La prima immagine che si ha della popolazione giapponese è quella di un gruppo dai caratteri somatici fortemente omogenei, ma in realtà non è proprio così.
Forse non tutti sanno che anche all'interno del Giappone si possono trovare, anche se in una percentuale numericamente inferiore, diversi gruppi etnici.
Uno di questi è il popolo degli Ainu, sconosciuti ai più e spesso anche agli stessi giapponesi a causa del fatto che per diverse centinaia di anni sono stati ignorati, discriminati o costretti ad assimilare la cultura tradizionale giapponese. Tutto ciò ha portato la lingua Ainu e la loro cultura sull'orlo dell'estinzione. Ma per fortuna negli ultimi anni le cose stanno cambiando e forse non è ancora troppo tardi.
Scopriamo insieme cosa hanno ancora da dirci gli Ainu.
Il popolo Ainu è da sempre residente della zona più settentrionale del Giappone, che comprende l'isola di Hokkaido, le isole Curili e le Sakhalin. Secondo il governo, vi sono attualmente 25.000 Ainu che vivono in Giappone, ma altre fonti affermano che il loro numero reale si aggiri intorno alle 200.000 unità.
La loro origine però resta ancora un mistero e varie sono le ipotesi. La più accreditata afferma che sono quello che resta dei Jomon-jin, i cacciatori che abitavano in Giappone nel periodo denominato appunto Jomon (14.500 aC - 300 dC).
Intorno all'anno 300 dC, un altro gruppo etnico conosciuto con il nome di Yayoi ha iniziato a subentrare grazie all'introduzione di nuove tecniche agricole e di nuove tecnologie andandosi ad integrare con i Jomon-jin. Pare però che non si siano spinti fino in Hokkaido e questo avrebbe consentito ai rimanenti Jomon di sopravvivere indisturbati in quelle zone.
Fisicamente, gli Ainu si distinguevano nettamente dai giapponesi perchè tendevano ad avere la pelle chiara, un'ossatura robusta, gli occhi infossati e non a mandorla e folti capelli ondulati. Sembra che alcuni avessero anche gli occhi azzurri e i capelli castani. Recentemente però è stato dimostrato attraverso la morfologia dentale e le impronte digitali che gli Ainu sono senza ombra di dubbio appartenenti al ceppo mongolo e non caucasico come qualcuno aveva ipotizzato.
Ho parlato al passato perchè al giorno d'oggi distinguere gli Ainu dagli altri giapponesi è quasi impossibile a causa dei matrimoni misti, della migrazione e della negazione dell'identità Ainu per evitare discriminazioni.
Quello che si nota subito è che le tradizioni Ainu sono molto diverse sotto vari aspetti dalla cultura tradizionale giapponese. Prima di tutto, uomini e donne hanno l'abitudine di portare i capelli lunghi fino alle spalle e anche il loro abito tradizionale è molto diverso.
Inoltre gli uomini andando avanti con gli anni si lasciano crescere la barba e le donne, per far capire di essere entrate nell'età adulta, si fanno un particolare tatuaggio attorno alla bocca. Essendo cacciatori e agricoltori (utensili comuni erano arco, frecce e lance avvelenate), la loro dieta comprendeva principalmente cervi, orsi, conigli, volpi, salmone e vari ortaggi, di conseguenza gli Ainu hanno sempre cucinato il loro cibo.
Un tratto invece che li accomuna ai giapponesi è la religione: gli Ainu infatti nascono animisti, quindi credono che ogni cosa sia abitata da una divinità o spirito detto Kamuy (l'equivalente del nipponico Kami).
Uno dei più importanti è Kim-un Kamuy cioè il dio Orso o della montagna, considerato il capo di tutti gli dei. Per questo esisteva una particolare tradizione chiamata Lotame che prevedeva il prendere con sè un cucciolo di orso, allevarlo come se fosse un figlio e quindi, raggiunta la maggiore età, sacrificarlo al fine di rilasciare il suo kamui e permettergli di ritornare nel mondo degli spiriti.
Fino al periodo Tokugawa (1600-1868) gli Ainu, pur entrando sempre più in contatto con il popolo giapponese, riuscirono a mantenere in una certa misura la loro cultura e il loro stile di vita, anche se vi sono alcune testimonianze che proverebbero una qualche forma di schiavitù nei confronti di alcuni di loro. Fu durante la restaurazione Meiji che ci fu il tracollo: nel 1899 il Giappone iniziò la riforma per adeguarsi agli standard occidentali e il governo decise di unificare il Giappone annettendo l'isola settentrionale di Hokkaido e promulgando una legge che limitava le attività culturali proprie degli Ainu.
In altre parole, furono spogliati della loro terra, degli usi e costumi e della loro lingua, per assimilare quella giapponese e unificarsi al resto del paese, che cercava di uscire dall'isolamento durato diversi secoli. Questa legge fu revocata solo nel 1997 e anche se da quel momento in poi il popolo Ainu ha potuto riprendere le sue usanze, il danno ormai era stato fatto e difficilmente sarà riparabile.
Quello che è stato più compromesso dalla forzata integrazione degli Ainu è sicuramente il linguaggio. Ad oggi sembra che siano solo 15 le persone che parlano la lingua Ainu da sempre ed ovviamente sono tutte oltre i sessant'anni.
Ciò la rende "a rischio estinzione" e questo è dovuto soprattutto al fatto che essa non ha una forma scritta. E' stata tramandata oralmente di generazione in generazione e questo ha certamente ostacolato la capacità degli Ainu di preservare la loro lingua dopo che è stato bandita; inoltre nei casi in cui è stata trascritta lo si è fatto usando i Kana giapponesi e questo ha influenzato alcune pronunce travisandole.
Se in origine la lingua Ainu aveva tre dialetti principali (Hokkaido, Sakhalin e Curili), l'unico che è sopravvissuto al giorno d'oggi è l'Hokkaido.
In questo video potete sentire la lingua Ainu classica usata per raccontare un Yukar, cioè una storia tradizionale:
Per l'orecchio non allenato, la lingua Ainu potrebbe sembrare simile al giapponese. Proprio come il giapponese, la lingua Ainu è una lingua SOV (soggetto, oggetto, verbo) e usa anch'essa le cinque vocali a, i, u, e ed o. La differenza risiede invece nelle consonanti che sono solo dodici, escludendo d, b, g dal giapponese; inoltre le vocali non sono mai allungate e l'Ainu non distingue tra più consonanti, come b e p, e in questo è più simile al Coreano.
Dopo anni in cui gli stessi appartenenti al popolo Ainu hanno negato la loro identità per evitare discriminazioni e problemi, il 1994 ha segnato una grande svolta: è in quell'anno infatti che Shigeru Kayano diventa il primo Ainu a entrare nel parlamento giapponese. Shigeru ha dedicato la sua vita a promuovere il benessere e la consapevolezza del popolo Ainu.
E 'stato grazie a lui ed ad altri sostenitori che la legge che vietava la diffusione della cultura Ainu è stato revocata nel 1997. Da allora grazie anche a finanziamenti governativi, si è iniziato a recuperare e preservare gli usi e costumi Ainu attraverso corsi di lingua, stazioni radio e spettacoli pubblici.
In questo video potete vedere una donna che suona il tonkori, uno strumento tradizionale:
Altri importanti momenti sono stati il riconoscimento ufficiale degli Ainu come popolazione indigena del Giappone nel 2008 e la formazione del partito politico Ainu nel 2012. E ovviamente piano piano anche fra i giovani sta tornando la consapevolezza delle proprie origini, la voglia di riscoprirle e di esserne orgogliosi.
Un esempio sono gli Ainu Rebel, una band musicale che ha deciso di mescolare hip hop e musica tradizionale Ainu per creare una nuova identità per la loro gente e per farsi conoscere in un Giappone che si spera sempre più aperto alle minoranze.
Qui sotto potete vedere un servizio su di loro:
Chiudo questo breve articolo trascrivendo uno dei tipici racconti Ainu, tramandati di padre in figlio e sempre perciò narrati in prima persona.
E' il mito chiamato "L'Ainu e la volpe", nella versione di Shigeru Kayano. Credo che possa raccontare molto di questo popolo.
"Sono un Ainu che un tempo viveva nel sud-ovest dell'Hokkaido, nei pressi del lago Shikotsu. Ai miei tempi, c'erano un sacco di cervi selvatici e orsi liberi sulle montagne. Ogni volta che volevo della carne, dovevo andare a caccia in montagna con il mio arco e le mie frecce. Dopo ogni caccia condividevo la carne con gli altri abitanti del villaggio, vivendo come una famiglia.
Con l'arrivo dell'autunno, il fiume si è riempito di salmoni che risalivano la corrente per deporre le uova. Così sono andato al fiume, insieme a molti altri venuti anche da villaggi lontani, per pescare i pesci per conservarli per l'inverno. Noi esseri umani non eravamo gli unici, sono arrivati anche orsi e volpi. Convivevamo tutti insieme pacificamente e mio padre ha lasciato anche un po' di pesce per i corvi.
Una notte dopo essermi avvolto nelle mie coperte di morbida pelliccia mi sono lentamente addormentato. Ad un certo punto però ho sentito una voce che sembrava provenire ora da lontano e ora da vicino. Mi chiedevo chi potesse essere a quell'ora. Sono rimasto in ascolto ma non ho più sentito niente. Allora ancora una volta ho messo la mia testa sul mio cuscino e mi sono avvolto nelle coperte di pelliccia morbida. E ancora una volta ho sentito la voce ora lontana e ora vicina.
Incuriosito, mi sono alzato e cercando di non svegliare la mia famiglia sono uscito. Al chiaro della luna ho visto che era una volpe. Una volpe normale ma che poteva parlare la nostra lingua, il linguaggio degli uomini. Ho ascoltato con attenzione e ho scoperto che stava facendo un charanke, cioè una discussione appassionata: il suo era un reclamo contro il popolo Ainu!
"Ainu! Ascoltate! L'Ainu non ha fatto il salmone! Nemmeno le volpi lo hanno fatto! Sono stati Pipirinnoekuru e Pipirinoemat, il dio e la dea di questo fiume, il fiume Ishikari, a farli e sono loro quelli che decidono quanti salmoni devono risalire il fiume, in modo che gli Ainu, gli orsi e le volpi possono avere tutti la loro quota di cibo. Tuttavia questo pomeriggio quando ne ho preso uno, un solo salmone fra le miriadi di salmoni che gli dei hanno predisposto per tutti noi, uno di voi si è arrabbiato con me e mi ha urlato contro le parole più crudeli che ci sono nella vostra lingua. Il dolore era così grande che mi sentivo come se fossi stato attaccato da orribili fiamme nere.
E non è tutto! L'uomo ha poi pregato il dio delle acque e il dio delle montagne di bandire le volpi dalla terra che condividiamo con voi Ainu. Ha chiesto agli dèi di mandarci lontano, in un posto di colline brulle, dove non ci sono alberi, né erba o uccelli. "
Con le lacrime agli occhi, la volpe gridò: "Io non posso stare in silenzio. Se gli dèi ascoltano solo la sua versione della storia, penseranno che sia giusto e noi volpi non saremo più in grado di vivere qui. Dei ascoltatemi! Ascoltate voi Ainu! Ascoltate la mia storia! Aiutatemi! "
Le parole della volpe mi hanno toccato. Aveva ragione su quello che aveva detto. Il salmone non è cibo solo per gli Ainu. Gli dei lo prevedono anche per nutrire le altre creature, così quando è arrivato il mattino, ho raccolto gli abitanti del villaggio e ho raccontato loro il charanke della volpe. Ho chiamato l'uomo che aveva insultato la volpe e l'ho severamente ammonito.
Abbiamo scolpito molti inau per contribuire a rendere le nostre scuse più forti, abbiamo offerto molto vino per dimostrare la nostra sincerità e ci siamo scusati solennemente con il dio volpe.
Gli altri dèi hanno ascoltato le nostre scuse e hanno deciso di non bandire le volpi, ma di farle rimanere con noi in Ainu Moshir, la terra degli Ainu.
Ricordati di questo, moderno Ainu, e tutti voi uomini moderni. Il pesce nel mare, la frutta sugli alberi e l'acqua del fiume non sono solo per voi e per me. Essi dovrebbero essere condivisi con tutti gli altri animali. Noi dobbiamo vivere insieme.
Queste furono le ultime parole di un anziano Ainu prima di morire."
Fonte consultata:
www.tofugu.com
Alcune cose sugli Ainu le conoscevo già, ma ho appreso molte cose in più dopo aver letto tutto.
Davvero esauriente e ben fatto.
complimenti per il bell'articolo, purtroppo si sa troppo poco su questo popolo.
la mia Ainu preferita:
la loro cultura, gli usi e costumi, le storie, i dialetti...peccato che siano sempre stati puntualmente oppressi, obbligati perdere la loro tradizione
e tutto quanto...vedi gli indiani d'America, ad esempio...
A parte ciò, vedevo che questo particolare tipo di costume era ricorrente anche altrove e mi documentai un po' su questo popolo, trovandolo davvero affascinante, soprattutto il loro bel rapporto con la natura.
Il fatto che la loro lingua non abbia una forma scritta è in effetti un bel problema di preservazione, il Giappone sembra essersene accorto un po' tardi ma speriamo che questa bella cultura venga tramandata a dovere.
"e le donne, per far capire di essere entrate nell'età adulta, si fanno un particolare tatuaggio attorno alla bocca"
Dai, ma che schifo! Con tutti i posti dove poter fare un tatuaggio... così sembrano Joker! XD
Tra qualche anno chiederanno l'indipendenza dell'Hokkaido.
Approfondimento molto interessante, sapevo che la cultura Ainu era stata avversata in passato, ma non pensavo fosse stata vietata addirittura fino al '97, è una cosa vergognosa!
Non conoscevo nel dettaglio la storia di questo popolo (Hachi, grazie per l'ottimo articolo!); mi sono imbattuto in loro solo quando ho letto l'articolo sull'Omiai e ho scoperto che appartenere a questa etnia equivaleva ad essere scartati negli incontri combinati.
Bellissima la storia della volpe, mostra tutta la sensibilità di questo popolo e di come - in un mondo ideale - dovrebbero vivere gli esseri umani: in armonia con gli animali e la natura.
Comunque, articolo molto ben fatto. Complimenti!
Avevo sentito parlare degli Ainu e della loro discriminazione, mentre non conoscevo la loro particolare lingua.
Il racconto finale è bellissimo!
Anche gli abitanti delle Ryukyu, se non erro, dovrebbero appartenere a un ceppo leggermente differente rispetto ai giapponesi. Anch'essi, fino alla fine del XIX secolo, non facevano parte della nazione e dopo la seconda guerra mondiale il Giappone ne ha ripreso il pieno controllo solo negli anni '70.
Gli Ainu sono un popolo MOLTO misterioso e pieno di tanti rompicapi storici, ma la cosa più interessante è che hanno una cultura basata sulla tetrafobia. Non a caso c'è di mezzo il culto dell'orso
Sul discorso della loro lingua concordo con il fatto che ha una struttura più simile al Coreano sul discorso delle vocali mai allungate e consonanti. Comunque rinnovo i complimenti, e spero di leggere ancora molti suoi interessanti articoli
Da parte mia e di tutti gli utenti del sito: 감사합니다. (grazie)
Avevo letto che gli ainu abitavano anche il nord dell' Honshu e che successivamente furono cacciati fino a Hokkaido dai giapponesi, ma non sapevo che vivessero anche nel Kyushu a sud del Giappone e nel resto dell'arcipelago come dice Goonie.
Ascoltando la lingua mi sembra simile al giapponese, con qualche suono in più, mi pare di aver colto anche un paio di parole giapponesi.
Stupenda la storia sul finale, che ho letto mentre ascoltavo la musica Ainu .
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