Omamori 01

Se si è stati in Giappone e si è visitato anche solo un tempio, li avrete sicuramente visti. Ma potreste riconoscerli anche senza esservi mossi da casa, essendo presenti spesso in anime e manga. Questi sacchettini di stoffa colorati, disposi in ordinatissime file si chiamano Omamori e fanno parte delle tradizioni popolari giapponesi, trait d'union fra le due principali religioni del paese, il Buddhismo e lo Scintoismo. Ma esattamente cosa sono gli Omamori?

"Mamori" in giapponese significa "proteggere" e la "O" serve semplicemente come suffisso onorifico; quindi una bella definizione in italiano potrebbe essere "incantesimi portatili di protezione individuale" o più semplicemente amuleti, talismani o portafortuna. Si possono trovare sia nei templi buddisti che in quelli scintoisti, questo perchè le due religioni si sono sovrapposte e mescolate fino al 1868, quando sono state separate giuridicamente. Da qui la doppia natura dell'omamori: da una parte amuleto di tradizione buddista e dall'altro ofuda (una sorta di pergamena magica) di tradizione scintoista.

L'Omamori nella sua forma attuale è diventato popolare durante il periodo Tokugawa nel 17 ° secolo. È una sorta di preghiera fatta oggetto, per invocare una grazia e la sua vendita contribuisce a sostenere economicamente i santuari e i templi. Ma non si deve pensare che basti comprare un Omamori perchè tutti i nostri problemi siano risolti! Vi è un altro componente che serve ad amplificare la loro potenza: e cioè noi stessi. L'Omamori serve semplicemente per incoraggiare e sostenere i nostri sforzi.

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Esistono due principali tipi di Omamori: i primi sono composti da rettangoli di carta o legno su cui vengono scritte parole che abbiano un qualche potere, come il nome del santuario, una parte di un sutra o il nome di qualche divinità. Questi poi sono racchiusi dentro un sacchetto di stoffa che non dovrà mai essere aperto per nessuna ragione, perché sarebbe irrispettoso e gli farebbe perdere tutto il suo potere. Questo perchè come i santuari scintoisti ricavano la loro solennità perchè posti all'interno di uno spazio separato segnalato dai torii, così le parole sacre sono rese efficaci perchè messe in un piccolo spazio chiuso che diventa una sorta di regno a parte.

Il secondo tipo invece sono gli Omamori che hanno una forma presa dalla realtà: può essere una campana, un maglio oppure la "zucca bottiglia", una zucchina fatta appunto come una borraccia che si può trovare citata già in molti racconti popolari antichi come simbolo di salute, vitalità e immortalità; ma quasi sempre rappresentano oggetti utilizzati durante i cerimoniali delle pratiche scintoiste. Molto comuni sono anche gli animali dello zodiaco.

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Pur avendo le loro origini in un passato remoto, gli Omamori possono dirsi a pieno titolo parte anche della cultura giapponese moderna; infatti non è difficile trovarli venduti nei distributori automatici, nei negozi di souvenir e raffiguranti personaggi tipo Hello Kitty o Rilakkuma. D'altronde se in passato la fabbricazione degli Omamori era prerogativa delle donne laiche che gravitavano intorno al tempio oppure delle Maiko, giovani apprendiste, al giorno d'oggi la maggior parte è realizzata in fabbriche a Tokyo, Osaka o anche in Cina e poi benedette dai sacerdoti al loro arrivo nel santuario. Tuttavia, alcuni continuano a fare i loro omamori sul posto, come il Tempio Koganji di Tokyo o il Grand Santuario di Ise.

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Con una vasta gamma di Omamori a disposizione, scegliere quello giusto può essere veramente difficile: mentre alcuni dei più grandi santuari e templi avranno descrizioni in inglese, la stessa cosa non si potrà dire per quelli al di fuori dei principali luoghi turistici. Sebbene sia i santuari shintoisti che i templi buddisti non abbiano alcun problema a vendere i loro Omamori anche ai non praticanti, ricordate comunque che sono molto più di un semplice souvenir e perciò deve essere trattato con rispetto.
Quindi sarebbe meglio non scegliere quello che reputate più carino, ma quello che pensate possa servire a voi o alla persona a cui è destinato.

Vediamo quali sono i principali:

1) Per la ricerca della felicità o shiawase: molto semplicemente hanno lo scopo di aiutarvi a raggiungere la felicità nella vita. Cosa chiedere di più?

2) Per la sicurezza alla guida o kotsu anzen: un po' l'equivalente del nostro "Non correre papà". Nato originariamente per proteggere i viaggiatori in generale, ora sono dedicati ai conducenti di veicoli e ai veicoli stessi e sono fra gli Omamori più popolari.

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3) Per gli affari o shobai hanjo: di solito sono gialli, colore associato al denaro e servono appunto per proteggere la propria attività ma anche per far sì che un nuovo affare vada in porto.

4) Per le gravidanze o anzan: perfetto è per le mamme in attesa per augurare loro una gravidanza e un parto facile e senza complicazioni.

5) Per allontanare il male o yakuyoke: quanto di più vicino ad un semplice portafortuna, anche se in questo caso si cerca di tenere lontane le cose brutte piuttosto che attirare quelle belle.

6) Per favorire la fortuna o kaiun: il vero e proprio portafortuna, fa da completamento al precedente; se l'altro allontana le situazioni negative, questo propizia quelle positive

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7) Per gli studenti o gakugyo-joju: hanno lo scopo di aiutare sia nello studio che nel superare gli esami. Si trovano spesso nascosti negli astucci degli studenti o stretti forte in mano appena prima di un esame importante. Ovviamente sono i genitori che spesso li comprano per i loro figli.

8) Per la salute o kenko: non servono per curare un malanno ma per mantenere lo stato di buona salute in cui ci si trova.

9) Per la malattia o byouki heyu: se invece avete un malanno e volete guarire presto, questo è l'Omamori che vi serve!

10) Per l'amore o enmusubi: ne esistono di due tipi, per chi cerca l'anima gemella e per chi invece l'ha trovata e se la vuole tenere stretta. Di solito il primo è venduto da solo, mentre il secondo tipo è venduto a coppie. È un ottimo regalo da fare ad una coppia di sposi novelli.

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La lista potrebbe continuare quasi all'infinito: questi sono sicuramente i più comuni ma poi ogni tempio può averne di propri e particolari legati molto spesso alla zona (se la cittadina è ad esempio famosa per la pesca, ci sarà sicuramente un Omamori per proteggere le barche e i loro occupanti). Alcuni santuari fanno anche dei sondaggi periodici tra gli abitanti del luogo e se si scoprono dei bisogni comuni a molte persone ci si mette a produrre il talismano specifico.

Ce ne possono essere anche di molto particolari come il joho anzen kigan per proteggere le informazioni digitali e far sì che il computer lavori senza dare problemi, (a chi interessa si può trovare presso il Denden-gu, un santuario allo spirito delle telecomunicazioni a Kyoto). O ancora il kumajo, per proteggersi dagli orsi durante le escursioni o i pet-omamori per vegliare anche sugli animali domestici.

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Una volta acquistato il proprio Omamori per farlo funzionare meglio, si dovrebbe collegarlo a qualcosa di appropriato. Ad esempio, quelli per la sicurezza nel traffico dovrebbero essere appesi allo specchietto retrovisore o attaccati alle chiavi dell'auto. Gli studenti lo legano allo zaino e i commercianti lo nascondono nel portafogli.

Ma ahimè anche l'Omamori non è eterno. Di solito sono considerati efficaci solo per un anno o fino a quando non sono stati danneggiati. Se qualcosa di brutto è accaduto all'Omamori, si rompe oppure è distrutto, non preoccupatevi! Vuol dire che sta facendo egregiamente il suo lavoro, soprattutto se è un migawari omamori che agisce proprio come un "capro espiatorio", in modo che le cose brutte accadono a lui e non a noi.
Quindi l'Omamori dovrebbe essere sostituito ogni anno perché altrimenti potrebbe assorbire troppa sfortuna o ritrovarsi a corto di potere spirituale. Ciò è perfettamente in linea con la filosofia dello Shinto che pone spesso l'accento sull'importanza del rinnovamento.

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Però non si può semplicemente buttare nel cestino, sarebbe considerato decisamente irrispettoso. Bisognerebbe recarsi in un santuario scintoista (l'ideale sarebbe lo stesso in cui lo si è acquistato) e darlo ad un addetto del tempio che alla prima occasione lo purificherà e brucerà durante un'apposita cerimonia.

E per chi non vive in Giappone? Non preoccupatevi! Potete conservarlo con cura come un bellissimo ricordo di un bellissimo viaggio, perchè è quello che fanno anche moltissimi giapponesi, che in alcuni casi se li tramandano perfino di generazione in generazione.


Fonte consultata:
www.tofugu.com