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"Le arti marziali si basano sul principio che nessuno deve restare ferito.
Chi viola questo principio usando la propria forza per fare del male agli altri, sarà punito.
Non si infrangono le regole sacre delle arti marziali."
Chi viola questo principio usando la propria forza per fare del male agli altri, sarà punito.
Non si infrangono le regole sacre delle arti marziali."
Queste le parole che accompagnavano l'introduzione dell'anime di Virtua Fighter (serie animata ispirata proprio a questo secondo capitolo) ed il cuore di Akira Yuki, protagonista della serie e personaggio principale dei giochi (seppur ognuno dei combattenti sia pari agli altri, come importanza, mancando anche una vera e propria trama di fondo ad accompagnare le battaglie, se non delle brevi premesse): parole che lasciano trasparire una visione delle arti marziali puramente sportiva ed agonistica, senza secondi fini, senza voglia di danneggiare l'avversario ma solo di avere la meglio su di lui in maniera corretta e pulita, senza vendette, senza eccessivi spargimenti di sangue ma con la sola voglia di migliorare.
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Eccezion fatta per alcuni particolari salti spiccabili, decisamente troppo elevati (ed infatti successivamente rimossi) e per una singola mossa di Kagemaru, ogni colpo di Virtua Fighter è assolutamente reale e realistico, preso di peso da arti marziali realmente esistenti ma non per questo meno spettacolare.
Ciò che rende Virtua Fighter prezioso ed indimenticabile è proprio questo: il suo essere "diverso" dagli altri picchiaduro, il suo essere unico nel suo genere ed il suo essere incredibilmente avanti per i suoi tempi.
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Oltre l'ovvio movimento affidato alla levetta/croce direzionale del caso, sono necessari tre tasti per affrontare gli avversari del torneo di Virtua Fighter 2: uno per i pugni, uno per i calci e uno per difenderci, più eventuali combinazioni tra gli stesso e/o una o più direzioni insieme o in sequenza.
Nulla di nuovo nel campo dei picchiaduro, eppure il vero punto forte di Virtua Fighter sta nel gameplay duro e puro.
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Tutto questo, per riallacciarsi al discorso introduttivo sulla sportività, contribuisce a dare un maggior senso di "competizione leale e puramente agonistica", così come il motore fisico estremamente realistico (soprattutto per l'epoca) ed i colpi dei personaggi, come detto prevalentemente credibili senza esagerazioni di sorta.
I combattimenti sono concitati, emozionanti, veloci e frenetici ma chiari ed impeccabili, senza sbavature e bisognosi di una precisione chirurgica nell'esecuzione delle mosse e nelle fasi difensive per vincere (ecco presumibilmente perché si è preferito assegnare ad un pulsante specifico la difesa, anziché sfruttare la semplice direzione opposta al nemico nella croce direzionale/levetta analogica).
Ogni personaggio è dotato di un set di mosse estremamente vasto per l'epoca dell'uscita, con tanto di attacchi multipli anche in fase di recupero della posizione dopo una caduta o prese particolari con l'avversario di spalle o abbassato, cosa che diverrà un must nei picchiaduro 3D successivi.
Mentre le serie rivali dello stesso genere facevano il possibile per competere sullo stesso campo di lotta, Virtua Fighter puntò a qualcosa di completamente diverso, vincendo.
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Visivamente il gioco è strabiliante per l'epoca della sua uscita: modelli poligonali dettagliati (o anche solo "modelli poligonali") e belli a vedersi, dai colori accesi e dalle animazioni fluide, contribuiscono non poco a rendere ancora più spettacolari gli scontri.
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Anche le ambientazioni sono suggestive e spettacolari, con virtuosismi come un ring su una zattera in movimento su un fiume o uno spettacolare livello bonus subacqueo, con tanto di movimenti rallentati di conseguenza.
Il gioco si permette anche alcune chicche, come la possibilità da parte di alcuni lottatori di perdere piccoli accessori (fasce o cerchietti) dopo determinati colpi (un po' come capitava a Vega in Street Fighter II), ed anche gli stage dopo colpi particolarmente potenti possono avere delle reazioni (si vedano le noci di cocco cadenti nell'arena di Jeffry).
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Ogni tema è dotato di una notevole carica e contribuisce a rendere più spettacolari le battaglie e suggestive le ambientazioni, restando impresso nella mente dei giocatori e facendosi di conseguenza ricordare per lungo tempo.
Notevole anche la quantità di campionamenti vocali per i vari personaggi, decisamente più elevata della media dell'epoca e composta anche da vere e proprie frasi più che semplici urli o esclamazioni brevi.
Il cast di doppiaggio è peraltro composto da un vero e proprio all-star di seiyuu del calibro di Shin-ichiro Miki, Shigeru Chiba e il compianto Hitoshi Takagi.
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Virtua Fighter 2 è epico ma matematico, preciso e molto, molto, molto difficile: anche al livello di difficoltà minore gli avversari sanno darci filo da torcere, ed è necessaria moltissima pratica per poter dare il massimo col nostro prescelto.
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Ognuno degli 11 personaggi presenti ha uno stile di combattimento unico e particolare, e per assurdo, il più difficile da maneggiare risulta essere il "protagonista" Akira, forse per incitare i giocatori a non utilizzare solo lui (come spesso avviene nelle altre serie di picchiaduro), chissà.
Nonostante la presenza di capitoli della saga successivi, più evoluti ed altrettanto validi, questo secondo capitolo risulta sempre piacevolissimo da giocare e si presta bene a dei recuperi successivi per puro divertimento, segno che non risente assolutamente del peso degli anni.
Unico, piccolo neo, il fatto che l'arcade ha gli avversari posti sempre nella stessa sequenza e non casuali, cosa che può dare problemi di ripetitività (solo vaghi però, perché poi il gameplay risolve questa piccola lacuna).
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Virtua Fighter 2 è un picchiaduro serio, difficile, tecnico, realistico, preciso e impietoso, ma in grado di dare soddisfazioni immense a chi vorrà affrontarlo e diventarne maestro, un'esperienza completamente diversa da quella degli altri picchiaduro contemporanei e anche da quelli attuali (sequel della stessa serie esclusi).
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Virtua Fighter 2 è disponibile per Sega Saturn, Megadrive, (avrete sicuramente tutti un R-Zone in casa, come no), Windows 95, Virtual Console (americana e giapponese, sigh), iOS, Playstation Network, X-Box Live Arcade e Playstation 2 , PSP nella Sega Megadrive Collection.
Tecnicamente era già piuttosto valido ma graficamente parlando, neanche a quei tempi riuscivo a considerarlo "decente" e del resto, come si può vedere chiaramente da diversi screenshots, i personaggi erano assolutamente spigolosi, tagliati con l'accetta!
Ai giorni d'oggi Virtua Fighter (devo ancora rimediare il 5) è sicuramente il picchiaduro più tecnico in circolazione e può contare su di una grafica lustrata a lusso e dei personaggi molto più convincenti rispetto a questi tempi. Tecnicamente è il mio preferito, come feeling generale gli preferisco Tekken e Doa.
Ce l'ho sulla collection della Sega per la Ps2 ed è di una lentezza e legnosità assurda.
La versione megadrive è tutto un altro gioco, praticamente è un 2d.
All'epoca chiunque si doveva inchinare dinnanzi al tecnicismo di questo gioco, e la saga è una delle poche ad aver mantenuto lo stesso feeling negli anni. Tekken ebbe la meglio in occidente poiché più accessibile (e anche perché la PS1 era decisamente più diffusa dello sfortunato Saturn), ma col tempo molti l'hanno riscoperto, e in Italia ebbe un suo ruolo nel far conoscere i personaggi anche l'ottimo anime.
Fino al 4 ho utilizzato Lau alternato a sua figlia Pai, nel 5 invece mi diletto con la divertente Eileen.
Spero che ne esca uno nuovo per le nuove console, la voglia di giocare online è dura a morire.
Ho travato qualcosa con cui andare d'accordo con Narutimate Hero xD
Bella recensione, mi ha fatto piacere ricordare questo grande gioco del passato!
Io, come penso molti altri, l'ho giocato a suo tempo mentre in tv passava l'anime (splendido), quindi ci ero proprio in fissa, grazie anche al fatto di essere uno dei pochissimi picchiaduro usciti su pc.
Certo, oggi la grafica è obsoleta e i movimenti dei personaggi sono un po' legnosi, ma il gioco ha ancora quel carisma nostalgico che gli fa acquistare punti, anche se personalmente preferisco i giochi in 2D. Il più recente Virtua Fighter 5 è molto più bello graficamente, ma i personaggi hanno perso un po' carisma, per via dell'editor, di alcune new entry più fighette/fantasiose e del cambiamento di design che li ha imbruttiti.
Chiaramente io usavo Jeffry ("Ti farò vedere la forza che c'è in un uomo di mare!"), ma anche Pai (amore
Tra l'altro l'ultimo in cui le mosse di Akira facevano tantissimi danni con un colpo solo, poi è diventato meno potente ma più semplice da controllare. Pur tuttavia la sua mossa combinata in tre fasi (quella con cui finisce la prima Dural nell'anime) mi entra tutt'ora una volta ogni chissà quanto
Tengo ancora il CD della versione per Saturn, ma la console non ho idea di dove sia finita
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