Non è sicuramente facile farsi notare tra la folla, ed in un panorama videoludico affollato di picchiaduro come quello novantino, saper offrire qualcosa di nuovo ed interessante che si discostasse dal classico "clone di Street Fighter"era sempre un'impresa più che impegnativa.
Una delle maggiori case produttrici di picchiaduro estremamente validi fu SNK, che con questo Fatal Fury si lanciava nell'impresa, riuscita, d'essere ricordato.
In realtà, da un certo punto di vista Fatal Fury è più "Street Fighter II" del videogioco omonimo, visto che l'autore del primo capitolo della sopracitata saga, Takashi Nishiyama, è anche al timone di questo progetto che riprende la struttura originaria e la sviluppa evolvendola, anziché offrire al giocatore un determinato numero di personaggi tra cui scegliere il proprio paladino, per poi lanciarsi in una sfida contro tutti gli altri, come avviene nel celeberrimo "sequel ufficiale".
La storia narra delle vicende di Andy e Terry Bogard e del loro amico Joe Higashi, iscrittisi al torneo di arti marziali King of Fighters, che si svolge nella fittizia città di South Town, per affrontare il suo organizzatore, il boss del crimine Geese Howard, e vendicare l'uccisione del padre dei due fratelli avvenuta proprio per mano di quest'ultimo.
Riuscire a portare al termine il loro intento non sarà però cosa facile, visto che Geese tiene d'occhio tutti i partecipanti e non è certo un uomo indifeso...
Dal punto di vista dei comandi, Fatal Fury presenta una struttura piuttosto semplice: un tasto per i pugni, uno per i calci, uno per le prese e le classiche direzioni: nulla di particolarmente "numeroso", il che garantisce una certa accessibilità.
A questo si aggiungono le classiche mosse speciali da effettuare con una combinazione ben precisa di direzioni e tasti dei colpi., mosse che peraltro ci verranno "suggerite" tra un round e l'altro di quando in quando, spunto molto utile se non si è ancora avvezzi al gioco.
Questione diversa quella riguardante i combattimenti veri e propri: essi si svolgono, nella maggioranza dei casi, su due piani differenti, uno "frontale" e uno "di sfondo", dettaglio che aggiunge una certa spettacolarità alle battaglie ed anche una prima "tridimensionalità", seppur il gioco sia tutto in 2D.
Essendo, poi, gli avversari non giocabili, gli sviluppatori hanno pensato bene di renderli più particolareggiati, di calcare la mano sui loro stili di combattimento unici e di donar loro più interattività con i relativi stage, rendendoli quasi dei veri e propri boss da affrontare con una strategia ben precisa, che avrebbero sbilanciato il gioco se resi utilizzabili dal giocatore umano e per questo motivo risultano anche più interessanti del personaggio medio, tra trasformazioni, interazioni con i personaggi e gli oggetti dello sfondo e via dicendo.
Altra particolarità è rappresentata dal multiplayer, che oltre al classico Versus offre la possibilità di affrontare gli avversari fianco a fianco con un altro giocatore, combattendo in due contro uno.
Infine, sono presenti dei bonus stage rappresentati da delle partite ad un simulatore di Braccio di Ferro, da affrontare sfruttando la tecnica del Tapping.
Il Neo Geo, la console SNK su cui il gioco è stato inizialmente progettato, era una console notevolmente potente per l'epoca, e i risultati si vedono: visivamente il gioco è ad un livello elevatissimo per essere del 1991, con personaggi particolareggiati e belli a vedersi, ben animati e caratterizzati, scenari muniti di tre varianti per ognuno dei tre round di ogni scontro e tocchi di classe di vario genere, dalla pioggia battente ai vari effetti dei colpi speciali.
L'ambientazione è prevalentemente urbana, essendo il torneo ambientato in una città specifica, con le possibilità che questo tipo di locazione può offrire: dalla metropolitana, a zone come strade o Luna Park, ma questo non è necessariamente un limite, perché a modo suo il gioco vuole essere più "narrativo" del solito, e quest'ambientazione chiusa aiuta a rendere maggiormente l'idea di una vicenda specifica e circoscritta.
Il character design dei personaggi è variegato e riesce a discostarsi abbastanza facilmente dai cliché del genere, evitandoci il classico eroe in kimono e fascia in fronte, ma puntando verso altri stili, pur mantenendo lo spirito citazionistico che da sempre ha ammantato i picchiaduro (soprattutto nel personaggio di Tung Fu Rue).
Il gioco dunque non delude graficamente, ma al contrario dimostra una certa capacità sia in stile che in puri muscoli, con alcuni virtuosismi profondamente d'atmosfera.
Così come sul lato grafico, anche quello sonoro di Fatal Fury fa pieno uso delle capacità del Neo Geo, offrendo un numero di campionamenti vocali decisamente più elevato della media dell'epoca, composto da frasi vere e proprie più che da urla o parole semplici, aumentando ancor di più il livello di coinvolgimento del gioco.
Di livello anche le musiche, perfettamente d'atmosfera ed in linea con gli stilemi dell'epoca, notevoli soprattutto in alcuni stage per la presenza di cori o l'effettiva integrazione con il gameplay vero e proprio.
Per quanto, magari, non particolarmente iconico, il comparto audio di Fatal Fury si dimostra perfettamente efficace ed all'altezza di quello visivo.
In un picchiaduro vecchio stampo, la longevità è spesso relativa, e legata più che altro la livello di coinvolgimento del giocatore nei confronti del prodotto, all'intensità dell'esperienza globale ed al livello di difficoltà, più eventualmente alle modalità offerte, ed è proprio la particolarità della struttura di Fatal Fury a farsi sentire maggiormente in questo campo.
La modalità Arcade ci vede affrontare otto avversari, ed impararne i pattern per poter avere la meglio è necessario, perché spesso non saper colpire nel momento giusto, schivare delle mosse particolari o partire al contrattacco con destrezza ci precluderà la vittoria in maniera assoluta, non è possibile, qui, vincere semplicemente dando il massimo con le nostre mosse e le nostre capacità, ma bisogna soprattutto imparare ad avere la meglio sull'avversario prendendone le tecniche in contropiede, proprio perché non è un nostro "pari", ma può vantare mosse speciali particolari ed interazioni con lo stage che a noi sono, ovviamente, precluse.
Dato il contesto più "narrativo" e circoscritto, un trio di personaggi è più che abbastanza, rispetto ai roster più elevati delle serie rivali, offrendo una certa varietà che non ci si aspetta da un gruppo di personaggi così ridotto.
E' possibile scegliere tra quattro livelli di difficoltà, all'inizio della partita, e già a partire da quello più basso se non s'impara ad entrare in una psicologia diversa da quella dei classici picchiaduro saranno dolori, alcuni avversari appariranno praticamente invulnerabili con batoste connesse.
L'esperienza di gioco è dunque stratificata ed intensa, dura ma soddisfacente ed impreziosita proprio dalla maggiore attenzione ad una trama ben precisa, oltre che dagli avversari particolareggiati per tecniche e pattern d'attacco.
Ironia della sorte, Fatal Fury si discosta dalla struttura del tipico picchiaduro pur basando le sue radici sul primo capitolo della saga di picchiaduro più famosa in assoluto, espandendone l'idea e finendo per creare, grazie anche ad un saggio utilizzo delle possibilità e dei limiti del primo Street Fighter, qualcosa d'intrigante e divertente, particolare e senza dubbio efficace.
Non a caso la saga avrà svariati seguiti e spin-off, seppur più in linea coi picchiaduro classici, portando le vicende dei fratelli Bogard su altri livelli, coinvolgendo altri personaggi ed evolvendosi fino ad una saga che dura ancora oggi, ovvero quella di King of Fighters.
Fatal Fury è disponibile per Neo Geo CD, Sega Mega Drive, Super Nintendo, Sharp X68000, Playstation 2 (all'interno delle collezioni Fatal Fury: Battle Archives Volume 1 e SNK Arcade Classics Volume 1, quest'ultimo disponibile anche per PSP e Nintendo Wii), Virtual Console e Playstation Network (all'interno della Neo Geo Station).
L'unica cosa è che non ho mai amato particolarmente i due piani di battaglia
Da non dimenticare il debuto di un grande Illustratore quale Shinkiro, che era ancora alle prime armi. Oltre che alcune citazioni ad Hokuto no Ken & Dragon Ball.
L'unica nota dolente in questo titolo è quella di essere datato rispetto ai suoi sequel, i prime 3 titoli sono i megliori come trama, lo special è il più ricordato dai fan, mentre come gameplay io preferisco Rea Bout Special & Mark of the Wolves.
Se siete appassionati di picchia 2d chiedete all'utente sopra di me tale TWINKLE, nel suo blog fa delle belle recensioni (Y)
"POWA GYSA!!" "CRACK SHOT" POWA WAWE" "Hey Cmon Cmon"
"REPPOU KEN" "TIGER KICK" "HISHO KEN" "OKAY!"
Complimenti per la recensione nostalgica ^^
A me piacciono di più i capitoli successivi perché non mi sono mai trovato con i picchiaduro "prima maniera" con solo un paio di personaggi selezionabili. Lunga vita ai sequel, a Big Bear e a Franco Bash!
E' comunque un gioco molto divertente se preso a sé, con diversi personaggi particolarmente indovinati e un'ambientazione assai suggestiva.
Non dimentichiamoci anche i bellissimi OAV dei quali ho visto solo i primi due ma,per il terzo si vedrà. Complimenti Narutimate!
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