delle casse di dinamite distruggendo degli utili oggetti che avremmo potuto recuperare poco più in là?
E se il salto in testa non bastasse?
Dubbi amletici che portano i ragionamenti all'interno della struttura, frenetica e ricca di pathos, dei giochi di piattaforme.
Come in tutti i platform, sono presenti oggetti da raccogliere in giro per i livelli, spesso piazzati in luoghi strategici per farci cadere un numero a vari zeri di volte nel disperato tentativo di raggiungerli: frutta, gli anelli-monete del caso che una volta raccolti nella quantità di 100 ci permettono di guadagnare una vita in più, vite, appunto, che ci permetteranno di ritentare in caso di sconfitta, volti di altri personaggi (i due dottori e la bandicootina), tre per livello se presenti, che ci porteranno in un bonus stage una volta collezionati, e la maschera dello stregone Aku Aku: questo stregone, una volta raccolto, ci fluttuerà intorno per proteggerci dai danni minori (qundi non dalle cadute, ad esempio) se raccolto una volta, sarà in grado di proteggerci due volte se raccolto di nuovo mentre ci vola già intorno, e ci renderà momentaneamente invulnerabili se raccolto una terza volta.
Il gameplay nudo e crudo è quello classico dei platform: si salta, si muore, si corre, si muore, si schiva, si muore, si attacca, si muore, si raccolgono i power-up e poi, siccome i platform "seri" sono giochi con un livello di difficoltà notevole, ogni tanto si muore.
Divertimento, per gli amanti del genere, in Crash Bandicoot ce n'è a pacchi, grazie ad un lavoro certosino da parte del team di sviluppo per offrire sempre situazioni nuove e particolari.
Da livelli in fuga da una palla rotolante stile Indiana Jones a livelli in corsa su un animale, le variabili non mancano, a spezzare la (sempre divertente, comunque) routine di salti, attacchi rotanti, frutti raccolti, cadute, infarti dovuti a salti dalla precisione millimetrica riusciti per pura fortuna, fughe, livelli bonus e bla bla bla, patapim patapum patapam.
Uno dei lati più sorprendenti del gioco è la sua veste grafica: colorata, definita, particolareggiata, per l'epoca una gioia per gli occhi e tutt'oggi gradevolissima, rende le scorribande sul filo del rasoio dell'irsuto protagonista un'autentica festa di colori.
Ma una semplice potenza tecnica senza un chara design e una qualità d'animazioni di livello sarebbe solo un anonimo sfoggio di muscoli, ed anche qui, forse soprattutto qui, il lavoro di Naughty Dog dimostra tutte le sue capacità.
Il design dei personaggi è estremamente riuscito e personale, seppur palesemente ispirato allo stile "folle" che ha da sempre caratterizzato le produzioni della Warner Bros. e del duo Hannah & Barbera, e che in quegli anni stava tornando alla ribalta dopo un lungo periodo di silenzio: Crash ha più di un punto in comune con Taz, dall'aspetto all'attacco rotante alla scarsa materia grigia (anche l'ambientazione è simile a quella della serie dedicata al personaggio in quegli anni, Tazmania), ed allo stesso modo tutti gli altri personaggi sono tratteggiati con pennellate di follia e buffe deformità che non avrebbero stonato in serie come Animaniacs, The Tex Avery Show, What a Cartoon o in alcuni classici Warner (che proprio nel 1996, anno d'uscita del gioco, si riunivano al cinema in Space Jam).
Boccacce, movimenti deliranti ed esasperati, persino i modi di morire del protagonista, sorprendentemente numerosi e diversificati da situazione a situazione rendono l'atmosfera ancora più surreale, divertente e divertita.
Forse, come unico neo, avrebbe giovato una maggior diversificazione delle ambientazioni, tutte più o meno intorno al genere "Giungla pseudo-amazzonica", "Tempio sudamericano" e "Laboratorio/Fabbrica", ma d'altronde il plot principale posiziona la vicenda in un trio di isole, di conseguenza le scelte non erano troppe.
In compenso alcune scelte stilistiche (come il livello al buio, o i due, meravigliosi, livelli sul ponte sospeso) riescono ad alleviare questa mancanza (comunque non eccessiva).
Musicalmente si seguono le linee guida già dettate dall'aspetto grafico: tutto molto cartoonesco, a cominciare dalle musiche, tanto garbate quanto matte ed estremamente efficaci nel descrivere la situazione, dotate dell'incredibile capacità di stabilirsi nella nostra testa in un tempo estremamente breve e di non andarsene più, passando per gli effetti sonori degni del miglior Wile E. Coyote, tra esplosioni, cadute con fischi annessi e deliranti rumori vari, per arrivare al doppiaggio, fatto di versacci, grida di gioia e grugniti di disapprovazione, senza la presenza di veri e propri dialoghi, perché sono le immagini a parlare.
L'unica vera parola pronunciata è il "Budega" di Aku Aku, termine che ha causato numerosi dubbi e conflitti tra i fan del gioco, visto che è semi-impossibile capirlo "in game".
La longevità di Crash personaggio è scarsa, considerato il livello di difficoltà, la longevità di Crash gioco è elevatissima, invece.
I livelli tutto sono fuorché passeggiate all'aria aperta, ma incubi di level design dove ad ogni istante si può perdere una vita (cosa che avviene ad ogni nemico od ostacolo toccato, non ci sono barre di energia o affini, solo la speranza di trovare Aku Aku), ma questo più che frustrare, come in ogni Platform che si rispetti, spinge ad imparare percorsi, posizione degli ostacoli e tempismi nei loro movimenti a memoria, migliorandoci passo passo e rendendo livelli inizialmente dall'aria impossibile superabili un po' per volta.
Il loro numero è piuttosto elevato, e se questo non bastasse, bisogna considerare che è necessario distruggere tutte le casse di ogni livello ed affrontare tutti i livelli bonus per considerare il gioco completato al 100%, data la presenza di bivi che ci si schiuderanno davanti solo una volta collezionato un dato numero di gemme di uno stesso colore (le gemme possono essere ottenute, appunto, distruggendo tutte le casse presenti in un livello, e se si perde una vita e si riparte da un Checkpoint, tutte le casse posizionate prima dello stesso nel livello si ripristinano).
Il tempo passabile col bandicoot è dunque potenzialmente moltissimo, ed ogni secondo è ricco d'intensità e divertimento, seppur ogni tanto girino i cinque minuti per via dei passaggi più ostici, che però hanno come contrappeso una grandissima soddisfazione una volta superato l'apparentemente insopportabile ostacolo (ed essere giunti carponi carponi fino ad un Checkpoint od un salvataggio, aggiungerei).
Il "fiuuuuh" di Crash al termine dei livelli è dunque comprensibilissimo, vista la pericolosità delle ambientazioni, anche perché, spesso e volentieri, avviene all'unisono col nostro.
Scanzonato, incalzante, folle e memorabile, Crash Bandicoot è sicuramente rimasto impresso nel firmamento della memoria come un'icona degli anni '90 videoludici, portabandiera di quella che sarebbe diventata una delle grandi potenze del gaming mondiale, e a ragione, perché le avventure del marsupiale sono qualcosa in grado di rimanere nel cuore e nella mente di chiunque le affronti, tra un sorriso divertito dato dalla simpatia del tutto e uno sguardo di terrore causato dalla difficoltà del level design, che talvolta fa scappare un "ma voi siete pazzi" indirizzato ai programmatori.
Non è difficile credere che il personaggio di Crash abbia rapidamente raggiunto un posto di tutto rispetto nell'olimpo dei videogiochi, al momento della sua uscita: rappresentava perfettamente l'immaginario collettivo della sua epoca, pur riuscendo ad avere un carattere "suo" ben preciso.
Il gioco è disponibile per PSX e su Playstation Network, la reperibilità è grande, il divertimento ancora maggiore.
Crash Bandicoot è un piccolo capolavoro delle era videoludica della Playstation, un gioco che nella sua semplicità è riuscito a portare una ventata di freschezza in un genere che nel corso degli anni non si era mai evoluto, restando ancora fermo alle folli corse di Sonic (ottimo gioco).
Crash non porta nessuna vera innovazione, ma quei personaggi, quello stile di gioco hanno davvero lasciato il segno. Va detto che non è il migliore della serie (a mio parere è il terzo il capitolo più riuscito) ma è sicuramente il più difficile. Ricordo ancora quegli incubi che sono i livelli "lights out" dove bisogna muoversi quasi alla cieca o "slippery climb" dove bisogna calcolare al millimetro i salti sulle piattaforme rese scivolose dalla pioggia. Anche "the great gate" lo ricordo particolarmente impegnativo. Quanti ricordi, quante maledizioni lanciate ai programmatori.
Un gioco davvero stupendo che tutti dovrebbero provare.
Bel articolo!!!
Ringrazio the narutimate hero per questa fantastica recensione. Concordo su tutto quanto da lui osservato. Un gioco semplice e senza troppe pretese, fatto per il puro intrattenimento. Conservo uno splendido ricordo di questo videogioco. Forse un po' troppo semplice, forse un po' troppo stilizzato per i tempi moderni, ma davvero un gioco che mi appassionò tantissimo. Ricordo con affetto quel gioco. Che nostalgia!
Vedere questo titolo nella home mi ha fatto venire una grossa nostalgia. E chi se li dimentica quei pomeriggi passati a giocare a Crash col mio bro? Ho comprato e giocato a tutti i giochi per PS1 e PS2 di Crash, e ricordo che Crash Bandicoot è stato per me quello più difficile. (figuriamoci a che livelli di scarsezza sono!)
"un gioco che nella sua semplicità è riuscito a portare una ventata di freschezza in un genere che nel corso degli anni non si era mai evoluto"
Complimenti all'autore per la bella recensione!
Nonostante ti faccia incazz... crash è un gioco stupendo che vorrei rigiocare su android
Primo ed unico esponente del "platform a corridoi", un'idea geniale quella che ebbero i Naughty Dog, dato che unirono la semplicità dei platform 2D con la spettacolarità poligonale, senza incappare in problemi tecnici e di telecamere di quel periodo.
Ma il vero punto di forza erano i nemici, uno più pazzo dell'altro
Il mio preferito è il secondo, il 3 è bello ma ha troppe sezioni su motoscafo/animali/aerei, davano quel tocco di varietà ma non tutti erano riuscitissimi, soprattutto quelli in volo.
Finire al 100% il primo era particolarmente difficile dato che per prendere le gemme oltre a rompere tutte le scatole dovevi anche evitare di morire. I sequel sono decisamente più magnanimi.
Non fare il fanboy quando le cose sono evidenti.
Ma poi citi Sonic, che tra tutti sti platform è quello che si è evoluto peggio? Prendi il primo per il Sega, il Colors per wii (che dicono sia tra i più riusciti della saga), non è cambiato nulla.
p.s. ma gli hater tutti sta sera mi toccano? XD
Sempre ottima la recensione!
@GianniGreed: scusa eh non voglio fare il fanboy (che poi non lo sono) ma ha ragione Franzelion, quel capolavoro di Mario64 dove lo metti?? ora non venirmi a dire che non portò innovazioni nei platform 3D dato che questo fù uno dei primi!!
"una ventata di freschezza in un genere che nel corso degli anni non si era mai evoluto"
Ma dai per favore, semmai non fare tu il solito hater di Nintendo!! Poi vai a citare Sonic che nell'epoca del Sega Saturn non vide nessun gioco nuovo e solo con il Dreamcast la serie ritornò ai fasti con i due splendidi Sonic adventure, poi dopo quelli escludendo i giochi usciti su console portatili come gli ottimi Sonic advance e quelli usciti su DS, la serie su home console come per Crash e Spyro è stato un tracollo totale con scarsi giochi che raggiungevano a malapena la sufficenza. Per fortuna che la serie si è ripresa con Sonic colours e anche con il Lost world che ha avuto buone recensioni!!
Però ho giocato tantissimo a Crash Team Racing, era divertentissimo e una vera droga! XD Proprio recentemente, mentre giocavamo a Little Big Planet Karting, io e mio fratello non facevamo altro che ripetere "Ma quanto era bello CTR"...
Convintissimo anche perché appunto con lui in giro non mi sarei spiegato il successo di Crash (che è comunque un bellissimo gioco), essendo questo più limitato nel gameplay, invece è davvero uscito prima >_>
Ovviamente c'è da ritirare la questione innovativa (a parte per la struttura a "corridoi" che però secondo me rispetto alla libertà di gioco di Super Mario 64, che pur non essendo il mio gioco preferito in assoluto qualora mi chiedessero d'indicare un possibile "greatest of all time" sarebbe uno dei candidati se non il candidato di punta, mostra i suoi limiti), pur senza togliere nulla al valore del gioco in questione.
Grazie a tutti per i complimenti ^^
Gioco a tratti difficile, a tratti difficilissimo, a tratti impossibile (ci ho passato ORE davanti a quel maledettissimo ponte nella nebbia), ma che sapeva regalare soddisfazioni come non mai
Se mi fate una recensione di Oddworld Abe (visto che tra un po' esce anche il remake, sarebbe proprio azzeccata) mi fate morire felice
@Kotaro
In effetti i giochi carini di Crash sono pochi (i da te menzionati Donkey e Sonic sono di gran lunga superiori),a me sono piaciuti solo il 3 e le versioni kart,queste ultime davvero ben fatte.
Crash è stato il mio primo gioco per PlayStation, se ricordo bene ho iniziato col 3 per poi passare al 2 e poi all'1, ora che ci penso ma perchè diavolo avevo fatto così?
Concordo con gli altri, nella sua semplicità ha saputo stupire e farsi amare, lasciando un segno indelebile. E' probabilmente uno dei giochi-simbolo della mia infanzia, con Crash ho iniziato ad avvicinarmi al mondo targato Play Station!
In ordine di pura bellezza, IMHO:
Crash Bandicoot 2
Crash Bandicoot 3: Warped
Crash Bandicoot
Crash Bandicoot Team Racing
Crash 1, 2, 3, Team Racing; tutti loro sono uno degli "zoccoli duri" migliori della prima Playstation.
Visto che tutto quello che tocca la Naughty Dog è oro, tremo al solo pensiero di quello che potrebbero sfornare ora, se il brand gli fosse restituito. Incrementerebbero del 700% la vendita (già alta, in effetti) delle PS4.
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